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18 Mercoledì 28 Settembre 2016 MF NON PERFORMING LOAN LO CALCOLA UNICREDIT PER L’ITALIA. MA OCCHIO AI TASSI Il primo magazine-device per vivere bene l’era digitale OGNI MESE IN EDICOLA WWW.CLASSDIGITALWEEK.IT WWW.CLASSABBONAMENTI.COM Deteriorati in calo al 14% nel 2020 I Il modello di Unicredit utilizza tre variabili macroeconomiche che hanno dimostrato di avere un impatto significativo sull’andamento del monte dei crediti deteriorati in Europa: il tasso di crescita del pil, il tasso di disoccupazione e i tassi di interesse. Tra il 2016 e il 2020 la crescita economica dell’Italia contribuirà al calo del suo rapporto dei crediti deteriorati per 0,7 punti percentuali (sul calo complessivo previsto di 4 punti), mentre il OGNI MESE IN EDICOLA WWW.CLASSDIGITALWEEK.IT WWW.CLASSABBONAMENTI.COM I CREDITI DETERIORATI NELL’AREA EURO E IN ITALIA di Stefania Peveraro l rapporto tra crediti deteriorati e totale dei crediti dei principali Paesi dell’area euro è destinata a scendere dal 5,75% del 2015 al 3% nel 2020, il rapporto più basso mai registrato dal 2008. Quanto all’Italia, il dato scenderà dal 18 al 14%. Lo calcola Unicredit grazie all’applicazione di un proprio modello previsionale basato sulle variabili macroeconomiche, i cui risultati sono contenuti in un report appena sfornato che MF Npl ha potuto consultare in anteprima. Tornando alle previsioni per i crediti deteriorati italiani, Unicrediti precisa che, prima di diminuire, il rapporto sul totale dei crediti del sistema bancario è visto ancora in crescita quest’anno al 18,25%. Nel 2017, però, già si vedrà un primo importante calo al 16,5% e in media ci sarà un calo di 0,8 punti percentuali nei 5 anni considerati. Ancora meglio andrà in Spagna. Secondo i calcoli di Unicredit, infatti, i crediti deteriorati scenderanno dal 6% del 2015 sino addirittura all’1% nel 2020, un dato che si era visto soltanto dieci anni fa, prima scoppiasse la bolla immobiliare e che sarà migliore di quello di Germania e Francia: il dato della Germania, infatti, è visto in calo dal 2% all’1,75%, mentre la Francia è in discesa dal 4% al 3%. Quanto al Portogallo, Unicredit prevede un rapporto in calo dal 12 al 4,5%, mentre l’Irlanda passerà dal 15 al 7,5% e la Grecia vedrà il rapporto crollare dal 35 al 22%. Il primo magazine-device per vivere bene l’era digitale AREA EURO* 8 Dati in percentuale sul totale dei crediti bancari 20 ITALIA Previsioni Previsioni 16 6 12 4 8 2 4 0 0 ’06 ’07 ’08 ’09 ’10 ’11 ’12 ’13 ’14 ’15 ’16 ’17 ’18 ’19 ’20 ’06 ’07 ’08 ’09 ’10 ’11 ’12 ’13 ’14 ’15 ’16 ’17 ’18 ’19 ’20 * Germania, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia Fonte: World Bank, UniCredit Research GRAFICA MF-MILANO FINANZA calo della disoccupazione contribuirà per 0,6 punti. Il contributo è maggiore, di 2,6 punti, arriverà però dal calo dei tassi di interesse reali a 10 anni, mentre il calo dei tassi a breve giocherà un ruolo minimo (0,1 punti). Ciò, significa, sottolinea Unicredit, che l’eventuale aumento dei tassi di interesse italiani, dovuto per esempio a un esito negativo del referendum costituzionale, avrebbe un effetto dirompente sull’andamento del monte crediti deteriorati sui libri delle banche italiane. Sul fronte della crescita economica, il collegamento è intuitivo: più crescita si traduce in più utili per le aziende e più redditi per i consumatori, il che significa maggiore capacità per i debitori di far fronte ai propri debiti. In base alle stime di Unicredit, per ogni punto percentuale in più di crescita di pil, si ha una diminuzione del rapporto tra crediti deteriorati e totale dei crediti di 0,5 punti, ma l’effetto si registra con un ritardo compreso tra i 2 e i 4 anni dal momento del calo del pil. Un calo della disoccupa- NON PERFORMING LOAN TREND N La crisi economica ha reso più difficile per aziende e privati restituire il denaro preso in prestito dalle banche, che sono diventate più prudenti nel prestarlo. Contemporaneamente, la significativa riduzione dei tassi d’interesse ha reso meno redditizio e più rischioso prestare denaro. Margini limitati, aumento dei crediti in sofferenza, vigilanza sempre più stretta e nuove leggi sul bail-in hanno impaurito gli investitori, col risultato di allontanarli e deprimere le quotazioni di borsa del settore bancario. La partita va giocata sulla valorizzazione delle sofferenze e degli altri crediti deteriorati. In un contesto tale, il progetto Atlante, che vede la costituzione di un fondo di investimento alternativo, con la partecipazione di una pluralità di soggetti (fra cui Cassa Depositi e Prestiti, Unicredit, Intesa ed altri gruppi bancari), mira a supportare le operazioni di aumento di capitale da parte delle banche italiane ed a gestire la cessione di crediti in sofferenza. Il fondo, permettendo alle banche di liberarsi dalle tranche di sofferenze junior, le più rischiose, consentirà al mercato di ritrovare interesse per le tranches di sofferenze più sicure, che si avvaloreranno, determinando un effetto leva su tutto il sistema. Proprio nella stessa direzione, quella appunto di agevolare e non penalizzare le banche nello smobilizzo dei crediti in sofferenza, va pure la Gacs, concessa dal Ministero economia e finanze e rilasciata unicamente sulle classi senior di titoli che avranno ottenuto preventivamente un investment grade rating da un’agenzia esterna di valutazione del merito di credito. È cronaca recente che Banca Carige è pronta a cedere 900 milioni di euro di non performing loans tramite le Gacs, sul modello di Banca Popolare di Bari, il primo istituto italiano a ricorrere a questo strumento, progetto-pilota dopo il quale si sono aperte altre transazioni garantite dalle garanzie statali, come ad esempio la grossa cartolarizzazione (e scorporo di 27 miliardi di euro sofferenze lorde) di Mps e la probabile opzione di altri istituti di credito per le garanzie statali su una buona parte dei propri crediti dubbi. L’auspicio è che tutte queste operazioni, grazie alle quali si stima lo smobilizzo di una massa di Npl tra i 50 e i 60 miliardi di euro, possano attirare l’interesse di special servicer, fondi e banche d’affari. Vincenzo Macaione ad Primus Capital zione a sua volta aumenta il potere d’acquisto dei consumatori e la loro capacità di far fronte ai propri debiti, con una relazione identica: un punto in meno di tasso di disoccupazione corrisponde a mezzo punto in meno nel tasso di crediti deteriorati, con un ritardo però di un anno. Quanto ai tassi di interesse, è evidente che tassi più bassi rendono meno costoso il servizio del debito. Un calo dei tassi di interesse reali a 10 anni di un punto percentuale ha la forza di abbattere il tasso di crediti deteriorati di 1,2 punti percentuali nell’arco di tempo considerato, mentre un calo dei tassi a tre mesi porta a una riduzione del rapporto di 0,2 punti. Per tutte queste variabili Unicredit ha scelto di utilizzare nel proprio modello le previsioni di consenso degli analisti raccolte da Bloomberg. In realtà, anche i prezzi degli immobili residenziali hanno un impatto sull’andamento del monte dei crediti deteriorati, ma si tratta di un impatto minimo: per ogni punto percentuale di crescita dei prezzi delle case utilizzate come garanzie dei mutui si ha una riduzione del rapporto di 0,1 punti. Per questo, visto che non c’è un consenso unanime tra gli analisti circa il trend dei prezzi delle case nei prossimi anni, gli analisti di Unicredit hanno scelto alla fine di non considerare questa variabile nel loro modello previsionale. (riproduzione riservata)