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Mercoledì 28 Settembre 2016
MF NON PERFORMING LOAN
LO CALCOLA UNICREDIT PER L’ITALIA. MA OCCHIO AI TASSI
Il primo magazine-device per vivere bene l’era digitale
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Deteriorati in calo
al 14% nel 2020
I
Il modello di Unicredit utilizza
tre variabili macroeconomiche
che hanno dimostrato di avere
un impatto significativo sull’andamento del monte dei crediti
deteriorati in Europa: il tasso di
crescita del pil, il tasso di disoccupazione e i tassi di interesse.
Tra il 2016 e il 2020 la crescita
economica dell’Italia contribuirà al calo del suo rapporto dei
crediti deteriorati per 0,7 punti
percentuali (sul calo complessivo previsto di 4 punti), mentre il
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I CREDITI DETERIORATI NELL’AREA EURO E IN ITALIA
di Stefania Peveraro
l rapporto tra crediti deteriorati e totale dei crediti dei
principali Paesi dell’area euro è destinata a scendere dal
5,75% del 2015 al 3% nel 2020,
il rapporto più basso mai registrato dal 2008. Quanto all’Italia,
il dato scenderà dal 18 al 14%.
Lo calcola Unicredit grazie
all’applicazione di un proprio
modello previsionale basato sulle variabili macroeconomiche, i
cui risultati sono contenuti in un
report appena sfornato che MF
Npl ha potuto consultare in anteprima. Tornando alle previsioni
per i crediti deteriorati italiani,
Unicrediti precisa che, prima di
diminuire, il rapporto sul totale
dei crediti del sistema bancario è
visto ancora in crescita quest’anno al 18,25%. Nel 2017, però,
già si vedrà un primo importante
calo al 16,5% e in media ci sarà
un calo di 0,8 punti percentuali
nei 5 anni considerati.
Ancora meglio andrà in Spagna.
Secondo i calcoli di Unicredit,
infatti, i crediti deteriorati scenderanno dal 6% del 2015 sino
addirittura all’1% nel 2020, un
dato che si era visto soltanto
dieci anni fa, prima scoppiasse
la bolla immobiliare e che sarà
migliore di quello di Germania
e Francia: il dato della Germania, infatti, è visto in calo dal 2%
all’1,75%, mentre la Francia è in
discesa dal 4% al 3%.
Quanto al Portogallo, Unicredit
prevede un rapporto in calo dal
12 al 4,5%, mentre l’Irlanda passerà dal 15 al 7,5% e la Grecia
vedrà il rapporto crollare dal 35
al 22%.
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AREA EURO*
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Dati in percentuale sul totale dei crediti bancari
20
ITALIA
Previsioni
Previsioni
16
6
12
4
8
2
4
0
0
’06 ’07 ’08 ’09 ’10 ’11 ’12 ’13 ’14 ’15 ’16 ’17 ’18 ’19 ’20
’06 ’07 ’08 ’09 ’10 ’11 ’12 ’13 ’14 ’15 ’16 ’17 ’18 ’19 ’20
* Germania, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia
Fonte: World Bank, UniCredit Research
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
calo della disoccupazione contribuirà per 0,6 punti. Il contributo
è maggiore, di 2,6 punti, arriverà
però dal calo dei tassi di interesse reali a 10 anni, mentre il calo dei tassi a breve giocherà un
ruolo minimo (0,1 punti). Ciò,
significa, sottolinea Unicredit,
che l’eventuale aumento dei
tassi di interesse italiani, dovuto
per esempio a un esito negativo
del referendum costituzionale,
avrebbe un effetto dirompente sull’andamento del monte
crediti deteriorati sui libri delle
banche italiane.
Sul fronte della crescita economica, il collegamento è intuitivo:
più crescita si traduce in più utili
per le aziende e più redditi per
i consumatori, il che significa
maggiore capacità per i debitori
di far fronte ai propri debiti. In
base alle stime di Unicredit, per
ogni punto percentuale in più di
crescita di pil, si ha una diminuzione del rapporto tra crediti
deteriorati e totale dei crediti di
0,5 punti, ma l’effetto si registra
con un ritardo compreso tra i 2
e i 4 anni dal momento del calo
del pil. Un calo della disoccupa-
NON PERFORMING LOAN TREND
N La crisi economica ha reso più difficile per
aziende e privati restituire il denaro preso in
prestito dalle banche, che sono diventate più
prudenti nel prestarlo. Contemporaneamente,
la significativa riduzione dei tassi d’interesse
ha reso meno redditizio e più rischioso prestare
denaro. Margini limitati, aumento dei crediti in
sofferenza, vigilanza sempre più stretta e nuove
leggi sul bail-in hanno impaurito gli investitori,
col risultato di allontanarli e deprimere le quotazioni di borsa del settore bancario. La partita
va giocata sulla valorizzazione delle sofferenze
e degli altri crediti deteriorati.
In un contesto tale, il progetto Atlante, che
vede la costituzione di un fondo di investimento alternativo, con la partecipazione di
una pluralità di soggetti (fra cui Cassa Depositi e Prestiti, Unicredit, Intesa ed altri gruppi
bancari), mira a supportare le operazioni di
aumento di capitale da parte delle banche
italiane ed a gestire la cessione di crediti in
sofferenza. Il fondo, permettendo alle banche
di liberarsi dalle tranche di sofferenze junior,
le più rischiose, consentirà al mercato di ritrovare interesse per le tranches di sofferenze più
sicure, che si avvaloreranno, determinando un
effetto leva su tutto il sistema. Proprio nella
stessa direzione, quella appunto di agevolare
e non penalizzare le banche nello smobilizzo dei crediti in sofferenza, va pure la Gacs,
concessa dal Ministero economia e finanze
e rilasciata unicamente sulle classi senior di
titoli che avranno ottenuto preventivamente un
investment grade rating da un’agenzia esterna
di valutazione del merito di credito.
È cronaca recente che Banca Carige è pronta a
cedere 900 milioni di euro di non performing
loans tramite le Gacs, sul modello di Banca
Popolare di Bari, il primo istituto italiano a
ricorrere a questo strumento, progetto-pilota
dopo il quale si sono aperte altre transazioni
garantite dalle garanzie statali, come ad esempio la grossa cartolarizzazione (e scorporo di
27 miliardi di euro sofferenze lorde) di Mps e
la probabile opzione di altri istituti di credito
per le garanzie statali su una buona parte dei
propri crediti dubbi.
L’auspicio è che tutte queste operazioni, grazie
alle quali si stima lo smobilizzo di una massa
di Npl tra i 50 e i 60 miliardi di euro, possano
attirare l’interesse di special servicer, fondi e
banche d’affari.
Vincenzo Macaione
ad Primus Capital
zione a sua volta aumenta il potere d’acquisto dei consumatori
e la loro capacità di far fronte ai
propri debiti, con una relazione
identica: un punto in meno di
tasso di disoccupazione corrisponde a mezzo punto in meno
nel tasso di crediti deteriorati,
con un ritardo però di un anno.
Quanto ai tassi di interesse, è
evidente che tassi più bassi rendono meno costoso il servizio
del debito. Un calo dei tassi di
interesse reali a 10 anni di un
punto percentuale ha la forza di
abbattere il tasso di crediti deteriorati di 1,2 punti percentuali
nell’arco di tempo considerato,
mentre un calo dei tassi a tre
mesi porta a una riduzione del
rapporto di 0,2 punti.
Per tutte queste variabili Unicredit ha scelto di utilizzare nel
proprio modello le previsioni di
consenso degli analisti raccolte
da Bloomberg.
In realtà, anche i prezzi degli immobili residenziali hanno un impatto sull’andamento del monte
dei crediti deteriorati, ma si tratta
di un impatto minimo: per ogni
punto percentuale di crescita dei
prezzi delle case utilizzate come
garanzie dei mutui si ha una riduzione del rapporto di 0,1 punti.
Per questo, visto che non c’è un
consenso unanime tra gli analisti
circa il trend dei prezzi delle case
nei prossimi anni, gli analisti di
Unicredit hanno scelto alla fine
di non considerare questa variabile nel loro modello previsionale. (riproduzione riservata)