1.03 Relazione Tecnica ed Idraulica
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1.03 Relazione Tecnica ed Idraulica
DISTRIBUZIONE IRRIGUA CON LE ACQUE DEL C.E.R. AREA BEVANO-SAVIO IN COMUNE DI CESENA DISTRETTO IRRIGUO SAN VITTORE-SAN CARLO II LOTTO, AMPLIAMENTO DEL 2°STRALCIO. RELAZIONE TECNICA ED IDRAULICA. INDICE. 1. Descrizione della rete e distribuzione dei consumi delle utenze. Pag. 2 2. Simulazioni idrauliche. Pag. 4 3. Scelta materiali e dimensionamento diametri delle tubazioni. Pag. 7 4. Dimensionamento delle stazioni di pompaggio Pag. 8 5. Descrizione dei manufatti di linea. Pag. 16 1 1. Descrizione della rete e distribuzione consumi alle utenze. Il presente progetto prende in esame il completamento delle opere di distribuzione irrigua a servizio dei distretti irrigui di S.Vittore e S.Carlo. Le tavole 3.03, 3.04 e 3.05, avendo come base la carta tecnica regionale e la carta catastale, illustrano lo sviluppo planimetrico della rete di distribuzione irrigua, ove sono indicate anche le opere computate nel lotto potenzialmente scorporabile che, in relazione all’ammontare dell’importo di affidamento lavori, potranno essere escluse, anche solo parzialmente, dall’esecuzione dei lavori ad insindacabile giudizio della Stazione Appaltante. Anche in questo caso la rete è stata progettata per garantire la possibilità di allacciare il maggior numero possibile di aziende agricole e pertanto presenta una notevole estensione, con una lunghezza complessiva fra rami principali e secondari di circa 12.250 metri di cui circa 1.623,00 scorporabili. Le condotte del presente progetto si sviluppano sia conformemente alle previsioni assunte durante la progettazione della prima parte della rete (progetto del II lotto, II stralcio), sia per dare risposta a nuove esigenze insorte in seguito. Le condotte che si sviluppano dal nodo 25 in prossimità dell’abitato di Tipano non erano inizialmente previste e sono state inserite nel progetto in base ad utenze irrigue individuate solo in seguito. A seguito di tali nuove esigenze e del notevole incremento delle portate nei rami che alimentano le tubazioni che si dipartono dal nodo 25 si rende necessario incrementare i diametri di due rami della rete del precedente progetto, come verrà dettagliatamente descritto nel paragrafo relativo alle simulazioni idrauliche. Il progetto continua a prevedere l’alimentazione della rete da un solo punto (vasca 6) dove verranno potenziati i gruppi di pompaggio, tuttavia i diametri delle tubazioni sono stati predisposti per una possibile interconnessione con le opere irrigue che in futuro potranno essere alimentate dalla vasca 5. Con il completamento di tale schema potrà essere salvaguardata l’esigenza di mantenere la rete alimentata ove possibile da più punti in modo che, in caso di fuoriservizio di una stazione di pompaggio, sia comunque garantita l’alimentazione delle utenze, se pure a pressione o portata ridotte. Le opere del presente progetto sono dimensionate sulla base della massima portata erogabile (402 l/s) distribuita sulla rete sulla base delle richieste al momento pervenute ed in grado di assorbire pressochè interamente la disponibilità progettuale. Si ricorda che la portata massima di dimensionamento è corrispondente a quella utilizzata per il progetto, nell’ambito delle opere di tipo A (opere di adduzione), della vasca 6 e della condotta di adduzione dalla vasca 5 alla vasca 6, mantenendo in tal modo piena corrispondenza fra le previsioni dei due progetti. La rete in progetto, grazie ad un adeguato dimensionamento delle tubazioni principali ed alla presenza di due ampie maglie che consentono di deviare il flusso su un ramo, in caso di fuoriservizio del ramo parallelo, può permettere diverse configurazioni di utilizzo che potranno permettere di fare uso delle condotte anche in caso di mutamento degli schemi di consumo attualmente ipotizzati. Nella scelta dei tracciati si è tenuto conto della necessità di minimizzare i costi contenendo per quanto possibile opere d’arte di un certo impegno quali attraversamenti di arterie stradali principali. Anche nella definizione dei tratti che potrebbero essere soggetti a scorporo si è adottato come criterio la necessità di minimizzare i costi e la marginalità della localizzazione. Le interferenze riguardano 2 due volte la strada di grande comunicazione E45; nel primo caso per l’attraversamento si sfrutterà il sovrappasso di un canale consortile dove si prevede di alloggiare la tubazione in corrispondenza della banchina del canale (tale interferenza è inclusa fra le opere potenzialmente scorporabili); nel secondo la strada verrà attraversata con la tecnica dello spingitubo in prossimità del sovrappasso della strada vicinale (via Casetti). E’ previsto inoltre un attraversamento della strada provinciale SP 51 (Diegaro-S.Vittore) da effettuare con la tecnica dello spingitubo (tale interferenza è inclusa fra le opere scorporabili), oltre che diversi attraversamenti di strade comunali o vicinali; fra questi si segnala l’attraversamento della via Zavalloni realizzato con spingitubo. Dal punto di vista quantitativo, l’estensione di rete è stata progettata utilizzando le stesse ipotesi assunte per la progettazione della prima parte di rete. Ovvero si è assunto di dovere garantire agli utenti una dotazione di 108 mc/giorno concentrata in un periodo di 12 ore corrispondente quindi ad una portata istantanea di 2,5 litri/secondo. La pressione di consegna è prevista a 6 atmosfere consentendo quindi l’alimentazione diretta di tutti i sistemi di irrigazione attualmente in uso nella zona e sgravando le aziende agricole dall’onere dell’adozione di propri sistemi di pompaggio. La pressione di 6 atmosfere è assunta come obiettivo per il calcolo del sistema di pompaggio e delle relative logiche di controllo. In realtà l’interazione fra vari fattori, quali il cambiamento delle perdite di carico al variare della portata distribuita in rete, la diversa quota altimetrica delle utenze, la necessità di mantenere l’alimentazione della rete da portata zero fino alla massima portata di progetto, la volontà di limitare gli esuberi di pressione per contenere i costi energetici, fanno si che la pressione per la maggior parte degli utenti potrà variare da un minimo di 6,0 atmosfere ad un massimo di 9,1 atmosfere in funzione del diverso regime di funzionamento dell’impianto; modesti abbassamenti di pressione si potranno verificare in occasione dell’avviamento o dello spegnimento di una delle quattro pompe Solo per alcuni utenti ubicati in zone altimetricamente più elevate sarà garantita l’erogazione della portata di progetto ma a pressioni inferiori; si tratta degli utenti ubicati fra i nodi 20 e 21 dove le pressioni minime saranno comunque prossime a 6 bar e degli utenti ai nodi 37 e 54; dove le pressioni saranno molto inferiori e prossime a 1,5 bar. Il consumo complessivo della rete è stato quindi ricavato moltiplicando la portata istantanea di ogni idrante per il numero di utenti potenziali ed ipotizzando un fattore di contemporaneità 1 fra gli utenti. Ovviamente in caso di non totale contemporaneità fra i consumi degli utenti, le reti progettate consentiranno la distribuzione di un quantitativo maggiore di acqua ad ogni azienda, opportunità che sarà comunque garantita nel primo periodo di funzionamento del sistema quando non tutti gli utenti previsti saranno allacciati ed i consumi saranno quindi inferiori a quelli ipotizzati in sede di progetto. Le successive simulazioni idrauliche svolte per verificare l’andamento delle pressioni nei nodi e delle velocità dei rami sono state eseguite in corrispondenza di due differenti ipotesi: • 1° IPOTESI: portata complessiva erogata pari a 402 l/s corrispondente ad un consumo istantaneo di 2,5 l/s per 161 idranti (pari al numero di idranti censiti nella presente fase progettuale oltre che nella precedente). • 2° IPOTESI: portata erogata all’utenza pressochè nu lla. 3 2. Simulazioni idrauliche. Nelle reti complesse magliate, quali quella di distribuzione agli utenti irrigui in esame, le simulazioni idrauliche costituiscono il principale strumento di progettazione in quanto non è possibile stabilire a priori la distribuzione delle portate sui rami costituenti una singola maglia della rete, poichè queste possono essere variabili in funzione delle condizioni idrauliche complessive. La progettazione della rete si è pertanto sviluppata decidendo prioritariamente il suo sviluppo sul territorio, scelto in funzione della distribuzione delle utenze da servire e dei vincoli presenti (sottoservizi di particolare importanza, necessità di arrecare il minor danno possibile alle proprietà private, ecc…). Successivamente si sono scelti i diametri delle tubazioni nei vari rami costituenti la rete, verificando quindi mediante successive simulazioni che l’insieme di diametri adottati garantisse agli utenti le desiderate condizioni di pressione e portata. Fra le diverse simulazioni eseguite si riportano quindi nel seguito solo quelle finali che illustrano il comportamento della rete progettata nelle due ipotesi di consumo delle utenze. Le simulazioni del comportamento idraulico della rete sono state eseguite per mezzo di un programma di calcolo implementato su personal computer. Il programma permette la verifica e la simulazione in regime di moto permanente di reti di condotte in pressione ramificate o magliate. Tale programma, utilizzando un modello matematico, risolve il seguente sistema di equazioni che descrivono il comportamento dei nodi e rami della rete: Σ ± Qi =0 equazione di continuità ad ogni nodo (Qi rappresenta la portata entrante o uscente dal nodo; il segno “-“ indica le portate entranti ed il segno “+” le portate uscenti dal nodo) Hi- Hj = f1 (Q1) equazione del moto per ogni lato (Hi e Hj sono le quote piezometriche ai nodi estremi del lato e f1(Q1) rappresenta il legame funzionale tra la perdita di carico nel lato e la portata Q1 in esso transitante. In questo caso le perdite di carico distribuite vengono valutate con la formula di Bazin. Il sistema non lineare di equazioni nelle incognite Hi (quote piezometriche ad ogni nodo) e Qi (portate in ciascun lato) viene risolto iterativamente con il metodo di Newton-Raphson. Ad ogni iterazione viene risolto un sistema lineare di tante equazioni quante sono le piezometriche incognite. La risoluzione del sistema è effettuata con il metodo del gradiente coniugato. Nei calcoli si è assunta una tolleranza sulle portate pari a 0.001 l/s. La schematizzazione della rete è stata eseguita tenendo conto delle reali lunghezze delle tubazioni, delle pressioni mantenute dagli impianti di pompaggio, dei diametri interni delle tubazioni (inferiori nel caso dei tubi in PVC ai diametri nominali); per il coefficiente di scabrezza si è adottato il valore γ=0.10 ritenuto idoneo per tubazioni in materiale plastico in condizioni di uso corrente e γ=0.13 per le tubazioni in ghisa. 4 La schematizzazione della rete utilizzata per le simulazioni idrauliche è riportata nella planimetria allegata dalla quale si rileva anche la numerazione adottata per nodi e rami; a tale numerazione è necessario fare riferimento per la lettura del file che riassume i risultati. Le simulazioni sono state ovviamente eseguite sulla rete completa comprendente quindi sia le condotte del presente progetto (estensione) sia quelle del progetto precedente.(II lotto, II stralcio), sia quelle incluse nel Lotto potenzialmente scorporabile. I tabulati allegati illustrano i risultati delle simulazioni eseguite; nella prima parte i risultati illustrano per ogni ramo numerazione, lunghezza, diametro interno, portate, velocità e perdite di carico (espresse in metri). Il segno delle portate è positivo se l’acqua fluisce dal primo nodo del file di input verso il secondo, mentre è negativa in caso contrario. Nella seconda parte vengono riportati per ogni nodo numerazione, carico piezometrico (in metri sul livello del mare), portata prelevata o immessa nel nodo e carico residuo (o pressione). Le portate risultano negative se l’acqua è immessa nel nodo, mentre sono positive se l’acqua è prelevata dal nodo. L’esame dei risultati consente di verificare che con i diametri delle tubazioni adottati è possibile consegnare le portate di progetto a tutti gli utenti mantenendo una pressione residua di almeno 6 bar. Solo per gli utenti dei nodi 20, 21, 37 e 54, ubicati a quote altimetriche superiori sono garantite pressioni inferiori, poiché a causa della situazione altimetrica il mantenimento delle pressioni di 6 bar a tali utenze sarebbe stato possibile solo aumentando la pressione su tutta il resto della rete con un ingiustificato aggravio dei costi di costruzione e gestione. Anche le velocità nelle condotte si mantengono sempre in un campo di funzionamento accettabile. Si evidenzia il fatto che nel progetto precedente (II lotto, II stralcio), si era ipotizzato che la portata relativa alle condotte che sarebbero state costruite con il successivo progetto di estensione (il presente), sarebbe stata erogata partendo dal nodo 16 ubicato nella parte nord della rete che doveva essere il punto di successivo sviluppo delle tubazioni. In realtà, in seguito alle richieste degli utenti, sono da prevedere ulteriori consumi per l’allacciamento di un maggior numero di idranti nella parte di rete di distribuzione già progettata ed inoltre sono previsti due nuovi rami per servire utenze in prossimità della frazione Tipano e sulla collina prospiciente la frazione Cellette. Mantenendo invariato il consumo massimo complessivo di 402 l/s, conseguenza del maggior sviluppo dei consumi nella parte est della rete è la riduzione dei consumi sulla parte ovest e verso nord. La diversa distribuzione delle portate in transito e soprattutto il fatto che maggiori quantitativi d’acqua verranno erogati in zone più prossime alla vasca di San Vittore, fa sì che le perdite di carico in alcuni rami della rete siano più bassi di quanto previsto e di conseguenza siano più elevate le pressioni presso molti utenti. Pertanto è possibile garantire la pressione minima di progetto di 6 bar a tutti gli utenti (con la sola eccezione di quelli posti in siti altimetricamente elevati) anche riducendo la pressione di mandata della stazione di pompaggio da 7,5 bar a 7,1 bar. 5 In sintesi la variazione delle previsioni di distribuzione delle portate prelevate dagli utenti ha reso opportuno apportare le seguenti modifiche al precedente progetto(II lotto, II stralcio): • ramo 8: da PVC DN315 a ghisa DN400. • ramo 10: da PVC DN125 a PVC DN 250. • pressione di mandata della stazione di pompaggio da 73,5 a 69,5 metri di colonna d’acqua. 6 3. Scelta materiali e dimensionamento diametri delle tubazioni. Le tubazioni per la rete di distribuzione irrigua sono state scelte nel rispetto dei criteri per la progettazione, costruzione e collaudo delle tubazioni fissati dal D.M. 12.12.1985 (G.U. n° 61 del 14.03.1986). Per la realizzazione della rete di distribuzione irrigua si è optato per la ghisa sulle dorsali principali con diametro nominale di 400 mm e per il PVC PN 16 su tutta la restante rete. La ghisa è il materiale che si ritiene più idoneo nel campo delle tubazioni medio-grandi poiché unisce a doti di elevatissima resistenza meccanica, facilità di posa ed assenza di fenomeni corrosivi. Inoltre nell’attuale situazione di mercato i costi della ghisa, tenendo conto di posa ed oneri accessori, sono paragonabili a quelli delle tubazioni in acciaio e sono inferiori a quelli degli altri materiali utilizzabili in questo campo di diametri (PRFV o altre tubazioni in materiali plastici). Anche il PVC nell’ambito delle tubazioni di diametro medio-piccolo offre notevoli vantaggi: costo contenuto, facilità di posa, completa assenza di fenomeni corrosivi ed inalterabilità nel tempo, bassa scabrezza e quindi riduzione delle perdite di carico nel moto dell’acqua con conseguente risparmio dei costi di sollevamento. Di contro si segnala come difetto la scarsa resistenza allo schiacciamento, caratteristica peraltro comune a tutti i materiali plastici; tale caratteristica impone un’attenta posa in opera. In particolare si dovrà prestare attenzione nella scelta dei materiali da adottare per i rinterri compattando gli stessi per strati successivi fino alla generatrice superiore del tubo. In merito alla scelta dei diametri si rimanda a quanto esposto nel paragrafo precedente sullo strumento della verifica del comportamento della rete per passi successivi, come strumento di progettazione. I rami principali della rete sono realizzati in ghisa con DN 400; per i restanti rami in PVC PN 16 i diametri sono stati uniformati in tre classi: DN 200, DN 250, DN 315. Solo i rami terminali che si staccano dalla rete per servire le utenze avranno di norma DN 125, mentre gli idranti di erogazione avranno DN 80. I diametri sono stati scelti con il criterio di mantenere velocità non troppo elevate al fine di ridurre le perdite di carico; in tal modo è possibile contenere i costi energetici di sollevamento e la variazione di pressione alle utenze al variare delle portate transitanti in rete. La rete dimensionata per funzionare in regime normale con velocità non molto elevate è inoltre in grado di assorbire situazioni di emergenza o future distribuzioni dei prelievi diverse da quelle previste in sede progettuale. Poiché le pressioni in regime di moto permanente sono contenute sempre al di sotto di circa 9,1 bar si sono adottate apparecchiature con PN 10; prudenzialmente al fine soprattutto di prevenire fenomeni di schiacciamento si adottano tubazioni in PVC con PN 16. 7 4. Dimensionamento delle stazioni di pompaggio. La stazione di sollevamento a servizio della rete di distribuzione è ubicata nella stessa area dove è già stata realizzata la vasca di accumulo numero sei in località San Vittore con il progetto precedente (II lotto, II stralcio, di cui il presente rappresenta il completamento), unitamente all’edificio che ospita la centrale di sollevamento. Per la descrizione dell’edificio si rimanda pertanto a tale progetto. Nell’ambito del presente progetto è previsto il completamento dell’impiantistica, già predisposta a tale scopo, per raggiungere la portata massima di progetto di 402 l/s. Si prevede quindi l’installazione di due ulteriori pompe, di un secondo inverter ed il completamento degli impianti elettrici e del sistema di comando e controllo. L’impianto di pompaggio continuerà a svolgere la funzione di mantenere una pressione di alimentazione costante sul collettore di mandata a valle delle pompe indipendentemente dalla portata richiesta dalla rete di distribuzione e quindi del numero di pompe in funzione. Tale impianto corrisponde quindi a quello simulato nel corso delle verifiche idrauliche della rete in cui si è assunta costante la pressione in corrispondenza degli impianti di pompaggio. Tale caratteristica, a meno delle oscillazioni di pressione ammesse nel controllo del gruppo pompe e della variazione delle perdite di carico sulla rete al variare della portata distribuita, assicurerà alla maggior parte dell’utenza una pressione variabile fra un minimo di 6,0 bar ed un massimo di circa 9,1 bar. Il gruppo di pompaggio completo è quindi costituito da quattro pompe, oltre ad una di riserva, due inverter, una terza pompa pilota e due recipienti in pressione con funzione di autoclavi e casse d’aria. Le quattro pompe garantiscono, grazie all’utilizzo dei due inverter il mantenimento della pressione costante sulla mandata e sono in grado di erogare una portata massima di circa 402 l/s con una prevalenza richiesta di 69,5 metri di colonna d’acqua. Delle quattro pompe presenti pertanto due funzioneranno asservite a due inverter che consentirà le regolazione della portata erogata, mentre le restanti funzioneranno a portata fissa. L’avviamento e l’arresto graduale del gruppo di pompaggio sono garantiti dagli inverter e dai soft-starter a servizio delle pompe non supportate da inverter. All’esterno della stazione di pompaggio è ubicato un misuratore di portata elettromagnetico con funzione di contabilizzazione della portata erogata e di ausilio al controllo del gruppo di pompaggio installato nell’ambito del precedente progetto. Il grafico allegato illustra le curve caratteristiche della pompa pilota, della pompa singola a pieni giri (alimentata con frequenza di 50 Hz) ed a giri minimi (alimentata a frequenza di 45 Hz), e della somma delle quattro pompe maggiori di cui, da una a tre, a pieni giri; è inoltre illustrata a solo scopo indicativo la curva caratteristica che avrebbe l’impianto con due pompe in moto a giri minimi ed una o due pompe in moto a pieni giri. 8 Le curve illustrate dal grafico sono relative ad una pompa in commercio con caratteristiche meccaniche e di rendimento pari a quelle richieste dal Capitolato Speciale d’Appalto ed in grado di assicurare le prestazioni idrauliche descritte dalla presente relazione. Nel seguito viene illustrata la logica di funzionamento dell’impianto al variare della portata richiesta dalla rete. I valori delle soglie di pressione e portata sono indicativi poiché sono relativi alle curve caratteristiche illustrate. L’appaltatore dovrà eseguire la progettazione costruttiva di dettaglio dell’impianto di sollevamento incluso nel presente progetto, ricalcolando i valori di pressione e portata qui definiti a scopo dimostrativo ed adattandoli alle reali caratteristiche delle pompe adottate, nel rispetto delle specifiche del Capitolato Speciale d’Appalto e della presente relazione idraulica. Portata richiesta dalla rete minore di 30 l/s. La portata minima erogabile dalla pompa singola senza pericoli di cavitazione è raggiunta in corrispondenza di una frequenza di 45 Hz ed è pari a circa 30 l/s. Quando il misuratore di portata rileva che la portata in uscita dall’impianto è scesa sotto i 30 l/s (valore settabile) e tale valore permane per un periodo superiore a cinque minuti (valore anch’esso settabile) è escluso il funzionamento delle pompe a maggiore portata ed è attivato il funzionamento della pompa pilota. In questo caso la rete è alimentata dalla pompa pilota e dallo svuotamento delle autoclavi. Quando l’autoclave ha raggiunto la pressione minima di taratura (pari a 57,0 m – valore settabile) si accende la pompa pilota che in parte alimenta la rete ed in parte riempie le autoclavi. Lo stacco della pompa pilota è comandato dal raggiungimento della soglia di pressione massima (pari a 69,5 m – valore settabile). Per ripristinare all’interno dell’autoclave il corretto quantitativo di aria e quindi compensare i volumi di aria che vengono o adsorbiti dall’acqua o trascinati sotto forma di bolle, l’impianto è dotato di un compressore con portata d’aria di almeno 15 mc/ora (a pressione atmosferica) e pressione massima di esercizio di 10 bar. L’avvio del compressore è comandato da una soglia di livello posta 20 cm al di sopra dell’altezza massima dell’acqua in condizioni di cuscino d’aria integro (tale valore –comunque settabile-, nel caso del recipiente in pressione illustrato nelle tavole grafiche, corrisponde ad un’altezza di 3,30 m rispetto al fondo del recipiente). Lo stacco del compressore avviene dopo un tempo di funzionamento di 15 minuti (valore settabile). La pompa pilota è dotata delle seguenti protezioni: • manometro a contatti per controllo massima pressione (PISH) • controllo apertura valvola intercettazione (ZSH) • protezione termica elettronica (si avviamento elettrico) • pastiglia termica avvolgimento motore. Portata richiesta dalla rete maggiore di 30 l/s. Quando il misuratore di portata rileva che la portata in uscita dall’impianto è superiore a 30 l/s (valore settabile) e tale valore permane per un periodo superiore a cinque minuti (valore anch’esso settabile) è escluso il funzionamento della pompa pilota ed è attivato il funzionamento delle quattro pompe a maggiore portata. Alle quattro pompe sono associati due inverter che potranno funzionare simultaneamente (in caso di guasto di uno dei due inverter potrà funzionare uno 9 solo dei due). Gli inverter saranno associati alle prime due pompe che entreranno in funzione al crescere della portata, mentre le ulteriori due pompe che si attiveranno funzioneranno senza inverter. Si descrive nel seguito la sequenza di attacco e stacco delle pompe a seconda che si tratti del caso di passaggio di pompa azionata tramite inverter ad altra anch’essa azionata da inverter o da macchine azionate da inverter a macchine senza. Portata crescente – 1 pompa in funzione 2 pompe in funzione: se la portata è compresa fra 30 e 103 l/s l’inverter è in grado di regolare l’unica pompa in funzione per mantenere costante la pressione a 69,5 metri di colonna d’acqua. Prima che sia raggiunta la portata massima della singola pompa in moto viene avviata la seconda pompa asservita ad inverter. Tale procedura dovrà prevedere l’avvio della seconda pompa controllata da inverter che quindi funzionerà a giri minimi e la contemporanea riduzione tramite l’altro inverter del numero giri della pompa già in moto. Appena ultimato l’avviamento della seconda pompa, gli inverter porteranno le due pompe a funzionare ad uguale numero di giri. La soglia di avviamento del secondo inverter potrà essere collocata a 80 l/s (valore settabile) con permanenza del valore per almeno 5 minuti (valore settabile). Una volta stabilizzato il numero di giri delle due pompe, la pressione sulla mandata si porterà quindi al valore richiesto di 69,5 metri che potrà essere mantenuto fino alla portata massima delle due pompe in moto. E’ prevista una ridondanza nel sistema di controllo dell’impianto con una soglia di pressione che, qualora superata per un periodo superiore a cinque minuti (valore settabile), preveda comunque l’avviamento della seconda pompa indipendentemente dal valore di portata letto dal misuratore; infatti se il valore di portata letto dal misuratore fosse inferiore al valore reale erogato, al raggiungimento della portata massima della singola pompa in moto la pressione tenderebbe a calare seguendo la curva caratteristica della singola pompa in moto a pieni giri. Pertanto quando sarà raggiunta la pressione di 65 metri (valore settabile) e con permanenza di tale valore per un periodo superiore a cinque minuti (valore anch’esso settabile), inizierà comunque la procedura di avvio della seconda pompa. Portata crescente – 2 pompe in funzione 3 pompe in funzione: se la portata è compresa fra 80 e 205 l/s i due inverter sono in grado di regolare le due pompe in funzione per mantenere costante la pressione a 69, 5 metri di colonna d’acqua. Prima che sia raggiunta la portata massima della due pompe in moto viene avviata la terza pompa non asservita ad inverter. La soglia di avviamento della terza pompa potrà essere collocata a 170 l/s (valore settabile) con permanenza del valore per almeno 5 minuti (valore settabile). Tale procedura dovrà prevedere l’avvio della terza pompa con soft-starter e la contemporanea riduzione tramite i due inverter del numero giri delle due pompe già in moto. Per evitare che le tre pompe possano funzionare contemporaneamente a pieni giri (condizione alla quale sarebbe associata una pressione di circa 78 metri) è necessario prevedere una velocità di intervento differenziale sul PID di regolazione degli inverter, in modo che in questa fase la pressione non superi i 75 metri. Appena ultimato l’avviamento della terza pompa, gli inverter porteranno le due pompe a funzionare ad uguale numero di giri. Una volta stabilizzato il numero di giri delle due pompe, la pressione sulla mandata si porterà quindi al valore 10 richiesto di 69,5 metri che potrà essere mantenuto fino alla portata massima delle tre pompe in moto. Anche in questo caso è prevista una ridondanza nel sistema di controllo dell’impianto con una soglia di pressione che, qualora superata per un periodo superiore a cinque minuti (valore settabile), preveda comunque l’avviamento della terza pompa indipendentemente dal valore di portata letto dal misuratore; infatti se il valore di portata letto dal misuratore fosse inferiore al valore reale erogato, al raggiungimento della portata massima della due pompe in moto, la pressione tenderebbe a calare seguendo la curva caratteristica delle due pompe in moto a pieni giri. Pertanto quando sarà raggiunta la pressione di 65 metri (valore settabile) e con permanenza di tale valore per un periodo superiore a cinque minuti (valore anch’esso settabile), inizierà comunque la procedura di avvio della terza pompa. Portata crescente – 3 pompe in funzione 4 pompe in funzione: se la portata è compresa fra 170 e 308 l/s i due inverter possono regolare le due pompe in funzione (in aggiunta alla pompa a pieni giri) per mantenere costante la pressione a 69, 5 metri di colonna d’acqua. Al superamento per oltre 5 minuti (valore settabile) della portata di 270 l/s (valore settabile) verrà avviata la quarta pompa con procedura analoga. Anche in questo caso è prevista una ridondanza nel sistema di controllo con avviamento con soglia di pressione. Portata calante – 4 pompe in funzione 3 pompe in funzione: se la portata è compresa fra 410 e 250 l/s avremo quattro pompe in moto, di cui due a pieni giri e due a giri variabili (regolate da inverter) a seconda della portata richiesta dalla rete. I due inverter sono quindi in grado di mantenere costante la pressione sulla mandata in tutto questo campo di funzionamento. Prima che sia raggiunta la portata minima del sistema di pompaggio con due pompe a pieni giri a due pompe in funzionamento a 45 Hz, viene spenta una delle due pompe a pieni giri. La soglia di spegnimento della pompa potrà essere collocata a 270 l/s (valore settabile) con permanenza del valore per almeno 5 minuti (valore settabile). Tale procedura dovrà prevedere l’arresto con softstarter della pompa in funzionamento a pieni giri e l’aumento, tramite l’inverter, del numero di giri delle due pompe comandate da inverter. Per evitare una caduta di pressione sulla mandata, la procedura deve prevedere il preventivo aumento del numero di giri delle pompe regolate dall’inverter fino alla pressione di 74 m (valore settabile) ed il successivo spegnimento della pompa a pieni giri; per evitare che la pressione scenda sotto al valore prefissato di 66 metri, anche in questo caso è necessario prevedere una velocità di intervento differenziale sul PID di regolazione dell’inverter. Appena ultimato lo spegnimento della pompa gli inverter porteranno le due pompe (in aggiunta a quella rimanente a pieni giri) a funzionare ad uguale numero di giri. Una volta stabilizzato il numero di giri delle due pompe, la pressione sulla mandata si porterà quindi al valore richiesto di 69,5 metri che potrà essere mantenuto fino al raggiungimento della portata minima dell’impianto con due pompe a giri minimi ed una a pieni giri. E’ ancora prevista una ridondanza nel sistema di controllo dell’impianto con una soglia di pressione che, qualora superata per un periodo superiore a cinque minuti (valore settabile), preveda comunque l’arresto di una delle due pompa in moto a pieni giri indipendentemente dal valore di portata letto dal misuratore; infatti se il valore di portata letto dal misuratore fosse superiore al valore reale 11 erogato, al raggiungimento della portata minima dell’impianto con due pompe a pieni giri e due a giri minimi, la pressione tenderebbe ad aumentare seguendo la curva caratteristica dell’impianto in tale condizione. Pertanto quando sarà raggiunta la pressione di 73 metri (valore settabile) e con permanenza di tale valore per un periodo superiore a cinque minuti (valore anch’esso settabile), inizierà comunque la procedura di spegnimento di una delle pompe. Portata calante – 3 pompe in funzione 2 pompe in funzione: se la portata è compresa fra 270 e 150 l/s i due inverter possono regolare le due pompe in funzione (in aggiunta alla pompa a pieni giri) per mantenere costante la pressione a 69, 5 metri di colonna d’acqua. Alla diminuzione della portata per oltre 5 minuti (valore settabile) oltre la soglia di 170 l/s (valore settabile) verrà spenta la pompa a pieni giri con procedura analoga a quella sopra descritta. Anche in questo caso è prevista una ridondanza nel sistema di controllo con spegnimento con soglia di pressione. Portata calante – 2 pompe in funzione 1 pompe in funzione: se la portata è compresa fra 150 e 50 l/s i due inverter possono regolare le due pompe in funzione per mantenere costante la pressione a 69, 5 metri di colonna d’acqua. Alla diminuzione della portata per oltre 5 minuti (valore settabile) oltre la soglia di 80 l/s (valore settabile) verrà spenta una delle due pompe La procedura dovrà prevedere l’arresto di una delle pompe asservite ad inverter e l’aumento del numero di giri della restante. Per evitare una caduta di pressione sulla mandata, la procedura deve prevedere il preventivo aumento del numero di giri delle pompe regolate dall’inverter fino alla pressione di 74 m (valore settabile) ed il successivo spegnimento di una delle due pompe. Appena ultimato lo spegnimento della pompa la pressione sulla mandata si porterà quindi al valore richiesto di 69,5 metri che potrà essere mantenuto fino al raggiungimento della portata minima dell’impianto con due pompe a giri minimi ed una a pieni giri. Anche in questo caso è prevista una ridondanza nel sistema di controllo con spegnimento con soglia di pressione. In sostanza l’impianto funzionerà con pressione pressochè costante sulla mandata delle pompe e pari a 69,5 metri, in tutto il campo di portate erogate. Solo nel caso di malfunzionamento del misuratore di portata ed intervento del sistema di regolazione comandato da soglie di pressione si potranno avere minimi sbalzi di pressione rispetto al valore di regolazione. Si evidenzia comunque il fatto che i picchi di pressione così calcolati dovuti alle variazioni del regime di funzionamento dell’impianto saranno in parte attenuati dalla presenza dei volumi d’aria delle autoclavi. La pompe anche in questo caso saranno dotate delle seguenti protezioni: • manometro a contatti per controllo massima pressione (PISH) • controllo apertura valvola intercettazione (ZSH) • protezione termica elettronica (si avviamento elettrico) • pastiglia termica avvolgimento motore. Inoltre il gruppo di pompaggio dovrà essere dotato di un limitatore di portata alla soglia di 410 l/s per evitare che a seguito di abbassamenti di pressione dovuti ad esempio a rotture sulla rete, la portata possa aumentare senza controllo; in 12 tale caso infatti si potrebbero instaurare velocità nelle condotte tali da generare, in caso di arresto brusco delle pompe, violenti fenomeni di colpo d’ariete. Un PLC comanderà tutte le funzioni del gruppo sopra descritte. Calcolo volume autoclavi. L’autoclave ha la funzione di garantire l’alimentazione della rete nei momenti di non funzionamento della pompa pilota. Lo svuotamento dell’acqua contenuta dall’autoclave avviene a seguito dell’aumento di volume dell’aria al diminuire della pressione. Il volume dell’autoclave è quindi funzione del periodo di mancato funzionamento della pompa, corrispondente nella condizione peggiore all’intervallo minimo fra un’accensione e la successiva, della portata media della pompa pilota e della variazione di pressione ammissibile sull’impianto (assunta in questo caso pari alla differenza fra la pressione di esercizio normale e quest’ultima diminuita di 12,5 metri di colonna d’acqua). Nella tabella allegata è riportata la formula empirica utilizzata per il calcolo del volume dell’autoclave ed i risultati del calcolo. Per l’impianto si adottano due autoclavi con volume complessivo di 10 mc ciascuna. Verifica di colpo d’ariete. Calcoli di verifica speditivi hanno permesso di appurare che, grazie al fatto che la rete è ramificata e magliata ed alla presenza dei rilevanti volumi delle autoclavi che assolvono anche la funzione di casse d’aria, in caso di brusco arresto dell’impianto causato da una caduta della rete ENEL, le sovrappressioni e depressioni di colpo d’ariete si mantengono in un campo di accettabilità. Calcolo blocchi di ancoraggio. Si prevede la costruzione di massicci blocchi di ancoraggio in conglomerato cementizio, completamente interrati in corrispondenza di ogni significativa deviazione d’asse planimetrica od altimetrica. Tali blocchi sono stati dimensionati tenendo come riferimento una pressione interna massima di 15 bar, pari ad 1,5 volte la pressione di esercizio più gravosa. Per il dimensionamento dei blocchi di ancoraggio sono state utilizzate le seguenti formule: R ≤ U / 1.5 = (S p + G × ω ) / 1.5 Le spinte dovute alla pressione interna della condotta devono essere equilibrate dalla spinta passiva del terreno e dall’attrito calcestruzzo – terreno alla base del blocco. In ogni vertice della linea d’asse della condotta si formano forze dirette lungo tale linea che possono essere composte in una risultante R agente sempre lungo la bisettrice dell’angolo al centro della curva (vedi fig. 1) 13 FIGURA 1 R = 2 Psen(α / 2) P= p π DE 2 4 α = angolo di deviazione dei due tronchi rettilinei di tubazione contigui, equivalenti all’angolo al centro della curva P = spinta lungo l’asse del tubo p = pressione di prova = 1,5 pressione di esercizio DE = diametro effettivo della condotta La spinta passiva Sp è quella che si determina lateralmente in uno scavo verticale quando viene realizzato un manufatto che tende a comprimere la parete verticale dello scavo stesso. La spinta passiva si dovrà intendere come azione di resistenza del terreno (vedi fig. 2). Gω rappresenta la resistenza per attrito terreno – calcestruzzo alla base del blocco di ancoraggio. 1 S p = γ ( H 2 − H 12 ) Lλ p + 2c( H − H 1 ) L λ p 2 ϕ λ p = tg 2 (45 + ) ω = tgδ δ = 0.9ϕ G = V ×γ c 2 γ = peso specifico del terreno γc = peso specifico del calcestruzzo c = coesione del terreno ϕ = angolo di attrito interno del terreno δ = angolo di attrito calcestruzzo-suolo ω = coefficiente di attrito calcestruzzo-suolo λp = coefficiente di equilibrio limite superiore o di resistenza limite L = larghezza superficie di appoggio H = profondità rispetto al piano di campagna dell’estremità inferiore della superficie di appoggio del blocco di ancoraggio 14 H1 = profondità rispetto al piano di campagna dell’estremità superiore del blocco di ancoraggio G = peso proprio del blocco di ancoraggio V = volume del blocco di ancoraggio Nel caso in esame, viste le caratteristiche medie dei terreni interessati dalla posa delle tubazioni, sono stati assunti i seguenti calori per ϕ e per c: ϕ = 25° c= 0.10 kg/cmq FIGURA 2 Gω 15 5. Descrizione dei manufatti di linea. Lungo la rete di distribuzione le condotte sono corredate da una serie di manufatti di linea: sfiati, scarichi, intercettazioni, ed idranti per l’erogazione alle utenze, di cui nel seguito si fornisce una sintetica descrizione. Apparecchiature di sfiato: le apparecchiature di sfiato sono ubicate in corrispondenza dei vertici altimetrici superiori della condotta e svolgono una duplice funzione: consentono l’ingresso di aria in condotta in caso di svuotamento della stessa per manutenzione mentre permettono lo spurgo dell’aria presente nelle tubazioni sia nella fase di riempimento sia durante l’esercizio normale consentendo l’evacuazione delle piccole sacche d’aria che si possono formare. Gli sfiati saranno alloggiati all’interno di un piccolo pozzetto di cemento armato illustrato nella tavola 5.07. Tale tavola riporta sia i pozzetti su tubazioni in ghisa sia quelli su tubi in PVC. Per questi ultimi, per evitare di annegare la tubazione in PVC nella parete del pozzetto di calcestruzzo con il rischio che eventuali cedimenti differenziali ne possano causare la rottura (ed in conformità a quanto previsto dalle raccomandazioni sull’installazione delle tubazioni in policloruro di vinile espresse dall’Istituto Italiano Plastici), tutti i pezzi all’interno del pozzetto, compresi i due tronchetti di tubazione che consentono l’ingresso e l’uscita dal pozzetto stesso, sono realizzati in ghisa. Apparecchiature di scarico: le apparecchiature di scarico sono ubicate in corrispondenza dei vertici altimetrici inferiori della condotta e consentono di svuotare la tubazione in caso di manutenzione; essi permettono inoltre di effettuare operazioni di lavaggio per eseguire ricambi dell’acqua presente in condotta o per rimuovere sedimenti. Gli scarichi saranno alloggiati all’interno di un piccolo pozzetto di cemento armato illustrato nella tavola 5.08. Tale tavola illustra sia i pozzetti su tubazioni in ghisa sia su quelle in PVC. Per queste ultime, sempre per evitare di annegare la tubazione in PVC nella parete del pozzetto di calcestruzzo, tutti i pezzi all’interno del pozzetto compresi i due tronchetti di tubazione che consentono l’ingresso e l’uscita dal pozzetto stesso sono realizzati in ghisa Manufatti di intercettazione: consentono di isolare tratti di rete per effettuare operazioni di manutenzione o per esigenze gestionali. Sono realizzati con l’interposizione sulla linea di una valvola a farfalla con giunto di smontaggio alloggiata in un pozzetto in calcestruzzo con caratteristiche similari a quelle dei pozzetti precedenti. I pozzetti di intercettazione sono realizzati in corrispondenza dei punti di intersezione fra due diverse condotte per consentire di deviare il flusso su una linea in caso di fuoriservizio della restante. I manufatti di intercettazione previsti sono illustrati nelle tavole 5.04, 5.05, 5.06. Idranti per l’erogazione alle utenze: gli idranti costituiscono il manufatto finale per il collegamento della rete alle aziende agricole. L’idrante è costituito da una serie di apparecchiature tutte con DN 80: una valvola di intercettazione in grado di consentire in caso di necessità l’isolamento dell’utenza dal resto della rete, uno stacco di piccolo diametro sul quale sono montati un piccolo sfiato per spurgare l’aria eventualmente presente ed un rubinetto per permettere, una volta chiusa la valvola di intercettazione, lo svuotamento della colonna dell’idrante impedendo nel periodo invernale rotture a causa del gelo; di seguito è montato un 16 monoblocco in ghisa sferoidale contenente apparecchiature idrauliche (la testa d’idrante vera e propria che permette il collegamento ai normali impianti d’irrigazione dell’utenza), gli organi di regolazione e misurazione (il misuratore volumetrico per contabilizzare i volumi d’acqua prelevati dall’utenza e l’idrovalvola accessoriata con pilota di sostegno di pressione a monte per impedire che un eccessivo prelievo di portata dal singolo idrante possa deprimere la piezometrica delle condotte a monte e, in caso di stacco del gruppo di pompaggio, per consentire l’intercettazione automatica degli idranti evitando lo svuotamento della rete) nonché l’impiantistica elettronica per l’automazione (processore alimentato con batterie al litio); il tutto risulta racchiuso in apposito carter di protezione in acciaio. Ogni idrante sarà accessoriato di chiave di avviamento e lettura; il sistema irriguo sarà completato da un’unità di programmazione e software operativo. L’idrante per il collegamento alle utenze è illustrato nella tavola 5.11. Nel caso in cui l’idrante sia ubicato in un punto terminale della rete dovrà svolgere anche la funzione di sfiato o di scarico a seconda che il punto terminale sia un punto alto o basso per la rete. 17