Bagani a Padova - Il Quaderno di Mauro Scardovelli

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Bagani a Padova - Il Quaderno di Mauro Scardovelli
Presentazione: “L'Italia può farcela”
a Padova (parte 1&2)
https://www.youtube.com/watch?v=VNCkCFue1JI
Trascrizione a cura di
Marta Cerutti
Verso la fine 2010 ho cominciato a preoccuparmi: si capiva che la crisi che stavamo
affrontando aveva caratteristiche peculiari rispetto ad altre:
Non era la prima volta che uno shock proveniente dagli Stati Uniti ci mettesse in
difficoltà (succede più o meno ogni 10 anni), ma questa volta era peggio.
Il segnale chiaro è stato quando, + in un’Europa che cresceva sempre di meno, i
governanti hanno deciso di obbedire ad una regola europea a cui non si era fatta mai
particolare attenzione, anche se doveva essere un criterio di entrata in Eu, eppure almeno 3
paesi lo avevano violato (Germania inclusa): il criterio del rapporto debito/Pil al
60%.
Se il Pil diminuisce, poco questo rapporto esplode. Eppure più diminuiva il Pil (denominatore),
più insistevano che dovevamo assolutamente rispettare il rapporto (prima volta in 11 anni di
vita dell’Eurozona).
Qui ho avvertito terrore, così sono intervenuto nel dibattito.
Avevo capito che si sarebbero levati di mezzo Berlusconi [che non rispondeva alle esigenze
della BCE? Finanziaria 2011, Tremonti...]
Infatti arrivò una lettera della BCE che fece dimettere B, a causa dell’elevato debito pubblico.
La BCE chiedeva che venissero fatte le Riforme strutturali.
Cosa c’entra il debito pubblico (spesa dello Stato) con gli stipendi?
Il modo in cui hanno allontanato Berlusconi sembra essere un vero e proprio allontanare un
governante che non sta facendo gli interessi che la BCE ritiene utili.
Ma Berlusconi, per quanto discutibile, tuttavia era un primo ministro eletto legittimamente
dagli italiani.
Il fatto che sia stato tolto dalla BCE è un grave affronto alle istituzioni democratiche.
23:00
Dal 1861, Unità d’Italia, questa è la crisi più grave.
Nella prima GM non ci fu una distruzione di reddito come l’attuale crisi.
Questa è la più persistente nella storia economica europea ed italiana.
1
Per tornare ai livelli di reddito del 2007 ci vorranno 11 anni: nel 2018 guadagneremo
come nel 2007. Ma queste sono stime ottimistiche.
Significa che abbiamo perso un decennio, mentre gli altri paesi crescono.
26:30
Il problema è la corruzione?
Non conosco altre persone a parte me, che nel 2007 (non) sono diventate totalmente
corrotte.
Il problema non è nella corruzione.
DOV’È IL PROBLEMA?
30:05
Le riforme del mercato del lavoro all’europea non funzionano
La flessibilità del lavoro è un falso problema: quello che si vuole
ottenere è uno strumento di pressione sui lavoratori per mantenere
i salari più bassi.
Perché?
Perché non siamo in una crisi di debito pubblico ma di bilancia di pagamenti,
cioè l’Italia, come tutti i paesi del sud Europa, importa dal nord Europa più di quanto
esporta verso il nord, (il 50, 60% del commercio in europa va verso altri paesi d’europa, il
resto verso paesi terzi).
Una volta per comprare un’auto tedesca dovevi comprare il marco, il quale cresceva. Se il
capitalista tedesco fa una politica di compressione dei salari tedeschi (che sono più alti ma
sempre inferiori alla produttività e allo standard tecnologico di quel paese, quindi altera il
rapporto qualità prezzo del suo prodotto) la domanda di marchi, facendo salire il marco,
ristabiliva l’equilibrio.
Tu vuoi il prodotto tedesco, che ha un certo tipo di prezzo; devi prima comperare il marco; se
anche il prodotto tedesco in marchi costa poco, il marco costa di più e questo ristabilisce un
equilibrio di mercato.
Ad un certo punto il marco sale talmente tanto che tu ti compri un’alfa romeo anziché
un’audi.
Una volta abolito il meccanismo di aggiustamento dato dal prezzo
della moneta, per ristabilire la competitività del prodotto italiano, la sua convenienza,
non resta che diminuire il salario dell’italiano, cioè diminuire attraverso la diminuzione del
costo del lavoro, il prezzo del prodotto italiano.
Da un mondo in cui il prodotto tedesco costava di più
perché costava di più la valuta nazionale tedesca, ad un
mondo in cui il prodotto italiano - che deve costare di
meno perché non c’è più la valuta che fa da snodo di
congiunzione tra le due economie - per far diminuire il
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costo locale del prodotto italiano, non potendo noi agire
sulle materie prime che non abbiamo, non ci resta che
agire sul costo del lavoro.
Se vogliamo riportare in equilibrio i nostri conti con l’estero, se vogliamo evitare di prendere a
prestito i soldi dall’estero per comprare i prodotti esteri (che è quello che è successo negli 11
anni di vita dell’eurozona) dobbiamo adesso restituire alle banche del nord i soldi che ci
hanno prestato per comprare i prodotti del nord, dobbiamo adesso tagliarci i salari.
33.51
Il pacchetto di riforme portate avanti da Tsipras riguardavano in parte il debito pubblico
greco (ed erano le meno importanti perché ormai tutti sanno che quel debito non sarà mai
ripagato) e in buona parte riguardavano invece il mercato del lavoro greco, cioè la
possibilità di reintrodurre un salario minimo, le tredicesime.
Ad un tedesco cosa importa se un greco prende o no la tredicesima?
Il problema è di ristabilire un equilibrio esterno dell’economia greca attraverso il fatto
che il lavoratore greco si fa pagare talmente poco che dal resto del mondo
acquistano i prodotti greci e quei soldi che arrivano dal resto del mondo possono
essere utilizzati per ripianare il debito con le banche del nord.
35:15
Spostiamoci su un piano politico.
Il messaggio che ci viene dato è “noi abbiamo bisogno dell’Europa perché siamo incapaci di
governarci da soli”.
È questo il messaggio veramente allarmante, sul quale merita di concentrarsi tutti attraverso
una riflessione.
È un’idea sostanzialmente antidemocratica.
L’adesione all’europa è sempre stata legata a dibattiti sull’aspetto monetario:
Prima sul Sistema Monetario Europeo (78-79)
Poi dibattito sul trattato di Maastricht (92)
Il senso di questo dibattito è sempre stato: “noi italiani da soli non possiamo farcela” e gli
argomenti (di pancia) erano:
perché siamo piccoli (e il mondo sta diventando grande)
Perché siamo corrotti ed incapaci ed eleggiamo governanti incapaci.
Siamo piccoli:
Ci sono circa 200 stati nazionali al mondo. I primi 100 hanno una popolazione mediana
tra gli 8 e i 9 milioni di abitanti, non sono economie particolarmente arretrate (es
norvegia ed israele).
Retorica del grande è bello: “dobbiamo unirci contro il terrorismo”.
Prodi, dicembre 2001: l’attentato dell’11 settembre conferma il fatto che dobbiamo
unirci perché il mondo è cattivo...
(Monti, ’98, “Le paure sono il motore dell’aggregazione”)
Ma l’11 settembre è successo in un paese dove la moneta unica esisteva da circa 180
anni. A cosa serve essere uniti per difendersi contro le minacce globali?
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(Qualsiasi argomento di pancia ed irrazionale viene usato per far credere che grande è
bello).
Uno stato una comunità, deriva da un percorso storico. Non a tavolino.
Dove abbiamo tracciato confini con un righello sono successe catastrofi, la storia e la cultura
non sono rispettate.
Gli stati uniti fanno differenza: hanno sterminato tutto ciò che c’era precedentemente,
hanno imposto la loro lingua, le loro istituzioni, hanno creato un mega stato nazionale e
nazionalista, con qualche differenza tra regione e regione, che possono essere importanti da
un certo punto di vista, ma sono cosmetiche dal punto di vista dei fondamentali economici.
Gli stati uniti sono una nazione, non un insieme di nazioni. Una comunità di persone che
hanno comuni interessi politici, istituzioni tutto sommato comuni, hanno un mega
bilancio federale, dove chi è ricco paga per chi è povero. Sono di fatto una grande
Italia.
Alesina: “A
cosa serve avere un grande stato federale, una mega
nazione?”
Forse ad avere una grande mercato interno, di 300 milioni di
consumatori.
Se gli Usa vanno in crisi (ogni 10 anni ca) la domanda statunitense cala, ma abbiamo la
domanda europea che si mantiene: un grande bacino di consumatori e produttori,
integrato, che permette in una dimensione di gestione degli shock esterni di
continuare a sopravvivere anche se il resto del mondo subisce delle oscillazioni.
Svantaggio: un grande stato creato mettendo insieme stati diversi, avrai quindi un mostro a
27, 28 teste che parla tot lingue diverse che non si capiscono, che non riescono a prendere
decisioni e quando le prendono, non si sa bene negli interessi di chi (bombardare la Libia).
È un organismo sclerotico che non sa reagire alle sfide della globalizzazione, non ha politica
ecologica chiara... non ci sono politiche europee perché non c’è uno stato europeo, non c’è
una nazione...
Vantaggio di essere piccoli: centro decisionale, capacità di costruire un consenso politico
rapidamente, prendere decisioni.
Alesina: molto meglio nel mondo della globalizzazione essere piccoli, flessibili ed efficienti,
perché tanto il mondo è il tuo mercato, che non creare un megamercato che è in mano ad
istituzioni statuali sclerotiche, antidemocratiche.
53:10
La Corea del Sud nel 2030 sarà terza per reddito pro capite, dopo USA e Giappone, avendo
superato l’Italia nel 2015, la quale sarà 30°.
Si può essere piccoli e funzionare bene.
Dobbiamo farci governare da fuori (siamo corrotti):
57:00
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La moneta è un attributo della sovranità statuale, è uno strumento
di politica che esercita degli effetti e che deve essere gestito (se
siamo in democrazia) in un modo compatibile con il controllo
democratico di un’identità statuale.
Noi siamo in crisi perché abbiamo una sola moneta con tanti stati, una moneta che
dietro non ha nessuno stato.
L’aggiustamento della moneta è alternativo all’aggiustamento dei
salari.
Si potrebbero reintrodurre le gabbie salariali risolvendo il problema della flessibilità tra nord e
sud.
L’unione monetaria è disfunzionale, verosimilmente salterà, prendere in mano la situazione
proattivamente con uno smantellamento concordato che si basi sul principio che dovrebbero
essere i paesi più competitivi ad andarsene per evitare il danno e il panico.
Così i tedeschi sarebbero felici di tornare ad avere la loro moneta forte e a noi andrebbe bene
perché smetteremmo di pagare per loro (noi non avevamo un’esposizione debitoria con la
grecia, ma abbiamo pagato 60 mld attraverso il veicolo del fondo salvastati per salvare le
banche tedesche.
1:02:05
L’idea che un organismo tecnico possa prendere delle decisioni politiche,
nell’interesse di popolazioni diverse, gestendo lui tutte le diverse istanze dei diversi paesi,
non funziona.
In Europa ci sono debitori e creditori, il capitalismo funziona così,
basandosi sul debito.
Cioè il mercato dei capitali (che raccoglie soldi da chi ne ha) e li dà a chi
ha una buona idea, l’imprenditore.
Questo usa i soldi del risparmiatore e realizza un progetto.
Se il progetto va bene, restituisce i soldi, se va male, no.
Il mercato finanziario fa da intermediario ed è un mercato nel quale per
definizione ci sono creditori (chi ha dato i soldi) e debitori (chi ha preso i
soldi).
Già questo crea due classi di persone con interessi opposti perché il
creditore è avverso strutturalmente all’inflazione: i soldi li ha dati e vuole
che quando gli tornino indietro ci possa comprare la stessa quantità di
beni di quando li ha prestati. Se c’è stata inflazione e i prezzi crescono la
sua valuta diventa più leggera e ci compra meno cose. C’è un tasso di
interesse che tiene conto di questo, ma se non è stato calcolato
oculatamente, il creditore resta fregato.
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Al contrario al debitore conviene che ci sia inflazione perché se tutti i prezzi
crescono, si gonfiano anche i suoi fatturati e la rata nominale di xy è più
facile restituirla.
Quindi la decisione sul tasso di inflazione è una decisione politica
di distribuzione della ricchezza (e anche del reddito).
Ma in Europa la ricchezza viene decisa dal consiglio direttivo della BCE.
Chi guadagna e chi perde viene deciso all’interno di un organismo che non
ha rappresentanza democratica.
Se non vi è un meccanismo trasparente di verifica, esplodono i risentimenti.
SECONDA PARTE
https://www.youtube.com/watch?v=nfR8aOKotws
da 15:40
Utilizzo manipolatorio delle informazioni:
fare un documentario nel 2015 per dire che hanno massacrato la
Grecia (Report), senza neanche nominare una volta il motore del
problema, cioè l’euro.
Ciò mette in evidenza che c’è un’operazione del dissenso: il Potere è molto furbo, sa che
deve intercettare il dissenso, gestirlo, dargli dei falsi scopi.
Aizzare il malcontento contro le banche, è trovare un bersaglio facile dato che sono società
anonime.
Piuttosto è importante capire perché sono state gestite e come hanno
sbagliato:
nel sistema capitalistico sono le banche e il sistema finanziario ad assolvere il
compito di allocare correttamente il risparmio, cioè guardare in faccia a chi sta
dando il denaro.
se i greci sono i fancazzisti che ci dicono siano stati, sono stati proprio degli
imbecilli i francesi e i tedeschi a prestar loro tutti quei soldi: non hanno gestito il
rischio in modo opportuno, hanno prestato soldi con leggerezza (confermato dal
ma è necessario aggiungere un
tassello importante, confermato nella letteratura
scientifica: che cosa ha impedito alle banche del nord di
percepire correttamente la rischiosità dei paesi del
sud? La moneta unica.
L’abolizione del rischio di cambio, cioè per la banca
tedesca, il fatto di sapere che sarebbe comunque stata
ripagata in euro anziché in dracme, anche a costo di
vicepresidente BCE, 2013)
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sterminare tutti i greci, era un potente incentivo ad
erogare credito in maniera dissennata.
Rifiuto la logica di una narrazione artefatta e favolistica dove ci si sofferma sulla
cattiveria di alcuni personaggi, senza capire che sono disfunzionali le regole
all’interno delle quali questi personaggi operano.
In base alle informazioni che i tedeschi hanno, è naturale la reazione di insofferenza verso i
greci, che gli vengono additati come “i cattivi” e non viene promossa una riflessione sulle
regole ed istituzioni che promuovono questi squilibri.
La credibilità che Monti auspica per l’Italia significa drogare la percezione del
rischio che il mercato correttamente avrebbe se non fosse stato bloccato
artificialmente il prezzo della moneta.
25:15
Non c’è nulla di particolarmente cogente e positivo nel voler uniformare sistemi finanziari di
paesi profondamente diversi sotto un unico standard.
Noi abbiamo un’unica grande banca centrale ma i sistemi di vigilanza dei sistemi bancari
erano fino a poco fa devoluti alle singole vigilanze nazionali, in un contesto storico dove
l’esposizione di un paese verso banche di un altro paese era aumentata a dismisura, 5 - 6
volte. Cioè stavano aumentando a dismisura i rapporti internazionali tra le banche
ma la vigilanza su quei rapporti rimaneva nazionale.
Per rimediare a questo è stata fatta un’Unione bancaria, nei cui criteri di vigilanza sono
escluse proprio le banche tedesche più sospette di essere in situazioni patrimoniali delicate.
Favola del paese forte che si mette insieme al paese piccolo per aiutarlo a diventare forte
come lui per poi potersi fare concorrenza.
È mai successa una cosa simile nella storia che uno stato forte abbia aiutato uno stato
debole anziché mangiarselo? Troviamo un contro esempio?
Io vedo dinamiche di carattere imperialistico, che sono quelle che sta
perseguendo la Germania, vedo imperi che si formano e poi si sfasciano.
Gli Stati Uniti d’Europa sono un progetto tentato innumerevoli volte nel corso della
storia, sempre con dinamiche di tipo imperialistico: ci tentarono i Romani, Carlo Magno,
Napoleone, Hitler... niente di particolarmente nuovo nella nostra storia.
Come può questa cosa non colpire chi analizza il progetto europeo così come ci viene
presentato?
35:35
L’ultimo tentativo di creare un’unione europea è stato con Hitler, con la produzione scientifica
e politica nazista rispetto al progetto di un’unione europea che avrebbe avuto come moneta
unica il marco (più cattivi ma meno ipocriti di quelli di Bruxelles).
36:30
L’attuale progetto europeo nasce quando l’Europa è distrutta.
I finanziatori e gli ideologi del progetto europeo: gli americani. Ci sono precise evidenze in
riviste scientifiche di scienze politiche, che mostrano come il movimento federalista europeo è
stato finanziato dalla CIA, hanno costruito un argine al modello comunista.
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Secondo me oggi non riusciamo a risolvere il problema dell’euro (che è un problema politico)
perché non arriva l’ok dagli Stati Uniti, che hanno paura che una dissoluzione dell’eurozona
genererebbe ulteriore instabilità politica in una fase storica già gravemente instabile.
Dopo la seconda guerra mondiale
Gli USA sono un paese inattingibile, che non può essere colpito e che ha i mezzi per
muoversi e colpire altrove. C’è una asimmetria geopolitica, hanno la forza militare, non
sono attaccabili a casa loro.
In questo equilibrio di poteri, hanno pensato di poter esercitare anche il potere monetario, lo
hanno fatto per tanto tempo.
Se la situazione (consideriamo il peso sempre crescente dei paesi emergenti, Cina...)
comincerà a diventare tale per cui gli USA cominciano a percepire che le tensioni
socioeconomiche prodotte dalla moneta unica rischiano di creare più casino che la
dissoluzione della moneta unica, c’è qualche speranza che si possa andare ad una soluzione
politica concordata.
A me sembra che gli Usa si rendano conto di non essere più i padroni monetari del mondo; si
stanno affermando altre valute (Yuan), così non possono più campare importando, cioè
permettersi di avere un deficit per sempre (com’è stato dal 1980 ad oggi) (sono stati sempre
in deficit gli USA perché per finanziarlo bastava stampare dollari), così devono riequilibrare il
loro deficit. Come fanno?
Come ha fatto la Germania con il resto d’Europa, come ha fatto un pezzo dell’Italia con
l’altro... annettendo l’Europa che diventerà il loro mercato di sbocco.
Il TTIP (Trattato transatlantico su investimenti e commercio) e con l’aggancio del dollaro
all’euro dell’1 a 1, che significa che l’euro si è svalutato del 40% (mentre Renzi ha vista come
panacea di tutti i mali) nel giro di un semestre, che è molto di più di quanto si supponeva si
sarebbe svalutata la lira se fossimo usciti!
Tutti i politici gridano “Se usciamo avremo 20, 30% di inflazione!”
Abbiamo svalutato del 40%, il petrolio si compra in dollari sia con l’euro che con la lira, e non
è successo niente e siamo in deflazione!
A me sembra abbastanza chiaro che fare 1€=1$, il prossimo passo è “facciamo la moneta
transatlantica”. Grande trattato transatlantico.
48:00 ca
Quando e come usciamo dall’euro?
Ognuno di voi ha un pessimo medico: se gli chiedi quando e a che ora morirai, lui non te lo
sa dire!
Allo stesso modo se mi chiedi quando usciremo dall’euro io non so dirtelo. So di per certo
che ne usciremo perché prima o poi l’euro morirà.
...
Sarebbe utopistico pensare di andare porta a porta a bussare e fare la lezioncina di
Economia monetaria Internazionale for dummies ad ogni italiano per far cadere le scaglie dai
suoi occhi... non funziona così...
l’approccio bottom up non funziona.
Meglio l’approccio top down.
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-----------------------------54:50
Il debito privato dei paesi del sud ha preso tante forme:
- spese militari come paesi come la Grecia, che aveva come garanzia un ente pubblico,
quindi un ente statuale
- il privato che si è comprato l’audi con finanziamento a tasso 0... avrà portato la sua busta
paga, non so... Questo è debito privato dell’Italia e debito estero della Germania
Le vie sono dunque tante e ci saranno stati sicuramente anche mancate richieste di garanzie
adeguate, se il debito è stato incauto.
La vera domanda che ci dovremmo porre è:
perché siamo in un sistema che per
sopravvivere ci costringe ad indebitarci?
Dalla fine degli anni ’70 la remunerazione dei lavoratori non segue più la produttività: le
persone producono sempre di più ma vengono in proporzione pagate sempre di meno.
Abbiamo degli aumenti di stipendio (finché c’erano gli stipendi). Ma Questi aumenti
(nell’aggregato) sono molto inferiori rispetto all’aumento della produttività.
Nei libri di testo non ci può essere una crisi di sovrapproduzione perché vengono distribuiti
salari proporzionali a quello che si è prodotto.
Nella realtà c’è una crisi di sovrapproduzione, proprio perché non vengono più distribuiti salari
proporzionali a quello che viene prodotto.
59:50
DOMANDA: In passato in Italia spesso la lira è stata svalutata dietro richiesta di grande
imprese italiane per promuovere la vendita di prodotti che probabilmente senza la
svalutazione non sarebbero stati venduti.
Oggi (dopo qualche morto) queste aziende sono costrette ad investire nella qualità dei loro
prodotti, e - secondo me - in una situazione in cui il valore aggiunto nei prodotti è importante,
e questa è una delle cose positive che l’euro ha portato.
RISPOSTA: In realtà se pensi ad alcuni semplici esempi come l’Olivetti, (che non aveva nulla
da invidiare all’IBM), al primo videogioco al mondo che è stato della Zanussi.....
quando noi svalutavamo stranamente eravamo all’avanguardia.
Fin dal tempo del fascismo che era per la valuta forte (Quota 90), è
sempre esistita la convinzione che gli italiani abbiano bisogno di un
manganello monetario per essere incitati a produrre.
Se infatti sostieni che la svalutazione era un sotterfugio per non
innovare, stai dicendo che per innovare, l’imprenditore italiano ha
bisogno di essere messo in difficoltà; cioè stai confessando che l’euro è
un progetto che parte da una sfiducia radicale negli italiani e da una
volontà punitiva nei confronti dei loro imprenditori.
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DOMANDA: L’euro spinge a creare prodotti qualitativamente migliori per competere in
ambienti (quelli tedeschi) qualitativamente più elevati.
RISPOSTA: Il problema non è che la lira più forte ci ha portato a competere... ci ha portato a
chiudere le aziende e nel frattempo il marco camuffato da lira si è indebolito e questo ha dato
all’industria tedesca un vantaggio pazzesco.
Proprio in base al tuo ragionamento, dato che l’euro è a metà strada tra marco e lira, se tu mi
dici che l’euro ci fa bene perché ci esorta ad essere più produttivi, stai allo stesso tempo
confessando che i tedeschi hanno raggiunto alti livelli di tecnologia ma adesso hanno drogato
il mercato con una valuta che li avvantaggia troppo.
Allora spiegami: che cosa ti ha fatto di male il mercato da renderti così
illiberale da non voler far funzionare il mercato della valuta?!
Se tu sei di sinistra, un socialista: perché vuoi un sistema nel quale gli
aggiustamenti si scaricano sui salari?
Se tu sei un liberare: perché vuoi un sistema che ha il suo fulcro nel
fatto che un mercato non funzioni, cioè il mercato valutario?
HOMO OECONOMICUS:
1:04:20
È sempre esistita (all’interno di Confindustria) fin dal tempo del Fascismo la dialettica di chi
voleva uno standard monetario più rigido, cioè gli importatori (che volevano avere la certezza
di poter fare i loro affari, comprare bene con una valuta forte e vendere all’interno del paese
facendo ampi margini) e chi era per una valuta più flessibile che cede se le condizioni del
mercato peggioravano, cioè gli esportatori.
È una dialettica legittima, ognuno ha il diritto di fare i suoi interessi, ma questa dialettica deve
essere mediata da un’istanza politica.
Noi invece l’abbiamo delegata ad un’istanza tecnica.
Questo genera morti: il darwinismo comincia sul piano economico e sociale ma poi si arriva
all’eliminazione del più debole a prescindere.
Che tra l’altro non è l’atteggiamento iscritto nei trattati europei che hanno invece un
atteggiamento di solidarietà, non eliminazione dell’inetto, del meno atto.
Noi stiamo vivendo in una società che è disumana, stiamo dando per scontato che
chi non è eccellente non ha posto.
Chi è eccellente nella (tua) società ci vive benissimo.
Tu ci vivi altrettanto bene?
Se mi succedesse qualsiasi cosa, alla mia famiglia chi ci pensa?
Cerchiamo di avere una visione d’insieme: come vogliamo gestirla
questa società, sulla base del principio che c’è un’asticella e dobbiamo
tutti passarci sopra?
E quest’asticella dev’essere alta per noi e più bassa per chi è più forte
di noi?
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1:08:45
Come funzionava il Sistema Monetario Europeo?
C’era l’ECU, una valuta comune europea a cui eravamo agganciati.
Lì era molto facile vedere chi stava svalutando e chi stava rivalutando: la Germania si è
riallineata 6 volte al rialzo (rispetto all’ECU) e noi 4 volte al ribasso. La Germania aveva un
grande surplus e rivalutava, l’Italia aveva ogni tanto un deficit e svalutava.
Perché molte industrie contrarie al progetto euro, poi lo hanno appoggiato; hanno deciso di
perdere o di volersi migliorare con una costrizione interna?
1:11:00
L’economia è fatta di offerta (produrre dei beni) e di domanda (acquistare dei beni). Le due
cose devono stare insieme.
C’è solo una categoria di persone che produce senza preoccuparsi del mercati, gli artisti
che producono perché vogliono realizzarsi, vogliono comunicare, normalmente non riescono
a comunicare coi loro contemporanei, muoiono, poi qualcuno trova le loro opere e diventa
ricchissimo. [Filosofi, profeti. Oceano blu?]
Tutte le altre persone producono per vendere.
Il punto è: ti svegli una mattina e decidi di produrre di più, o intorno a te ci sono più persone
che chiedono i tuoi prodotti e decidi di adeguarti?
(Come dire: innoviamo, produciamo e il mercato ci sarà)
Ma intanto per innovare ci vogliono dei soldi per farlo e se questi non ce li mette lo Stato (ma
sei favorevole alla spesa pubblica?) l’impresa come fa ad innovare, a comprare macchine
migliori, se prima non fattura?
Inoltre: A. Smith: la divisione del lavoro dipende dalle dimensioni del mercato
L’innovazione tecnologica dipende dalla dimensione il tuo mercato di sbocco : il fabbro che
sta nel villaggetto delle Highlands produce 50 chiodi al giorno perché se ne producesse
100.000 al giorno frazionando il lavoro, non saprebbe che farsene di quei chiodi.
L’ampiezza del mercato dipende dalla politica
valutaria.
Non vedo nella prospettiva del ritorno a una flessibilità del cambio una prospettiva autarchica.
Mi sembra un non-seguito.
Uno studio recente del FMI mostra come in epoca di globalizzazione e apertura dei
mercati, sono sempre di più i paesi che adottano una flessibilità del cambio, anche la
Cina si è sganciata dal dollaro.
Anche nel Gold Standard i cambi non erano fissi, c’era una grandissima flessibilità del
cambio nominale.
Non capisco proprio questa demonizzazione del cambio.
Se poi sostieni (secondo me in modo un po’ punitivo) che il cambio fisso
darebbe un incentivo positivo all’imprenditore, considera che si trasforma
in incentivo negativo non appena l’imprenditore trova accesso più facile
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alla finanza e a prodotti finanziari; per cui nel mondo della moneta unica gli è più
facile fare investimenti finanziari anziché investire nella sua azienda.
Lo stesso discorso vale per i Governi.
Chi studia l’economia dei paesi in via di sviluppo, questo lo sa: quando un Governo
trova un metodo facile per finanziarsi (e l’euro è stato un metodo facile
per i governi) automaticamente succede che le riforme vengono
rinviate, la corruzione pullula...
È quello che abbiamo visto nei paesi sudamericani che si agganciavano al dollaro, prima di
far salire al governo personaggi illuminati e democratici come Pinochet (o Benem??).
La distruzione del mercato che il fissare un prezzo provoca, esiste!
= Fissare un prezzo, provoca la distruzione di un mercato.
Esiste e d è dannosa verso tutte le categorie di operatori.
Ormai esiste una letteratura sterminata sui danni che la moneta unica ha fatto ai
governi europei più deboli, permettendo di avere anche loro accesso a del denaro
del quale era fatale che avrebbero abusato.
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