adalberto libera

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adalberto libera
ADALBERTO LIBERA
La città ideale
Mart Rovereto, 22 giugno – 8 settembre 2013
Conferenza stampa Venerdì 21 giugno ore 11.30
Inaugurazione
Venerdì 21 giugno ore 19.00
A 50 anni dalla morte (e 110 anni dalla nascita) il Mart di Rovereto dedica
un omaggio all’architetto trentino Adalberto Libera, grande maestro
dell’architettura moderna italiana
Il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto rende un nuovo
omaggio all’architetto Adalberto Libera (1903 -1963), uno dei grandi protagonisti del
rinnovamento dell’architettura italiana.
Un nuovo punto di vista è offerto sull’opera di questo grande maestro dell’architettura
moderna: il curatore della mostra, l’architetto Nicola Di Battista, ha scelto infatti di
approfondire il lavoro di Libera attraverso la selezione di alcuni progetti tra i più significativi,
la cui lettura, sorprendentemente inedita, intende attualizzare le modalità di formazione di
uno stile.
In questo modo è ripercorsa la storia professionale di Adalberto Libera, con particolare
attenzione al periodo di formazione e agli esordi, dove più forte risulta la sua volontà di
proporre un linguaggio moderno e internazionale, attraverso l'interpretazione degli indirizzi
del Razionalismo europeo.
Nell’Italia fascista il settore degli allestimenti espositivi era l’unica palestra possibile per gli
architetti razionalisti, le cui tensioni creative d’avanguardia erano tenute a prudente distanza
dal regime. In questo settore Libera esprime con grande chiarezza un’idea di architettura
capace di mettere in relazione il contesto storico con le forme della città moderna, come
accade ad esempio per l’allestimento della mostra delle colonie estive e dell’infanzia al Circo
Massimo a Roma nel 1937.
Dotato di una eccezionale abilità nel disegno, Libera usa rappresentare i propri progetti con
magistrali vedute prospettiche, quasi sempre di spazi interni, alcune conservate e altre andate
perdute e di cui si hanno oggi solo le riproduzioni fotografiche in bianco e nero.
Queste prospettive sono capaci da sole di raccontarci il progetto senza l’ausilio di altri
elaborati ed è per questo che Di Battista ha deciso di renderle ‘protagoniste’ di tutta
l’esposizione. Così nasce l’idea dell’allestimento di questa mostra, a cura dell’architetto
Gianni Filindeu, organizzato attorno a 14 grandi riproduzioni delle vedute prospettiche dei
progetti selezionati.
Il visitatore ha la possibilità di entrare come protagonista nell’architettura di Adalberto
Libera, coglierne gli aspetti più legati alla composizione e assumerli come valori assoluti da
interpretare nell’attualità.
Accanto alle grandi foto sono esposti anche materiali d’archivio originali relativi a ogni
progetto, quali schizzi, fotografie, pubblicazioni d’epoca e soprattutto preziose relazioni
tecniche redatte da Libera stesso.
Da questo primo spazio si raggiungono alcuni ambienti, ciascuno dei quali ospita una
sezione della mostra: la prima è dedicata ai disegni realizzati da Libera nell’arco della sua
vita su temi e con tecniche differenti; la seconda comprende una raccolta di tempere
originali che illustrano alcune sue architetture; la terza è dedicata ai progetti a pianta
centrale; una sala è dedicata ai video. L’ultima stanza è interamente dedicata alla “città
ideale”: Adalberto Libera, come in una boule à neige, disegna un paesaggio riassuntivo
dell’Italia che fa da sfondo a un grande ambiente in cui si celebra una scena conviviale.
Biografia Aldaberto Libera
Adalberto Libera nasce a Villa Lagarina (Trento) il 16 luglio 1903. Durante la guerra è
costretto a lasciare il Trentino e si trasferisce a Parma nel 1915. A Trento frequenta tutte le
scuole inferiori presso la Stadtliche Schüle e il primo anno delle tecniche della Scuola
Industriale, dal 1913 al 1914. A Parma Libera vivrà circa dieci anni, termina l’ultimo anno
delle medie e frequenta il Regio Liceo conseguendo la relativa maturità. Si iscrive al primo
anno della facoltà di matematica della Regia Università Parmense e nel contempo frequenta
le lezioni di architettura presso l’Istituto di Belle Arti. Nel 1923 dà gli esami di ammissione al
corso speciale di architettura presso l’Istituto statale d’arte di Parma. Vi frequenta il corso
speciale, diplomandosi con lode e diploma d’onore. Nel 1925 si trasferisce a Roma e si
iscrive al terzo anno della Regia Scuola Superiore di Architettura di Roma e si laurea nel
luglio 1928. Consegue l’esame di Stato il 12 novembre 1928.
È tra i primi fautori del movimento per l’architettura moderna in Italia. Nel 1927, ancora
studente, entra a far parte del Gruppo 7, sorto nel 1926 nel Politecnico di Milano a opera di
Gino Pollini, Luigi Figini, Giuseppe Terragni, Guido Frette, Ubaldo Castagnoli, Sebastiano
Larco e Carlo Enrico Rava. Quale membro del Gruppo 7, partecipa all’enunciazione del
programma del razionalismo architettonico italiano pubblicando alcuni scritti programmatici
su “Rassegna italiana” (dicembre 1926- maggio 1927). Nel 1927 partecipa con il progetto
‘Alberghetto a mezza montagna’ all’esposizione ‘Die Wohnung’ per l’inaugurazione delle
case del Weissenhof di Stoccarda.
Nel 1928 fonda e dirige il M.I.A.R. (Movimento Italiano per l’Architettura Razionale), ente
di cultura e di propaganda per il rinnovamento dell’architettura italiana. Nello stesso anno
organizza con Minnucci la prima Esposizione di Architettura Razionale a Roma. La seconda,
organizzata nel ’31, inaugurata da Mussolini alla Galleria di Roma, diretta da P.M.Bardi,
segna l’inizio della polemica con l’ambiente accademico e scatena un vivissimo
contraddittorio. Sciolto il M.I.A.R. , Libera lavora come professionista indipendente
associandosi di volta in volta con i migliori architetti dell’ambiente romano quali: De Renzi,
Montuori, Ridolfi, Vaccaro, ecc. Si segnala per la partecipazione alla Mostra della
Rivoluzione Fascista allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel ’32. L’importanza
dell’occasione e il successo del progetto gli aprono la via per una serie di incarichi per
allestimenti e padiglioni effimeri quali quelli per l’Esposizione Mondiale di Chicago nel ’33,
per l’Esposizione di Bruxelles nel ’35 e per le mostre al Circo Massimo di Roma, sempre in
collaborazione con De Renzi.
Negli anni ’30 realizza a Roma importanti opere pubbliche come il Palazzo postale
all’Ostiense nel ’33 e il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi all’E42 nel ’37. Per
l’Esposizione universale romana, oltre al Palazzo dei Congressi, progetta il grande Arco
simbolico e partecipa al concorso per il Palazzo dell’Acqua e della Luce nel ’39. Durante la
guerra, si ritira a Villa Lagarina nella casa di famiglia, tralascia l’attività professionale e si
immerge nella riflessione sui temi fondamentali dell’architettura. Centinaia di fogli densi di
annotazioni e schizzi, testi, pubblicazioni sugli elementi dell’alloggio, documentano il
profondo studio fatto da Libera sulla ‘casa dell’uomo’; tali elaborati sono classificati da
Libera stesso con la dicitura ‘progettazione senza committente’. Ritorna a Roma nel ’47 e inizia
una lunga collaborazione con l’Ina-casa in qualità di direttore della sezione architettura che
lo porta alla costruzione dell’Unità di abitazione orizzontale al Tuscolano a Roma nel 1954.
Il suo interesse si sposta sempre più dallo studio dello spazio abitativo alla scala del quartiere
e della città. L’attività progettuale alla metà degli anni ’50 si intensifica con la realizzazione
del Palazzo della Regione a Trento, del Palazzo per uffici a via Torino a Roma, il Villaggio
Olimpico sempre a Roma e la cattedrale de La Spezia.
Nel 1951 è nominato accademico di San Luca. Nel 1953 vince per concorso la cattedra di
‘composizione architettonica’ e comincia a insegnare alla Facoltà di architettura di Firenze.
Nel novembre del 1962, è chiamato a insegnare a Roma ‘La Sapienza’.
Nel mese di marzo 1963 muore improvvisamente nel pieno della sua attività professionale di
architetto, di insegnante e di ricercatore.
Biografia Nicola Di Battista
Nato a Teramo il 20 ottobre 1953, tra il 1981 e il 1985 compie il suo apprendistato nello
studio di Giorgio Grassi a Milano, collaborando a diversi progetti. Nel 1986 fonda uno
studio professionale a Roma, dove risiede e lavora. Dal 1989 al 1995 è vicedirettore della
rivista ‘Domus’. Dal 1997 al 1999 è professore di progettazione architettonica all’ETH di
Zurigo. Svolge un’ampia attività didattica in varie sedi universitarie italiane ed estere,
affiancando attività e di ricerca progettuale.
Attualmente è professore di progettazione alla Facoltà di Architettura di Cagliari.
Le opere in corso di realizzazione (Riqualificazione del Castello Fienga a Nocera e
Riqualificazione del Castello San Michele a S. Maria del Cedro - entrambi con E. Souto de
Moura -, Museo Naturalistico-Archeologico a Vicenza, Fondazione Lewitt a Praiano),
testimoniano una modalità di lavoro che con consapevolezza si basa sulla conoscenza del
passato e, in continuità con esso, cerca un’innovazione per il progetto contemporaneo.
Nel 2011 vince il concorso per l’ampliamento del Museo Archeologico Nazionale di Reggio
Calabria.
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Ufficio stampa
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Luca Melchionna
Clementina Rizzi
Carlotta Fanti
Susanna Sara Mandice
Il Mart ringrazia
Provincia autonoma di Trento
Comune di Trento
Comune di Rovereto
Partner tecnico
Cartiere del Garda
Trentino Sviluppo SpA
Per le attività didattiche
Casse Rurali Trentine