museo flaminio bertoni varese
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museo flaminio bertoni varese
1940 Con la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Francia, Bertoni viene arrestato e rilasciato con l’arrivo delle truppe tedesche. Un serio incidente in moto lo costringe ricoverato in clinica per oltre un anno: del periodo sono i numerosi disegni di ritrattistica. 1941 Conosce Lucienne Marodon, prima ballerina all’Opera di Parigi, che sposerà quattro anni dopo e dalla quale avrà il secondogenito Serge. Riprende l’attività alla Citroën e nell’atelier di Rue du Théâtre prepara importanti sculture. VIA VALVERDE 2 I - 21100 VARESE 1944 Riprende gli studi per la progettazione della mitica 2 CV, sospesi durante la guerra. La produzione inizia nel 1948. ingresso € 3,00 intero € 1,50 ridotto 1949 Si laurea alla Facoltà di Architettura di Parigi ed esegue brevetti oggi in uso. gratuito Presso gli Champs Elysees viene presentata la DS 19, un capolavoro di design che Bertoni aveva iniziato a progettare alcuni anni prima. orari martedi, giovedì, sabato e domenica 14.30-18.30 altri giorni su prenotazione Progetta un nuovo sistema di costruzione, la Casa Monolitica, che permetterà di costruire a Saint Louis 1000 case monofamigliari in 100 giorni. Viene invitato dall’UNESCO a partecipare alla mostra per le Olimpiadi di Melbourne. info tel +39 0332 252515 fax +39 0332 252514 www.flaminiobertoni.it [email protected] 1955 1956 1957 per scolaresche, gruppi superiori a 10 persone, studenti universitari Soggiorna a Varese e visita la Triennale di Milano dove è esposta e premiata la DS 19. A Parigi riceve la nomina di Cavaliere delle Arti e delle Lettere. 1959 Alla Citroën progetta la sua ultima vettura: la Ami 6. 1961 Apre uno studio ad Antony, nei pressi di Parigi, grande e luminoso, adatto ad accogliere la sua creatività. 1964 MUSEO FLAMINIO BERTONI VARESE Muore improvvisamente il 7 febbraio. visitatori sino a 18 e oltre 65 anni STADIO VIA BOLCHINI VIA VALVERDE 2 LARGO RISORGIMENTO MUSEO FLAMINIO BERTONI PIAZZA MONTE GRAPPA PIAZZA REPUBBLICA AUTOSTRADA A8 MI - VA progetto grafico e allestimento Metamusa arte ed eventi culturali, Gallarate media partner www.varesenews.it Flaminio Bertoni nasce a Masnago di Varese. Dopo aver conseguito il diploma di licenza tecnica, lavora come apprendista alla Carrozzeria Macchi, dove inizia la sua passione per le automobili. Sotto la guida di Giuseppe Talamoni apprende l’arte del disegno e della scultuira; frequenta in seguito gli studi di Lodovico Pogliaghi ed Enrico Butti, con il quale realizza il monumento ai Caduti di Varese. 1903 Una delegazione di tecnici francesi, in visita alla Macchi, lo invita a fare esperienza in Francia, terminata la quale rientra come capo disegnatore. 1923 Si innamora di Giovanna Barcella ma, ostacolato dalla madre, si trasferisce definitivamente a Parigi dove nasce il figlio Leonardo. Nella capitale francese ammira l’arte dei grandi maestri, dal francese Rodin al supremo Michelangelo. Da qui lo studio accurato delle parti anatomiche che influenzeranno la sua produzione artistica. 1931 Assunto in Citroën, Flaminio Bertoni firma in trent’anni tutte le vetture di punta della casa francese, innovative per estetica e design. 1932 Studia e modella in una sola notte la forma della Traction Avant che verrà prodotta dall’anno successivo. 1933 Progetta per la ditta Ersa S.A. di Courbevoie un veicolo a tre ruote V3R. L’avvento della guerra ne ferma la produzione, ripresa nel 1954. Partecipa ininterrottamente al Salone degli Indipendenti di Parigi; numerose sono inoltre le sue presenze al Salone delle Tuileries, l’ Esposizione di Belle Arti e il Salone d’Autunno. 1936 Firma la carrozzeria del primo furgone ad un solo pianale chiamato TUB e partecipa alla sua prima mostra personale alla Galleria dell’Equipe. 1939 Nel 1934 nasce la Traction Avant, un’auto innovativa se paragonata alle vetture di quegli anni: molto più bassa di tutti gli altri modelli della sua categoria, con curve morbide e affascinanti, di suprema eleganza. Il Museo Flaminio Bertoni si è costituito grazie alla volontà della Provincia di Varese e la collaborazione dell’Associazione Internazionale Flaminio Bertoni e del Liceo Artistico Angelo Frattini. Flaminio Bertoni, noto al grande pubblico quale stylist di autovetture mitiche, per tutta la vita ha affiancato al lavoro progettuale presso la Citroën, l’attività di scultore e pittore partecipando a mostre collettive e personali in Francia e in Italia. Le opere esposte, per lo più inedite, provengono dall’atelier dell’artista di Antony e permettono di conoscere la poliedrica personalità di Bertoni capace di spaziare in diversi e molteplici campi, dal design all’arte, dall’architettura ai brevetti. Il percorso espositivo si apre con le quattro autovetture originali: la Traction Avant, elegante nelle forme e nobile nell’estetica, la 2 CV semplice e rivoluzionaria, la AMI 6 ultima “figlia” del designer e la DS, innovativa nel design e nella meccanica. A più riprese Bertoni lavora alla 2 CV, nata per agevolare la vita e il trasporto dei contadini lungo le strade della Francia: leggera, robusta, spartana, economica e dai bassi consumi riempie le strade francesi e non solo. Presentata nel 1955 agli Champs Elysees, la DS Déesse rompe definitivamente con la tradizione. Capolavoro assoluto con un muso lunghissimo, le porte senza cornice per i vetri laterali e l’ampia carreggiata anteriore. Negli ultimi anni Bertoni lavora alla Ami 6: alle linee morbide delle fiancate laterali si contrappone la spigolosità della coda e del curioso lunotto inclinato al contrario. Disegni, quadri e opere scultoree sono divise per nuclei che approfondiscono le tematiche care all’artista e sempre presenti nella sua produzione. Una delle sezioni più significative è rappresentata dallo studio del corpo umano, soprattutto femminile. Dagli inizi propriamente accademici in cui l’artista affianca la conoscenza dei classici allo studio di parti anatomiche, Bertoni approfondisce i volumi del corpo dando enfasi alle linee sinuose e alla morbidezza delle curve. Lo studio della muscolatura si ritrova nel corpus dedicato al tema dello sport con la predilezione per i lottatori, pugili e rugbisti. Corpi avvinghiati e tensione dello sforzo definiscono i volumi delle figure che si impongono nello spazio con forza e dinamismo. Per l’artista il disegno è anche uno strumento immediato per cogliere particolari e situazioni, un esercizio che gli permette di tornare a casa dai numerosi viaggi in Italia e in Francia con ricche cartelle di schizzi e disegni sui monumenti e paesaggi realizzati con una tecnica stilistica sciolta e libera. Lo studio del reale e l’attenzione al vero si ritrovano nella ricca produzione di ritratti che Bertoni realizza alternando scene e visi di vita famigliare a ritratti più ufficiali. Un discorso a sé stante è la serie di ritratti realizzata nel 1941, durante il lungo ricovero nell’ospedale di Chateandun dove la sofferenza dei malati e la drammaticità dell’agonia pervadono e caratterizzano i volti e i gesti. La collezione museale è arricchita da una sezione documentaria che raccoglie lettere autografe, foto e altro materiale conservato scrupolosamente dallo stesso artista, oltre a una serie di progetti architettonici e studi per oggetti di varia natura depositati come brevetti.