UNA FORMAZIONE PARTIGIANA IN TERRA DI FRANCIA I Una
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UNA FORMAZIONE PARTIGIANA IN TERRA DI FRANCIA I Una recente pubblicazione, condotta con criteri storici, seppur condensata in un volumetto di poche dozzine di paginte (1) e prepa rata con intenti commemorativi, attingendo alla sicura fonte di un archivio partigiano che pensiamo sia fra i più completi esistenti (2), ci fornisce, la prima organica testimonianza su quella che fu, nell’am bito dell’attività partigiana piemontese, l’esperienza certo di maggior interesse, non solo militare ma politico, vissuta da una formazione; ossia la cronaca della vicenda in cui fu impegnata sul Fronte delle1 Alpi Marittime, nelTinvemo ’44-’45, alle dipendenze operative della Ia Armata Francese, la brigata « Carlo Rosselli » di Valle Stura, in corporata nella l a Divisione Alpina G. L. del cuueese, le cui bande controllavano appunto, oltre alla suddetta, le valli della Grana, del Gesso, della Vermenagna e della Roja. Questa esperienza « interna zionale » del partigianato piemontese (3) presenta, per le forme del tutto particolari in cui si svolse e per l ’importanza che rivestì, aspetti degni di un attento esame. Gli elementi che denunciano tali singolari caratteristiche sono svariati te comunque si riassumono chiaramente nel fatto centrale e cioè che la «Rosselli» costituì l’unico esempio, l ’unico caso di mia brigata partigiana trasferitasi — dopo duri com battimenti nella sua valle d’origine e al completo di ufficiali e vo lontari, in perfetta funzionalità di reparti — oltre frontiera, inseren dosi nel dispositivo''delle forze alleate attestate sui contrafforti alpini, senza perdere nulla della propria fisonomia di unità partigiana, con servando una piena autonomia interna di quadri, disciplinare e in parte anche logistica, legata unicamente alle esigenze strategiche dei comandi americano e francese del settore, in forza delle quali, è in tuitivo. dovette impostare i suoi criteri operativi, sacrificando solo e soltanto sul terreno della pura necessità tattica contingente la sua ge losa e dignitosa indipendenza.123 (1) Rosselli revient . Du Monte Pelato au Colle de Parche-, pag. 38, Panfilo Editore in Cuneo, 1949. (2) Archivio della Brigata « Carlo Rosselli », ordinato e conservato dal co mandante Benvenuto Revelli in Cuneo. (3) Sulla « Rosselli » si intrattiene diffusamente anche D. Livio Bianco, nel suo libro 1 enti mesi d i guerra partigiana nel Curteese (Panfilo Editore in Cuneo, 1946). Bianco fa giustamente rilevare quanto l ’episodio della brigata combattente in terra straniera, si richiami alla migliore tradizione di G L., che ebbe infatti una Colonna di volontari sul fronte aragonese durante la guerra civile spagnola, ai comando di Carlo Rosselli e Mario Angeloni. UNA FORM AZIONE PARTIGIANA IN TERRA DI FRANCIA 25 Yale di per sè questo dato a giustificare una particolare consi derazione del fenomeno; in primo luogo, per i compiti ardui che alla brigata giellista furono affidati durante la sua permanenza in ter ritorio francese e da questa condotti a termine oltre le difficoltà più scabrose, in secondo luogo perchè attraverso le pagine della collaborazione prestata dalla « Rosselli » agli eserciti francese e americano e dei suoi rapporti con la missione inglese, è possibile trarre qualche ulteriore e sintomatico spunto per meglio penetrare il delicato cam po dell’impostazione generale delle relazioni fra Resistenza e coman di alleati, negli atteggiamenti delle due parti durante la lotta. L’archivio della brigata, come dicevamo, fornisce esauriente do cumentazione in materia, tale da consentire una completa e dettaglia ta ricosruzione degli avvenimenti a cui la « Rosselli » partecipò dal1 settembre ’44 al giorm» del suo rientro in Italia, nell’aprile di libe razione. Tuttavia!, lasciando ad altri simile compito, ci preme presentare qui alcuni fra i documenti contenuti nell’archivio che stimiamo su scettibili di più vivo interesse, maggiormente indicati a far intenderà e valutare i suaccennati elementi. n Il bollettino del Comando Supremo delle Forze Armate Gei-ma niche, in data 24 agosto 1944, recava fra l ’altro questo significativo cenno: «Nella regione alpina franco-italiana nostre truppe, nonostan te la tenace resistenza opposta dai terroristi, sono avanzate sulla stra da dei passi verso occidente. Dopo dura lotta il passo della Madda lena è ritornato in nostro possesso ». Era la prima volta che un comunicato ufficiale germanico confes sava esplicitamente (pur facendo uso delle tormentate formulazioni di prammatica per rendere meno immediato il senso dei rovesci o degli arresti subiti dalle armi tedesche sui vari fronti) l ’impegno di fuoco a cui le sue truppe erano state inchiodate da nuclei partigiani e la sciava intendere iu quali difficoltà gli attrezzati reggimenti si erano trovati per superare quella « tenace resistenza » e riconquistare con « dura lotta » il valico alpino. Lo sbarco alleato a Tolone ed il rapido dilagare delle forze attaccanti in direzione dell'arco delle Alpi Marit time e Cozie, aveva posto il comando tedesco di fronte alla necessità pressante di giungere a schierare contingenti di truppa sui valichi, creando un argine ad eventuali tentativi alleati di risalire il versante francese ed affacciarsi alle valli degradanti su Cuneo e sulla pianura piemontese. A partire dal 15 agosto, le divisioni disponibili punta rono sugli obiettivi di frontiera, venendo a contatto con le unità par~ tigiane che presidiavano le valli e che ne avevano organizzati gli sbar ramenti. In particolare, urgeva ai Tedeschi aprirsi un varco verso il Colle della Maddalena (Valle Stura), per poter avviare sulla camio- 26 MARIO GIOVANA nabile che transita al passo (unendo Cuneo a Barcelonette e quindi alla rete stradale in diramazione verso la fascia costiera) reparti motorizzati, con il compito di alleggerire la pressione nemica su Tolone ed, in caso, agevolare lo sganciamento della guarnigione assediata, ri piegando poi sulla stessa direttrice di provenienza. Delle intenzioni nemiche, il comando della Ia Divisione « G. L. » fu avvertito a mezzo collegamento radio dagli alleati, i quali chiesero se i partigiani erano in grado di ostacolare l ’avanzata tedesca per al meno due-tre giorni, così da permettere alle loro unità il raggiungi mento, della zona alpina nel versante francese (3 bis). Due divisioni motorizzate iniziarono la manovra il 17 mattina, investendo con violenza le posizioni tenute dalla Brigata « Rosselli » in bassa valle. I 410 volontari e 26 ufficiali della formazione gi'ellista (4), al comando di un tenente degli alpini effettivo, Benvenuto Revelli, per sette giorni contrastarono il passo alle due divisioni, ma novrando in maniera da ritardarne la marcia, a mezzo di interruzioni stradali e continui attacchi frontali, a tergo e sui fianchi. Solo in capo a dieci giorni i tedeschi riuscirono a raggiungere l ’obbiettivo e cioè quando era troppo tardi per porgere un qualsiasi aiuto alle forze di slocate in Francia. La « Rosselli », fortemente provata dagli scontri, nel corso dei quali aveva avuto 2 ufficiali morti e 4 feriti, 13 caduti e 28 feriti fra i volontari, nonché 49 dispersi (5), si trovò in posizione critica, bersagliata da ogni parte com’era, e fu inevitabile lo sconfi namento; con lei, si trasferirono oltr’alpe il comando della Ia Divi sione ed il maggiore inglese Flight, distaccato in missione presso il comando stesso. La decisione venne presa in una riunione a Mollières (Baracche di Castiglione - Sant’Anna di Vinadiio). Versante francese e versante italiano erano percorsi da colonne tedesche ripieganti dalla Costa Az zurra: la brigata veniva a trovarsi nel bel mezzo di questo confuso movimento e non era certo in grado di affrontare nuovi scontri. Il progetto primitivo del comando italiano era di risalire, con un itine rario quanto mai periglioso e faticoso, la catena montuosa sino aliai Valle Roja, pter tentare da questa lo spostamento verso le valli del monregalese. Le insistenze del maggiore Flight (il quale teneva costante con tatto radio con il suo comando di Brindisi) fecero sì che fosse accet tata là suaj proposta di scendere in Francia, per la difesa della media e alta Valle della Tinée (6). Il 29 agosto, la formazione si installa a (3 bis) Testimonianza dei comandanti L. Bianco, Rosa, Revelli. (4) Dati desunti da uno specchietto allegato a la Relation sur les operations milìtaires dans la Vallèe Stura et dtins les Vallées de la Tinée et de Ift Vésubie depuis aout 1944, contenuta nel Dossier 2 - Cartella: documenti importanti - Archi vio citato. (5) Id. c. s. (6) Da testimonianze del comandante e del commissario della Ia Divisione, nonché del comandante Revelli. UNA FORM AZIONE PARTIGIANA IN TERRA DI FRANCIA 27 Isola, capoluogo della valle, dove ¡avviene anche l ’incontro con le avanguardie americane (7). Due giorni prima, il 27, Nizza è insorta cacciando i tedeschi, i quali ripiegano sul Colle di Larche (8). Im mediatamente i partigiani entrano in azione, attaccando già il 1° set tembre le Baracche di Castiglione. Ebbe inizio così l ’attività della brigata sul fronte alpino francese, in appoggio alle forze americane del settore, con attacchi ai fortini occupati dai tedeschi, azioni di pattuglia e di presidio dei centri della zona (Isola, Àuron, Bourgeais). Quivi respinse anche due forti pun tate offensive del nemico, lasciando sul terreno due dei suoi migliori ufficiali, Arrigo Guerci e Mario Bertone. Quando il 15 settembre la formazione viene trasferita su camions americani a Belvedere, in Val Vésubie, il suo ruolino di combattimento in zona francese reca un triste bilancio: 2 ufficiali morti e 3 feriti, 1 morto e 12 feriti fra i partigiani, 2 dispersi (9). A Belvedere la « Rosselli » continua la sua attività di pattuglie, controllando un tratto di fronte che le era stato affidato e cioè la linea a sbarramento della Valle Gordelasca e le fortificazioni dell ’Authiion; fra l ’altro, il 19 settembre, un suo gruppo penetra pro fondamente nei capisaldi tedeschi e sostiene im accanito scontro con aliquote nemiche presso Turini (10). Il 16 ottobre giunge già a Belvedere il primo collegamento dall ’Italia, recante importantissime notizie per gli americani, ossia dati sulle forze, dislocazione comandi e artiglierie in Valle Roja e attesta mento sul fronte alpino delle divisioni tedesche. A presidiare il settore, intanto, si è disposta lai l èr6 Armée Groupement Alpini-Sud, sotto il comando del colonnello Lanusse, la qua le sostituisce i due battaglioni di paracadutisti americani con cui la « Rosselli » aveva sino allora operato. Fra la formazione partigiana ed il nucleo americano non erano intervenuti che accordi verbali; le bande si erano spontaneamente assunto un gravoso incarico di pat tugliamento sulla linea tenuta dai paracadutisti, sino dai primi gior ni, ed il comando alleato ne apprezzò ben presto l ’utilità, stabilendo una sorta di coordinamento con la sua; azione. Li rifornì di armi, vestiario e viveri, giovandosi largamente deU’esperienza, dell’alfenamento alle fatiche della montagna e delle capacità combattentistiche dei partigiani. Non fu tuttavia sanzionata una dipendenza della « Ros- (7) Rosselli r\evient, op. cit. (8) Denominazione francese del Colle della Maddalena. (9) Vedi nota 3. (10) Nel combattimento cadde eroicamente il capitano Scagliosi, medico della brigata, e fu ferito il capitano Flight in modo grave; fu catturato dal nemico ed inviato in Germania. Si salvò miracolosamente. H comando della « Rosselli » lo credette perito nello scontro e in tal senso ne dà notizia la relazione (citata) alla nota 3. 28 MARIO GIOVANA selli» dal comando paracadutista, nè definiti in precisi accordi im pegni che vincolassero i due comandi. Ciò si spiega tenendo conto principalmente e della diffidenza che i partigiani nutrivano verso una qualunque forma di accordo che limitasse la loro autonomia e delle caratteristiche operative del reparto americano, destinato ad im provvisi spostamenti, fortemente autonomo! rispetto ai propri! co mandi e con compiti di «punta avanzata». Il solo documento chei ci sia pervenuto e che confermi, in termini lusinghieri per i volon tari, l’aiuto da essi prestato nel periodo, è un biglietto vergato a ma tita dal tenente colonnello Yarborought, comandante il 509° Gruppo Paracadutista nella Valle della Vésubie (11): « To the Italian maquis. We are very proud and happy to have you operating sector. Your valiant and courageous acts are already known America. We look forward to a victory in the near future are sure that the part you are playing will be in no small way, sible for the total defeat of the enemy. in our even in and we respon Good luck and our best wishes Firmato: Yarborought. Lt. col. sup. ». Con la partenza degli americani e l ’insediamento dèi presidi francesi la posizione della brigata si fa difficile. Pur continuando a svolgere il suo lavoro di pattugliamento e di controllo del settore (12), essa si presentava sempre come unità di partigiani italiani, del tutto indipendente, schierata accanto a forze francesi che non erano più appartenenti ai gruppi «maquis» ma vere e proprie truppe dell’eser cì to degollista. Dalla seconda metà di settembre alla prima di dicembre perdura una tale situazione incerta. Rientrato in Italia, il 4 ottobre, il co mando della Ia Div. (13), vengono fatti i primi appròcci con il comando francese, il quale acconsente a che le bande della brigata ri mangano in Val Vésubie, con l ’incarico di stabilire un servizio di! collegamento fra le linee alleate e le formazioni « G.L. » di stanza' nel cuneese; lo scopo tendeva ad ottenere dettagliate informazioni1 (11) Concordemente i tesdmoni affermano che i paracadutisti facevano un uso estremamente limitato di ordini ed in genere idi documenti scritti ; il comando del gruppo di Val Vésubie era sprovvisto totalmente di carta da scrivere. Il biglietto riportato si conserva nell’arch. Bianco in Torino. (12) Le relazioni su tale attività: dossier 2, cartella: «Attività operativa» arch. brig. cit. (13) Il comandante Ettore Rosa ed il commissario D. Livio Bianco valicarono il confine con 59 ore di marcia, per riprendere il loro posto alla testa delle for mazioni cuneesi. L’impresa le narrata dal Bianco in una sua lettera al maggioro Gunn, acquisita all’archivio. UNA FORM AZIONE PARTIGIANA IN TERRA DI FRANCIA 29 sui movimenti tedeschi nel settore, alpino ed in Piemonte. I tenta tivi sono prontamente messi in atto dai partigiani, nonostante le con. dizioni atmosferiche avverse, la neve abbondante che copre i colli, l’equipaggiamento assolutamente inadatto. Si succedono ad intervalli di uno-due giorni ma falliscono tu,tti (14). Senza ramponi, senza cor de e racchette, privi di passamontagna, guanti ecc. (ricordiamo che la brigata era venuta dall’Italia in pieno agosto) i pur esperti mon tanari della « Rosselli » si trovano a non poter lottare contro gli osta coli della natura. La pattuglia di tre uomini ed un sottufficiale che il 26 ottobre tenta di raggiungere la località di Bagni di Vinadio deve pernottare alPadiaccio sul monte Corborant (3011 m.), sprovvista di coperte, ad una temperatura polare! Niente comte il linguaggio asciut to del rapporto, che gli archivi della brigata conservano, su tale ten tativo, può illustrare il terribile sforzo a cui i volontari furono sotto posti durante tre giorni; e del resto non inferiori furono le vicissi tudini negli altri casi (15): a Patrouille italienne a Mont Corborant (3011 m.) - Avec l’inten tion d’atteindre Bagni di Vinadio. cc Composition : Un sous-officier et trois hommes. «Départ de Belvedere: Vendredi 20 a 6 h. Arrêt à S. Etienne pendant la nuit. Samedi départ de S. Etienne à 7 h. La patrouille après avoir marché toute la journée sur la gauche orographique du Vallon du Rabonus, atteignait le sommet du Mont Corborant (3011 mètres) vers les 19 h. « Etant donné le temps très mauvais (brouillard épais et verglas) la patrouille devait passer la nuit à la belle étoile. «Dans la matinée du 22, vue l ’impossibilité de continuer à cause de l ’équipement insuffisant pour la haute montagne (seraient indis pensables pour la descente au moins des crampons et une corde, étant donné aussi que la neige est gelée) la patrouille retournait. «Observations faites: Aucune signe de vie de la part de l ’en nemi, soit pendant le parcours d’allée, soit sur le versant italien. Aucune piste n’a été notée sur la neige (observation faite à Les Ju melles) jusq’a S. Bemolfo, dans la partie haute du vallon de Bagni di Vinadio. On pense que, sur ce versant, les patrouilles allemandes, les plus avancées, soient logées dans les petites casermes des lacs dé S. Bemolfo. « Conditions de la montagne : très difficiles. Un demi-mètre de neige glacée sur le versant français et à peu près, un mètre sur le versant italien. Pour pouvoir tenter des patrouilles de ce genre et avoir des possibilités de passage en dehors des cols, étant donnée (14) H dossier 2 — cartella «Attività operativa» arch. cit.., contiene per cia scuna operazione un circostanziano rapporto. I feriti ed i congelati nel corso delle azioni di pattuglia, furono moltissimi. Si veda, in proposito, il carteggio con gli ospedali di Nizza e Cannes. . Arch. cit., cartella: «L ogistica». (15) Dossier 2 • cartella: «Attività operativa». 30 MARIO GIOVANA F extreme difficulté de F ascension, il faudrait am moins: des cram pons, des cordes de montagne, des lunettes pour la neige et, de plus, un équipemftnt suffisant et efficace (maillots en laine, gants, bérets de montagne etc). Belvedere, 26 ottobre 1944. Le comandante f. f. Firmato : Renato Aimo ». Questo stato di cose, unito al sistematico controllo da parte dei tedeschi di ogni tratto di valico sul confine, frustrava anche le spe." ranze della brigata di poter rientrare nel cuneese, poiché era assurdo» tentare il trasferimento di qualche centinaio di uomini in siffatte con dizioni. D ’altro canto con l ’avanzare dell’inverno e l ’accrescersi delict difficoltà di approvvigionamento (il comando francese concedeva un minimo prelievo di viveri presso i suoi magazzini ed i partigiani vi vevano in parte con scatolame, residuo di lanci americani in Val Tinée, e in parte acquistando dalla popolazione) fu .giocoforza cer care di concludere un accordo preciso con gli alleati. Il comando del la I.ère Armée chiese in un primo tempo che la brigata si trasferisse ad Isola, in forza al 2° Gruppo di Battaglioni - Groupement Colon nello Guien. La richiesta venne parzialmente accolta con l ’invio di 50 volontari (16), ma il grosso non abbandonò la primitiva sede. A metà dicembre, 1’ ordine improvviso : la brigata deve trasferirsi al Mentone per essere incorporata nel 74° battaglione stranieri, una spe cie di legione straniera in via di costituzione, di cui facevano parte polacchi, ungheresi, Cecili, russi ecc. (17). A rendere più convincente l ’ordine, i partigiani ebbero tagliati i viveri per tre giorni: inoltre il comando francese di Isola cercò di distribuire danaro ai volontari del locale distaccamento, danaro che fu seccamente respinto (18). L’atmosfera si faceva pesante. Il comando della « Rosselli » non frap pose indugi ed inviò al colonnello Lanusse un esposto, riassumente l’attività della formazione fino al momento in cui era giunto l ’ordine di trasferirsi a Mentone; documento sereno, fermo, da cui emerge la] volontà di ufficiali e partigiani di non piegarsi ad imposizioni che possano condurre, in qualunque forma, alla perdita dell’autonomiaj del reparto, della sua fisonomia schiettamente partigian'a e, sopratut to, a spezzare i contatti con il comando di Pradleves ed i compagni (16) Testimonianza del comandante interinale della brigata, Renato Aimo, il quale aveva assunto il comando diretto della formazione a seguito di un grave incidente motociclistico occorso al comandante Revelli, che dovette essere ricove rato in clinica a Parigi, ove fu trattenuto diversi mesi. (17) Ne fa fede una relazione in data 16 dicembre ’44 (Arcb. brigata - dossier 1 : documenti). (18) Testimonianza del comandante Aimo, confermata dalla relazione di cui alla nota 17. U N A FORM AZIONE PARTIGIANA IN TERRA DI FRANCIA 31 che combattono nel cuneese (19). Di fronte all’alternativa posta loro, battaglione straniero o ritorno in Italia, la replica è netta: dopo aver fatto presente quale sia stato il loro apporto' alla causa comune e quali possano essere i vantaggi di un lavoro di collegamento c<on le valli presidiate dalla Ia Divisione « G. L. », dichiarano, senza iattanza, senza retorica, che la scelta è fatta: « ...n o u s sommes résolus à re* passfer les montagnes au prix de n’importe quel sacrifice ». Ecco l’ultima parte dell’esposto, così concepita: «U n tel ordre pose l ’alternative suivante: 1°. Obéir: en ce cas nous deviendrions partie intégrante d’un or ganisme militaire avec toutes le consequénces relatives et la perte de notre physionomie partisane. Cela n’est pas possible parce que les liens avec nos Commandements restés en Italie subsistent toujours; parce qu’un serment nous lie déjà, que les circonstances actuelles né sauraient nous faire renier; en outre ceci couperait toute possibilité d’une liaison que nous jugeons essentielle. D ’ailleurs, pour ne citer qu’une raison parmi tant d’autres, nous ne désirons pas nous joindre à une unité composée d’Italiens parmi lesquels quielques-uns ont dé serté au moment du, risque et du combat, tandis que d’autres, anciens travailleurs de la Todt, ont été toujours flétris et méprisés par nous. 2°. Ne pas obéir: en ce cas, si l ’ordre n ’était pas révoqué, notre maintien en France déviendrait impossible: comme conséquence lo gique notre retour en Italie s’imponait, malgré d’extrêmes diffidultéea dont nous sommes parfaitement instruits. Cet exsposé que nous con sidérons juste et logique et qui, nous le souhaitons, sera pris en consi dération, tend à remander une décision définitive sur notre situation. Dans le cas contraire, si l’on nous forçat à quitter la Vallée de la Vésubie, de manière à compromettre notre autonomie, nous so’mmes ré solus à répasser les montagnes au prix de n’importe quel sacrifice ». (sic). I 185 volontari della « Rosselli » (20) sapevano ciò che poteva si gnificare « rivalicare la montagna ». Grosse pattuglie tedesche con trollavano ogni via di possibile transito, nonché le valli della Roja e della Stura fino al loro sbocco in pianura; postazioni di mitraglia trici e mortai tenevano sotto vista tutti i punti chiave della linea. Rientrando, novanta probabilità su cento di scontro in afta monta gna, dopo magari due giorni di marcia estenuante, in condizioni dii temperatura e di neve pessime. E mancava totalmente l ’attrezzatura per un simile « raid ». Ritorna continuo, nei rapporti e nelle lettere (19) Arch. Brig. . N ell’esposto ci si richiama anche agli accordi stipulati, nel maggio-giugno ’44, fra maquis francesi e partigiani italiani. (20) Arch. brig. - Specchietto della forza al 25/12/’44. Durante la sua per manenza in Francia, la brigala, oltre ai ricoverati in ospedale, lasciò liberi alcuni elementi meridionali che desideravano raggiungere, via mare, 1’ Italia liberata ed altri ne allontanò per motivi disciplinari. Vedi arch., Cartella: «Variazioni forza»- 32 MARIO GIOVANA scambiate con il comando francese, il motivo dell’ equipaggiamento! insufficiente; i partigiani avevano indumenti di tela e lo scarso ba gaglio-personale di ciascun volontario s’era arricchito unicamente di qualche farsetto e di qualche maglia, raccolti dai C.L.N. italiani co stituitisi in Nizza e Montecarlo (21). Se una minima possibilità di valico fosse sussistita, il comanda partigiano l ’avrebbe sfruttata; ma affrontare la montagna in condi zioni proibitive era impresa pazzesca. Perciò l’ultima speranza erarivolta all’accoglimento da parte alleata delle ragioni motivate nel l ’istanza. L’ « exposé » del comandante della ” Rosselli ” viene preso in considerazione dal colonnello Lanusee. I francesi, presso i quali ad' onor del vero i partigiani troveranno spesso maggior sensibilità, com prendono evidentemente la responsabilità che graverebbe su di loro' qualora la brigata risolvesse di tentare il forzamento delle linee nemiche. Dal comandante della l ère Armée, i partigiani ottengono for male assicurazione che si provvederà a una sistemazione onorevole) delle bande nell’ambito del raggruppamento alpino francese. Senoiiché, avuto sentore di un possibile accordo della « Rosselli » con Lanusse, la missione inglese di Nizza, comandata dal maggiore Betz, corre ai ripari, cercando di imporre i suoi diségni. Vengono inviati due ufficiali agli accantonamenti della brigata, con la richiesta di uni elenco dei volontari della formazione disposti a rientrare in patria (22). Il piano della Special Force par profilarsi in questi termini: ottenere) lo sfasciamento dell’ unità partigiana per impegnare gli uomini in' piccoli nuclei di guastatori ed inviarli in missione nel cuneese, alle) dipendenze dirette dell’Alto comando per il Mediterraneo. Ciò rien trava a perfezione nelle vedute di principio dello Stato Maggiore in glese sul fenomeno partigiano; sono noti gli sforzi messi hi atto da esso, appena le formazioni di patriotti assunsero una certa consisten za, per limitarne lo sviluppo e circoscriverne l’attività, secondo un criterio che tendeva a sopprimere i reparti numericamente consistenti e inquadrati per ridurre la partecipazione parti,giana ad operazioni condotte da ristretti gruppi di guastatori. Il 27 dicembre, il comandante interinale e l ’ufficiale della « Ros selli», distaccato presso i francesi con campiti di collegamento, si recano a Nizza, accompagnati dal capitano Curtet Morane, coman dante del IIP Battaglione, il cui appoggio ai volontari sarà sempre disinteressato e pronto. Lo scopo è di ottenere la messa per iscritto! delle assicurazioni date a voce dal col. Lanusse, cosi da sviare la ma novra inglese (23). (21) Arch. cit., Dossier 1; Cartella 454 - Busta: documenti vari del periodo dopo il 15 settembre. (22) Dal « Diario della Brigata per il periodo 27 dicembre ’44 - 51 gennaio ’45 ». (Arch. brig. e copia presso l ’Istituto Storico della Resistenza in Torino). (23) Vedi nota 22. U NA FORM AZIONE PARTIGIANA IN TERRA DI FRANCIA 33 Lanusse mantiene la parola ed il 28 i due ufficiali giellisti pos sono far ritorno a Belvedere con la copia di una ce note de service » dalla quale risulta definita la posizione del « Groupe Ñuto » (dal no me di battaglia del comandante Revelli). Il documento riconosce pie na autonomia amministrativa e disciplinare interna, nella gestione del materiale, designazione dei gradi e degli incarichi, distribuzione delle armi e del vestiario nelle bande della brigata; inoltre dichiara che essa potrà rientrare in Italia appena le condizioni lo permetteranno. In sostanza, la « Rosselli » viene a dipendere soltanto operativamente dal comando francese, ed i suoi distaccamenti possono rifornirsi pres so i magazzini dell’Armée. Riconoscimento più completo della vali dità e della utilità della sua opera non poteva essere dato; al tempo) stesso, l ’alleato si inchina ad un atteggiamento di fierezza e dignità che non è venuto mai meno (24). 1ère Armée Française Groupement Alpin Sud P. C., le 27 Décembre 1944 Etat-Major 3 .me Bureau N. 129/3 N ote de S e r v ic e La situation du groupe « Nuto » qui fait partie depuis Septembre 1944 du Groupement Alpin Sud Français est précisée comme suit: 1°) Administrativement le Groupe « Nuto » constitue la 6.e C.ie du bataillon 21/15, sous le commandement du Lt. ’’ Renato” ; cette compagnie étant nourrie par l’Intendence Française; le. Lt. Renato fournira le l.er Janvier un état nominatif de son personnel et les 10, 20, et 30 de chaque mois, un état des munitions. 2°) Cette compagnie est placée, au point de vue tactique et di scipline général, sous les ordres du Capitaine Curtet-Morane, com mandant. le groupe III dont le P. C. s’installera à Belvedere. Aucune opération, aucune patrouille à travers les lignes ennemies, aucune) mission individuelle ou collective ne pourra être effectuée sans un ordre du Capitaine Curtet-Morane, qui en demandera l’autorisation au Colonial Lanusse, Commandant le Groupement Alpin Sud. En particulier, tout service de renseignement français ou allié qui désidérerait utiliser les services d’un élément quelconque du Groupe « Nuto », ainsi qu/e toute autorité française ou allié, devra en faire la demande au Colonel Lanusse Commandant le Groupement Alpin Sud. 3°) Ce groupe pourra être autorisé à rentrer en Italie lorsque la situation le permettra. 4°) Le groupe « Nuto » conserve son autonomie, c’est-à-dire (24) Arch, b rig .; C arte lla : « A ttiv ità o p e rativ a » . 34 MARIO GIOVANA que son organisation intérieure, son administration, sa discipline in~ térieure, la gestion de son materiel, de son habillem'ent et de son armement, ainsi que la désignation des grades et des fonctions à l’intérieur du groupe « Nuto » sont uniquement du. ressort du Lt. Renato et des autres cadres du groupe. Le Colonel Lanusse (f.to Lanu'sse). Nella stessa giornata del 28 dicembre .arriva a Belvedere un ca pitano della missione inglese per insistere n'ella richiesta degli elen chi nominativi. Gli viene presentato il documento Lanusse, in base al quale nessuna collaborazione è possibile senza la preventiva autoriz zazione francese (25). L’ufficiale alleato non insiste ma, da questo istante, le pressioni sulla brigata perchè passi sotto controllo inglese non avranno più fine; anzi, aumenteranno nella mistura che Lattività della «Rosselli» metterà in luce le doti di abnegazione, di coraggio, di resistenza dei volontari. A prezzo di fatiche e rischi grandissimi si stabiliscono i collegamenti con il Comando della P Divisione a Pradleves (Valle Grana) e con il Comando della Brigata Roja, sito in alta valle. Le pattuglie portano in Italia armi, apparecchi radio, vestiario, e ritornano con lunghi rapporti informativi sulla situazione partigiana e del nemico in Piemonte, sulla dislocazione ed entità nu merica delle forze tedesche, con notizie di ogni sorta (26). Tre, quat tro, fino a sei giorni di marcia nella neve, sgusciando attraverso il dispositivo di pattuglie tedesche, affrontando tormenta e valanghe. Ecco la relazione su una di queste autentiche imprese: « Pattuglia per il collegamento con i partigiani in Italia, da parte della Brigata « Rosselli » con il Comando della P Divisione Alpina Gielle. Due uomini. Da Belvedere a Pradleves (ore 13 del 17-12-’44) - Itinerario: Falso Colle del Ruas-Grangie di Ceva (Pernottamento). Riparte alle 5 del 18-12 e raggiunge il lago de Le Mesce (Valle Roja) verso le 19, proseguendo per Gas termo-Pei rafìca. (Pem'otta'mento). - Partenza da Peirafica alle ore 3 del 19-12 - Percorso : Forte Giaura'Limonetto. Da Limonetto partenzai alle ore 5 del 20-12 - Percorso : Colle dell’Arpiola-Pallanfré (Vernante) - Pernottamento, presso un distaccamento della Brigata Vermenagna. Giorno 21-12-’44: ore 14 - Percorso: Colle di Cerse-Roaschia-Andonno-Tetti Rabas-Valloriate (pernot tamento). (25) Vedi nota 22. (26) I rapporti e la documentazione vastissima su tale attività, trovasi nell ’Archiv. brig. : Dossier 1. UNA FORMAZIONE PARTIGIANA IN TERRA DI FRANCIA 35 Giorno 22-12: Valloriate-Gorré-Rittaiia-Monterosso-Pradleves ». (27). Ecl eccone un’altra: « Patrouille Italienne depuis Andonne (Cuneo) jusqu’à Belvedere - V i a (Col de Tende,- Peirafica, Passo del Basto). Composition: 2 hommes de la Brigade «Valle Stura», depuis Andonne jusqu’à Colletta (Roaschia) auxquels se sont joints d’autres 3 hommes de la Brigade « Valle Vermenagna » dans le trajet CollettaBelvedere. Cartes Typographiques: Zone Demonte 1/100.000 (sheet 90). Zone Boves 1/100.000 (sheet 91). Départ de Andonne à 11 heures le 17-l-’45. Conditions du terrain: difficile à cause de la neige abondante, emploi de skis. Parcours de la journée: Andonne-Tetto, Bandito-Tetti, Monfranco-Roaschia-Tetto Colle di Roaschia-Cerse-Tetti Colletta di Vernante. Arrivée à Tetti Colletta à 18 heures. Les hommes y passent la nuit. A cause de la couche épaisse de neige et de la nécessité de battre la piste sur tout le parcours, la patrouille de 2 hommes demandait au commandant du détachement local de la Brigade Valle Vermenagna de lui donner d’autres hommes pour l ’aider dans ce parcours difficile. 3 autres patriotes se jognirent donc à eux. Départ le 18 à 10 heures de Tetti Colletta. Parcours de la journée: Tetti Colletta-Col de l’Arpiola-S. Anna (Valle Vermenagna)-Limonetto, où la patrouille passe la nuit. Départ de Limonetto le 19 Janvier à 4 heures. Parcours: Limonetto-Col de Tende Peirafica-Vallon de Valmasca-Refuge Imperia. La patrouille passe la nuit dans ce refuge dans des conditions extrêmement dures: manque de couvertures, de vêtements, de feu. Départ du Refuge Imperia le 20 à 6 heures. Rencontre avec la patrouille des 10 hommes partis de Belvedere le 18 Janvier à Grangia Giulia. Les 2 patrouilles s’unissent et continuent en suivant l ’itiné raire: Grangia-Giulia-Lago Nero-Lago del Basto-Passo del Basto-Lae Autier-Vallon de la Gardolasque-St. Grat. Arrivée à Belvedere' le 20-1’45 à 17 heures. Conditions de la montagne: très difficiles, neige gelée et profon de, en certains points neige poudreuse. Tourmente souvent. Froid très intense, aggravé par l’impossibilité de pouvoir changer les vêtements mouillés. Tout le parcours a été effectué en skis, à l’exception de brefs traits de chemin sur rochés ou sur glace où les patrouilleurs (27) Arch. cit., Dossier 1; cartella 287. . Il primo rapporto abbiamo ritenuto di riportarlo in italiano, in quanto limitato ai puri tragitti ed orari di marcia. U secondo invece è desunto dalla copia dell’originale, inviato al comando francese, e riportato fedelmente. Si noti che i percorsi erano compiuti per gran parte ad altitudini che supe ravano i 2000 metri, con carichi non indifferenti, talvolta sui venticinque chili per volontario. 36 MARIO GIOVANA devaient avancer avec les crampons et les piolets dans des condi tions extrêmement difficiles et qui demandaient comme toujours une connaissance parfaite de l ’alpinisme de haute montagne ». I coîlegatori rientrano anche con prigionieri inglesi evasi dai campi di concentramento ed ospitati presso le bande partigiane delle valli; in tre mesi, ne vengono portati in Francia dodici (28). Nel frattempo i distaccamenti della brigata continuano a presi diare le posizioni sopra Belvedere, con postazioni di mitragliatrici e mortai; pattuglie perlustrano giornalmente la zona, impegnando so_ ' ente combattimenti con gli avamposti germanici. La missione inglese osserva, valuta, cerca di affrettare i tempi per avere la brigata a difoosizione. Essa sa che, ad ogni collegamento in partenza da Belve dere, parte pure la richiesta al comando di Pradleves di informazioni sulle possibilità di rientro : i giellisti vogliono riprendere il loro posto accanto ai compagni (29). L’8 febbraio, in una riunione a Nizza, il colonnello Lanusse informa l’ufficiale di collegamento partigiano che, a seguito di accordi intervenuti fra il comando francese e la missione inglese, la Rosselli passa alle dipendenze di quest’ultima. Nei giorni immediatamente seguenti, a varie riprese, ufficiali in glesi ed americani si recano a Belvedere per rendere note le disposi zioni inerenti i nuovi compiti della formazione (30); il 13, viene por' tato a conoscenza un documento, a firma Maggidre Betz, nel quale si precisano i punti stabiliti dagli alleati (31): dipendenza operativa dal comando supremo delle forze del Mediterraneo, addestramento ed equipaggiamento dei partigiani per impegnarli nell’Italia del Nord in azioni di sabotaggio e guerriglia, partenza quanto prima, a scaglioni, per il cuneese. In sostanza:, gli inglesi giocavano a carte scoperte, pur concedendo il riconoscimento di una dipendenza della brigata dal co mando della 19a divisione e dal C.V.L. italiano e assicurando che, al momento del rientro in patria, essa avrebbe preso ordini unicamente dal C.L.N. (32). Fu loro fatto presente che la situazione del fronte ed, ancor più, quella della montagna non erano tali da' consentire il transito sia pure a gruppi di trenta-quaranta uomini (33). La rispo sta venne con un ultimatum, a fine febbraio, col quale si lasciavano ventiquattro ore alla formazione per decidere: o trasferirsi o scio gliersi. L’ultimatum fu reso noto in un incontro fra il colonnello in glese comandante le missioni sul fronte alpino, ed i comandanti della (28) Test. Rovelli. (29) Come risulta dal carteggio fra il comando della «Rosselli » e il comando della Ia Div. (Arch. brig.). (30) Vedi nota 18. (31) Arch. brig-: « Directif to Nuto Group», o «Diario della Brigata », cit. (32) Detta precisazione è inserita nel documento italiano allegato aH’oririnale (Ardi. Ia Divivione G. L .; Carteggio: collegamenti radio fra Pradleves e Nizza). (33) Diario cit.; copia presso l ’Istitiito Stor. della Res. in Torino. UNA FORM AZIONE PARTIGIANA IN TERRA P I FRANCIA 37 Rosselli, presente il maggiore Betz. Espresso duramente, si conclude va con la minaccia di internamento di tutti i componenti il reparto. Il comandante Revelli ribatte che sperava non aver ben compreso il significato dell’ordine, precisando in ogni modo che, qualora fosse stato messo per iscritto in termini siffatti, cadeva sul comando in glése l ’intera responsabilità delle perdite che la brigata avrebbe su bito nel tentativo, perdite calcolate al 70% degli effettivi. Il colon nello inglese, scosso evidentemente daU’affermazione, si scusò dicen do1di non essersi espresso bene e, di rincalzo, il maggiore Betz chiarì che, unica preoccupazione della missione era di evitare il progettato scioglimento da parte francese (34). Il comando della Rosselli decise di optare per la prima solu zione, fermo restando che sarebbe stato concesso alle bande il tem po per preparare il passaggio con sufficiente meticolosità. Furono compilate lettere di coloro che intendevano seguire il re parto e solo alcuni pochi chiesero di rimanere. Ebbe inizio tutta una accurata preparazione ed uno speciale allenamento per consentire ai volontari di affrontare l ’ardua avventuri; punte esplorative saggiaro no la sorveglianza nemica sui percorsi, cercando altresì la via meno disagevole. Il 10 marzo parte il primo gruppo (35), con itinerario Rifugio Imperia-Col del Sabbione-Col di Tenda e discesa in Vermenagna: ventotto ore di estenuante cammino, con un carico che supera i venticinque chilogrammi per ciascun uomo, fino a Peirafica. Gli av vistamenti tedeschi avevano seguito i movimenti del gruppo e, la mattina del' 14, forti nuclei tentano l’attacco ma devono desistere nel pomeriggio e ritirarsi su Vernante. Il 16, sul far del mezzogiorno, Pradleves è raggiunta. Sei giorni di marcia, un’odissea che ha sfian cato tutti; il 20 tuttavia, i volontari della Rossielli ripartono per la Valle Stura e riprendono l ’attività operativa (36). Il grosso della bri gata, rimasto in Val Vésubie, si appresta a sua volta al passaggio, sotto la guida del comandante Revelli. I rapporti con gli alleati sono tesi; il comandante Revelli si è accorto che la missione inglese al tera i radiogrammi provenienti da Pradleves e indirizzati alla brigata, con il preciso scopo di creare degli attriti fra i due comandi. Invia allora una staffetta, recante un frasario convenzionale per gli scambi radio (37); il tenore delle frasi concordate denota chiaramente quar to grave fosse la situazione. (34) Testimonianza dei comandanti Revelli, Aimo e dell’ufficiale di collega mento Matterelli. (35) Rapporto sulla marcia di trasferimento, negli orchivi dell’Ist. Storico di Torino. Sez.: rapporti con i francesi. Guidava il reparto, composto da 25 uomini © 7 ufficiali, più una missione RT alleata, il vice-comandante della Brigata, Renato Aimo. (36) Arch. brigata; Cartella: «attività dopo il rientro in Italia». (37) Originale nell’Arch. brigata; Dossier 2; Cartella: documenti importanti. MARIO GIOVANA 38 ESERCITO DI LIBERAZIONE NAZIONALE r Divisione A lpina 'Giustizia e Liberta Brigata Vaile Stura ' C. Rosselli" li .n .s t r c i'- e r iie . /;!« b i l i tfi pP0«r, g iri pe r a t a : .al;-n .V . n è ri - - o à - tT - 'L \ O r g o n t . n o t i a i* p re tu rse p e n s i* s i g n i f .t ' a i ; a “at-zi me a ia * da .a r t e d.". ì ;i't. ;a:tj - . a ¡Ligi e é a,.*, «J ; i.lfe p iis '^ u i - i *• va*.. - vici r**; ...M; o* v -'jS. t i*> fi'.*.': • d i f f i c o l t à aéiejra- itagf • s i ; - p i i i c a t o ; ai.tu'iz.: -Le v iv e r T.K 1 i li ( 1r , t e t t e . iro n o oyà^ ea .a i.re -vivi-r-v. . ifeh.l i a it s i a s i one - i r r aparal'T l e Copia, fotografica del biglietto inviato dal Col. Yarborought al Comando della Bri gata «Carlo Rosselli» Copia fotografica del frasario convenziona le concordato fra Co mando della Ia Divi sione G. L. di Pradleve® ed il Comando della « Rosselli » a Belvedere. U NA FORM AZIONE PARTIGIANA IN TERRA DI FRANCIA 39 Ecco il documento: « Frasario convenzionale stabilito con Nuto ». Nostro messaggio: Urgono notizie precise possibilità passaggio. Significato: Situazione disperata; abbandono da parte della missione inglese. Ostilità e boicotaggio francese. n. m.-. Escluso ogni nostro attuale impiego. Significato: situa zione disperata; scioglimento del gruppo; campo concentramento o battaglione lavoratori. n. ni. : difficoltà sempre maggiori. Significato: situazione viveri seria; una delle due fonti (inglese o francese) ha cessato la concessio ne di viveri. n„ m .: situazione irreparabile. Significato: si salvi chi può; pas saggio clandestino isolati. n. m.: speriamo sempre vostro appoggio. Significato: sistemate armi. Ai tentativi inglesi di sfasciare la formazione, si associano le ma novre del comando francese i cui timori, avvicinandosi la fine del con flitto, sono probabilmente in massima parte di natura politica; e cioè, intesi ad evitare che il contributo della Rosselli od una sua ulteriore permanenza nel settore, possano ripercuotersi in qualche modo sul problema di Briga e Tenda. Questa interpretazione della fretta che anche il comando francese dimostrò negli ultimi tempi di sbarazzarsi della brigata, è forse la più esatta; concordano a farla ritenere tale tutta la campagna di stampa e di propaganda che già la Francia ave va iniziato per rivendicare il possesso delle due suddette località di frontiera. II! passaggio del primo gruppo di volontari ha, intanto, messo in allarme tutti i dispositivi di controllo tedeschi che rafforzano la sor veglianza al Colle del Sabbione, unico passaggio sfruttabile. Gli ot tanta uomini di Revelli, dopo aver cercato, il 3 aprile, di infiltrarsi fra le maglie nemiche in questa direzione, si risolvono a prendere un’altra via: per la Val Durance ed il Colle Maurin, scendono in Valle Macra. Àncora punte esplorative e preparativi per una dozzina) di giorni, poi, il 18 aprile, partenza. Al Colle) Maurin, il presidia tedesco sbarra il passo: la colonna giallista riesce ad evitarlo e, dopo 38 ore filate di cammino, giunge in alta Valle Macra (38). La Brigata Rosselli è nuovamente in linea, nel Vo settore parti giano piemontese, perfettamente inquadrata; nei giorni della libera zione, i volontari del « Groupe Nuto » prenderanno parte alla con quista di Cuneo. M ario G iovana (38) Non esiste un rapporto scritto su tale trasferimento; l ’arch. della brigata •contiene la lista dei componenti il gruppo e l’ordine di marcia. La relazione ci è fatta dal comandante Revelli.