Accoglimento MP

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Accoglimento MP
Il Medico del Lavoro e la Denuncia di Malattia Professionale
Reggio Emilia, 21 marzo 2016
“I principali criteri INAIL
per la definizione e
l’accoglimento delle
Malattie Professionali”
Daniela Bonetti
INAIL – Sovrintendenza Sanitaria Regionale Emilia Romagna
L’ambito
SICUREZZA SOCIALE
“Insieme di prestazioni economiche e sociali erogate dal
settore pubblico per tutelare i cittadini rispetto a 4 tipi di
rischi sociali o stati di bisogno: vecchiaia e invalidità;
infortunio sul lavoro; malattia e disoccupazione; povertà
ed esclusione sociale” (da: Treccani)
Il sistema italiano di Sicurezza Sociale (Welfare state) è di
tipo misto, affidato cioè ad un modello sia di tipo
Previdenziale che di tipo Assistenziale.
L’ambito
AMBITO PREVIDENZIALE
La legislazione Previdenziale prevede che, al verificarsi di uno
stato di bisogno di un lavoratore, vengano fornite prestazioni
in modo corrispettivo, cioè secondo quanto pattuito,
finanziate con fondi accantonati dai lavoratori stessi, versati
ad Enti Assicurativi (Assicurazioni Sociali Obbligatorie),
strutturati in parte ancora in modo corporativistico, per cui:
- alcuni professionisti hanno proprie Casse Previdenziali
- gli altri lavoratori autonomi e la generalità dei dipendenti
del sistema privato afferiscono a INAIL e INPS, e infine
- i lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni sono tutelati
dallo Stato stesso (spesso tramite “gestioni per conto”
affidate a INAIL e INPS).
L’ambito previdenziale: l’INAIL
Assicurazione contro i rischi derivanti da infortuni sul lavoro
e malattie professionali
Norma di riferimento principale: DPR 1124/1965 (T.U.) e D.Lgs
38/2000 (in vigore dal 25.7.2000)
A chi è rivolta: lavoratori sia del settore privato che del
settore pubblico (trattati con una “gestione per conto dello
Stato”), e buona parte dei lavoratori parasubordinati e
autonomi (in genere esclusi gli iscritti ad Albi professionali).
Da chi è valutata: dai Centri Medico Legali (CML) dell’INAIL
Quando: i benefici vengono erogati al concretizzarsi del
rischio assicurato, così come connotato dalla norma stessa: in
caso di infortuni sul lavoro o malattie professionali (MP).
L’ambito previdenziale: l’INAIL
PRESTAZIONI INAIL
Inizialmente il TU prevedeva :
1) un'indennità giornaliera per l'inabilità temporanea - diaria;
2) una rendita per l'inabilità permanente;
3) un assegno per l'assistenza personale continuativa accompagno;
4) una rendita ai superstiti e un assegno una volta tanto in
caso di morte - reversibilità;
5) le cure mediche e chirurgiche, compresi gli accertamenti
6) la fornitura degli apparecchi di protesi.
L’ambito previdenziale: l’INAIL
PRESTAZIONI INAIL
In realtà con la L. 23-12-1978, n. 833 veniva tolta all’INAIL la
possibilità di effettuare qualsiasi tipo di cura e di
accertamento clinico, demandate invece al SSN, restando solo
la funzione sanitaria medico legale.
Successivamente veniva permesso all’INAIL di erogare:
-
le «prime cure ambulatoriali» (solo in modo diretto)
-
Recentemente: prestazioni riabilitative non ospedaliere
DEFINIZIONE
di malattia professionale
(tecnopatia)
DEFINIZIONE di MP
IL TECNOPATICO: CHI
Trattandosi di un sistema previdenziale assicurativo, la
tecnopatia viene riconosciuta solo nei soggetti assicurati
LA MALATTIA: QUALE
1.
Fattispecie tabellate
In origine le malattie professionali venivano tutelate dall’INAIL
con un sistema tabellare, quindi erano tecnopatie soltanto:
- quelle previste nell’elenco tassativo allegato al TU 1124/65,
formato da una tabella per l’agricoltura ed una per l’industria,
- la silicosi e l’asbestosi, previste al Capo VIII all’art. 140 e art.
144 e tutelate con “disposizioni speciali per la silicosi e
l'asbestosi”, contratte nell'esercizio dei lavori specificati nella
tabella di cui all’allegato n.8
DEFINIZIONE di MP
2.
Fattispecie non tabellate
Con la sentenza della Corte Costituzionale 18.2.1988 n. 179 il
sistema di tutela è diventato “misto”: viene riconosciuta
qualsiasi malattia, anche non tabellata, purchè ne sia
dimostrata l’origine professionale, cioè il nesso causale con
un rischio lavorativo specifico.
La circolare 29/1991 precisa che il rapporto deve essere
«diretto ed efficiente» fatta salva comunque la possibilità del
concorso di fattori causali extralavorativi, in osservanza del
principio dell’equivalenza delle cause (Lettera DG 16.2.2006).
Il concetto di rischio lavorativo è da intendersi come «nocività
delle lavorazioni» e, più ampiamente, come nocività
dell’attività lavorativa (riconducibile a tutte le condizioni in
cui è prestata l’attività, compresa l’organizzazione del lavoro).
DEFINIZIONE di MP
L’onere probatorio è differente a seconda della fattispecie:
Tabellata
 presenza della esatta
patologia indicata nella
voce tabellare
 adibizione abituale alla
lavorazione specifica della
corrispondente voce
tabellare (alla dose di
nocività)
 comparsa entro i termini
massimi previsti (PMI)
Non tabellata
 presenza di una patologia
 esposizione a un fattore
di rischio sul lavoro
 nesso causale tra la
patologia e il rischio
(plausibilità scientifica
astratta + idoneità nel
concreto)
Ripartizione dell’onere probatorio: chi fa cosa
Fattispecie tabellata
(vige la presunzione legale del nesso causale)
A carico del lavoratore la dimostrazione di:
• patologia in elenco (non ammesse analogie)
• lavorazione in elenco (non ammesse analogie; se
indicata genericamente come rischio: esposizione alla
dose dotata di nocività) svolta in modo abituale
• rispetto del Periodo Massimo di Indennizzabilità dalla
cessazione della esposizione al rischio
l’INAIL ha compiti di:
• verifica probatoria (bontà delle prove a dimostrazione)
• verifica di assenza di prove contrarie (incompatibilità)
al nesso di causalità.
Ripartizione dell’onere probatorio: chi fa cosa
Fattispecie non tabellata
A carico del lavoratore dimostrare:
• Patologia
• esposizione professionale a rischio
• nesso causale
l’INAIL ha compiti di:
• verifica probatoria
• collaborazione con l’assicurato nella ricerca probatoria
(solo nel procedimento extragiudiziale)
Ripartizione dell’onere probatorio: chi fa cosa
Circolare INAIL n.80/1997
L’INAIL si impegna a collaborare con l’assicurato nell’onere
probatorio con le seguenti modalità:
 Patologia e rischio: ove carenti, l’INAIL indica (se
possibile) il tipo di prove e le modalità di reperimento
delle stesse.
 Rischio: l’INAIL si attiva utilizzando i dati già in suo
possesso, chiedendo direttamente quelli derivanti da
indagini svolte da altri Uffici, e integrandoli con
ispezioni anche di tipo tecnico (ConTARP)
 Nesso causale: qualora i medici sospettino una
tecnopatia, l’INAIL effettua gli esami necessari alla
valutazione del nesso.
ACCOGLIMENTO
di una malattia professionale
Accoglimento MP: modalità
MODALITA’
Il riconoscimento di una tecnopatia è un processo
complesso e inizia con la domanda dell’interessato,
che allega i documenti probatori del suo diritto, e
prosegue con la verifica dei requisiti amministrativi e
sanitari (comprensivi di visita con anamnesi ed esame
obiettivo, ed eventuali accertamenti).
La verifica dei requisiti viene distinta in due fasi:
- dapprima una raccolta di dati e documenti
(istruttoria) ad eventuale completamento
- poi un processo decisionale, affidato ai ruoli
amministrativi e sanitari secondo le competenze.
Accoglimento MP: requisiti AMMINISTRATIVI
CHI
•
Hanno diritto alle prestazioni solo gli assicurati, pertanto il
primo requisito necessario è che il lavoratore rientri tra i
soggetti assicurabili.
•
In secondo luogo occorre verificare che sia effettivamente
assicurato, cioè che abbia pagato il premio assicurativo.
Se si tratta di lavoratore autonomo (l’assicurato coincide con il
datore di lavoro), le prestazioni possono essere erogate solo se i
contributi sono regolari o se vengono regolarizzati, anche in
data successiva alla denuncia di MP.
Se si tratta di dipendente, qualora il datore di lavoro non abbia
versato i contributi, è sufficiente che il lavoratore dimostri che
ci sia stato un contratto di prestazione lavorativa con i requisiti
della dipendenza (automaticità delle prestazioni).
Accoglimento MP: requisiti AMMINISTRATIVI
MODALITA’ DI RICHIESTA
L’assicurato deve presentare all’INAIL, direttamente e/o tramite
il datore di lavoro, il “certificato medico”, secondo le previsioni
dell’art.53 del TU: “... Il certificato medico deve contenere, oltre
l'indicazione del domicilio dell'ammalato e del luogo dove
questi si trova ricoverato, una relazione particolareggiata della
sintomatologia accusata dall'ammalato stesso e di quella
rilevata dal medico certificatore. I medici certificatori hanno
l'obbligo di fornire all'Istituto assicuratore tutte le notizie che
esso reputi necessarie”.
L’INAIL ha predisposto una modulistica (mod.5SSbis) per
facilitare il compito nell’indicare tutte le informazioni.
Poiché è necessaria la manifestazione esplicita della volontà
dell’assicurato di richiedere le prestazioni, il certificato deve
essere firmato dal lavoratore.
Accoglimento MP: requisiti AMMINISTRATIVI
QUANDO
L’art.52 TU stabilisce: “La denuncia della malattia professionale
deve essere fatta dall'assicurato al datore di lavoro entro il
termine di giorni quindici dalla manifestazione di essa sotto
pena di decadenza dal diritto a indennizzo per il tempo
antecedente la denuncia”. Pertanto, se la MP ha causato una
Inabilità Temporanea Assoluta (ITA) al lavoro, la prestazione
indennitaria INAIL decorre al massimo dai 15 giorni antecedenti
alla denuncia.
Qualora invece la MP non abbia provocato una ITA, bensì un
danno permanente di entità indennizzabile (Danno alla capacità
lavorativa≥10%; ora: DannoBiologico≥6%), valgono i termini di
prescrizione ordinaria, cioè la richiesta di prestazioni deve
essere avanzata entro 3 anni e 150 giorni dal momento in cui il
lavoratore è venuto a conoscenza del suo diritto.
Accoglimento MP: requisiti SANITARI
QUALE MALATTIA
1. fattispecie NON tabellate.
L’assicurato deve provare di essere affetto da una malattia
qualsiasi, purchè identificata nosograficamente e suscettibile di
tutela (comportante un’ITA o una riduzione permanente
dell’integrità psicofisica). Resta inteso che poi dovrà dimostrarne
l’origine lavorativa.
Accertamento INAIL. La verifica della patologia fatta dai medici
dell’Istituto è essenzialmente di tipo documentale, confortata
dalla visita con rilievo diretto dell’obiettività clinico-funzionale e
dei dati anamnestici. Qualora sorgano dubbi, l’Ente può
procedere ad approfondimenti diagnostici integrativi a finalità
medico legale. Se la malattia non è presente, e non ha
comportato una ITA, viene definita negativamente per «assenza
di malattia».
Accoglimento MP: requisiti SANITARI
QUALE MALATTIA
2. fattispecie tabellate: l’assicurato deve dimostrare che siano
verificati tutti i 3 requisiti previsti dalla tabella, cioè:
 di essere affetto dalla MALATTIA in tabella (l’elenco è
tassativo, non sono ammesse interpretazioni analogiche, per
cui la diagnosi deve essere identica a quella in tabella),
 che la manifestazione della patologia sia avvenuta entro il
TERMINE TEMPORALE massimo indicato alla voce tabellare
(PMI) rispetto alla cessazione della lavorazione (esposizione)
 di essere adibito alla LAVORAZIONE indicata nella tabella
nella corrispondente voce, in modo abituale (quotidiano),
sistematico (intrinseco alle mansioni e non marginale
nell’arco della giornata) e prolungato (continuativo nei mesi).
Accoglimento MP: requisiti lavorazione tabellata
REQUISITI DELLA LAVORAZIONE TABELLATA
Quale criterio generale, la lavorazione in tabella deve essere
caratterizzata da nocività intrinseca.
Inoltre, le previsioni tabellari richiedono che l'assicurato sia
stato addetto alla lavorazione
- in modo non occasionale (abituale) e
- in maniera prolungata, ossia in modo duraturo, per un
periodo di tempo idoneo a causare la patologia.
L'adibizione sporadica o saltuaria non porta, però,
all’esclusione dell'esistenza di una malattia professionale, ma
implica soltanto che la patologia denunciata sia degradata al
rango di malattia non tabellata.
Accoglimento MP: requisiti lavorazione tabellata
Le voci tabellari delle lavorazioni possono ricadere in due
ipotesi, con diversi oneri probatori:
1. le lavorazioni/attività sono indicate in modo specifico (es.
51g: «attività veterinaria»): è sufficiente dimostrare di aver
svolto tale attività (in modo abituale).
In questo caso, l’accertamento INAIL prevede la verifica che
l’attività sia effettivamente una componente abituale e
sistematica della mansione. Qualora invece essa non sia
prevalente ma solo marginale nell’arco della giornata, si
dovrebbe parlare (più che di adibizione) di svolgimento
promiscuo di più lavorazioni, e si deve verificare che la
lavorazione effettiva, in ragione della sua durata e intensità,
abbia in concreto le caratteristiche della nocività, che deve
caratterizzare le lavorazioni in tabella.
Accoglimento MP: requisiti lavorazione tabellata
2. la lavorazione è indicata, in modo del tutto generico, come
quella che espone ad un rischio: in questi casi, in accordo
con i criteri generali di costruzione delle tabelle (per i quali è
implicito che la lavorazione sia nociva), va dimostrato, oltre
all’adibizione abituale, che la lavorazione sia effettivamente
caratterizzata dalla nocività indicata.
Ci sono due tipologie di espressione:
 La voce tabellare è formulata come «lavorazione che espone
a…»: va provato che la lavorazione venga svolta con le
modalità “che espongono a …”, cioè che le concrete modalità
di lavoro espongano all’azione nociva dell’agente patogeno
indicato in tabella (esposti al rischio, non al pericolo)
 La voce tabellare è formulata come «lavorazioni che
comportano …[rischio]»: va provato che per la sua modalità
concreta vi sia esposizione al rischio oltre la soglia nociva.
Accoglimento MP: requisiti lavorazione tabellata
L’accertamento INAIL dovrà verificare:
•
L’effettiva adibizione alla lavorazione,
•
La sua abitualità e
•
l’efficacia nociva della lavorazione nell’esporre all’agente
patogeno, secondo il criterio della “effettività del rischio
professionale”: nel caso concreto l’esposizione deve essere
nociva in termini qualitativi, quantitativi e temporali, cioè
avente capacità lesiva, avuto riguardo alle mansioni svolte,
alle condizioni di lavoro, alla durata e l’intensità
dell’esposizione giornaliera, al periodo complessivo di
esposizione.
Accoglimento MP: la causa lavorativa
QUALE CAUSA
1. FATTISPECIE TABELLATA
Nelle fattispecie tabellate l’assicurato non ha oneri probatori
relativamente al nesso causale, che gode della “presunzione
legale relativa”, cioè viene ritenuto certo, a meno che l’INAIL
non provi il contrario.
ACCERTAMENTO INAIL. In questo caso vige la regola
dell’inversione dell’onere probatorio: i medici dell’Istituto
devono verificare che la patologia denunciata non sia
riconducibile ad altra causa, non lavorativa, e per affermarlo
devono dimostrarlo (non è sufficiente ipotizzarlo).
La verifica dell’origine professionale della malattia nel caso
concreto avviene applicando la metodologia medico-legale
secondo i classici criteri del nesso di causalità.
Accoglimento MP: la causa lavorativa
QUALE CAUSA
2. FATTISPECIE NON TABELLATA
la metodologia istituzionale richiede sempre:
I) La verifica del rischio professionale specifico. È necessario
controllare la lavorazione svolta (mansioni, condizioni di
lavoro, attività prevalenti), la sua continuità e durata. Si
identifica il rischio professionale e lo si misura per intensità e
durata, in modo scrupoloso ed oggettivo, non potendo
affidarsi esclusivamente sul dato anamnestico.
II) La verifica del nesso causale. Avviene in due fasi:
- verifica della plausibilità scientifica di un legame causale
- verifica del legame causale nel caso concreto secondo la
consueta metodologia medico-legale.
Accoglimento MP: verifica del rischio professionale
I) verifica del rischio professionale
L’INAIL:
 Verifica la presenza di documenti probatori relativi al
rischio professionale nell’attività concretamente svolta
(idoneità qualitativa e quantitativa per intensità e
continuità)
 collabora nella ricerca della prova tramite:
 Indicazione dei documenti utili da presentare
 Indagini in archivi pubblici - acquisizione d’ufficio
di documenti da altre Pubbliche Amministrazioni
 Effettuazione di indagini bibliografiche
 Effettuazione di indagini ispettive INAIL
 indagini tecniche INAIL sul rischio (ConTARP)
Accoglimento MP: verifica del rischio professionale
Documenti probatori per accertare il rischio sono:
- Il DVR con descrizione del ciclo di lavoro
- Le informazioni e dichiarazioni del Datore di Lavoro su
compiti, attività, modalità lavoro, organizzazione, ambiente,
storia lavorativa e periodi di assenza dal lavoro
- indagine anamnestica sulle effettive condizioni di lavoro
(verifica incrociata e personalizzazione)
- Prove testimoniali
- Verbali ispettivi ASL
- dati INAIL sul pagamento del premio silicosi-asbestosi o altro
da parte della ditta,
- dati epidemiologici (ad es. pregressi riconoscimenti di MP
analoghe nella stessa ditta),
- pregresse indagini INAIL (ad es. valutazioni del rischio o dei
requisiti per i contributi previdenziali per altri lavoratori)
Accoglimento MP: verifica del rischio professionale
Possono essere utili inoltre, anche come elementi di verifica
probatoria “oggettiva”, o di valutazione indiretta del tipo di
lavorazione, delle modalità di lavoro, della quantità di lavoro:
 visure camerali,
 estratti contributivi INPS,
 fatture di acquisto delle materie prime
 fatture di vendita prodotti - registri aziendali carico-scarico,
 piani aziendali di coltivazione
 certificati catastali,
 Fatture di acquisto di strumenti ed attrezzi (libro cespiti)
 contratti di affitto o di appalto
 schede tecniche degli attrezzi di lavoro o dei macchinari,
 registri di consumo carburante - libretti UMA,
 ecc
Accoglimento MP: verifica del rischio professionale
Quando tutto ciò non basta:
“La presenza nell’ambiente lavorativo di fattori di nocività,
quando non sia possibile riscontrare con certezza le condizioni
di lavoro esistenti all’epoca della dedotta esposizione a rischio,
può essere desunta, con un elevato grado di probabilità, dalla
tipologia delle lavorazioni svolte, dalla natura dei macchinari
presenti nell'ambiente di lavoro e dalla durata della
prestazione lavorativa. A tale scopo ci si dovrà avvalere dei dati
delle indagini mirate di igiene industriale,
di quelli della letteratura scientifica,
delle informazioni tecniche, ricavabili da situazioni di lavoro
con caratteristiche analoghe,
nonché di ogni altra documentazione e conoscenza
utile a formulare un giudizio fondato su criteri di ragionevole
verosimiglianza.”
Accoglimento MP: verifica del nesso causale
II) Nesso causale
La verifica del nesso causale avviene in due fasi
- verifica in astratto di un potenziale legame causale
secondo il criterio della plausibilità scientifica.
Corrisponde al criterio medico legale di idoneità lesiva
qualitatitiva del rischio nel produrre la malattia: criterio
analogo ai «punti di vista» di Bradford-Hill per stabilire in
astratto l’«attribuibilità» della patologia al rischio
identificato.
- verifica di un legame causale nel caso concreto secondo
la consueta metodologia medico-legale (5 criteri: di
idoneità lesiva qualitativa e quantitativa, topografico,
cronologico, di esclusione, di continuità fenomenica).
Accoglimento MP: verifica del nesso causale -plausibilità
La plausibilità astratta di un legame causale
-
a volte è riconosciuta in modo pacifico in letteratura (come
accade per le fattispecie tabellate),
-
altre volte possiede un più o meno solido terreno
probatorio accertato e condiviso dalla comunità scientifica.
È il caso ad es. delle fattispecie elencate nelle tre liste di cui
al DM 11/6/2014, per le quali è obbligatoria la denuncia ai
sensi dell’art.139 DPR 1124/65 (distinte in “malattie la cui
origine lavorativa è” «di elevata probabilità»- Lista I, «di
limitata probabilità»- Lista II, e «possibile»- Lista III).
-
Altre volte il legame causale non risulta riconosciuto in
modo pacifico dalla letteratura scientifica, e va ricercato e
dimostrato.
Accoglimento MP: verifica del nesso causale -plausibilità
La dimostrazione dell’idoneità lesiva di un rischio nel causare
una determinata patologia non deve essere fondata sulla
«convinzione personale» o sulla «creatività diagnostica», ma
essere riproducibile, obiettiva e condivisibile, quindi ottenuta
secondo metodi scientifici riconosciuti (come i 5 criteri di
Bradford Hill: dati epidemiologici validati, inferenze logiche,
coerenza tra più dati scientifici, analogia biologica, supporto
sperimentale …).
Per alcune malattie i dati disponibili per valutare l’associazione
causale non sono esaustivi; in questi casi il medico deve
ricorrere alla metodologia scientifica utilizzandola in modo
«modulato», cioè parziale, con la conseguenza che la
conclusione raggiunta avrà una minore consistenza in termini
probabilistici.
Accoglimento MP: verifica del nesso causale – caso concreto
II) Nesso causale nel caso concreto
La valutazione dell’efficienza causale degli agenti patogeni
lavorativi va effettuata non in astratto ma nel caso concreto,
cioè con riferimento alle condizioni fisiche di quel lavoratore.
La verifica del legame causale avviene con la consueta
metodologia medico-legale avvalendosi dei dati oggettivi
specifici raccolti nell’istruttoria e relativi
- all’esposizione al rischio professionale e
- dei dati relativi alle caratteristiche della malattia e
- dei dati relativi ai fattori di rischio extraprofessionale
desunti dalla visita, dalla cartella sanitaria e di rischio, dalla
documentazione sanitaria prodotta dall’assicurato o acquisita
d’ufficio dall’INAIL, dagli eventuali ulteriori accertamenti
effettuati, ecc.
Accoglimento MP: verifica del nesso causale – caso concreto
Sia per le fattispecie tabellate che non tabellate si verifica
l’origine professionale nel caso concreto con la classica
metodologia medico legale (5 criteri):
- idoneità lesiva qualitativa (coincidente con la plausibilità
scientifica in astratto),
- Idoneità lesiva quantitativa: gradiente biologico (retta doseeffetto secondo il modello lineare, o curva sigmoide
secondo il modello stocastico; nella causalità psichica:
modello circolare)
- Idoneità topografica
- Idoneità cronologica
- esclusione di altre cause
- continuità fenomenica (eventuale)
Accoglimento MP: verifica del nesso causale - probabilità logica
L’accertamento medico legale permette di calare il caso
astratto nel caso concreto, pervenendo alla probabilità
«qualificata», o «logica». Infatti i dati statistici forniscono una
indicazione di compatibilità del caso con un modello
scientifico generale, e definiscono una «probabilità di
accadimento» astratta, rappresentando un indizio, ma occorre
“personalizzare” la “compatibilità” utilizzando tutti i dati
possibili per verificare l’aderenza del caso concreto al modello
generale (età, sesso, costituzione, modalità di esposizione,
ecc). Questo procedimento logico, che organizza gli elementi
probatori e indiziari nel risultato probatorio, in giurisprudenza
è detto «probabilità qualificata», e corrisponde all’approccio
Bayesiano: «concetto, complicato nella sua formulazione, è in
realtà parte (inconsapevole) del processo di decisione clinica
(Gill et al., 2005)».
Accoglimento MP: verifica del nesso causale – processo decisionale
IL PROCESSO DECISIONALE
Al termine della verifica medico legale si raggiunge un giudizio
di probabilità «qualificata», che esprime una valutazione
quantitativa (o semiquantitativa) della probabilità di
accadimento riferita al caso concreto (probabilità che la
patologia abbia un’origine professionale).
Verificata la patologia, il rischio professionale e, in termini
probabilistici, il nesso causale, calibrato sul caso concreto, si
può concludere il processo decisionale di accoglimento della
MP, secondo i principi che regolano il nesso causale
(equivalenza delle cause), e secondo la regola probatoria, cioè
il «quantum probatorio» del «più probabile che non» (il
giudizio deve avere una probabilità superiore al 50% di essere
vero).
FINE