Repubblica 28feb2016

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Repubblica 28feb2016
Rete metano, arriva il nuovo colosso: Italgas e F2i Reti verso la fusione
La controllata di Snam e la società che ha acquisito Enel Rete Gas daranno vita a
un nuovo soggetto, pronto a partecipare alle gare rimandate dal Milleproroghe.
Nella fase due è prevista la quotazione in Borsa
Scalda i motori il nuovo soggetto forte della distribuzione del gas in Italia, che già
strizza l'occhio a Piazza Affari: Italgas e F2i Reti si preparano a un matrimonio
che permetterà di unire i tubi della controllata al 100% di Snam (Italgas), con la
società che ha in pancia le strutture ex Edison ed Enel. Italgas gestisce una rete
di distribuzione di oltre 50mila chilometri attraverso la quale, nel corso
dell'ultimo anno, ha distribuito 6,5 miliardi di metri cubi di gas a 6,4 milioni di
utenti. Il fondo F2i ha invece investito fin dal 2009 in Enel Rete Gas, dando poi
vita a una crescita per aggregazioni societarie che l'ha portato a gestire 5,8
miliardi di metri cubi di gas, con una rete di 57mila chilometri che rifornisce
2mila comuni.
I due rami d'azienda confluiranno in una nuova società. Considerando che il
socio di maggioranza di Snam è Cdp Reti, alla fine della fusione sarà proprio il
ramo della Cassa depositi e prestiti (che ha già in pancia sia Snam che Terna), ad
avere la quota di maggioranza relativa. F2i sarà il secondo socio e una
partecipazione minore farà ancora capo a Snam.
Gli advisor sono ancora al lavoro per definire i dettagli tecnici dell'operazione, che
potrebbe anche prevedere un corrispettivo economico in contanti. Al netto di
queste ultime limature, si aspetta che l'intero accordo sia pronto nel giro di un
mese. Se le condizioni dei mercati finanziari, attualmente vittime della volatilità,
lo permetteranno si darà il via alla seconda fase, che prevede la quotazione in
Borsa. A quel punto, sia Snam che F2i venderanno una parte delle loro quote e
per il Fondo ci sarà la possibilità di monetizzare l'investimento fatto sette anni or
sono. L'operazione vanta alcuni precedenti in Europa, dove le società delle reti
locali hanno già messo a fattor comune le loro forze per contare maggiormente;
per Snam, inoltre, si prospetta un'importante occasione di monetizzare la
partecipazione e finanziare i nuovi investimenti.
Non sfuggono i risvolti politici che ricadono dalla nascita di questo nuovo
soggetto. In primo luogo, si tratta di una società dalle spalle larghe che potrà
giocare un ruolo importante nelle gare che gli Ambiti territoriali bandiranno per
assegnare la distribuzione del gas. Le dimensioni, d'altro canto, obbligano a un
confronto con l'Antitrust per risolvere eventuali problemi di posizione dominante
sul mercato. Il governo, presente attraverso la Cdp in entrambe le parti in causa,
segue da vicino il dossier. L'interesse nazionale prevede infatti che il nuovo
soggetto, forte delle sue dimensioni e delle relative sinergie, possa operare e
investire con maggior fortuna anche in quelle aree (si pensi in particolare al
Mezzogiorno) dove i nuovi operatori entrano con ritrosia. Non è un caso,
sottolinea chi conosce la partita, che il decreto Milleproroghe abbia fatto slittare
ancora di qualche tempo (dai dodici mesi degli ambiti di primo raggruppamento ai
cinque mesi per quelli di ottavo) il termine per lanciare i relativi bandi. Nel
frattempo, un nuovo soggetto sarà pronto a partecipare.
Luca Pagni - La Repubblica, 28-02-16
Reti Il super polo del gas? Nascerà a Piazza Affari
Si decide ad aprile sull’aggregazione tra Rete Gas e Italgas. Un colosso pubblicoprivato con il 50% del mercato
Il punto di approdo è una società quotata a Piazza Affari. Il più grande network di
distribuzione del gas cittadino, con ricavi aggregati pari a 1,8 miliardi e oltre 100
mila chilometri di rete. Dimensioni che si avvicinano a quelle del leader europeo
Engie, l’ex Gdf Suez.
È l’obiettivo ambizioso che stanno cercando di centrare Snam con la sua Italgas e
il fondo F2i con la Rete gas. Vale a dire il numero uno con 6,4 milioni di utenze
collegate e il suo competitor, risultato dell’assemblaggio negli ultimi anni della ex
Enel rete gas, l’ossatura distributiva di E.On e di Gdf Suez in Italia. Un tema che
sta a cuore all’amministratore delegato di Snam, Carlo Malacarne, e di Renato
Ravanelli, ceo dell’unico fondo infrastrutturale italiano. Il piano di aggregazione,
già esplorato in passato, adesso starebbe entrando nel vivo. E potrebbe essere
finalizzato già entro aprile. Sullo sfondo, la Cassa depositi e prestiti che
dell’operatore ex Eni ha il 29% attraverso il veicolo Cdp reti e che nel progetto,
ancora sulla carta, potrebbe ricevere in presa diretta la Italgas che si
affiancherebbe così a Terna e Snam completando il progetto di polo delle reti di
distribuzione. Lo studio di fattibilità e il negoziato procedono nella massima
riservatezza. Al lavoro ci sono almeno due banche, anche se non ancora
formalmente incaricate. Goldman Sachs studierebbe il progetto a fianco di Snam
e Morgan Stanley seguirebbe in questa fase il mondo F2i. Entrambe sono
interlocutori finanziari storici sia del gruppo Eni sia della Cassa depositi e
prestiti.
Il tema Antitrust
Soci e manager stanno esplorando modalità di esecuzione e valori. Ma anche
eventuali impatti a livello di normativa Antitrust. Italiana ma anche dell’Ue, visto
che in cantiere c’è appunto la nascita di un campione con il 50 per cento della
distribuzione di metano nella Penisola, ma di rilievo europeo per taglia. A livello
nazionale, però, il nuovo polo distributivo sarebbe capace di sfruttare efficienze e
taglio di costi che potrebbero trasformarsi in un beneficio nella bolletta dei
consumatori.
Ne sono convinte le parti in campo che esplorano l’ipotesi di aggregare le due
società in un veicolo del quale sarà socio F2i (che ora ha il 72% della sua 2i Rete
Gas). Quanto a Snam, la sua partecipazione in Italgas potrebbe essere passata
alla controllante Cdp Reti. Mossa, quest’ultima, che risponderebbe ad almeno due
esigenze. Primo: la distribuzione retail di Italgas è un buon generatore di cassa
ma è ritenuta meno strategica della cugina Snam rete gas (trasporto nazionale) e
dei corridoi europei dove ha investito San Donato: dal 31,5% di Interconnector Uk
in alleanza con Fluxys, al 45% di Tigf nel Sud-Ovest della Francia fino al 20% nel
gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline), per un prezzo di 130 milioni. Secondo
punto: Snam beneficerebbe in termini di flessibilità finanziaria dall’incasso
proveniente dal passaggio di Italgas al veicolo delle reti di Cdp, visti gli impegni
per la crescita futura su scala europea.
L’incasso dei soci
Per F2i e il ceo Ravanelli ci sarebbe la possibilità di valorizzare la sua
partecipazione in un’entità ben più grande. E magari incassare, almeno in parte,
visto che il percorso porterebbe la combinazione a un’offerta a Piazza Affari. Certo
i pesi sono ancora da definire perché le valutazioni degli asset sono in corso, così
come si esplora la sistemazione del debito (F2i Rete Gas ha anche emesso bond)
in capo alla nuova entità. Senza contare che il secondo azionista di 2i Rete Gas è
con il 28% il fondo infrastrutturale francese Ardian il cui ruolo è tutto da definire.
Il nuovo polo della distribuzione cittadina nascerebbe con spalle più forti, cosa
che
aumenterebbe
il
vantaggio
competitivo
della
società
guidata
dall’amministratore delegato Michele De Censi nelle gare per aggiudicarsi le
concessioni bandite dai comuni. Fin qui nella 2i Rete Gas di oggi sono state
assorbite più di 120 società di distribuzione. Adesso, a dare nuovo impulso
all’ipotesi di un merger tra Italgas e 2i rete gas avrebbero contribuito vari
elementi. In primo luogo l’arrivo del presidente Claudio Costamagna e
dell’amministratore delegato Fabio Gallia al vertice di Cdp, riconosciuta come
motore dello sviluppo del Paese, anche con la creazione di campioni nazionali, e
soprattutto promotore dello sviluppo delle infrastrutture. Poi c’è la stessa Snam
che nel tempo ha valutato l’apertura del capitale a fondi in alternativa alla
quotazione di Italgas. Con l’arrivo nel ruolo di direttore generale di Marco Alverà,
ex top manager di Enel, dove si era occupato proprio di gas, e di Eni (grandi
clienti e retail) — uomo vicino al mercato della distribuzione — San Donato ha
maggiore sensibilità nel confezionare un nuovo futuro per la controllata.
Daniela Polizzi - Corriere Economia, 29-02-16