Imp. Osservatorio 8-9/2002 - Chiesa Cattolica Italiana
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Imp. Osservatorio 8-9/2002 - Chiesa Cattolica Italiana
8-9 2002 SSERVATORI O & O COMUNICAZIONE CULTURA Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.209 • Fax 06.66398.239 - http://www.chiesacattolica.it • E-mail: [email protected] Servizio nazionale per il progetto culturale Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.288 • Fax 06.66398.272 - http://www.progettoculturale.it • E-mail: [email protected] 1 Editoriale 2 Approfondimenti 3 Dossier 4 Comunicazioni sociali • Corso sui media per seminaristi . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Settimana per l’editoria cattolica in Puglia • Internet ed evangelizzazione: seminario per giovani • Corso di aggiornamento Acec a Ponte di Legno • India: i missionari salesiani realizzano un cortometraggio 9 5 Progetto culturale • Cantiere aperto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 10 12 Fare cultura nel tempo della comunicazione Francesco Casetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 2 Il dizionario della comunicazione Franco Lever . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4 Un contesto culturale che esige nuovi protagonisti a cura di Franco Mazza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 5 • Laboratorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 6 Novità dai media cattolici • I media cattolici mobilitati per la GMG. . . . . . . . . . pag. • La GMG anche via radio con inBlu • “Avvenire” • Novità dal SiCei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 15 16 8 Economia dei media • Giffoni film festival . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • De Agostini: ricavi a + 2,5% • È nata Rtc Pianeta, prima emittente russa per l’Occidente • Internet: crescono i navigatori italiani • Cinema: recupero “estivo” • Investimenti pubblicitari in calo 17 7 I fatti del mese sulla stampa • Il card. Tettamanzi nuovo arcivescovo di Milano . . . pag. • Il dibattito sul lavoro • Gli scandali americani • Messaggio di Ciampi sull’informazione 18 9 Segnalazioni multimediali • Mediterraneo-Europa. Un ponte per lo sviluppo e la solidarietà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Famiglia e Internet • Verso il Digitale. Giornalismo Tv. Manuale del cambiamento • Navigando nella rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 22 23 1. EDITORIALE Fnelaretempocultura della comunicazione FRANCESCO CASETTI* atteggiamento positivo della Chiesa nei confronti dei mezzi di comunicazione sociale è uno dei dati che maggiormente colpiscono l’opinione pubblica italiana. Lo si può capire non solo dall’attenzione che i giornali dedicano alle posizioni che su questo tema vengono maturando in ambito ecclesiale, ma anche dal rispetto che molti “addetti ai lavori” manifestano rispetto agli atteggiamenti assunti, e dal crescente interesse a confrontarsi su questo terreno da parte dei laici, anche se semplici utenti dei mass-media. Insomma, siamo ormai lontani dall’idea che l’ambiente cattolico sia solo capace di stigmatizzare questo o quel fenomeno, questo o quel prodotto mediale. Le prese di posizione certo non cessano, collegate ad un compito magistrale più ampio, e ad un costante impegno di discernimento; ma quello che emerge sempre di più, sorprendendo qualcuno, è una volontà di comprendere il fenomeno della comunicazione sociale in tutte le sue dimensioni, e di metterne in luce, con sistematicità, gli aspetti migliori. L’ In questa direzione, l’invito del Papa a “prendere il largo”, avanzato a proposito di Internet e 2 più in generale a proposito di tutti i nuovi media, costituisce un esempio estremamente significativo: rinnovando una metafora che investe le vite di tutti, e proiettandola sul “navigare” dentro la rete, il Papa dimostra quanto la Chiesa sappia aprirsi al nuovo, parlarne il linguaggio, e vivificarlo dal di dentro. Ma anche un convegno come quello tenuto a Milano nel maggio 2002, promosso dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei e dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo dell’Università Cattolica, dall’impegnativo titolo “Internet: un nuovo forum per proclamare il Vangelo”, ha visto emergere posizioni di grande apertura e di grande rilievo, accompagnate dall’illustrazione di esperienze all’avanguardia compiute nell’ambito di diocesi o di parrocchie non solo italiane. Lungo questo cammino, l’appuntamento che si è voluto chiamare, in modo assai significativo, “Parabole mediatiche. Fare cultura nel tempo della comunicazione” costituisce un’ulteriore tappa, che vede chiamati al confronto e alla discussione tutti coloro che vivono il loro impegno ecclesiale nel campo della comunicazione e della cultura, soprattutto nelle diocesi e negli organismi pastorali. Ora, qual è il punto nodale dell’atteggiamento che la Chiesa sta manifestando, attraverso i suoi documenti, ma anche attraverso la testimonianza di molti laici interessati o impegnati nel campo dei mezzi di comunicazione sociale? La convinzione che questi ultimi non sono solo degli strumenti, che amplificano la vista, la voce, l’udito, ma degli elementi di una nuova cultura: la cultura mediale, appunto. Questa convinzione porta a guardare ai media non solo come qualcosa da usare, ma anche e soprattutto come qualcosa con cui confrontarsi, e dunque ad assumere con essi un rapporto pienamente critico. Una simile impostazione rappresenta già un elemento di ricchezza nei confronti del dibattito 1. EDITORIALE sulla comunicazione che si sta sviluppando in questo momento nel nostro Paese. In questo dibattito infatti non mancano elementi di arretratezza o di ambiguità. Quanto alla non adeguata considerazione dei media, basta pensare ad esempio all’atteggiamento di molti politici che continuano ad interpretare la televisione come un semplice megafono delle proprie posizioni, e non come un linguaggio che comporta tra le altre cose un maggiore obbligo di trasparenza e di responsabilità. Quanto poi alle ambiguità, basta pensare a come il richiamo al pluralismo dell’informazione, pur necessario in una fase in cui la discussione sulla cosa pubblica ha bisogno di tutti, rischi però di portare ad una situazione in qualche modo “feudale”, specie quando si risolve in una mera spartizione degli spazi e dei canali di comunicazione, intesi un po’ come dei castelli medioevali da suddividersi tra i signorotti del territorio in perenne guerra tra di loro; e non invece come delle “piazze” (appunto, delle “agorà”, termine che non a caso entra in molti documenti ecclesiali) aperte all’incontro e al confronto, in cui sperimentare, con attenzione e prudenza, nuove forme di cittadinanza, non meno ricche e rispettose della persona di quanto non lo fossero le forme tradizionali. Naturalmente la convinzione che i media siano portatori di una nuova cultura, si accompagna a molti altri spunti. Innanzitutto all’idea che questa nuova cultura va comunque sostenuta, e spesso vivificata, da valori che nella tradizione hanno avuto ampio spazio, e che magari in forma inedita debbono però restare al centro del quadro. Penso al senso della memoria, al senso di responsabilità, o al senso di rispetto: virtù che in questa cultura concentrata sul presente, spesso incline alla leggerezza, e non di rado un po’ esibizionista, sembrano talvolta perdersi, ma che vanno reintepretate e insieme ripropugnate. In secondo luogo c’è l’idea che il panorama mediale non sia omogeneo, ma presenti una ricca articolazione interna, con spazi che vanno ancora esplorati nelle loro potenzialità. In questo senso i new-media (internet), con la loro vocazione ad essere strumenti di dialogo e di scambio interpersonale, presentano alcune possibilità importanti nella diffusione “personale” del messaggio evangelico; di contro, i mass-media più tradizionali (giornali, cinema, televisione), continuano ad essere degli spazi importanti per la formazione dell’opinione pubblica a livello nazionale. Le questioni che meriterebbero attenzione sono naturalmente ancor più numerose. Resta il fatto che lo sforzo di comprensione e insieme di intervento della Chiesa nel campo della comunicazione sociale può essere ben visto oggi come un contributo essenziale alla crescita del nostro Paese; e insieme come la definizione di un nuovo e non meno impegnativo terreno su cui continuare la Missione che alla Chiesa è stata affidata. * Pro-rettore Università Cattolica S. Cuore 3 2. APPROFONDIMENTI Idellal dizionario comunicazione FRANCO LEVER* L o scorso 16 maggio, nella giornata inaugurale del Salone Internazionale del Libro di Torino, presso lo stand della Rai è stata presentata una novità libraria di grande spessore culturale: La COMUNICAZIONE. Il dizionario di scienze e tecniche. È un’opera di fatto unica nel panorama editoriale, non solo italiano: 1400 le voci, 3000 le indicazioni bibliografiche, 1277 le pagine. L’iniziativa – partita quasi dieci anni fa – è della Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontifica Salesiana in Roma; i curatori sono tre professori della stessa Facoltà, Franco Lever, Pier Cesare Rivoltella (ora alla Cattolica di Milano) e Adriano Zanacchi; l’elenco dei collaboratori (135) vede riuniti studiosi e specialisti di gran fama, italiani e non; tre sono le case editrici coinvolte: la Rai-Eri, la ELLEDICI e la LAS; la distribuzione è affidata alla Mondatori e alla ELLEDICI. I destinatari del Dizionario sono gli studenti delle classi di laurea di Scienze della comunicazione, dei master accademici, delle scuole per professionisti della comunicazione ai diversi livelli; gli insegnanti della scuola primaria e secondaria, impegnati nell’ag- 4 giornamento sui media e le nuove tecnologie per rispondere ai nuovi programmi ministeriali; gli animatori socio-culturali, gli operatori a vario titolo della comunicazione, i responsabili di uffici e associazioni, sia laici che ecclesiastici; i professionisti dei media. Il Dizionario si articola in un’ampia selezione di voci – voci quadro, voci di approfondimento, voci di rinvio – che considerano il fatto comunicativo nella prospettiva delle diverse scienze umane e sociali (sociologia, psicologia, pedagogia, semiotica, linguistica, metodologia, diritto, economia, storia, antropologia, filosofia, etica, teologia) e mediante il ricorso agli sviluppi più recenti della ricerca tecnologica. Di particolare interesse sono le quasi sessanta biografie degli studiosi e dei ricercatori che hanno fondato le scienze della comunicazione: da Theodor W. Adorno, a Umberto Eco, a Norbert Wiener. Di ciascuno, oltre ad una bibliografia essenziale sull’autore, vengono delineati i tratti originali del suo pensiero e sono citate le opere più importanti (con l’eventuale traduzione italiana). La sezione bibliografica – in calce ad ogni voce importante – ha l’intento di segnalare i contributi più significativi sul piano internazionale (privilegiata la lingua inglese), con particolare riferimento a quelli disponibili in traduzione italiana. Al volume è allegata una CD Card con la versione digitale e integrale del Dizionario, leggibile sulle piattaforme Windows e Macintosh (è un documento PDF). Il valore aggiunto è notevole: non solo il dizionario diventa “tascabile” quanto una carta di credito, ma la sua consultazione si fa rapidissima: grazie a migliaia di link ipertestuali, i confronti e i collegamenti tra i lemmi sono immediati. Basta poi un click per raggiungere in Internet i siti indicati. *Decano Facoltà Comunicazione Pontificia Università Salesiana 1. EDITORIALE Uculturalen contestoche esige nuovi protagonisti a cura di FRANCO MAZZA* L a celebrazione di un Convegno nazionale non si ritaglia la dimensione del tempo in cui avviene. Ciò che lo precede, la sua preparazione, quindi, va ben oltre gli aspetti meramente organizzativi. L’opportunità di indire un momento di partecipazione ampia, sta nelle ragioni di un percorso già compiuto e di un nuovo che seppure già intuito necessita di un riconoscimento, di una appropriazione, di una progettualità comune. A tale processo partecipa l’evento che la Chiesa italiana, dal 7 al 9 novembre, intende vivere chiamando a riflessione e confronto coloro che sono investiti di particolare responsabilità circa la comunicazione sociale e la cultura. È il primo Convegno che, come sottolinea S. E. Mons. Cacucci, Presidente della Commissione Episcopale per la Comunicazione e la Cultura, “vede coinvolti insieme gli operatori dei due ambiti comunicazione e cultura”. Tra gli obiettivi egli stesso, oltre allo sviluppo di una reale sinergia tra operatori pastorali e alla promozione del ruolo dei media cattolici, pone l’accento sull’urgenza di “riflettere sulle grandi sfide che la comunicazione pone alla nostra società e individuare i contributi che possono venire dal mondo per orientare il cambiamento verso il bene delle persone e della società”. In queste pagine, allora, proviamo a delineare i capitoli principali di queste “grandi sfide” che l’incidenza dei media sta ponendo all’attuale contesto culturale e lo facciamo attingendo ai vari contributi 3. DOSSIER del Sussidio “Nel labirinto dei media per fare cultura”, predisposto per prepararsi a vivere le giornate intense del Convegno stesso. Ogni intervento andrebbe letto con attenzione e ci si dovrebbe lasciare interpellare per un ulteriore approfondimento applicativo. La sorpresa nel leggere il Sussidio è che ci sono delle forti convergenze anche se quegli scritti partono da contesti e schemi interpretativi diversi. Quelle convergenze denunciano uno sfondo culturale nel quale siamo tutti immersi e verso il quale bisogna consapevolmente assumere la responsabilità di scelte e strategie credibili come cittadini, come professionisti coinvolti nel mondo della comunicazione e alla cultura, come credenti. Ciò che segue, allora, vorrebbe far intraprendere al lettore un itinerario di prima sensibilizzazione ai quei capitoli che già dal Convegno dovrebbero ricevere più precise indicazione o quantomeno fornire le coordinate per concrete strategie di intervento a medio e lungo termine. L’innovazione tecnologica e la questione antropologica “Il coinvolgimento antropologico nella situazione ambientale tecnologica è totale e quindi tutti gli aspetti della struttura e dell’esistenza umane sono coinvolte”. Così si esprime il prof. Botturi nell’analizzare l’impatto della tecnologia, considerandola non tanto come medium ma come ambiente, e conclude che “il problema tecnologico riporta al centro la questione dell’uomo, cioè del suo essere soggetto, della natura della sua intelligenza, della libertà del suo volere, della sua capacità di domandare e di trovare la verità e dunque della qualità della sua esperienza in quanto umana”. Nella sua analisi, pone in evidenza come da una libertà, intesa come autonomia e indipendenza che il soggetto umano manifesta in un contesto di relazioni, si stia passando ad una libertà “astratta” esercitata nel contesto di relazioni sempre più impersonali e consumate individualmente; da una dimensione comunicativa in cui si dovrebbe accentuare la relazione tra diversi ad una interattività che mostra una connessione tra uniformi e omogenei, quasi una “comunicazione tautologica” o “monologo collettivo”; e, infine, da una concezione unitaria dell’uomo ad una “scissione tra razionalità calcolante (tecnologico-scientifica) e vissuto affettivo ed emoti- 5 3. DOSSIER vo”, con conseguente grave silenzio sui grandi significati dell’esistenza umana (nascita ed educazione, amore e lavoro, sofferenza e morte). Questa situazione antropologica di sfondo – in uno scenario tutt’altro che definito, come si ha modo di leggere nella riflessione su “Internet: interfaccia del futuro” di Mazza – costituisce secondo il prof. Botturi la questione pastorale centrale e delinea tre ambiti su cui muoversi con attenzione: delineare la fisionomia originale dell’esperienza umana; indagare sul significato dell’artificiale nell’esperienza umana; porre al centro la questione educativa, “esplicitare – cioè – a quali condizioni il soggetto umano possa oggi giungere veramente a se stesso”. Globalizzazione e cittadinanza Di fronte al crescente processo di polverizzazione sociale, individuale e istituzionale, che – a detta del prof. Bonini – sembra delineare un “un mondo di istituzioni”, forte è la richiesta di collegamento, di relazione. Proprio in questa società globalizzata e frammentata, la comunicazione svolge il ruolo della lastra lenticolare: “Ci permette – ribadisce il Bonini – di assemblare e dissemblare, di percepire in forma parallattica quei frammenti, quelle istituzioni che pure esistono in sé, ma non possono che essere percepiti (e acquistano di fatto senso) che in relazione”. In sostanza “comunicare significa creare uno spazio comune, appunto uno spazio di partecipazione”. Ma di fronte al rischio di ridurre la comunicazione ad una semplice utility di sistema o la partecipazione ad un mero coinvolgimento in un grande globalizzato sistema di scambio, di commercio tra le istituzioni, è doveroso chiedersi se l’una e l’altra non debbano implicare un dato assiologico, cioè “un riferimento forte ai contenuti, a scelte di valore”. Quindi, oltre alla consapevolezza del funzionamento della società complessa e frammentata: “attenzione prioritaria alla persona” perché lo stesso riferimento ai valori della democrazia non resti un’astratta predicazione e “capacità di utilizzare al meglio tutte le opportunità, le possibilità, tutti gli interstizi di partecipazione e di comunicazione offerti qui ed oggi dalle istituzioni pubbliche e private”. È questo lo spessore dell’impegno intellettuale che, in questa “società lenticolare”, con pazienza e con determinazione, è chiamato a pensare globalmente e agire localmente. 6 Sul tema della globalizzazione insiste il prof. Stefano Zamagni quando invita a cogliere la complessità di un fenomeno che più che di natura quantitativa è di natura qualitativa, e ne specifica tre caratteristiche proprie: a) la destrutturazione dei modi di organizzare l’attività produttiva e il modo di concepire il nesso tra la sfera del politico e la sfera dell’economico; b) l’accrescimento generale della ricchezza che se da una parte fa diminuire progressivamente la povertà in senso assoluto, dall’altra concorre ad accrescere la povertà in senso relativo; c) la tendenza all’omologazione culturale, cioè all’annullamento e alla non valorizzazione delle varietà culturali che contraddistinguono i vari Paesi e le varie regioni del mondo. Anche per il prof. Zamagni un punto discriminante, in questo nuovo contesto globale, è la conoscenza e la capacità tecnologica: non solo l’accesso ma la conoscenza della tecnologia potrà garantire una reale partecipazione al processo di globalizzazione. In questo senso, anche il puntuale contributo del prof. Mugatti ricorda che “la questione non riguarda più semplicemente l’accesso ai mezzi ma l’accesso – attraverso i mezzi – alla cultura”. Una cittadinanza sostanziale allora è subordinata – sostiene il Mugatti – al possesso di un capitale culturale ed economico nettamente maggiore di quanto accadesse nel passato. I dati di tutte le ricerche sull’uso dei media, sull’accessibilità di Internet, testimoniano la presistenza di un digital divide che mette in serio pericolo i reali processi di reale partecipazione e democrazia. “Coltivare l’idea della globalizzazione come un processo di democratizzazione economica e riduzione delle disparità sociali è come minimo improprio... sono aumentate invece in maniera vistosa le disuguaglianze e ciò non potrà non avere ripercussioni sui processi sociali e politici negli anni a venire”. Impatto sociale dei media: codici culturali, nuove relazioni e stili di vita È comune denominatore che – come precisa il prof. Casetti – “i media definiscono la nuova ecologia del nostro sistema culturale”: non più mezzi ma ambiente. I media, cioè, non si limitano a intridere il tessuto sociale ma concorrono a tesserlo e lo fanno sia rappresentandolo (offrono cioè un modello di incontro e di interazione tra gli individui e la massa) e 1. EDITORIALE sia diventando collettori di relazioni, catalizzatori di legami sociali. Fa notare, infine, lo stesso Casetti come l’azione dei media non è mai deterministica ma è piuttosto “il frutto di un’interazione complessa che vede in gioco rispettivamente il sistema degli apparati di comunicazione di massa, con le sue leggi e il suo funzionamento; il contesto sociale, culturale, politico ed economico con le sue linee di forza e le sue tendenze, e i singoli soggetti con i loro progetti di vita, ma anche e più semplicemente, con i loro gusti e le loro idiosincrasie, con le loro abitudini e i loro ritmi”. Molteplici elementi che chiedono una negoziazione continua: basti riferirsi per questo al tema del rapporto tra media e famiglia e minori (cf. il contributo della prof.ssa Elisa Manna). Di nuove relazioni si interessa anche il prof. Martelli quando invita a chiamare interazione virtuale quella che scaturisce dalle relazioni sociali che Internet consente di stabilire: un nuovo tipo di comunicazione che si distingue dalla comunicazione face to face e dalle forme comunicative mediate dai mass media. Anche qui vanno osservate le ambiguità e il carattere ambivalente ed instabile delle reazioni mediate del computer: se da una parte favoriscono la creatività e la confidenza, vanno posti interrogativi sull’eticità della relazione e sulla solidità della stessa, sul significato dell’appartenenza in un quadro nuovo dello spazio e della territorialità. In breve, conclude il prof. Martelli, ogni giudizio di fronte alle relazioni sociali rese possibili da Internet “va dato con grande attenzione per l’ambivalenza degli esiti che contribuiscono al più vasto processo in atto di de-costruzione della società moderna...”. Le attese dell’etica, dell’estetica e dell’arte, della pastorale Quale bene comune potrà costituire l’orizzonte oggettivo riconosciuto da parte di tutti? A partire dall’idea della comunicazione come “creazione di uno spazio comune, condiviso, al cui interno può realizzarsi un’effettiva intesa fra gli interlocutori” è possibile recuperare – sottolinea il prof. Fabris – un nuovo problema etico che impegna a ripensare, in questo contesto a forte connotazione di pluralismo morale e culturale, il bene comune. Da qui la promozione di un’etica della comunicazione “concepita essa come portato di una particolare idea di comunicazione”: le indicazioni morali possono essere 3. DOSSIER ricavate, cioè, “dalle condizioni che sono proprie degli stessi processi comunicativi considerati come tali”. Il bene comune, in tal modo, viene ad essere riconfigurato come “il luogo in cui le istanze delle varie parti possono trovare il loro punto di equilibrio all’interno di una dimensione di comunanza previamente garantita dall’esercizio della comunicazione”. L’incontro, poi, di cultura ed estetica, finestra panoramica della comunicazione – così come la definisce il prof. Valenziano – impegna a saper coniugare la comunicazione per l’estetica come un processo interattivo globale: “la comunicazione dell’opera d’arte/cristiana è trasmissione secondo bellezza/teandrica della cultura/cristiana in rappresentazione ed espressione estetica/sacramentale di composizione formale all’apice della sua realtà e della sua referenzialità analogica”. Quale impegno del credente nel contesto attuale così fortemente impregnato di cultura mediale? A questo interrogativo, centrale nei lavori del Convegno stesso, fanno riferimento i contributi del prof. Lorizio e del prof. Viganò. Da una parte la richiesta di un momento simpatetico che vede il credente a “interpretare quanto di positivo e di autentico l’aeropago mediale contiene e propone”: stupore e discernimento culturale e pastorale, quindi. Rileggere i bisogni di relazione e di prossimità, di espressività e di rappresentazione che colti nell’agire comunicativo rinviano ad una corretta interpretazione, ad un attento ascolto, ad una intercettazione che rende possibile una missione culturale appropriata: quella di “educare la domanda” in ordine alla evangelizzazione. Dall’altra, dopo il recupero di un adeguato concetto di pastorale – come il prof. Viganò fa quando ribadisce che per pastorale va inteso l’agire ecclesiale – va posta attenzione all’incontro tra comunicazione e pastorale. E qui “si tratta di elaborare una vera e propria teologia sociale dove l’oggetto materiale non sarà il mondo mediale ma semmai il profilo dell’agire ecclesiale assunto nell’orizzonte Chiesa-Mondo; oggetto formale dovrà essere adeguatamente e specificatamente teologico sulla base di un metodo interdisciplinare, che sappia coniugare e sviluppare una reciprocità asimmetrica tra il dato della fede e quello degli altri saperi. Il metodo non potrà che essere di tipo ermeneutico proprio del procedimento dell’incarnazione”. Riflettere, quindi, sull’azione della Chiesa nell’attuale contesto socioculturale la cui cifra 7 3. DOSSIER sintetica è quello del sistema comunicativo è – secondo il prof. Viganò – “l’inizio dello sviluppo di una vera e propria teologia pastorale” e impegna a “farci carico di creatività e intelligenza per immaginare quali forme potrebbe assumere la comunità cristiana per essere attestazione comprensibile della verità evangelica”. Cercasi “protagonisti” della cultura dei media Essere nell’era delle autostrade informatiche – afferma Zygmunt Bauman – se da un lato straordinariamente ampio lo spazio della “conoscenza”, dall’altro rimette in gioco la scelta tra essere “spettatori” o “protagonisti”. Infatti “nel mondo della interdipendenza globale la differenza tra spettatore e coperpetratore, un complice o un favoreggiatore nell’azione di fare del male, diventa sempre più tenue”. Il nuovo contesto mediale, quindi, sembra generare un numero sempre più crescente di testimoni-spettatori che, seppure innocenti rispetto a quello di cui vengono a conoscenza, non sono esenti dalla responsabilità morale di esprimersi in merito, di dire la propria, di protestare, di agire insomma. Una responsabilità che in un sistema globalizzato “si estende oramai all’umanità nel suo complesso”. Altrettanto evidente, comunque, è che tale responsabilità non viene esercitata adeguatamente: vuoi per la monolateralità del processo di globalizzazione, vuoi per una estensione delle dipendenze globali non accompagnata da una crescita di strumenti di azione politica altrettanto globali e potenti. “Un’azione globale eticamente motivata e informata – insiste Bauman – non dispone di adeguati strumenti globali” e “tutti noi sembriamo condannati al ruolo di spettatori e costretti a sostenere quel ruolo per un futuro troppo lungo”. Eppure, la soluzione sta nel prendere sul serio la disponibilità della conoscenza uscendo dalla semplicistica ricerca di specifici colpevoli o specifici benefattori di specifiche vittime. Ciò che può trasformare lo spettatore in attore è “l’impegno regolare e a lungo termine di un’azione collettiva volta risalire alle radici della miseria umana, nata nel nuovo vuoto dell’etica globale”. Non bastano allora discorsi pubblici sperando che questi muovono le istituzioni preposte ma “per reclamare il diritto che tali discorsi siano effettivamente efficaci, ci serve il supporto della complicata 8 costruzione politica della Polis”. Una ricostruzione laboriosa ma necessaria a cui sono chiamate in primis le istituzioni eticamente motivate che attualmente – a dire di Bauman – sono assenti o troppo deboli rispetto al compito. In questo si inserisce il compito di una comunicazione efficace, come si ha modo di leggere nel contributo del dott. Di Chio. In un mercato sempre più affollato e concorrenziale determinato da un flusso continuo di informazioni e messaggi, è indispensabile che l’essere umano sappia cogliere le opportunità di un simile contesto “facendo cultura”. Se questa, poi, è intesa non come semplice bagaglio di informazioni ma come “forma organizzata di conoscenze, valori, capacità ed esperienze”, come anche l’ “insieme dei processi che conducono a questa organizzazione” e “il complesso di strumenti di espressione, dei mezzi adoperati e dei relativi prodotti”, ecco scaturire la necessità di un marketing culturale. Si tratta di “far sì che l’offerta sia adeguata alle necessità e ai desideri della domanda” e di “preparare, informare, incoraggiare e persuadere la domanda ad accostarsi all’offerta”. Nel caso specifico del marketing culturale – afferma Di Chio – si tratta di “marketing al quadrato” visto che ci si impegna a promuovere lo scambio di “prodotti” la cui natura è già di per sé quella del comunicare, cioè di scambiare. La responsabilità di fare marketing culturale nasce dal fatto che i prodotti culturali hanno bisogno del marketing perché la cultura ha bisogno di essere comunicata, diffusa, promossa nella maniera più efficace possibile. Nella babele dei messaggi, occorre affinare la capacità di ascolto, assumersi un’opera di mediazione fra gli autori della cultura e i suoi destinatari, costruire occasioni di scambio e le condizioni per una vera lettura, e, infine, comunicarle con precisione ed efficacia. In definitiva, la cultura dei media invoca nuovi protagonisti. Come? “Dipende dallo sforzo degli spettatori trasformare se stessi in attori per fornire la risposta a un tale interrogativo: diventare, anzi, essi stessi risposta”. È l’orizzonte verso cui il prossimo Convegno di novembre intende orientare la Chiesa che è in Italia, convocando ad una responsabilità che riguarda molti. Vice direttore Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali Csocialiomunicazioni intendono crescere come comunicatori del Vangelo in Internet. Il corso si terrà a Vicenza dal 29 agosto al 5 settembre nei laboratori della Comunicazione di Paolini ed è organizzato dal Servizio nazionale di Pastorale giovanile in collaborazione con i Paolini che hanno costituito un gruppo di esperti della rete ed operatori pastorali che metteranno a disposizione di una trentina di giovani le proprie competenze. L’obiettivo è quello di arricchire di contenuti più vasti – nella prospettiva dell’evangelizzazione – una tecnologia già molto diffusa ed utilizzata dai giovani e dai gruppi parrocchiali. Prossimamente sarà attivato anche un apposito sito all’indirizzo www.larete.org. Corso sui media per seminaristi Si è svolto a Quartu S. Elena (Cagliari), dal 1° al 6 luglio il terzo Corso per seminaristi organizzato dall’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali. Sul tema “I linguaggi della comunicazione sociale e la pastorale” si sono confrontati 60 seminaristi, provenienti da quasi tutte le regioni italiane. Quest’anno particolare attenzione è stata dedicata all’utilizzo pratico della videoconferenza web e dell’e-leraning, inteso come formazione a distanza attraverso la rete, peraltro già sperimentata dal servizio informatico della Cei, in collaborazione con l’ufficio per la pastorale della famiglia, in un progetto che ha coinvolto una trentina di parrocchie in tutta Italia. Settimana per l’editoria cattolica in Puglia Si è svolta a Monopoli, dal 1° al 7 luglio, la IX edizione di “Una settimana per il libro”, esposizione dedicata all’editoria cattolica che, quest’anno, per la prima volta, si è aperta anche all’editoria “laica”. Dodici le case editrici presenti: San Paolo, Elledici, Ancora, Vivere In di Monopoli e Insieme di Molfetta, Laterza, De Agostini, Dedalo, Edipuglia, Adda, Schena e Zaccaria per un migliaio circa di titoli in esposizione. Durante la settimana si sono svolti incontri, dibattiti e concerti sul tema comune “Una bisaccia per il terzo millennio”. Internet ed evangelizzazione: seminario per giovani “Sulla tua parola getterò la Rete”, è il tema scelto per il primo seminario residenziale per giovani che Corso di aggiornamento Acec a Ponte di Legno Si è svolto a Ponte di Legno (Brescia), dal 23 al 29 giugno, il 26° Corso di aggiornamento per operatori pastorali e culturali dal titolo “La Camera Oscura: il cinema tra memoria e immaginario” promosso dall’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema), in collaborazione con l’Anci (Associazione nazionale circoli cinematografici italiani) e con la Federgat (Federazione gruppi attività teatrali). Il corso è stato diretto da don Dario Viganò, incaricato della Cei per il settore cinema-spettacolo e vicepresidente dell’Acec; tra i relatori Mariagrazia Fanchi e Alberto Borlot, dell’Università Cattolica di Milano; Maria Luisa Bionda, direttore generale dell’Istituto di ricerca Delfo. Ampio spazio è stato dedicato alla proiezione di film appositamente selezionati, nonché alle esercitazioni pratiche e ai laboratori. India: i missionari salesiani realizzano un cortometraggio I missionari salesiani della Sampari Pictures della Don Bosco Society di Tripura, in India, hanno realizzato un lungometraggio per contribuire a sradicare la pratica della caccia alle streghe ancora praticata in vaste zone del nordest dell’India. Il filmato, intitolato “Mathia” dura 130 minuti ed è realizzato in lingua kokborok e con sottotitoli in inglese. 9 5. PROGETTO CULTURALE Capertoantiere di Piero Berti dal titolo “Storie e colori di un racconto”. Con l’occasione viene offerto il concerto per violino ed organo “Lo spazio sonoro del Barocco”, con musiche di Bach, Corelli, Händel e Vivaldi. Il 7 luglio si tiene poi una proiezione di diapositive su “Il Chianti, una terra da raccontare”. Ariccia (RM) • 20 giugno Vittorio Sozzi interviene all’incontro della Pastorale Vocazionale Paolina e tiene una relazione su “Progetto culturale, giovani, vocazioni”. Venezia • 8-12 luglio Panzano in Chianti (FI) 4 maggio-5 ottobre La Comunità di San Leolino organizza il ciclo di seminari dal titolo “La lampada dell’anima. Psicologia e vita spirituale”. Il programma si articola in tre tappe. Il 4 maggio il tema è “La personalità tra psicologia e grazia: in quale rapporto si trova lo sviluppo della propria personalità rispetto alla relazione con il Dio cristiano?”. Il 15 giugno l’attenzione è rivolta a “Il conflitto della vita umana e la mentalità di fede”. L’argomento in esame viene così riassunto: “i problemi della vita favoriscono la crescita spirituale: la sofferenza che essa ci procura ci conduce verso una più autentica percezione di noi stessi e della nostra vita spirituale”. Il 5 ottobre “La volontà umana davanti alla volontà divina” è il tema al quale è dedicato l’ultimo dei tre seminari: “l’unione con la volontà di Dio è centrale nella vita spirituale, ma, in un mondo dove cambia tutto, occorre interrogarsi sul senso di un impegno definitivo con Dio”. Inoltre il 9 giugno la diocesi di Fiesole, la Comunità di San Leolino e l’Associazione culturale “Feeria” organizzano la Giornata diocesana degli artisti dal titolo “Ai pellegrini della bellezza”. Il programma prevede: l’inaugurazione della Mostra di pittura “Il grido dell’uomo e il silenzio di Dio” di Vincenzo Gornati; il ricordo del poeta David Maria Turoldo nel decimo anniversario della morte, a cura di Carlo Fiaschi, Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Greve in Chianti; il concerto dei “Pueri Cantores” della Cappella Sistina. Infine la medesima Comunità inaugura il 30 giugno la mostra di fotografie 10 La Federazione Veneta della Sezione italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa e la Fondazione Lanza di Padova promuovono il sesto “Master in Diritto Ambientale”. L’iniziativa intende offrire un approfondimento sulla normativa italiana ed europea in materia di tutela dell’ambiente, prendendo in considerazione in particolare la tutela dell’aria e dell’acqua, la gestione dei rifiuti, l’inquinamento elettromagnetico e acustico. Sorrento-Castellammare di Stabia 15-22 giugno e 21-24 agosto L’Azione Cattolica organizza dal 15 al 22 giugno tra le attività connesse al progetto culturale “La settimana della stampa cattolica”. Oltre all’esposizione di libri, riviste e quotidiani, il programma prevede: l’intervento di don Salvatore Branca, assistente dell’Azione Cattolica, su “La Parola...nelle Scritture”; la tavola rotonda su “La stampa, una via per l’evangelizzazione”, cui prendono parte don Catello Malafronte, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, don Ugo Di Capua, responsabile della Biblioteca della Chiesa del Gesù, lo scrittore Raffaele Vacca; un incontro-dibattito coordinato da don Antonio Cioffi, referente diocesano per il progetto culturale, su “Soltanto come dire (i mezzi di comunicazione) o anche cosa dire (la domanda sulla verità)”; un incontro-dibattito coordinato da Ciro Abagnale, direttore editoriale della rivista Cultura e territorio, su “Cultura, storia ed arte: l’espressione dell’impegno dei cattolici nella stampa”; l’incontro-dibattito coordinato dallo scrittore e giornalista Raffaele Vacca su 5. PROGETTO CULTURALE “Il libro, un amico per la vita”. Il settore adulti dell’Azione Cattolica organizza poi dal 21 al 24 agosto un campo-scuola itinerante ad Assisi, Città della Pieve, Arezzo, Siena. Il programma scandisce il pellegrinaggio nei luoghi francescani e la visita ai monumenti e alle chiese con la riflessione su alcuni temi proposti dalla costituzione Lumen gentium del Concilio Vaticano II che nelle singole tappe dell’itinerario trovano delle speciali e appropriate casse di risonanza. Napoli • 27 giugno Il Centro Francescano di cultura “Oltre il Chiostro” organizza la presentazione della sua rivista Colloqui. All’incontro-dibattito su “La città possibile: ragioni di un progetto culturale” intervengono il consigliere regionale Raffaele Calabrò, l’antropologo Marino Niola, il direttore della rivista Elites Mauro Maldonato, Giuseppe Gambale, membro della Commissione Cultura della Camera, Ernesto Paolozzi, membro del Consiglio di direzione di Colloqui e Roberto Manzi, direttore responsabile di Colloqui, che modera la discussione. Foligno • 29 giugno Il Meic e l’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro organizza un incontro su “La salvaguardia del creato. Rischi e tutele ambientali”. Intervengono: Alvaro Bucci su “Chiesa Cattolica ed ecologia”, Laura D’Ingecco su “L’inquinamento idrico”, Gianluca Sirci su “L’inquinamento alimentare”, Vincenzo Benedetti e Alessandro D’Ingecco su “Rifiuti e smaltimento”. Roberto Presilla, del Servizio nazionale per il progetto culturale, presenta il sussidio dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro e del Servizio nazionale per il progetto culturale dal titolo “Responsabilità per il creato”. Oppido Lucano (PT) • 18-20 luglio Il Comune promuove un convegno sulla Lettera Enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II. Intervengono: Angelo Larotonda, docente di Antropologia culturale nell’Università di Potenza, su “Ricercare. Riflessioni”; Antonio Giganti, docente di Storia Medievale nell’Università di Bari, su “Interazione tra teologia e filosofia”; don Giuseppe Greco, referente diocesano per il progetto culturale, su “Conoscere la verità, impegno dell’uomo, anelito della Chiesa”. Foligno • 22-25 agosto La Società Italiana per la Ricerca Teologica, in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale, promuove il simposio sul tema “Ridire il simbolo di fede oggi: E credo in Gesù Cristo, suo Figlio, nostro Signore”. Intervengono: Fabrizio Bosin su “I titoli ‘Cristo, Figlio, Signore’ nella letteratura postconciliare: status quaestionis”, Romano Penna su “Messianismo giudaico-messianismo cristiano: continuità e discontinuità”, Carmelo Dotolo su “Il Cristo nel dialogo tra religioni e cultura”, Francesco Franco su “I messianismi contemporanei”, Silvano Maggiani e Domenico Messina che dirigono un laboratorio liturgico su “Celebrare Gesù Cristo, Figlio Unigenito di Dio, nostro Signore”, Lucio Pinkus su “La filiazione nella prospettiva della psicologia analitica”, Luciano Meddi su “La mediazione catechetica del titolo Figlio”, Francesco Neri su “Monoteismo e monoteismi”, Franco Iseppi, Cristina Carnicella, Maria Grazia Fasoli e Crispino Valenziano che tengono un laboratorio multimediale su “Comunicare Gesù Cristo, Figlio Unigenito di Dio, nostro Signore”, Vincenzo Battaglia su “La signoria di Cristo riguardo alla Chiesa e al mondo: una lettura in prospettiva escatologica”, Giovanni Cereti su “Il regno come logica della spiritualità cristiana”. Assisi • 26-29 agosto Il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale promuove la sua settimana teologica sul tema “In dialogo sulle grandi domande. Le religioni di fronte al problema della violenza”. Intervengono: Giulio Cipollone, dell’Università Gregoriana, su “La violenza delle religioni”; Adriano Fabris, dell’Università di Pisa, su “È di Dio la violenza?”; Michael Fuss, dell’Università Gregoriana, che tiene un “Laboratorio di ricerca: esame comparato dei testi delle religioni”; Franco Giulio Brambilla, della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, su “Il paradosso cristiano: un Dio vittima e salvatore”; Luca Mazzinghi, dell’Università Gregoriana, che tiene un “Laboratorio di ricerca: analisi dei testi biblici relativi alla violenza e al perdono”; S. E. Mons. Michael Louis Fitzgerald, Segretario del 11 5. PROGETTO CULTURALE Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, su “Il nuovo nome delle religioni è la pace: il cammino del dialogo interreligioso nella lotta all’ingiustizia e alla violenza”. Accordo fra l’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici: e il Comando Carabinieri per la Tutela del patrimonio artistico Più di 150mila schede della banca dati dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Cei dal 16 luglio scorso sono a disposizione del Comando Carabinieri per la Tutela del patrimonio artistico, guidato dal Gen. Roberto Conforti. A metà luglio, infatti, è stato attivato il collegamento diretto alla banca dati della Cei, che rimarrà attivo ininterrottamente per consentire agli uomini dell’Arma di svolgere la propria attività. «Il risultato raggiunto è molto positivo – sottolinea Mons. Giancarlo Santi, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Cei –: mettere a disposizione dei carabinieri i dati in nostro possesso è sicuramente un passo avanti nella lotta ai furti nelle chiese. Questa intesa – aggiunge Mons. Santi – si aggiunge al nostro lavoro di sensibilizzazione sul fronte della sicurezza e della custodia dei beni culturali ecclesiastici e permetterà al Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico di esercitare al meglio le proprie funzioni. In concreto – spiega Mons. Santi – ogni volta che il Comando recupera un arredo ecclesiastico come per esempio un calice, un ostensorio, dei paramenti e quant’altro, lo confronta con le foto presenti nella banca dati e così può risalire alla chiesa alla quale l’oggetto è stato sottratto. La restituzione, così, sarà immediata». L’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici ha lavorato ininterrottamente su questo fronte e prevede che, entro il 2005 l’intero patrimonio ecclesiastico italiano sarà schedato e documentato nella propria banca dati. Il “gotico nelle Alpi”. A Trento, un viaggio fra i tesori dell’arte Il Castello del Buonconsiglio e il Museo Diocesano Tridentino dal 20 luglio al 20 ottobre ospiteranno più 12 di 180 opere provenienti da tutta Europa. Questi tesori dell’arte sono raccolti in otto Paesi esteri, undici regioni italiane, 52 tra musei, biblioteche, accademie, archivi e 34 tra chiese, cattedrali, abbazie e santuari. Tutto ciò nell’ambito di “Gotico delle Alpi”, la mostra che è un vero e proprio viaggio dentro uno dei momenti fondamentali dell’arte, nel cuore dell’Europa, al di là e al di qua delle Alpi. Affreschi, sontuosi ricami, codici miniati, crocifissi, sculture e dipinti. Una scelta vincente, quella del legame fra Alpi e Gotico, dal quale emerge l’importanza della catena montuosa più importante d’Italia come snodo culturale fra nord e sud d’Europa. Non a caso il ’400 è stato definito, per certi versi, il secolo delle Alpi: attraverso questo confine naturale, infatti, si diffusero e si incrociarono diverse influenze come le borgognone, renane, veneziane e boeme che hanno contribuito ad una produzione artistica senza precedenti, ora disponibile a tutti grazie alla Diocesi di Trento e alla Provincia Autonoma. L aboratorio Dalle diocesi Il Gruppo di Pastorale degli Artisti “Pastart” ed “Erice - La montagna del Signore”, organismi della diocesi di Trapani, hanno organizzato ad Erice nei giorni 25-27 luglio “IncontrArti 2002”. L’iniziativa trova le sue radici nel Giubileo. “Nell’Anno Santo del 2000 infatti – si legge nella presentazione di IncontrArti – molti operatori appartenenti alle diverse branche dell’arte e tutti attivi in loco hanno accolto l’invito a stringersi intorno alla Chiesa trapanese, per aprire un dialogo nuovo e fecondo. L’assidua frequentazione tra i partecipanti e il desiderio di intervenire in modo creativo e innovativo nel mondo culturale locale, hanno spinto a pensare momenti di aggregazione che abbiano un modo nuovo di proporsi, di dare forma all’esigenza di promuovere occasioni d’interazione, di creare un ambiente in cui le 5. PROGETTO CULTURALE idee e le varie forme d’arte siano compresenti e compenetrate. Da questa premessa ha preso forma l’idea di organizzare tre giornate interamente dedicate alle arti e al loro incontro: una full immersion in cui si possa passare agevolmente da un concerto ad una mostra oppure da una pièce teatrale ad un’esibizione coreutica o ad un seminario”. Ciascuna delle tre giornate della manifestazione è iniziata con una “ouverture” spirituale: una riflessione a partire dal Vangelo di Giovanni, tenuta nella Chiesa Matrice. Le mattine sono state dedicate a tre convegni sui temi di “Comunicazione e Vangelo”, della musica sacra e dell’architettura. Nei pomeriggi si è tenuta la “Maratona delle arti”, una sequenza di eventi musicali, teatrali e di danza e di esposizioni della produzione di pittori, scultori, artigiani, architetti e fotografi suddivisa in quattro sezioni: i cori si sono esibiti dalle 16 alle 17 nella Chiesa di San Cataldo; le bande hanno suonato nella piazza Umberto dalle 17 alle 18; nella Chiesa di San Martino hanno avuto luogo dalle 18 alle 19 le manifestazioni dedicate alla poesia, al teatro e alla prosa; alle 19 lo “spazio giovani” ha visto la partecipazione dei neodiplomati e degli allievi dei Conservatori di Palermo, Trapani e Messina, del Liceo Musicale di Catania, dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, dei Licei Artistici, delle Scuole di Danza e delle compagnie teatrali della provincia di Trapani e di giovani artisti di altre regioni. Alle serate sono stati riservati i momenti artisticamente più complessi o di maggior richiamo: la danza, la musica sinfonica, la musica rock e pop hanno attirato l’attenzione del pubblico. “IncontrArti 2002” ha infine inaugurato l’omonimo Premio di pittura, scultura, installazioni, grafica, fotografia e artigianato. Il Premio è suddiviso in due sezioni: la mostra e l’estemporanea delle opere realizzate durante i tre giorni della manifestazione negli appositi spazi assegnati ai singoli artisti dall’organizzazione. Dalla cultura al Vangelo La comunità di San Leolino La Comunità di San Leolino prende il nome dall’antica Pieve di San Leolino a Panzano, nel cuore del Chianti, a metà strada tra Firenze e Siena, nella diocesi di Fiesole. Nel 1986, a Firenze, un gruppo di gio- vani universitari appassionati di cultura, arte e poesia, con l’aiuto di Carmelo Mezzasalma, professore di alcuni di loro al liceo e oggi superiore della Comunità, creano una rivista dal titolo Feeria. Un foglio per una giovane letteratura (Feeria è una parola creata dallo scrittore inglese J. R. R. Tolkien e significa “Il paese della fantasia”). Il gruppo, assai numeroso, si ritrova con una certa regolarità per portare avanti una serie di studi e di approfondimenti su alcuni temi e autori considerati importanti per la formazione umana e spirituale. “Durante questo lungo lavoro di ‘ricerca’ – scrive Enrico Vannoni, uno dei membri della Comunità – ci imbattemmo anche nel valore della fede cristiana. A dire il vero, eravamo tutti molto tiepidi, se non lontani dalla fede. Avevamo molti pregiudizi e tante paure, come accade a moltissimi giovani d’oggi. L’aiuto di Carmelo, della sua esperienza umana e cristiana fu determinante. Iniziammo, così, un vero e proprio cammino di conversione, spirituale e intellettuale, che ci ha portato a riscoprire il senso profondo della fede e delle sue motivazioni, con la sua straordinaria forza di dialogo profondo e creativo con la cultura, nel senso più ampio della parola”. La visita pastorale di Giovanni Paolo II a Firenze, nell’autunno del 1986, è una delle grandi tappe della storia della Comunità. Il Papa rivolse proprio ai giovani un discorso coraggioso e impegnativo, chiedendo loro di farsi carico dei propri ideali e di soffrire, se necessario, per essi. Da quel momento il gruppo di Feeria si sente spinto a un impegno più cosciente e radicale per la cultura cristiana. Negli anni successivi promuove una serie di iniziative culturali, dirette soprattutto ai giovani, e si costituisce come associazione culturale con sede a Firenze. Contemporaneamente cambiano il sottotitolo e il programma della rivista: Feeria. Rivista per un dialogo tra esodo e avvento. Non ci si occupa più soltanto di letteratura e di estetica, ma inizia una riflessione a tutto campo sulla fede cristiana che si confronta con le sfide della cultura attuale. Accanto alla rivista e a tutta l’attività ad essa connessa, il gruppo scopre una dimensione di vita più propriamente ecclesiale. “Per oltre dieci anni – scrive ancora Enrico Vannoni – siamo stati impegnati nel servizio liturgico presso il Santuario della Santissima Annunziata di Firenze, uno dei luoghi storici e artistici più ricchi della città. Stringemmo, così, amicizie con le varie figure della realtà ecclesiale di Firenze, 13 5. PROGETTO CULTURALE aprendoci anche agli inviti di altre comunità locali. A poco a poco è nato in noi il desiderio di consolidare questa esperienza di impegno e di amicizia in una forma di vita comunitaria che avesse al centro l’evangelizzazione della cultura. Il 31 ottobre 1997 Monsignor Luciano Giovannetti, Vescovo di Fiesole, conosciuto il proposito di dare inizio a un’esperienza di vita fraterna in modo stabile e permanente, ha accolto la comunità nella sua diocesi presso la Pieve di San Leolino a Panzano. Da quel momento, è iniziata, per così dire, la seconda parte della storia della Comunità, impegnata nelle varie attività presso la Pieve e nel servizio alla Chiesa diocesana”. La vita della Comunità si articola nella preghiera comunitaria e personale (molto tempo viene dedicato all’animazione e alla formazione liturgica) e nell’apostolato, dettato dalla profonda urgenza di cooperare alla riconciliazione delle anime con Dio servendosi della cultura. Gli uomini di oggi si separano da Dio e dalla Chiesa per motivi vari, ma spesso all’origine ci sono pregiudizi di natura culturale, che però possono essere rimossi. Perciò si cerca di comunicare alle persone un senso diverso della cultura: non una cultura che separi da Dio, ma che avvicini agli interrogativi più profondi dello spirito. A sostegno di questo impegno di apostolato, la Comunità custodisce e incrementa costantemente una biblioteca dedicata in particolare alle sfide culturali e spirituali del nostro tempo. All’apostolato verso i “lontani” si unisce quello per i “vicini”, cioè per i credenti che hanno bisogno di approfondire sempre meglio le ragioni della fede, per rispondere alle sfide della cultura dei non credenti e al disorientamento spirituale del mondo contemporaneo. Le attività che la Comunità svolge sono rivolte a tutti, credenti e non credenti: importante è che vi partecipino uomini e donne in ricerca, non soltanto di significati da dare alla propria vita, ma anche di rapporti di amicizia e di sincera collaborazione reciproca. Ecco alcune delle attività più importanti “Cooperare alla riconciliazione delle anime con Dio, servendosi della cultura” 14 che la Comunità svolge presso la Pieve di San Leolino: • Seminari di spiritualità: si svolgono ogni tre o quattro mesi, per la durata di una giornata, e ruotano attorno al tema del valore e della missione della spiritualità nel mondo contemporaneo. Si tratta, in altre parole, di affrontare i problemi spirituali dell’uomo contemporaneo in una forma nuova, aderente a quello che realmente si vive, cercando al tempo stesso di elaborare possibili vie di uscita e soluzioni. • Giornata degli artisti: è promossa ogni anno ed è dedicata ai pellegrini della Bellezza, sulla scorta della Lettera agli artisti (1999) di Giovanni Paolo II. Viene proposta una riflessione sul significato dell’arte e sul rapporto arte-religione, accompagnata da un concerto o da un’esposizione artistica. • Mostre di pittura e di fotografia: si svolgono annualmente presso la Pieve di San Leolino mostre di pittura e di fotografia, quali strumenti per sensibilizzare al valore della vita e pre-evangelizzare. Il messaggio di pittori e fotografi – pur nella sua autonomia artistica – può accordarsi con un discorso più ampio sul Vangelo. • Settimana di sensibilizzazione musicale: annualmente, sempre nella Pieve, la Comunità promuove una serie di iniziative volte a diffondere l’ascolto della buona musica. Si presentano compositori, si eseguono concerti, si propongono CD di buona musica. • Settimana del libro di cultura religiosa: simile a quella musicale, offre la possibilità di reperire e promuovere i libri di spiritualità più interessanti pubblicati negli ultimi anni e selezionati dalla comunità nella babele delle librerie. Fuori della Pieve la Comunità promuove cineforum, incontri culturali o di spiritualità presso varie istituzioni laiche e religiose e partecipa all’animazione culturale nella diocesi di Fiesole, lavorando in collaborazione con gli altri centri culturali presenti sul territorio. Inoltre essa pubblica, oltre alla rivista, numerose collane di libri dedicate soprattutto alla letteratura, alla musica e alla spiritualità (Edizioni Feeria - Comunità di San Leolino). 6. NOVITÀ DAI MEDIA CATTOLICI Ncattoliciovità dai media È stato inoltre possibile seguire gli appuntamenti più importanti della programmazione di SAT 2000, dedicata alla GMG, anche attraverso le numerose televisioni locali dislocate su tutto il territorio nazionale italiano, le quali già durante l’anno ritrasmettono parte del palinsesto di SAT 2000, ma anche attraverso maxischermi allestiti nelle piazze e negli oratori di tutta Italia. La GMG anche via radio con inBlu I media cattolici mobilitati per la GMG All’appuntamento con i giovani cattolici a Toronto è stata presente anche inBLu, la radio che raccoglie più di 200 radio locali diffuse su tutto il territorio nazionale, per seguire tutti gli appuntamenti più importanti dell’evento. Per sei giorni, dal 22 al 28 luglio, Sat 2000 ha rivoluzionato il proprio palinsesto, per dedicare la sua intera programmazione alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Toronto, in Canada. Dal 22 al 27 luglio il programma “Filo Diretto” è andato in trasferta in Canada e, dalle 11.00 alle 12.00, è stato possibile intervenire in diretta dall’Italia, attraverso il numero verde messo a disposizione degli ascoltatori di inBlu (800 366760). La settimana dedicata alla GMG, per il canale satellitare dei cattolici italiani, è iniziata alle 20.00 del 22 luglio, con le immagini e i servizi sui preparativi per l’arrivo del Papa, previsto per il giorno dopo, e si è conclusa alle ore 19.00 del 28 luglio. Il contenitore pomeridiano “2000 + 2” , in onda dalle 13.15 fino alle 18.00, ha offerto continui collegamenti oltreoceano. La rete radiofonica inBlu ha seguito inoltre in diretta tutte le manifestazioni presiedute da Papa Giovanni Paolo II. Tutti i giorni, la programmazione dedicata all’evento si è aperta con le immagini più belle, gli eventi più curiosi e interessanti e i momenti più divertenti che, complice la notte e il fuso orario, potrebbero essere sfuggiti ai telespettatori. A partire dalle 17.00 sono stati lanciati i collegamenti in diretta con Toronto, per proseguire fino alle 4.00 di notte. L’attività del Santo Padre è stata trasmessa in toto: dall’arrivo a Toronto, in diretta dall’aeroporto, alla messa d’apertura, dalla cerimonia di accoglienza alla Via Crucis, fino alla veglia di sabato 27 e la messa conclusiva di domenica 28. Inoltre, mercoledì 24, a partire dalla mezzanotte, le telecamere di SAT 2000 sono entrate nel Molson Amphitheatre per “Italyani”, dove si è svolto il meeting dei giovani italiani che hanno incontrato i canadesi di origine italiana con le loro famiglie. “Avvenire” ‘Avvenire’, il quotidiano cattolico diretto da Dino Boffo, ha accompagnato i giovani a Toronto, con alcune originali iniziative. Per tutta la settimana ‘Avvenire’ è stato presente nei principali aeroporti italiani per augurare a tutti i ragazzi che hanno partecipato allo storico evento un buon viaggio, regalando a tutti una “sacca da viaggio”, lo ‘Zainetto della GMG’, personalizzato col simbolo della Giornata della Gioventù e con il logo di ‘Avvenire’. Nello zainetto, oltre al quotidiano fresco di stampa, i giovani in partenza per Toronto hanno trovato 15 6. NOVITÀ DAI MEDIA CATTOLICI anche il ‘Diario di Viaggio’, un’agenda preparata appositamente per la GMG, per annotare immagini, parole, canzoni, impressioni e pensieri, ma anche gli indirizzi delle persone incontrate nella settimana canadese. Oltre al ‘Diario di Viaggio’, i ragazzi della GMG hanno trovato all’interno della sacca anche una cartolina, compilando la quale potranno ricevere gratuitamente a casa per due mesi il quotidiano. L’iniziativa ha permesso a loro, agli amici e ai familiari, di partecipare alla GMG anche dall’Italia: ‘Avvenire’ invitava, infatti, tutti i ragazzi a scrivere non solo sul Diario di Viaggio, ma anche al quotidiano, che ha pubblicato per tutta la settimana i messaggi arrivati sia al sito Internet www.avvenire.it, sia tramite uno speciale numero di telefono al quale inviare un SMS (333.3337060). Inoltre, ‘Avvenire’ è stato presente con un suo stand anche a Toronto, dove ha accolto l’immensa comunità di italiani che non hanno voluto mancare all’appuntamento con la GMG. Ha messo a loro disposizione una postazione multimediale completa di accesso Internet, fax e telefoni per mandare i messaggi, poi pubblicati tutti i giorni nello spazio “forum” del quotidiano. Novità dal SiCei Progetto diocesano: primi risultati Prosegue a pieno ritmo il “progetto diocesano”, promosso nel 1996 dall’Ufficio nazionale dei beni culturali ed ecclesiastici della CEI col supporto tecni- 16 co del SiCei, per l’inventariazione informatizzata dei beni culturali ecclesiastici mobili (suppellettili, dipinti, sculture, paramenti), delle diocesi italiane. “Il progetto – spiega l’arch. Laura Gavazzi, coordinatrice dell’iniziativa – “ha l’obiettivo di conoscere nel dettaglio l’immenso patrimonio artistico e culturale conservato nelle nostre diocesi, e quindi di mantenerlo in vita”. Attualmente, su un totale di 225 diocesi, hanno presentato un progetto di inventariazione in 190. “La prima diocesi ad aver consegnato l’inventario è stata quella di Nicosia – prosegue l’arch. Gavazzi – con 42 parrocchie censite e con oltre 5600 schede compilate, a cui vanno sommate ben 5800 immagini, mentre già altre diocesi stanno terminando il loro lavoro”. A questa prima fase di raccolta dati, ne seguirà una successiva che prevede la consegna, alle parrocchie e ai diversi enti ecclesiastici che hanno partecipato al progetto, di un inventario dei beni della parrocchia consultabili informaticamente, sia su cd-rom che via Internet. Tutto il materiale inventariato dalle singole diocesi verrà poi consegnato alla Sovrintendenza competente territorialmente e la CEI, a sua volta, consegnerà l’inventario completo all’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Entro il 2005, l’intero patrimonio ecclesiastico italiano, informa l’Ufficio Cei, sarà schedato e documentato nella banca dati, che verrà aggiornata in tempo reale grazie alle informazioni provenienti dalle diocesi. lo di Mikado Film spa, società di produzione e distribuzione cinematografica. Edei media conomia ü Giffoni film festival Si è svolta a Giffoni Valle Piana (Sa) dal 20 al 27 luglio la 32ª edizione del Giffoni Film festival, rassegna cinematografica dedicata ai ragazzi che quest’anno ha avuto per tema “La scelta”. Le opere in gara, tra corto e lungometraggi, sono state 43 divise nelle tre sezioni “Primi schermi”, riservata ai giurati di 8-12 anni; “Liberi di volare” (12-14) e “La finestra sul cortile” (15-19). Tra le novità del Festival 2002: la premiazione di “On the road movie”, concorso organizzato dal Gff e dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per la sicurezza stradale; la seconda edizione del “Grifone del Consorzio nazionale imballaggi per l’ambiente” destinato al miglior film di contenuto ambientale e la sezione non competitiva “Y Genration” che quest’anno ha ruotato attorno al tema “I Dieci comandamenti”. È Nata Rtc Pianeta, prima emittente russa per l’Occidente Sono cominciate ufficialmente il 1° luglio le trasmissioni di “Rtr-Pianeta”, la prima emittente televisiva russa diffusa via satellite nei paesi occidentali. L’emittente, che fa capo alla Rtr, uno dei due grandi canali nazionali della tv pubblica russa, trasmette all’estero notiziari, programmi di approfondimento e intrattenimento e film alternandoli con alcune trasmissioni tratte dal palinsesto della tv culturale russa “Kultura” e con i notiziari di “Euronews”, il canale europeo “all news” presente sul mercato russo da poco più di un anno. Internet: crescono i navigatori italiani Il Garante per le telecomunicazioni Enzo Cheli ha presentato la sua relazione annuale dalla quale si evince che gli utenti italiani della rete sono passati dai 3,9 milioni del 1998 ai quasi 18 milioni del 2001 destinati a diventare, secondo le stime del Garante, circa 37 milioni nel 2006. Cinema: recupero “estivo” Gli ottimi incassi del mese di giugno hanno consentito un’inversione di tendenza per quanto riguarda gli incassi cinematografici del primo semestre dell’anno facendo registrare un aumento dell’1,6% rispetto all’anno scorso (253 milioni contro i 248 milioni e 916 mila euro di incasso). Sono, però, leggermente diminuiti gli spettatori passati da 44 milioni 741 mila a 43 milioni 234 mila. De Agostini: ricavi a +2,5% Il bilancio 2001 del Gruppo De Agostini si è chiuso con ricavi consolidati per 1.178,3 milioni di euro (+ 2,5%) e con utili per 42,9 milioni di euro. Oltre al rafforzamento del settore editoriale la De Agostini, in questi ultimi tempi, sta operando lungo altre due direttrici: l’espansione nel settore della produzione e distribuzione di contenuti cinematografici e televisivi, attraverso la Dea Comunications, e l’espansione in attività diversificate come l’acquisizione, a fine febbraio scorso, attraverso l’opa, della maggioranza del capitale di Lottomatica spa e l’acquisizione della quota di control- Investimenti pubblicitari in calo Gli investimenti pubblicitari sulla stampa, nel periodo gennaio-maggio, ammontano a 1.804,3 milioni di euro, 679,3 dei quali sui quotidiani e i restanti 405 sui periodici. Rispetto al 2001 si registra una flessione di 81,5 milioni di euro pari al 7%, più contenuta per i quotidiani (–6,5%) che sui periodici (–7,7%). I dati sono forniti dall’Osservatorio degli investimenti pubblicitari sulla stampa costituito dalla Fcp (Federazione concessionarie di pubblicità) e dalla Fieg (Federazione degli editori dei giornali. 17 Isullafattistampadel mese ✍ Il card. Tettamanzi nuovo arcivescovo di Milano Nel giorno della nomina ufficiale a nuovo arcivescovo di Milano, i principali quotidiani nazionali “salutano” già (in contemporanea con l’evento) l’importante avvicendamento con grande attenzione. Alcuni titoli dell’11/7: “Tettamanzi al posto di Martini” (Corriere della Sera), “A Tettamanzi il testimone di Martini” (Stampa), “Tettamanzi a Milano, oggi l’annuncio” (Giornale). “La nomina è firmata. Giovanni Paolo II ha scelto. E così a mezzogiorno di oggi, nel giorno di San Benedetto, patrono d’Europa, verrà annunciato il nome del successore del cardinale Carlo Maria Martini alla guida della diocesi di Milano”, esordisce Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera, e aggiunge: “L’annuncio, in ogni caso, chiude mesi di ‘totosuccesione’: Tettamanzi ma anche i vescovi Corti, Monari, Nicora, Caprioli, e il biblista Gianfranco Ravasi. Il nome dell’arcivescovo di Genova è sempre stato al primo posto, nonostante la rarità dello spostamento di un cardinale da una sede all’altra: esperto di bioetica, Tettamanzi è assai stimato dal Papa e ha collaborato alla stesura di alcune encicliche. Oggi il nome del nuovo arcivescovo sarà proclamato in contemporanea a Roma e a Milano”. Anche Giacomo Galeazzi, sulla Stampa, parla di “una scelta quasi priva di precedenti su scala mondiale, un’anomalia dovuta al fatto che Tettamanzi è considerato dal Pontefice fra i pochi presuli 18 con esperienza pastorale e spessore tali da poter sostituire Carlo Maria Martini (...). L’ex segretario generale della Cei è atteso da un impegno di straordinaria difficoltà. Il governo episcopale di una realtà complessa come Milano, infatti, avrà notevoli riflessi sul conclave. In passato ci sono stati pochissimi spostamenti simili, in Brasile e in Germania dove il cardinale Meisner da Berlino fu destinato a Colonia. Tettamanzi è ben conosciuto da Karol Wojtyla avendo collaborato alla redazione di due encicliche come la ‘Evangelium vitae’ e la ‘Veritatis splendor’, fondamentali per delineare l’insegnamento morale della Chiesa. Un vescovo apprezzato dai confratelli per le doti umane, la capacità di governo, la moderazione”. A proposito dell’ex arcivescovo di Milano, Galeazzi osserva che “la sua uscita di scena è quella non solo di un autorevole uomo di Chiesa ma anche di un punto di riferimento per l’intera società civile. Quando annunciò di volersi ritirare a Gerusalemme, per esortarlo a tornare sui suoi passi si mobilitarono in tanti, a partire dall’appello rivolto da personalità laiche come Guido Rossi, Tronchetti Provera, Romiti, Albertini. E ciò a conferma del modo originalissimo in cui Martini ha saputo coniugare la fede cattolica con l’impegno civile, puntellando il tessuto sociale strappato da gravi crisi morali come Tangentopoli”. Sul legame tra la nuova nomina e le “manovre” preconclave si sofferma, invece, sempre sul quotidiano torinese Luigi La Spina, secondo cui “la scelta del successore di Martini nella diocesi più grande d’Europa e più importante del mondo completa, con un tassello fondamentale, l’assetto della Chiesa italiana nell’ultima fase del pontificato di Giovanni Paolo II”. La nomina di Tettamanzi, sostiene infatti l’autore dell’articolo, “va inquadrata in una strategia di lungo periodo, attuata con una coerenza e una determinazione assoluta, volta a ridisegnare un modello italiano di episcopato funzionale alle direttive del Pontefice e alla volontà essenzialmente di due grandi ‘elettori’, i cardinali Re e Ruini”, che per La Spina “in pieno accordo, hanno ridisegnato, in questi anni, il volto della Chiesa italiana in una chiave che, con termini mutuati dal linguaggio politico, si potrebbe definire ‘centrista e moderata’ ”. “Lo spostamento del vescovo di Genova a Milano – è la tesi centrale dell’autore dell’articolo – corrisponde a un progetto unitario e complesso che non può prescindere, nella visione di chi l’ha ideato e attuato, dalla decisione più importante. A questo proposito, si può citare il nome di monsignor Nicora, ex vescovo di Verona e attuale ‘giurista’ della Cei. Alcuni avevano pensato a lui come possibile sostituto di Martini a Milano. La diversa decisione del Papa non vuol dire che Nicora non 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA sia destinato a una poltrona di grande prestigio nel prossimo futuro”. Questo perché, conclude La Spina, “l’assetto della Chiesa italiana si proietta naturalmente nella prospettiva del prossimo Conclave e sarebbe assurdo o ipocrita negarlo. Pronostici e speculazioni si moltiplicano in questi mesi di tormentato crepuscolo per uno straordinario pontificato. La scelta di un Papa italiano o di un nuovo Papa ‘straniero’ sarà certamente una delle alternative fondamentali nelle discussioni fra i cardinali elettori e nessuno, oggi, può prevedere l’esito di tale dibattito. Una cosa, invece, è certa: la nomina di Tettamanzi a Milano pone l’attuale vescovo di Genova in ‘pole position’ tra i candidati italiani a raccogliere la futura pesante eredità di Giovanni Paolo II”. “Per la successione al cardinale Martini era necessario un personaggio e – possibilmente – un personaggio ambrosiano”. Sono questi, scrive Luigi Accattoli (Corriere della Sera, 12/7) il giorno dopo l’ufficializzazione della nomina, “i due criteri che hanno portato alla scelta del cardinale Tettamanzi: egli era il personaggio più in vista – e anche il più attrezzato – tra i vescovi milanesi in prestito ad altre città, o con incarichi romani. Come figura episcopale, il nuovo arcivescovo si colloca in posizione mediana, nel panorama italiano: al centro - per così dire - tra Martini e Ruini. Non esplicita i ‘sogni’ ecumenici, collegiali e di riforma che hanno reso famoso Martini, ma ne condivide - e ne predica - la radice evangelica, che il severo Ruini pure avverte ma - di regola - custodisce nel suo petto. Lo spostamento da Genova a Milano - infine rafforza la qualifica di ‘papabile’ che a Tettamanzi viene attualmente attribuita, da quando ebbe la porpora, quattro anni addietro”. Secondo il vaticanista, inoltre, il nuovo arcivescovo di Milano “ama il basso profilo. Non ha la forza e la libertà di parola del cardinale Martini. Ma non si tira indietro, quando deve affrontare questioni spinose: in cinque anni di segreteria della Cei, le sue conferenze stampa hanno sempre fatto notizia, senza che compisse mai un passo falso. È l’unico cardinale di casa nostra ad avere preso una posizione possibilista sull’uso del profilattico in funzione anti-Aids. Più volte ha invitato la Chiesa italiana a osservare un anno di ‘silenzio’ nella produzione di documenti, per ‘concentrarsi nell’ascolto del Vangelo”. È, infine, la “papabilità” la caratteristica su cui si sofferma Accattoli nel finale dell’articolo: “Tettamanzi è considerato un papabile, si direbbe da tutti. Oltre alla posizione moderata – o moderatamente aperta – e al curriculum, lo favoriscono l’amabilità e il fatto di non avere nemici (...). Dopo un papato eroico, non italiano e di lunga durata, egli appare - al momento - come un candidato ideale per un papato italiano e di minore durata, che riprenda in mano il governo ordinario della Chiesa. Ma questo vale oggi e forse non varrà più domani. E chissà se potrà mai valere per cardinali non italiani. È verosimile che l’attuale Pontificato duri ancora qualche anno, poniamo due o più, e per allora Tettamanzi avrà superato i settant’anni e ci saranno almeno tre nuovi cardinali residenziali italiani: a Firenze, a Venezia e a Genova”. Sul “peso” della nuova nomina per il futuro conclave indugia anche Giacomo Galeazzi (Stampa, 12/7), secondo il quale “il passaggio delle consegne tra Carlo Maria Martini, leader mondiale dei progressisti cattolici, e Tettamanzi è una delle tappe fondamentali in vista del conclave. Sono stati perciò il presidente della Cei Camillo Ruini e il ministro per i Vescovi Giovanni Battista Re a puntare sull’ex segretario generale della Cei. Un’investitura ‘in pectore’ passata indenne attraverso le torride giornate del G8 e le velate accuse di eccessiva esposizione ‘pro-Tute Bianche’. Ruini scese in campo a difesa del porporato brianzolo al parlamentino della conferenza episcopale di Pisa quando le sue chances di raccogliere il testimone di Martini erano date in caduta libera. Nelle ultime settimane, poi, ha pesato moltissimo la decisione del cardinale Re di ritirarsi dalla corsa per il capoluogo lombardo e di restare accanto al Pontefice in attesa di sostituire il quasi 75enne Angelo Sodano sullo scranno di Segretario di Stato”. Per Giancarlo Zizola (Sole 24 Ore, 12/7), “il trampolino di lancio sulla Chiesa universale è stato per Tettamanzi, come a suo tempo per Wojtyla, il Sinodo dei Vescovi, specialmente quello sull’Europa del ’99, dal quale uscì eletto al Consiglio della Segreteria sinodale col massimo dei voti. Persuasivo fu soprattutto il suo discorso sinodale basato su una lettura positiva e non catastrofista della crisi della cristianità e sulla convinzione che il primato dello spirituale esige un nuovo ciclo riformista della Chiesa cattolica. Sebbene si fosse distaccato dalle proposte di Martini a favore di una sorta di Concilio universale per discutere i nodi problematici della Chiesa, Tettamanzi convergeva infine sulle posizioni ‘visionarie’, riconoscendo che nella situazione concreta non c’è più posto per un cristianesimo di massa o per una nuova ‘religione di società’ e che è proprio questa congiuntura critica che obbliga la Chiesa a tornare al ‘piccolo gruppo’, alla povertà dei mezzi apostolici, alla testimonianza della carità specie con gli stranieri, i più emarginati, i deboli”. 19 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA “Due uomini di confine che sanno parlare anche ai non credenti”. È la definizione che Massimo Cacciari (Corriere della Sera, 12/7) dà di Martini e Tettamanzi. Di quest’ultimo, in particolare, il filosofo osserva che “è da anni l’autore-guida per i mondi cattolici sul problema dell’impatto sociale, culturale, etico delle nuove scoperte in campo biomedico (...). Tettamanzi insiste su una questione solo apparentemente metodologica, in realtà essenziale: la domanda etica non può sorgere ‘a valle’, rispetto all’impresa scientifica, come si trattasse di ‘contenerne’ solo gli effetti più dirompenti e sradicanti; è necessario che la relazione con i mondi vitali, le forme di vita, le culture, le tradizioni sia concepita come immanente al lavoro stesso dello scienziato. Qui l’interrogazione di Tettamanzi si trasforma in una fondamentale lezione: le sue parole sono quelle della viva testimonianza, non della presunzione giudicante; le parole dell’ascolto e della comprensione, non quelle della condanna. Il suo libro fondamentale su questi argomenti, costruito sulla base della più rigorosa informazione, ha la voce di colui che accompagna, il tono della Pastorale, non quello astratto e lontano del Maestro”. Il dibattito sul lavoro “Tempi e modi ancora non si conoscono ma l’ascesa di Sergio Cofferati a capo della sinistra italiana appare difficilmente arrestabile”. L’opinione è di Angelo Panebianco (Corriere della Sera, 10/7), che legge la possibile ascesa in politica del leader della Cgil nella chiave della, a suo avviso storica, contraddizione tra le due “anime” della sinistra italiana: quella riformista e quella massimalista. Da Turati in poi, argomenta infatti Panebianco, “il riformismo non è mai più stato capace di conquistare i cuori e le menti della maggioranza del ‘popolo di sinistra’. Il che spiega la diversa storia della sinistra italiana rispetto a quella delle altre sinistre europeo-occidentali. Spiega il fatto che l’Italia abbia avuto il più forte partito comunista d’Occidente. Spiega perché tutti i tentativi di rovesciare i rapporti di forza tra i riformisti (socialisti) e i comunisti, eredi del vecchio massimalismo, siamo sempre falliti (...). È fallito, per le stesse ragioni, anche l’ultimo tentativo, compiuto da D’Alema, di far definitivamente trionfare l’anima riformista (...). L’odio per D’Alema, così visibile in molta parte della sinistra italiana, non dipende tanto dai suoi errori (che pure ci sono stati) quanto dal fatto che egli osò tentare ciò che più ripugna alla cultura politica 20 tuttora egemone nella sinistra: bandire il massimalismo”. Ciò non toglie, aggiunge però l’autore dell’articolo, che “le cose sono, per Cofferati, complicate”, visto che quest’ultimo si presenta, da un lato, come “leader-simbolo dell’eterno massimalismo della sinistra italiana”, dall’altro “combatte anche per difendere quel potere di veto nei confronti delle politiche governative che la Cgil si era conquistata negli ultimi decenni e che il governo Berlusconi oggi rifiuta di accettare”. “Spezzare l’egemonia sindacale della Cgil e far esplodere un contrasto di fondo all’interno del centro sinistra”: questo, per Stefano Folli (Corriere della Sera, 10/7), l’obiettivo di fondo del governo Berlusconi nell’attuale “lotta” con il sindacato sul tema del lavoro. “Con la firma del ‘Patto per l’Italia’ – commenta Folli – l’obiettivo non è stato mai così vicino: il maggiore successo del governo Berlusconi in un anno di vita. Eppure l’operazione è ad alto rischio per il governo. L’isolamento di Cofferati, un uomo capace di raccogliere cinque milioni di firme, può non essere risolutivo; l’indebolimento della Cgil richiede tempi lunghi per essere efficace (...). La partita non è finita e il successo colto dal governo è ancora fragile. Tanto fragile da richiedere una cura particolare e tanta prudenza per non essere compromesso”. Gli scandali americani “Lezione dagli Usa”. È il titolo di un articolo di Federico Rampini (Repubblica, 10/7), a commento delle recenti “misure” annunciate dal presidente americano Bush per porre fine agli scandali in ambito finanziario che hanno messo a dura prova gli addetti ai lavori e l’opinione pubblica statunitense. “Bush – scrive Rampini – deve fronteggiare una grave crisi di credibilità del capitalismo americano: le Borse depresse sotto livelli dell’11 settembre, il dollaro in caduta, la fuga di quei capitali esteri che sono necessari per finanziare il deficit Usa, una ripresa economica che può soccombere se viene meno la fiducia dei consumatori. La causa principale è la catena di scandali che dura da sette mesi, dal crack Enron in poi: bilanci truccati, risparmiatori ingannati dalle banche, revisori dei conti complici dei loro manager”. I rimedi di Bush, secondo l’autore dell’articolo, “vanno nella direzione giusta. Il pacchetto di riforme annunciato dal presidente punta a rafforzare la trasparenza. Rende ineludibile la responsabilità personale dei dirigenti aziendali, chiamati a pagare di tasca propria per gli abusi contabili (...). Meglio tardi che mai... D’ora 8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA in avanti basterà il minimo dubbio sui conti di una grande impresa, per provocare vendite massicce delle sue azioni da parte di questi grandi investitori, e quindi un crollo in Borsa”. Per Guido Rossi (Corriere della Sera, 11/7), “la crisi dei mercati finanziari sta minacciando l’intera struttura del sistema economico americano, poiché i rischi di instabilità e di crisi delle Borse sono ormai, da almeno un decennio, indissolubilmente legati alla distribuzione del reddito fra le classi sociali e perciò all’instabilità della stessa economia reale”. “Il capitalismo giù di morale”. È il titolo di un articolo in cui Sergio Romano (Corriere della Sera, 16/6), fa il punto sui recenti scandali americani in ambito finanziario, che hanno travolto gli Stati Uniti dopo il “caso Enron” e spinto Bush ad annunciare severe misure di repressione e prevenzione per scongiurare future “scorrettezze”. “A me sembra – sostiene Romano – che questa storia americana contenga due lezioni, strettamente collegate. In primo luogo dimostra che la realtà, soprattutto in una fase di grandi mutamenti, ‘inventa’ trasgressioni e deviazioni che nessuna legge aveva previsto. In secondo luogo conferma che la moralità di un Paese dipende, in ultima analisi, dalla rapidità delle sue reazioni e dall’indipendenza della sua stampa. In ultima analisi l’America non sarà giudicata dai suoi scandali, ma dalla fermezza e dalla rapidità con cui avrà saputo affrontarli. Per un Paese come l’Italia, dove le reazioni sono lente, i responsabili inamovibili e le leggi oscure o tardive, questa, non gli scandali, è la notizia più importante che oggi viene dall’America”. Messaggio di Ciampi sull’informazione “Il messaggio alle Camere del presidente Carlo Azeglio Ciampi sul pluralismo dell’informazione è destinato a lasciare il segno”. È il commento di Angelo Panebianco (Corriere della Sera) al primo messaggio inviato dal Capo dello Stato alle Camere, che ha riscosso ampi consensi dalle forze politiche (di maggioranza e di opposizione) e ha suscitato una vasta eco sui principali quotidiani nazionali del 24/7. Secondo l’autore dell’articolo, “l’opportunità del messaggio del presidente deriva dall’esistenza di diversi problemi distinti ma connessi. Il primo ha a che fare con il ruolo di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio e proprietario di Mediaset. Il secondo ha a che fare con l’esigenza di limitare le concentrazioni nel settore televisivo come in quello della carta stampata (...). Il terzo problema riguarda l’urgenza di preparare il Paese alla rivoluzione del digitale”. Panebianco insiste sulla portata generale del discorso di Ciampi, non legato “solo alle polemiche contingenti sull’informazione”: il Capo dello Stato, in realtà, “ha posto il Parlamento di fronte a problemi la cui importanza per la democrazia italiana non diminuirà nel tempo, sarà ancora inalterata quando tutti i protagonisti politici di oggi saranno ormai usciti di scena. Che, nel breve termine, occorra moltiplicare le garanzie di pluralismo televisivo, data la posizione personale dell’attuale premier, è certo. Che occorra attrezzarsi per fronteggiare, nel medio termine, la rivoluzione digitale, sapendo che non ci si può affidare solo alla prevista forte crescita dell’offerta televisiva e multimediale per garantire il pluralismo, è altrettanto certo. Opportunamente, il presidente si è limitato a richiamare i principi: spetterà alle forze politiche trovare i mezzi per realizzarli”. Quello assunto dal presidente Ciampi, sottolinea Sabino Cassese sul Sole 24 Ore, è “un ruolo di garanzia”, e “l’informazione è solo uno dei capitoli di un sistema politico meno rissoso e più regolato, nel quale proprio che era a capo del Governo quando il parlamento ha introdotto il metodo maggioritario, quasi dieci anni dopo, auspica ‘uno statuto delle opposizioni e delle minoranze’”. “La verità non sopporta padroni, né a destra né a sinistra”: è questa la “prospettiva” del messaggio di Ciampi, scrive Dario Antiseri sullo stesso quotidiano; citando la parte finale del messaggio del Capo dello Stato, il filosofo ricorda che “lo storico, al pari di ogni altro ricercatore, avanza sul terreno delle congetture e delle confutazioni. Non ha senso contrapporre a una ‘storia di sinistra’ una ‘storia di destra’. A una storia di menzogne non va contrapposta una diversa storia di menzogne. La ‘verità storica’ non tollera padroni, né a destra né a sinistra. E questo non significa stare ‘super partes’, significa piuttosto essere ‘super servos’ – alias ‘intellettuali organici’, di destra e di sinistra”. Sulla “lezione del Quirinale” riflette anche Michele Ninis (Stampa), secondo il quale il “peso” delle parole di Ciampi sta anzitutto nel fatto che “ogni democrazia, come ha scritto Bobbio, si regge sul diritto di voto; ma questo diritto è una finzione quando i cittadini non possono decidere fra proposte politiche diverse, e per decidere devono conoscerle”. 21 Smultimediali egnalazioni Mediterraneo-Europa. Un ponte per lo sviluppo e la solidarietà Autori vari, a cura di Giovanni Scarafile, Roma, Ave, 2002, pp. 254, euro 13,00. Il Mediterraneo come ponte fra culture e religioni, fra Oriente e Occidente: ecco il filo conduttore ideale di questa raccolta di saggi, il cui titolo è mutuato da quello di un convegno di studio svoltosi ad Ostuni dal 27 al 30 settembre 2000 e organizzato dal Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) d’intesa con Pax Romana-Europa, con la Fondazione Giuseppe Lazzati di Brindisi e con il patrocinio dell’Università di Lecce. “Parlare di Mediterraneo – spiega il prof. Mario Signore nella prefazione – è più che parlare di ‘Sud’. È innanzitutto far uscire il sud dal recinto della questione ‘locale’, di un rivendicazionismo asfittico e questuante, per rilanciarlo come questione europea. Dare voce al Mediterraneo – continua – significa abbandonare lo sterile esercizio di un parlare del sud, per mettersi in Ascolto, come Italia e come Europa, di una cultura alla quale venga finalmente concessa la parola”. È, questo, un punto di vista molto chiaro e netto, che Pietro Lacorte, nell’introduzione, ribadisce nei termini di una grande prospettiva etico-politica: “La nuova Europa va costruita con una capacità progettuale idonea a realizzare una nuova entità istituzionale attraverso politiche di ampio respiro che, pur salvaguardando le singole identità nazionali, diano vita ad una integrazione dei popoli, valorizzando le varie culture e promuovendo la crescita di ogni singolo cittadino”. Una nuova entità, quindi, da costruire non “solo sul valore dell’Euro, con il rischio dell’enfatizzazione di un sistema economico che, nel nome del mito della globalizzazione, riduca i cittadini al ruolo di con- 22 sumatori, condizionati da sempre nuovi bisogni e incapaci di partecipare alla vita delle istituzioni”. Famiglia e Internet Paola e Leonardo Boretti, Cinisello Balsamo (Milano), San Paolo, 2002, pp. 62, euro 5,00. Servono regole chiare ma flessibili, in famiglia, perché l’uso di Internet diventi fonte di arricchimento interiore, di partecipazione culturale, di scambio di esperienze. È la convinzione di fondo che anima questo opuscolo, scritto da una coppia di laici impegnati sulla base della propria esperienza familiare e parrocchiale. Dopo una parte introduttiva che spiega con una buona sintesi la “grammatica” di Internet (rafforzata da un agile glossario finale), si entra nel vivo dei problemi. Internet offre un mondo ricco di suggestioni, dove si pensa di trovare risposta (e una risposta attendibile) a qualsiasi domanda, in realtà è uno strumento meraviglioso e fallibile come la tv, la radio o la carta stampata. Educatori e genitori possono, anzi devono farsi protagonisti della “rivoluzione Internet” accanto ai loro ragazzi: per seguirli e controllarli, ma anche per imparare da loro stessi. “È questo un tempo in cui, come genitori, – scrivono gli autori – siamo nuovamente e con più urgenza chiamati a saper dire, testimoniare e motivare valori positivi che possano illuminare il cammino dei nostri ragazzi”. E fanno un esempio: “mentre stabiliamo che è vietato accedere a siti pornografici, dobbiamo anche saper raccontare in positivo la bellezza e la dignità della sessualità umana, il suo immenso valore nelle relazioni affettive ed aiutare a comprendere il misterioso linguaggio del corpo”. Tanti, e tutti molto utili, i riferimenti a siti che possono interessare tutte le fasce di età e le famiglie nel loro complesso. Il contributo più importante del libro infatti consiste nel segnalare quelle piste di riflessione e di ricerca che nel mondo del virtuale trasformano la navigazione in una esperienza gioiosa e formativa. L’opuscolo fa parte della bella collana “I Quando” della San Paolo. Per altre notizie: www.edizionisanpaolo.it. Verso il Digitale. Giornalismo Tv. Manuale del cambiamento Giuseppe Mazzei, Roma, Rai-Eri, 2002, pp. 302, euro 15,50. Da alcuni anni l’informazione televisiva è investita in pieno dalla rivoluzione digitale e, in particolare, dai 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI “new media”, simbolo di una società sempre più cablata e interconnessa. Navigando nella rete I nuovi linguaggi promossi da Internet stanno cambiando profondamente sia l’approccio dei cittadiniutenti nei confronti della tv sia lo stesso mestiere del giornalista televisivo. Missionari della Consolata Questo manuale serve a fare chiarezza in una materia diventata quanto mai delicata e, soprattutto, cruciale per l’esercizio di una vita democratica reale: se prima si parlava tanto del pericolo di una “videocrazia”, adesso l’attenzione si è spostata su quello di una democrazia “virtuale”. Di qui la necessità di saggi – come questo – che riportino la questione ai fondamenti etici della convivenza democratica e quindi al ruolo etico-sociale dei mezzi d’informazione e comunicazione. Ricordando la “grammatica” del giornalismo televisivo, il libro apre al tempo stesso una strada verso un futuro che in parte è già presente: preparandoci alla rivoluzione digitale (con il suo bagaglio di tecnologie interattive e multimediali), non si può comunque ancora dimenticare il telegiornalismo nel quale siamo nati e cresciuti, quello analogico. http://www.missionariconsolata.it/ Il manuale contiene molti spunti interessanti: la centralità indiscussa della notizia, il rispetto e la cura per le immagini, il tg concepito come “orchestra”, il concetto di servizio pubblico come garanzia di pluralismo e libertà, uno sguardo critico sulle facili lusinghe del giornalismo-spettacolo. E una regola d’oro: aggiornarsi in continuazione sui linguaggi e sulle tecniche, non mettere mai in soffitta quello spirito di curiosità, avventura e coraggio che deve contraddistinguere ogni vero giornalista. Nella consapevolezza che chi sta di fronte alla tv non è una persona sprovveduta, incline a credere a qualsiasi cosa, ma un cittadino che ha – o comunque può avere – a disposizione altre fonti di informazioni grazie soprattutto a Internet e che quindi può fare confronti, analizzare, giudicare in modo molto più consapevole il lavoro del giornalista televisivo. Ricordiamo che l’autore, con una lunga esperienza di giornalismo radiotelevisivo alle spalle, ha firmato con Rai-Eri anche il libro “Notizie radio@ttive. Manuale di giornalismo radiofonico” (2001). Per altre notizie: www.rai.it, [email protected]. Il sito è nato nel 1998 con il progetto “IMC on line” (IMC = Istituto Missioni Consolata) dedicato soprattutto all’animazione missionaria in Rete. Il navigatore che approda in questo sito, può scoprire, tra i colori della mondialità, i Centri Missioni Consolata (CMC) e le molteplici iniziative che lo caratterizzano. A tal proposito nell’Home Page, ampio risalto viene dato alle Novità, a testimonianza del frequente aggiornamento effettuato dal curatore del sito, Vincenzo Crea. Curiosando nel sito ci s’imbatte in percorsi di Formazione missionaria per gli adolescenti e giovani: oppure si può conoscere la realtà di prima accoglienza dell’Associazione Namaste o assaporare gli aromi e i profumi del commercio equo-solidale della Cooperativa Karibuny. Ancora... si può “spulciare” tra le esperienze passate e i progetti per il futuro di campi di animazione e di lavoro. A chi volesse ulteriormente sfogliare le pagine dell’articolato mondo dei Missionari della Consolata, vengono presentate le riviste dell’Istituto: Missioni Consolata e Amico. E, per il navigatore più esigente e appassionato di missione, la pagina dei Links soddisferà ogni sua ulteriore curiosità: da questo servizio potrà trarre spunti per approfondimenti o trovare indicazioni per le richieste specifiche di ordine pratico. Anim@tamente. L’animazione giovanile on-line http://web.tiscali.it/animatamente/ Anim@tamente è un sito per tutti gli animatori ed educatori di gruppi giovanili, ma non solo. Sono pagine per chi ama comunicare, disegnare, cantare, vivere la Parola di Dio. Vi si pos- 23 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI sono trovare infatti decine di schede per gli incontri, attività di gruppo, interi campi estivi, ritiri spirituali, incontri di preghiera, ma anche giochi, proposte teatrali, scenette. E poi spartiti, testi, accordi e demo MP3 di canti liturgici. Nel sito si trova inoltre una fornita raccolta di clip art religiose, una sezione dedicata alla Giornata Mondiale della Gioventù 2000 con il testo e la versione MIDI dell’inno Emmanuel, ed un interessante corso di “Educazione all’amore” adatto a giovani ed adolescenti, per vivere la sessualità nell’ambito dei valori cristiani. Creato dal gruppo dei giovani animatori della parrocchia San Gregorio Magno di Roma, il sito è testimonianza di anni di animazione ed esperienze fatte da tanti ragazzi e da tanti giovani che hanno scelto con coraggio di seguire Gesù, di testimoniarlo con forza, con le idee, le parole e le opere nell’affascinante viaggio della vita. Università Pontificia Salesiana Latinitas Romana Salesiana http://www.geocities.com/blas3/ Latinitas Romana Salesiana vuol promuovere e diffondere i valori della Classicità classica e cristiana non solo per gli allievi che frequentano l’Università Pontificia Salesiana, Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche (Pontificium Institutum Altioris Latinitatis), ma anche per tutti i cultori, di ogni età e condizione, che vogliono accostarsi ai capolavori mondiali del pensiero e dell’arte. È possibile, pertanto, leggere e scaricare gli appunti delle lezioni (ma attenzione! la maggior parte sono in lingua latina scolastica). Ci sono i migliori link per lo studio e l’aggiornamento sulle lingue e le letterature classiche, le lingue dette sacre, come il greco biblico, il latino cristiano, il sanscrito, l’ebraico. Ci si può anche esercitare a parlare in latino. I seminaristi o i sacerdoti novelli potranno trovare e pregare con le secolari e bellissime formule in latino o, per i cultori della metri- 24 ca greca e latina, ascoltare anche la scansione a viva voce dei metri e delle strofe principali. Il latino cristiano viene presentato sotto le categorie peculiari del latino liturgico, canonico, patristico, ecclesiastico, scolastico. C’è anche un Lessico del Latino più recente, pubblicato in rete per la prima volta, con frasario e nomenclatura. Persino il calcolo matematico più sofisticato ha un suo link utilissimo. Si possono consultare, inoltre, varie enciclopedie, trovare l’autore di una sentenza, leggere qualche poesia, visitare l’angolino dell’arte, della danza, della musica. Chiunque può entrare a far parte del grande movimento culturale inaugurato dal Pontefice Giovanni XXIII, con la Costituzione Apostolica ‘Veterum Sapientia’. Questo il benvenuto: “Salve, Viator! Ingredere! Laetaberis!”. Pagine di Teologia e Filosofia a cura di Don Giuseppe Lorizio http://www.geocities.com/lorpino/ Il sito propone una serie di riflessioni edite o inedite a carattere teologico-fondamentale, con particolare riferimento ai temi del rapporto CristianesimoPostmodernità occidentale, al mistero della morte e al senso della storia. Nel sito è rinvenibile un’ampia bibliografia sulle scienze della religione, suddivisa per settori ed aree linguistiche. Un’ampia sezione del sito, interamente curato dal teologo Don Giuseppe Lorizio, è dedicata al pensiero di Antonio Rosmini Serbati (1797-1855) con la bibliografia completa degli scritti editi e una selezione bibliografica della letteratura. In tale sezione sono presenti anche alcuni saggi di carattere generale sul pensiero rosminiano ed alcune recensioni di opere sullo stesso argomento. Il sito ha avuto recentemente un completo restyling nella grafica e nell’impostazione editoriale. Nonostante ciò tutte le pagine sono in mutazione permanente in quanto vengono spesso immessi nuovi testi e nuove recensioni.