Imp. Osservatorio 8-9/2002 - Chiesa Cattolica Italiana

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Imp. Osservatorio 8-9/2002 - Chiesa Cattolica Italiana
8-9
2002
SSERVATORI
O & O
COMUNICAZIONE CULTURA
Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali
Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.209 • Fax 06.66398.239 - http://www.chiesacattolica.it • E-mail: [email protected]
Servizio nazionale per il progetto culturale
Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.288 • Fax 06.66398.272 - http://www.progettoculturale.it • E-mail: [email protected]
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Editoriale
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Approfondimenti
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Dossier
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Comunicazioni
sociali
• Corso sui media per seminaristi . . . . . . . . . . . . . . . pag.
• Settimana per l’editoria cattolica in Puglia
• Internet ed evangelizzazione: seminario per giovani
• Corso di aggiornamento Acec a Ponte di Legno
• India: i missionari salesiani
realizzano un cortometraggio
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5
Progetto culturale
• Cantiere aperto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
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Fare cultura nel tempo della comunicazione
Francesco Casetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
2
Il dizionario della comunicazione
Franco Lever . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
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Un contesto culturale che esige nuovi protagonisti
a cura di Franco Mazza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
5
• Laboratorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
6
Novità
dai media cattolici
• I media cattolici mobilitati per la GMG. . . . . . . . . . pag.
• La GMG anche via radio con inBlu
• “Avvenire”
• Novità dal SiCei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
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Economia dei media
• Giffoni film festival . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
• De Agostini: ricavi a + 2,5%
• È nata Rtc Pianeta, prima emittente russa
per l’Occidente
• Internet: crescono i navigatori italiani
• Cinema: recupero “estivo”
• Investimenti pubblicitari in calo
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7
I fatti del mese
sulla stampa
• Il card. Tettamanzi nuovo arcivescovo di Milano . . . pag.
• Il dibattito sul lavoro
• Gli scandali americani
• Messaggio di Ciampi sull’informazione
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Segnalazioni
multimediali
• Mediterraneo-Europa. Un ponte per lo sviluppo
e la solidarietà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
• Famiglia e Internet
• Verso il Digitale. Giornalismo Tv.
Manuale del cambiamento
• Navigando nella rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
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1. EDITORIALE
Fnelaretempocultura
della comunicazione
FRANCESCO CASETTI*
atteggiamento positivo della Chiesa nei confronti dei mezzi di comunicazione sociale è
uno dei dati che maggiormente colpiscono l’opinione pubblica italiana. Lo si può capire non solo dall’attenzione che i giornali dedicano alle posizioni
che su questo tema vengono maturando in ambito
ecclesiale, ma anche dal rispetto che molti “addetti ai lavori” manifestano rispetto agli atteggiamenti assunti, e dal crescente interesse a confrontarsi su questo terreno da parte dei laici, anche se
semplici utenti dei mass-media. Insomma, siamo
ormai lontani dall’idea che l’ambiente cattolico sia
solo capace di stigmatizzare questo o quel fenomeno, questo o quel prodotto mediale. Le prese di
posizione certo non cessano, collegate ad un compito magistrale più ampio, e ad un costante impegno di discernimento; ma quello che emerge sempre
di più, sorprendendo qualcuno, è una volontà di
comprendere il fenomeno della comunicazione
sociale in tutte le sue dimensioni, e di metterne in
luce, con sistematicità, gli aspetti migliori.
L’
In questa direzione, l’invito del Papa a “prendere il largo”, avanzato a proposito di Internet e
2
più in generale a proposito di tutti i nuovi media,
costituisce un esempio estremamente significativo:
rinnovando una metafora che investe le vite di
tutti, e proiettandola sul “navigare” dentro la
rete, il Papa dimostra quanto la Chiesa sappia
aprirsi al nuovo, parlarne il linguaggio, e vivificarlo dal di dentro. Ma anche un convegno come
quello tenuto a Milano nel maggio 2002, promosso dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della Cei e
dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione
e dello Spettacolo dell’Università Cattolica, dall’impegnativo titolo “Internet: un nuovo forum
per proclamare il Vangelo”, ha visto emergere
posizioni di grande apertura e di grande rilievo,
accompagnate dall’illustrazione di esperienze
all’avanguardia compiute nell’ambito di diocesi o
di parrocchie non solo italiane. Lungo questo
cammino, l’appuntamento che si è voluto chiamare, in modo assai significativo, “Parabole mediatiche. Fare cultura nel tempo della comunicazione” costituisce un’ulteriore tappa, che vede chiamati al confronto e alla discussione tutti coloro
che vivono il loro impegno ecclesiale nel campo
della comunicazione e della cultura, soprattutto
nelle diocesi e negli organismi pastorali.
Ora, qual è il punto nodale dell’atteggiamento
che la Chiesa sta manifestando, attraverso i suoi
documenti, ma anche attraverso la testimonianza
di molti laici interessati o impegnati nel campo dei
mezzi di comunicazione sociale? La convinzione
che questi ultimi non sono solo degli strumenti,
che amplificano la vista, la voce, l’udito, ma degli
elementi di una nuova cultura: la cultura mediale,
appunto. Questa convinzione porta a guardare ai
media non solo come qualcosa da usare, ma anche
e soprattutto come qualcosa con cui confrontarsi, e
dunque ad assumere con essi un rapporto pienamente critico.
Una simile impostazione rappresenta già un
elemento di ricchezza nei confronti del dibattito
1. EDITORIALE
sulla comunicazione che si sta sviluppando in questo momento nel nostro Paese. In questo dibattito
infatti non mancano elementi di arretratezza o di
ambiguità. Quanto alla non adeguata considerazione dei media, basta pensare ad esempio all’atteggiamento di molti politici che continuano ad
interpretare la televisione come un semplice
megafono delle proprie posizioni, e non come un
linguaggio che comporta tra le altre cose un maggiore obbligo di trasparenza e di responsabilità.
Quanto poi alle ambiguità, basta pensare a come il
richiamo al pluralismo dell’informazione, pur
necessario in una fase in cui la discussione sulla
cosa pubblica ha bisogno di tutti, rischi però di
portare ad una situazione in qualche modo “feudale”, specie quando si risolve in una mera spartizione degli spazi e dei canali di comunicazione,
intesi un po’ come dei castelli medioevali da suddividersi tra i signorotti del territorio in perenne
guerra tra di loro; e non invece come delle “piazze”
(appunto, delle “agorà”, termine che non a caso
entra in molti documenti ecclesiali) aperte all’incontro e al confronto, in cui sperimentare, con
attenzione e prudenza, nuove forme di cittadinanza, non meno ricche e rispettose della persona di
quanto non lo fossero le forme tradizionali.
Naturalmente la convinzione che i media siano
portatori di una nuova cultura, si accompagna a
molti altri spunti. Innanzitutto all’idea che questa
nuova cultura va comunque sostenuta, e spesso
vivificata, da valori che nella tradizione hanno
avuto ampio spazio, e che magari in forma inedita
debbono però restare al centro del quadro. Penso al
senso della memoria, al senso di responsabilità, o
al senso di rispetto: virtù che in questa cultura
concentrata sul presente, spesso incline alla leggerezza, e non di rado un po’ esibizionista, sembrano talvolta perdersi, ma che vanno reintepretate e
insieme ripropugnate. In secondo luogo c’è l’idea
che il panorama mediale non sia omogeneo, ma
presenti una ricca articolazione interna, con spazi
che vanno ancora esplorati nelle loro potenzialità.
In questo senso i new-media (internet), con la
loro vocazione ad essere strumenti di dialogo e di
scambio interpersonale, presentano alcune possibilità importanti nella diffusione “personale” del
messaggio evangelico; di contro, i mass-media più
tradizionali (giornali, cinema, televisione), continuano ad essere degli spazi importanti per la formazione dell’opinione pubblica a livello nazionale.
Le questioni che meriterebbero attenzione sono
naturalmente ancor più numerose. Resta il fatto
che lo sforzo di comprensione e insieme di intervento della Chiesa nel campo della comunicazione
sociale può essere ben visto oggi come un contributo essenziale alla crescita del nostro Paese; e insieme come la definizione di un nuovo e non meno
impegnativo terreno su cui continuare la Missione
che alla Chiesa è stata affidata.
* Pro-rettore Università Cattolica S. Cuore
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2. APPROFONDIMENTI
Idellal dizionario
comunicazione
FRANCO LEVER*
L
o scorso 16 maggio, nella giornata inaugurale
del Salone Internazionale del Libro di Torino,
presso lo stand della Rai è stata presentata una novità
libraria di grande spessore culturale: La COMUNICAZIONE. Il dizionario di scienze e tecniche. È un’opera
di fatto unica nel panorama editoriale, non solo italiano: 1400 le voci, 3000 le indicazioni bibliografiche,
1277 le pagine.
L’iniziativa – partita quasi dieci anni fa – è della
Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontifica Salesiana in Roma; i curatori
sono tre professori della stessa Facoltà, Franco Lever,
Pier Cesare Rivoltella (ora alla Cattolica di Milano) e
Adriano Zanacchi; l’elenco dei collaboratori (135)
vede riuniti studiosi e specialisti di gran fama, italiani e non; tre sono le case editrici coinvolte: la Rai-Eri,
la ELLEDICI e la LAS; la distribuzione è affidata alla
Mondatori e alla ELLEDICI.
I destinatari del Dizionario sono gli studenti delle
classi di laurea di Scienze della comunicazione, dei
master accademici, delle scuole per professionisti
della comunicazione ai diversi livelli; gli insegnanti
della scuola primaria e secondaria, impegnati nell’ag-
4
giornamento sui media e le nuove tecnologie per
rispondere ai nuovi programmi ministeriali; gli animatori socio-culturali, gli operatori a vario titolo
della comunicazione, i responsabili di uffici e associazioni, sia laici che ecclesiastici; i professionisti dei
media.
Il Dizionario si articola in un’ampia selezione di
voci – voci quadro, voci di approfondimento, voci di rinvio – che considerano il fatto comunicativo nella prospettiva delle diverse scienze umane e sociali (sociologia, psicologia, pedagogia, semiotica, linguistica, metodologia, diritto, economia, storia, antropologia, filosofia, etica, teologia) e mediante il ricorso agli sviluppi
più recenti della ricerca tecnologica. Di particolare
interesse sono le quasi sessanta biografie degli studiosi e dei ricercatori che hanno fondato le scienze della
comunicazione: da Theodor W. Adorno, a Umberto
Eco, a Norbert Wiener. Di ciascuno, oltre ad una
bibliografia essenziale sull’autore, vengono delineati i
tratti originali del suo pensiero e sono citate le opere
più importanti (con l’eventuale traduzione italiana).
La sezione bibliografica – in calce ad ogni voce
importante – ha l’intento di segnalare i contributi più
significativi sul piano internazionale (privilegiata la
lingua inglese), con particolare riferimento a quelli
disponibili in traduzione italiana.
Al volume è allegata una CD Card con la versione
digitale e integrale del Dizionario, leggibile sulle piattaforme Windows e Macintosh (è un documento
PDF). Il valore aggiunto è notevole: non solo il dizionario diventa “tascabile” quanto una carta di credito,
ma la sua consultazione si fa rapidissima: grazie a
migliaia di link ipertestuali, i confronti e i collegamenti tra i lemmi sono immediati.
Basta poi un click per raggiungere in Internet i siti
indicati.
*Decano Facoltà Comunicazione
Pontificia Università Salesiana
1. EDITORIALE
Uculturalen contestoche esige
nuovi protagonisti
a cura di FRANCO MAZZA*
L
a celebrazione di un Convegno nazionale non si
ritaglia la dimensione del tempo in cui avviene.
Ciò che lo precede, la sua preparazione, quindi, va
ben oltre gli aspetti meramente organizzativi.
L’opportunità di indire un momento di partecipazione ampia, sta nelle ragioni di un percorso già compiuto e di un nuovo che seppure già intuito necessita
di un riconoscimento, di una appropriazione, di una
progettualità comune.
A tale processo partecipa l’evento che la Chiesa
italiana, dal 7 al 9 novembre, intende vivere chiamando a riflessione e confronto coloro che sono
investiti di particolare responsabilità circa la comunicazione sociale e la cultura. È il primo Convegno che,
come sottolinea S. E. Mons. Cacucci, Presidente della
Commissione Episcopale per la Comunicazione e la
Cultura, “vede coinvolti insieme gli operatori dei due
ambiti comunicazione e cultura”. Tra gli obiettivi egli
stesso, oltre allo sviluppo di una reale sinergia tra
operatori pastorali e alla promozione del ruolo dei
media cattolici, pone l’accento sull’urgenza di “riflettere sulle grandi sfide che la comunicazione pone alla
nostra società e individuare i contributi che possono
venire dal mondo per orientare il cambiamento verso
il bene delle persone e della società”.
In queste pagine, allora, proviamo a delineare i
capitoli principali di queste “grandi sfide” che l’incidenza dei media sta ponendo all’attuale contesto
culturale e lo facciamo attingendo ai vari contributi
3. DOSSIER
del Sussidio “Nel labirinto dei media per fare cultura”, predisposto per prepararsi a vivere le giornate
intense del Convegno stesso. Ogni intervento andrebbe letto con attenzione e ci si dovrebbe lasciare interpellare per un ulteriore approfondimento applicativo.
La sorpresa nel leggere il Sussidio è che ci sono
delle forti convergenze anche se quegli scritti partono
da contesti e schemi interpretativi diversi. Quelle
convergenze denunciano uno sfondo culturale nel
quale siamo tutti immersi e verso il quale bisogna
consapevolmente assumere la responsabilità di scelte
e strategie credibili come cittadini, come professionisti coinvolti nel mondo della comunicazione e alla
cultura, come credenti.
Ciò che segue, allora, vorrebbe far intraprendere al
lettore un itinerario di prima sensibilizzazione ai quei
capitoli che già dal Convegno dovrebbero ricevere più
precise indicazione o quantomeno fornire le coordinate per concrete strategie di intervento a medio e
lungo termine.
L’innovazione tecnologica
e la questione antropologica
“Il coinvolgimento antropologico nella situazione
ambientale tecnologica è totale e quindi tutti gli
aspetti della struttura e dell’esistenza umane sono
coinvolte”. Così si esprime il prof. Botturi nell’analizzare l’impatto della tecnologia, considerandola non
tanto come medium ma come ambiente, e conclude
che “il problema tecnologico riporta al centro la questione dell’uomo, cioè del suo essere soggetto, della
natura della sua intelligenza, della libertà del suo
volere, della sua capacità di domandare e di trovare la
verità e dunque della qualità della sua esperienza in
quanto umana”. Nella sua analisi, pone in evidenza
come da una libertà, intesa come autonomia e indipendenza che il soggetto umano manifesta in un contesto di relazioni, si stia passando ad una libertà
“astratta” esercitata nel contesto di relazioni sempre
più impersonali e consumate individualmente; da
una dimensione comunicativa in cui si dovrebbe accentuare la relazione tra diversi ad una interattività che
mostra una connessione tra uniformi e omogenei,
quasi una “comunicazione tautologica” o “monologo
collettivo”; e, infine, da una concezione unitaria dell’uomo ad una “scissione tra razionalità calcolante
(tecnologico-scientifica) e vissuto affettivo ed emoti-
5
3. DOSSIER
vo”, con conseguente grave silenzio sui grandi significati dell’esistenza umana (nascita ed educazione,
amore e lavoro, sofferenza e morte).
Questa situazione antropologica di sfondo – in
uno scenario tutt’altro che definito, come si ha modo
di leggere nella riflessione su “Internet: interfaccia del
futuro” di Mazza – costituisce secondo il prof. Botturi
la questione pastorale centrale e delinea tre ambiti su
cui muoversi con attenzione: delineare la fisionomia
originale dell’esperienza umana; indagare sul significato dell’artificiale nell’esperienza umana; porre al
centro la questione educativa, “esplicitare – cioè – a
quali condizioni il soggetto umano possa oggi giungere veramente a se stesso”.
Globalizzazione e cittadinanza
Di fronte al crescente processo di polverizzazione
sociale, individuale e istituzionale, che – a detta del
prof. Bonini – sembra delineare un “un mondo di
istituzioni”, forte è la richiesta di collegamento, di
relazione. Proprio in questa società globalizzata e
frammentata, la comunicazione svolge il ruolo della
lastra lenticolare: “Ci permette – ribadisce il Bonini –
di assemblare e dissemblare, di percepire in forma
parallattica quei frammenti, quelle istituzioni che
pure esistono in sé, ma non possono che essere percepiti (e acquistano di fatto senso) che in relazione”.
In sostanza “comunicare significa creare uno spazio
comune, appunto uno spazio di partecipazione”. Ma
di fronte al rischio di ridurre la comunicazione ad
una semplice utility di sistema o la partecipazione ad
un mero coinvolgimento in un grande globalizzato
sistema di scambio, di commercio tra le istituzioni, è
doveroso chiedersi se l’una e l’altra non debbano
implicare un dato assiologico, cioè “un riferimento
forte ai contenuti, a scelte di valore”. Quindi, oltre
alla consapevolezza del funzionamento della società
complessa e frammentata: “attenzione prioritaria alla
persona” perché lo stesso riferimento ai valori della
democrazia non resti un’astratta predicazione e
“capacità di utilizzare al meglio tutte le opportunità,
le possibilità, tutti gli interstizi di partecipazione e di
comunicazione offerti qui ed oggi dalle istituzioni
pubbliche e private”. È questo lo spessore dell’impegno intellettuale che, in questa “società lenticolare”,
con pazienza e con determinazione, è chiamato a
pensare globalmente e agire localmente.
6
Sul tema della globalizzazione insiste il prof.
Stefano Zamagni quando invita a cogliere la complessità di un fenomeno che più che di natura quantitativa è di natura qualitativa, e ne specifica tre caratteristiche proprie: a) la destrutturazione dei modi di
organizzare l’attività produttiva e il modo di concepire il nesso tra la sfera del politico e la sfera dell’economico; b) l’accrescimento generale della ricchezza
che se da una parte fa diminuire progressivamente la
povertà in senso assoluto, dall’altra concorre ad accrescere la povertà in senso relativo; c) la tendenza all’omologazione culturale, cioè all’annullamento e alla
non valorizzazione delle varietà culturali che contraddistinguono i vari Paesi e le varie regioni del mondo.
Anche per il prof. Zamagni un punto discriminante,
in questo nuovo contesto globale, è la conoscenza e la
capacità tecnologica: non solo l’accesso ma la conoscenza della tecnologia potrà garantire una reale partecipazione al processo di globalizzazione.
In questo senso, anche il puntuale contributo del
prof. Mugatti ricorda che “la questione non riguarda
più semplicemente l’accesso ai mezzi ma l’accesso –
attraverso i mezzi – alla cultura”. Una cittadinanza
sostanziale allora è subordinata – sostiene il Mugatti
– al possesso di un capitale culturale ed economico
nettamente maggiore di quanto accadesse nel passato. I dati di tutte le ricerche sull’uso dei media, sull’accessibilità di Internet, testimoniano la presistenza
di un digital divide che mette in serio pericolo i reali
processi di reale partecipazione e democrazia.
“Coltivare l’idea della globalizzazione come un processo di democratizzazione economica e riduzione
delle disparità sociali è come minimo improprio...
sono aumentate invece in maniera vistosa le disuguaglianze e ciò non potrà non avere ripercussioni sui
processi sociali e politici negli anni a venire”.
Impatto sociale dei media:
codici culturali, nuove relazioni
e stili di vita
È comune denominatore che – come precisa il
prof. Casetti – “i media definiscono la nuova ecologia
del nostro sistema culturale”: non più mezzi ma
ambiente. I media, cioè, non si limitano a intridere il
tessuto sociale ma concorrono a tesserlo e lo fanno
sia rappresentandolo (offrono cioè un modello di incontro e di interazione tra gli individui e la massa) e
1. EDITORIALE
sia diventando collettori di relazioni, catalizzatori di
legami sociali. Fa notare, infine, lo stesso Casetti
come l’azione dei media non è mai deterministica ma
è piuttosto “il frutto di un’interazione complessa che
vede in gioco rispettivamente il sistema degli apparati di comunicazione di massa, con le sue leggi e il suo
funzionamento; il contesto sociale, culturale, politico
ed economico con le sue linee di forza e le sue tendenze, e i singoli soggetti con i loro progetti di vita,
ma anche e più semplicemente, con i loro gusti e le
loro idiosincrasie, con le loro abitudini e i loro ritmi”.
Molteplici elementi che chiedono una negoziazione
continua: basti riferirsi per questo al tema del rapporto tra media e famiglia e minori (cf. il contributo
della prof.ssa Elisa Manna).
Di nuove relazioni si interessa anche il prof.
Martelli quando invita a chiamare interazione virtuale
quella che scaturisce dalle relazioni sociali che Internet
consente di stabilire: un nuovo tipo di comunicazione
che si distingue dalla comunicazione face to face e dalle
forme comunicative mediate dai mass media. Anche
qui vanno osservate le ambiguità e il carattere ambivalente ed instabile delle reazioni mediate del computer:
se da una parte favoriscono la creatività e la confidenza, vanno posti interrogativi sull’eticità della relazione
e sulla solidità della stessa, sul significato dell’appartenenza in un quadro nuovo dello spazio e della territorialità. In breve, conclude il prof. Martelli, ogni giudizio di fronte alle relazioni sociali rese possibili da
Internet “va dato con grande attenzione per l’ambivalenza degli esiti che contribuiscono al più vasto processo in atto di de-costruzione della società moderna...”.
Le attese dell’etica, dell’estetica
e dell’arte, della pastorale
Quale bene comune potrà costituire l’orizzonte
oggettivo riconosciuto da parte di tutti?
A partire dall’idea della comunicazione come
“creazione di uno spazio comune, condiviso, al cui
interno può realizzarsi un’effettiva intesa fra gli interlocutori” è possibile recuperare – sottolinea il prof.
Fabris – un nuovo problema etico che impegna a ripensare, in questo contesto a forte connotazione di
pluralismo morale e culturale, il bene comune. Da qui
la promozione di un’etica della comunicazione “concepita essa come portato di una particolare idea di
comunicazione”: le indicazioni morali possono essere
3. DOSSIER
ricavate, cioè, “dalle condizioni che sono proprie degli
stessi processi comunicativi considerati come tali”. Il
bene comune, in tal modo, viene ad essere riconfigurato come “il luogo in cui le istanze delle varie parti
possono trovare il loro punto di equilibrio all’interno
di una dimensione di comunanza previamente garantita dall’esercizio della comunicazione”.
L’incontro, poi, di cultura ed estetica, finestra
panoramica della comunicazione – così come la definisce il prof. Valenziano – impegna a saper coniugare la
comunicazione per l’estetica come un processo interattivo globale: “la comunicazione dell’opera d’arte/cristiana è trasmissione secondo bellezza/teandrica della cultura/cristiana in rappresentazione ed
espressione estetica/sacramentale di composizione
formale all’apice della sua realtà e della sua referenzialità analogica”.
Quale impegno del credente nel contesto attuale
così fortemente impregnato di cultura mediale?
A questo interrogativo, centrale nei lavori del
Convegno stesso, fanno riferimento i contributi del
prof. Lorizio e del prof. Viganò. Da una parte la
richiesta di un momento simpatetico che vede il credente a “interpretare quanto di positivo e di autentico l’aeropago mediale contiene e propone”: stupore e
discernimento culturale e pastorale, quindi. Rileggere
i bisogni di relazione e di prossimità, di espressività e
di rappresentazione che colti nell’agire comunicativo
rinviano ad una corretta interpretazione, ad un
attento ascolto, ad una intercettazione che rende possibile una missione culturale appropriata: quella di
“educare la domanda” in ordine alla evangelizzazione. Dall’altra, dopo il recupero di un adeguato concetto di pastorale – come il prof. Viganò fa quando
ribadisce che per pastorale va inteso l’agire ecclesiale –
va posta attenzione all’incontro tra comunicazione e
pastorale. E qui “si tratta di elaborare una vera e propria teologia sociale dove l’oggetto materiale non sarà
il mondo mediale ma semmai il profilo dell’agire
ecclesiale assunto nell’orizzonte Chiesa-Mondo;
oggetto formale dovrà essere adeguatamente e specificatamente teologico sulla base di un metodo interdisciplinare, che sappia coniugare e sviluppare una
reciprocità asimmetrica tra il dato della fede e quello
degli altri saperi. Il metodo non potrà che essere di
tipo ermeneutico proprio del procedimento dell’incarnazione”. Riflettere, quindi, sull’azione della
Chiesa nell’attuale contesto socioculturale la cui cifra
7
3. DOSSIER
sintetica è quello del sistema comunicativo è – secondo il prof. Viganò – “l’inizio dello sviluppo di una
vera e propria teologia pastorale” e impegna a “farci
carico di creatività e intelligenza per immaginare
quali forme potrebbe assumere la comunità cristiana
per essere attestazione comprensibile della verità
evangelica”.
Cercasi “protagonisti”
della cultura dei media
Essere nell’era delle autostrade informatiche –
afferma Zygmunt Bauman – se da un lato straordinariamente ampio lo spazio della “conoscenza”, dall’altro rimette in gioco la scelta tra essere “spettatori” o
“protagonisti”. Infatti “nel mondo della interdipendenza globale la differenza tra spettatore e coperpetratore, un complice o un favoreggiatore nell’azione di
fare del male, diventa sempre più tenue”. Il nuovo
contesto mediale, quindi, sembra generare un numero sempre più crescente di testimoni-spettatori che,
seppure innocenti rispetto a quello di cui vengono a
conoscenza, non sono esenti dalla responsabilità
morale di esprimersi in merito, di dire la propria, di
protestare, di agire insomma. Una responsabilità che
in un sistema globalizzato “si estende oramai all’umanità nel suo complesso”. Altrettanto evidente,
comunque, è che tale responsabilità non viene esercitata adeguatamente: vuoi per la monolateralità del
processo di globalizzazione, vuoi per una estensione
delle dipendenze globali non accompagnata da una
crescita di strumenti di azione politica altrettanto
globali e potenti. “Un’azione globale eticamente
motivata e informata – insiste Bauman – non dispone di adeguati strumenti globali” e “tutti noi sembriamo condannati al ruolo di spettatori e costretti a
sostenere quel ruolo per un futuro troppo lungo”.
Eppure, la soluzione sta nel prendere sul serio la
disponibilità della conoscenza uscendo dalla semplicistica ricerca di specifici colpevoli o specifici benefattori di specifiche vittime. Ciò che può trasformare
lo spettatore in attore è “l’impegno regolare e a lungo
termine di un’azione collettiva volta risalire alle radici della miseria umana, nata nel nuovo vuoto dell’etica globale”. Non bastano allora discorsi pubblici sperando che questi muovono le istituzioni preposte ma
“per reclamare il diritto che tali discorsi siano effettivamente efficaci, ci serve il supporto della complicata
8
costruzione politica della Polis”. Una ricostruzione
laboriosa ma necessaria a cui sono chiamate in primis
le istituzioni eticamente motivate che attualmente – a
dire di Bauman – sono assenti o troppo deboli rispetto al compito.
In questo si inserisce il compito di una comunicazione efficace, come si ha modo di leggere nel contributo del dott. Di Chio. In un mercato sempre più
affollato e concorrenziale determinato da un flusso
continuo di informazioni e messaggi, è indispensabile che l’essere umano sappia cogliere le opportunità
di un simile contesto “facendo cultura”. Se questa,
poi, è intesa non come semplice bagaglio di informazioni ma come “forma organizzata di conoscenze,
valori, capacità ed esperienze”, come anche l’ “insieme dei processi che conducono a questa organizzazione” e “il complesso di strumenti di espressione, dei
mezzi adoperati e dei relativi prodotti”, ecco scaturire
la necessità di un marketing culturale. Si tratta di “far
sì che l’offerta sia adeguata alle necessità e ai desideri della domanda” e di “preparare, informare, incoraggiare e persuadere la domanda ad accostarsi all’offerta”. Nel caso specifico del marketing culturale –
afferma Di Chio – si tratta di “marketing al quadrato” visto che ci si impegna a promuovere lo scambio
di “prodotti” la cui natura è già di per sé quella del
comunicare, cioè di scambiare. La responsabilità di
fare marketing culturale nasce dal fatto che i prodotti culturali hanno bisogno del marketing perché la
cultura ha bisogno di essere comunicata, diffusa,
promossa nella maniera più efficace possibile. Nella
babele dei messaggi, occorre affinare la capacità di
ascolto, assumersi un’opera di mediazione fra gli
autori della cultura e i suoi destinatari, costruire
occasioni di scambio e le condizioni per una vera
lettura, e, infine, comunicarle con precisione ed
efficacia.
In definitiva, la cultura dei media invoca nuovi
protagonisti. Come? “Dipende dallo sforzo degli spettatori trasformare se stessi in attori per fornire la
risposta a un tale interrogativo: diventare, anzi, essi
stessi risposta”. È l’orizzonte verso cui il prossimo
Convegno di novembre intende orientare la Chiesa
che è in Italia, convocando ad una responsabilità che
riguarda molti.
Vice direttore Ufficio Nazionale
per le comunicazioni sociali
Csocialiomunicazioni
intendono crescere come comunicatori del Vangelo in
Internet. Il corso si terrà a Vicenza dal 29 agosto al 5
settembre nei laboratori della Comunicazione di
Paolini ed è organizzato dal Servizio nazionale di
Pastorale giovanile in collaborazione con i Paolini che
hanno costituito un gruppo di esperti della rete ed operatori pastorali che metteranno a disposizione di una
trentina di giovani le proprie competenze. L’obiettivo è
quello di arricchire di contenuti più vasti – nella prospettiva dell’evangelizzazione – una tecnologia già
molto diffusa ed utilizzata dai giovani e dai gruppi parrocchiali. Prossimamente sarà attivato anche un apposito sito all’indirizzo www.larete.org.
Corso sui media per seminaristi
Si è svolto a Quartu S. Elena (Cagliari), dal 1° al 6
luglio il terzo Corso per seminaristi organizzato dall’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali. Sul
tema “I linguaggi della comunicazione sociale e la
pastorale” si sono confrontati 60 seminaristi, provenienti da quasi tutte le regioni italiane. Quest’anno
particolare attenzione è stata dedicata all’utilizzo pratico della videoconferenza web e dell’e-leraning, inteso
come formazione a distanza attraverso la rete, peraltro
già sperimentata dal servizio informatico della Cei, in
collaborazione con l’ufficio per la pastorale della famiglia, in un progetto che ha coinvolto una trentina di
parrocchie in tutta Italia.
Settimana per l’editoria cattolica in Puglia
Si è svolta a Monopoli, dal 1° al 7 luglio, la IX edizione di “Una settimana per il libro”, esposizione dedicata all’editoria cattolica che, quest’anno, per la prima
volta, si è aperta anche all’editoria “laica”. Dodici le
case editrici presenti: San Paolo, Elledici, Ancora,
Vivere In di Monopoli e Insieme di Molfetta, Laterza,
De Agostini, Dedalo, Edipuglia, Adda, Schena e
Zaccaria per un migliaio circa di titoli in esposizione.
Durante la settimana si sono svolti incontri, dibattiti e
concerti sul tema comune “Una bisaccia per il terzo
millennio”.
Internet ed evangelizzazione:
seminario per giovani
“Sulla tua parola getterò la Rete”, è il tema scelto
per il primo seminario residenziale per giovani che
Corso di aggiornamento Acec
a Ponte di Legno
Si è svolto a Ponte di Legno (Brescia), dal 23 al 29
giugno, il 26° Corso di aggiornamento per operatori
pastorali e culturali dal titolo “La Camera Oscura: il
cinema tra memoria e immaginario” promosso
dall’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema), in
collaborazione con l’Anci (Associazione nazionale circoli cinematografici italiani) e con la Federgat
(Federazione gruppi attività teatrali).
Il corso è stato diretto da don Dario Viganò, incaricato della Cei per il settore cinema-spettacolo e vicepresidente dell’Acec; tra i relatori Mariagrazia Fanchi e
Alberto Borlot, dell’Università Cattolica di Milano;
Maria Luisa Bionda, direttore generale dell’Istituto di
ricerca Delfo. Ampio spazio è stato dedicato alla proiezione di film appositamente selezionati, nonché alle
esercitazioni pratiche e ai laboratori.
India: i missionari salesiani
realizzano un cortometraggio
I missionari salesiani della Sampari Pictures della
Don Bosco Society di Tripura, in India, hanno realizzato
un lungometraggio per contribuire a sradicare la pratica
della caccia alle streghe ancora praticata in vaste zone
del nordest dell’India.
Il filmato, intitolato “Mathia” dura 130 minuti ed è
realizzato in lingua kokborok e con sottotitoli in inglese.
9
5. PROGETTO CULTURALE
Capertoantiere
di Piero Berti dal titolo “Storie e colori di un racconto”.
Con l’occasione viene offerto il concerto per violino ed
organo “Lo spazio sonoro del Barocco”, con musiche di
Bach, Corelli, Händel e Vivaldi. Il 7 luglio si tiene poi
una proiezione di diapositive su “Il Chianti, una terra
da raccontare”.
Ariccia (RM) • 20 giugno
Vittorio Sozzi interviene all’incontro della Pastorale
Vocazionale Paolina e tiene una relazione su “Progetto
culturale, giovani, vocazioni”.
Venezia • 8-12 luglio
Panzano in Chianti (FI)
4 maggio-5 ottobre
La Comunità di San Leolino organizza il ciclo di
seminari dal titolo “La lampada dell’anima. Psicologia
e vita spirituale”. Il programma si articola in tre tappe.
Il 4 maggio il tema è “La personalità tra psicologia e
grazia: in quale rapporto si trova lo sviluppo della propria personalità rispetto alla relazione con il Dio cristiano?”. Il 15 giugno l’attenzione è rivolta a “Il conflitto della vita umana e la mentalità di fede”.
L’argomento in esame viene così riassunto: “i problemi
della vita favoriscono la crescita spirituale: la sofferenza che essa ci procura ci conduce verso una più autentica percezione di noi stessi e della nostra vita spirituale”. Il 5 ottobre “La volontà umana davanti alla volontà
divina” è il tema al quale è dedicato l’ultimo dei tre
seminari: “l’unione con la volontà di Dio è centrale
nella vita spirituale, ma, in un mondo dove cambia
tutto, occorre interrogarsi sul senso di un impegno
definitivo con Dio”. Inoltre il 9 giugno la diocesi di
Fiesole, la Comunità di San Leolino e l’Associazione
culturale “Feeria” organizzano la Giornata diocesana
degli artisti dal titolo “Ai pellegrini della bellezza”. Il
programma prevede: l’inaugurazione della Mostra di
pittura “Il grido dell’uomo e il silenzio di Dio” di
Vincenzo Gornati; il ricordo del poeta David Maria
Turoldo nel decimo anniversario della morte, a cura di
Carlo Fiaschi, Assessore alla Pubblica Istruzione del
Comune di Greve in Chianti; il concerto dei “Pueri
Cantores” della Cappella Sistina. Infine la medesima
Comunità inaugura il 30 giugno la mostra di fotografie
10
La Federazione Veneta della Sezione italiana del
Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa e la
Fondazione Lanza di Padova promuovono il sesto
“Master in Diritto Ambientale”. L’iniziativa intende
offrire un approfondimento sulla normativa italiana
ed europea in materia di tutela dell’ambiente, prendendo in considerazione in particolare la tutela dell’aria e dell’acqua, la gestione dei rifiuti, l’inquinamento
elettromagnetico e acustico.
Sorrento-Castellammare di Stabia
15-22 giugno e 21-24 agosto
L’Azione Cattolica organizza dal 15 al 22 giugno tra
le attività connesse al progetto culturale “La settimana della stampa cattolica”. Oltre all’esposizione di
libri, riviste e quotidiani, il programma prevede:
l’intervento di don Salvatore Branca, assistente dell’Azione Cattolica, su “La Parola...nelle Scritture”; la
tavola rotonda su “La stampa, una via per l’evangelizzazione”, cui prendono parte don Catello Malafronte,
direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni
sociali, don Ugo Di Capua, responsabile della
Biblioteca della Chiesa del Gesù, lo scrittore Raffaele
Vacca; un incontro-dibattito coordinato da don
Antonio Cioffi, referente diocesano per il progetto
culturale, su “Soltanto come dire (i mezzi di comunicazione) o anche cosa dire (la domanda sulla verità)”;
un incontro-dibattito coordinato da Ciro Abagnale,
direttore editoriale della rivista Cultura e territorio, su
“Cultura, storia ed arte: l’espressione dell’impegno
dei cattolici nella stampa”; l’incontro-dibattito coordinato dallo scrittore e giornalista Raffaele Vacca su
5. PROGETTO CULTURALE
“Il libro, un amico per la vita”. Il settore adulti
dell’Azione Cattolica organizza poi dal 21 al 24 agosto
un campo-scuola itinerante ad Assisi, Città della
Pieve, Arezzo, Siena. Il programma scandisce il pellegrinaggio nei luoghi francescani e la visita ai monumenti e alle chiese con la riflessione su alcuni temi
proposti dalla costituzione Lumen gentium del
Concilio Vaticano II che nelle singole tappe dell’itinerario trovano delle speciali e appropriate casse di
risonanza.
Napoli • 27 giugno
Il Centro Francescano di cultura “Oltre il Chiostro”
organizza la presentazione della sua rivista Colloqui.
All’incontro-dibattito su “La città possibile: ragioni di
un progetto culturale” intervengono il consigliere regionale Raffaele Calabrò, l’antropologo Marino Niola,
il direttore della rivista Elites Mauro Maldonato,
Giuseppe Gambale, membro della Commissione
Cultura della Camera, Ernesto Paolozzi, membro del
Consiglio di direzione di Colloqui e Roberto Manzi,
direttore responsabile di Colloqui, che modera la
discussione.
Foligno • 29 giugno
Il Meic e l’Ufficio diocesano per i problemi sociali e
il lavoro organizza un incontro su “La salvaguardia del
creato. Rischi e tutele ambientali”. Intervengono:
Alvaro Bucci su “Chiesa Cattolica ed ecologia”, Laura
D’Ingecco su “L’inquinamento idrico”, Gianluca Sirci
su “L’inquinamento alimentare”, Vincenzo Benedetti e
Alessandro D’Ingecco su “Rifiuti e smaltimento”.
Roberto Presilla, del Servizio nazionale per il progetto
culturale, presenta il sussidio dell’Ufficio nazionale per
i problemi sociali e il lavoro e del Servizio nazionale per
il progetto culturale dal titolo “Responsabilità per il
creato”.
Oppido Lucano (PT) • 18-20 luglio
Il Comune promuove un convegno sulla Lettera
Enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II. Intervengono: Angelo Larotonda, docente di Antropologia
culturale nell’Università di Potenza, su “Ricercare.
Riflessioni”; Antonio Giganti, docente di Storia
Medievale nell’Università di Bari, su “Interazione tra
teologia e filosofia”; don Giuseppe Greco, referente
diocesano per il progetto culturale, su “Conoscere la
verità, impegno dell’uomo, anelito della Chiesa”.
Foligno • 22-25 agosto
La Società Italiana per la Ricerca Teologica, in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto
culturale, promuove il simposio sul tema “Ridire il simbolo di fede oggi: E credo in Gesù Cristo, suo Figlio, nostro
Signore”. Intervengono: Fabrizio Bosin su “I titoli
‘Cristo, Figlio, Signore’ nella letteratura postconciliare:
status quaestionis”, Romano Penna su “Messianismo
giudaico-messianismo cristiano: continuità e discontinuità”, Carmelo Dotolo su “Il Cristo nel dialogo tra
religioni e cultura”, Francesco Franco su “I messianismi
contemporanei”, Silvano Maggiani e Domenico
Messina che dirigono un laboratorio liturgico su
“Celebrare Gesù Cristo, Figlio Unigenito di Dio, nostro
Signore”, Lucio Pinkus su “La filiazione nella prospettiva della psicologia analitica”, Luciano Meddi su “La
mediazione catechetica del titolo Figlio”, Francesco Neri
su “Monoteismo e monoteismi”, Franco Iseppi,
Cristina Carnicella, Maria Grazia Fasoli e Crispino
Valenziano che tengono un laboratorio multimediale su
“Comunicare Gesù Cristo, Figlio Unigenito di Dio,
nostro Signore”, Vincenzo Battaglia su “La signoria di
Cristo riguardo alla Chiesa e al mondo: una lettura in
prospettiva escatologica”, Giovanni Cereti su “Il regno
come logica della spiritualità cristiana”.
Assisi • 26-29 agosto
Il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale promuove la sua settimana teologica sul tema “In dialogo
sulle grandi domande. Le religioni di fronte al problema della violenza”. Intervengono: Giulio Cipollone,
dell’Università Gregoriana, su “La violenza delle religioni”; Adriano Fabris, dell’Università di Pisa, su “È di
Dio la violenza?”; Michael Fuss, dell’Università
Gregoriana, che tiene un “Laboratorio di ricerca:
esame comparato dei testi delle religioni”; Franco
Giulio Brambilla, della Facoltà Teologica dell’Italia
Settentrionale, su “Il paradosso cristiano: un Dio vittima e salvatore”; Luca Mazzinghi, dell’Università
Gregoriana, che tiene un “Laboratorio di ricerca: analisi dei testi biblici relativi alla violenza e al perdono”;
S. E. Mons. Michael Louis Fitzgerald, Segretario del
11
5. PROGETTO CULTURALE
Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, su “Il
nuovo nome delle religioni è la pace: il cammino del
dialogo interreligioso nella lotta all’ingiustizia e alla
violenza”.
Accordo fra l’Ufficio nazionale
per i beni culturali ecclesiastici:
e il Comando Carabinieri
per la Tutela del patrimonio artistico
Più di 150mila schede della banca dati dell’Ufficio
nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Cei dal 16
luglio scorso sono a disposizione del Comando
Carabinieri per la Tutela del patrimonio artistico, guidato dal Gen. Roberto Conforti. A metà luglio, infatti, è
stato attivato il collegamento diretto alla banca dati della
Cei, che rimarrà attivo ininterrottamente per consentire
agli uomini dell’Arma di svolgere la propria attività.
«Il risultato raggiunto è molto positivo – sottolinea
Mons. Giancarlo Santi, direttore dell’Ufficio nazionale
per i beni culturali ecclesiastici della Cei –: mettere a
disposizione dei carabinieri i dati in nostro possesso è
sicuramente un passo avanti nella lotta ai furti nelle
chiese. Questa intesa – aggiunge Mons. Santi – si
aggiunge al nostro lavoro di sensibilizzazione sul fronte della sicurezza e della custodia dei beni culturali
ecclesiastici e permetterà al Comando dei Carabinieri
per la tutela del patrimonio artistico di esercitare al
meglio le proprie funzioni. In concreto – spiega Mons.
Santi – ogni volta che il Comando recupera un arredo
ecclesiastico come per esempio un calice, un ostensorio, dei paramenti e quant’altro, lo confronta con le
foto presenti nella banca dati e così può risalire alla
chiesa alla quale l’oggetto è stato sottratto. La restituzione, così, sarà immediata».
L’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici
ha lavorato ininterrottamente su questo fronte e prevede che, entro il 2005 l’intero patrimonio ecclesiastico italiano sarà schedato e documentato nella propria
banca dati.
Il “gotico nelle Alpi”.
A Trento, un viaggio fra i tesori dell’arte
Il Castello del Buonconsiglio e il Museo Diocesano
Tridentino dal 20 luglio al 20 ottobre ospiteranno più
12
di 180 opere provenienti da tutta Europa. Questi tesori dell’arte sono raccolti in otto Paesi esteri, undici
regioni italiane, 52 tra musei, biblioteche, accademie,
archivi e 34 tra chiese, cattedrali, abbazie e santuari.
Tutto ciò nell’ambito di “Gotico delle Alpi”, la mostra
che è un vero e proprio viaggio dentro uno dei momenti fondamentali dell’arte, nel cuore dell’Europa, al di là
e al di qua delle Alpi. Affreschi, sontuosi ricami, codici
miniati, crocifissi, sculture e dipinti. Una scelta vincente, quella del legame fra Alpi e Gotico, dal quale
emerge l’importanza della catena montuosa più importante d’Italia come snodo culturale fra nord e sud
d’Europa. Non a caso il ’400 è stato definito, per certi
versi, il secolo delle Alpi: attraverso questo confine
naturale, infatti, si diffusero e si incrociarono diverse
influenze come le borgognone, renane, veneziane e
boeme che hanno contribuito ad una produzione artistica senza precedenti, ora disponibile a tutti grazie alla
Diocesi di Trento e alla Provincia Autonoma.
L aboratorio
Dalle diocesi
Il Gruppo di Pastorale degli Artisti “Pastart” ed
“Erice - La montagna del Signore”, organismi della
diocesi di Trapani, hanno organizzato ad Erice nei
giorni 25-27 luglio “IncontrArti 2002”.
L’iniziativa trova le sue radici nel Giubileo.
“Nell’Anno Santo del 2000 infatti – si legge nella presentazione di IncontrArti – molti operatori appartenenti alle diverse branche dell’arte e tutti attivi in loco
hanno accolto l’invito a stringersi intorno alla Chiesa
trapanese, per aprire un dialogo nuovo e fecondo.
L’assidua frequentazione tra i partecipanti e il desiderio di intervenire in modo creativo e innovativo nel
mondo culturale locale, hanno spinto a pensare
momenti di aggregazione che abbiano un modo nuovo
di proporsi, di dare forma all’esigenza di promuovere
occasioni d’interazione, di creare un ambiente in cui le
5. PROGETTO CULTURALE
idee e le varie forme d’arte siano compresenti e compenetrate. Da questa premessa ha preso forma l’idea di
organizzare tre giornate interamente dedicate alle arti e
al loro incontro: una full immersion in cui si possa passare agevolmente da un concerto ad una mostra oppure da una pièce teatrale ad un’esibizione coreutica o ad
un seminario”.
Ciascuna delle tre giornate della manifestazione è
iniziata con una “ouverture” spirituale: una riflessione
a partire dal Vangelo di Giovanni, tenuta nella Chiesa
Matrice. Le mattine sono state dedicate a tre convegni sui temi di “Comunicazione e Vangelo”, della
musica sacra e dell’architettura. Nei pomeriggi si è
tenuta la “Maratona delle arti”, una sequenza di
eventi musicali, teatrali e di danza e di esposizioni
della produzione di pittori, scultori, artigiani, architetti e fotografi suddivisa in quattro sezioni: i cori si
sono esibiti dalle 16 alle 17 nella Chiesa di San
Cataldo; le bande hanno suonato nella piazza Umberto
dalle 17 alle 18; nella Chiesa di San Martino hanno
avuto luogo dalle 18 alle 19 le manifestazioni dedicate alla poesia, al teatro e alla prosa; alle 19 lo “spazio
giovani” ha visto la partecipazione dei neodiplomati e
degli allievi dei Conservatori di Palermo, Trapani e
Messina, del Liceo Musicale di Catania, dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, dei Licei Artistici,
delle Scuole di Danza e delle compagnie teatrali della
provincia di Trapani e di giovani artisti di altre regioni. Alle serate sono stati riservati i momenti artisticamente più complessi o di maggior richiamo: la danza,
la musica sinfonica, la musica rock e pop hanno attirato l’attenzione del pubblico. “IncontrArti 2002” ha
infine inaugurato l’omonimo Premio di pittura, scultura, installazioni, grafica, fotografia e artigianato. Il
Premio è suddiviso in due sezioni: la mostra e l’estemporanea delle opere realizzate durante i tre giorni della
manifestazione negli appositi spazi assegnati ai singoli artisti dall’organizzazione.
Dalla cultura al Vangelo
La comunità di San Leolino
La Comunità di San Leolino prende il nome dall’antica Pieve di San Leolino a Panzano, nel cuore del
Chianti, a metà strada tra Firenze e Siena, nella diocesi di Fiesole. Nel 1986, a Firenze, un gruppo di gio-
vani universitari appassionati di cultura, arte e poesia, con l’aiuto di Carmelo Mezzasalma, professore di
alcuni di loro al liceo e oggi superiore della
Comunità, creano una rivista dal titolo Feeria. Un
foglio per una giovane letteratura (Feeria è una parola
creata dallo scrittore inglese J. R. R. Tolkien e significa “Il paese della fantasia”). Il gruppo, assai numeroso, si ritrova con una certa regolarità per portare
avanti una serie di studi e di approfondimenti su
alcuni temi e autori considerati importanti per la formazione umana e spirituale. “Durante questo lungo
lavoro di ‘ricerca’ – scrive Enrico Vannoni, uno dei
membri della Comunità – ci imbattemmo anche nel
valore della fede cristiana. A dire il vero, eravamo
tutti molto tiepidi, se non lontani dalla fede.
Avevamo molti pregiudizi e tante paure, come accade
a moltissimi giovani d’oggi. L’aiuto di Carmelo, della
sua esperienza umana e cristiana fu determinante.
Iniziammo, così, un vero e proprio cammino di conversione, spirituale e intellettuale, che ci ha portato a
riscoprire il senso profondo della fede e delle sue
motivazioni, con la sua straordinaria forza di dialogo
profondo e creativo con la cultura, nel senso più
ampio della parola”.
La visita pastorale di Giovanni Paolo II a Firenze,
nell’autunno del 1986, è una delle grandi tappe della
storia della Comunità. Il Papa rivolse proprio ai giovani un discorso coraggioso e impegnativo, chiedendo
loro di farsi carico dei propri ideali e di soffrire, se
necessario, per essi. Da quel momento il gruppo di
Feeria si sente spinto a un impegno più cosciente e
radicale per la cultura cristiana. Negli anni successivi
promuove una serie di iniziative culturali, dirette
soprattutto ai giovani, e si costituisce come associazione culturale con sede a Firenze. Contemporaneamente
cambiano il sottotitolo e il programma della rivista:
Feeria. Rivista per un dialogo tra esodo e avvento. Non ci
si occupa più soltanto di letteratura e di estetica, ma
inizia una riflessione a tutto campo sulla fede cristiana
che si confronta con le sfide della cultura attuale.
Accanto alla rivista e a tutta l’attività ad essa connessa, il gruppo scopre una dimensione di vita più
propriamente ecclesiale. “Per oltre dieci anni – scrive
ancora Enrico Vannoni – siamo stati impegnati nel
servizio liturgico presso il Santuario della Santissima
Annunziata di Firenze, uno dei luoghi storici e artistici più ricchi della città. Stringemmo, così, amicizie
con le varie figure della realtà ecclesiale di Firenze,
13
5. PROGETTO CULTURALE
aprendoci anche agli inviti di altre comunità locali. A
poco a poco è nato in noi il desiderio di consolidare
questa esperienza di impegno e di amicizia in una
forma di vita comunitaria che avesse al centro
l’evangelizzazione della cultura. Il 31 ottobre 1997
Monsignor Luciano Giovannetti, Vescovo di Fiesole,
conosciuto il proposito di dare inizio a un’esperienza
di vita fraterna in modo stabile e permanente, ha
accolto la comunità nella sua diocesi presso la Pieve di
San Leolino a Panzano. Da quel momento, è iniziata,
per così dire, la seconda parte della storia della
Comunità, impegnata nelle varie attività presso la
Pieve e nel servizio alla Chiesa diocesana”.
La vita della Comunità si articola nella preghiera
comunitaria e personale (molto tempo viene dedicato
all’animazione e alla formazione liturgica) e nell’apostolato, dettato dalla profonda urgenza di cooperare alla
riconciliazione delle anime con Dio servendosi della cultura. Gli uomini di oggi si separano da Dio e dalla
Chiesa per motivi vari, ma spesso all’origine ci sono
pregiudizi di natura culturale, che però possono essere rimossi. Perciò si cerca di comunicare alle persone
un senso diverso della cultura: non una cultura che
separi da Dio, ma che avvicini agli interrogativi più
profondi dello spirito. A sostegno di questo impegno
di apostolato, la Comunità custodisce e incrementa
costantemente una biblioteca dedicata in particolare
alle sfide culturali e spirituali del nostro tempo.
All’apostolato verso i “lontani” si unisce quello per i
“vicini”, cioè per i credenti che hanno bisogno di
approfondire sempre meglio le ragioni della fede, per
rispondere alle sfide della cultura dei non credenti e al
disorientamento spirituale del mondo contemporaneo.
Le attività che la Comunità svolge sono rivolte a
tutti, credenti e non credenti: importante è che vi
partecipino uomini e donne in ricerca, non soltanto di significati da dare alla propria vita, ma anche
di rapporti di amicizia e di sincera collaborazione
reciproca. Ecco alcune delle attività più importanti
“Cooperare
alla riconciliazione delle anime
con Dio, servendosi della
cultura”
14
che la Comunità svolge presso la Pieve di San
Leolino:
• Seminari di spiritualità: si svolgono ogni tre o
quattro mesi, per la durata di una giornata, e ruotano attorno al tema del valore e della missione
della spiritualità nel mondo contemporaneo. Si
tratta, in altre parole, di affrontare i problemi spirituali dell’uomo contemporaneo in una forma
nuova, aderente a quello che realmente si vive, cercando al tempo stesso di elaborare possibili vie di
uscita e soluzioni.
• Giornata degli artisti: è promossa ogni anno ed è
dedicata ai pellegrini della Bellezza, sulla scorta
della Lettera agli artisti (1999) di Giovanni Paolo II.
Viene proposta una riflessione sul significato dell’arte e sul rapporto arte-religione, accompagnata
da un concerto o da un’esposizione artistica.
• Mostre di pittura e di fotografia: si svolgono annualmente presso la Pieve di San Leolino mostre di
pittura e di fotografia, quali strumenti per sensibilizzare al valore della vita e pre-evangelizzare. Il
messaggio di pittori e fotografi – pur nella sua autonomia artistica – può accordarsi con un discorso
più ampio sul Vangelo.
• Settimana di sensibilizzazione musicale: annualmente, sempre nella Pieve, la Comunità promuove
una serie di iniziative volte a diffondere l’ascolto
della buona musica. Si presentano compositori, si
eseguono concerti, si propongono CD di buona
musica.
• Settimana del libro di cultura religiosa: simile a
quella musicale, offre la possibilità di reperire e promuovere i libri di spiritualità più interessanti pubblicati negli ultimi anni e selezionati dalla comunità nella babele delle librerie.
Fuori della Pieve la Comunità promuove cineforum,
incontri culturali o di spiritualità presso varie istituzioni laiche e religiose e partecipa all’animazione culturale nella diocesi di Fiesole, lavorando in collaborazione
con gli altri centri culturali presenti sul territorio.
Inoltre essa pubblica, oltre alla rivista, numerose collane di libri dedicate soprattutto alla letteratura, alla
musica e alla spiritualità (Edizioni Feeria - Comunità
di San Leolino).
6. NOVITÀ DAI MEDIA CATTOLICI
Ncattoliciovità dai media
È stato inoltre possibile seguire gli appuntamenti
più importanti della programmazione di SAT 2000,
dedicata alla GMG, anche attraverso le numerose televisioni locali dislocate su tutto il territorio nazionale
italiano, le quali già durante l’anno ritrasmettono
parte del palinsesto di SAT 2000, ma anche attraverso
maxischermi allestiti nelle piazze e negli oratori di tutta Italia.
La GMG anche via radio
con inBlu
I media cattolici
mobilitati per la GMG
All’appuntamento con i giovani cattolici a Toronto
è stata presente anche inBLu, la radio che raccoglie più
di 200 radio locali diffuse su tutto il territorio nazionale, per seguire tutti gli appuntamenti più importanti dell’evento.
Per sei giorni, dal 22 al 28 luglio, Sat 2000 ha rivoluzionato il proprio palinsesto, per dedicare la sua intera programmazione alla Giornata Mondiale della
Gioventù (GMG) di Toronto, in Canada.
Dal 22 al 27 luglio il programma “Filo Diretto” è
andato in trasferta in Canada e, dalle 11.00 alle 12.00,
è stato possibile intervenire in diretta dall’Italia, attraverso il numero verde messo a disposizione degli ascoltatori di inBlu (800 366760).
La settimana dedicata alla GMG, per il canale satellitare dei cattolici italiani, è iniziata alle 20.00 del 22
luglio, con le immagini e i servizi sui preparativi per
l’arrivo del Papa, previsto per il giorno dopo, e si è conclusa alle ore 19.00 del 28 luglio.
Il contenitore pomeridiano “2000 + 2” , in onda
dalle 13.15 fino alle 18.00, ha offerto continui collegamenti oltreoceano. La rete radiofonica inBlu ha seguito inoltre in diretta tutte le manifestazioni presiedute
da Papa Giovanni Paolo II.
Tutti i giorni, la programmazione dedicata all’evento si è aperta con le immagini più belle, gli eventi più
curiosi e interessanti e i momenti più divertenti che,
complice la notte e il fuso orario, potrebbero essere
sfuggiti ai telespettatori. A partire dalle 17.00 sono stati
lanciati i collegamenti in diretta con Toronto, per proseguire fino alle 4.00 di notte. L’attività del Santo Padre
è stata trasmessa in toto: dall’arrivo a Toronto, in diretta dall’aeroporto, alla messa d’apertura, dalla cerimonia di accoglienza alla Via Crucis, fino alla veglia di
sabato 27 e la messa conclusiva di domenica 28.
Inoltre, mercoledì 24, a partire dalla mezzanotte, le
telecamere di SAT 2000 sono entrate nel Molson
Amphitheatre per “Italyani”, dove si è svolto il meeting
dei giovani italiani che hanno incontrato i canadesi di
origine italiana con le loro famiglie.
“Avvenire”
‘Avvenire’, il quotidiano cattolico diretto da Dino
Boffo, ha accompagnato i giovani a Toronto, con alcune originali iniziative.
Per tutta la settimana ‘Avvenire’ è stato presente nei
principali aeroporti italiani per augurare a tutti i ragazzi che hanno partecipato allo storico evento un buon
viaggio, regalando a tutti una “sacca da viaggio”, lo
‘Zainetto della GMG’, personalizzato col simbolo della
Giornata della Gioventù e con il logo di ‘Avvenire’.
Nello zainetto, oltre al quotidiano fresco di stampa, i giovani in partenza per Toronto hanno trovato
15
6. NOVITÀ DAI MEDIA CATTOLICI
anche il ‘Diario di Viaggio’, un’agenda preparata appositamente per la GMG, per annotare immagini,
parole, canzoni, impressioni e pensieri, ma anche gli
indirizzi delle persone incontrate nella settimana
canadese.
Oltre al ‘Diario di Viaggio’, i ragazzi della GMG
hanno trovato all’interno della sacca anche una cartolina, compilando la quale potranno ricevere gratuitamente a casa per due mesi il quotidiano. L’iniziativa ha
permesso a loro, agli amici e ai familiari, di partecipare alla GMG anche dall’Italia: ‘Avvenire’ invitava,
infatti, tutti i ragazzi a scrivere non solo sul Diario di
Viaggio, ma anche al quotidiano, che ha pubblicato per
tutta la settimana i messaggi arrivati sia al sito Internet
www.avvenire.it, sia tramite uno speciale numero di
telefono al quale inviare un SMS (333.3337060).
Inoltre, ‘Avvenire’ è stato presente con un suo stand
anche a Toronto, dove ha accolto l’immensa comunità di
italiani che non hanno voluto mancare all’appuntamento con la GMG. Ha messo a loro disposizione una postazione multimediale completa di accesso Internet, fax e
telefoni per mandare i messaggi, poi pubblicati tutti i
giorni nello spazio “forum” del quotidiano.
Novità dal SiCei
Progetto diocesano: primi risultati
Prosegue a pieno ritmo il “progetto diocesano”,
promosso nel 1996 dall’Ufficio nazionale dei beni
culturali ed ecclesiastici della CEI col supporto tecni-
16
co del SiCei, per l’inventariazione informatizzata dei
beni culturali ecclesiastici mobili (suppellettili,
dipinti, sculture, paramenti), delle diocesi italiane.
“Il progetto – spiega l’arch. Laura Gavazzi, coordinatrice dell’iniziativa – “ha l’obiettivo di conoscere nel
dettaglio l’immenso patrimonio artistico e culturale
conservato nelle nostre diocesi, e quindi di mantenerlo in vita”. Attualmente, su un totale di 225 diocesi, hanno presentato un progetto di inventariazione in 190.
“La prima diocesi ad aver consegnato l’inventario
è stata quella di Nicosia – prosegue l’arch. Gavazzi –
con 42 parrocchie censite e con oltre 5600 schede
compilate, a cui vanno sommate ben 5800 immagini,
mentre già altre diocesi stanno terminando il loro
lavoro”.
A questa prima fase di raccolta dati, ne seguirà
una successiva che prevede la consegna, alle parrocchie e ai diversi enti ecclesiastici che hanno partecipato al progetto, di un inventario dei beni della parrocchia consultabili informaticamente, sia su cd-rom
che via Internet. Tutto il materiale inventariato dalle
singole diocesi verrà poi consegnato alla Sovrintendenza competente territorialmente e la CEI, a sua
volta, consegnerà l’inventario completo all’Istituto
Centrale per il Catalogo e la Documentazione
(ICCD) del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali. Entro il 2005, l’intero patrimonio ecclesiastico italiano, informa l’Ufficio Cei, sarà schedato e
documentato nella banca dati, che verrà aggiornata
in tempo reale grazie alle informazioni provenienti
dalle diocesi.
lo di Mikado Film spa, società di produzione e distribuzione cinematografica.
Edei media
conomia
ü
Giffoni film festival
Si è svolta a Giffoni Valle Piana (Sa) dal 20 al 27
luglio la 32ª edizione del Giffoni Film festival, rassegna
cinematografica dedicata ai ragazzi che quest’anno ha
avuto per tema “La scelta”. Le opere in gara, tra corto
e lungometraggi, sono state 43 divise nelle tre sezioni
“Primi schermi”, riservata ai giurati di 8-12 anni;
“Liberi di volare” (12-14) e “La finestra sul cortile”
(15-19). Tra le novità del Festival 2002: la premiazione di “On the road movie”, concorso organizzato dal
Gff e dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti,
per la sicurezza stradale; la seconda edizione del
“Grifone del Consorzio nazionale imballaggi per l’ambiente” destinato al miglior film di contenuto ambientale e la sezione non competitiva “Y Genration” che
quest’anno ha ruotato attorno al tema “I Dieci comandamenti”.
È Nata Rtc Pianeta,
prima emittente russa per l’Occidente
Sono cominciate ufficialmente il 1° luglio le trasmissioni di “Rtr-Pianeta”, la prima emittente televisiva russa diffusa via satellite nei paesi occidentali.
L’emittente, che fa capo alla Rtr, uno dei due grandi
canali nazionali della tv pubblica russa, trasmette all’estero notiziari, programmi di approfondimento e
intrattenimento e film alternandoli con alcune trasmissioni tratte dal palinsesto della tv culturale russa
“Kultura” e con i notiziari di “Euronews”, il canale
europeo “all news” presente sul mercato russo da poco
più di un anno.
Internet: crescono i navigatori italiani
Il Garante per le telecomunicazioni Enzo Cheli ha
presentato la sua relazione annuale dalla quale si evince che gli utenti italiani della rete sono passati dai 3,9
milioni del 1998 ai quasi 18 milioni del 2001 destinati a diventare, secondo le stime del Garante, circa 37
milioni nel 2006.
Cinema: recupero “estivo”
Gli ottimi incassi del mese di giugno hanno consentito un’inversione di tendenza per quanto riguarda
gli incassi cinematografici del primo semestre dell’anno facendo registrare un aumento dell’1,6% rispetto
all’anno scorso (253 milioni contro i 248 milioni e
916 mila euro di incasso). Sono, però, leggermente
diminuiti gli spettatori passati da 44 milioni 741 mila
a 43 milioni 234 mila.
De Agostini: ricavi a +2,5%
Il bilancio 2001 del Gruppo De Agostini si è chiuso
con ricavi consolidati per 1.178,3 milioni di euro
(+ 2,5%) e con utili per 42,9 milioni di euro. Oltre al
rafforzamento del settore editoriale la De Agostini, in
questi ultimi tempi, sta operando lungo altre due direttrici: l’espansione nel settore della produzione e distribuzione di contenuti cinematografici e televisivi, attraverso la Dea Comunications, e l’espansione in attività
diversificate come l’acquisizione, a fine febbraio scorso, attraverso l’opa, della maggioranza del capitale di
Lottomatica spa e l’acquisizione della quota di control-
Investimenti pubblicitari in calo
Gli investimenti pubblicitari sulla stampa, nel periodo gennaio-maggio, ammontano a 1.804,3 milioni
di euro, 679,3 dei quali sui quotidiani e i restanti 405
sui periodici. Rispetto al 2001 si registra una flessione
di 81,5 milioni di euro pari al 7%, più contenuta per i
quotidiani (–6,5%) che sui periodici (–7,7%). I dati
sono forniti dall’Osservatorio degli investimenti pubblicitari sulla stampa costituito dalla Fcp (Federazione
concessionarie di pubblicità) e dalla Fieg (Federazione
degli editori dei giornali.
17
Isullafattistampadel mese
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Il card. Tettamanzi
nuovo arcivescovo di Milano
Nel giorno della nomina ufficiale a nuovo arcivescovo di Milano, i principali quotidiani nazionali
“salutano” già (in contemporanea con l’evento) l’importante avvicendamento con grande attenzione.
Alcuni titoli dell’11/7: “Tettamanzi al posto di Martini”
(Corriere della Sera), “A Tettamanzi il testimone di
Martini” (Stampa), “Tettamanzi a Milano, oggi l’annuncio” (Giornale).
“La nomina è firmata. Giovanni Paolo II ha scelto. E
così a mezzogiorno di oggi, nel giorno di San Benedetto,
patrono d’Europa, verrà annunciato il nome del successore del cardinale Carlo Maria Martini alla guida della diocesi di Milano”, esordisce Gian Guido Vecchi sul
Corriere della Sera, e aggiunge: “L’annuncio, in ogni
caso, chiude mesi di ‘totosuccesione’: Tettamanzi ma anche
i vescovi Corti, Monari, Nicora, Caprioli, e il biblista
Gianfranco Ravasi. Il nome dell’arcivescovo di Genova è
sempre stato al primo posto, nonostante la rarità dello
spostamento di un cardinale da una sede all’altra: esperto
di bioetica, Tettamanzi è assai stimato dal Papa e ha collaborato alla stesura di alcune encicliche. Oggi il nome del
nuovo arcivescovo sarà proclamato in contemporanea a
Roma e a Milano”. Anche Giacomo Galeazzi, sulla
Stampa, parla di “una scelta quasi priva di precedenti su
scala mondiale, un’anomalia dovuta al fatto che
Tettamanzi è considerato dal Pontefice fra i pochi presuli
18
con esperienza pastorale e spessore tali da poter sostituire
Carlo Maria Martini (...). L’ex segretario generale della
Cei è atteso da un impegno di straordinaria difficoltà. Il
governo episcopale di una realtà complessa come Milano,
infatti, avrà notevoli riflessi sul conclave. In passato ci
sono stati pochissimi spostamenti simili, in Brasile e in
Germania dove il cardinale Meisner da Berlino fu destinato a Colonia. Tettamanzi è ben conosciuto da Karol
Wojtyla avendo collaborato alla redazione di due encicliche
come la ‘Evangelium vitae’ e la ‘Veritatis splendor’, fondamentali per delineare l’insegnamento morale della Chiesa.
Un vescovo apprezzato dai confratelli per le doti umane, la
capacità di governo, la moderazione”. A proposito dell’ex
arcivescovo di Milano, Galeazzi osserva che “la sua
uscita di scena è quella non solo di un autorevole uomo di
Chiesa ma anche di un punto di riferimento per l’intera
società civile. Quando annunciò di volersi ritirare a
Gerusalemme, per esortarlo a tornare sui suoi passi si
mobilitarono in tanti, a partire dall’appello rivolto da personalità laiche come Guido Rossi, Tronchetti Provera,
Romiti, Albertini. E ciò a conferma del modo originalissimo in cui Martini ha saputo coniugare la fede cattolica
con l’impegno civile, puntellando il tessuto sociale strappato da gravi crisi morali come Tangentopoli”.
Sul legame tra la nuova nomina e le “manovre” preconclave si sofferma, invece, sempre sul quotidiano
torinese Luigi La Spina, secondo cui “la scelta del successore di Martini nella diocesi più grande d’Europa e più
importante del mondo completa, con un tassello fondamentale, l’assetto della Chiesa italiana nell’ultima fase del
pontificato di Giovanni Paolo II”. La nomina di
Tettamanzi, sostiene infatti l’autore dell’articolo, “va
inquadrata in una strategia di lungo periodo, attuata con
una coerenza e una determinazione assoluta, volta a ridisegnare un modello italiano di episcopato funzionale alle
direttive del Pontefice e alla volontà essenzialmente di due
grandi ‘elettori’, i cardinali Re e Ruini”, che per La Spina
“in pieno accordo, hanno ridisegnato, in questi anni, il
volto della Chiesa italiana in una chiave che, con termini
mutuati dal linguaggio politico, si potrebbe definire ‘centrista e moderata’ ”. “Lo spostamento del vescovo di
Genova a Milano – è la tesi centrale dell’autore dell’articolo – corrisponde a un progetto unitario e complesso che
non può prescindere, nella visione di chi l’ha ideato e
attuato, dalla decisione più importante. A questo proposito, si può citare il nome di monsignor Nicora, ex vescovo
di Verona e attuale ‘giurista’ della Cei. Alcuni avevano
pensato a lui come possibile sostituto di Martini a Milano.
La diversa decisione del Papa non vuol dire che Nicora non
8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA
sia destinato a una poltrona di grande prestigio nel prossimo futuro”. Questo perché, conclude La Spina, “l’assetto della Chiesa italiana si proietta naturalmente nella
prospettiva del prossimo Conclave e sarebbe assurdo o ipocrita negarlo. Pronostici e speculazioni si moltiplicano in
questi mesi di tormentato crepuscolo per uno straordinario
pontificato. La scelta di un Papa italiano o di un nuovo
Papa ‘straniero’ sarà certamente una delle alternative fondamentali nelle discussioni fra i cardinali elettori e nessuno, oggi, può prevedere l’esito di tale dibattito. Una cosa,
invece, è certa: la nomina di Tettamanzi a Milano pone
l’attuale vescovo di Genova in ‘pole position’ tra i candidati italiani a raccogliere la futura pesante eredità di
Giovanni Paolo II”.
“Per la successione al cardinale Martini era necessario
un personaggio e – possibilmente – un personaggio ambrosiano”. Sono questi, scrive Luigi Accattoli (Corriere
della Sera, 12/7) il giorno dopo l’ufficializzazione
della nomina, “i due criteri che hanno portato alla scelta del cardinale Tettamanzi: egli era il personaggio più in
vista – e anche il più attrezzato – tra i vescovi milanesi in
prestito ad altre città, o con incarichi romani. Come figura episcopale, il nuovo arcivescovo si colloca in posizione
mediana, nel panorama italiano: al centro - per così dire
- tra Martini e Ruini. Non esplicita i ‘sogni’ ecumenici,
collegiali e di riforma che hanno reso famoso Martini, ma
ne condivide - e ne predica - la radice evangelica, che il
severo Ruini pure avverte ma - di regola - custodisce nel
suo petto. Lo spostamento da Genova a Milano - infine rafforza la qualifica di ‘papabile’ che a Tettamanzi viene
attualmente attribuita, da quando ebbe la porpora, quattro anni addietro”. Secondo il vaticanista, inoltre, il
nuovo arcivescovo di Milano “ama il basso profilo. Non
ha la forza e la libertà di parola del cardinale Martini.
Ma non si tira indietro, quando deve affrontare questioni
spinose: in cinque anni di segreteria della Cei, le sue conferenze stampa hanno sempre fatto notizia, senza che
compisse mai un passo falso. È l’unico cardinale di casa
nostra ad avere preso una posizione possibilista sull’uso
del profilattico in funzione anti-Aids. Più volte ha invitato la Chiesa italiana a osservare un anno di ‘silenzio’
nella produzione di documenti, per ‘concentrarsi nell’ascolto del Vangelo”. È, infine, la “papabilità” la caratteristica su cui si sofferma Accattoli nel finale dell’articolo: “Tettamanzi è considerato un papabile, si direbbe da
tutti. Oltre alla posizione moderata – o moderatamente
aperta – e al curriculum, lo favoriscono l’amabilità e il
fatto di non avere nemici (...). Dopo un papato eroico,
non italiano e di lunga durata, egli appare - al momento
- come un candidato ideale per un papato italiano e di
minore durata, che riprenda in mano il governo ordinario
della Chiesa. Ma questo vale oggi e forse non varrà più
domani. E chissà se potrà mai valere per cardinali non
italiani. È verosimile che l’attuale Pontificato duri ancora qualche anno, poniamo due o più, e per allora
Tettamanzi avrà superato i settant’anni e ci saranno
almeno tre nuovi cardinali residenziali italiani: a Firenze,
a Venezia e a Genova”.
Sul “peso” della nuova nomina per il futuro conclave indugia anche Giacomo Galeazzi (Stampa,
12/7), secondo il quale “il passaggio delle consegne tra
Carlo Maria Martini, leader mondiale dei progressisti cattolici, e Tettamanzi è una delle tappe fondamentali in vista
del conclave. Sono stati perciò il presidente della Cei
Camillo Ruini e il ministro per i Vescovi Giovanni
Battista Re a puntare sull’ex segretario generale della Cei.
Un’investitura ‘in pectore’ passata indenne attraverso le
torride giornate del G8 e le velate accuse di eccessiva esposizione ‘pro-Tute Bianche’. Ruini scese in campo a difesa
del porporato brianzolo al parlamentino della conferenza
episcopale di Pisa quando le sue chances di raccogliere il
testimone di Martini erano date in caduta libera. Nelle
ultime settimane, poi, ha pesato moltissimo la decisione
del cardinale Re di ritirarsi dalla corsa per il capoluogo
lombardo e di restare accanto al Pontefice in attesa di
sostituire il quasi 75enne Angelo Sodano sullo scranno di
Segretario di Stato”.
Per Giancarlo Zizola (Sole 24 Ore, 12/7), “il
trampolino di lancio sulla Chiesa universale è stato per
Tettamanzi, come a suo tempo per Wojtyla, il Sinodo dei
Vescovi, specialmente quello sull’Europa del ’99, dal
quale uscì eletto al Consiglio della Segreteria sinodale col
massimo dei voti. Persuasivo fu soprattutto il suo discorso sinodale basato su una lettura positiva e non catastrofista della crisi della cristianità e sulla convinzione
che il primato dello spirituale esige un nuovo ciclo riformista della Chiesa cattolica. Sebbene si fosse distaccato
dalle proposte di Martini a favore di una sorta di
Concilio universale per discutere i nodi problematici della
Chiesa, Tettamanzi convergeva infine sulle posizioni
‘visionarie’, riconoscendo che nella situazione concreta
non c’è più posto per un cristianesimo di massa o per una
nuova ‘religione di società’ e che è proprio questa congiuntura critica che obbliga la Chiesa a tornare al ‘piccolo gruppo’, alla povertà dei mezzi apostolici, alla testimonianza della carità specie con gli stranieri, i più emarginati, i deboli”.
19
8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA
“Due uomini di confine che sanno parlare anche ai
non credenti”. È la definizione che Massimo Cacciari
(Corriere della Sera, 12/7) dà di Martini e Tettamanzi. Di quest’ultimo, in particolare, il filosofo osserva che “è da anni l’autore-guida per i mondi cattolici sul
problema dell’impatto sociale, culturale, etico delle nuove
scoperte in campo biomedico (...). Tettamanzi insiste su
una questione solo apparentemente metodologica, in realtà
essenziale: la domanda etica non può sorgere ‘a valle’,
rispetto all’impresa scientifica, come si trattasse di ‘contenerne’ solo gli effetti più dirompenti e sradicanti; è necessario che la relazione con i mondi vitali, le forme di vita,
le culture, le tradizioni sia concepita come immanente al
lavoro stesso dello scienziato. Qui l’interrogazione di
Tettamanzi si trasforma in una fondamentale lezione: le
sue parole sono quelle della viva testimonianza, non della
presunzione giudicante; le parole dell’ascolto e della comprensione, non quelle della condanna. Il suo libro fondamentale su questi argomenti, costruito sulla base della più
rigorosa informazione, ha la voce di colui che accompagna,
il tono della Pastorale, non quello astratto e lontano del
Maestro”.
Il dibattito sul lavoro
“Tempi e modi ancora non si conoscono ma l’ascesa di
Sergio Cofferati a capo della sinistra italiana appare difficilmente arrestabile”. L’opinione è di Angelo Panebianco (Corriere della Sera, 10/7), che legge la possibile ascesa in politica del leader della Cgil nella chiave della, a suo avviso storica, contraddizione tra le due
“anime” della sinistra italiana: quella riformista e
quella massimalista.
Da Turati in poi, argomenta infatti Panebianco, “il
riformismo non è mai più stato capace di conquistare i
cuori e le menti della maggioranza del ‘popolo di sinistra’.
Il che spiega la diversa storia della sinistra italiana rispetto a quella delle altre sinistre europeo-occidentali. Spiega il
fatto che l’Italia abbia avuto il più forte partito comunista
d’Occidente. Spiega perché tutti i tentativi di rovesciare i
rapporti di forza tra i riformisti (socialisti) e i comunisti,
eredi del vecchio massimalismo, siamo sempre falliti (...).
È fallito, per le stesse ragioni, anche l’ultimo tentativo,
compiuto da D’Alema, di far definitivamente trionfare l’anima riformista (...). L’odio per D’Alema, così visibile in
molta parte della sinistra italiana, non dipende tanto dai
suoi errori (che pure ci sono stati) quanto dal fatto che
egli osò tentare ciò che più ripugna alla cultura politica
20
tuttora egemone nella sinistra: bandire il massimalismo”.
Ciò non toglie, aggiunge però l’autore dell’articolo, che
“le cose sono, per Cofferati, complicate”, visto che quest’ultimo si presenta, da un lato, come “leader-simbolo
dell’eterno massimalismo della sinistra italiana”, dall’altro “combatte anche per difendere quel potere di veto nei
confronti delle politiche governative che la Cgil si era conquistata negli ultimi decenni e che il governo Berlusconi
oggi rifiuta di accettare”.
“Spezzare l’egemonia sindacale della Cgil e far esplodere un contrasto di fondo all’interno del centro sinistra”:
questo, per Stefano Folli (Corriere della Sera,
10/7), l’obiettivo di fondo del governo Berlusconi nell’attuale “lotta” con il sindacato sul tema del lavoro.
“Con la firma del ‘Patto per l’Italia’ – commenta Folli –
l’obiettivo non è stato mai così vicino: il maggiore successo del governo Berlusconi in un anno di vita. Eppure l’operazione è ad alto rischio per il governo. L’isolamento di
Cofferati, un uomo capace di raccogliere cinque milioni di
firme, può non essere risolutivo; l’indebolimento della Cgil
richiede tempi lunghi per essere efficace (...). La partita
non è finita e il successo colto dal governo è ancora fragile. Tanto fragile da richiedere una cura particolare e tanta
prudenza per non essere compromesso”.
Gli scandali americani
“Lezione dagli Usa”. È il titolo di un articolo di
Federico Rampini (Repubblica, 10/7), a commento
delle recenti “misure” annunciate dal presidente americano Bush per porre fine agli scandali in ambito
finanziario che hanno messo a dura prova gli addetti ai
lavori e l’opinione pubblica statunitense.
“Bush – scrive Rampini – deve fronteggiare una grave
crisi di credibilità del capitalismo americano: le Borse
depresse sotto livelli dell’11 settembre, il dollaro in caduta,
la fuga di quei capitali esteri che sono necessari per finanziare il deficit Usa, una ripresa economica che può soccombere se viene meno la fiducia dei consumatori. La
causa principale è la catena di scandali che dura da sette
mesi, dal crack Enron in poi: bilanci truccati, risparmiatori ingannati dalle banche, revisori dei conti complici dei
loro manager”. I rimedi di Bush, secondo l’autore dell’articolo, “vanno nella direzione giusta. Il pacchetto di
riforme annunciato dal presidente punta a rafforzare la
trasparenza. Rende ineludibile la responsabilità personale
dei dirigenti aziendali, chiamati a pagare di tasca propria
per gli abusi contabili (...). Meglio tardi che mai... D’ora
8. I FATTI DEL MESE SULLA STAMPA
in avanti basterà il minimo dubbio sui conti di una grande impresa, per provocare vendite massicce delle sue azioni
da parte di questi grandi investitori, e quindi un crollo in
Borsa”. Per Guido Rossi (Corriere della Sera, 11/7),
“la crisi dei mercati finanziari sta minacciando l’intera
struttura del sistema economico americano, poiché i rischi
di instabilità e di crisi delle Borse sono ormai, da almeno
un decennio, indissolubilmente legati alla distribuzione del
reddito fra le classi sociali e perciò all’instabilità della stessa economia reale”.
“Il capitalismo giù di morale”. È il titolo di un articolo in cui Sergio Romano (Corriere della Sera,
16/6), fa il punto sui recenti scandali americani in
ambito finanziario, che hanno travolto gli Stati
Uniti dopo il “caso Enron” e spinto Bush ad annunciare severe misure di repressione e prevenzione per
scongiurare future “scorrettezze”. “A me sembra –
sostiene Romano – che questa storia americana contenga due lezioni, strettamente collegate. In primo
luogo dimostra che la realtà, soprattutto in una fase di
grandi mutamenti, ‘inventa’ trasgressioni e deviazioni
che nessuna legge aveva previsto. In secondo luogo conferma che la moralità di un Paese dipende, in ultima
analisi, dalla rapidità delle sue reazioni e dall’indipendenza della sua stampa. In ultima analisi l’America
non sarà giudicata dai suoi scandali, ma dalla fermezza e dalla rapidità con cui avrà saputo affrontarli. Per
un Paese come l’Italia, dove le reazioni sono lente, i
responsabili inamovibili e le leggi oscure o tardive, questa, non gli scandali, è la notizia più importante che
oggi viene dall’America”.
Messaggio di Ciampi
sull’informazione
“Il messaggio alle Camere del presidente Carlo Azeglio
Ciampi sul pluralismo dell’informazione è destinato a
lasciare il segno”. È il commento di Angelo Panebianco (Corriere della Sera) al primo messaggio inviato
dal Capo dello Stato alle Camere, che ha riscosso ampi
consensi dalle forze politiche (di maggioranza e di
opposizione) e ha suscitato una vasta eco sui principali quotidiani nazionali del 24/7.
Secondo l’autore dell’articolo, “l’opportunità del
messaggio del presidente deriva dall’esistenza di diversi
problemi distinti ma connessi. Il primo ha a che fare con
il ruolo di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio e
proprietario di Mediaset. Il secondo ha a che fare con l’esigenza di limitare le concentrazioni nel settore televisivo
come in quello della carta stampata (...). Il terzo problema riguarda l’urgenza di preparare il Paese alla rivoluzione del digitale”. Panebianco insiste sulla portata
generale del discorso di Ciampi, non legato “solo alle
polemiche contingenti sull’informazione”: il Capo dello
Stato, in realtà, “ha posto il Parlamento di fronte a problemi la cui importanza per la democrazia italiana non
diminuirà nel tempo, sarà ancora inalterata quando tutti
i protagonisti politici di oggi saranno ormai usciti di
scena. Che, nel breve termine, occorra moltiplicare le
garanzie di pluralismo televisivo, data la posizione personale dell’attuale premier, è certo. Che occorra attrezzarsi
per fronteggiare, nel medio termine, la rivoluzione digitale, sapendo che non ci si può affidare solo alla prevista
forte crescita dell’offerta televisiva e multimediale per
garantire il pluralismo, è altrettanto certo. Opportunamente, il presidente si è limitato a richiamare i principi: spetterà alle forze politiche trovare i mezzi per realizzarli”. Quello assunto dal presidente Ciampi, sottolinea Sabino Cassese sul Sole 24 Ore, è “un ruolo di
garanzia”, e “l’informazione è solo uno dei capitoli di un
sistema politico meno rissoso e più regolato, nel quale proprio che era a capo del Governo quando il parlamento ha
introdotto il metodo maggioritario, quasi dieci anni dopo,
auspica ‘uno statuto delle opposizioni e delle minoranze’”.
“La verità non sopporta padroni, né a destra né a sinistra”: è questa la “prospettiva” del messaggio di
Ciampi, scrive Dario Antiseri sullo stesso quotidiano; citando la parte finale del messaggio del Capo
dello Stato, il filosofo ricorda che “lo storico, al pari di
ogni altro ricercatore, avanza sul terreno delle congetture
e delle confutazioni. Non ha senso contrapporre a una
‘storia di sinistra’ una ‘storia di destra’. A una storia di
menzogne non va contrapposta una diversa storia di menzogne. La ‘verità storica’ non tollera padroni, né a destra
né a sinistra. E questo non significa stare ‘super partes’,
significa piuttosto essere ‘super servos’ – alias ‘intellettuali organici’, di destra e di sinistra”.
Sulla “lezione del Quirinale” riflette anche Michele
Ninis (Stampa), secondo il quale il “peso” delle parole di Ciampi sta anzitutto nel fatto che “ogni democrazia, come ha scritto Bobbio, si regge sul diritto di voto; ma
questo diritto è una finzione quando i cittadini non possono decidere fra proposte politiche diverse, e per decidere
devono conoscerle”.
21
Smultimediali
egnalazioni
Mediterraneo-Europa.
Un ponte per lo sviluppo e la solidarietà
Autori vari, a cura di Giovanni Scarafile, Roma,
Ave, 2002, pp. 254, euro 13,00.
Il Mediterraneo come ponte fra culture e religioni,
fra Oriente e Occidente: ecco il filo conduttore ideale
di questa raccolta di saggi, il cui titolo è mutuato da
quello di un convegno di studio svoltosi ad Ostuni dal
27 al 30 settembre 2000 e organizzato dal Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) d’intesa con
Pax Romana-Europa, con la Fondazione Giuseppe
Lazzati di Brindisi e con il patrocinio dell’Università di
Lecce. “Parlare di Mediterraneo – spiega il prof. Mario
Signore nella prefazione – è più che parlare di ‘Sud’. È
innanzitutto far uscire il sud dal recinto della questione ‘locale’, di un rivendicazionismo asfittico e questuante, per rilanciarlo come questione europea. Dare
voce al Mediterraneo – continua – significa abbandonare lo sterile esercizio di un parlare del sud, per mettersi in Ascolto, come Italia e come Europa, di una
cultura alla quale venga finalmente concessa la parola”. È, questo, un punto di vista molto chiaro e netto,
che Pietro Lacorte, nell’introduzione, ribadisce nei termini di una grande prospettiva etico-politica: “La
nuova Europa va costruita con una capacità progettuale idonea a realizzare una nuova entità istituzionale
attraverso politiche di ampio respiro che, pur salvaguardando le singole identità nazionali, diano vita ad
una integrazione dei popoli, valorizzando le varie
culture e promuovendo la crescita di ogni singolo cittadino”. Una nuova entità, quindi, da costruire non
“solo sul valore dell’Euro, con il rischio dell’enfatizzazione di un sistema economico che, nel nome del mito
della globalizzazione, riduca i cittadini al ruolo di con-
22
sumatori, condizionati da sempre nuovi bisogni e incapaci di partecipare alla vita delle istituzioni”.
Famiglia e Internet
Paola e Leonardo Boretti, Cinisello Balsamo
(Milano), San Paolo, 2002, pp. 62, euro 5,00.
Servono regole chiare ma flessibili, in famiglia, perché l’uso di Internet diventi fonte di arricchimento
interiore, di partecipazione culturale, di scambio di
esperienze. È la convinzione di fondo che anima questo opuscolo, scritto da una coppia di laici impegnati
sulla base della propria esperienza familiare e parrocchiale. Dopo una parte introduttiva che spiega con una
buona sintesi la “grammatica” di Internet (rafforzata
da un agile glossario finale), si entra nel vivo dei problemi. Internet offre un mondo ricco di suggestioni,
dove si pensa di trovare risposta (e una risposta attendibile) a qualsiasi domanda, in realtà è uno strumento
meraviglioso e fallibile come la tv, la radio o la carta
stampata. Educatori e genitori possono, anzi devono
farsi protagonisti della “rivoluzione Internet” accanto
ai loro ragazzi: per seguirli e controllarli, ma anche per
imparare da loro stessi. “È questo un tempo in cui,
come genitori, – scrivono gli autori – siamo nuovamente e con più urgenza chiamati a saper dire, testimoniare e motivare valori positivi che possano illuminare il cammino dei nostri ragazzi”. E fanno un esempio: “mentre stabiliamo che è vietato accedere a siti
pornografici, dobbiamo anche saper raccontare in
positivo la bellezza e la dignità della sessualità umana,
il suo immenso valore nelle relazioni affettive ed aiutare a comprendere il misterioso linguaggio del corpo”.
Tanti, e tutti molto utili, i riferimenti a siti che possono interessare tutte le fasce di età e le famiglie nel loro
complesso. Il contributo più importante del libro infatti consiste nel segnalare quelle piste di riflessione e di
ricerca che nel mondo del virtuale trasformano la
navigazione in una esperienza gioiosa e formativa.
L’opuscolo fa parte della bella collana “I Quando” della
San Paolo. Per altre notizie: www.edizionisanpaolo.it.
Verso il Digitale. Giornalismo Tv.
Manuale del cambiamento
Giuseppe Mazzei, Roma, Rai-Eri, 2002, pp. 302,
euro 15,50.
Da alcuni anni l’informazione televisiva è investita
in pieno dalla rivoluzione digitale e, in particolare, dai
9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI
“new media”, simbolo di una società sempre più cablata e interconnessa.
Navigando nella rete
I nuovi linguaggi promossi da Internet stanno cambiando profondamente sia l’approccio dei cittadiniutenti nei confronti della tv sia lo stesso mestiere del
giornalista televisivo.
Missionari della Consolata
Questo manuale serve a fare chiarezza in una
materia diventata quanto mai delicata e, soprattutto,
cruciale per l’esercizio di una vita democratica reale:
se prima si parlava tanto del pericolo di una “videocrazia”, adesso l’attenzione si è spostata su quello di
una democrazia “virtuale”. Di qui la necessità di
saggi – come questo – che riportino la questione ai
fondamenti etici della convivenza democratica e
quindi al ruolo etico-sociale dei mezzi d’informazione e comunicazione. Ricordando la “grammatica”
del giornalismo televisivo, il libro apre al tempo stesso una strada verso un futuro che in parte è già presente: preparandoci alla rivoluzione digitale (con il
suo bagaglio di tecnologie interattive e multimediali), non si può comunque ancora dimenticare il telegiornalismo nel quale siamo nati e cresciuti, quello
analogico.
http://www.missionariconsolata.it/
Il manuale contiene molti spunti interessanti: la
centralità indiscussa della notizia, il rispetto e la cura
per le immagini, il tg concepito come “orchestra”, il
concetto di servizio pubblico come garanzia di pluralismo e libertà, uno sguardo critico sulle facili lusinghe
del giornalismo-spettacolo. E una regola d’oro: aggiornarsi in continuazione sui linguaggi e sulle tecniche,
non mettere mai in soffitta quello spirito di curiosità,
avventura e coraggio che deve contraddistinguere ogni
vero giornalista.
Nella consapevolezza che chi sta di fronte alla tv
non è una persona sprovveduta, incline a credere a
qualsiasi cosa, ma un cittadino che ha – o comunque
può avere – a disposizione altre fonti di informazioni
grazie soprattutto a Internet e che quindi può fare confronti, analizzare, giudicare in modo molto più consapevole il lavoro del giornalista televisivo.
Ricordiamo che l’autore, con una lunga esperienza
di giornalismo radiotelevisivo alle spalle, ha firmato
con Rai-Eri anche il libro “Notizie radio@ttive.
Manuale di giornalismo radiofonico” (2001). Per altre
notizie: www.rai.it, [email protected].
Il sito è nato nel 1998 con il progetto “IMC on line”
(IMC = Istituto Missioni Consolata) dedicato soprattutto all’animazione missionaria in Rete.
Il navigatore che approda in questo sito, può scoprire, tra i colori della mondialità, i Centri Missioni
Consolata (CMC) e le molteplici iniziative che lo
caratterizzano. A tal proposito nell’Home Page, ampio
risalto viene dato alle Novità, a testimonianza del frequente aggiornamento effettuato dal curatore del sito,
Vincenzo Crea.
Curiosando nel sito ci s’imbatte in percorsi di
Formazione missionaria per gli adolescenti e giovani:
oppure si può conoscere la realtà di prima accoglienza
dell’Associazione Namaste o assaporare gli aromi e i
profumi del commercio equo-solidale della Cooperativa Karibuny.
Ancora... si può “spulciare” tra le esperienze passate e i progetti per il futuro di campi di animazione e di
lavoro.
A chi volesse ulteriormente sfogliare le pagine dell’articolato mondo dei Missionari della Consolata,
vengono presentate le riviste dell’Istituto: Missioni
Consolata e Amico.
E, per il navigatore più esigente e appassionato di
missione, la pagina dei Links soddisferà ogni sua ulteriore curiosità: da questo servizio potrà trarre spunti
per approfondimenti o trovare indicazioni per le
richieste specifiche di ordine pratico.
Anim@tamente.
L’animazione giovanile on-line
http://web.tiscali.it/animatamente/
Anim@tamente
è un sito per tutti gli
animatori ed educatori di gruppi giovanili, ma non solo. Sono pagine per chi ama comunicare, disegnare, cantare, vivere la Parola di Dio. Vi si pos-
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9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI
sono trovare infatti decine di schede per gli incontri,
attività di gruppo, interi campi estivi, ritiri spirituali,
incontri di preghiera, ma anche giochi, proposte teatrali, scenette. E poi spartiti, testi, accordi e demo MP3
di canti liturgici.
Nel sito si trova inoltre una fornita raccolta di clip
art religiose, una sezione dedicata alla Giornata
Mondiale della Gioventù 2000 con il testo e la versione MIDI dell’inno Emmanuel, ed un interessante corso
di “Educazione all’amore” adatto a giovani ed adolescenti, per vivere la sessualità nell’ambito dei valori cristiani.
Creato dal gruppo dei giovani animatori della parrocchia San Gregorio Magno di Roma, il sito è testimonianza di anni di animazione ed esperienze fatte da
tanti ragazzi e da tanti giovani che hanno scelto con
coraggio di seguire Gesù, di testimoniarlo con forza,
con le idee, le parole e le opere nell’affascinante viaggio della vita.
Università Pontificia Salesiana
Latinitas Romana Salesiana
http://www.geocities.com/blas3/
Latinitas Romana Salesiana vuol promuovere e diffondere i valori della
Classicità classica e cristiana non solo
per gli allievi che frequentano l’Università Pontificia Salesiana, Facoltà di
Lettere Cristiane e Classiche (Pontificium Institutum Altioris Latinitatis),
ma anche per tutti i cultori, di ogni età e condizione,
che vogliono accostarsi ai capolavori mondiali del pensiero e dell’arte.
È possibile, pertanto, leggere e scaricare gli appunti
delle lezioni (ma attenzione! la maggior parte sono in
lingua latina scolastica). Ci sono i migliori link per lo
studio e l’aggiornamento sulle lingue e le letterature
classiche, le lingue dette sacre, come il greco biblico, il
latino cristiano, il sanscrito, l’ebraico. Ci si può anche
esercitare a parlare in latino. I seminaristi o i sacerdoti novelli potranno trovare e pregare con le secolari e
bellissime formule in latino o, per i cultori della metri-
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ca greca e latina, ascoltare anche la scansione a viva
voce dei metri e delle strofe principali.
Il latino cristiano viene presentato sotto le categorie
peculiari del latino liturgico, canonico, patristico,
ecclesiastico, scolastico. C’è anche un Lessico del
Latino più recente, pubblicato in rete per la prima
volta, con frasario e nomenclatura. Persino il calcolo
matematico più sofisticato ha un suo link utilissimo. Si
possono consultare, inoltre, varie enciclopedie, trovare
l’autore di una sentenza, leggere qualche poesia, visitare l’angolino dell’arte, della danza, della musica.
Chiunque può entrare a far parte del grande movimento culturale inaugurato dal Pontefice Giovanni
XXIII, con la Costituzione Apostolica ‘Veterum
Sapientia’. Questo il benvenuto: “Salve, Viator!
Ingredere! Laetaberis!”.
Pagine di Teologia
e Filosofia
a cura di
Don Giuseppe Lorizio
http://www.geocities.com/lorpino/
Il sito propone una serie di riflessioni edite o inedite a carattere teologico-fondamentale, con particolare
riferimento ai temi del rapporto CristianesimoPostmodernità occidentale, al mistero della morte e al
senso della storia. Nel sito è rinvenibile un’ampia
bibliografia sulle scienze della religione, suddivisa per
settori ed aree linguistiche.
Un’ampia sezione del sito, interamente curato dal
teologo Don Giuseppe Lorizio, è dedicata al pensiero di
Antonio Rosmini Serbati (1797-1855) con la bibliografia completa degli scritti editi e una selezione bibliografica della letteratura. In tale sezione sono presenti
anche alcuni saggi di carattere generale sul pensiero
rosminiano ed alcune recensioni di opere sullo stesso
argomento.
Il sito ha avuto recentemente un completo restyling
nella grafica e nell’impostazione editoriale. Nonostante ciò tutte le pagine sono in mutazione permanente in
quanto vengono spesso immessi nuovi testi e nuove
recensioni.