Palazzo Honorati - La galleria del Torregiani

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Palazzo Honorati - La galleria del Torregiani
Gruppo FAI di Jesi e Vallesina
Palazzo Honorati - La galleria del Torregiani
I palazzi jesini del primo Settecento, nonostante avessero accolto gli ideali del Neoclassicismo,
continuavano a mantenere l’idea di rappresentanza, di autocelebrazione e di prestigio tardo barocco, fortemente avvertiti dalla nobiltà locale tant'è che questi furono i sentimenti che animarono
Giuseppe Honorati quando ampliò ed abbellì, a partire dal 1725, il palazzo di via Posterma.
Nel 1750 in occasione del matrimonio di Anton Maria (figlio di Giuseppe) il palazzo fu ampliato
ulteriormente e furono portati a termine gli affreschi e le decorazioni. Giunse a Jesi il bolognese
Giuseppe Torregiani per affrescare e decorare i soffitti del piano nobile (piano primo), la biblioteca e
la stanza ovale, oltre alle porte e alle finestre. Gli furono anche commissionati gli affreschi delle
stanze del piano terra.
Soffitto della galleria di Giuseppe Torregiani: scene mitologiche dipinte a tempera che alludono
al tema dell'abbondanza e della fertilità con cornici tipicamente barocche risalenti al 1725. Al
Torregiani si possono attribuire solo le tempere in quanto le decorazioni e gli stucchi che oggi
circondano gli affreschi appartengono al periodo del primo Settecento.
1. Ratto di Europa: Europa è una giovane donna che aveva fatto innamorare Giove, è qui
raffigurata seduta sulla groppa di un toro bianco mentre l'animale fugge correndo tra i flutti del mare.
Il re degli dei trasformandosi in toro, avvicina la giovane mentre è intenta a giocare con le sue
ancelle sulle rive del mare. Europa, per nulla intimorita alla vista del toro, comincia ad accarezzarlo
e a intrecciargli le corna con ghirlande di fiori fin quando, ormai sedotta, si siede sulla sua groppa. A
questo punto Giove comincia a correre allontanandosi dalla riva e portando Europa fino a Creta
dove si unisce alla giovane. Alcuni amorini volano sopra di loro, mentre altre divinità marine
scortano i due verso l'isola.
2. Baccanale: E’ una festa orgiastica degli dei, divenuta poi propiziatoria, in occasione della semina
e della raccolta delle messi. Il nome è di origine romana e deriva da rituali dedicati a Bacco, dio
della fertilità e del vino. Di fianco a Bacco, ritratta con il mantello rosso, è seduta Arianna dopo
essere stata abbandonata da Teseo e divenuta sua sposa. Dall'alto un amorino svolazzante sta per
cingere il capo di Arianna con il diadema, che Bacco lancia nel cielo e trasforma in costellazione, e
che, deposto sul capo della giovane, diviene una corona di stelle. In primo piano sono raffigurati un
leopardo e dei tralci d'uva, simboli identificativi del dio.
3. Artemide ed Endimione: Endimione è un giovane di straordinaria bellezza amato da Diana (
Artemide) raffigurato disteso e dormiente in compagnia di figure di animali. Egli rappresenta
l'immagine della bellezza senza tempo, perché Giove gli concesse il sonno eterno assicurandogli
così un'infinita giovinezza. Ogni notte la Luna gli fa visita e dalla loro unione nascono cinquanta
figlie. L'immagine della Luna viene assimilata alla dea Diana, rappresentata con il mantello giallo.
4. Carro del Sole: Apollo guida il carro del Sole mentre porta sulla Terra la primavera, facendo
sbocciare i fiori; poi con l'arrivo dell'estate, coi suoi raggi potenti, fa appassire e morire ciò che ha
creato in primavera. Apollo, dio del sole e della luce, della salute, dei vaticini è anche e
specialmente il dio del canto, della musica e della poesia. La dimora preferita di Apollo non è
l'Olimpo, ma il Parnaso, dove ama riposare e suonare la lira, circondato dalle Muse, che danzano e
cantavano in coro. Viene sempre raffigurato giovane, senza barba, con una lunga chioma e con la
cetra in mano. Il suo volto è sereno e dolce, la fronte incoronata da mirto e alloro.
5. Ratto di Proserpina: Proserpina è la regina degli Inferi; viene rapita da Plutone, signore del
regno delle ombre, che se ne innamora e ne fa la sua sposa. Plutone è solitamente rappresentato
come un anziano dalla barba lunga, vestito con una toga, con in mano una falce e una clessidra o
altri oggetti relativi al tempo. Nell’affresco la clessidra e la falce sono tenuti in mano da due amorini
mentre Plutone è protagonista, insieme a Proserpina, della scena principale.
6. Vulcano e Venere: Vulcano è il dio del fuoco e fabbro degli dei; tiene nella mano sinistra il
martello, che, insieme all'incudine, caratterizza la sua figura. Come ricordato nei miti è un dio
claudicante fin dalla nascita, infatti nella scena possiamo osservare come egli è ritratto con una sola
gamba mentre conversa con la sua sposa Venere. La dea della bellezza, che poi lo tradirà con
Marte, è in atto di chiedergli le armi per Enea (raffigurate in primo piano). Sullo sfondo a sinistra, è
dipinta la fucina di Vulcano nella quale sono intenti a lavorare i suoi aiutanti Ciclopi.
7. Apollo e Pan: La figura di Pan è quella di una creatura con corpo umano dal volto caprino e
orecchie a punta. E’ la divinità dei pastori, delle greggi e dei boschi e si dedica alla caccia e alla
musica. Pan un giorno volle sfidare, in una gara amichevole, Apollo che suonava divinamente la
lira, pur sapendo di non poter competere con il suono della lira del dio della. Come arbitro della gara
scelsero il re Mida (figura in secondo piano con il mantello giallo alle spalle del dio Apollo), che non
esperto in musica scelse come vincitore Pan. Per questa sua scelta Apollo lo punì, trasformando le
sue orecchie in orecchie d'asino.
Buona serata!
A cura del Gruppo FAI di Jesi e Vallesina
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