Il folk dei Dervish
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Il folk dei Dervish
DENTRO IL MEETING 22 agosto 14 La presenza irlandese al Meeting: dalla mostra su San Colombano agli incontri passando per la musica Un’Irlanda da Guinness L’amicizia con John Waters, giornalista dell’Irish Times, affascinato da “un cristianesimo vivo e non ideologizzato”: fa il moderatore, l’inviato speciale, l’esperto di musica. “La tradizione è la saggezza provata del passato” È un Meeting tinto di verde smeraldo, colore tipico del popolo irlandese: mostre, incontri, concerti, un giornalista speciale per amico, e ben due primati (nel senso del capo della Chiesa irlandese): quello dell’Irlanda, Diarmuid Martin, e quello dell’Irlanda Unita, Sean Brady. Inoltre, girando per i padiglioni, balza all’occhio un gruppo di famiglie, molto unito, che condivide i diversi momenti della giornata, dagli incontri alle mostre, dai pranzi ai momenti di riposo. “Siamo già molto numerosi ma nei prossimi giorni raddoppieremo” rivela Mauro Biondi, italiano trapiantato da anni in Irlanda. Punto di riferimento della comunità è il padiglione A7, quello della mostra “San Colombano abate d’Europa” che ricostruisce il viaggio dall’Irlanda all’Italia di San Colombano. “La mostra non è stata allestita da noi – dicono gli irlandesi – ed è interessante sentir parlare della propria storia e della propria tradizio- Il folk dei Dervish John Waters, editorialista dell’Irish Times e grande amico del Meeting ne da qualcuno che non è irlandese”. Legato alla mostra, che mira a sottolineare le radici cristiane dell’Europa, è l’incontro di venerdì alle 12, con monsignor Brady, sul tema “Il contributo dell’Irlanda all’Europa”. E tutti i giorni, a margine della mostra, sono organizzati diversi incontri sul tema. Oggi invece sarà il giorno di John Waters, editorialista di The Irish Times. Waters aveva già partecipato al Meeting 2006, in seguito al suo incontro con Biondi, e alla luce dello stretto rapporto istauratosi con il movimento in Irlanda. “Ci incuriosiva - spiega Biondi - per la sua posizione religiosa pura e il suo modo sempre coerente di giudicare i problemi del suo paese. Da qui è nata un’ami- cizia e l’invito al Meeting”. Parlando dell’Irlanda, Waters spiega quanto sia importante il ruolo della tradizione: “La tradizione è la saggezza provata del passato. Spesso in Irlanda ci si è interrogati su di essa, perché può apparire in netta contrapposizione con la modernità; in realtà tutti siamo stati formati a partire dal passato, e rinnegarlo sarebbe rinnegare una parte di sé”. In questo modo ci introduce al suo avvicinamento a Cl negli ultimi anni: “Il libro Il rischio educativo spiega bene quello che ho sempre pensato: la tradizione va trattata sapendo che potrebbe essere cambiata; però il modo migliore per attingere a essa è provarla sul reale, rendendola quindi viva ogni volta”. Di recente, Waters ha definito sull’Irish Times il Meeting come “la forma più pura di cristianesimo da me incontrata”. Definizione emersa alla luce dell’enorme divario che c’è tra un cattolicesimo irlandese estremamente ideologizzato, e quello da lui incontrato tramite Biondi: vivo, con volti precisi, che abbraccia qualsiasi aspetto della vita. Così rieccolo al Meeting: domenica ha intervistato Poettering; oggi alle 11.15 in A1 parteciperà a “La pace possibile nella terra di San Colombano”, con monsignor Martin e Mansergh, figura fondamentale nel dialogo tra Irlanda del Nord e Inghilterra. E alle 21.45 spazio al folk di “The Dawning of the Day”. Emmanuele Michela Grande serata stasera con la tradizione irlandese. Si svolgerà infatti alle 21.45 presso l’Arena Poste Italiane, “The Dawning of the Day”. Lo spettacolo, realizzato con la collaborazione di John Waters, sarà un viaggio attraverso la cultura irlandese tramite la lettura di alcune poesie di Patrick Kavanagh (1905 – 1967). Come accompagnamento, si esibirà la band folk “The Dervish”, che recentemente ha rappresentato la propria nazione alla cinquantaduesima edizione dell’Eurofestival, nota manifestazione musicale svoltasi a maggio in Finlandia; il gruppo, inoltre, vanta numerose cover band sparse in numerosi paesi, tra cui anche Russia e Israele. Il “viaggio” continuerà con la proiezione di alcuni filmati e l’esecuzione dal vivo di danze tradizionali.