Regioni di Provenienza per la roverella - SHERWOOD

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Regioni di Provenienza per la roverella - SHERWOOD
risorse genetiche
Valorizzazione delle
Caratterizzazione ecologica e genetica di popolamenti di
roverella dell’Italia
nord-occidentale
di Diana Ferrazzini, Paolo Camerano, Piero Belletti
Lo scopo del lavoro è stato quello di caratterizzare, sia dal punto di vista ecologico-vegetazionale che da quello genetico, alcuni popolamenti di roverella presenti nelle Regioni
Piemonte e Valle d’Aosta. L’analisi ha anche inteso valutare l’effetto della presenza di altre
specie quercine (nella fattispecie farnia e rovere) sulle caratteristiche genetiche della roverella; ciò in quanto definire Regioni di Provenienza, presuppone anche la delimitazione di
ambiti ove è possibile ritrovare i soggetti con caratteristiche tipiche della specie, e aree ove
si trovano individui presumibilmente “ibridi”.
La roverella (Quercus pubescens Willd.) con la rovere (Salvini et al. 2009) e con la
appartiene, unitamente a farnia (Q. robur farnia (Dupouey e Badeau 1993), anche se, in
L.), rovere (Q. petraea (Matt.) Liebl.) e far- quest’ultimo caso, un maggior livello di difnetto (Q. frainetto Ten.) alla sezione Robur ferenziazione genetica pare rendere meno
del subgenere Quercus: queste specie,
nel complesso, sono note anche come
querce bianche (white oaks). Esse derivano, presumibilmente, da un progenitore comune, la cui discendenza, evolutasi
in ambienti ecologicamente diversi, si è
poi differenziata (Schwarz 1993). La farnia predilige infatti aree di pianura alluvionale, mentre la rovere è comune a quote
più elevate, sebbene ancora fresche. La
roverella vegeta soprattutto in aree collinari dell’ambito meso-mediterraneo e il
farnetto è la specie più termofila, a diffusione più meridionale.
La vicinanza sistematica delle specie
citate pare confermata dalla facilità con
cui si originano ibridi interspecifici, soprattutto tra farnia e rovere (Bacilieri et
al. 1996). Tuttavia, sono documentati
anche casi di ibridazione della roverella Bosco da seme di Mecosse (Arvier - AO).
probabili gli incroci.
La roverella è un albero di terza grandezza,
che raramente supera i 20 m di altezza, deciduo. La chioma ha forma espansa, presto
divaricata in grosse branche primarie,
nodose e robuste.
La specie è molto longeva. Nel complesso è una specie sub-mediterranea
del bosco stabile, xerofila, eliofila e termofila. La roverella è una specie pioniera
con spiccate caratteristiche di plasticità,
soprattutto per quanto riguarda il tipo
di substrato e le condizioni termiche: in
pratica rifugge solo da suoli alluvionali.
Inoltre, resiste bene all’aridità ed alle alte
temperature, così come a quelle basse
invernali. è tuttavia sensibile alle gelate
tardive: per questo motivo si trova con
maggior facilità sui versanti assolati. Le
sue caratteristiche fisiologiche la rendono candidata ideale come specie utilizzabile in selvicoltura in vista dei correnti
cambiamenti climatici.
La roverella presenta un areale Sud eu-
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ropeo con baricentro orientale: è rara nella
penisola Iberica ma molto frequente in Italia
e nei Balcani, spingendosi fino alla Turchia.
Si trova nella parte basale dell’intera catena
alpina ed a Nord si spinge fino alle porte di
Parigi.
Presenza in Italia
In Italia la roverella è presente in tutto il territorio nazionale e nelle isole, con maggiore
frequenza in ambito appenninico Si presenta più sporadica sulle Alpi, dove è vicariante
della rovere nei settori più continentali (Valle
di Susa, Valle d’Aosta, Valtellina, Val Pusteria, ecc.). In Piemonte la sua distribuzione è
sporadica in Ossola, più diffusa dalle Alpi
Cozie alle Marittime; è ben rappresentata
sui rilievi collinari e sull’Appennino calcareo
(Valli Curone e Borbera - AL). (Figura 1).
genetica delle specie forestali viene stimata
ricorrendo, in prima battuta, a marcatori genetici di tipo biochimico o molecolare. I dati
ottenuti forniscono informazioni sulla distribuzione della variabilità e sulla struttura genetica delle popolazioni, che consentono di
impostare programmi di salvaguardia e corretta gestione della biodiversità, ad esempio
attraverso l’identificazione di popolamenti
particolarmente ricchi di biodiversità e/o
minacciati da erosione genetica e la definizione di Regioni di Provenienza, sulla base
delle quali impostare la filiera vivaistica.
Nell’area di studio considerata, attualmente
sono iscritti all’interno di registri regionali dei
materiali di base solo i popolamenti del Piemonte, mentre quelli della Valle d’Aosta sono
stati semplicemente catalogati (Tabella 1).
Anche a livello italiano la situazione non è
dissimile, in quanto solo alcune Regioni
hanno iscritto nei loro registri regionali boschi ove poter raccogliere la roverella, come
di seguito indicato:
• Lombardia (7 popolamenti iscritti nel Registro con la DGR 8/6272 del
21/12/2007 e DD 2894/2008),
Risorse genetiche
La variabilità genetica intraspecifica è
il presupposto fondamentale per consentire l’adattabilità, e quindi l’evoluzione, delle specie viventi.
Questo aspetto riveste particolare importanza per le specie forestali, a causa dei
lunghi cicli vitali e dell’impossibilità di movimento, che le rende particolarmente esposte ai fattori ambientali. Il problema è di
grande attualità, alla luce dei cambiamenti
climatici che stanno inequivocabilmente
avvenendo sul nostro pianeta. Una tra le
più importanti cause di riduzione della variabilità genetica intraspecifica è dovuta alla
frammentazione degli areali, la quale aumenta l’isolamento riproduttivo degli individui, con effetti potenzialmente molto gravi
(Stockwell et al. 2003).
I caratteri più interessanti dal punto di vista evolutivo risultano essere quelli di tipo
adattativo. Tuttavia, poiché la loro valutazione è molto onerosa, in termini sia di costi
che di tempi necessari, spesso la variabilità
Regione
Piemonte
Valle d’Aosta
Figura 1 - Areale di Quercus pubescens in Piemonte e Valle d’Aosta. In giallo i boschi a dominanza o prevalenza di roverella, in rosa quelli in cui la specie vi partecipa in varie proporzioni.
Comuni
Popolamento o località geografica
Codice Registri MdB
Mompantero
Mompantero
IT/Qpu/IF/A210/PI/0045
Serralunga di Crea
Santuario di Crea
IT/Qpu/IF/C620/PI/0014
Cantalupo Ligure
Semega
IT/Qpu/IF/C320/PI/0117
Pombia
Casone-Monte Lame
IT/Qpu/IF/B420/PI/0120
Arvier
Mecosse
S. Cristophe
Soleney
Pollein
Felinaz
Issogne
Barnet
Riferimento legislativo
DGR 36-8195 del 11/2/2008,
DD 1984/2008
Non approvati
Tabella 1 - Elenco dei Materiali forestali di base per la roverella in Piemonte e Valle d’Aosta. Si tratta in tutti i casi di boschi appartenenti alla categoria “Identificati
alla fonte”.
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Valorizzazione delle
Popolazione
Comune
Quota
(m s.l.m.)
Prec. annuali
(mm)
Prec. estive
(mm)
Temp. media
annuale (°C)
CRE
Crea (AL)
Serralunga
300-350
706
159
12
CAS
Rio Ghisone (AL)
Bruno
170
769
100
11
CUR
Cantalupo (AL)
Cantalupo
550-600
870
169
12
CHI
Pavaglione (TO)
Chianocco
600-700
800
167
9
ISS
Barnet (AO)
Issogne
400-500
810
140
10
Sigla
MEC
Mecosse (AO)
Arvier
800-900
531
134
11
SCR
Soleney (AO)
S. Cristophe
850-950
560
113
10
POL
Felinaz (AO)
Pollein
650-750
570
122
9
risorse genetiche
Regione di Provenienza
Materiali di base iscritti e
ricadenti nella RdP
Piemonte centro-meridionale
IT/Qpu/IF/C620/PI/0014
IT/Qpu/IF/C320/PI/0117
Settori mesalpici delle Alpi
Centro-occidentali
IT/Qpu/IF/A210/PI/0045
Valle d’Aosta interna e Alpi
Cozie interne
Tabella 2 - I popolamenti di roverella analizzati nel presente studio.
Carattere
Farnia
Rovere
0
0
100
Lunghezza del peduncolo fogliare (mm)
4,5
23,3
11,8
Numero di nervature secondarie
4,6
0,9
1,1
Pubescenza fogliare (% di piante con foglie pubescenti nella lamina inferiore)
Roverella
Tabella 3 - Valori dei caratteri fogliari risultati maggiormente discriminanti tra le tre specie quercine in analisi.
Regioni di Provenienza
xerofilo
meso-xerofilo
Popolamenti oggetto di analisi
mesofilo
meso-igroclino
igroclino
meso-igrofilo
calcareo
neutro
debolmente acido
abbastanza acido
acido
molto acido
igrofilo
Figura 2 - Diagramma edafico per la roverella, in
confronto con la rovere e la farnia (da R ameau et al.
1993, modificato).
• Veneto (7 popolamenti iscritti nel Registro con la DGR 3263 del 15/10/2004),
• Friuli-Venezia-Giulia (3 popolamenti
iscritti nel Registro con la DD 1917/2010),
• Emilia-Romagna (33 popolamenti iscritti nel Registro con la LR 10 del
6/7/2007 e DD 5205/2008),
• Liguria (2 popolamenti classificati ma
non ufficializzati),
• Marche (8 popolamenti iscritti nel Registro con la LR 6 del 23/2/2005),
• Molise (3 popolamenti classificati ma
non ufficializzati),
• Puglia (15 popolamenti iscritti nel Registro con la DD n. 757 del 21/12/2009),
• Sicilia (17 popolamenti iscritti nel Registro con la DDG 1053 del 14/12 2009).
Le altre Regioni e le Province Autonome
non hanno individuato popolamenti idonei
alla raccolta di seme di roverella.
La scelta dei popolamenti è stata effettuata
sulla base della rappresentatività delle condizioni ecologiche in cui la specie cresce
nell’area considerata (Tabella 2).
Al fine di verificare l’effettiva appartenenza dei soggetti campionati alla roverella, è
stata realizzata un’indagine preliminare,
mediante parametri di facile ed immediata
rilevazione in bosco, per stabilire i criteri di
assegnazione degli individui alle tre specie
di quercia più comuni nella zona studiata
(farnia, rovere e roverella), di cui è nota la
possibilità di creare ibridi.
L’analisi, condotta su popolamenti puri di
ciascuna specie, ha riguardato 19 caratteri fogliari, misurati su almeno 5 foglie per
pianta, appartenenti ad altrettante branche,
possibilmente raccolte nella metà superiore
della chioma. Dall’analisi dei dati è emerso
come, tra i caratteri risultati variabili tra
le specie, la lunghezza del picciolo abbia
consentito la più evidente discriminazione
tra le specie. La pubescenza delle foglie è risultata nettamente differenziata tra roverella
e le altre due querce, mentre il numero di
nervature secondarie consente di distinguere tra farnia e rovere, ma non tra quest’ultima e roverella (Tabella 3).
Ulteriori dettagli su tale aspetto sono reperibili in Belletti e Ferrazzini (2008). Sulla
base di tali dati sono stati identificati 8 popolamenti di roverella, quattro in Piemonte e
quattro in Val d’Aosta: un nono (situato in località Traversagne, comune di Lilianes, valle
di Gressoney) è stato escluso dall’analisi,
poiché, contrariamente a quanto ipotizzato
dai Servizi Forestali della Regione Valle d’Aosta, è risultato costituito prevalentemente
da roveri.
Si tratta di boschi con presenza esclusiva
o preponderante di roverella: fa eccezione il
popolamento di Rio Ghisone, ove, al contrario, sono presenti anche individui riconducibili a farnia e rovere.
Questo sito è stato perciò scelto per studiare l’impatto della presenza di altre specie sulla variabilità genetica della roverella,
campionando ed analizzando anche individui con fenotipo attribuibile alle altre specie
di Quercus. Come siti di confronto, sono
stati scelti Sampeyre (rovere) e Stupinigi
(farnia), mentre Mecosse è stato identificato
come popolamento rappresentativo di roverella su base morfologica.
Aspetti ecologico-vegetazionali
La roverella vegeta in climi che vanno dal
mediterraneo a quelli continentali endalpici, segno di una ottima capacità di adattamento, dovuta probabilmente alla presenza
di numerosi ecotipi. Le esigenze climatiche
della roverella (Figura 2) sono le più ampie
fra le specie appartenenti al gruppo delle
querce bianche, come evidenziato anche
nella distinzione e ripartizione fra i diversi
Tipi forestali in funzione dell’approvvigionamento idrico dei suoli e del gradiente di
fertilità e pH (Figura 3).
Da un punto di vista termico, all’interno
dell’areale analizzato le temperature medie
annue variano tra 8 (stazioni endalpiche) e
13°C (fascia collinare appenninica). Il limite freddo non dipende dalla resistenza alle
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Figura 3 - Distribuzione dei Tipi forestali in Piemonte e Valle
d’Aosta a prevalenza di querce bianche in funzione dell’approvvigionamento idrico dei suoli e del gradiente di fertilità e pH (da
Grandjean e Sigaud, 1987 adattato). In verde rovere, in giallo roverella, in arancio farnia.
minime invernali, quanto dalla necessità di
calore estivo; ciò spiega la capacità della
specie di addentrarsi all’interno delle valli
continentali endalpiche e, di contro, le difficoltà a risalire nell’orizzonte montano degli Appennini. La roverella, assieme al pino
silvestre, rappresenta la vegetazione tipica
di settori montani endalpici e dell’orizzonte
submontano e collinare con impronta mediterranea tipico delle Alpi sud-occidentali
(Mayer 1974, Ozenda 1979).
Per quanto riguarda le precipitazioni, la roverella è la più xerotollerante fra le querce
caducifoglie, essendo in grado di vivere in
stazioni con presenza di 1-2 mesi di aridità nel suolo. Gli adattamenti all’aridità sono
rappresentati dalla pubescenza della pagina inferiore delle foglie e dei giovani rametti.
All’interno dell’areale considerato, le precipitazioni medie oscillano fra minimi di circa
500 (nella conca di Aosta) a 850-900 mm
(sulle Colline del Po e nelle medie valli Stura
di Demonte e Maira); mentre in settori poco
piovosi, come quelli delle Colline del Monferrato o nei settori endalpici, la specie vive su
diversi tipi di stazioni, in zone piovose si rifugia sui versanti caldi e in stazioni rocciose.
Per quel che concerne la quota, l’ampiezza varia da circa 100 m s.l.m. nelle basse
colline del Monferrato, fino a 1.300 m nelle
Alpi; piccoli boschetti o singoli individui si
trovano tuttavia fin verso 1.500 - 1.700 m,
come sui versanti sud della conca di Aosta
(Quart), dove vengono in contatto con abete
rosso e bianco. Da un punto di vista dei substrati la roverella non ha particolari prefe-
Figura 4 - Risultati dell’analisi delle componenti principali relativa al popolamento misto di
roverella di Rio Ghisone (CAS-L), confrontato con popolamenti “puri” di roverella (Mecosse,
MEC-L), rovere (SAM-R) e farnia (STU-F) e basati sulla variazione presentata a 7 loci microsatellite.
renze, vegetando sia su quelli acidi (gneiss,
ofioliti, ecc.) sia in quelli ricchi di carbonati
(calcari, dolomie, marne ed arenarie); frequentemente la si trova su suoli superficiali,
anche se ciò deve essere inteso in senso relativo, in quanto i suoli più profondi presenti
all’interno dell’areale della specie sono stati
utilizzati per l’agricoltura, ovvero sono state favorite altre specie come carpino nero
o castagno. Nella maggior parte dei casi rifugge da suoli argillosi e molto umidi, ove è
sostituita da farnia o cerro.
In definitiva, da un punto di vista climatico
e vegetazionale, per la roverella si possono
distinguere:
• Querceti di roverella dei rilievi collinari e
dei terrazzi antichi del Piemonte centromeridionale (altopiano di Poirino e pianura alessandrina), ove alla roverella si
associano farnia e rovere;
• Querceti di roverella dell’Appennino ligure-piemontese, ove alla roverella si associa la rovere;
• Querceti di roverella dei settori Alpini
mesalpici, ove alla roverella si associa la
rovere;
• Querceti di roverella dei settori Alpini endalpici.
Analisi genetiche
L’analisi della variabilità genetica della roverella è stata eseguita utilizzando marcatori
molecolari, nel caso specifico 7 microsatelliti nucleari, scelti in base alla riproducibilità
ed al polimorfismo dei loro risultati (Steinkellner et al. 1997a, 1997b; K ampfer et al.
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1998). I dettagli sulla tecnica utilizzata e sui
risultati ottenuti sono reperibili in altra sede
(Belletti e Ferrazzini 2008).
I livelli di variabilità genetica interna ai popolamenti sono risultati molto simili: mediamente sono stati evidenziati quasi 18 alleli
per ciascuno dei loci analizzati, mentre l’eterozigosi attesa si è attestata intorno a 0,849
(valore medio). Gli indici di fissazione hanno
sempre assunto valori positivi (media 0,132
ed estremi di variazione da 0,069 [Felinaz] a
0,197 [Barnet]).
I popolamenti analizzati hanno presentato
un buon livello di variabilità genetica interna, ma tutti hanno mostrato un indice di
fissazione positivo, indicante un eccesso
di omozigoti. Tale risultato potrebbe essere dovuto a svariate cause, ad esempio
all’incrocio tra individui in qualche modo
imparentati (inbreeding). Nella prospettiva di
utilizzare i popolamenti analizzati come possibili fonti di seme, tale situazione va valutata
attentamente, dal momento che un forte livello di inbreeding causa un impoverimento
della base genetica del popolamento, con
l’aumento del numero di individui omozigoti,
possibili portatori di combinazioni alleliche
sfavorevoli alla sopravvivenza del popolamento nel tempo.
La differenziazione genetica tra i popolamenti, invece, è risultata modesta, presumibilmente anche come conseguenza della
ridotta estensione dell’area considerata: di
tutta la variabilità genetica riscontrata, infatti, solamente il 3,1% può essere ascritto
a differenze tra popolamenti. Non è stato
Valorizzazione delle
Figura 5 - Regioni di Provenienza per la roverella in Piemonte e Valle d’Aosta.
Bosco da seme di Felinaz (Pollein - AO).
possibile stabilire alcuna relazione tra
la distribuzione della variabilità genetica e la localizzazione geografica dei
popolamenti: in altre parole a popolamenti
appartenenti allo stesso ambito ecologico
non corrisponde un maggior livello di simi-
risorse genetiche
litudine genetica. Anche il confronto tra regione Piemonte e Valle d’Aosta ha escluso
la presenza di differenziazione tra regioni.
Questo fatto si giustifica con un considerevole flusso genico tra i popolamenti della stessa specie, i quali, di conseguenza,
dimostrano di condividere lo stesso pool
genico; d’altra parte l’attuale frammentazione dell’areale e la separazione tra i popolamenti sono la conseguenza della relativamente recente influenza antropica.
Un caso particolare di studio è stato il popolamento misto di roverella, farnia e rovere
del Rio Ghisone, in cui i risultati hanno fornito indicazioni apparentemente contraddittorie, esemplificativi di altre situazioni molto
diffuse nel territorio considerato.
Considerando la distanza genetica tra i
popolamenti, sia il metodo UPGMA che
l’analisi delle coordinate principali (Figura 4)
hanno consentito di separare in modo piuttosto netto i popolamenti delle tre specie e
di evidenziare una maggiore affinità della
roverella di Rio Ghisone con quella di Mecosse, rispetto ad altre specie.
In realtà, sarebbe bastata l’analisi di soli due
loci microsatellite (QrZAG96 e QrZAG112),
di cui il primo risiedente nell’area del genoma associata ad un importante carattere morfologico discriminante tra specie di
Quercus (la lunghezza relativa del picciolo
rispetto alla lamina fogliare, Neophytou et
al. 2010), per distinguere le popolazioni di
specie diversa.
Però, quando si è cercato di attribuire i
singoli individui alla specie a cui sono stati assegnati al momento della raccolta in
campo, si è visto come i marcatori molecolari evidenzino la presenza di soggetti
con genotipi intermedi, non chiaramente
assegnabili ad una specie di appartenenza.
In particolare, alcuni individui hanno ottenuto la stessa probabilità di assegnazione
ad una qualsiasi delle specie di riferimento:
questo potrebbe essere il risultato di un fenomeno di ibridazione tra esemplari di
specie diversa. In altri casi, invece, piante
attribuite fenotipicamente a “rovere” oppure
a “roverella” sono risultate essere, geneticamente, decisamente più affini ad un’altra
specie rispetto a quella di attribuzione: potrebbe trattarsi perciò di quei casi di ibridazione in cui il risultato dell’incrocio
presenta un fenotipo riferibile ad uno
dei due genitori.
Tra rovere e roverella, tuttavia, sembra più
facile trovare individui con morfologia e ge-
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Valorizzazione delle
risorse genetiche
notipo intermedi, come evidenziato anche
nel lavoro di Salvini et al. 2009.
Conclusioni
Integrando i risultati dell’analisi ecologicovegetazionale con quelli genetici è possibile
ipotizzare la presenza di 4 Regioni di Provenienza (Figura 5):
• Valle d’Aosta interna e Alpi Cozie interne,
a cui appartengono le popolazioni di roverella dei settori endalpici, ove la specie
si presenta pressoché in purezza (qpu/
A100);
• Settori mesalpici delle Alpi Centro-occidentali, a cui appartengono le popolazioni di roverella presenti dalle Alpi Lepontine alle Cozie centro-settentrionali, su
substrati prevalentemente acidofili dove
la roverella si mescola talora con la rovere (qpu/A200);
• Alpi Cozie meridionali, Marittime e Liguri,
a cui appartengono le popolazioni di roverella presenti dalle Alpi Cozie meridionali alle Liguri, su substrati prevalentemente calcarei, ove la specie si presenta
spesso in purezza (qpu/A201);
• Piemonte centro-meridionale, comprendente i popolamenti di roverella dei Rilievi
collinari interni, dell’Appennino Ligurepiemontese e dei terrazzi alluvionali antichi del torinese meridionale e alessandrino, in cui la specie si mescola spesso
con rovere e farnia (qpu/A300).
Come indicato nelle pagine precedenti, arrivare alla definizione di Regioni di Provenienza per la roverella significa anche delimitare ambiti ove è possibile ritrovare
i soggetti con caratteristiche tipiche e
quelli ove si trovano “ibridi”. In base a
ciò, unendo ai risultati delle analisi genetiche quelli ricavati da specifiche indagini sugli aspetti ecologici, realizzate in Piemonte
e Valle d’Aosta per la definizione di Regioni
di Provenienza per roverella, rovere e farnia
(Belletti e Ferrazzini 2008, Camerano et al.
2008a-2008b), si può infine affermare quanto segue:
• il fattore che più di ogni altro determina
l’assenza di una o dell’altra specie, ovvero la presenza di individui con caratteristiche intermedie, è il bilancio idrico dei
suoli: ciò è particolarmente importante
per i popolamenti di pianura e di collina;
• nei popolamenti delle Alpi il fattore determinante sono il bioclima, secondariamente la litologia;
• nei popolamenti degli Appennini il fattore
determinante è la litologia;
• le indagini morfologiche permettono di
differenziare le diverse specie; all’opposto quelle genetiche forniscono talora
risultati non chiari.
Ciò permette, nell’ambito delle 4 Regioni di
Provenienza sopra indicate, di individuare
aree con elevata possibilità di mescolanza
fra le tre specie quercine, ove la raccolta del
seme di roverella è possibile, ma per utilizzazioni locali:
• Settori mesalpici delle Alpi Centro-occidentali: frequenti ibridi fra roverella e rovere si trovano nelle prealpi biellesi e fra
le basse Valli d’Aosta e di Susa;
• Alpi Cozie meridionali, Marittime e Liguri: frequenti ibridi fra roverella e rovere si
trovano dalle basse Valli Gesso e Tanaro;
• Piemonte centro-meridionale: in questa
vasta area le caratteristiche ecologiche
permettono a tutte e tre le specie (farnia, rovere e roverella) di essere presenti;
ciò permette di individuare alcuni settori
particolarmente sensibili per la raccolta
del seme: le colline del Po, l’altopiano di
Poirino e l’alta pianura alessandrina.
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Stockwell C.A., Hendrie A.P., Kinnison M.T., 2003
- Contemporary evolution meets conservation
biology. Trends in Ecology and Evolution 18:
94-101.
Per la Regione Piemonte altro materiale è disponibile al seguente indirizzo:
www.sistemapiemonte.it/montagna/sifor/
i n f o . artic o l o
Autori: Diana Ferrazzini,
Università degli Studi di
Torino - DISAFA Genetica Agraria.
E-mail [email protected]
Paolo Camerano, IPLA SpA - Unità Operativa
Biodiversità, Foreste e Paesaggio.
E-mail [email protected]
Piero Belletti, Università degli Studi di Torino - DISAFA
Genetica Agraria. E-mail [email protected]
Parole chiave:
Risorsa genetica, roverella, variabilità genetica, ibridazione interspecifica, Regioni di
Provenienza.
Abstract: Ecological and genetic characterization of
Quercus pubescens in north-west Italy. The aim of the
work was to characterize Quercus pubescens populations
from Piedmont and Aosta Valley, from both ecological and
genetic points of view. This way it is possible to identify
Regions of Provenance for the species, according to the
European Directive 1999/105. The analysis allowed us to
evaluate also how the presence of other Quercus species
(namely English and sessile oak) affects the genetic characters of Quercus pubescens individuals.
Key words: Quercus pubescens, genetic variability,
interspecific hybridization, Regions of Provenance.
Ringraziamenti: Lavoro svolto con contributo delle
Regioni Piemonte e Valle d’Aosta.