prassi di economia solidale - testo intervento

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prassi di economia solidale - testo intervento
ALLA RICERCA DEL BENE COMUNE
… PER CUSTODIRE IL PATRIMONIO DELL’UMANITÀ
Convegno AMU, Sassone (Roma) 5-6 marzo 2011
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LA PERIFERIA AL CENTRO
Teoria e pratica delle Economie Solidali
Prof. Giovanni Avogadri
Istituto Istruzione Superiore Russell Newton – Scandicci , Firenze
Il progetto La periferia al centro è nato all’interno dell’ Istituto Superiore Russell Newton
di Scandicci, a partire dall’incontro di un gruppo di insegnanti che sentivano e sentono una
profonda e motivata inquietudine rispetto alla proposta culturale della scuola italiana. Siamo una
scuola professionalizzante ma ci siamo accorti che non proponiamo ai giovani una proposta
concreta “di futuro”, di “opportunità”. Sul piano dei valori ognuno di noi cerca ovviamente di
trasmettere il meglio di sé ma poi l’economia che insegniamo è solo ed esclusivamente l’economia
della massimizzazione del profitto e dello sfruttamento dell’ambiente! Ci siamo guardati in faccia e
ci siamo accorti che ognuno di noi lavora invece in ambiti ed esperienze di economia alternativa,
microcredito, commercio equo e solidale, cooperazione internazionale, sostenibilità ambientale, ed
è stato entusiasmante pensare alla possibilità di portare a scuola le competenze e la passione che
ognuno di noi ha maturato per un nuovo paradigma economico.
Abbiamo perciò iniziato a sperimentare nuove modalità di insegnamento e apprendimento,
sia sul piano metodologico – con modalità attive e partecipative di didattica, ricerca e
apprendimento per progetti – sia sul piano dei contenuti, inserendo nell’offerta formativa
dell’Istituto uno specifico modulo formativo e attivo, centrato sulle economie socio solidali.
In tal senso esso va a specificare una delle linee direttrici del nostro Istituto, integrando il
Progetto “Per capire chi siamo – saperi di cittadinanza” con la proposta specifica di sviluppare
saperi e azioni di cittadinanza consapevole e responsabile nell’agire economico.
Sulla base dell’esperienza maturata nell’anno 2009 – 2010, con la sperimentazione in una
classe dell’istituto e la creazione di un gruppo di lavoro composto da docenti, genitori e realtà del
territorio come il Consorzio 100% italiano e reti solidali internazionali, il progetto ha iniziato a
costruire all’interno dell’Istituto un percorso formativo e attivo sulle economie e collaborazioni
socio solidali, che possa costruire nel tempo una competenza professionale riconosciuta nei seguenti
ambiti: responsabilità sociale d’impresa, economie socio solidali, cooperazione sociale, finanza
etica, sostenibilità ambientale.
Il progetto si sviluppa con una metodologia di co-progettazione che parte dal gruppo degli
insegnanti, coinvolge gli studenti secondo la logica dell’apprendimento per progetti, si articola con
le realtà che sul territorio operano in campo economico e sociale secondo il paradigma delle
economie socio solidali, per creare una interazione reale con l’agire economico solidale e
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responsabile. Hanno firmato una Convenzione ad hoc per gli interventi formativi e per gli stage
il Consorzio 100%italiano, Banca Etica, il Consorzio CO&SO, la Bottega ETICAMENTE di
Scandicci, la Cooperativa Villaggio dei Popoli, l’Associazione Solidarius italia, UNICOOP.
Accanto ai moduli formativi in classe, abbiamo ricevuto in classe esponenti e testimoni di
queste realtà dell’economia solidale e alla fine del percorso i ragazzi hanno svolto i loro stage di
fine anno (tre settimane a tempo pieno) nelle realtà che abbiamo citato.
I ragazzi delle nostre classi hanno iniziato a partecipare a questo progetto mostrando un
interesse notevole e inedito; ciò dovuto, crediamo, al coinvolgimento che hanno sentito e visto in
noi nel portare avanti contenuti e modalità nuove, e anche noi abbiamo iniziato a rivedere “brillare
gli occhi dei ragazzi” parlando di economia, lavoro, responsabilità sociale e ambientale.
Il buon esito di questa prima fase ha fatto sì che il Comune di Scandicci e la Provincia di
Firenze partecipino ora alla “cabina di regia” del progetto allo scopo di costituire, presso il nostro
Istituto, un Polo formativo e attivo sulle economie socio solidali, che dovrà essere il punto di forza
di un Piano territoriale per l’orientamento al lavoro e lo sviluppo di economie e collaborazioni
solidali, condiviso con il Comune di Scandicci e la Provincia di Firenze e altri portatori di interesse
oltre a quelli già coinvolti nel Polo di formazione.
Il progetto è guidato da una opzione culturale di fondo, quella della cittadinanza planetaria,
che chiede di interconnettere centri e periferie a livello micro e macro, partendo da esperienze e
soggetti concreti e viventi, creando e rafforzando relazioni di reciprocità per costruire reti di
cittadinanza planetaria, attiva, solidale, conviviale, che rendano visibile e concreto un nuovo
paradigma di convivenza basato sul vivere–bene, a prescindere dal luogo in cui nasciamo e viviamo,
sia esso centro o periferia.
Per questo il progetto si esplicita anche in una attività di cooperazione decentrata che si
collega con il Centro Culturale Escrava Anastacia di Florianpopolis1, Brasile.
Sono stato la prima volta a Florianopolis quattro anni fa, restando molto colpito da una
esperienza che nasce dalle persone dei quartieri della periferia per poi coinvolgere anche il centro
della città in una rete di progetti e di progetti in rete che concretamente costruiscono alternative di
lavoro per i ragazzi che altrimenti sono destinati ad essere manovalanza del narcotraffico.
(Video CCEA)
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Il Centro Culturale Escrava Anastacia è stato fondato nel 1994 ed opera da più di 10 anni per implementare i processi di
educazione popolare e l’inserimento nel mercato del lavoro dei giovani delle periferie di Florianopolis. Sono iscritti circa 2.500
giovani con età compresa tra i 16 ed i 24 anni, con basso reddito familiare e disoccupati, che non frequentano alcun istituto
scolastico.
Su un totale di 2.500, circa 600 giovani hanno intrapreso il cammino del cooperativismo e ricevono un accompagnamento
sistematico ed una formazione specifica attraverso l’ Incubatore Popolare di Cooperative (IPC -Incubadora Popular de
Cooperativas), che ha sede in un edificio ceduto dallo Stato di Santa Catarina. L’incubatore popolare di cooperative, come tutti
i progetti del Centro Culturale Esecrava Anastacia, rompe con la logica emergenziale del “progetto”. Il Centro Culturale
Esecrava Anastacia non è semplicemente una Organizzazione Non Governativa, ma una struttura di appoggio dei movimenti
sociali autorganizzati delle periferie urbane impoverite di Florianopolis. I soggetti coinvolti affermano la propria cittadinanza
attraverso la partecipazione politica concreta nell’elaborazione di un modello di sviluppo socialmente giusto e sostenibile, che
attraverso la lotta contro l’esclusione sociale contribuisce efficacemente alla costruzione di un sistema democratico
partecipativo, fondato su politiche di sviluppo dei soggetti socialmente esclusi.
Tra le cooperative realizzate con successo ci sono ”Frutos do Aroeira” (una fattoria in cui lavorano giovani impegnati in un
percorso alternativo al carcere), una Cooperativa di Manutenzione ed Installazione di Computer, una Cooperativa di
Costruzione di tavole da surf, una cooperativa di panificazione e catering, una cooperativa di estetica afro, una sartoria che
produce abbigliamento e accessori ispirati ad una linea sportiva legata al surf, e poi corsi professionalizzanti di paesaggismo e
giardinaggio, artigianato, falegnameria, meccanica auto e moto
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Per dare concretezza e continuità a questa dimensione internazionale del progetto, ho deciso
di prendere un periodo di aspettativa dal lavoro per svolgere un periodo di lavoro volontario nel
Centro Culturale Escrava Anastacia.
Ho vissuto da luglio a dicembre nel Morro di Montserrat, la favela più antica di
Florianopolis, che ha una popolazione per il 90% afrodiscendente. Il Morro di Montserrat, infatti, è
stato il primo quartiere nel quale i neri sono stati deportati dal centro della città. L’immersione in
quel mondo è stata un’ esperienza che ha cambiato radicalmente la mia percezione di che cosa è la
periferia. “Periferia, favela, Morro”, sono parole adesso piene e dense di un significato nuovo, non
sono legate più solamente alla povertà, all’ingiustizia, all’esclusione, al narcotraffico, alla violenza,
tutti aspetti che ho sperimentato e visto, ma questa città labirintica, che è divisa dal centro della
capitale da una strada che è un confine tra mondi diversi, per me adesso vuol dire anche “comunità
di base, cultura orale, relazioni improntate alla gratuità, religione afrobrasiliana, partecipazione
popolare alla politica”.
Sono felice di essere stato accolto dalla comunità di Montserrat entrando nei ritmi, nei
tempi, nella vita delle persone e ci sono potuto entrare grazie all’esperienza del camminare per le
strade, del perdersi e dell’essere guidato. Sono stati i giovani di periferia a guidarmi, ad insegnarmi
le strade e i modi per entrare in rapporto con loro.
Ovviamente questo ha voluto dire riformulare completamente le idee progettuali con le quali
ero arrivato in Brasile, imparando profondamente il metodo di lavoro e di vita dell’educazione
popolare: qui tutti imparano da tutti e soprattutto dalla vita. Ho lavorato soprattutto in due spazi,
l’incubatore di Cooperative e il Centro educativo di Palhoça.
Assieme ai ragazzi, agli educatori ed ai partners abbiamo riletto le esperienze fatte, il
tentativo di materializzare la speranza costruendo cooperative e imprese di economia solidale a
partire dai ragazzi di periferia. Una sfida grande, impegnativa, rivoluzionaria, che richiede a
ciascuno di diventare un militante e non solo un educatore o uno studente.
Ci siamo resi conto dei risultati e delle sconfitte e abbiamo costituito una équipe di lavoro
con la quale abbiamo cominciato a costruire un processo originale di incubazione di imprese
solidali.
Già esistono 6 cooperative gestite da giovani e negli spazi professionalizzanti passano più di
600 ragazzi l’anno, ragazzi di periferia estremamente motivati a costruirsi un futuro diverso. Le
sfide che abbiamo davanti sono entusiasmanti e impegnative:
Decostruire la subalternità;
Creare impresa a partire dai giovani;
Creare imprese solidali;
Creare un’alternativa economica (popolare e di base) in continuità con l’alternativa
socioeducativa.
In questo lavoro collettivo, il Centro Culturale si articola con il Forum Brasiliano
dell’Economia Solidale e con la Segreteria Nazionale dell’Economia Solidale, che i governi Lula
hanno creato all’interno del Ministero del Lavoro. Vediamo in queste slides alcune tappe
dell’economia solidale in Brasile.
Con questi partners istituzionali abbiamo firmato un protocollo che ho potuto portare in
Italia e presentare alla provincia di Firenze ed altri partners italiani per costruire sinergie e
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scambiarsi metodologie di lavoro, prospettive di scambio e sviluppo reciproco secondo i seguenti
obiettivi:
1.
Creazione di un Consorzio di Sviluppo di Imprese Solidali per la produzione,
vendita, consumo e servizi per l’Economia Solidale a Florianopolis;
2.
Creazione di uno spazio di distribuzione e vendita di prodotti del commercio equo e
solidale nel centro di Florianopolis, come punto di riferimento e diffusione per le
imprese socio solidali coinvolte nel progetto.
3.
Creare spazi e percorsi per esperienze di scambio educativo e professionale, in
Brasile e in Italia.
La proposta sta raccogliendo consensi e collaborazioni, constatiamo che è all’opera un
paradigma comune che vede nell’agire economico un rafforzamento della dignità della persona e la
conquista dei diritti effettivi di cittadinanza.
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