1 CONFERENZA SUL PARTITO – SINTESI DEI DOCUMENTI
Transcript
1 CONFERENZA SUL PARTITO – SINTESI DEI DOCUMENTI
CONFERENZA SUL PARTITO – SINTESI DEI DOCUMENTI CIRCOLO SAN DONA’ 1. Il PD e la democrazia Italiana .......................................................................................................... 2 1.1 Ambiente economico e sociale in cui ci inseriamo..................................................................... 2 1.2 Valori di riferimento ................................................................................................................... 2 1.3 Modernizzazione e sostenibilità .................................................................................................. 3 2. Organizzazione, Comunicazione e Formazione............................................................................... 6 1 1. Il PD e la democrazia Italiana 1.1 Ambiente economico e sociale in cui ci inseriamo Essenziale per riuscire a costruire un partito solido e che riesce ad interpretare i bisogni dei cittadini è la consapevolezza del contesto culturale e sociale in cui si inserisce. Ci troviamo in un contesto di instabilità, in cui c’è una continua nascita di movimenti e di azioni di indebolimento della politica. Il PD è nato come forza progressista, ma anche con l’ambizione di rappresentare la più grande forza politica Italiana, un polo attrattore che guarda alla realizzazione di una società giusta, che sa considerare le diverse realtà sociali esistenti e che vuole una società equa. La crisi che le economie occidentali stanno attraversando, la prepotente affermazione sui mercati internazionali delle nuove potenze economiche (Cina, Brasile, India), le rivoluzioni in atto nel mondo arabo e le persistenti diversità e povertà devono far assumere la consapevolezza che è necessario ricercare nuovi equilibri geopolitci e ridefinire il quadro dei valori a cui ispirarci sia nelle politiche internazionali che interne del nostro Paese. La situazione attuale evidenzia da un lato un modello di sviluppo che non è più in grado di dare risposte ai bisogni delle persone, dall’altro la necessità di ripensare ai processi di produzione e di redistribuzione di risorse e servizi. In questo ciascuno di noi è chiamato ad assumersi la responsabilità dell’azione politica, imprenditoriale, civile. A livello nazionale emerge l’inefficacia delle scelte politiche di governo e nel contempo si evidenzia una realtà imprenditoriale che, sempre meno in grado di reggere la competizione internazionale, si affida alla rendita finanziaria per mantenere i propri privilegi. A pagare il prezzo più salato sono, ancora una volta, i lavoratori dipendenti, i piccoli imprenditori autonomi, i giovani, le donne. 1.2 Valori di riferimento In questo nuovo tempo va ridefinita e comunicata la gerarchia dei valori che ogni forza sociale, politica o economica comunque professa. In una fase storica in cui alle porte dei paesi ricchi bussano, per ora, milioni di persone che chiedono cibo e lavoro, in cui vengono messi in discussione sicurezze sociali, diritti del lavoro, forme di espressione della democrazia, dovrà essere dato un nuovo contenuto ai concetti di Diritto e Libertà, coniugandoli con i valori di Equità, Trasparenza,Solidarietà, Sussidiarietà e Responsabilità. Innanzi tutto il Diritto va inteso come il quadro delle regole per l’esercizio armonioso delle funzioni statuali ed istituzionali, compreso il potere di rappresentanza popolare che non è assoluto ma deve soggiacere in generale alle norme costituzionali ed a tutte quelle che garantiscono il bilanciamento tra poteri ed istituzioni. Chi vince le elezioni non è il padrone dello Stato, delle Regioni o del Comune, ma deve rendere conto con costante trasparenza delle proprie scelte ancorché finalizzate a tutelare o favorire parti della società e non il suo complesso. La libertà non è l’esercizio del proprio interesse, individuale o di gruppo, ma sarà tale se all’individualismo o all’ingerenza di forme aggregative che possono coinvolgere anche le Istituzioni, si sostituirà il rispetto per i valori fondamentali della persona, quali il diritto ad una vita 2 dignitosa dall’inizio alla fine, al lavoro sia esso autonomo o dipendente, all’aggregazione ed alla rappresentanza, alla salute, al sostegno della famiglia ed alla crescita culturale. Perché equità: per garantire una giusta redistribuzione della ricchezza ed evitare forme di sfruttamento o precarizzazione strutturale, in particolare nel mondo del lavoro e della cura della salute. Atteggiamento ancor più importante in un momento di risorse scarse, dove i più deboli rischiano di essere privato delle minime condizioni di sussistenza per effetto di processi di accumulazione privi di ricaduta sociale. Perché equità sociale: non va considerata un onere da sostenere ma un fattore di sviluppo umano ed economico e di partecipazione autenticamente democratica. Il welfare è la garanzia di condizioni dignitose di vita e di attività per tutti i cittadini in particolare per le persone e le classi più vulnerabili. Non deve essere una forma di assistenzialismo, bensì un insieme di servizi sociali, sanitari e formativi. Perché trasparenza: per dimostrare che governare o amministrare i soldi e la fiducia dei cittadini finalizzato all’unico scopo del bene comune scevri dal volersi appropriare di importanti fette dell’economia per interessi di parte o di partito. La politica dovrà tornare al nobile esercizio di interpretare i bisogni e le aspirazioni della comunità in uno spirito di volontariato e non come comitato d’affari che protegge i forti a scapito dei deboli. Perché solidarietà: per dar vita ad entità sociali coese dove ci si lasci guidare dallo spirito di accoglienza in un contesto di rigore e partecipazione. Perché sussidiarietà: per dare sempre più spazio alla persona, al cittadino. Perché responsabilità: per far sì che ognuno si senta responsabile e partecipe di quanto gli accade attorno e operi non solo per il bene individuale, ma anche per il bene comune. Realizzando questi principi si potrà conseguire un vero federalismo equo e solidale. 1.3 Modernizzazione e sostenibilità Centrale secondo noi è comunicare soluzioni che partano dal principio di sostenibilità (infrastrutture, ambiente, welfare) e modernizzazione e mantenendo al centro il concetto di sicurezza sociale e centralità della persona indicare soluzioni applicabili rispetto al contesto di riferimento e che vedano come perno il ruolo dell’Ente locale. La attuale situazione dell’Italia, in un contesto di pesante crisi mondiale dell’economia richiede un forte slancio verso soluzioni organizzative snelle che permettano a tutte le forze che costituiscono lo Stato nella sua organizzazione nel territorio di poter contribuire responsabilmente al raggiungimento del miglior risultato di qualità della vita dei propri cittadini e, nello stesso tempo, di garantire che tutti i soggetti possano partecipare attivamente alla vita sociale. Il sistema attuale mostra da tempo tutti i suoi limiti per cui risulta indispensabile procedere alla introduzione di riforme, possibilmente condivise, nel rispetto e valorizzazione dei principi di una corretta democrazia rappresentativa. 1) Il Federalismo dell’attuale Governo La soluzione proposta dall’attuale Governo si basa su una forma di Federalismo che, sulla base di un centralismo di Stato, che si fa forte delle regole comunitarie del Patto di stabilità, impone vincoli strettissimi alle autonomie locali, stenta a riconosce le buone pratiche (non distingue fra le 3 organizzazioni virtuose e quelle dimostratesi inefficienti) e limita le disponibilità economiche in particolare ai Comuni che si vedono tolta in questo modo la possibilità di intervenire anche solo sulle immediate necessità dei cittadini. Viene meno con questo il principio fondamentale della sussidiarietà ribadito dalla Costituzione. Molte semplici analisi dimostrano numeri alla mano l’inadeguatezza di questo sistema, fermo restando il principio della copertura dei bilancio e del non indebitamento dei livelli di governo territoriali. A fronte di questa situazione, tentativi più che patetici di riorganizzare il territorio (eliminare i Comuni al di sotto dei 1000 residenti, riduzione del numero delle Province) dimostrano ancora una volta la mancanza di volontà di impostare un nuovo modello che puntualizzi ruoli e responsabilità ridistribuendole sul territorio nazionale ed associandole ai luoghi ed alle strutture che meglio possono interpretarle. 2) Un Federalismo reale Un Federalismo reale è quello che assegna un ruolo vero alle strutture locali; il Comune, coordinato dalla Regione, che risulta quindi l’interlocutore dello Stato, è il luogo deputato a rendere operativi gli indirizzi dello Stato. In questo modello la Provincia, della quale la Costituzione prevedeva la soppressione con la nascita delle Regioni, non trova più motivo di esistere a condizione di un ridimensionamento del numero dei comuni. Questo modello richiede una modalità di confronto fra Comuni e Regione. E’ per questo che alcune Regioni, riproducendo in una qualche forma il Patto di stabilità comunitario, hanno definito e reso operativo il cosiddetto “Patto di stabilità territoriale”. E’ un salto di qualità politica, tecnica e di responsabilità delle istituzioni, che fa prevalere un’idea autentica di federalismo, permettendo al sistema istituzionale regionale, e in particolare ai Comuni, di contare su risorse finanziarie aggiuntive e di poter meglio coordinare e governare i flussi di spesa pubblica. A tutto vantaggio dei cittadini e delle imprese della Regione. Il nuovo patto di stabilità territoriale punta a salvaguardare la qualità dei servizi, permettendo a Regione ed Enti locali di realizzare un programma di investimenti strategici adeguato e di poter disporre della flessibilità necessaria, grazie ad obiettivi definiti annualmente, rispetto alle esigenze e alle emergenze individuate. Il rispetto del patto di stabilità sarà garantito unitariamente a livello regionale: la Regione si porrà, nei confronti dello Stato, quale unico interlocutore istituzionale per tutto il territorio e unico responsabile della corretta applicazione delle regole. La legge prevede un nuovo sistema di governo della finanza pubblica territoriale per riequilibrare il livello di indebitamento per tutti gli Enti locali e definire gli interventi prioritari. Viene così delineato un nuovo sistema di relazioni, con la previsione di un unico obiettivo regionale, di misure di controllo dell’indebitamento e di rilancio degli investimenti. Attraverso una chiara concertazione col sistema degli Enti locali, ed adottando un provvedimento di questa natura, basato sulla piena assunzione di responsabilità per la stabilità finanziaria, si va verso un federalismo solidale, un federalismo della responsabilità, che richiede un lavoro comune di grande consapevolezza politica anche attraverso il consenso di sindacati ed imprenditori. Il “Patto di stabilità territoriale” prevede inoltre la possibilità per la Regione di cedere quote del proprio obiettivo programmatico a favore degli Enti locali del proprio territorio, in particolare i Comuni, al fine di consentire ulteriori pagamenti rispetto a quelli consentiti dalla disciplina nazionale. L’approccio è di grande importanza e utilità, soprattutto in questo momento, perché rende possibili gli investimenti e il pagamento delle opere pubbliche, fungendo da volano per l’economia e l’occupazione, liberando risorse altrimenti congelate. 4 3) Il ruolo del Comune e l’innovazione tecnologica e della società Il Comune è il nucleo di base del territorio italiano, costituitosi quasi naturalmente anche molti secoli fa sotto un unico campanile, ovviamente nel contesto sociale e di strumenti di gestione delle varie epoche, assumendo spesso una visione “campanilistica” che non può più trovare spazio nella realtà attuale. I sistemi di comunicazione, l’innovazione tecnologica che riduce i tempi dello scambio di informazione e di elaborazione dei dati, permettono una gestione su ambiti estesi offrendo anche opportunità di economie di scala per il miglioramento dell’efficienza (costi) ed efficacia (qualità dei risultati) dei processi. E’ necessario quindi promuovere, attraverso riforme che ne indirizzino le strategie, l’unione dei Comuni tanto da costituire unità di un certo peso nella gestione del territorio governato. Non è determinabile a priori una dimensione ottimale, determinata anche dalle caratteristiche e particolarità del territorio, ma va privilegiata quella dimensione che valorizza l’omogeneità sociale ed economica piuttosto che le specificità, che dovranno essere comunque rispettate. 4) La riforma elettorale e delle rappresentanze nel territorio Tutto o quasi l’attuale Sistema elettorale e delle rappresentanze democratiche nel territorio richiede un ammodernamento, affinché le scelte dei cittadini siano più dirette. In questo contesto che apre ad una amplissima tematica collegabile ai costi della politica e della sua efficacia, trova comunque un riconoscimento il valore delle modalità di scelta del Sindaco nei Comuni oltre i 15000 abitanti che risulta, fra le recenti innovazioni, quella che ha riscosso maggior successo. Non va sottaciuto, peraltro, che anche il ruolo del consiglio comunale debba essere riconsiderato. 5) La riforma dei pubblici servizi e le privatizzazioni Il Partito Democratico è contro la privatizzazione forzata, ma non contro le gare e la liberalizzazione dei servizi pubblici locali; l’introduzione del privato nella gestione potrebbe senz’altro produrre un effetto di stimolo al confronto (non pura concorrenza), purchè venga stabilito un sistema di controllo dei risultati in termini di qualità dei servizi resi al cittadino. Più ampliamente, oltre ai servizi pubblici locali, altre liberalizzazioni potrebbero essere rese operative in breve tempo: ordini professionali, farmaci, filiera petrolifera, RC auto, portabilità dei conti correnti, dei mutui e dei servizi bancari, separazione SNAM rete gas. Va detto, comunque, che alcune funzioni dovrebbero rimanere a carico dello stato; in particolare sanità, istruzione, previdenza, grandi infrastrutture e reti di interesse collettivo. 6) L’evasione fiscale Non è il caso di affrontare in queste brevi note il più grosso problema che affligge l’Italia; sappiamo tutti che il suo valore assomma a parecchie manovre finanziarie degli ultimi tempi. Sappiamo che argomenti (insufficienti) come ad esempio la mancanza di controlli, l’inasprimento delle pene, la riduzione del carico fiscale (soprattutto per le imprese), l’aumento delle detrazioni non sembrano da sole garantire un risultato efficace per il recupero degli importi dovuti. Tentativi tipo introduzione di minimum tax, studi di settore, un nuovo redditometro non sembrano poter garantire i risultati attesi. In tutto questo una riforma che assegni ai Comuni il compito (locale) di intervenire sull’evasione proprio in virtù della conoscenza del proprio territorio potrebbe trovare spazio proprio nel contesto di un nuovo Federalismo. La pubblicazione dei contributi con i quali i cittadini corrispondono economicamente alla vita collettiva è una misura necessaria e non più procrastinabile. D’altra parte riteniamo necessario esaminare l’ipotesi di introdurre la progressiva detraibilità di tutte le principali spese sostenute per tutte le tipologie di contribuenti. 5 2. Organizzazione, Comunicazione e Formazione L'obiettivo di migliorare il PD in tema di vita associativa interna, di organizzazione e di immagine esterna è tra i più importanti che ci siamo posti e quello in cui dobbiamo raggiungere livelli di efficienza migliori. Si è sempre detto che elaborare idee, programmi, proposte e non avere la capacità di farle conoscere e farle vivere dai nostri iscritti, simpatizzanti e in più in generale concittadini è il problema più rilevante e con ricadute negative più immediate. I punti qualificanti della comunicazione sono: il sito internet, la newsletter periodica, la presenza sulle bacheche, la produzione di volantini tematici sono i punti di partenza per realizzare anche ulteriori presenze sul territorio. A queste si possono aggiungere la definizione di un editoriale periodico, presenze nelle radio e nelle televisioni locali al fine di definire chiaramente la posizione del PD in modo che possano emergere concetti di responsabilità sociale, modernizzazione e sviluppo del nostro paese e insieme evidenzino le contraddizioni del centrodestra nelle sue linee politiche. In un clima di antipolitica come quello che stiamo vivendo un elemento importante è la comunicazione delle attività fatte dai nostri rappresentanti, dei risultati ottenuti e della gestione economica – il fatto che i nostri parlamentari, per esempio versino una quota del loro stipendio al partito. Un aspetto rilevante della comunicazione è quella interna perché abbiamo riscontrato che spesso i nostri ( o quelli che dovrebbero essere le persone più vicine) non riescono a conoscere l'attività svolta dalla segreteria, dal direttivo o dal gruppo consigliare, dai parlamentari e dai diversi organismi di Partito ai vari livelli. Questo provoca evidenti problemi di scollamento e di confusione. La comunicazione interna è strettamente legata a problematiche organizzative. Su questo versante si è cercato di affrontare concretamente sia all' interno del circolo, che all'esterno (organizzazione territoriale), aspetti che non fossero solamente funzionali alla soluzione del problema ma che avessero anche al loro interno valenza di partecipazione. Organizzazione è partecipazione. È confermato che nel Pd le decisioni sono affidate agli iscritti e ai loro organi rappresentativi ma ugualmente va continuato il confronto nella società e con le sue forme organizzate, cercando il massimo coinvolgimento su temi specifici. Va rafforzato il processo di comunicazione interno che rafforzi da una parte il principio federalista del Partito Democratico e dall’altra l’unità e la sinergia della linea politica dall’alto al basso e dal basso all’alto. Questo comporta una presenza costante dei rappresentanti (sia rappresentanti nelle istituzioni che negli organi di partito) negli organismi politici della base (direttivi di circolo). E’ necessario stabilire un dialogo con i movimenti espressione di realtà non politicizzate, organizzate per affrontare tematiche specifiche o solamente per esprimere diffuse critiche al sistema dei partiti che con fatica affronta problematiche relative al proprio "smagrimento" e a confrontarsi con la società. Per quanto riguarda le primarie, la definizione avvenuta a livello nazionale ci soddisfa mantenendone l'utilizzo per la scelta delle candidature istituzionali a livello di coalizione. Nei mesi scorsi è stato dato avvio ad un gruppo con funzioni prettamente organizzative, a cui hanno fatto capo, con buoni risultati, l'organizzazione di eventi. Nel prossimo futuro dovrà essere affrontata con serietà la questione operativa del gruppo, a cui non possono essere attribuite da sole le funzioni dell'intero impianto organizzativo. Dovrà essere trovata la modalità del coinvolgimento più ampio degli iscritti ed in primis dei componenti degli organi rappresentativi. Centro del modello organizzativo del partito è la realtà ormai consolidata dei gruppi di lavoro che consente di lavorare in rete e continua sinergia, rafforzando il partito e offrendo soluzioni complete, concrete e applicabili. La costruzione di gruppi di lavoro ha permesso a numerosi iscritti e simpatizzanti di partecipare alle elaborazioni che sono state successivamente analizzate ed assunte come proprie dal gruppo dirigente. In futuro dovrà essere completato lo scenario di problematiche politiche affrontate nei gruppi di lavoro e migliorato il rapporto tra gruppi stessi e organi rappresentativi. I gruppi di lavoro dovranno privilegiare anche gli incontri con le associazioni di 6 categoria per dimostrare che siamo un partito che sa ascoltare, che partendo dalla propria identità sa essere attento ai portatori di interesse. In questa attività dovrà essere coinvolto anche il gruppo consigliare che, migliorando la frequenza e la qualità dei rapporti sappia definire sempre più concretamente i propri obiettivi politici e amministrativi. Ugualmente importante che il partito insieme agli amministratori incontri periodicamente i cittadini nei loro quartieri e nelle loro frazioni e che individui delle “antenne territoriali” che mantengano un filo diretto tra Partito e le diverse zone della città e le realtà associative. In un momento di sociale come quello che stiamo vivendo maggiore evidenza dovrebbe essere data alle politiche per le donne e per i giovani. Importanti sono i passi fatti dal PD, ma secondo noi andrebbero comunicate maggiormente le proposte. Secondo noi dovremmo provare ad essere attori nel mettere in rete le diverse realtà giovanili e femminili e confrontarci con quelle realtà che hanno individuato delle soluzioni innovative in questo campo. Per fare questo si possono fare i classici incontri, ma anche provare a capire quali siano le necessità esistenti attraverso dei sondaggi (vedi questionario donne allegato). Importante sarebbe avviare dei percorsi di formazione territoriale in cui si prende consapevolezza dei ruoli e del funzionamento delle realtà istituzionali esistenti (parte didattica) e alla fine si creino dei laboratori per studiare delle proposte e delle visite nei di versi luoghi (Consiglio Comunale, Provinciale, regionale, Parlamento Italiano ed Europeo). Altrettanto rilevante sarebbe una maggiore conoscenza della realtà Europea, delle opportunità che questa potrebbe offrire e del ruolo dei Parlamentari Europei. Anche il nostro Partito su questo dovrebbe dare dei segnali di maggiore concretezza, magari dedicando spazi di comunicazione e formazione precisi. Infine sarebbe necessario avviare dei percorsi stabili di presenza dei nostri rappresentanti presso i circoli. Come circolo abbiamo avviato dei percorsi di consultazione all’interno del Direttivo che implicano all’inizio dello studio di soluzione operative un incontro con dei nostri esponenti per capire le potenzialità e la fattibilità delle idee e per rafforzare il concetti di democrazia interna al partito. Vanno rafforzati, infatti, i percorsi di consultazione della base per le diverse scelte sia in termini di contenuti, che di incarichi. Le primarie sono uno strumento utile solo se parte da nostro interno un percorso di consultazione e votazione per le diverse scelte. 7