dizionario pratico di ortodonzia tecnica
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dizionario pratico di ortodonzia tecnica
UGO COMPARELLI DIZIONARIO PRATICO DI ORTODONZIA TECNICA Edizioni Futura 1 Prefazione Il Dizionario Pratico di Ortodonzia Tecnica nasce da una pura esigenza professionale: disporre di una guida completa che permetta di reperire in modo organico e veloce le definizioni e le modalità di realizzazione dei principali manufatti ortodontici, con l’indicazione delle relative fonti bibliografiche. Considerata la vastità e la complessità della materia, la stesura della I Edizione del Dizionario è risultata alquanto lunga ed articolata. Eventuali lacune, quindi, del tutto casuali e non intenzionali, saranno colmate nelle successive edizioni, grazie anche alla collaborazione di chi vorrà sottoporle alla mia attenzione. Il mio augurio è che questo manuale diventi un valido supporto per tutti coloro che lo consulteranno e concludo questa breve dissertazione, esprimendo la mia più profonda gratitudine verso coloro che hanno proficuamente contribuito alla sua realizzazione, colleghi, odontoiatri, Autori, che con il loro aiuto hanno dimostrato nei miei riguardi una profonda ed in aspettata amicizia. “La maggior parte del sapere umano è depositato nei documenti e nei libri, memorie in carta dell’ umanità”. A. Shopenhauer (1788-1860) 2 Per ricercare velocemente il termine interessato esegui questa procedura: clicca su: 1. Modifica 2. Trova 3. Digita il termine 4. clicca su Trova successivo BUONA CONSULTAZIONE ABBASSATORI Apparecchi “mobilizzatori” che esplicano la propria azione mediante opportuni pesi. ABBRACCIO Porzione della protesi molto aderente alla corona del dente, posizionata al di sopra delle zone di sottosquadro. La sua funzione è quella di evitare che la protesi si “muova” lateralmente. ABITUDINI Viziate Con tale termine si distinguono quegli atteggiamenti nocivi alla stabilità dell’occlusione dentale, (Es. suzione del dito) con compromissione dei distretti scheletrici e muscolari. ACCIAIO Inossidabile Lega a base di cromo, nichel e ferro, particolarmente resistente alla corrosione. AcCO Acronimo di placca rimovibile di Cetlin (Placca) AcCo Modificata Si tratta di un apparecchio rimovibile superiore nato da una modifica della famosa placca di Cetlin. BIBLIOGRAFIA: S. Colli - G. Carnevale Miacca - C. Minghini, Placca AcCO modificata, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.52. ACQUALIZER Apparecchio preformato rimovibile applicato in soggetti disfunzionali con problemi all’A.T.M. A. C. R. Acronimo di apparecchiatura Cranio - Mandibolare Rimodellabile. Si tratta di un dispositivo rimovibile bi - mascellare ad azione ortopedica, impiegato per il riposizionamento della mandibola. 3 BIBLIOGRAFIA: J.H. Ahlin, Applicazioni tecniche e pratiche di una apparecchiatura craniomandibolare rimodellabile, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 1. A. D. A (Attivatore Distalizzante Asimmetrico) Apparecchio rimovibile superiore ad azione meccanica utilizzato per la distalizzazione mono laterale degli elementi latero - posteriori. L’A. D. A., ideato dall’odontotecnico Flavio Vitali, è composto da: - ganci di ritenzione; - arco vestibolare semplice - piani rialzati abbinati a guide in resina; - ed infine, dal sistema telescopico fornito di molla utile alla distalizzazione del molare. BIBLIOGRAFIA: F. Vitali, Placca distalizzante mono - laterale. Rivista Italiana degli odontotecnici, Dental Press, Anno 1988, N. 2. (Gancio di) ADAMS Gancio presentato da P. Adams nel 1950 durante una conferenza a Liverpool. La sua ideazione nasce da una modifica del gancio Schwarz e la sua validità è da sempre riconosciuta ed apprezzata ovunque tanto da divenire il sistema ritentivo ortodontico per antonomasia Il suo larghissimo utilizzo è dovuto non solo all’ottimo sfruttamento delle zone di sottosquadro mesio - vestibolare e disto - vestibolare, ma anche alla semplicità di costruzione e versatilità di applicazione: è possibile, infatti, confezionarlo su quasi tutti i denti, dal molare al premolare, dal molaretto da latte al canino. Inoltre, fattore non trascurabile, al gancio è possibile apportare piccole modifiche mirate a migliorarne la ritenzione. Costruzione Per la sua costruzione, l’Autore consiglia di adoperare un filo in acciaio con diametro di 0,7 mm privo di curvature, per evitare l’insorgere di fastidiose tensioni durante e dopo il confezionamento. Preparazione dei denti pilastro Dopo aver ripulito con cura il modello di lavoro da eventuali bolle e stirature dovute alla presa delle impronte, è necessario asportare con una Le Cron i triangoli interdentali gengivali mesio e disto - vestibolari. Tale operazione è indispensabile per valorizzare ancor di più le zone di sottosquadro Realizzazione del ponte e degli speroni In primis, si misura la distanza che intercorre tra le pareti distale e mesiale del dente trasferendola sul filo precedentemente preparato. A questo punto, facendo riferimento a tali dati, si realizzano il ponte e gli speroni rispettando la seguente procedura: 4 - con una pinza a becco d’uccello si eseguono, nei punti ricercati, due angoli un pò più acuti di 90°; - successivamente, con la stessa pinza si effettuano due pieghe a forma di “U” chiuse in prossimità del ponte realizzando così gli speroni ( la grandezza di questi ultimi è direttamente proporzionale all’altezza del dente in modo da posizionare il ponte al centro della corona ); - infine, si conclude questa fase posizionando gli speroni, resi convergenti, nelle “nicchie” precedentemente preparate sul modello. Modellazione dei gambi e delle ritenzioni L’operazione successiva prevede la modellazione dei due gambi negli spazi interdentali presenti tra gli elementi contigui al dente, sede del gancio. Relativamente semplice, questa fase non è da trascurare; è necessario infatti che l’Adams non interferisca a livello occlusale con l’antagonista. Inoltre, per evitare un indebolimento eccessivo del filo, è importante che l’odontotecnico operi con estrema cautela ed attenzione. BIBLIOGRAFIA: 1) C.P. Adams, Ideazioni e costruzioni di apparecchi ortodontici rimovibili, Pavia, Ed. Cortina, 1958. 2) F. Brandies - N.F. Sthal, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, Anno 1993. (Doppio gancio di) ADAMS Elemento di tenuta caratterizzato dalla presenza di due ganci di Adams solidarizzati da una brasatura. Questo gancio è impiegato per sfruttare al meglio le superfici ritentive dei diatorici, garantendo così un’ottima stabilizzazione al presidio mobile. (Gancio di) ADAMS con Avvolgimento Vestibolare La sua costruzione è similare alla procedura utilizzata per il gancio di Adams originale; si differenzia da essa per la modellazione del ponte a forma di spira. Questa variante si rivela efficace quando lo specialista intende applicare l’arco extra - orale usando il presidio mobile come ancoraggio. (Gancio di) ADAMS con Uncino Vestibolare L’aggiunta dell’uncino vestibolarmente al gancio di Adams consente al clinico di applicare di elastici utili per coadiuvare l’azione del presidio rimovibile. (Gancio di) ADAMS con Unico Sperone Questo gancio, così come si evince dal nome, si differenzia dal tradizionale per l’assenza di uno sperone. Esso è utilizzato quando si è costretti a realizzare il gancio su un dente poco erotto da un lato, sia esso mesiale o distale ( Es. ultimo molare inferiore ). In questi casi, infatti, la presenza della gengiva provoca uno scalzamento del gancio con relativa perdita di stabilità del dispositivo ortodontico. 5 ADESIONE E’ la forza molecolare scaturita tra particelle di due corpi diversi messi a contatto. A. d. R. (Attivatore di Retrazione). Placca superiore composta da ganci di Adams, arco di retrazione inferiore ed elemento attivo per l’espansione trasversale. Il suo impiego è indicato in pazienti piccoli affetti da III Classe. BIBLIOGRAFIA: L. Franchi - T. Braccetti, L’attivatore di retrazione nella correzione precoce della malocclusione diIII Classe, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 46. ADVANCEMENT Jet Nasce da una modifica del Distal jet e si caratterizza principalmente per il differente ancoraggio. Nell’Advacement Jet, infatti, la controspinta è indirizzata sulla superficie linguale dei denti anteriori. Tale azione permette una vestibolarizzazione di questi ultimi accompagnata dalla distalizzazione, più contenuta, dei molari. BIBLIOGRAFIA: A. Carano - M Testa, Catalogo Jet Family, Ed. Micerium, Anno 1999. AFASIA Perdita dell’uso del linguaggio. AFFOLLAMENTO Disallineamento dentale dovuto, il più delle volte, al rapporto incongruo dei denti con le ossa basali delle due arcate. (Protesi) AFISIOLOGICA Tipo di protesi in cui i carichi masticatori vengono trasferiti solo sulla cresta edentula ( Es. protesi mobile totale ). AGENESIA Anomalia congenita rappresentata dalla mancanza di alcuni elementi dentari. BIBLIOGRAFIA: A. Zanardi - L. Italiani Rossetti - F. Murari - J. Giordanetto, Le agenesie dentarie, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1993, N. 2. A. I. A. (Arco ausiliario Intrudente Anteriore). Dispositivo in filo completo di elici posteriori, utili per intrudere i settori dentali anteriori superiori ed inferiori. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). A.J.O. and D.O. ( Rivista ) Acronimo di American Journal of Orthodontics and Dentofacial Orthopedic 6 ALA in Resina Si tratta di un elemento di tenuta singolare in quanto la sua funzione ritentiva è garantita solo dalla resina presente nelle zone buccale e vestibolare dei diatorici. Il filo utilizzato per la sua costruzione ha un diametro di 0,8 mm. ed il suo scopo è quello di supportare l’acrilico, limitando così le eventuali rotture dello stesso. Il suo impiego è indicato in fase di permuta poiché è possibile, con una semplice ribasatura, ristabilizzare il presidio terapeutico. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. ALESS Apparecchio per trazione extra - orale completo di rialzo anteriore, schermi vestibolari e piano inclinato. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, 1985. ALGINATO Materiale per impronta più utilizzato in ambito ortodontico. A. L. S. (Attivatore Leggero Semi – Rigido) Dispositivo ad azione miofunzionale, tipo Bionator, caratterizzato sia dalla presenza di resina morbida sulle superfici occlusali sia dalla separazione mediana del corpo in resina. L’attivatore semirigido è composto da: - molla di Coffin; - arco vestibolare; - arco di supporto inferiore; - ed infine molle linguali realizzate sulle superfici interne degli incisivi inferiori. BIBLIOGRAFIA: A. Melacini – L. Malinverni, Costruzione dell’attivatore leggero semirigido ad espansione bi - mascellare A. L. S., Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1996, N.5 ALTIMETRO Strumento utilizzato per ricercare sul dente la corretta posizione degli attacchi. PROCESSO Alveolare Esso Permette il sostegno dei denti e delle arcate dentarie all’osso basale. AMANTOBLASTI Sono le cellule che formano lo smalto. AMILASI Vedere MASTICAZIONE (Gancio di) AMORIC La peculiarità di tale gancio è “l’invisibilità”. Esso è costruito, infatti, sulla parete buccale del dente, appena al di sotto del 7 picco della giuntura gengivale, ed è uno dei pochi sistemi ritentivi che sfrutta tale sottosquadro. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. (Disgiuntore di) AMORIC Espansore rapido solidarizzato e cementato tramite rialzi laterali in acrilico. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed.Martina, Bologna, Anno 1994. ANALISI dei Sottosquadri L’analisi dei denti per la ricerca dei sottosquadri, indispensabili per la realizzazione dei ganci, è un operazione necessaria e al contempo interessante. Tutti i denti, malgrado siano tra loro anatomicamente molto diversi, sono caratterizzati dalle stesse superfici ritentive: - quelle presenti sulle facce vestibolare e distale; - quelle localizzate sulle pareti mesiale e distale. Le prime due si trovano proprio al di sopra del picco della giuntura gengivale del dente e per questo sono utilizzabili solo quando il dente è ben erotto (fattore negativo per la costruzione del gancio). Le ultime, invece, sono localizzate in prossimità dei punti di contatto e si presentano più estese delle precedenti, risultando così utilizzabili anche quando il dente non è ancora completamente erotto (fattore positivo per la costruzione del gancio). ANALISI di Studio Rappresenta l’insieme delle indagini necessarie per impostare correttamente il trattamento terapeutico. ANALISI Occlusale E’ l’insieme degli esami funzionali riguardanti l’occlusione. ANARTRIA Difficoltà nell’articolare le parole dandone un senso compiuto. (Arco vestibolare) ANATOMICO Questo arco, per la sua particolare conformazione, è applicato alle placche di contenzione. Esso permette, infatti, un buon controllo vestibolare dei denti e allorquando ce ne fosse bisogno, grazie all’ansa rovesciata, anche la linguo - inclinazione dei canini. Per la sua costruzione si consiglia un filo di diametro di 0,6 - 0,7 mm. da modellarsi anatomicamente a metà altezza delle corone degli elementi interessati. 8 ANCHILOSI Coesione patologica tra elemento dentario ed alveolo provocante la mancata eruzione del dente. ANCORAGGIO Resistenza a un movimento dentale indesiderato. BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano, Anno 1995. ANCORAGGIO Extra - Coronale Sinonimo di gancio di ritenzione. (Attivatore di) ANDRESEN Antesignano dei dispositivi ortopedici funzionali. L’attivatore di Andresen è un monoblocco di resina acrilica con arco vestibolare interessante entrambe le arcate che, realizzato secondo il morso di costruzione rilevato dallo specialista con la mandibola in protrusione, obbliga quest’ultima in una posizione avanzata, con conseguente correzione della II Classe scheletrica. BIBLIOGRAFIA: 1) V. Andresen - K. Haupl, Ortopedia funzionale dei mascellari, Milano; Società Ed. Libraria, 1950. 2) M. Biondi, L’Andresen: punti chiave della filosofia e della tecnica, Schede di aggiornamento S.I.D.O., 1994 –1995. (Classificazione di) ANDREWS Il Dr. Andrews, americano, ha il merito di aver approfondito dettagliatamente la normo - occlusione secondo il Dr. Angle. La sua classificazione comprende sei chiavi di occlusione: - a) 1° Chiave, “Rapporto intermolare”: alla classificazione di Angle, Andrews specifica che per ottenere la massima intercuspidazione ideale è necessario che la cuspide mesio - vestibolare del secondo molare inferiore sia in contatto con la cuspide disto - vestibolare del primo molare superiore; - b) 2° Chiave, “Angolazione delle corone”: l’Autore indica quale angolazione in senso mesio - distale, devono avere le singole corone rispetto al mascellare superiore; - c) 3° Chiave, “Torsione delle corone”: Andrews precisa il grado di torsione in senso vestibolo - orale che le singole corone devono avere; - d) 4° Chiave, “Rotazione delle corone”: si sottolinea che i denti in normo - occlusione non devono presentare rotazioni, eccezion fatta per i molari; - e) 5° Chiave, “Punti di contatto”: l’occlusione ideale deve essere caratterizzata da punti di contatto molto serrati, al fine di evitare rotazioni indesiderate; 9 - f) 6° Chiave, “Curve di Wilson e Spee”: entrambe devono essere poco accentuate. BIBLIOGRAFIA: L.F. Andrews, Le sei chiavi dell’occlusione normale, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Volume 5, Anno 1996, N. 4. ANELASTICO Termine riferito a materiale non elastico. ANGELL (Autore storico) Uno dei primi clinici ad utilizzare un diastasatore della sutura palatina. ANODONZIA Patologia congenita caratterizzata dall’assenza di tutti gli elementi dentari. ANSA Per ansa s’intende qualsiasi piega curvilinea che viene realizzata sul filo per conferirne più elasticità. ANTIFLUX Materiale che, grazie alle sue caratteristiche anti fondenti, evita l’adesione del saldame nelle zone non interessate dalla brasatura. (Dispositivo) ANTI - Pollice Apparecchio fisso superiore ideato per contrastare l’abitudine viziata del succhiamento. BIBLIOGRAFIA: F. Tricoli, Il dispositivo anti - pollice, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 54. (Dispositivi) ANTI - Succhiamento Tutti questi apparecchi, seppur diversi strutturalmente, sono identici nella funzione: impediscono meccanicamente la suzione del dito o di elementi esterni. Necessariamente fissi, l’azione di tali apparecchi ha il suo epicentro soprattutto nella zona anteriore del palato, sì da eliminare il contatto del dito con la mucosa palatale. In tal modo essi dovrebbero far scemare di gran lunga il piacere tattile tanto ricercato e quindi agire sulla psiche del paziente. BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del Tronto (Ap), Ed. Futura, Anno 1998. (Modello da museo) ANTROPROMETRICO Sono modelli da studio nei quali la linea mediana corrisponde realmente a quella della faccia e del capo del paziente. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaloni - A. Pantaloni - S. Pantaleoni, Modello da museo antroprometrico, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1996, N.1. 10 (Molla) APERTA Si tratta di un accessorio elastico che, utilizzato per l’apertura di spazi, favorisce l’estrusione dei denti non erotti. APNEA Notturna Disturbo frequente nei russatori caratterizzato da frequenti arresti della respirazione. BIBLIOGRAFIA: A. Levrini, Dispositivi intraorali nella terapia del russamento cronico e dell’apnea notturna ostruttiva, Ortodonzia Tecnica, (Rivista Or Tec), Anno 1998, N. 1. APPARECCHIATURA Sinonimo di apparecchio ortodontico. APPENDICI Vestibolari Accessori che, inseriti o saldati all’apparecchiatura fissa, consentono l’applicazione di trazioni intra o extra-orali. APPOGGI Occlusali Indicati per dispositivi applicati all’arcata mandibolare allo scopo di evitare l’affossamento, gli appoggi occlusali si rivelano degli ottimi supporti anche per le placche superiori. Per la loro costruzione si usa un filo con diametro di 0,9 - 1 mm. modellato in modo che non interferiscano con l’antagonista. La parte terminale dell’appoggio, che sarà inserita nell’acrilico, deve discostare dalla gengiva per non ostacolare l’inserimento dell’apparecchio. (Protesi ad) APPOGGIO Dentale Tipo di protesi nel quale il carico masticatorio è supportato dai denti e, quindi, dal parodonto. (Protesi ad) APPOGGIO Gengivale Tipo di protesi ove il carico masticatorio è sopportato dalla gengiva, dal palato o dalla superficie linguale. (Protesi ad) APPOGGIO Misto Tipo di protesi in cui il carico masticatorio è trasmesso sia ai denti che alla gengiva. APRIBOCCA a Pinza Apparecchio “mobilizzatore” ad azione passiva. BIBLIOGRAFIA: M. Melegari - M. Balanini, Le protesi maxillo - facciali: gli apparecchi mobilizzatori. 1° Parte, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 2. ARGENTATURA Tecnica utilizzata per realizzare modelli di colore metallico, grazie alla quale è possibile evidenziare anche i più piccoli dettagli anatomici. 11 (Dispositivi di) ARNDT Apparecchi fissi superiori realizzati con fili a memoria nichel – titanio. ARRAMPICALINGUA Masticante Elastico Apparecchio inferiore con rialzi laterali masticanti realizzati con materiale elastico. BIBLIOGRAFIA: A. Levrini, Controllo della dimensione verticale con l’arrampicalingua masticante elastico nella terapia delle III Classi scheletriche, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1997, N. 5. A. R. S. (Air Rotor Stripping) Tecnica di esecuzione dello stripping mediante opportune frese. BIBLIOGRAFIA: J. Sheridan, Lebasi fisiologiche dell’Air Rotor Stripping, Ortognatodonzia Italiana ( Rivista S.I.D.O. ), Anno 1996, N.5. (Molla di) ART Accessorio elastico dell’apparecchiatura multi - brackets utile per effettuare il torque. BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia Ortodontica, Scienza e tecnica dentistica, Ed. Internazionali, Milano. (Sistema ortodontico) ARTEX Sistema indicato per la costruzione del posizionatore. Esso si avvale di un particolare fissatore per i modelli che rende possibile una lavorazione precisa e veloce. BIBLIOGRAFIA: M. Zeiser, Il sistema ortodontico Artex, La Quintessenza odontotecnica; Ed. Resch, Anno 1991, N.7 ARTICOLATORE Individuale Riproduttore meccanico dell’occlusione, usato per il montaggio dei modelli a fini diagnostici o esecutivi. Esso consente movimenti in tutte le direzioni, molto simili a quelli reali. ARTICOLATORE Semi - Individuale Riproduttore meccanico dell’occlusione usato per il montaggio dei modelli a fini diagnostici o esecutivi. Esso permette movimenti approssimativi di lateralità e di protrusione. ASCENSORE Linguale Vedere (Arrampicalingua di ) SALAGNAC. ASCIALIA Patologia che si manifesta con la diminuzione della secrezione salivare. ASI/P Arco saldato inferiore di protrusiva. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. 12 ASS/P Arco saldato superiore di protrusiva. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. ASSE Cerniera Nei movimenti di apertura e chiusura della mandibola, l’asse cerniera rappresenta l’asse trasversale che passa per i condili quando questi ultimi si trovano nella posizione più retrusa. ATM Acronimo di Articolazione Temporo Mandibolare. BIBLIOGRAFIA: F. Marci - F. Antonucci - A. Monaco, Il Dentista Moderno, UTET Periodici, N.5, Anno 1996. ATTACCO 3D di Wilson Vedere (Attacco 3D di) WILSON ATTACCO Ortodontico Essi sono fissati sulle superfici vestibolari o linguali dei denti e la loro funzione è quella di trasmettere a questi ultimi le informazioni dei fili ortodontici modellati dal professionista. BIBLIOGRAFIA: Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.51 ATTIVATORE Dispositivo utilizzato in ortodonzia funzionale. Di natura passiva, l’azione degli attivatori si esplica attraverso la muscolatura del paziente. BIBLIOGRAFIA: M. Biondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato stomatognatico, Milano, Ed. Masson. (Placca di) AUDINO Si tratta di una placca di riposizionamento. BIBLIOGRAFIA: A. Licandro, Dispositivi per mioartropatie, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Anno 1994, N. 4. AURA Apparecchio rimovibile prefabbricato completo di piano inclinato anteriore e schermo vestibolare. L’Aura si presenta estremamente versatile in quanto, inserendosi nei tubi vestibolari delle bande, può essere gestito tranquillamente dal paziente stesso. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, 1985. (Arco di) AVANZAMENTO Arco utilizzato in abbinamento ai brackets per l’allineamento del gruppo frontale. 13 AVANZATORE Mandibolare Ideato dal dr. Korn, rappresenta la sintesi di una ricerca clinica durata diversi anni. I suoi vantaggi sono riassumibili nella semplicità di applicazione (strutturalmente è simile ad un lip - bumper che, applicato al mascellare superiore, agisce sulla struttura muscolo scheletrica della mandibola), nella estrema versatilità e nel minimo ingombro, favorendo così la fattiva collaborazione del paziente. (Molla con ) AVVOLGIMENTO Questo sistema elastico è parte integrante di un arco saldato separato e unito, appunto, dalle spire della molla. Secondo l’autore tale dispositivo fisso è utile per l’espansione, in senso trasversale, dell’arcata inferiore. B.P. Acronimo di Barra Palatale. BABY Plac Vedere OTTURATORE. BAFFO Vedere ( Trazione) EXTRA - ORALE. (Elevatore linguale di) BALERCIA Dalla definizione di occlusione neuromio - posturale di Balercia (occlusione legata alla armonia del movimento in statica e dinamica, in accordo con l’equilibrio neuro – mio - fasciale globale) e dall’aiuto dei membri ricercatori I. A. P. N. O. R., nasce l’elevatore linguale Balercia. Tale ausilio strumentale alla terapia miofunzionale orofacciale è stato concepito per guidare sempre la punta della lingua sulla papilla interincisiva. La sua realizzazione parte dalla presa delle impronte in dinamica nel rispetto dello spazio libero fisiologico. BIBLIOGRAFIA: L. Balercia, Occlusione Neuro – Mio – Posturale, Ed. Futura, San Benedetto del Tronto (AP), Anno 1995. BAKER Ideatore, insieme con il Dr. Case, delle trazioni elastiche inter mascellari. (Molla a) BALESTRA Impiegata per la protusione degli elementi anteriori, la molla a balestra è realizzata con un filo da 0,6 - 0,7 mm. e la sua forma ricorda, appunto, una balestra. (Vedere anche MOLLA) BIBLIOGRAFIA: D. Gavoni, Elementi a molla, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 52. (Molla a) BALESTRA Doppia Vedere ( Molla a ) BALESTRA 14 (Diagramma di) BALLARD E Wylie Tale diagramma, frutto di uno studio condotto a 360°, consente di prevedere (in base alla somma dei diametri mesio - distali degli incisivi inferiori permanenti) la grandezza in senso antero - posteriore dei canini e dei premolari non ancora erotti. Esso quindi facilita e, in un certo qual modo semplifica, la terapia ortodontica in fase intercettiva. BIBLIOGRAFIA: F. Marci - A. Monaco - C. Chimienti, Prevenzione delle disarmonie occlusali, Il Dentista Moderno, UTET Periodici, Anno 1996, N. 5. BANDA Ortodontica Essa funge da unione tra gli elementi dentari e l’apparecchiatura ortodontica fissa, sia essa realizzata dallo specialista che confezionata dal tecnico. Se nel primo caso l’arco sarà solidarizzato attraverso opportune legature, nel secondo l’unione avverrà attraverso la brasatura o i lingual - cleat. Le caratteristiche che contraddistinguono delle buone bande sono: - una buona adattabilità, per limitare al massimo la quantità di cemento; - la presenza di una parete interna retinata, per aumentare la coesione con il cemento; - una struttura compatta, inossidabile e completamente biocompatibile; - ed infine la presenza di cannule, utili per l’applicazione degli accessori intra ed extra - orali. (Molla a) BANDIERA Utilizzata per vestibolo - inclinare gli ultimi molari, essa si estende oltre l’apparecchio rimovibile sulla superficie linguale del dente da correggere. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, Anno 1993. BARILOTTI di Rotazione Accessori dell’apparecchiatura fissa ideali per la rotazione di singoli denti BARRA di Connessione Porzione della protesi atta ad unire i segmenti protesici posti sui due lati della stessa arcata. (Placca con) BARRA Labiale Circolare Il dispositivo in oggetto si caratterizza per l’assoluta assenza di ganci ritentivi. L’apparecchio si compone infatti di un solo elemento in filo ( l’arco vestibolare circolare ) avente un diametro di 0,7 - 0,8 mm. e corredato dalle anse ad “U”, indispensabili per l’attivazione. L’arco vestibolare circolare viene posizionato a metà altezza delle corone, collegando i passanti distali agli ultimi molari. In alcuni casi inoltre, per assicurare una maggiore ritenzione 15 dell’apparecchio e per evitare che quest’ultimo possa interferire occlusalmente con l’antagonista, è possibile realizzare due o più ganci di Amoric. BIBLIOGRAFIA: A. Levrini - C. Lanteri, Recidiva e contenzione 2° Parte, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1988, N. 5. BARRA Palatale Arco verticale applicato ai molari sia per controllare il diametro trasversale dell’arcata dentaria superiore che per garantire un buon ancoraggio. BIBLIOGRAFIA: 1) N.M. Cetlin, Terapia non estrattiva, Ed. Orteam, Anno 1994. 2) G. Fiorelli - B. Melsen - R. Giorgetti, Fondamenti di biomeccanica nell’uso della barra transpalatale e dell’arco linguale, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1990, N. 6. (Verticale di) BARRE’ Si tratta di un sistema ideato dal neurologo francese Alexandre Barrè per controllare l’asse verticale del corpo umano. (Placca Ortodontica ) BASE La struttura “base” è simile per tutti i dispositivi ortodontici rimovibili essendo costituita da due o più ganci di ritenzione e da un arco labiale. Nella maggior parte dei casi, la resina si estende distalmente agli ultimi molari coprendo il palato duro fino a contornare i colletti dei denti. Le differenze si riscontrano principalmente nell’alloggiamento variabile delle viti e in secondo luogo nell’aggiunta, in base alla malocclusione, di accessori coadiuvanti l’azione della placca (rialzo anteriore, rialzi laterali, piano guida, piano di scivolo, etc.). Costruzione Dopo aver modellato i fili e se richiesto fissata la vite, si può effettuare la zeppatura della resina. Ancor prima di isolarlo, è necessario immergere il modello in acqua per almeno 15 - 2 0 minuti, al fine di evitare che il gesso, assorbendo una parte del monomero, provochi porosità nell’acrilico. Formatura Completate le operazioni precedenti, si procede alla formatura della resina; le relative metodiche sono diverse e vanno da quella per dispersione a quella per impasto. Questa fase si conclude eseguendo la polimerizzazione nel pieno rispetto delle indicazioni fornite dalla casa costruttrice del metil metacrilato. Nella maggior parte dei casi, essa si ottiene in acqua, ad una temperatura di 40 - 45° e ad una pressione di 2 - 2,5 Atm. per circa 20 minuti. Rifinitura A polimerizzazione ultimata si passa alla rifinitura dello splint. 16 Facendo uso di una vaporizzatrice, si elimina la cera e delicatamente si separa la placca del modello. Dopodiché, con una o più frese si rifinisce la resina, seguendo sia le conoscenze specifiche che le indicazioni dell’odontoiatra (eventuali rialzi in resina, piani inclinati, etc.) e si eseguono i tagli indispensabili per l’attivazione della vite. Lucidatura Per levigare la superficie si può utilizzare uno spazzolino di pelo di capra sempre ben intiso di pietra pomice e successivamente un moscione imbevuto dell’apposito liquido lucidante. Prima di consegnare il dispositivo all’odontoiatra, è indispensabile sterilizzarlo e compilare la modulistica inerente la normativa europea 93/42. (Arco di) BASE Componente fondamentale della tecnica di Ricketts. BIBLIOGRAFIA: J. Duran Von Arx, Tecnica bioprogressiva: introduzione, concetto e biomeccanica dell’arco di base, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1993, N.2. BASI Scheletriche Si riferisce alla mascella ed alla mandibola, esclusi i processi dento - alveolari. (Molla di controllo del torque anteriore di) BASS Nel sistema ortopedico funzionale del Dr. Bass, la T. C. A. (Tourque Control Auxiliares) sostituisce il tradizionale arco vestibolare superiore. Il suo scopo è quello di: - prevenire l’inclinazione linguale degli incisivi superiori provocata dalla forza ortopedica distalizzante; - stabilizzare ulteriormente la placca in senso anti - orario, andando ad opporsi alla trazione extra - orale alta che è causa dello scalzamento dello splint. Realizzazione Per la sua costruzione, è necessario innanzitutto scaricare con della cera la zona palatale degli incisivi superiori lasciando libero 1 mm. del margine incisale. Successivamente, utilizzando un filo con diametro di 0,6 mm.: - si segue la sagoma vestibolare degli incisivi centrali (al di sopra del picco della giuntura gengivale); - si costruiscono due occhielli all’altezza del triangolo interdentale; - infine, facendo passare il filo al di sopra della rima incisale nella zona palatale, si realizzano le ritenzioni. (Sistema ortopedico funzionale di ) BASS Tra i dispositivi ortopedici funzionali di ultima generazione, l’apparecchio di Bass è sicuramente uno 17 dei più interessanti. Esso è indicato nella correzione delle 2° Classi di I e II Divisione in pazienti in fase di crescita che presentano soprattutto un limitato sviluppo mandibolare. La peculiarità di questo apparecchio è costituita dalla sua concezione modulare. Questo è infatti un sistema che permette all’ortodontista una applicazione mirata alle esigenze del paziente e a quest’ultimo un approccio graduale alle sue molteplici funzioni. Gli studi clinici hanno dimostrato che il sistema di Bass è in grado di esplicare al meglio la sua azione ortopedica funzionale se applicato all’inizio del picco puberale, per un periodo di 8 - 10 mesi. Il sistema ortopedico funzionale di Bass è costituito da: - uno splint superiore in resina; - molla per il torque anteriore degli incisivi; - doppi ganci di Adams, realizzati sui primi molari e sui secondi premolari; - vite trasversale; - tubi per trazione extra - orale; - leggero piano inclinato anteriore - piani rialzati, anteriore e/o totale. Come già detto, il sistema è composto da accessori rimovibili indispensabili per svolgere la funzione ortopedica: - i tamponi linguali; - gli scudi vestibolari; - il lip - bumper inferiore; - l’arco per la trazione extra - orale. BIBLIOGRAFIA: N.M. Bass, Attualità sull’apparecchio di Bass, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1995, N. 6. (Placca) BASSANI Nelle malocclusioni di 2° Classe II Divisione di Angle uno dei sistemi terapeutici più efficaci è la placca ideata dal prof. Sergio Bassani. La placca Bassani è un dispositivo che, correttamente applicato, dà risultati stupefacenti, determinando la retrusione dell’arcata dentaria superiore, lo sblocco mandibolare, la risoluzione del morso profondo, la correzione della reciproca inclinazione degli incisivi superiori ed inferiori. Essa è composta da: - ali in resina o ganci di Adams sui primi molari; - vite tridirezionale; - arco vestibolare superiore semplice; - piano inclinato inferiore anteriore di scivolo, fulcro dell’apparecchio. BIBLIOGRAFIA: C. Frontali, M. F. D. Moduli funzionali disinseribili; Bollettino d’Informazioni Ortodontiche Leone, N. 49. 18 BEANZA E’ lo spazio che si crea, e poi persiste, sul piano verticale tra uno o più quadranti delle due arcate dentali in occlusione. BEAT Si tratta di un particolare accessorio sferico che, puntato all’apparecchiatura principale, consente l’applicazione di trazioni elastiche inter - mascellari. (Pinza a) BECCHI di Uccello Pinza usata per la lavorazione di fili tondi con diametro variabile. (Pinza a tre) BECCHI Si tratta di una pinza molto usata in ortodonzia per la modellazione di archi e ganci di ritenzione. (Tecnica di) BEGG Ideata da R. Begg, tale tecnica si contraddistingue per l’uso originale di attacchi a caricamento verticale (Ribbon Arch) che permettono, tra l’altro, l’utilizzo di fili a sezione tonda. BIBLIOGRAFIA: G.B.Garino, Tecnica di Begg: principi generali della filosofia e della tecnica; Schede di aggiornamento S.I.D.O., 1994-1995. (Movimento di) BENNET Traiettoria obliqua compiuta dal condilo verso l’interno della capsula. (Apparecchio di) BENOIST Apparecchio “mobilizzatore” ad azione attiva. BIBLIOGRAFIA: T. Gallo, Il Darcissac e il suo impiego, Rivista Italina degli Odontotecnici (Dental Press), Anno 1995, N. 5. BERENICE Sistema atto a formulare la diagnosi ortodontica. BIBLIOGRAFIA: R. Deli, Berenice, un sistema esperto per la diagnosi ortodontica, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Volume 6, N.5, Anno 1997. (Apparecchio per il controllo dell’eruzione di) BERGESEN Vedere OCCLUS - o - GUIDE. (Attivatore di) BERLINO Si tratta di un dispositivo ad azione ortopedico funzionale ideato dal professor Miethke. Il Berliner Reaktivator è composto da ganci di Adams sui primi molari, arco vestibolare semplice, rialzi occlusali, uncini anteriori per l’applicazione della trazione extra - orale e dal propulsore mandibolare, fulcro del sistema. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. 19 (Sindrome da) BIBERON Patologia riguardante i denti da latte che, numerosi, si presentano molto cariati. (Tecnica) BIDIMENSIONALE Tecnica multi - brackets ideata dal dottor Giannelly. BIBLIOGRAFIA: A. Giannelly, Tecnica Bidimensionale. Teoria e Pratica, Ed. Orteam. (Disgiuntore rapido di ) BIEDERMAN Si tratta probabilmente del diastasatore più utilizzato. Esso è composto essenzialmente da una vite che, opportunamente modellata, viene saldata alle bande molari e premolari. BI - Elix Dispositivo fisso applicato generalmente all’arcata inferiore. Esso è utilizzato per l’espansione trasversale ed è costituito da un arco fornito di due occhielli posti distalmente alle bande da cui si sviluppano i bracci elastici. BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia Ortodontica, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano. (Occlusione) BILANCIATA Ideata da Bounwill nel 1850 per risolvere il dislocamento delle protesi mobili totali, tale teoria si basa sul principio che in protrusiva e lateralità queste ultime presentano almeno tre punti di contatto. (Vite a) BILANCIERE Particolare vite che permette la correzione di molari linguo - versi. BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988. BIM.ZAT Dispositivo ad azione funzionale che si contraddistingue per la completa assenza dell’acrilico. Il Bim.zat, infatti, è costituito solo da elementi in filo opportunamente modellati e brasati. BIBLIOGRAFIA: 1) B. Genone, Gli attivatori scheletrati Bim.zat nel trattamento delle malocclusioni di Classe I, II, III di Angle in dentatura mista, Dental Cadmos, Anno 1985, N.20. 2) B. Genone - M.Petracca, La realizzazione dell’attivatore scheletrato Bimzat 2, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 52. BIMAFLEX Dispositivo bimascellare ad azione funzionale nato da una modifica del Kinetor di Stockfish. 20 BIBLIOGRAFIA: L. Pierantonelli - G. Cardinaletti - O. Olivi - E. Sassarelli, Evoluzione in terapia con apparecchi funzionali: l’apparecchio bimascellare elastico (Bimaflex) di Pierantonelli, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone N. 57. BIMASCELLARE Tutto ciò che interessa sia la mascella che la mandibola. (Arco) BIOMETRICO Dispositivo fisso ideato dal dottor Wilson per la distalizzazione dei molari superiori. BIBLIOGRAFIA: P. Rametta, L’arco bimetrico di Wilson: Biomeccanica e indicazioni. Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 2. 2) A. Benecchi-A.Veneziani, L’apparecchiatura modulare di Wilson per la distalizzazione 6/6: punti chiave della filosofia e della tecnica, Ortodonzia Tecnica (Rivista =rTec), N. 2, Anno 2000. (Attivatore di) BIMLER Dispositivo funzionale che deve la sua estrema elasticità alla presenza di un corpo in resina ridotto, a sua volta caratterizzato dalla massiccia presenza di accessori in filo capaci di favorire l’attività muscolare del paziente. BIBLIOGRAFIA: 1) A. B. Bimler, L’apparecchiatura di Bimler, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1993, N. 2. 2) O. Olivi, Evoluzione e caratteristiche tecniche del correttore elastico di Bimler, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or.Tec), Anno 1995, N. 3-4. BIOCOMPATIBILTA’ Grado di tolleranza dell’organismo nei riguardi di sostanze o materiali introdotti nell’organismo stesso. BIO - Finisher Dispositivo ad azione funzionale, nato da una modifica del Bionator. Il Bio - Finischer si caratterizza per la presenza delle sferette vestibolari con funzione di stimolo per la muscolatura vestibolare. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. BIOMECCANICA La biomeccanica studia quelle forze che obbediscono a leggi fisiche ed agiscono sull’organismo dando luogo a processi fisiologici, come ad esempio il movimento. BIOMECCANICA Ortodontica Insieme delle risultanze e degli effetti delle forze scaturite dai presidi terapeutici ortodontici. 21 BIONATOR Il Bionator, ideato da Balters, è forse l’apparecchio funzionale che riscuote più apprezzamenti poiché, rispetto ad altri, è di minimo ingombro per il paziente, di facile gestione per il professionista e di grande efficacia per il riordino della dinamica linguale. Tre sono le configurazioni principali ideate dal Dr. Balters: - Bionator 1 o tipo, mirato alla correzione delle 2° Classi scheletriche; - Bionator 2 o schermato, indicato nei casi di deglutizione scorretta; - Bionator 3 o inverso, applicato in presenza di 3° Classi scheletriche. Fondamentalmente l’apparecchio è composto da: - un arco palatale o ansa linguale; - un arco vestibolare o ansa buccinatoria; - un corpo in resina a ferro di cavallo, comprendente i tavolati occlusali e la superficie linguale. BIBLIOGRAFIA: 1) W. Balters, Il Bionator ed i suoi elementi, Milano, Ed.Pro-stomatologica, Anno 1967. 2) B. Scheffler, Considerazioni sulla configurazione funzionale del Bionator secondo Balters; La Quintessenza Odontotecnica; Ed. Resch, Anno 1991, N. 2. BIONATOR U. S. A. Si tratta di un Bionator modificato dalla scuola americana. Le principali differenze sono rappresentate dall’aggiunta di viti di espansione. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. (Mini) BIONATOR Vedere (Mini) JIG. BIOPRODUTTORE Strumento ideato dal Dr. Muzj per comparare le tre sezioni del viso. (Tecnica) BIOPROGRESSIVA Sviluppo della tecnica Straight - wire. La sua particolarità risiede nell’uso di attacchi già programmati secondo valori ideali (torsione e angolazione). BIOTEMPLATE Splint ideato dal dottor Ricketts applicato in pazienti affetti da artriti dolorose e disordini all’ATM. BIPROTRUSIONE Termine generico utilizzato per descrivere l’inclinazione in senso vestibolare degli incisivi superiori ed inferiori. BIRETRUSIONE Termine generico utilizzato per descrivere l’inclinazione in senso linguale degli incisivi superiori ed inferiori. 22 BITE Dispositivo ortodontico rimovibile provvisto di rialzi in resina atti sia a modificare l’occlusione che a rilassare la muscolatura oro - facciale. BIBLIOGRAFIA: G. B. Garino - U. Capurso, Nuovi metodi per la costruzione dei bite nei pazienti disfunzionali, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1990, N. 5. (Placca di espansione con) BITE Metallico E’ un apparecchio rimovibile ad espansione trasversale molto singolare. Esso infatti è provvisto di un bite metallico anteriore, normalmente impiegato nella costruzione delle placche Cervera. Tale modifica rende il dispositivo, rispetto a quelli tradizionali, più gestibile grazie all’assenza dell’acrilico nella regione interessata. BIBLIOGRAFIA: E. Sola, Placca ortodontica di espansione con bite e vite settoriale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.53. BITE Plane Dispositivo superiore rimovibile con rialzo anteriore applicato per il rilassamento muscolare. Il Bite - Plane è stato uno dei primi apparecchi utilizzati per tale scopo. BITE Termostampato Dispositivo rimovibile con rialzi totali realizzato con l’ausilio della termostampatrice. BIBLIOGRAFIA: A. Pelosi, Ruolo delle patologie della bocca nel mal di schiena e nelle cefalee, Dental Network Magazine (Rivista Consorzio Onda), Anno 2000, N. 2. B. J. A. Apparecchio a doppia placca di avanzamento di Schwarz. BITTE Accessori dell’apparecchiatura extra - orale utilizzati come ancoraggio per l’applicazione di trazioni elastiche inter - mascellari. BLUE Grass IL Blue Grass, oltre a fungere da costrittore per la suzione del dito, è utilizzato anche come stimolatore linguale. Esso è composto da un arco brasato alle bande fornito di un rullo anteriore che, essendo libero di ruotare, ha la stessa funzione della perla di Tucat. BIBLIOGRAFIA: D.Caprifoglio - M.Gandolfini - M.Fede - A.Levrini L.Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno1994, N. 2. (Molle a) BOCCAPORTO Si tratta di particolari molle applicabili ad apparecchi rimovibili utili per intrudere i molari e i premolari. 23 BIBLIOGRAFIA: F.V.Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (Ge). (Indice di) BOLTON Esso esamina la grandezza dei denti rapportando i diametri mesio - distali degli elementi inferiori con quelli dell’arcata superiore. Nella norma tale rapporto è del 91% per le intere arcate e del 77% per i denti anteriori (da parete distale di un canino all’altro). BIBLIOGRAFIA: P. Falconi, Impostazione diagnostica, obiettivi e piano di trattamento in ortodontia, Ed. Masson, Milano, Anno 1996. BONDAGGIO Indiretto Tecnica che prevede il posizionamento degli attacchi sul modello ed il loro trasferimento nella bocca del paziente. BIBLIOGRAFIA: D. Pavesi, Il bondaggio indiretto, Sillabo Dentaurum Italia, Bologna, Anno 1997. (Attivatore di) BONDI Si tratta di un monoblocco bi - mascellare ad azione ortopedico funzionale, completo di accessori in filo coadiuvanti l’azione del dispositivo. Per la sua costruzione, strettamente vincolata alle indicazioni dello specialista, è consigliabile utilizzare una resina acrilica polimerizzabile a caldo. BIBLIOGRAFIA: M. Bondi, Nuovi orientamenti sull’azione posturale, scheletrica e dentale dell’attivatore individuale, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1991, N. 5. BONDING Tecnica di “incollaggio” degli attacchi ortodontici sui denti. BIBLIOGRAFIA: V. Cacciafesta - U. Sussenberg - P. Brinkmann R.Miethke, L’uso di cementi vetro - ionomerici fotopolimerizzabili per il bonding diretto di attacchi ortodontici in acciaio e ceramica: un’analisi delle forze di distacco al taglio, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1996, N. 6. (Busta Linguale di) BONNET E’ un dispositivo rimovibile applicato per la rieducazione della postura linguale diverso dai tradizionali elevatori linguali. L’Enveloppe Lingual Nocturne di Bonnet infatti è applicato all’arcata superiore ed è costituito da: - ganci di ritenzione; - arco vestibolare superiore, brasato ai ganci; - dal corpo in resina interessante la zona posteriore del palato e la superficie linguale dalla mandibola. La resina non è presente nella zona 24 anteriore del palato proprio per permettere alla lingua di adagiarsi correttamente sullo spot. BIBLIOGRAFIA: M. Pardini, I dispositivi di riposturazione linguale, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or. Tec.), Anno 1995, N. 2. 2) P. Ponti-C. Buraglio, L’ELN del dottor Bonnet: caratteristiche e modalità di costruzione, Ortodonzia Tecnica (Rivista OrTec), N. 3, Anno 2000. BORACE Vedere FONDENTI BORDAGGIO E’ una tecnica utilizzata per il confezionamento dei modelli nei casi in cui risulti necessario evidenziare con la massima accuratezza quei dettagli anatomici (frenuli, fossa retromiloioidea, trigono retromolare, solco pterigo - palatino, linea del suggello posteriore, etc.) indispensabili per la realizzazione di una buona base riabilitativa. Tecnicamente, tale procedimento viene eseguito rispettando le seguenti fasi: - bordaggio dei margini periferici dell’impronta con della cera specifica avente uno spessore di circa 10 mm., estendendosi 4 - 5 mm. oltre il bordo libero; - inscatolamento dell’impronta con un ulteriore foglio di cera alto più o meno 4 cm. fissato alla cera di bordaggio; - colatura del gesso, correttamente miscelato, nell’impronta così confezionata. Il risultato finale sarà un ottimo modello che rispecchierà fedelmente l’anatomia dell’arcata ed il rilievo dei bordi. BOTTONE Accessorio terapeutico utilizzato in terapia miofunzionale. BIBLIOGRAFIA: A. Levrini - L. Levrini - A. Caprifoglio, Rieducazione respiratoria. Esercizi miofunzionale, Dental Cadmos, Anno 1994, N. 17. BOUNWILL (Autore storico) Ideatore della teoria dell’occlusione bilanciata (1850). BOXING Vedere BORDAGGIO BRACCETTI Linguali Accessori dell’apparecchiatura di Crozat. BRACCETTI Porta - Elastici Accessori dell’apparecchiatura rimovibile utili per l’applicazione di elastici intra o extra - orali. 25 BRACCI di Forza Ausiliari che applicati ai brackets permettono l’applicazione degli elastici. (Gancio a) BRACCIO Singolo Vedere (Gancio a) FILO. BRACHICEFALO Soggetto con un cranio molto largo. BRACHIFACCIALE Soggetto con un viso molto largo e squadrato. BRACKET Vedere ATTACCO ortodontico. BRASATURA Tecnica di laboratorio atta ad unire accessori in metallo attraverso l’apporto di saldame. La particolarità della brasatura ortodontica è il suo punto di fusione; non deve superare i 700° per non formare ossidi di carburi di cromo, responsabili della mancata adesione tra il saldame, il filo e la banda. Il saldame è solitamente composto da argento, zinco, rame ed è, particolare importante, esente da cadmio. Per far sì che la brasatura vada a buon fine è necessario: - ridurre al massimo la distanza che intercorre tra la banda ed il filo; - sgrassare e irruvidire le due parti; - apporre il flux su tutta la superficie da brasare; - brasare con la porzione riducente della fiamma (ossia la parte centrale); - non surriscaldare gli elementi da brasare; - ed infine, con il saldame coprire per intero la superficie interessata. Proprietà Si possono distinguere due tipi di brasatura: quella “dolce” e quella “forte”. Nella prima il materiale d’apporto ha un punto di fusione pari +/- a 400° e si caratterizza per un modesto grado di adesione. La seconda, la più comune in campo protesico, si caratterizza per l’alto grado di adesione del saldame raggiungendo una temperatura di fusione pari a 850°. Le proprietà peculiari di un buon materiale d’apporto per brasatura sono: - l’elevata scorrevolezza; - la bassa tensione superficiale; - la biocompatibilità; - un punto di fusione più basso rispetto a quello dei metalli da brasare. BROADBENT (Autore storico) Primo clinico a sperimentare in ambito radiologico il cefalostato (1931). 26 (Sindrome di) BRODIE Patologia a carico del mascellare superiore che si presenta molto sviluppato trasversalmente rispetto alla mandibola spesso contratta. BIBLIOGRAFIA: L. Moser - U. Moser, La sindrome di Brodie: diagnosi, terapia e presentazione di un caso clinico, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1990, N. 6. BRUXISMO Parafunzione determinata dalla continua contrattura della muscolatura masticatoria che provoca contatti intermittenti tra i denti antagonisti. (Placche per) BRUXISTI L’azione principale di questi dispositivi rimovibili con rialzo in resina totale è il riordino delle funzioni relative alle strutture dell’articolazione – temporo - mandibolare. Come per gli attivatori, anche la loro costruzione è subordinata alla registrazione rilevata dallo specialista che, in questo caso, deve risultare il più fisiologica possibile. Questi dispositivi, inoltre, possono essere utilizzati anche come presidi di contenzione, specie se durante il trattamento ortodontico sono state effettuate marcate rotazioni dentali. Le placche per bruxisti possono essere realizzate sull’arcata superiore o su quella inferiore e, in alcuni casi, su entrambe (vedi Posizionatore). L’estensione ed il relativo molaggio variano in base alle indicazione dello specialista e alle necessità terapeutiche. BRUXOMANIA Vedere BRUXISMO. (Segmenti) BUCCALI Si riferisce ai canini ed ai premolari. BUCCINATORE Muscolo che permette sia lo schiacciamento delle guance sui denti che la tensione, all’indietro, degli angoli delle labbra. (Anse) BUCCINATORIE Si tratta di componenti solitamente in filo che, posizionati nel vestibolo, eliminano la pressione incongrua delle guance sugli elementi dentari. (Vite a) BULLONE Si tratta di una particolare vite che permette la vestibolarizzazione del singolo dente in modo costante e calibrato. (Attivatore) BUTTERFLY Si tratta di un mobilizzatore attivo. 27 BIBLIOGRAFIA: M. Melegari - M. Bonanini, Le protesi maxillo - facciali: gli apparecchi mobilizzatori. 1° Parte, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 2. (Gancio a) C con terminale a Palla Questo gancio nasce da una modifica del gancio a palla e si differenzia da quest’ultimo per la forma conferita alla parte terminale del filo, simile appunto ad una C. BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988. C. L. A. S. S. (Custom Lingual Appliance Set - Up Service) Si tratta di una metodica indiretta di incollaggio degli attacchi linguali. Essa prevede l’esecuzione del set - up ideale su modelli opportunamente preparati e montati in articolatore. BIBLIOGRAFIA: G.Montardi - G.Siciliani - S.Terranova, Il laboratorio nella tecnica linguale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 62. C. R. Acronimo di Centro di Resistenza. (Placca) CR La particolarità di questo dispositivo rimovibile superiore è rappresentata dal suo utilizzo; essa, infatti, viene sempre abbinata ad una apparecchiatura multi - brackets vestibolare per discludere il morso e facilitare di conseguenza gli spostamenti dentali. La placca C. R. è composta essenzialmente dal piano rialzato anteriore e dai ganci di ritenzione realizzati sulle bande molari. BIBLIOGRAFIA: C. Raiman, Splint per morso, La Quintessenza Odontotecnica,Ed. Resch, Anno 1991, N.9. (Molla a) CALICE Vedere (Molla a) S. (Piano di ) CAMPER Si tratta di un piano di riferimento facciale che parte dall’incisura del trago e finisce nel punto sottonasale rappresentato dall’ala del naso. CANNELLO Strumento utilizzato per saldare. Esso è composto sostanzialmente da due condotti dai quali fluiscono rispettivamente gas ed ossigeno puro. (Molla) CANTILEVER Vedere (Molla a) DITO. 28 (Placca di) CAROL Murillo Apparecchio superiore rimovibile con ganci di Adams e molle utili per l’espansione trasversale dell’arcata superiore. BIBLIOGRAFIA: F. Francolini, Le”macchinette”, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 46. CARREA (Autore Storico) J. Carrea ha avuto il merito di aver perfezionato la tecnica radiografica. Egli espose il suo metodo nel 1922 attraverso la pubblicazione “ Le radio - Faciès a profil dèlinèe en orthodontometrie “. CASE Clinico, ideatore con Baker delle trazioni intra - orali di 1° e 2° Classe. (Le placche di memoria di) CASTILLO Morales Il Professor Castillo Morales, fisiatra argentino, mettendo a frutto la sua grossa esperienza ha ideato un’apparecchiatura in grado di correggere i disturbi primari dei pazienti con handicap ed in particolare dei bambini affetti da sindrome di Down, attraverso la stimolazione della muscolatura labiale e linguale. La Plata de Memoria, così battezzata dall’Autore per la sua particolare funzione, essendo applicata fin dai primi mesi di vita viene modificata periodicamente in base allo sviluppo fisico del paziente. Tali modifiche danno luogo a quattro tipologie strutturali: - la placca per infante; - la placca con perline mobili; - la placca con perle mobili; - la placca con gusci. Gli accessori sempre presenti, che rappresentano perciò la peculiarità del dispositivo, sono: - il cilindretto di forma irregolare posto sul palato, con la funzione di “stuzzicare” la lingua. Esso ha un diametro di 4 - 5 mm. e viene “posteriorizzato” man mano che il paziente cresce; - l’elemento stimolante l’orbicolare, che nella placca per infante è rappresentato da un bordo ingrossato, mentre nelle versioni successive è sostituito da un arco completo di perle o gusci. Anche in questo caso il loro numero e volume variano in base alle necessità terapeutiche ed all’età del paziente: - le perline, applicate in tenera età e qualora non sia necessario un grosso stimolo; - le perle più grandi ed i gusci laddove, invece, risulti indispensabile garantire al muscolo labiale una stimolazione notevole. 29 Altre differenze sono riscontrabili nei sistemi ritentivi che, inesistenti nella placca per infante, (molto simile alla base di una protesi mobile totale) sono inseriti appena erompono i decidui. BIBLIOGRAFIA: P. Bracco - C. De Bernardi – M. L. Mossino, La placca di Castillo Morales, Manuale operativo di fisiopatologia della deglutizione, Ed. Omega, Anno 1990. CATALAN (Autore Storico) Ideatore nel 1826 di un dispositivo capace di correggere morsi inversi dei settori latero - posteriori. CATENELLE Si tratta di accessori elastici utilizzati per la chiusura degli spazi. CAVALIERE Vedere REST. CAVITA’ Orale La bocca (la c.d. cavità orale) è una cavità ovaloide di grandezza variabile che si “affaccia” all’esterno grazie alla rima labiale (orifizio orale). CECCONI Autore storico, ideatore di un dispositivo con molla, capace di espandere asimmetricamente l’arcata dentale superiore. CEFALOMETRIA Avendo accertato l’impossibilità di registrare sulle arcate dentali un riferimento sicuro, si è dimostrato che la situazione normale o anormale dei denti e delle arcate è determinabile in base a punti di repere registrati sulla struttura del cranio e della faccia attraverso la teleradiografia laterale o frontale. BIBLIOGRAFIA:S. Corti, Cefalometria in norma lateralis, Guida pratica al tracciato cefalometrico di Ricketts; Verona, Ed. Resch, Anno 1988. CELSO (Autore storico) A tale personaggio si attribuiscono le prime indicazioni riguardanti la correzione di denti malposizionati. (30 a.C. - 50 d.C.) CEMENTO Tessuto connettivo fibroso che ricopre la radice del dente. CEMENTOBLASTI Si tratta delle cellule che formano la dentina. (Molla) CENTRALE Elemento in filo applicato a splint superiori per la vestibolarizzazione dei settori latero - posteriori. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE) 30 CENTRO di Resistenza Punto attorno al quale avviene la rotazione. CERA Collante Materiale utilizzato per fissare i vari elementi (ganci, viti,etc.) al modello in gesso durante l’assemblaggio del manufatto ortodontico. (Attacchi in) CERAMICA Si tratta di attacchi che grazie all’ottima resistenza e ad una buona estetica vengono utilizzati nei casi in cui il paziente richiede una mimetizzazione dell’apparecchiatura fissa. BIBLIOGRAFIA: C. Chimienti - L. Fantuzzi - V. Parziale - R. Gatto, Valutazione della forza di adesione dei brackets estetici nuovi, Mondo Ortodontico, Anno 1998, N. 3. CERATURA Diagnostica Tecnica di ricostruzione funzionale delle superfici occlusali dei denti, tramite ceratura su modelli opportunamente montati in articolatore. (Placche funzionali di) CERVERA Dispositivi ad azione funzionale tra i più conosciuti ed usati, essi si contraddistinguono per la presenza di bites in metallo, anteriore o e posteriori, aventi funzione di svincolo. Le configurazioni ideate dal Professor Cervera per correggere le differenti malocclusioni sono molteplici e risultano costituite essenzialmente, oltre ai bites in metallo, da: - pastiglia palatina modellata appunto sul palato; - pastiglie vestibolari di spessore variabile; - arco vestibolare rovesciato; - bracci palatali, che si sviluppano dalla pastiglia palatina alle superfici linguali dei diatorici superiori; - ed infine una serie di accessori come il lip-bumper, il piano inclinato, il doppio piano anteriore e le molle, utili per coadiuvare l’azione dei dispositivi. BIBLIOGRAFIA: 1) A. J. Cervera, Trattato di ortodonzia clinica; Ed. Ceosa, Madrid. 2) M.Cicatiello, Dispositivi con bite metallici. Filosofia e Tecnica, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno1996, N.1. (Trazione) CERVICALE Rappresenta quel tipo di trazione che utilizza come ancoraggio la parte posteriore del collo mediante l’applicazione di apposite fasce reperibili in commercio. 31 (Placca di) CETLIN Apparecchio rimovibile superiore che, in combinazione alla trazione extra - orale, permette la distalizzazione dei molari superiori. Essa è costituita da: - due ganci di Adams, confezionati sui 14 - 24; - uno scudo anteriore, avente un’anima in filo rettangolare 0,22 x 0,28, che interessa le superfici vestibolari degli incisivi superiori; - il rialzo anteriore utile per evitare blocchi occlusali; - le due molle ad occhiello con funzione distalizzante. Queste ultime sono parti fondamentali del dispositivo, ragion per cui vanno realizzate scrupolosamente seguendo le indicazioni del Professor Norman Cetlin: - per la costruzione si deve utilizzare un filo tondo 0,28 mm.; - gli occhielli o elici devono avere un diametro di 5 mm. e necessariamente vanno posizionate distalmente rispetto al centro dei molari da distalizzare; - le porzioni terminali di tali molle, infine, devono essere poste mesialmente ai molari ed il più vicino possibile alla gengiva. BIBLIOGRAFIA: 1) N. M. Cetlin, Terapia non estrattiva, Ed. Orteam, Milano, Anno 1994. 2) R. Spena, Cetlin: punti chiave della filosofia e della tecnica, Schede di aggiornamento S.I.D.O., 1994-1995. CHANNEL - Edge Tecnica sviluppata dal Dr. James Cannon, il Channel Edge consente di impiegare meccaniche di filo diritto, Light Wire ed Edgewise con slot verticale separatamente o in combinazione, per avere la massima flessibilità durante il trattamento. (Apparecchio di) CHATEAU Dispositivo di scuola francese ad azione funzionale composto da due placche superiore ed inferiore. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. (Apparecchio) CHINETEST E’ un apparecchio “mobilizzatore” ad azione passiva. (Placche) CHIRURGICHE Tali presidi clinici sono essenzialmente splint in resina applicati per coadiuvare l’intervento chirurgico. La loro azione terapeutica molte volte succede anche all’operazione vera e propria supportando, ad esempio, i mascellari dopo rimodellazione ossea o tamponando emoraggie dovute ad incisioni della mucosa. Tecnicamente, le placche chirurgiche devono essere realizzate seguendo con estrema attenzione le indicazioni del chirurgo e dell’odontoiatra. 32 BIBLIOGRAFIA: B. Ray - L. Deblolk - L. Tosi Ambert - A. Marchal - L. Petit Pas, Il trattamento delle dismetrie scheletriche severe, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N. 3. (Ganci) CHIRURGICI Essi sono impiegati per il fissaggio intermascellare post-chirurgico per fornire un buon punto d’ancoraggio agli elastici. (Molla) CHIUSA Vedere (Molla ad) OCCHIELLO (Molle) CHIUSE Accessori elastici utilizzati per la retrazione segmentata degli incisivi e dei canini. CINEMATICA Mandibolare E’ l’insieme dei movimenti effettuati dalla mandibola nelle tre dimensioni dello spazio. CINGOLO Parte mediana della superficie palatale degli incisivi superiori. CINGULUM Plateau Vedere CINGOLO (Arco vestibolare) CIRCOLARE Si tratta di un arco labiale che si contraddistingue per l’estensione; esso, infatti, abbraccia vestibolarmente tutti i denti dell’arcata, sede del dispositivo rimovibile. Vedere anche (Placca con) BARRA Labiale circolare. BIBLIOGRAFIA: A. Levrini - C. Lanteri, Recidiva e contenzione 2° Parte, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1988, N. 5. CIUCCIO Correttore Vedere SCHERMO Orale. CLACES Si tratta di particolari strumenti che, solidarizzati alle arcate, hanno la funzione di rilevare i movimenti di protrusione e lateralità della mandibola. Essi inoltre consentono il trasferimento di tali dati sull’articolatore individuale. (Apparecchio di) CLARK Vedere TROMBONE di Clark. (Dispositivo di) CLARK Similare nella funzione, tale apparecchio nasce da una modifica del dispositivo di Garry - Prior. BIBLIOGRAFIA: N. Lambini, Apnea ostruttiva e roncopatia cronica “ L’utilizzo di apparecchiature dentali nel trattamento notturno”, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 54. 33 CLASSE 1° di Angle “Posizione relativa delle arcate dentali in senso mesio-distale”. Secondo il Dr. Angle i rapporti antero - posteriori delle arcate dentali superiore ed inferiore sono normali. Gli incisivi superiori sono in una posizione avanzata rispetto a quelli inferiori, l’over jet e l’over bite sono pari a circa 2 mm.; gli incisivi inferiori di conseguenza si trovano immediatamente al di sotto del cingolo platea degli incisivi superiori; i canini superiori occludono tra i canini inferiori ed i primi premolari inferiori; la cuspide vestibolo - mesiale del primo molare superiore è in contatto con il solco intercuspidale del primo molare inferiore (ipotizzando che non ci siano stati slittamenti di singoli denti). BIBLIOGRAFIA: E.H. Angle, Classification of malocclusion, Dental Cadmos, N.41, Pag. 248-264 /350-357, Anno 1899. CLASSE 2° di Angle “Rapporti mesio-distali relativi ad arcate dentali anormali, tutti i denti inferiori occludono distalmente rispetto al normale”. I canini superiori occludono in una posizione avanzata rispetto ai canini inferiori, la cuspide disto - vestibolare del primo molare superiore occlude con il solco intercuspidale del primo molare inferiore; gli incisivi inferiori si trovano posteriormente rispetto al cingolo degli incisivi superiori. Esistono vari gradi di deviazione nel rapporto tra le arcate, ma anche una lieve posizione della mandibola è da considerare una 2° Classe. Le malocclusioni di 2° Classe sono distinte in due divisioni: - la prima, caratterizzata dal mascellare contratto trasversalmente, con gli incisivi superiori protrusi e vestibolo inclinati, con un over jet conseguentemente aumentato (+/- 5 mm. rispetto alla norma); - la seconda, contraddistinta da morso profondo (over bite +/- 4,5 mm.), dall’inclinazione vestibolare degli incisivi laterali superiori e dall’inclinazione linguale degli incisivi superiori (- 105° rispetto al piano mascellare). BIBLIOGRAFIA: E.H. Angle, Classification of malocclusion, Dental Cadmos, N.41, Pag. 248-264/350-357, Anno 1899. CLASSE 3° di Angle “Il rapporto tra le arcate dentali è anormale, la mandibola è in posizione mesiale rispetto al mascellare superiore”. I canini superiori occludono tra il primo ed il secondo premolare inferiore; la cuspide mesio - vestibolare del primo molare superiore articola nello spazio inter - prossimale tra il primo ed il secondo molare inferiore; gli incisivi inferiori occludono anteriormente rispetto agli incisivi superiori (over jet +/- 0 mm.) BIBLIOGRAFIA: E.H. Angle, Classification of malocclusion, Dental Cadmos, N.41, Pag. 248-264/350-357, Anno 1899 34 (Pseudo) CLASSE 3° Tale malocclusione sottintende una “falsa” 3° Classe dovuta non ad una discrepanza scheletrica, ma ad un contatto dentale deflettente, che costringe la mandibola in una posizione avanzata, in chiusura abituale. CLASSIFICAZIONE di Angle La classificazione del Dr. Angle risalente al 1907 mira ad analizzare le malocclusioni dentali con le arcate in occlusione. Secondo il Dr Angle: “nel diagnosticare i casi di malocclusione bisogna considerare i rapporti mesio - distali delle mascelle e delle arcate dentali e quindi le posizioni individuali dei denti”. La teoria del Dr. Angle si basa su un principio fondamentale: la posizione inequivocabile e fissa dei primi molari permanenti. L’Autore riteneva, infatti, che questi ultimi crescessero sempre in una posizione prestabilita rispetto all’intero complesso cranio - facciale. Assunto tale principio (inficiato da successive ricerche) Angle classificò le malposizioni dentali in tre malocclusioni: - 1° Classe; - 2° Classe; - 3° Classe. BIBLIOGRAFIA: E.H. Angle, Classification of malocclusion, Dental Cadmos, N.41, Pag. 248-264/350-357, Anno 1899. CLASSIFICAZIONE Scheletriche Tale classificazione, logicamente, non si riferisce a tutto lo scheletro umano ma solo all’impalcatura scheletrica cranio-facciale: la classificazione di Angle è tesa a stabilire i rapporti antero - posteriori delle arcate dentali, mentre la classificazione scheletrica analizza i rapporti antero - posteriori delle ossa basali della mascella e della mandibola. Ci si riferisce, ad esempio, al punto più anteriore (Punto A) del mascellare superiore ed al punto più anteriore della mandibola (Punto B). BIBLIOGRAFIA: M.Bondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato stomatognatico, Ed. Masson, Milano. CLEAR - Aligner Si tratta di un dispositivo ben tollerato dal paziente essendo molto ridotto e quindi poco visibile. Esso risulta, inoltre, di estrema efficacia poiché è privo di rialzi occlusali ed abbraccia con la resina tutti gli elementi, sia vestibolarmente che palatalmente. L'unico svantaggio, non irrilevante, è rappresentato dalla sua estrema fragilità, sopratutto nelle zone distali degli ultimi molari, dovuta all’esiguo spessore dell’acrilico. Tale handicap, che limita notevolmente il suo impiego clinico 35 può essere superato realizzando il clear - aligner in resina acetalica o in lega per scheletrati. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. CLEAT Si tratta di perni utili per favorire l’estrusione di canini inclusi. (Gancio) CLIP Questo gancio è applicato in presenza di bande complete di tubi vestibolari. E’ preferibile confezionarlo con filo di diametro pari a 0,8 - 0,9 mm. La sua costruzione si presenta relativamente semplice. Esso, infatti, è costituito essenzialmente da un occhiello posto sul palato dal quale si sviluppa la parte terminale del gancio situato al di sotto della cannula della banda. CLIP - On Apparecchio di contenzione rimovibile applicato solitamente nella zona anteriore (da canino a canino) dell'arcata inferiore. CLOSE Locking Blocco dell’A.T.M. in posizione di chiusura della mandibola. CLOSED Lock Si tratta del blocco dell’A.T.M. CLUTCH Strumento facente parte del pantografo utilizzato per registrare l’occlusione. COESIONE E’ rappresentata dalle forze di attrazione tra particelle di uno stesso corpo. (Apparecchio di) COFFIN A Coffin si deve la diffusione di un sistema di espansione palatina semplice e valida. La peculiarità del dispositivo è la molla centrale che nel 1880, fu per la prima volta realizzata con un filo di acciaio per corda di piano, mentre oggi è confezionata con fili elastici di ultima generazione. COIL Spring Si tratta di piccole molle precompresse che favoriscono l’apertura o la chiusura di spazi tra i denti. COLABILITA’ Vedere FLUIDITA’ COLOMBELLA Vedere (Legatura di) KOBAYASCHI 36 COLOMBIANI (Autore storico) E’ stato uno dei primi Autori di testi in ambito odontoiatrico con il libro “Il tutto ristretto in poco”, risalente al 1724. (Trazione) COMBINATA Questo tipo di trazione extra - orale riproduce le azioni della trazione cervicale e nucale creando così una coppia di forze. (Arco di ) COMPLETAMENTO Vedere (Arco verticale di) GOSHGARIAN COMPOSITO Autopolimerizzante Materiale, utilizzato per la ”fissazione” degli attacchi ortodontici ai denti; esso è composto da una pasta e da un attivatore. COMPOSITO Fotopolimerizzante Materiale molto semplice da usare, utilizzato per la “fissazione” degli attacchi ortodontici ai denti: esso infatti polimerizza solo dopo averlo esposto alla luce dell’apposita lampada fotopolimerizzante. COMPOSITO Pasta - Pasta Si tratta del materiale più utilizzato per la “fissazione” degli attacchi ortodontici ai denti. (Pinza) CONCAVO Convessa Strumento utilizzato per confezionare anse su fili tondi. CONSONANTI - LINGUO - PALATALI: L. N. T. D., con appoggio anteriore; - LINGUO - PALATALI: J. CI. GI., con appoggio laterale; - LINGUO - VELARI: K. GH. CH., con appoggio tra porzione posteriore della lingua e palato molle.; - BI - LABIALI : B. P. M., con appoggio sul labbro inferiore. (Apparecchio di) CONTE Dispositivo extra - orale ideato dal dottor Conte per la correzione ortodontica di malocclusioni di III Classi. BIBLIOGRAFIA: A. Conte - A. Carano - E. Simone - G. Siciliani, Un nuovo sistema per la protrusione mascellare, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 2000, N. 3. (Dispositivi attivi di) CONTENZIONE La scelta dei dispositivi di contenzione attivi varia a seconda del numero dei denti interessati alla rifinitura. Se la correzione concerne pochi elementi, lo strumento terapeutico utilizzato è una placca stabilizzata con annesse molle e viti. Al 37 contrario, se lo spostamento interessa più denti si può far uso di apparecchiature specifiche come ad esempio il posizionatore o lo spring aligner. BIBLIOGRAFIA: U. Comparelli, La recidiva: una panoramica dei dispositivi ortodontici di contenzione, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.58. CONTENZIONE (Classificazione) Una prima classificazione delle apparecchiature ortodontiche applicate al termine della terapia ortodontica è quella che vede contrapposti i dispositivi passivi e quelli attivi: i primi non esercitano alcuna forza, avendo come unico fine quello di impedire spostamenti indesiderati; i secondi, al contrario, sono impiegati allo scopo precipuo di favorire il movimento di uno o più denti, garantendo altresì la conservazione nel tempo dei risultati conseguiti attraverso la terapia ortodontica. A questa distinzione, determinata come si è detto dalla funzione esplicata dal dispositivo, si aggiunge quella tra le apparecchiature fisse e mobili, funzionale alla natura degli stessi. CONTENZIONE (Fase terapeutica) Ultima fase del trattamento ortodontico, il cui scopo è preservare le correzioni ottenute. (Dispositivi passivi di) CONTENZIONE Tali apparecchi, logicamente passivi, sono confezionati nel pieno rispetto di alcuni parametri (stabilità, ritenzione, minimo ingombro, assoluta mancanza di interferenze con l’antagonista) l’osservanza dei quali è di basilare importanza per l’efficacia del manufatto. BIBLIOGRAFIA: A. Levrini - C. Lanteri, Recidiva e contenzione 2° Parte, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1988, N. 5. (Molla) CONTINUA Elemento in filo applicato a splint inferiori per la vestibolarizzazione dei settori latero-posteriori. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). (Archi) CONTINUI Archi applicati all’apparecchiatura multi brackets. BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia Ortodontica, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano. (Placca per) CONTRARRE Vedere (Dispositivi con viti) SETTORIALI CONTRAZIONE e Dilatazione Predisposizione dei materiali a subire cambiamenti dimensionali in seguito a variazioni termiche. 38 (Arco di) CONTRAZIONE Si tratta di un arco continuo. (Pinza di) COON Strumento utilizzato per applicare il filo di legatura tra l’attacco e l’arco. COPPIA di Forza Essa è costituita da due forze che, applicate in due punti diversi e con direzioni opposte, riescono a far compiere al dente un movimento corporeo. CORONOPLASTICA Tecnica utilizzata in ambito ortodontico ed estetico per modificare i diametri dei denti mediante l’aggiunta o la sottrazione di materiale. (Movimento) CORPOREO Movimento di traslazione di un corpo avente una direzione perpendicolare al suo asse. (Placca) CORRETTIVA Dispositivo rimovibile applicato in ambito gnatologico in soggetti affetti da disfunzioni articolari. BIBLIOGRAFIA: B. Volpato - N. Anton - C. Minghini, La placca correttiva e la doccia notturna, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 60. CORRETTORE Labiale Ideato dai dottori Bertarini e Bernokopf, il correttore labiale è un apparecchio utilizzato in terapia miofunzionale per il trattamento delle disfunzioni labiali. Esso è costituito da una mascherina in resina fornita di un appoggio per il labbro superiore, alla quale sono collegati due bracci in filo. Questi ultimi sono modellati a mò di anelli per l’inserimento delle dita del paziente. BIBLIOGRAFIA: A. Bertarini - E. Bernokopf, Il “correttore labiale” nuovo dispositivo in terapia miofunzionale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.59. (Piani multi-funzionali di) CORTI Sono piani occlusali metallici preformati, ideati dal dottor Corti, che si rivelano molto utili nella costruzione di svariate apparecchiature ortodontiche. BIBLIOGRAFIA: Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone N. 66. (Sindrome di) COSTEN Patologia a carico dell’A.T.M. che si caratterizza per la presenza simultanea di cefalea, vertigini, dolore ed eventuali rumori. COSTRITTORI Vedere RESTRAINTS. 39 (Gancio) CRAMPONE E’ uno degli elementi ritentivi a braccio singolo più efficace. La sua conformazione, infatti, garantisce sia la ritenzione che l’appoggio grazie alla particolare sagoma del supporto (il cosidetto crampone). Si realizza con un filo da 0,7 mm. modellato tra i denti a forma di lancia rovesciata. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Bologna, Ed. Martina, Anno 1994. CREEP Attrito tra denti e materiale solitamente riferito a materiale termoplastico. CROSS - Bite Inversione dei corretti rapporti occlusali tra i denti delle due arcate. (Apparecchio di) CROZAT L’apparecchio di Crozat è uno dei dispositivi ortodontici più poliedrici, in quanto garantisce sia un’ottima ritenzione, sia la possibilità di aggiungere accessori capaci di correggere un gran numero di malposizioni dentali. BIBLIOGRAFIA: 1) G.B.Crozat, Possibilities and use of removable labio lingual spring applince, Orthodont Oral Surg, Anno 1920, N.6. 2) F.Brandies - N.F.Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed.Masson, Anno 1993. 3) F. Francolini, L’apparecchio labiolinguale ad azione elastica, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 52. CURSORE Telescopico Elemento peculiare dell’apparecchio di Herbst. D. A. I. (Dental Aesthetic Index) Indice utile per la valutazione oggettiva dei risultati conseguiti attraverso il trattamento ortodontico. BIBLIOGRAFIA: G. Casotto - F.A. Miotti, Terapia ortodontica con estrazioni: analisi dei risultati con il “Dental Aesthetic Index” (DAI), Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1997, N. 6. D. V. R. Dispositivo fisso, ideato dall’odontotecnico Alessandro Passilongo, caratterizzato dalla presenza di una vite di espansione posta vestibolarmente all’arcata dentale. Con il D.V.R. è possibile ottenere diversi movimenti in direzione mesiale e distale. BIBLIOGRAFIA: S. Passilongo, Nuovo dispositivo fisso con vite per gli spostamenti dentali D. V. R., Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1992 N. 8. 40 (Arco universale) DAL PONT Apparecchio multi - bande composto da dodici bande fornite di un attacco verticale posizionato vestibolarmente. A questi ultimi è solidarizzato l’arco universale formato appunto da dodici anse. BIBLIOGRAFIA: U. Zompetti, L’arco universale “Dal Pont”, Ortodonzia tecnica (Rivista Or Tec), Dicembre 1996, N.4. (Apparecchio di) DARCISSAC Apparecchio “mobilizzatore” ad azione attiva. BIBLIOGRAFIA: T. Gallo, Il darcissac e il suo impiego, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1995, N.5. (Attivatore labiale di) DASS Apparecchio utilizzato in terapia miofunzionale per coadiuvare gli esercizi miranti a tonificare la muscolatura labiale. Esso è costituito da un filo con diametro di 1,1 mm. modellato a mò di molla con le basi ampie quanto la lunghezza delle labbra. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N.F. Stahl, Tecnica ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, Anno 1993. (Placca orto-funzionale) DE SIMONE Dispositivo rimovibile superiore che associa sia l’azione meccanica che quella funzionale. Essenzialmente, la placca De Simone è composta da: - ganci di Adams sui primi molari; - arco palatale a contatto con le superfici linguali degli elementi anteriori superiori; - ganci a filo sui canini; - lip - bumper; - ed infine, vite di espansione trasversale. A questa configurazione base è possibile aggiungere accessori coadiuvanti l’azione del dispositivo, come ad esempio l’arco extra - orale. BIBLIOGRAFIA: P.De Simone, Placca orto - funzionale De Simone, Rivista Italiana degli Odontotecnici; Dental Press, Anno 1996, N.4. DECAPAGGIO Procedimento chimico consistente nell’eliminazione, mediante particolari acidi, dell’ossido presente sulle superfici metalliche a fine saldatura o fusione. DECIDUI Termine indicante i denti da latte. DECOMPENSAZIONE Correzione delle malposizioni dentali dovute ad un cattivo rapporto sussistente tra gli elementi dentari e le ossa basali. 41 DEEP - Bite Vedere MORSO Profondo DEFLESSIONE Operazione attraverso la quale si modifica la direzione di un corpo in movimento. DEFORMAZIONE Plastica Operazione attraverso la quale si sfrutta la capacità di un materiale di lasciarsi deformare in modo permanente. DEGLUTIZIONE Uno tra i primi a dare una definizione compiuta della deglutizione è stato F. Magendie. Egli la catalogò come l’atto fisiologico inteso a permettere “la propulsione del cibo dalla bocca allo stomaco. In base a tale definizione, la deglutizione può essere suddivisa in quattro fasi conseguenziali: la preparazione orale, la fase deglutitoria orale, la fase faringea e la fase esofagea. Durante la fase orale è la lingua che gioca un ruolo fondamentale grazie al naturale sinergismo con il palato. Conseguentemente se questo formidabile muscolo assume posizioni scorrette (deglutizione viziata) andando a “sbattere” sui denti, possono verificarsi malocclusioni o addirittura, trattandosi di un conformatore funzionale, assimetrie scheletriche. BIBLIOGRAFIA: A. Levrini, Terapia miofunzionale. Rieducazione neuro – muscolare integrata, Ed. Masson, Milano, Anno 1998. DEGLUTIZIONE Viziata Questa definizione riassume gli atteggiamenti non corretti assunti dalla lingua durante le prime fasi della deglutizione. Tali atteggiamenti sono responsabili molto spesso di malocclusioni dentali o assimetrie scheletriche. BIBLIOGRAFIA:1) A. Levrini, Terapia miofunzionale. Rieducazione neuro – muscolare integrata, Ed. Masson, Milano, Anno 1998. 2) A.Ferrante, Terapia miofunzionale, S.Benedetto del Tronto (AP), Ed.Futura, Anno 1997. (Doppio arco di) DELAIRE La maschera di Delaire è indicata per il trattamento della retrusione del mascellare e per il controllo della crescita mandibolare. Il doppio arco fisso consente di esercitare forze ortopediche mediante l’uso di elastici applicati dalla maschera extra-orale agli uncini. Questi ultimi sono modellati solitamente tra gli incisivi laterali ed i canini superiori in zona vestibolare. BIBLIOGRAFIA: E. Di Malta, Esecuzione tecnica riguardante l’applicazione della maschera e del doppio arco nel trattamento delle III Classi, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 43. 42 (Maschera di) DELAIRE Sistema extra-orale ideato dal Prof. Delaire per correggere discrepanze scheletriche di III Classe. BIBLIOGRAFIA: A. Castaldo, Maschera di Delaire: ortodonzia e ortopedia, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1995, N. 5. (Attivatore di) DELAIRE Dispositivo applicato in pazienti affetti da anchilosi dell’ATM, composto da due ferule (superiore ed inferiore) a cui sono solidarizzati gli elementi elastici aventi funzione terapeutica. BIBLIOGRAFIA: M. Melegari - M. Bonanini, Le protesi maxillo - facciali: gli apparecchi mobilizzatori 2° Parte, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 2. (Apparecchio di) DELQUEL Apparecchio “mobilizzatore” ad azione passiva. (Molla a) DELTA Accessorio elastico utilizzato per linguo - inclinare gli elementi latero - posteriori. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). DENHOLZ Si tratta di un lip - bumper. DENTINA Tessuto connettivo mineralizzato situato sotto lo smalto ed il cemento. DENTIZIONE (Processo) Il processo riguardante l’eruzione dei denti può essere suddiviso in tre periodi ben definiti. Il primo periodo, riguardante la dentizione decidua (20 denti), ha inizio all’incirca all’ottavo mese con la fuoriuscita dei centrali inferiori, seguita dai: - centrali superiori al decimo mese; - laterali inferiori al dodicesimo mese; - laterali superiori al quattordicesimo mese; - primi molaretti al sedicesimo mese; - canini al diciottesimo mese; - ed infine, i secondi molaretti dal 21° al 30°mese. Il secondo periodo, invece, si riferisce alla dentizione permanente (32 denti). Esso ha inizio con l’eruzione dei primi molari e degli incisivi centrali inferiori verso i sei anni circa e prosegue con: - gli incisivi centrali superiori a sette anni; - i laterali a otto anni; - i primi premolari a nove anni; 43 - i canini a dieci anni; - i secondi premolari a undici anni; - ed infine, i secondi molari a dodici anni. Il terzo ed ultimo periodo si riferisce all’eruzione dei cosiddetti denti del giudizio o terzi molari la cui comparsa, molto variabile e non sicura, può avvenire dal ventesimo anno in poi. DEPRESSORE del Labbro Inferiore Muscolo che permette l’abbassamento del labbro inferiore. DEPRESSORE dell’Angolo della Bocca Muscolo che consente la tensione verso il basso degli angoli della bocca. (Disgiuntore rapido di) DERICHSWEILER E’ un diastasatore della sutura palatina che prevede la presenza dell’acrilico sul palato. BIBLIOGRAFIA: D.J. Timms, La realizzazione di apparecchi per la rapida dilatazione(RDP), La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1993, N.6. (Spazio di) DERIVA Vedere LEEWAY - Space. DESIRABODE (Autore storico) Precursore dell’uso delle bande come ancoraggio (1842). DESMODONTO Complesso fibroso che rende possibile l’unione del dente all’alveolo. (Classificazione di) DEWEJ In riferimento alla classificazione di Angle, Dewej ha catalogato le malposizioni dentali nei seguenti tipi. Per la I° Classe: a) Tipo 1, con incisivi affollati e canini in posizione vestibolare; b) Tipo 2, con protrusione degli incisivi superiori; c) Tipo 3, con inversione dei rapporti degli incisivi superiori ed inferiori in senso vestibolo - orale; d) Tipo 4, con alterazione dei rapporti trasversali tra i molari ed eventualmente tra i premolari delle due arcate; e) Tipo 5, con avanzamento dei molari per la caduta dei denti adiacenti. Per la III° Classe: a) Tipo 1, le arcate dentali sono di dimensione normale ed i denti sono posizionati correttamente: l’anomalia dunque è provocata dalla posizione avanzata della mandibola; 44 b) Tipo 2, gli incisivi inferiori occludono lingualmente rispetto agli incisivi superiori e l’arcata superiore è normale; c) Tipo 3, gli incisivi superiori ed inferiori sono in una posizione invertita, i primi sono affollati, mentre gli ultimi si presentano allineati. DI. AS. Acronimo di Distrattore Asimmetrico. DI. AS. MO Acronimo di Distrattore Asimmetrico Modulare. (Movimento) DIAGONALE Vedere ( Movimento di) BENNET DIASTASATORE Vedere DISGIUNTORE. DIASTEMA E’ la mancanza di punti di contatto, mesiali o distali, tra due o più elementi. DIATORICI Termine indicante gli elementi latero - posteriori. DIGRIGNAMENTO Bruxismo eccentrico DILATATORE a Vite Apparecchio “mobilizzatore” ad azione passiva. DILATAZIONE Vedere CONTRAZIONE (Disgiuntore) DI MASSA Si tratta di una vite da espansione rapida che presenta sulla faccia linguale due o quattro cannule sagittali. Le cannule sono l’ancoraggio palatale di vari tipi di moduli. La possibilità di applicare allo stesso tempo: dispositivi di ortopedia maxillare, dispositivi di ortopedia mandibolare, dispositivi di movimento ortodontico puro, mette a disposizione dell’ortodontista una vasta gamma di combinazioni tecniche, che rende veramente molto stimolante la progettazione e la realizzazione del trattamento. BIBLIOGRAFIA: E. Di Massa, Il disgiuntore modificato secondo Elisabetta Di Massa (apparecchio modulare polifunzionale), Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.61, Anno 1998. DINAMOMETRO Strumento utilizzato per misurare le forze esplicate dagli apparecchi ortodontici. DISCINESIA Insieme di movimenti muscolari abnormi (contrazioni, scatti). 45 (Dispositivo per) DISCINESIE Dispositivo bi-mascellare realizzato con materiale termoplastico e completo di scudi laterali utili per correggere atteggiamenti viziati. BIBLIOGRAFIA: A. Licantro, Dispositivi per mioartropatie, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, N. 4, Anno 1994. DISFASIA Disorganizzazione nell’articolazione del linguaggio. DISFUNZIONE Occlusale Patologia a carico dell’occlusione in grado di causare danni al parodonto e all’A.T.M. DISGIUNTORE Rapido Dispositivo ortodontico ortopedico fisso utilizzato per ottenere la disgiunzione della sutura palatina. Esso consta essenzialmente di una vite centrale dalla quale partono quattro bracci in metallo che, una volta modellati, saranno brasati alle quattro bande alloggiate sui denti. BIBLIOGRAFIA: G. Alessandri Sonetti - I. Marini - U. Capurso, Il disgiuntore rapido del palato, Ed. Martina, Bologna, Anno 1999. DISGIUNZIONE Intervento ortopedico consistente nell’apertura della sutura palatina. DISGNAZIA Termine indicante la scorretta posizione di un qualsiasi elemento, sia esso dente o arcata, in relazione al cranio. DISINCLUSIONE Operazione tramite la quale si elimina un ostacolo all’estrusione di un dente. DISLESSIA Difficoltà nell’apprendimento del linguaggio scritto. DISLALIA Disturbi del linguaggio. BIBLIOGRAFIA: E. Barbato - D. Proietti - T. Giancotti - D. Cannoni - L. Manzon, Disturbi del linguaggio nei quadri di malocclusione. Indagine preliminare, Dental Cadmos, Anno 2000, N. 4. (Molle) DISLOCANTI Si tratta di accessori elastici in filo che, opportunamente confezionati, tendono a dislocare l’attivatore. Le molle dislocanti in questo modo costringono il paziente ad attivare la propria muscolatura per posizionare correttamente il presidio ortopedico. BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano, Anno 1995. 46 DISLOCAZIONE Spostamento in toto di un corpo da una posizione all’altra. DISMORFOSI Forma anomala di uno o più denti. DISODONTIASI Eruzione difficile di uno o più elementi. DISOSSIDANTE Vedere FONDENTI DISPLASIE Termine indicante difetti di formazione dei denti o delle ossa basali. DISTAL 8 Si tratta di un apparecchio fisso ideato dai dottori Celestino e Francioli per la distalizzazione degli elementi latero - posteriori superiori. La particolarità del Distal 8 è rappresentata dalla possibilità di distalizzare con lo stesso dispositivo anche i primi ed i secondi premolari. BIBLIOGRAFIA: Sillabo Forestadent, Anno 2000. DISTAL Jet Ideato dal dott. Carano e dall’od. Testa, il Distal Jet è un distalizzatore per molari superiori in grado di determinare un movimento corporeo degli stessi. I componenti peculiari del Distal Jet sono le due cannule di 0,9 mm. di diametro interno inserite nel bottone di Nance, ancorato ai primi o ai secondi premolari. Nelle cannule sono inseriti due fili ancorati alle bande posizionate sui molari. Sui tubi, una volta terminato il dispositivo, saranno inseriti una molla di nichel - titanio ed un nottolino con vite. La forza distalizzante si ottiene attraverso la massima compressione della molla con il fermo garantito dal nottolino. BIBLIOGRAFIA: A. Carano - M. Testa, Applicazioni cliniche del Distal Jet, Catalogo Micerium, Anno 1999. (Strumento) DISTALE E’ utilizzato per piegare la parte terminale dei fili, direttamente nel cavo orale del paziente. ( Superficie) DISTALE Dividendo in due parti simmetriche le arcate dentarie con una linea mediana immaginaria, la faccia distale dei denti è situata nella parte opposta rispetto a tale linea. (Placca con vite) DISTALIZZANTE Vedere (Dispositivi con viti) SETTORIALI 47 DISTALIZZAZIONE Spostamento di uno o più denti verso la parte posteriore della bocca, lontano quindi dalla linea mediana. DISTOCCLUSIONE Vedere CLASSE III di Angle DISTOPIE Termine indicante difetti di posizione dei denti o delle ossa basali. DISTOVERSIONE Termine generico indicante denti situati in una posizione distale rispetto alla norma. DISTRATTORE Asimmetrico Apparecchiatura rimovibile superiore applicata in pazienti affetti da patologie a carico dell’A.T.M. ed in special modo da look cronico. La sua funzione è quella di recuperare la posizione corretta del menisco nella sua sede attraverso lo spostamento anteriore e verso il basso del condilo. Il distrattore asimmetrico è essenzialmente composto da uno splint superiore con ganci di ritenzione e piani occlusali, dai quali dipartono i due distrattori. Questi ultimi, realizzati in resina e modellati sul piano occlusale, sono solidarizzati ad essi mediante sistemi elastici rappresentati da due molle. BIBLIOGRAFIA: E. Acciville - M. Bucceri - G. Fiorillo, Distrattore asimmetrico e placca gnatologica modulare, Tecnica Ortodontica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2-3. (Placche di) DISTRAZIONE Si tratta di dispositivi utilizzati in ambito gnatologico per eliminare la compressione del condilo sul bordo meniscale o sul periosto della cavità glenoidea BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996 (Molla a) DITO Modellata vestibolarmente all’arcata con un occhiello, la sua funzione è linguo - distalizzare il canino. (Vedere Molla). DIVARICATORE Labiale Strumento utilizzato per divaricare la muscolatura labiale in modo da mettere ben in evidenza le arcate dentarie. DIVARICATORI Sono apparecchi “mobilizzatori”. D. M. B. Distalizzatore fisso per molari nato da modifiche apportate sia al Pendulum che al Distal Jet. 48 BIBLIOGRAFIA: U. Belassi, D. M. B. distalizzatore molare Belassi, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 57. DOCCIA Gengivale Dispositivo rimovibile utilizzato per l’applicazione di prodotti medicamentosi utili per la salute delle gengive. DOCCIA Occlusale Dispositivo rimovibile impiegabile per diversi scopi: - stabilizzazione dell’articolato; - contenzione a fine cura ortodontica; - rilassamento muscolare. DOCCIA occlusale in Durasoft Placca di svincolo con rialzi totali che si caratterizza per il materiale impiegato per la sua costruzione: esso infatti è composto da uno spessore esterno in acrilico ed uno interno in gomma. BIBLIOGRAFIA: A. Licandro, Dispositivi per mioartropatie, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1994, N. 4. (Gancio di) DOMINIQUE Gancio applicato in presenza di bande complete di tubi vestibolari. E’ preferibile confezionarlo con un filo di diametro pari a 0,8 mm. La sua costruzione si presenta relativamente semplice: esso, infatti, è costituito essenzialmente da un occhiello con un braccio che si estende oltre la cannula della banda. DONAT Molla prefabbricata a spire aperte con diametro interno pari a 1,5 mm. Essa, inserita nei lip - bumper o negli archi per trazione extra – orale, permette la distalizzazione degli elementi ancorati alle bande. DOPPIA Placca con Guide Vedere (Attivatore di ) SANDER. (Placca di avanzamento) DOPPIA Ideata da Schwarz, questa apparecchiatura è composta da due placche, superiore ed inferiore, ad espansione trasversale che lavorando sinergicamente (attraverso particolari piani inclinati) possono risolvere discrepanze di II Classe. BIBLIOGRAFIA: G. Marozzi, Doppia placca di avanzamento per II Classe 2° Divisione, Bollettino di Informazioni Ortodontiche, N.62. DORATURA Tecnica di laboratorio atta a ricoprire metalli non nobili con una sottile lamina d’oro. 49 (Molla) DRITTA Segmento di filo alla cui estremità è aggiunta una goccia di saldame. La sua funzione è quella di guidare il dente in una posizione più vestibolare. (Placca di) DRUM Dispositivo rimovibile realizzato in materiale morbido applicato in ambito gnatologico. BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996 DUCOVATOR Dispositivo ad azione funzionale costituito essenzialmente da un monoblocco, aperto anteriormente, provvisto di archi e vite di espansione trasversale. BIBLIOGRAFIA: M.Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degliOdontotecnici, Dental Press, Anno 1991, N.6. DUOBLOC LS Attivatore ideato da Leger e Sorensen per la correzione della III Classi. Elementi peculiari di questo attivatore separato sono le due viti Duobloc che oltre ad unire le due placche, esplicano l’azione terapeutica vera e propria. BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988. DUPLICATO Termine generico indicante la riproduzione del modello maestro in gesso o in materiale refrattario. DUTTILITA’ Predisposizione di un materiale a farsi ridurre in fili aventi un diametro più o meno sottile. DUREZZA Particolarità di un corpo a resistere alla scalfittura e alla penetrazione di materiali esterni. (Molla di) DUYZING Accessorio attivo consistente in un sistema in filo capace di vestibolarizzare il gruppo anteriore (incisivi e canini). Esso è realizzato con un filo in acciaio da 0,5 mm. brasato ad un arco linguale solidarizzato a due bande. BIBLIOGRAFIA: 1) J.A. Duyzing, Orthodontische Apparatur, Utrecht, L.E. Bosch, 1954. 2) Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. 50 (Gancio di) DUYZING Ideato da Duyzing questo gancio sfrutta le superfici ritentive localizzate sulla parete vestibolare del pilastro. Esso è costituito da due fili di 0,7 mm. modellati ciascuno a forma di “U” coricate, le cui parti superiori sono posizionate al di sopra dell’equatore del dente e quelle inferiori al di sotto allo scopo di garantire una certa stabilità alla placca. BIBLIOGRAFIA: 1) J.A. Duyzing, Orthodontische Apparatur, Utrecht, L.E. Bosch, 1954. 2) Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. E. J. O. (Rivista) European Journal of Orthodontics. E.L.N. Acronimo di Enveloppe Lingual Nocturne. ECCENTRICO Rapporto o una posizione anormale assunta da una qualsiasi struttura dell’apparato stomatognatico. ECTOPIA Alterazione congenita consistente nel cambio di sede di uno o più elementi. EDGEWISE Universalmente conosciuta, tale tecnica prevede l’impiego del filo con sezione lunga disposta orizzontalmente negli attacchi. BIBLIOGRAFIA: C.J. Burstne - K.J. Hanley, Moderna meccanica Edgewise. Tecnica dell’arco segmentato, Quaderno S.I.D.O., Anno 1985, N. 23. (Attivatori) ELASTICI Attivatori (realizzati sempre in articolatore con i modelli orientati secondo il morso di costruzione rilevato dallo specialista) caratterizzati da una estrema elasticità grazie al corpo in resina ridotto e, della presenza massiccia di accessori in filo che opportunamente modellati favoriscono e stimolano l’attività muscolare del paziente, tanto importante per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N.F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, 1993. ELASTICITA’ Attitudine di un materiale a deformarsi per poi riassumere, cessata la causa, la struttura originale. ELASTICO Gli elastici trovano largo uso in ortodonzia fissa per coadiuvare l’azione dell’apparecchiatura confezionata dallo specialista. 51 (Placca con) ELASTICO Vestibolare Così come la placca con arco rettrattore di Roberts anche questo dispositivo risulta efficace in presenza di un leggero tourque vestibolare degli incisivi. Essa è costituita da due ganci di Adams realizzati sui 16 - 26 e da due uncini posizionati vestibolarmente tra i premolari, ai quali viene applicato l’elastico in tensione del tipo 3/8” o 5/8”. Il grosso svantaggio di questo apparecchio di rifinitura è la facilità con cui l’elastico tende a scivolare sulla superficie dei denti, andando così a danneggiare la mucosa gengivale. Per eliminare questo inconveniente è possibile inserire nell’acrilico, tra gli incisivi, due fermi in metallo sì da bloccare l’elastico. BIBLIOGRAFIA: W.J.B. Houston, Sinossi di Ortodonzia di Walther, Edi Ermes, Milano, Anno 1988. ELASTO - Aligner Posizionatore di nuova generazione costruito con elastomero di silicone avente grado di durezza pari a shore 65. Esso è utilizzato prevalentemente per la rifinitura della cura ortodontica. BIBLIOGRAFIA: R.Hinz, Sistema Elastodontico KFO. Evoluzione del posizionatore, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno1996, N. 2-3. ELASTO - Finisher Posizionatore dotato di ottima elasticità essendo costruito con elastomero di silicone di durezza pari a shore 40. Esso, proprio per le sue caratteristiche, può essere utilizzato in abbinamento ai brackets ed in sostituzione agli ultimi archi di livellamento. BIBLIOGRAFIA: 1) R.Hinz, Sistema Elastodontico KFO. Evoluzione del posizionatore, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2-3. 2) A. Silvestrini Biavati, Elastodonzia: alcune considerazioni cliniche, Mondo ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N.5. ELASTO - Osamu Dispositivo davvero singolare: esso infatti è un monoblocco di materiale altamente elastico interessante entrambe le arcate, al quale è possibile applicare la trazione extra - orale. Questa sua particolarità rende l’Elasto - Osamu davvero interessante perché oltre a fungere da posizionatore e quindi da rifinitore dentale, può essere applicato per risolvere discrepanze scheletriche di II Classe, come un qualsiasi altro attivatore rigido. BIBLIOGRAFIA: R. Hinz, Sitema elastodontico KFO. Evoluzione del posizionatore, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2-3. ELASTODONZIA Sistematica che prevede l’uso di posizionatori realizzati con materiale altamente elastico. 52 BIBLIOGRAFIA: J. Duran Von Arx, Elastodonzia: varianti dei posizionatori elastici: classificazione e uso clinico, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1990, N. 6. ELASTOMERI Polimeri utilizzati in ortodontotecnica per la costruzione di apparecchi (posizionatori e similari) molto richiesti per il loro ampio spettro di applicazione. BIBLIOGRAFIA: M. Fraschini, Elastomeri naturali e sintetici in ortodontia: revisione della letteratura, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 6. (Slitta divergente di) ELEN Accessorio che, abbinato alla trazione extraorale, permette la vestibolarizzazione degli incisivi inferiori. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodotecnica, Bologna, Ed. Grasso, 1985. ELETTROMIOGRAFO Strumento diagnostico utilizzato per testare e rilevare l’attività di una serie di muscoli (temporali anteriori, masseteri, temporali posteriori, digastrici, anteriori). ELEVATORE del Labbro Superiore Muscolo che permette il sollevamento del labbro superiore. ELEVATORE del Velo Palatino Fa parte dei muscoli del palato molle; esso permette l’elevazione del palato. ELEVATORE dell’Angolo della Bocca Muscolo che determina sia il sollevamento dell’angolo della bocca che l’aumento della depressione del solco esistente fra il naso e la bocca. ELEVATORI Linguali Gli elevatori linguali pur essendo rieducatori, sono apparecchi singolari ed unici, completamente diversi dai tradizionali stimolatori orali. Le differenze sono riscontrabili sia nella forma che nella funzione: essi, infatti, invece di stimolare incosciamente la lingua la “guidano” sul palato (Vedere anche: Fantilli, Verdon, Balercia,). (Molla a) ELICE Molla caratterizzata dalla presenza di un occhiello realizzato vestibolarmente alle arcate. Il suo uso è indicato per distoinclinare singolarmente i premolari. BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano, Anno 1995. 53 ELLIS (Autore storico) Ad Ellis, in collaborazione con Ketcham (1919) si deve l’introduzione della radiografia facciale. E. L. S. A. A. Apparecchi di espansione e allineamento dei segmenti labiali. BIBLIOGRAFIA: H. S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995. (Processo) ENZIMATICO Vedere MASTICAZIONE. E. O. A. Acronimo di Attivatore Elastico Aperto di Klammt. EQUILIBRATORE della Muscolatura Vestibolare Vedere PODUS. EQUILIBRO Occlusale Situazione fisiologica naturale o ricercata dell’occlusione dentale. EQUIPLAN E’ una delle apparecchiature ideate dal prof. Planas (Vedere anche apparecchi di PLANAS). (Arco extra - orale a) EQUIPLANO Arco extra - orale completo di rialzo anteriore in metallo. BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia Ortodontica, Scienza eTecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano. ERITRODONZIA Anomalia nella colorazione dei denti decidui che si presentano marroni. (Arco di) ESCHLER Arco in filo che, applicato all’apparecchio superiore, abbraccia le superfici vestibolari degli elementi anteriori inferiori. La sua funzione è del tutto simile a quella dell’arco di retrazione inferiore. BIBLIOGRAFIA: M. Tromba, Riabilitazione neuro - occlusale secondo Planas, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1995, N. 2. ESPANSIONE Termine generico utilizzato per indicare l’aumento dei diametri delle arcate. 54 (Arco di) ESPANSIONE Si tratta di un arco continuo. ESPANSIONE di Presa Durante la reazione di presa del gesso si verifica un aumento volumetrico, definito appunto espansione di presa. Viene considerata, a riguardo, la percentuale di dilatazione lineare. ESPANSORE Palatale Nitatium Vedere NITATIUM Palatal Expander. ESSIX Retainer termostampato con un rialzo articolare totale di 0,4 mm. (Terapia) ESTRATTIVA Trattamento ortodontico che prevede due o più estrazioni dentali. ESTRUSIONE Traslazione del dente in direzione occlusale. ETCHING Procedimento chimico consistente nell’applicazione di acido orto - fosforico per l’adesione degli attacchi ortodontici sulle pareti dei denti. EUGNAZIA Funzionale Obiettivo terapeutico ottenuto con l’estrazione di due o più denti. EUGNAZIA Morfologica Obiettivo terapeutico ottenuto senza ricorrere ad alcuna estrazione dentale. EVAA Appliance Propulsore mandibolare. L’attivatore Evaa, infatti, è un apparecchio rimovibile inferiore con rialzi laterali (realizzato secondo il morso di costruzione) solidarizzato all’arcata superiore tramite due bracci vestibolari in filo. Essi vanno ad inserirsi nelle cannule delle bande posizionate sui molari superiori. BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord - Europa: alcuni apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1991, N. 6. EVANS (Autore storico) Precursore nell’uso delle bande fisse come ancoraggio. (Trazione) EXTRA - Orale Sistema costituito da due archi, uno interno ed uno esterno, molto utilizzato in ortodonzia per distalizzare o contenere rotazioni indesiderate dell’arcata superiore. (vedere anche Trazione di KLOEN). 55 BIBLIOGRAFIA: A. Samuels - V. Cacciafesta, L’uso clinico della trazione extraorale ortodontica, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N. 3. F. D. A. Sistema funzionale applicato per ottenere la distrazione condilare. Ideato dal prof. Rocabado, l’F. D. A. è composto da due splint in resina, superiore ed inferiore, con rialzi totali. Essi sono solidarizzati attraverso un sistema elastico rappresentato da due molle opportunamente realizzate con un filo in acciaio di 1mm. BIBLIOGRAFIA: M. Tromba, M. F. D. A. : apparecchiatura per la distrazione condilare, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N.1. F. O. M. (Funcional Orthodontic Modulator) Sistema funzionale modulare ideato dall’odontotecnico Roberto Paludetti. Elementi peculiari di questo dispositivo sono l’esiguo ingombro e l’estrema versatilità applicativa che si traducono in vantaggi per il paziente e per lo specialista. BIBLIOGRAFIA: R. Paludetti, Dispositivi modulari polivalenti, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1995, N.3. FACCIA Porzione della testa che va dalla radice del naso alla zona inferiore del mento. FACCIA Corta Termine impiegato per identificare soggetti che presentano una riduzione verticale del segmento facciale inferiore. FACCIA Lunga Paziente con faccia lunga e stretta associata il più delle volte ad un morso aperto scheletrico. (Arco) FACCIALE Strumento utilizzato sia per rilevare sul paziente i rapporti tra asse cerniera, denti e misura intra - condilare, che per trasferire tali dati sull’articolatore individuale. (Profilo) FACCIALE Per profilo facciale s’intende il bordo anteriore della testa. I punti di repere presi in considerazione sono il mento, la fronte ed il filtro del labbro superiore. (Placca superiore con vite di espansione) FAN Pnas Fulcro di questo dispositivo è la vite di espansione Fan-Pnas la cui particolare conformazione consente l’espansione asimmetrica dell’arcata dentale superiore. 56 BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, 1985. (Placca superiore con vite di espansione) FAN Spring Si tratta di un apparecchio molto usato in passato, dotato di una particolare vite utile per l'espansione trasversale asimmetrica dell’arcata dentale superiore. (Il regolatore di funzione linguale) FANTILLI Il regolatore di Fantilli è un regolatore linguale realizzato sull’arcata inferiore. Esso è costituito da un placca in resina nella quale sono inseriti due “cordoni” metallici rivestiti da guaine di plastica. I “cordoni”, più propriamente detti modulatori, sono in grado di essere orientati in funzione del movimento richiesto alla lingua. Oltre a fungere da binari, i due modulatori sono degli ottimi stimolatori, in quanto sono in grado di tonificare la muscolatura linguale nel suo complesso. BIBLIOGRAFIA: D.Caprifoglio - M.Gandolfini - M.Fedi - A.Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N. 2. (Gancio a) FARFALLA Mezzo ritentivo a braccio singolo impiegato come gancio complementare. Si realizza con un filo in acciaio avente un diametro di 0,7 mm. e la sua azione è garantita dalla “farfalla” modellata al di sotto della massima curvatura orizzontale dei denti pilastro. BIBLIOGRAFIA: U. Comparelli, Atlante Ortodontico, San Benedetto del Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1999. (Placca di) FARRAR Apparecchio superiore rimovibile con rialzi occlusali totali e leggero piano di scivolo anteriore. La placca di Farrar è utilizzata in presenza di blocco articolare (dopo la fase acuta) per riposizionare il condilo nella sua sede. BIBLIOGRAFIA: G. Capone - C. Rivieccio, Interceptor secondo Schulte e la placca di Farrar, Ortodonzia Tecnica, (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 3. FAUCHARD (Autore storico) Pierre Fauchard con il suo lavoro “Le chirurgie dentiste” risalente al 1728, si pone come uno dei primi clinici specialisti in ortognatodonzia. FENOTIPO Tipo di sviluppo influenzato dall’ambiente che circonda il soggetto. 57 FERULA Particolare apparecchio utilizzato in fase di contenzione. Si caratterizza per l’estensione che interessa solo le corone dentali. BIBLIOGRAFIA: B.G.N. Smith, Ferule definitive, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1992, N. 1. (Lingua) FESTONATA Patologia a carico della lingua che si presenta molto alterata nella forma e caratterizzata da impronte dentarie visibili. La causa risiede molte volte in una dimensione verticale molto bassa associata ad una deglutizione scorretta. BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia Miofunzionale, San Benedetto del Tronto (AP), Ed. Futura, 1997. FILI Ortodontici I fili in ambito ortodontico rivestono un ruolo di primaria importanza: grazie ad essi infatti è possibile garantire l’assorbimento ed il rilascio di energia, necessaria per effettuare i movimenti desiderati. Quando si progetta un qualsiasi apparecchio ortodontico è indispensabile ricordare che esso agisce non soltanto in un contesto delicato e complicato, ma anche in un campo d’azione limitato. Ottenere una forza intensa (non indicata) non è mai un problema, al contrario è difficile ottenere una forza leggera e continua (indicata). FILO Leggero Vedere LIGHT - Wire. (Gancio a) FILO Questo elemento di tenuta è realizzato con un filo in acciaio con un diametro pari a 0,9 - 1 mm. Esso è modellato sulla parete vestibolare del dente con la parte terminale del filo insinuato nel sottosquadro, sì da garantire una certa stabilità alla placca ortodontica. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Anno 1994. FIONDA Trazione extra – orale, avente come punto di appoggio il mento, impiegata per correggere le III Classi scheletriche. (Gancio) FIRENZE Ortodonzia Gancio utilizzato in abbinamento alle bande e formato da due ganci a palla posizionati l’uno mesiale e l’altro distale al dente, brasati ad un filo situato al di sopra di essi. FIRST – Class Si tratta di un distalizzatore per molari ideato dall’odontotecnico Parri e dai dottori Luppoli e Fortini. BIBLIOGRAFIA: A. Fortini – M. Luppoli – M. Parri, Un nuovo apparecchio per la distalizzazione rapida: il First – Class, Il Bollettino Ortodontico Leone, N. 63, Anno 1999. 58 (Protesi) FISIOLOGICA Tipo di protesi in cui i carichi masticatori vengono trasferiti solo sui denti (Es. Protesi fissa). (Placca) FISSA Con tale termine si suole indicare le placche ortodontiche in resina (normalmente rimovibili) cementate ai denti. Tale necessità, davvero molto rara e non auspicabile, può presentarsi in dentizione decidua ove, per la particolare morfologia dentale, non è possibile garantire una buona ritenzione al dispositivo. (Protesi) FISSA Tutti i tipi di protesi fissate con particolari cementi ai denti o a strutture impiantate nell’osso. FISSATORE Vedere VERTOCCLUSORE. (Apparecchiature ortodontiche) FISSE I dispositivi meccanici fissi sono apparecchi estremamente versatili e perciò impiegabili per la risoluzione di molteplici problematiche. Essi, inoltre, presentano il vantaggio non trascurabile di garantire al paziente un buon comfort ed al professionista un trattamento che prescinde completamente dalla volontà del primo. Quest’ultimo aspetto è legato alla natura stessa dell’apparecchio fisso, natura che tuttavia causa una scarsa igiene orale e quindi compromette il parodonto e la salute orale in generale. A tutto ciò l’ortodontista dovrebbe porre rimedio con una minor diluizione temporale dei controlli. Le principali tipologie riguardanti tali dispositivi sono: - gli archi saldati; - gli archi rimovibili; - i retainer. BIBLIOGRAFIA: B.G.N. Smith, Ferule definitive, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1992, N. 1, F. K. O. Acronimo di Funktionsckieferorthopadie che significa ortopedia funzionale dei mascellari. BIBLIOGRAFIA: R. Frankel, Ortopedia mascellare, ortodontia e la teoria di Roux sull’adattamento funzionale, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1997, N. 5. FLUIDITA’ Predisposizione del materiale fuso a scorrere. FLUSSI Vedere FONDENTI. FLUX Vedere FONDENTI 59 FOLLOW UP Controllo a distanza. FONDENTI Materiali utilizzati durante la brasatura per rimuovere dalle superfici da brasare gli ossidi derivanti dal riscaldamento. Questi ultimi, una volta sciolti, si depositeranno sulla superficie esterna del saldame e potranno essere rimossi facilmente al termine dell’operazione. FORMATURA della Resina Fase tecnica finalizzata ad ottenere la “base” del dispositivo ortodontico. Essa prevede: - l’impasto del monomero e del polimero; - la sua applicazione sul modello di lavoro, con relativa rifinitura; - ed infine, la polimerizzazione finale dell’impasto in un appropriato polimerizzatore. FORMATURA della Resina con la Tecnica per Impasto Tale metodica prevede l’impasto del liquido (metil - metacrilato) e della polvere (polimetacrilato di metile) in appositi contenitori di vetro - ceramica o siliconici. Dopo aver ben miscelato le due parti (in base alle proporzioni dettate dalla casa costruttrice dell’acrilico), la resina viene colata sul modello di lavoro fino a ricoprire tutti gli elementi presenti (ganci, arco, molle, viti, etc.). Prima di inserire il manufatto così preparato nel polimerizzatore, è consigliabile sia saturarlo con un po’ di polimero che modellarlo con una spatola per ridurre le distorsioni subite dal materiale durante la polimerizzazione. FORMATURA della Resina con la Tecnica Sale e Pepe Tale metodica prevede l’apposizione della polvere e del liquido direttamente sul modello di lavoro. Dopo aver immerso in acqua e isolato il modello, si procede spargendo su di esso dei leggeri strati di polvere (polimero) alternati a piccole dosi di liquido (monomero), fino a ricoprire tutti gli elementi facenti parte del dispositivo. Come per le altre metodiche, prima di inserire il modello nel polimerizzatore è opportuno saturare e rifinire l’impasto. FORO Retroincisivo Il foro retroincisivo si trova a ridosso degli incisivi centrali all’altezza della sutura palatina. E’ senza dubbio un sito molto importante poiché è attraversato sia dai nervi naso-palatini che dai vasi della porzione anteriore del palato. FORZA Per forza s’intende qualsiasi causa capace di produrre o modificare un movimento. 60 FORZA Singola Tipo di forza che, applicata ai denti, produce un movimento d’inclinazione. FOVE Palatine Le fove palatine non hanno una posizione fissa ma variabile da soggetto a soggetto. Esse si localizzano, comunque, tra il palato duro e quello mobile. F. P. O. S. (Flat Plane Occlusal Spilnt). Dispositivo superiore con rialzi totali applicato in pazienti affetti da disordini cranio -mandibolari. (Piano di) FRANCOFORTE E’ uno dei piani cefalometrici più importanti; esso è compreso tra il bordo superiore del porion e il punto sotto orbitario. BIBLIOGRAFIA:S. Corti, Cefalometria in norma lateralis, Guida pratica al tracciato cefalometrico di Ricketts; Verona, Ed. Resch, Anno 1988. (Placca vestibolare di) FRANKEL La Die Bukkalplatte si contraddistingue per il corpo in resina che, infatti, si sviluppa esclusivamente nel vestibolo dell’arcata inferiore. Il professor Frankel ha ideato tale apparecchiatura per agevolare la funzione linguale, tanto compromessa con l’applicazione dei dispositivi rimovibili linguali tradizionali. BIBLIOGRAFIA: F.Francioli - D. Francioli, “Die Bukkalplatte-la placca vestibolare secondo Rolf Frankel, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 40. (Regolatore di funzione di) FRANKEL Tra i dispositivi funzionali, il regolatore di funzione del prof. Frankel è quello più completo e quindi più indicato in presenza di disordini muscolari, causa di malocclusioni e di assimetrie facciali. L’apparecchio si caratterizza per gli scudi in resina laterali e anteriori, realizzati secondo parametri ben studiati dall’Autore. Essi hanno come obiettivo terapeutico principale quello di contrastare l’azione centripeta della muscolatura vestibolare verso il complesso dento alveolare. Anche per il regolatore di funzione di Frankel esistono più versioni, ciascuna mirata alle differenti malocclusioni: - il regolatore FR 1 per le I Classi con affollamento; - il regolatore FR 2 per le II Classi; - il regolatore FR 3 per le III Classi; - il regolatore FR 4 in presenza di morsi aperti. BIBLIOGRAFIA: R. Frankel - C. Frankel, Ortopedia orofacciale con il regolatore di funzione, Milano, Ed. Masson, Anno 1991. 61 FREEWAY Space Spazio libero fisiologico intra - occlusale. FRENULECTOMIA Operazione chirurgica riguardante la riduzione o l’eliminazione del frenulo. FRENULO Linguale Esso deve essere salvaguardato dal presidio protesico e per garantire ciò lo specialista deve rilevare un’impronta funzionale che registri i suoi movimenti in tutte le direzioni. (Dispositivi) FUNZIONALI “La funzione modella la forma”. Questo concetto enunciato da Moss nel 1968 in relazione alla matrice funzionale, racchiude tutta la filosofia terapeutica degli apparecchi funzionali. L’azione di tali dispositivi, infatti, è mirata a contrastare, sfruttare e rieducare la muscolatura oro - facciale e non, come avviene per gli apparecchi meccanici, agendo direttamente sui denti. Dall’inizio del secolo (a quegli anni risalgono i monoblocchi di Robin, Andresen e Haupl, precursori dei presidi funzionali) ad oggi, la loro “evoluzione” è stata costante e progressiva tanto da porli in una posizione di primo piano nel panorama ortodontico mondiale. I clinici che più di altri hanno contribuito a tale successo sono stati il professor Frankel con il regolatore di funzione e il dottor Balters con il Bionator. Entrambi sono divenuti ben presto dei punti di riferimento, influenzando e stimolando successivamente altri autorevoli Autori a mettere a punto apparecchiature più sofisticate e talvolta più efficaci. BIBLIOGRAFIA: T. M. Graber, I principi fisiologici degli apparecchi funzionali, Ed. Masson. Milano, Anno 1989. FUSIBILITA’ Predisposizione di un materiale a passare dallo stato solido a quello liquido tramite apporto, maggiore o minore, di calore. GANCI Termine generico usato per indicare i sistemi ritentivi indispensabili per la stabilità della protesi rimovibile ovvero gli accessori solidarizzati all’apparecchiatura utili per l’applicazione di elastici inter o extra - orali. GANCI di Ritenzione Un buon dispositivo ortodontico mobile per definirsi tale deve essere supportato da ottimi sistemi ritentivi. Essi perciò devono essere realizzati con la massima cura, rispettando sempre alcuni principi basilari: - non devono interferire a livello occlusale con l’antagonista; - non devono ledere i tessuti molli ed il parodonto; 62 - non devono ostacolare eventuali eruzioni dentali; devono garantire una buona stabilità alla placca; devono essere confezionati così come prescritto dall’Autore; e infine, durante il trattamento ortodontico, devono poter essere attivati dallo specialista in qualunque momento. I ganci che rispondono a queste caratteristiche sono numerosi e si dividono sostanzialmente in elementi ad uno o più bracci, ciascuno con propri pregi e difetti. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Masson, Milano, Anno 1994. (Dispositivo di) GARRY - Prior Si tratta di un Herbst modificato, applicato in pazienti russatori affetti da apnea notturna. Esso è realizzato secondo i principi della scuola neuro - muscolare. BIBLIOGRAFIA: N. Lambini, Apnea ostruttiva e roncopatia cronica: “L’utilizzo di apparecchiature dentali nel trattamento notturno”, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 54. GAUGE George Strumento utilizzato per la registrazione del morso di costruzione. (Metodica di) GELB E’ una indagine per immagine. Il fine di tale metodica è valutare la posizione del condilo nella cavità glenoidea sul piano sagittale attraverso proiezioni laterali. Vedere anche (Posizione 4 – 7 di) GELB: Bibliografia: U. Capurso, Diagnostica per immagini dell’ATM, Schede di aggiornamento SIDO, 1994-1995. (Placca di) GELB Vedere M .O .R .A. (Posizione 4-7 di ) GELB Ci si riferisce alla posizione del condilo nella cavità glenoidea. Suddividendo le parti interessate in zone numerate, il condilo deve trovarsi nelle porzioni 4 e 7 per ottenere, secondo il prof. Gelb, un’occlusione fisiologica. BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del Tronto (AP), Ed. Futura, 1997. (Arco) GEMELLARE Si tratta dell’insieme di due archi di filo in accaio da 0,2 - 0,3 mm. incastonati in tubi che a loro volta, vengono inseriti all’interno delle bande nei rispettivi alloggi. GENI Vedere TUBERCOLI Mentonieri. 63 GENIOGLOSSO Muscolo facente parte della lingua, responsabile dell’avanzamento e dell’arretramento della lingua. GENIOPLASTICA Intervento chirurgico atto a migliorare l’estetica del profilo del viso. BIBLIOGRAFIA: M.T. Fadda - E. Migliano - E. Flumari, La programmazione della genioplastica in chirurgia ortognatica, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1996, N. 5. (Lingua) GEOGRAFICA Patologia a carico della lingua che si presenta molto alterata nella forma. La causa è da ricercare in una grave deglutizione viziata. BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1997. GERMEZ Apparecchio mobilizzatore intra - orale. GESSO Il gesso è un minerale che in natura si presenta sia in cristalli trasparenti che in grandi ammassi rocciosi. E’ un solfato di calcio biidrato (Ca SO4 – 2H20), ha un peso specifico di 2,3 (un cm. Di gesso naturale pesa 2,3 grammi), durezza 2 nella scala di Mohs. I gessi utilizzati in campo dentale sono ottenuti con la cottura e la macinazione del gesso naturale. Quest’ultimo una volta setacciato e ben miscelato, viene ulteriormente calcinato a 120° perdendo una parte di acqua di cristalizzazione. Così facendo il solfato di calcio biidrato (gesso naturale) si trasforma in solfato di calcio semiidrato (gesso dentale). GESSO ad Uso Dentale (Classificazione) Tali materiali vengono suddivisi in base alla loro durezza in tre gruppi ed in quattro tipi. Questa classificazione è dovuta alla differente granulosità della polvere che comporta un diverso quantitativo di acqua durante la miscelazione (la quantità di acqua è inversamente proporzionale alla durezza finale del gesso). GRUPPI 1° Gruppo: gesso beta tenero (rapporto acqua - polvere 1:2) Espansione lineare = 0,3 - 0,5% 2° Gruppo: gesso alfa duro (rapporto acqua - polvere 1:3) Espansione lineare = 0,1 - 0,2% 3° Gruppo: gesso alfa extra duro (rapporto acqua - polvere 1:4) Espansione lineare = 0,01 - 0,1% TIPI 64 Tipo I = gesso tenero, impiegato per la rilevazione di particolari impronte di posizione; Tipo II = gesso tenero, utilizzato per il confezionamento di muffole e stampi; Tipo III = gesso duro, utile per la realizzazione di modelli particolarmente resistenti alla compressione ed all’abrasione; Tipo IV = gesso extra duro o sintetico utilizzato per lavori estremamente precisi. (Placca di) GIANNELLY Si tratta di una placca di contenzione con arco circolare BIBLIOGRAFIA: P. Gandini - M. Mancini - D. Fraticelli - G. Sfrondino, Quaderni di Odontoiatria Infantile a cura di D. Caprifoglio, Ed. Masson, Milano, Anno 1992. (Morfocorrettore di ) GIANNI’ Dispositivo ad azione funzionale molto simile al regolatore di funzione di Frankel. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. GINESTET Apparecchio mobilizzatore extra - orale. BIBLIOGRAFIA: T. Gallo, Il Darcissac e il suo impiego, Rivista Italiana degli Odontotecnici (Dental Press), Anno 1995, N. 5. (Placca di) GINEVRA Apparecchio superiore indicato per le classi II, con ganci di Adams sui secondi premolari, arco vestibolare semplice, piani rialzati laterali, vite di espansione e tubi per attivatore utili per l’applicazione della trazione extra - orale. BIBLIOGRAFIA: 1) J. P. Joho - F. De Kalbermatten, Placca di Ginevra con trazione extra - orale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 59. 2) N. Salento - R. Grassi, Gli attivatori con trazione extra - orale delle scuole svizzere, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1995, N. 5. GIPSOTECA Mobile adibito ad archivio dei modelli riproducenti le bocche dei pazienti ortodontici. GIRES Apparecchio mobilizzatore intra - orale. GLOSSECTOMIA Intervento chirurgico consistente nella riduzione del volume della lingua. 65 GNATODINOMETRO Strumento utilizzato per analizzare e calcolare i carichi masticatori che i singoli denti sono in grado di sopportare. (Placca) GNATOLOGICA Modulare Presidio terapeutico superiore di stabilizzazione. La particolarità di questo dispositivo è rappresentata dalla possibilità di aggiungere alla placca base accessori utili alla distrazione dell’ATM ed al riposizionamento mandibolare. BIBLIOGRAFIA: E. Acciville - M. Buccheri - G. Fiorillo, Distrattore asimmetrico e placca gnatologica modulare, Tecnica Ortodontica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2-3. (Placca di) GODDARD Introdotta intorno al 1880 questa placca di vulcanite, provvista di molle per espansione di Coffin, permetteva l’avanzamento del gruppo dentale anteriore del mascellare superiore. (Espansore di) GODON La funzione dell’apparecchio di Godon risalente alla fine del 1800 era espandere l’arcata inferiore grazie a due viti poste anteriormente. GONFOSI E’ la sinartrosi rappresentata dal rapporto dente ed alveolo. (Arco verticale di) GOSHGARIAN Particolare arco trans - palatino provvisto di un ansa centrale capace di produrre movimenti in diverse direzioni e impedire la mesializzazione dei denti ad essi collegati. Essi possono essere realizzati con fili d’acciaio con diametro 0,9 - 1 mm. o con speciali fili elastici in lega beta - titanio. Per la solidarizzazione alle bande, è possibile sia saldarli che inserirli nei lingual cleat, rendendoli così rimovibili. BIBLIOGRAFIA: G. Fiorelli - B. Melsen - R. Giorgetti, Fondamenti di biomeccanica nell’uso della barra transpalatale e dell’arco linguale, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1990, N. 6. (Arco) GOTICO Insieme dei movimenti eccentrici della mandibola sul piano orizzontale. (Attivatore di) GOUDIN Monoblocco bi - mascellare in resina acrilica ad azione ortopedico funzionale. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. 66 GRABER Si tratta di un lip - bumper. (Scala) GRADUATA Strumento diagnostico utilizzato in terapia miofunzionale per valutare la resistenza della muscolatura delle labbra. BIBLIOGRAFIA:A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del Tronto(AP), Ed. Futura, Anno 1997. GRATA Porzione dello scheletrato atta ad accogliere le basi in resina ed i denti artificiali. (Molla a) GREMBIULE Tali molle sono solitamente brasate ad archi o ferule posizionate in alto, vestibolarmente rispetto all’arcata dentale. La loro funzione è quella di correggere eventuali linguo - inclinazioni degli elementi anteriori. BIBLIOGRAFIA: W.J. Tulley - B.S. Cryer, Trattamento ortodontico nell’adulto, Ed. Odonto Stomatologiche Internazionali Saccardin, Bologna, Anno 1970. GRIGLIA Linguale Rappresenta sicuramente il restraint più utilizzato per bloccare la spinta anomala della lingua sui denti, anteriori o e posteriori. Caratterizzata da anse in filo di numero e diametro variabili in base allo spazio da coprire, la griglia può essere sia inglobata nell’acrilico che saldata su di un arco linguale fisso. Essa può essere applicata sia sull’arcata superiore che su quella inferiore: in ogni caso per evitare l’insorgere di decubiti è importante che non venga in contatto con i tessuti molli. BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L. Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N. 2. GRIGLIE Palatali Costrittori fissi applicati per contrastare l’abitudine viziata del succhiamento. BIBLIOGRAFIA: G. Tassan, Dispositivi per la correzione della malposizioni linguali, Rivista Italiana degli Odontotecnici (Dental Press), Anno 1995, N. 9. (Gancio di) GROTH Mezzo ritentivo estremamente efficace in presenza di elementi poco erotti, caratterizzato da una forma ad “U” chiusa. BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988. 67 GUARDIA Orale Dispositivo mobile interessante entrambe le arcate ed esteso, sia lingualmente che vestibolarmente, oltre il colletto dei denti. Tale apparecchio è realizzato in materiale termoplastico ed il suo scopo è quello di preservare il complesso dento - alveolare durante l’attività fisica. GUIDA Canina Percorso della mandibola funzionale alla posizione e morfologia dei canini. GUIDA Condilare Percorso della mandibola strumentale alla morfologia dei condili e delle cavità glenoidee. GUIDA Incisiva Movimento di protrusione mandibolare dipendente dalla morfologia e dalla posizione degli incisivi. (Linea) GUIDA Vedere (Linea di) ANALISI. GUIDE Occlusali Vedere (Placche per) BRUXISTI e (Dispositivi con) GUIDE. (Dispositivi con) GUIDE Apparecchi forniti di guide occlusali in resina in grado di riposizionare la mandibola secondo un protocollo terapeutico programmato dallo specialista in base alla disfunzione occlusale o articolare presente. GUMMY Smile Sorriso gengivale. (Dado di) GURIN Accessorio dell’apparecchiatura fissa che permette l’aggiunta di ganci e stop in modo semplice e veloce. (Disgiuntore di) HAAS Espansore rapido del mascellare che si caratterizza per la presenza della resina sul palato. Tale modifica rende il dispositivo più versatile in quanto è possibile trasformarlo, dopo la diastasi, in un apparecchio di contenzione rimovibile. BIBLIOGRAFIA: C. Browne - I. Sutton - A. Twesme, Espansore rapido palatale tipo Haas, Ed. Masson, Anno 1992, N. 4. (Apparecchio di) HABERFELLNER e Rossiwall Questo attivatore è un dispositivo ideato per coadiuvare la lunga e difficile terapia di pazienti piccoli affetti da paralisi celebrale con compromissione dei distretti orale, facciale e faringeo. Il suo fine terapeutico, che si esplica attraverso la sua estrema mobilità, è facilitare le funzioni più semplici dell’apparato 68 stomatognatico: l’assimilazione del cibo e la riduzione della fuoriuscita della saliva. Per ottenere tali risultati l’attivatore è composto da: - quattro scudi (due per arcata) posti vestibolarmente in zona anteriore, utili per garantire una buona sensibilità della zona periorale ed il ripristino della chiusura della rima orale; - un corpo linguale a forma di “coda”, al quale si possono aggiungere vari accessori che, stimolando la lingua e la zona orale, hanno il compito di ripristinare il riflesso deglutitorio e la coordinazione dei vari elementi interessati. BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L. Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N. 2. HAND Separator Strumento utilizzato per eseguire lo stripping. (Placca di) HANSA Apparecchio ortopedico funzionale nato da una modifica del sistema di Bass e ideato dal professor Hasun. La placca di Hansa è costituita da due placche: - una superiore, con rialzi occlusali, tubi per la trazione extra - orale, ganci di ritenzione, molla per il torque anteriore, vite di espansione trasversale; - una inferiore, con lip - bumper in filo e anse con funzione di ancoraggio allo splint superiore. BIBLIOGRAFIA: H. Konrad, La placca “Hansa” secondo il prof. Hasun, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 3. (Attivatore di) HARVOLD Dispositivo funzionale nato da una modifica dell’Andresen, da cui si distingue per l’apertura anteriore e per il diverso disegno dell’arco vestibolare. BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1991, N. 6. HAUPL (Autore storico) Coideatore dell’attivatore di Andresen. (Placca di) HAWLEY Essenzialmente, tale placca è costituita da due ganci di Adams realizzati sui primi molari ed un arco vestibolare semplice. Quest’ultimo, invece di essere inserito nell’acrilico, può essere brasato ai ponti degli Adams. La resina palatalmente si estende fino agli ultimi molari. BIBLIOGRAFIA: 1) C. A. Hawley, A removable retainer, International Journal of Orthodontics, N. 2, Anno 1919. 69 2) W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano, Anno 1995. (Placca di rilassamento di) HAWLEY Si tratta di una placca superiore con ganci molari, arco vestibolare con passanti distali ai canini e piano di svincolo anteriore interessante gli incisivi ed i canini inferiori. HEADGEAR Si tratta della trazione extra - orale con appoggio craniale. (Vite di) HELLER Particolare vite che permette sia la vestibolarizzazione che la contrazione di singoli denti. BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988. (Arco linguale di) HELLIS Arco linguale con un omega centrale realizzato in oro con capsule prestampate. (Cerniera di) HERBST Apparecchio fisso utilizzato per la correzione delle malocclusioni di II e III Classe. Esso è costituito essenzialmente da due “perni” reperibili in commercio, posti l’uno a destra e l’altro a sinistra delle due arcate e fissati alle bande ed all’apparecchiatura multi – attacchi, tramite accessori specifici. All’interno delle due “cannule” vi sono dei perni che lavorando a mo’ di stantuffo producono, durante l’apertura e la chiusura della bocca, gli effetti terapeutici ricercati. E’ opportuno precisare che se per le II Classi tali perni sono posizionati anteriormente al mascellare (a livello canino) e posteriormente alla mandibola (sui molari), per le III Classi dentali essi verranno posizionati esattamente al contrario. BIBLIOGRAFIA: 1) H.S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995. 2) R. Schiavoni, Il trattamento delle malocclusioni di Classe II mediante l’apparecchio di Herbst, Mondo Orotdontico, Anno 1990, N. 1. (Attivatore di) HERREN Dispositivo funzionale utilizzato in presenza di discrepanze scheletriche di Classe II. Essenzialmente si tratta di un monoblocco interessante entrambe le arcate (tipo Andresen) composto da: - vite di espansione trasversale; - ganci di ritenzione sui molari; - archi vestibolari semplici, superiore ed inferiore. Anteriormente tra le due arcate, per agevolare la respirazione del paziente, l’Autore consiglia di realizzare un “tunnel” e di abbracciare con l’acrilico anche le superfici vestibolari degli incisivi inferiori. 70 BIBLIOGRAFIA: M. Ruzza, Attivatore di Herren, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 4. HICKAM Sistema extra - orale completo di mentoniera e propulsore per il mascellare, utile per la correzione delle III Classi scheletriche. HIGH - Pull Utilizzato per il controllo della dimensione verticale in soggetti iper – divergenti, tale sistema extra - orale è costituito essenzialmente da un appoggio pericranico collegato all’apparecchiatura fissa applicata all’arcata superiore. HINGE - axis Asse cerniera. (Sistematica) HIRO Metodica messa a punto dal dottor Hiro, riguardante il bandaggio linguale indiretto. BIBLIOGRAFIA: S. Della Vecchia-G. Scuzzo-K. Takemoto-T. Hiro-N. Citrulli, Hiro System: nuova metodologia per il bandaggio linguale indiretto. Procedura di laboratorio,Ortodonzia Tecnica (Rivista OrTec), N.1, Anno 2001. (Pinza di) HOLLOW Chop Strumento utilizzato per realizzare archi palatali. (Placca palatale di) HOTZ Apparecchio utilizzato in pazienti affetti da palatoschisi per “sigillare” la fessura in attesa dell’intervento chirurgico. La sua conformazione, molto simile a quella della base di una protesi mobile totale, si caratterizza per la presenza di uno strato esterno duro (realizzato in resina acrilica) che ricopre quello interno morbido preposto alla chiusura della palatoschisi. BIBLIOGRAFIA: M. Seki, Palatoschisi e placca palatale secondo Hotz, La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1991, N. 12. (Placca vestibolare di) HOTZ Si tratta di uno schermo vestibolare utilizzato sia in terapia miofunzionale che per lingualizzare gli incisivi superiori. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). (Pinza di) HOW Strumento utilizzato per modellare le bande. HUNTER (Autore storico) John Hunter fu tra i primi a dimostrare con un esperimento che è la mandibola a muoversi e non il resto del cranio. 71 I. A. P. N. O. R. International Academy of Posture and Neuromuscolar Occlusion Research. (Archi) IDEALI Archi continui utilizzati per la rifinitura della cura ortodontica. BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia Ortodontica, Scienza eTecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano. IDROCOLLOIDI Irreversibili Vedere ALGINATO IDROCOLLOIDI Reversibili Materiale per impronta che, grazie ad una particolare sostanza, (gel di Agar), può essere utilizzato ripetutamente. IMPASTO della Resina Vedere FORMATURA della Resina. (Superficie) INCISALE Superficie occlusale degli incisivi e dei canini. INCLUSIONE Difficile eruzione di un dente. (Bandaggio) INDIRETTO Questa tecnica di laboratorio consiste nell’approntare il montaggio degli attacchi ortodontici sui modelli in gesso. Successivamente, tramite mascherine di trasferimento, gli attacchi così posizionati vengono fissati sugli elementi dentari riducendo il tempodi attesa ed il fastidio per il paziente. (Attivatore) INDIVIDUALE Vedere (Attivatore di) BONDI. INFRAOCCLUSIONE Tale termine indica uno o più denti che si vengono a trovare al di sotto del piano occlusale. INTARSIO Ricostruzione di una porzione della corona tramite applicazione di una struttura in lega o in materiale estetico opportunamente realizzata. INTERCEPTOR di Schulte Vedere (Interceptor di) SCHULTE. (Fase) INTERCETTIVA La fase intercettiva rappresenta in ambito ortodontico la tanto auspicata prevenzione, utile per evitare l’insorgere di patologie di difficile soluzione. Essa, infatti, ha come scopo terapeutico 72 quello di risolvere eventuali problemi ortodontici e/o funzionali ortopedici sin dalla loro comparsa in età evolutiva. BIBLIOGRAFIA: F. Fiorile, Trattamento intercettivo, Ortodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 2000, N. 2. (Molle) INTERDENTALI Molto simili alle molle con occhiello, si differenziano da queste per l’assenza dell’occhiello stesso. BIBLIOGRAFIA: D. Covoni, Elementi a molla, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 52. (Trazione) INTERMASCELLARE Trazione intra orale consistente nell’applicazione di elastici tra le due arcate. INTERNAL Derangements Alterazioni intra - capsulari. INTEROCCLUSAL Acrilic Appliance Dispositivo rimovibile ideato dal professore americano Korn per intrudere i settori dentali posteriori. BIBLIOGRAFIA: M. Korn - J. P. Massol - E. Sefaty, L’orthodontie posturale, Rev. Orthop. Dentofac, Anno 1995, N. 29. INTERPOSIZIONE Linguale Abitudine scorretta della lingua che si frappone tra le arcate dentali. (Trazione) INTRAMASCELLARE Trazione intra orale consistente nell’applicazione di elastici tra denti della stessa arcata. (Apparecchi) INTRANASALI Acrilici Particolari presidi terapeutici applicati in soggetti affetti da labiopalatoschisi. BIBLIOGRAFIA: I. Santiago, Trattamento ortopedico - ortodontico delle labiopalatoschisi, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 60. INTRUSIONE Movimento ortodontico corporeo di uno o più elementi verso la base ossea. (Attivatore di) INTRUSIONE Attivatore indicato nelle II Classi 1° Divisione gravi, con sorriso gengivale e faccia lunga. BIBLIOGRAFIA: H.S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995. 73 IOGLOSSO E’ un muscolo che fa parte della lingua. Esso la deprime e concorre al suo arretramento. I. P. A. Acronimo di Indirect Position Arches. Si tratta di una metodica di incollaggio indiretto dei brackets. BIBLIOGRAFIA: F. Fantozzi, “IPA” (Indirect Position Arches), Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 64. IPER - Correzione Termine riguardante la posizione dei primi molari. Esso sottintende uno spostamento degli stessi in iper-prima Classe di Angle per garantirsi inequivocabilmente, in caso di recidiva, il successo terapeutico del trattamento ortodontico. IPERDIVERGENTE Sinonimo di faccia lunga. IPERDIVERGENZA Conformazione scheletrica del cranio con crescita in senso orario e verticale. IPERDONZIA Termine indicante un numero maggiore di elementi dentari sull’arcata rispetto alla norma (soprannumerari). IPER - Funzione Occlusale Parafunzione dovuta a rapporti occlusali non corretti. IPODIVERGENTE Sinonimo di faccia corta. IPODIVERGENZA Conformazione scheletrica del cranio con crescita in senso anti orario e orizzontale. IPODONZIA Termine indicante un numero minore di elementi dentari sull’arcata rispetto alla norma. IPOSCIALIA Diminuzione della secrezione salivare. (Disgiuntore rapido di) ISAACSON Diastasatore della sutura palatina composto da una particolare vite fornita di molla che si estende trasversalmente sul palato. BIBLIOGRAFIA: D. J. Timms, La realizzazione di apparecchi per la rapida dilatazione palatina (RDP), La Quinteessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1993, N. 6. 74 (Contrazione muscolare) ISOMETRICA Il muscolo si contrae senza apprezzabile diminuzione di lunghezza, mentre la sua tensione aumenta. (Contrazione muscolare) ISOTONICA Il muscolo si contrae senza aumento di tensione, accorciandosi notevolmente. (Gancio a) J Il gancio a “J” è utile come elemento di sostegno complementare. La sua parte ritentiva, ossia il filo modellato a forma di “J”, deve essere curvata in modo da essere accostato al margine della gengiva sulla superficie vestibolare, avvolgendo così completamente il dente di ancoraggio in senso mesio - distale. (Gancio di) JACKSON Questo gancio fu ideato all’inizio del scolo da V. H. Jackson con l’intento di sfruttare al meglio i sottosquadri mesiali e distali presenti sulla parete vestibolare del dente. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Bologna, Ed. Martina, Anno 1994. JANKELSON Americano, è considerato il padre dell’occlusione neuromio - posturale. (Ortotico di) JANKELSON Vedere ORTOTICO. JASPER Jumper Propulsore mandibolare fisso che lavorando lungo l’asse di crescita delle Y favorisce l’avanzamento della mandibola senza indurre arretramenti del mascellare superiore. BIBLIOGRAFIA: 1) S. Beccari, La metodica Herbst e il Jasper Jumper nel trattamento ortodontico fisso, Ortognatodonzia Italiana (RivistaSIDO), Anno 1992, N. 4. 2) A. Calabro, Jusper Jumper, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1992, N. 3. J. C. O. (Rivista) Journal of Clinic Orthodontics. (Placca di) JENSEN Placca superiore con rialzo anteriore che non prevede ganci di ritenzione. Anteriormente, sulla superficie vestibolare degli incisivi superiori, è presente un arco vestibolare realizzato con un filo di spessore di 0,4 x 0,5 mm. BIBLIOGRAFIA: C. Raiman, Speciali apparecchi di ritenzione amovibili, La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1989, N. 12. 75 JET Family Sistematica comprendente una serie di dispositivi ideati dell’odontotecnico Mauro Testa e dal dottor Aldo Carano. La loro peculiarità è rappresentata dal sistema telescopico, fulcro di tutti gli apparecchi, che opportunamente assemblato permette la risoluzione di diverse disgnazie. BIBLIOGRAFIA: A. Carano - M. Testa, Catalogo Jet Family, Micerium. J - Hook Accessorio a forma di “J” utilizzato per l’applicazione della trazione extra - orale alta. JIG Sistema accessorio dell’apparecchiatura ortodontica utile per l’applicazione di trazioni intra o extra - orali. JIG di V. Lucia Splint superiore rimovibile ideato dallo gnatologo americano Lucia, la cui peculiarità è la struttura che si estende solo nella zona anteriore dell’arcata superiore. BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996. (Mini) JIG Dispositivo in materiale elastico ideato dal Prof. Korn per intrudere i settori dentali anteriori. BIBLIOGRAFIA: M. Korn - J.P. Massol - E. Serfaty, L’orthodontie posturale, Rev. Orthopo. Dentofac., Anno 1995, n. 29. JONES Jig Questo dispositivo permette di effettuare la distalizzazione dei molari superiori comprimendo una molla al nickel titanio contro un meccanismo di ancoraggio, composto da un bottone di Nance solidarizzato alle bande cementate sui secondi premolari. Il vantaggio clinico del Jones Jig risiede nella semplicità del meccanismo che evita così l’applicazione di trazione di II Classe. BIBLIOGRAFIA: R.O. Jones - J.M. White, Per una rapida e semplice distalizzazione dei molari, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N.5. (GS) JUMPER Dispositivo ad azione funzionale applicato per la correzione delle II Classi. Il GS Jumper è composto da un apparecchio superiore con: - ganci di ritenzione; - arco vestibolare semplice; - vite di espansione trasversale; - piani rialzati in resina; 76 - arco palatale; - tubi per l’inserimento della trazione extra - orale. In corrispondenza delle zone palatali a livello molare, si sviluppano due “ali” che fungono da sede per l’avanzatore mandibolare, indispensabile per la correzione della discrepanza basale. Quest’ultimo, realizzato in filo, è provvisto di elici per aumentarne l’elasticità e di unisola in resina a contatto con i tessuti molli della zona linguale anteriore. BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni apparecchi terapeutici; Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1991, N. 6. (Sistema elastodontico) KFO Sistematica comprendente vari tipi di posizionatori (realizzati con elastomeri di silicone con grado di durezza shore pari a Sh 40 e Sh 65) in grado, dopo aver effettuato il necessario set up, di effettuare movimenti molto più ampi rispetto ai tradizionali posizionatori. BIBLIOGRAFIA: R. Hinz, Sistema elastodontico KFO. Evoluzione del posizionatore, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2 - 3. (Attivatore di) KARWETZY Attivatore composto da due splint, uno superiore e l’altro inferiore, uniti da altrettante anse ad “U” poste palatalmente ed in posizione posteriore (all’altezza dei molari). Esso può essere impiegato nel trattamento del progenismo. BIBLIOGRAFIA: K. Stolp, Attivatore a staffa U secondo Karwetzy, La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1992, N. 10. (Classificazione di) KENNEDY Questa classificazione ha come scopo precipuo quello di individuare e catalogare situazioni di edentulie topograficamente simili. Essa si sviluppa in quattro classi principali: - 1° Classe: edentulie bilaterali presenti distalmente ai denti residui; - 2° Classe: edentulie monolaterali presenti distalmente ai denti residui; - 3° Classe: edentulia presente mesialmente al dente superstite; - 4° Classe: edentulia interessante la zona normalmente occupata dai denti frontali. KETCHAM (Autore storico) Fautore dell’introduzione della radiografia facciale in collaborazione con Ellis. KIBERNETOR di Schmuth Esso rientra tra gli attivatori anteriori aperti o stimolatori occlusali. Come tutti gli attivatori anche il Kibernetor è realizzato in articolatore, con i modelli orientati secondo il morso di costruzione rilevato dallo specialista. Esso è molto simile al Bionator; gli 77 elementi che lo contraddistinguono sono i due archi vestibolari semplici realizzati sulle due arcate e la vite di espansione trasversale posta sull’arcata superiore. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano Ed. Masson, Anno 1993. KINESIOLOGIA Applicata La kinesiologia applicata è una scienza che, attraverso, alcuni test muscolari, permette di allo specialista di individuare dettagliatamente lo stato di salute del paziente. BIBLIOGRAFIA: R. Dujany, Teoria e impiego pratico della kinesiologia applicata, Ed. Tecniche Nuove, Milano, Anno 1990/95. KINETOR di Stockfish L’attivatore di Stockfish è costituito essenzialmente da due placche con viti trasversali, una inferiore e l’altra superiore aperta anteriormente. Esse sono unite da due anse buccinatorie che partono dallo splint superiore e terminano in quello inferiore. Su entrambe le arcate sono confezionati due archi vestibolari semplici con i passanti distali ai canini. La particolarità del Kinetor è rappresentata dalla presenza sulla superficie occlusale (interposti quindi tra le arcate) di tubuli in gomma elastica con funzione armotizzante e stimolante l'apparato muscolare masticatorio. BIBLIOGRAFIA: 1) G. Mariotti - O. Olivi - E. Spessot, Kinetor di Stockfish con sistemi modulati, La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resh, Anno 1990, N. 8. 2) F. Gagliano, Il Kinetor del prof. Stockfish, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1990, N. 3. KINGSLEY (Autore storico) Precursore dell’uso della trazione extraorale. KINIESOGRAFO Strumento diagnostico utilizzato per l’analisi dei movimenti mandibolari. (Arco di) KITCHON Arco ausiliario per il torque. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). (Attivatore elastico di) KLAMMT Attivatore caratterizzato da una estrema elasticità grazie al corpo in resina ridotto e dalla presenza massiccia di accessori in filo che, opportunamente modellati, favoriscono e stimolano l’attivazione muscolare del paziente. Tale dispositivo si estende principalmente sulle superfici palatali e linguali limitrofe ai diatorici. 78 Anteriormente, in corrispondenza delle pareti linguali degli incisivi superiori e inferiori, sono modellati quattro bracci elastici aventi funzione di controllo. Vestibolarmente sono realizzati quattro archi buccinatori, due per l’arcata superiore e due per l’arcata inferiore. Palatalmente, invece, è presente un’ampia ansa che ha il compito sia di stabilizzare l’attivatore che di stimolare la lingua. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, Anno 1993. (Trazione di) KLOEHN Apparecchio extra - orale costituito da un arco esterno solidarizzato ad una fascia ad appoggio cervicale ed un arco interno inseribile in appositi alloggi posizionati vestibolarmente all’arcata superiore. (Legatura di) KOBAYASCHI E’ utilizzata per bloccare l’arco negli slot. (Indice di) KORKHAUS Tale Autore ritiene che il rapporto tra la somma dei diametri mesio-distali dei quattro incisivi superiori e la profondità della porzione anteriore dell’arcata superiore sia fondamentale per pianificare la vestibolarizzazione o la lingualizzazione del gruppo frontale. (Gancio di) KORN Questo sistema di ancoraggio è applicabile a bande complete di cannule vestibolari. Esso è caratterizzato dall’occhiello che permette l’inserimento di accessori per trazione, quali elastici o legature atte ad esercitare movimenti di rifinitura. (Apparecchio di) KRAUS Schermo anti - lingua, utilizzato per evitare che la lingua si interponga tra le arcate, durante la deglutizione. (Doccia a perno di) KROGH-POULSEN Si tratta di una ferula inferiore caratterizzatz dalla presenza di perni, posizionati sugli ultimi molari (destro e sinistro), che articolano nelle fosse centrali degli ultimi molari superiori. La loro funzione è quella di risolvere blocchi articolari. BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996. KURZ Americano, ha avuto il merito di essere stato tra i primi clinici ad aver approfondito la tecnica di applicazione dei brackets linguali. (Pinza di) LA ROSA Strumento ideato per realizzare archi ed anse. 79 LABBRO Leporino Vedere LABIO Schisi. (Segmenti) LABIALI Si riferisce agli incisivi. (Apparecchio) LABIOLINGUALE ad Azione Elastica Vedere (Apparecchio di) CROZAT. (Placche per) LABIOPALATOSCHISI Presidi terapeutici (applicati in pazienti in età neonatale) molto particolari, che si differenziano completamente dai tradizionali dispositivi ortodontici. La loro funzione, infatti, è quella di dare continuità alla volta palatina che, nei pazienti affetti da labiopalatoschisi, è comunicante con le fosse nasali. Tecnicamente, tali placche devono essere realizzate con molta attenzione seguendo scrupolosamente le indicazioni dello specialista. Essenzialmente sono costituite da una base in resina (molto simile a quella di una base di una protesi mobile totale) che, opportunamente confezionata, andrà a colmare la deficienza ossea grazie al cosidetto “otturatore”. LABIOPALATOSCHISI Fusione incompleta dei processi nasali laterali con i processi mascellari. LABIOSCHISI Fusione incompleta del labbro superiore. LABIO - Versione Inclinazione vestibolare dei denti anteriori. (Gancio) LANCEOLATO Ideato da M. Schwarz nel 1935, questo gancio è considerato estremamente importante in quanto con la sua introduzione è stato possibile garantire al dispositivo ortodontico mobile una più adeguata stabilità. Ciò logicamente ha favorito un impiego sempre maggiore di questo tipo di presidio terapeutico. La sua validità risiede essenzialmente nel miglior sfruttamento, a differenza dei precedenti ganci, dei sottosquadri mesiale e distale situati sulla superficie vestibolare dei denti. Per la sua costruzione si usa un filo con diametro di 0,7 mm., piegato in maniera tale da formare delle “lance” posizionate negli spazi interdentali a livello gengivale ed al di sotto dell’equatore degli elementi in questione. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Bologna, Ed. Martina, Anno 1994. (Gancio) LANCEOLATO Rovesciato Vedere (Gancio a) CRAMPONE (Saldatura) L. A. S. E. R. Acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation. 80 Tale tipo di saldatura si avvale di strumenti atti a produrre energia radiante di notevole intensità che focalizzata in superfici ridottissime permette un’adesione notevolissima delle parti interessate. Oggigiorno rappresenta il miglior sistema di saldatura utilizzata in campo dentale. LATERO - Deviazione Mandibolare Deviazione patologica laterale della mandibola. (Apparecchio di) LEBEDINSKY Apparecchio mobilizzatore ad azione passiva. BIBLIOGRAFIA: T. Gallo, Il Darcissac e il suo impiego, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, N. 5, Anno 1995. LEEWAY - Space Il leeway - space rappresenta un dato clinico molto importante nell’impostazione del trattamento ortodontico. Esso, infatti, esprime la differenza che sussiste tra i diametri mesio-distali dei canini e molaretti decidui e canini e premolari definitivi delle quattro semi-arcate. E’ un dato che si rileva molto utile per guidare in maniera corretta l’eruzione della dentizione permanente. LEFOULON (Autore storico) Precursore, già nel 1841, della tecnica di applicazione dei brackets sulle superfici linguali dei denti. LEGATURA Tecnica utilizzata per fissare l’arco agli attacchi ortodontici tramite un filo d’acciaio morbido. LEGNETTO Strumento correttivo che può essere impiegato in fase intercettiva per lievi malposizioni dentali. E’ molto simile ad un abbassa lingua e deve essere utilizzato a mò di leva. LEHEMAN Dispositivo funzionale che si caratterizza sia per l’estrema versatilità applicativa che per l’esiguo spessore. Essenzialmente il Leheman è composto da: - uno splint superiore con ganci di ritenzione; - dall’avanzatore mandibolare; - ed infine, dall’arco per la trazione extra - orale inserito nell’acrilico. BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1991, N. 6. (Doccia idrostatica di) LERMAN Si tratta di una placca superiore di protezione. 81 (Placche di) LIBERAZIONE Occlusale Vedere (Placche di) SVINCOLO. LIGHT - Wire Tecnica ortodontica basata sull’uso di fili che rilasciano forze leggere in un arco di tempo lungo. LINEA di Analisi Essa rappresenta schematicamente l’equatore dei denti pilastro. LINGUA La lingua non fa parte dell’apparato locomotore; tuttavia la sua grandissima mobilità è indispensabile per il movimento del cibo durante la masticazione, nonché per la formazione e per il coordinamento delle parole. La sua lunghezza è di circa 5 cm., mentre la larghezza può arrivare a 4 cm. Le sue fibre muscolari essendo disposte in tutte le direzioni permettono l’esecuzione di movimenti complessi senza alcuna limitazione. Tra i numerosi compiti svolti dalla lingua quelli più importanti sono l’atto deglutitorio (basti pensare, infatti, che mediamente si deglutisce tra le 1500-2000 volte al dì) e la formazione di suoni e parole. Nell’atto deglutitorio, ad esempio, la punta della lingua si poggia sul palato in prossimità della papilla retroincisiva (così come avviene quando la lingua è in posizione di riposo); il segmento centrale, al contrario, si alza in corrispondenza della parte più alta del palato, mentre il segmento posteriore si arcua verso il basso, scaricando tutto il peso della lingua sul palato duro. Conseguentemente se questo formidabile muscolo assume posizioni scorrette andando ad adagiarsi sui denti, può essere causa di malocclusioni o addirittura, trattandosi di un conformatore funzionale, anche di assimetrie scheletriche facciali. Le cause principali perché ciò possa avvenire sono: - sindrome disartica ed oligofrenica (in ordine: gruppo dei disturbi dei soggetti spastici e dei disturbi comunicativi in soggetti affetti da insufficienza mentale); - sindrome afasica (gruppo di persone che erano in grado di comunicare e che in seguito a disturbi celebrali quali trombosi, emorragie ed embolie, hanno perso quell’abilità); - paralisi parziali; - abitudini viziate; - la presenza di un frenulo linguale corto; - macroglossia, la lingua si presenta molto grande rispetto alla capsula periorale. LINGUA Festonata Vedere (Lingua) FESTONATA. 82 LINGUA Geografica Vedere (Lingua) GEOGRAFICA. LINGUAL Cleat Vedere TUBI linguali. LINGUAL Kick Piega linguale. (Arco) LINGUALE Solitamente utilizzato come ancoraggio, esso è realizzato con un filo da 0,9 mm. - 1mm. modellato nella regione linguale dell’arcata dentale inferiore. (Superficie) LINGUALE Rappresenta la superficie dei denti inferiori che “guarda” l’interno della bocca. (Tecnica) LINGUALE Ideata da Fujita a metà degli anni 70, tale tecnica prevede l’applicazione dei bracketts sulle superfici linguali, e non vestibolari, dei denti. Questa metodica che rende possibile un alto grado di mimetizzazione dell’apparecchiatura ortodontica con relativi pregi estetici e difetti riscontrabili, soprattutto nella biomeccanica più complicata, nella fonesi un po’ alterata e nella formazione di lesioni alla mucosa orale. BIBLIOGRAFIA: 1) M. Grazioso, Attacchi linguali: metodo diretto, Schede di aggiornamento SIDO, 1994-1995. 2) G. Siciliani, Ortodonzia Linguale, Ed. Masson, Milano, Anno 1992. LINGUO - Versione Termine indicante l’inclinazione linguale dei denti anteriori. LIP - Bumper I lip - bumper devono essere considerati dei veri e propri apparecchi funzionali. La loro applicazione, sempre più diffusa, è indicata in presenza di una pressione notevole delle labbra verso il complesso dento - alveolare. Essi sono realizzati con un filo in acciaio completo di anse e stop o fornito di olive in resina poste anteriormente a livello buccale. I lip bumper possono essere solidarizzati a due bande cementate sui molari o, più raramente, inseriti a splint rimovibili in resina. Il loro grosso vantaggio è rappresentato dalla estrema versatilità di applicazione. E’ infatti possibile utilizzarli in abbinamento con quasi tutti i presidi correttivi: dai brackets agli archi saldati, dai dispositivi mobili meccanici a quelli funzionali. BIBLIOGRAFIA:1) F. Contento - R. Palla - P. Tonini - D. Zanini, Il lip bumper in ortodonzia: caratteristiche e indicazioni, Rassegna Odontotecnica, N. 33. 2) A. Petrera-V. Becherucci-G. Galluccio- G. Fratto, Lip bumper inferiore. Valutazione qualitativa e quantitativa degli effetti ortodontici, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, N. 5, Anno 2000. 83 LIP - Bumper di III Classe Si tratta di un particolare lip-bumper che, solidarizzato all’arcata inferiore, si sviluppa sul mascellare superiore. Particolarmente interessante è la configurazione ideata dall’odontotecnico Mariano Zocche che, attraverso un sistema telescopico fornito di molle, è riuscito ad ovviare ai problemi caratterizzanti tale presidio terapeutico. BIBLIOGRAFIA: M. Zocche, Lip - bumper di terza Classe, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 46. LIP - Bumper Inverso Si tratta di un particolare lip-bumper multifunzionale. BIBLIOGRAFIA: P. Marchionni, Modifiche della muscolatura periorale e valutazione della crescita condilare mediante l’utilizzo del lip - bumper inverso, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1997, N. 5. LIVELLAMENTO Fase della cura ortodontica con apparecchiatura fissa consistente nell’allineamento degli elementi dentari e conseguente livellamento delle curve di Von Spee e Wilson. (Arco di) LIVELLAMENTO Si tratta di un arco continuo. LOCATELLI System Metodica ideata dal dottor Locatelli per la distalizzazione dei molari. Tale metodo si avvale dell’utilizzo di un arco in nickel - titanio abbinato sia ai bracketts che alla trazione di II Classe (dal primo premolare superiore al primo molare inferiore) necessaria per contrastare la mesializzazione dei denti anteriori. BIBLIOGRAFIA: R. Locatelli, Un altro metodo per la distalizzazione, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1991, N. 6. LOCKING Blocco dell’articolazione temporo mandibolare. LONG Face Vedere FACCIA Lunga. LONGITUDINALE Inferiore Muscolo della lingua che permette sia l’accorciamento che l’abbassamento della punta. LONGITUDINALE Superiore Muscolo della lingua che permette sia il suo accorciamento che il sollevamento dei lati e della punta. (Molla distalizzante di) LORENZ Applicata nelle regioni posteriori, questa molla è composta da un sistema elastico che, insinuandosi nello spazio interdentale, induce lo spostamento dei denti interessati. 84 (Arco labiale alto di) LOURIE Ideato da Lourie nel 1918, questo arco rappresenta uno strumento alternativo utile per correggere la posizione anomala di singoli denti. La sua applicazione è indicata nei dispositivi di contenzione al termine della cura ortodontica. Esso è costituito da un supporto rigido realizzato con un filo avente un diametro di 1 mm., al quale sono brasate delle molle da 0,5 mm. modellate in forme diverse in base allo spostamento da effettuare. Queste ultime, posizionate correttamente, garantiscono una correzione graduale e molto precisa. BIBLIOGRAFIA: A. Geis, La riscoperta dell’arco labiale alto, La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1988, N. 9. LPS Acronimo di LabioPalatoSchisi. LRM Dispositivo ad azione funzionale composto da due placche con vite trasversali ed anse buccinatorie. BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1991, N. 6. (Gancio di) LUCCHESE Questo gancio nasce da una modifica del gancio di Adams per sfruttare al meglio i sottosquadri dei diatorici. L’Autore ha aggiunto vestibolarmente, grazie all’applicazione di un uncino, un’isoletta in resina che abbraccia i denti al di sotto dell’equatore, garantendo così al dispositivo un’ottima ritenzione e una conseguente stabilità. (Apparecchio di) LUCIA Vedere JIG di Lucia LUCIDATURA Procedimento atto a rendere lucida la superficie del presidio clinico. LUSSAZIONE dell’ATM Dislocazione dalla sua sede originale di uno o dei due condili mandibolari. (Monoblocco di) LUZI e MAJ Questo dispositivo è applicato in presenza di malocclusioni dentali di III Classe. Il monoblocco di Luzi e Maj è costituito da uno splint inferiore in resina (che abbraccia i denti sia vestibolarmente che lingualmente) fornito di una vite bi - mascellare ad espansione sagittale interessante solo il settore dentale anteriore superiore. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, Anno 1985. 85 MACRODONZIA Termine indicante uno o più denti aventi un diametro mesio-distale molto più grande rispetto alla norma. MACROGLOSSIA Anomalia di forma e dimensione della lingua. (Modello) MAESTRO Modello principale su cui si realizza il presidio terapeutico. MAGNETI I magneti trovano applicazione in ambito ortodontico per le loro proprietà intrinseche in grado di sviluppare forze dovute all’attrazione ed alla repulsione degli stessi. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. MALLEABILITA’ Rappresenta la proprietà di un materiale di ridursi in lamine a causa di azioni esterne. MALOCCLUSIONE Termine generico indicante una anormalità nell’occlusione. MALOCCLUSIONE Scheletrica Vedere CLASSIFICAZIONE Scheletrica. MALOCCLUSIONI Acquisite Esse sono determinate da abitudini viziate, nocive all’occlusione fisiologica. MALOCCLUSIONI Dentali di I, II, III Classe secondo Angle Vedere CLASSIFICAZIONE di Angle. MALPOSIZIONE Dentale Vedere CLASSIFICAZIONE di Angle. MANDIBOLA La mandibola ha un corpo arcuato a ferro di cavallo ed è costituita da una spessa lamina ossea a decorso orizzontale, sul cui bordo superiore si trovano gli alveoli dell’arcata dentaria inferiore. All’estremità posteriore si prolunga in due rami (uno per lato) con una deviazione verso l’alto: ogni ramo si suddivide in due sporgenze che rappresentano il processo coronoideo ed il processo condiloideo. Quest’ultimo si articola nella corrispondente cavità dell’osso temporale (la fossa mandibolare) costituendo così l’articolazione temporo - mandibolare che rappresenta l’unico rapporto diretto della mandibola con il resto dello scheletro. La mandibola svolge una funzione insostituibile nella masticazione opponendosi alla mascella, contro la quale viene “premuta” dall’azione di vari muscoli i più importanti dei quali sono il massetere, il temporale e gli 86 pterigoidei. La mandibola si sviluppa verso il basso ed in avanti in base alla crescita del condilo e del ramo, crescita che avviene verso l’alto e posteriormente. La sua crescita è influenzata: - dall’ingrandimento dello spazio faringeo; - dai muscoli masticatori; - dall’allungamento della zona naso-mascellare della faccia in senso verticale; - dalla forma e dalla postura della lingua. MANTENITORE di Spazio Dispositivo passivo, fisso o mobile, utile per conservare uno spazio in arcata in attesa dell’applicazione di una protesi o dell’eruzione di un elemento definitivo. BIBLIOGRAFIA: E. Graziani - M. E. Zelanti - G. Alessandri, Ortodonzia intercettiva: valutazioni sull’opportunità d’uso dei mantenori di spazio, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1992, N. 4. M. A. P. (Mandibolar Advancer Positioner) Tale dispositivo nasce dal concetto applicativo del Bionator: la sua azione, infatti, è quella di stimolare la posizione avanzata della mandibola. MAPPAGGIO Vedere SERIOGRAFIA. MASCELLARE Superiore Il mascellare superiore è un osso pari, protagonista nella formazione delle regioni più importanti dell’apparato orofacciale. Esso consta di due facce e quattro margini: - volta palatina; - fosse nasali; - fosse pterigo-mascellari; - antro di Higmoro; - cavità orbitarie. La sua crescita, concatenata all’apparato nasale, è influenzata dai tessuti molli della regione medio - facciale. MASCHERA di Delaire Vedere (Maschera di) DELAIRE. MASS E’ un apparecchio per trazione extra - orale munito di rialzo anteriore. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodotecnica, Bologna, Ed. Grasso, Anno 1985. MASS - ROSS Apparecchio per trazione extra-orale completo di rialzo anteriore e schermo vestibolare. 87 BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, Anno 1985. MASSETERE Uno dei muscoli più importanti della mandibola, ne permette l’elevazione. MASSIMA Intercuspidazione Dentale Ci si riferisce al massimo contatto delle superfici occlusali dei denti delle due arcate allorquando i muscoli masticatori risultano molto contratti. MASTICAZIONE La masticazione rappresenta la prima fase della digestione; essa ha luogo attraverso due processi ben definiti: il processo enzimatico ed il processo meccanico. PROCESSO ENZIMATICO Tale processo avviene durante la triturazione dei cibi per l’aumento della secrezione salivare, che a sua volta è composta dalla ptialina enzima (amilasi) la quale attaccando l’amido lo trasforma in zuccheri. PROCESSO MECCANICO Il processo meccanico ha luogo grazie all’azione dei muscoli masticatori che permettono alle superfici occlusali dei denti delle due arcate di sminuzzare il cibo. MATERIALI da Impronta Sono utilizzati per rilevare il negativo (impronta) delle arcate dentarie e dei tessuti molli. MATERIALI per Modellazione Costituiti più che altro da cere di varia fattura, il loro compito è quello di ricreare artificialmente le zone da protesizzare. MATERIALI per Modelli Solitamente a base gessosa, tali materiali vengono colati nell’impronta per riprodurre fedelmente le arcate ed i tessuti adiacenti. MATERIE Plastiche Vedere PLASTOMERI (Pinza di) MATHIEU Strumento utilizzato per applicare le legature elastiche tra l’attacco e l’arco. MATITA Dermografica E’ una matita utilizzata per segnare particolari punti sui fili metallici. MATRICE Funzionale Principio secondo il quale lo sviluppo scheletrico è largamente influenzato dalla funzione muscolare. Tale principio, 88 enunciato da Moss nel 1969, assume particolare importanza in ortodonzia ortopedico - funzionale. BIBLIOGRAFIA: T. M. Graber, I principi fisiologici degli apparecchi funzionali, Milano, Ed. Masson, Anno 1989. MAXILLATOR Attivatore usato nei casi di discrepanza scheletrica di II Classe 1° Divisione meso o ipo - divergenti. Esso è costituito da uno splint superiore con: - rialzi anteriore o e posteriori; - ganci di Adams realizzati sui primi molari; - tubi per l’inserimento della trazione extra - orale; - sistema di avanzamento mandibolare realizzato sulla superficie linguale dell’arcata inferiore. BIBLIOGRAFIA:1) R. Accorsi - D. Benatti, Ortodonzia fissa, funzionale, gnatologica e prechirurigica: ottimizzazione degli aspetti tecnici nella collaborazione tra studio e laboratorio, Il Nuovo Laboratorio Odontotecnico, (Rivista ANTLO), Anno 1999, N. 9. 2)F. Bartolucci, Maxillator: L’attivatore della scuola danese, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or. Tec.), Anno 1995, N. 1. (Disgiuntore rapido di) MC NAMARA Diastasatore della sutura palatina con rialzi laterali in resina: l’Autore ha apportato tale modifica per eliminare le interferenze occlusali e modificare la postura della mandibola. BIBLIOGRAFIA: L. Franchi - J. A. Mc Namara Jr. - I. Tollaro, Modificazioni scheletriche dei mascellari indotte dalla terapia della malocclusione di III Classe con espansione mascellare e maschera facciale, Ortognatodonzia Italiana, (Rivista SIDO), N. 3, Anno 1998. (Dispositivi) MECCANICI Fissi Si tratta di dispositivi “cementati” su due o più denti che esercitano un’azione continua assolutamente indipendente dalla volontà del paziente. Essi inoltre garantiscono: - al paziente, un relativo comfort; - all’ortodontista, un’ampia gamma di applicazioni cliniche. L’unico svantaggio, non irrilevante, è rappresentato dalla deficitaria igiene orale. Il professionista quindi, consapevole del problema, dovrebbe controllare periodicamente il paziente ed intervenire, se necessario, al fine di evitare problemi al parodonto ed alla salute orale in generale. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. (Processo) MECCANICO Vedere MASTICAZIONE 89 MELADONZIA Infantile Patologia a carico dei denti da latte che si manifesta con la comparsa di macchie oscure sulle corone dei decidui anteriori. MENTONIERA Si tratta di una trazione extra-orale che usa come ancoraggio il mento. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). MENTONIERO Muscolo che permette sia l’avanzamento del labbro inferiore che l’arricciamento del mento. MESIAL Jet Dispositivo fisso facente parte della Family Jet. La sua applicazione, indicata per la chiusura di spazi, permette la mesializzazione corporea del dente. Per quel che concerne la componentistica, essa è identica a quella del Distal Jet: l’unica differenza, logicamente è rappresentata nell’assemblaggio dei vari elementi. BIBLIOGRAFIA: A. Carano - M. Testa, Catalogo Jet Family, Micerium. (Superficie) MESIALE La faccia mesiale dei denti è quella che guarda l’ipotetica linea mediana che divide le arcate dentarie in due parti simmetricamente. (Placca con vite) MESIALIZZANTE Vedere (Dispositivi con viti) SETTORIALI. MESIO - Occlusione Vedere CLASSIFICAZIONE di Angle. MESIODENS Anomalia dentaria indicante solitamente la crescita di un dente sovrannumerario con forma e dimensione anormale, localizzato per lo più tra i due incisivi centrali superiori. MESODIVERGENTE Sinonimo di faccia normale. METIL - Metacrilato Si tratta del liquido della resina e la sua funzione è quella di legare i granuli del polimero. M.F.D.A (Apparecchiatura Funzionale Modificata per la Distrazione dell’ATM) Nata da una modifica del distrattore del prof. Rocabado e ideato dal dr. Festa, l’M.F.D.A. è un sistema funzionale per la distrazione condilare. Gli elementi che lo contraddistinguono sono sia le molle, realizzate con un numero di elici variabili in base alla gravità della patologia, che il loro sistema di ancoraggio allo splint. Nell’M.F.D.A. 90 infatti, tali molle non sono inserite nell’acrilico bensì in tubi per attivatore. Ciò rende molto semplice la loro sostituzione sia in caso di rottura sia per motivi strettamente terapeutici. BIBLIOGRAFIA: M. Tromba, MFDA: apparecchiatura per la distrazione condilare, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or. Tec.), Anno 1995, N. 1. MIALGIA Contrattura muscolare secondaria, determinata da abitudini viziate o da tic. (Placca) MICHIGAN Dispositivo rimovibile con rialzi totali applicato in ambito gnatologico. BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996 MICROBAND F Apparecchio extra - orale ad azione simmetrica e/o asimmetrica. BINLIOGRAFIA: V. Fotis-V. Bassarelli, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1991, N. 4. MICRODONZIA Termine indicante uno o più denti aventi un diametro mesio-distale ridotto rispetto alla norma. MICRO - Mandibolia Anomalia riguardante lo sviluppo della mandibola che si presenta poco sviluppata. MIDPLANT Dispositivo osteointegrato utilizzato in ambito ortodontico come ancoraggio. BIBLIOGRAFIA: B. Giuliano Maino-P. Mura-E. Paoletto, Midplant: l’ancoraggio assoluto in ortodonzia(1° Parte e 2° Parte),Ortodonzia Tecnica(Rivista OrTec), N.3 Ottobre 2, N.1 Marzo 2001. MIGRAZIONE Spostamento non indotto di un dente dalla sua sede. (Pinza) MILLIMETRICA Strumento multi - funzione utile per il fissaggio diretto degli attacchi ortodontici. BIBLIOGRAFIA: S. Grillo, Tecnica di posizionamento del bracket con l’ausilio di un nuovo strumento, Mondo Ortodontico Ed. Masson, Anno 1991, N. 1. (Arco di) MILLS Questo particolare arco è costruito con un filo di 0,7 mm. ed è utilizzato per completare la linguo - inclinazione degli incisivi superiori a fine terapia ortodontica. Per aumentarne la flessibilità, è 91 opportuno sagomare le anse lontano dai tessuti molli, estendendosi con il filo fino ai premolari. Durante l’attivazione, inoltre, l’ortodontista deve operare accuratamente bilanciando equamente le pieghe dell’arco. BIBLIOGRAFIA: W.J.B. Houston, Sinossi di ortodonzia di Walther, Edi.Ermes, Milano, Anno 1988. (Linea) MILOIOIDEA Delimita una delle zone di maggior interesse clinico poiché gran parte della superficie linguale è compresa in quest’area. La linea miloioidea, infatti, è una cresta ossea che si estende dagli ultimi molari fino ad arrivare, con un’ escursione verso il basso, alla regione del mento in corrispondenza degli incisivi. E’ preferibile che i bordi periferici del presidio non superino quest’area poiché, al di sotto di essa la mucosa orale si presenta molto sottile. In caso contrario è necessario scaricarli, sì da evitare lesioni e decubiti durante l’inserzione del dispositivo. MILOIOIDEO Facente parte dei muscoli sopraioidei, esso concorre all’abbassamento della mandibola e all’elevazione sia dell’osso ioide che della lingua. (Apparecchio di) MILWAUKEE Apparecchiatura extra-orale con appoggio mandibolare. BIBLIOGRAFIA: J.S. Beresford, Diagnosi Ortodontica, Ed. Odonto Stomatologiche Internazionali Saccardin, Bologna, Anno 1970. MINI - Attivatore Dispositivo ad azione funzionale ortopedica che, secondo l’Autore, sfrutta al meglio i principi dell’attivatore classico, del regolatore di funzione di Frankel, della placca C Cervera e della trazione extra-orale. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). MINI - Posizionatore Apparecchio prefabbricato in materiale elastico caratterizzato dall’estensione delle flangie vestibolari. Esse, infatti, abbracciano solo gli elementi anteriori, da canino a canino. BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia ortodontica, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano. MIOARTROPATIA Disordine a carico dell’ATM. MIOCENTRICA Vedere (Occlusione) NEURO – Mio - Posturale. (Apparecchi funzionali) MIODINAMICI Con tale termine, si indicano i dispositivi funzionali elastici, come ad esempio il modellatore elastico di 92 Bimler, che sfruttano prevalentemente le contrazioni isotoniche rispetto a quelle isometriche. BIBLIOGRAFIA: M. Bondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato stomatognatico, Ed. Masson, Milano. (Apparecchi ortodontici) MIOFUNZIONALI E’ noto come diverse alterazioni a carico dell’occlusione, dell’apparato stomatognatico e dell’organismo in genere, possano essere ricondotte ad una deglutizione scorretta, la cui correzione limita ed in molti casi risolve definitivamente numerose disfunzioni. Diversi sono i clinici che hanno indirizzato la propria attività in questo campo. I loro sforzi, tutti finalizzati a modificare i comportamenti neuro-muscolari errati, hanno prodotto un gran numero di apparecchiature che si contraddistinguono sia per piccoli accorgimenti che per differenze sostanziali, riscontrabili per lo più nell’azione terapeutica vera e propria. E’ possibile, distinguere i dispositivi in oggetto in due grandi gruppi: - i costrittori, che attraverso opportuni “ostacoli”, hanno come unico scopo quello di evitare che la funzione scorretta continui a danneggiare l’occlusione; - gli stimolatori che invece mirano alla risoluzione terapeutica della malfunzione, coadiuvando attivamente la terapia miofunzionale. BIBLIOGRAFIA: D. Caprioglio – M. Gandolfini – M. Fedi – L. Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N.2. (Apparecchi funzionali) MIOTONICI Termine utilizzato per indicare i dispositivi funzionali rigidi, come ad esempio il bionator, che sfruttano le contrazioni muscolari isometriche e lo stiramento dei tendini. BIBLIOGRAFIA: M. Bondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato stomatognatico, Ed. Masson, Milano. MIRS Splint con stop incisale anteriore utile per il riposizionamento mandibolare. Il Mirs è un dispositivo bi-mascellare applicato in soggetti russatori affetti da apna notturna. BIBLIOGRAFIA: N. Lambini, Apnea ostruttiva e roncopatia cronica. “L’ utilizzo di apparecchiature dentali nel trattamento notturno”, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 54. MOA Palatino Attivatore Palatino a media Apertura. BIBILOGRAFIA: H. S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995. 93 MOA Labiale Attivatore Labiale a media Apertura. BIBILOGRAFIA: H. S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995. MIS Splint di Intrusione Mascellare. BIBILOGRAFIA: H. S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995. (Dentizione) MISTA Termine utilizzato quando in arcata risultano presenti sia i denti da latte che quelli definitivi. (Protesi) MOBILE Per protesi mobile s’intende qualsiasi protesi rimovibile che il paziente può inserire o disinserire a prorpio piacimento senza l’intervento dello specialista. MOBILITA’ Dentale Movimento fisiologico del dente nella relativa cavità alveolare. (Apparecchi) MOBILIZZATORI Dispositivi ortopedici utilizzati per coadiuvare l’azione del chirurgo maxillo - facciale, la cui funzione principale è consentire la distensione dei tessuti cicatriziali. BIBLIOGRAFIA: M. Bonanini-M. Melegari. Le protesi maxillo – facciali: gli apparecchi mobilizzatori, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995 N. 2 – 3 – 4. (Cervera B) MODELER Dispositivo ortopedico funzionale ideato dal professor Cervera. Il C. B. Modeler è costituito essenzialmente da un monoblocco di resina elastica interessante entrambe le arcate al quale al bisogno è possibile aggiungere degli accessori, ad esempio i piani metallici e l’arco extra – orale, utili per coadiuvare l’azione del dispositivo. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). MODELLATORI Occlusali Vedere (Attivatori) ELASTICI. MODELLO Il modello inteso come strumento atto a fissare un determinato momento clinico è da sempre al centro di ricerche mirate sia a migliorare la qualità strutturale che a perfezionare la fedeltà di riproduzione. Nella nostra professione questo “artifizio” assurge senza alcun dubbio a ruolo “principe”, in quanto grazie ad esso è possibile 94 eseguire tra l’altro due tra le più importanti operazioni tecniche e diagnostiche: - realizzazione di qualsiasi presidio riabilitativo e correttivo; - esame visivo tridimensionale delle arcate dentali nella loro interezza, con il vantaggio di poter analizzare dettagliatamente anche le zone propriamente dette (superficie interna delle arcate alveolo – gengivo dentarie, palato duro e pavimento duro e pavimento della lingua), indagine questa assai difficoltosa e laboriosa se compiuta direttamente nel cavo orale del paziente. MATERIALI Uno tra i primi materiali utilizzati per realizzare i modelli in odontotecnica fu lo zolfo. Esso permetteva all’operatore, dopo opportuno riscaldamento in un appropriato crogiuolo e successiva colatura (all’inizio della fase di cristalizzazione) nell’apposita impronta, di ottenere ad indurimento avvenuto un calco che in qualche modo riproduceva l’arcata interessata. Oggigiorno, invece, grazie allo sviluppo merceologico, esistono prodotti all’avanguardia, come: - i gessi resinosi extra-duri tipo IV A.D.A., addizionati con speciali resine atte a migliorare la durezza ed a esaltarne l’elasticità durante la lavorazione; - resine epossidiche; - poliuretani che, scevri da impurità e dotati di minima espansione e distorsione, massima stabilità ed elevata resistenza (anche nei bordi e nelle preparazioni più sottili), risultano molto affidabili e capaci di ricopiare con una eccellente precisione la parte anatomica impressa nell’impronta. Essi sono usati per lavori estremamente complicati, ove è indispensabile una rigorosità esecutiva esasperata: - modelli per protesi su impianti; - accurati margini per protesi in ceramica; - riproduzioni di monconi e modelli per ponti estesi in protesi fissa; - applicazioni di intarsi in ceramica; - realizzazione di compositi per inlays ed onlays. I modelli in ortodonzia Dallo strumento diagnostico al dispositivo riabilitativo fisso o mobile, i gessi comunemente impiegati per il confezionamento dei modelli in ortodonzia sono quelli del tipo III e IV preferibilmente di colore bianco. Essi a loro volta, in base alla loro funzione, vengono classificati in: - modelli di lavoro; - modelli diagnostici o di studio (i cosidetti musei). Entrambi sono confezionati con la metodica universale o dell’ammasso, rispettando le modalità conosciute (rapporto acqua – polvere, miscelazione sottovuoto, utilizzo del vibratore). I modelli di lavoro 95 Essi, così come si evince dal nome, hanno come unica finalità quella di permettere all’odontotecnico di costruire il presidio clinico richiesto dall’odontoiatra. Le lavorazioni tecniche ortodontiche abbracciano due settori ben distinti: gli apparecchi rimovibili ed i dispositivi fissi. Se per il primo è inutile dilungarsi poiché non vi è alcuna discordanza rispetto alla metodica succitata, per il secondo invece è necessario un approfondimento poiché sussistono sostanziali differenze. I modelli di lavoro in ortodonzia fissa La particolarità caratterizzante tali modelli risiede nella presenza delle bande, necessarie sia per la costruzione del dispositivo fisso che per la successiva cementazione nel cavo orale del paziente. La sistemazione delle bande sul modello può essere eseguita con la tecnica diretta o con quella indiretta in base alla metodica utilizzata dallo specialista. Tecnica diretta Essa prevede una fase clinica ed una tecnica: - come prima cosa l’ortodontista deve adattare ai denti scelti le opportune bande; - in seguito dopo aver rilevato l’impronta con le bande in sito, deve rimuoverle e consegnare il tutto al tecnico. In laboratorio, dopo aver pulito ed asciugato l’alginato, si dovranno posizionare accuratamente le bande nei rispettivi alloggi. Successivamente, dopo averle ricoperte con un leggero strato di cera, viene colato il gesso nell’impronta così attrezzata. Infine dopo la rimozione del modello, l’intera operazione si conclude con la squadratura. Tecnica indiretta A differenza della tecnica diretta, tale metodica viene sviluppata esclusivamente in laboratorio, poiché la ricerca ed il successivo adattamento delle bande vengono eseguite direttamente sul calco riproducente l’arcata del paziente. Se ciò comporta un notevole risparmio di tempo per lo specialista e minori fastidi per il paziente, per l’odontotecnico al contrario aumentano sia le responsabilità che il tempo lavorativo. La fase clinica inerente consiste nella presa delle impronte, nella scelta dei denti pilastro e nella prescrizione del dispositivo. L’odontotecnico, che deve possedere una buona conoscenza dell’anatomia dentale nella sua interezza (corona, colletto, processo radicolare), dopo aver sviluppato l’impronta e squadrato il modello provvederà a scalzare gli elementi in gesso per l’adattamento delle bande. E’ questa la fase più delicata, da essa infatti dipende il buon esito dell’intero lavoro. A tal riguardo è necessario asportare, al di sotto del colletto (sia vestibolarmente che buccalmente), 5 mm. di gesso riproducente la gengiva; per far ciò con un seghetto si eseguono due tagli, l’uno mesiale e l’altro distale ai denti. Successivamente con una fresa conica a taglio fine in modo da non scalfire il gesso si asporta la gengiva aderente seguendo i tagli effettuati 96 precedentemente, fino a riprodurre il profilo radicolare. In seguito, dopo aver eliminato gli angoli di gesso formatisi con il taglio del seghetto e con l’azione della fresa, si procederà alla ricerca delle bande, fino a scegliere quelle più adatte. Per definirsi tale, queste ultime devono possedere alcuni requisiti essenziali, quali: - la perfetta aderenza con gli elementi preparati; - la totale assenza di deformazioni strutturali. I modelli diagnostici o da museo I modelli da museo rappresentano in ortodonzia un fondamentale strumento clinico; essi espletano, infatti, due compiti essenziali: - nell’impostazione diagnostica, completano con l’esame fotografico, radiografico, clinico ed anamnesico un serio check - up ortodontico; - nel prosieguo della terapia diventano sia per l’ortodontista che per il paziente un formidabile parametro di valutazione. Grazie ad essi infatti, è possibile effettuare in momenti diversi tutta una serie di valutazioni atte a risolvere la malocclusione: - Classe di Angle; - Indice di Bolton; - Over jet ed Over bite; - Curve di Von Spee e Wilson; - Denti mancanti per agenesie ed avulsioni; - Soprannumerari; - Elementi irrecuperabili; - Ectopie; - Disodontiasi; - Rotazioni ed inclinazioni; - Morsi crociati e deviazione della linea mediana. Il tecnico di rimando, per soddisfare al meglio tali richieste, deve confezionarli con la massima precisione tenendo ben presenti determinate caratteristiche: - le indicazioni dell’Autore; - il gesso duro bianco, colore per antonomasia in ortodonzia; - l’occlusione identica a quella del paziente (essa deve essere riscontrata senza alcun basculamento, allorquando i modelli vengono posizionati sulle loro basi posteriori); - la fedeltà nella riproduzione di ogni dettaglio anatomico (dalle corone alla gengiva aderente, dai fornici vestibolari al rafe mediano, dai frenuli alle pliche palatali). Classificazione I modelli diagnostici si dividono essenzialmente in due gruppi. Il primo comprende quei musei costituiti da un unico blocco di gesso; essi sono realizzati con l’aiuto della squadramodelli o con l’ausilio di zoccolatori. Sono da considerare molto precisi perché riproducono fedelmente oltre ai 97 tavolati occlusali, tutte quelle zone anatomiche interessanti dal punto di vista diagnostico. I modelli da museo appartenenti al secondo gruppo, invece, sono di facile costruzione, poiché vengono assemblati in preformati di plastica. Questi ultimi risultano meno precisi dei precedenti, più artificiali e quindi meno affidabili. BIBLIOGRAFIA:1) G. Consolmagno, I modelli da museo in ortognatodonzia, Ed. Ellebi, Anno 1983, N. 5 bis. 2) Manuale di Tecnica ortodontica, Bologna, Ed. Martina, Anno 1994. 3) E. Viora, I modelli gnatostatici in ortodonzia, Ed. Minerva Stomatognatica, 1983. MODELLO Scheletrico Si riferisce al rapporto esistente, sul piano sagittale, tra la mandibola e la mascella. (Dispositivi) MODULARI Dispositivi ideati dall’odontotecnico Roberto Plaudetti che si caratterizzano per l’estrema versatilità, derivante dalla struttura dei componenti. BIBLIOGRAFIA: R. Plaudetti, Dispositivi modulari polivalenti, Rivista Italiana degli Odontotecnici (Dental Press), Anno 1995, N. 3. MOLAGGIO Selettivo Riduzione o eliminazione di punti o superfici occlusali ritenute dannose per l’occlusione. MOLLA In passato prima dell’avvento delle viti, le molle rappresentavano una delle poche soluzioni utili per indurre con l’apparecchio ortodontico una qualsiasi espansione (ad Es. la molla di Coffin). Ancor oggi essa rimane il miglior elemento attivo poiché esercita sul dente una pressione sempre costante e poco traumatica. Sostituita in molti casi dalla vite, la molla è utilizzata abitualmente per spostamenti di singoli elementi; con esse infatti è possibile ottenere diversi movimenti: - la vestibolarizzazione e l’inclinazione; - la mesializzazione e la distalizzazione; - ed infine, in alcuni casi l’estrusione. A prescindere dalla forma che è strettamente funzionale allo spostamento da effettuare, le molle sono molto simili, essendo caratterizzante da tre componenti fondamentali: - il segmento aderente al dente; - il corpo elastico; - la ritenzione. Il primo segmento in filo è modellato rispettando il diametro mesio-distale della corona a contatto con la superficie palatale o vestibolare e sopratutto discosto dai tessuti molli per non provocare decubiti e infiammazioni. Il corpo elastico rappresenta, invece, la variabile della molla. Esso perciò va 98 realizzato in base alle finalità terapeutiche, alla direzione desiderata ed in modo da permettere all’ortodontista le successive attivazioni, indispensabili per il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico prefissato. BIBLIOGRAFIA:Manuale di Tecnica Ortodontica, Bologna, Ed. Martina, Anno 1994. (Placca con) MOLLA Palatale Dispositivo rimovibile superiore caratterizzato dalla presenza di un corpo in filo posizionato in corrispondenza delle rughe palatine, avente funzione di stimolo per la lingua. BIBLIOGRAFIA: A. Richardson, Ortodonzia Intercettiva, Ed. Masson, Milano, Anno 1993. MOMENTO Tipo di forza agente a distanza. (Griglia funzionale di) MOMOSE La griglia funzionale di Momose è un apparecchio di scuola giapponese che secondo l’Autore, permette di riposizionare correttamente, attraverso l’anello e l’omega, sia il segmento anteriore che quello posteriore della lingua. BIBLIOGRAFIA: G. Tassan, Dispositivi per la correzione della malposizioni linguali, Rivista Italiana degli Odontotecnica (Dental Press), Anno 1995, N. 9. MONOARTRITE Patologia infiammatoria a carico del tessuto connettivo che abbraccia la radice dei denti (parodonto). MONOBLOCCO Vedere (Attivatore di) ANDRESEN. (Vite) MONODONTICA Microvite utilizzata per lo spostamento di singoli denti. MORDENZATURA Sequenza speculare all’incollaggio dei brackets, consistente nell’applicazione sullo smalto dei denti di una sostanza acida capace di creare micro porosità superficiale. M.O.R.A. Si tratta di una placca inferiore di stabilizzazione con rialzo, ideata dal prof. Gelb. Essa schematicamente è composta dai ganci di ritenzione e dai rialzi laterali, solidarizzati tramite una ferula in metallo posta al di sotto delle superfici linguali degli elementi anteriori. BIBLIOGRAFIA: F. Francolini, I bite odontoiatrici, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 53. 99 MORDEX Apertus Esterno Severo morso aperto contraddistinto da notevole crescita scheletrica verticale della zona inferiore del complesso facciale e, nei casi più gravi, dalla mancanza di contatto occlusale degli incisivi, canini e premolari delle due arcate. BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella determinazione dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide, Bologna, Ed. Martina, Anno 1993. MORDEX Apertus Interno Beanza presente tra il gruppo incisale superiore ed inferiore. BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella determinazione dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide, Bologna, Ed. Martina, Anno 1993. MORDEX Contractus Diametro trasversale delle arcate molto ristretto, con conseguente contrazione dei muscoli delle guance. BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella predeterminazione dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide, Bologna, Ed. Martina, Anno 1993. MORDEX Copertus Morso profondo con riduzione di crescita nella parte inferiore della faccia. Tali soggetti si contraddistinguono per l’eccessiva anteriorizzazione del mento. BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella predeterminazione dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide, Bologna, Ed. Martina, Anno 1993. MORDEX Distractus Diametro trasversale delle arcate molto ampio. BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella predeterminazione dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide, Bologna, Ed. Martina, Anno 1993. MORDEX Incrociatus Morso inverso dei settori latero-posteriori delle arcate con conseguente assimetria facciale. BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella predeterminazione dell’anatomia dentale nel profilo facciale europide, Bologna, Ed. Martina, Anno 1993. MORSO Termine generico indicante una registrazione effettuata in bocca per rilevare una determinata posizione dei due mascellari nello spazio (massima intercuspidazione, occlusione abituale, massima retrusione, testatesta, in avanzamento mandibolare, con rialzo occlusale, etc.). 100 MORSO Aperto Beanza sussistente tra le due arcate dentarie per il mancato contatto occlusale di uno o più denti. BIBLIOGRAFIA: G. Di Donna - P. Balercia - F. Aquilano, Eziopatogenesi dell’open - bite. Abitudini viziate e disfunzioni, Dental Cadmos, Anno 1999, N. 15. MORSO di Costruzione Il morso di costruzione o registrato occlusale è sempre individuale e perciò viene rilevato direttamente in bocca dall’odontoiatra. Esso serve da base per la realizzazione di diversi tipi di apparecchiature ortodontiche: - dal posizionatore alle placche con rialzi anteriore e o posteriore; - dagli splint scaricatensione ai bite per problemi disfunzionali dell’atm; - dagli attivatori classici (tipo Andresen) a quelli di ultima generazione (tipo Teuscher). (Pinza di) MOSQUITO Pinza utilizzata per applicare il filo per legatura tra l’attacco e l’arco. (Propulsore di) MUHLEMANN Attivatore rigido molto simile all’Andresen, da cui si differenzia per la struttura. Essa, infatti, si presenta “aperta” nella zona palatale e linguale, in corrispondenza dei premolari e molari. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, Anno 1993. (Speroni guida di) MULLER Accessori utilizzati per la costruzione dalla placca doppia. Essi fungono da unione tra la placca superiore e quella inferiore ed in base al loro posizionamento influenzano la posizione della mandibola. BIBLIOGRAFIA: E: Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988. (Arco palatale) MULTI - Azione Dispositivo ideato dal dottor Wilson, caratterizzato dall’estrema versatilità applicativa. BIBLIOGRAFIA: P. Rametta, L’arco palatale multiazione di Wilson: biomeccanica e funzioni, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 4. MUSCOLI I muscoli in base alla loro funzione si suddividono in: - involontari, non comandati cioè dalla parte cosciente del cervello, ma dal sistema vegetativo, il cosiddetto simpatico ( muscolo cardiaco); - volontari, poiché agenti per comando del cervello ( muscolatura orofacciale) 101 Ci sono tre famiglie di muscoli che assurgono ad un ruolo preminente nella sfera funzionale della bocca (ingoiare, parlare, masticare): - i muscoli delle labbra; - i muscoli delle guance; - ed infine, la lingua. MUZJ Il professor Edmondo Muzj è considerato il “padre” della scuola di ortodonzia italiana. A lui si deve un approccio clinico diverso dell’ortognatodonzia, intesa non più come disciplina relativa solo alle arcate dentarie, ma inserita in un quadro clinico molto più ampio. BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella determinazione dell’anatomia normale del profilo facciale europide, Bologna, Ed. Martina, Anno 1993. MYOPROGRESS Sistema ideato dal dr. Levrini applicabile ad un gran numero di dispositivi ortopedici funzionali per aumentarne l’elasticità. Tale sistematica si avvale di materiale elastico apposto sulle superfici occlusali. MYOSCANNER Strumento diagnostico utilizzato in terapia miofunzionale per valutare e rilevare il grado di tonicità di alcuni muscoli facciali (orbicolari, lingua e masseteri). BIBLIOGRAFIA: L. Balercia, Occlusione neuro – mio – posturale, San Bendetto del Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1995. MYOSPLINT Vedere ORTOTTICO. (Bottone di) NANCE Tale apparecchio è composto da un arco saldato fornito di un “bottone” in resina confezionato sulla volta palatina. Proprio per questa sua particolare conformazione il bottone di Nance è considerato un ottimo sistema di ancoraggio. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. (Pinza di) NANCE Pinza utilizzata per realizzare anse chiuse di diverse grandezze. N.A.P.A. (Nocturnal Airway Patency Appliance) Dispositivo rimovibile applicato in pazienti russatori per eliminare o quanto meno ridurre il fenomeno, abbastanza frequente in questi soggetti, dell’apnea notturna. Essenzialmente il N.A.P.A. è un monoblocco di resina interessante entrambe le arcate (con ganci di ritenzione sia sull’arcata superiore che su quella inferiore) realizzato in base ad una registrazione occlusale 102 abbastanza alta (all’incirca 4-6 mm.) rilevata con la mandibola in posizione avanzata. BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - L. Levrini, Stimolatori orali: Una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N.2. NEGATOSCOPIO Apparecchio utile per la lettura di radiografie e per l’esecuzione di tracciati cefalometrici. (Zoccolatore universale) NERIO Ortobox ideato dal dr. Nerio Pantaleoni che permette un assemblaggio dei modelli in modo rapido e preciso. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, Anno 1985. (Occlusione) NEURO-mio-posturale “Per occlusione neuro – mio – posturale si intende la massima intercuspidazione che nella deglutizione si realizza in un punto secondo un piano ove le curve di Won Spee e di Wilson rappresentano, assieme al fisiologico spazio libero, la sintesi dell’armonia della funzione sugli elementi passivi che ne sono il supporto determinandone forma e disposizione spaziale. Avviene dopo un tragitto individuale appropriato che parte dalla posizione di riposo della mandibola, ultimo anello della catena posturale che nasce dai piedi in sintonia con una fisiologica respirazione cranica primaria” (L. Balercia). BIBLIOGRAFIA: L. Balercia, Occlusione neuro – mio – posturale, San Benedetto del Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1995. NEUTROCCLUSIONE Rapporto occlusale instabile riferito ai primi molari, che occludono “testa a testa” sul piano sagittale. E’ considerato fisiologico solo nel caso esso avvenga in dentizione mista. (Gancio di) NEY Particolare gancio utilizzato per la ritenzione dello scheletrato. NITATIUM Palatal Expander Apparecchio fisso realizzato in lega nickel titanio termico che consente l’espansione, sia rapida che lenta, del mascellare superiore. BIBLIOGRAFIA:1) A. Fortini - E. Fortini - M. Luppoli - A. Danielli, Espansione del mascellare con l’uso del Nitatium palatal expander 2, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 6. 2) M. Parri, Il Nitatium – Palatal - Expander 2 TM: fasi di laboratorio emeccanismo d’azione, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1997, N. 1. 103 NITE - Guide Dispositivo preformato in materiale elastico bi - mascellare, utilizzato in ortodontia preventiva. Secondo l’Autore, il Nite - Guide deve essere applicato in pazienti con età compresa tra i 5 e i 7 anni. BIBLIOGRAFIA: A. Polimeri - L. Ottolenghi - G. Ierardo - L. Manzon, Aspetti clinici e terapeutici della deglutizione atipica, Dental Cadmos, Anno 1999, N. 17. (Terapia) NON Estrattiva Trattamento ortodontico che non prevede estrazioni. NONIO Parte integrante del calibro, esso rappresenta la scala graduata. NORMOCCLUSIONE Vedere CLASSE I di Angle. (Placche di svincolo) NOTTURNE Apparecchi applicati di notte in pazienti con parafunzioni occlusali. (Lampada) NOU - Lite Strumento utilizzato per la polimerizzazione del composito foto-polimerizzante. 93/42 Normativa Europea BIBLIOGRAFIA: Danno iatrogeno e ortognatodonzia: aspetti medico legali ed assicurativi, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1996, N.6. (Trazione) NUCALE Rappresenta quel tipo di trazione che utilizza come ancoraggio la zona nucale della testa. NUMERAZIONE internazionale - semi – arcata destra superiore: 11 – 12 – 13 – 14 – 15 – 16 – 17 – 18 - semi – arcata sinistra superiore: 21 – 22 – 23 – 24 – 25 – 26 – 27 – 28 - semi – arcata destra inferiore: 41 – 42 – 43 – 44 – 45 – 46 – 47 – 48 - semi – arcata sinistra inferiore: 31 – 32 – 33 – 34 – 35 – 36 – 37 – 38 (Gancio ad) OCCHIELLI Esso sfrutta i sottosquadri presenti al di sotto dei punti di contatto dell’elemento pilastro. Per la sua realizzazione si utilizza un filo con diametro di 0,7 mm. modellato sia in base allo spazio a disposizione che alla forma anatomica dei denti contigui. (Molla ad) OCCHIELLO E’ impiegata più che altro per indurre piccoli movimenti in senso mesiale o distale. Si caratterizza per l’occhiello modellato nella regione palatale, da cui parte un braccio che avvolge il dente da correggere. 104 BIBLIOGRAFIA: D. Govoni, Elementi a molla, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 52. (Superficie) OCCLUSALE Viene denominata anche triturante poiché è la superficie che è in contatto con i denti antagonisti. (Apparecchi) OCCLUSALI Sono tutti quei dispositivi che, interagendo tra le due arcate, modificano l’equilibrio neuro - muscolo - scheletrico esistente tra le varie strutture dell’apparato stomatognatico. OCCLUSIONE Centrica Tipologia di occlusione che si manifesta raramente e che ha luogo solo quando le posizioni di massima intercuspidazione dentale e di relazione centrica risultano coincidenti. (Piano di) OCCLUSIONE E’ rappresentato da una retta immaginaria che partendo dalle superfici incisali finisce sul bordo distale del secondo molare. OCCLUSOGRAMMA Sistema diagnostico utilizzato per la valutazione dello spazio dentale necessario per ottenere un buon risultato ortodontico. OCCLUS-o-GUIDE Dispositivo preformato in materiale elastico bimascellare utilizzato in ortodontia intercettiva. Secondo l’Autore, l’Occluso-Guide deve essere applicato in pazienti di età compresa tra i 9 e i 12 anni. BIBLIOGRAFIA: A. Polimeri - L. Ottolenghi - G. Ierardo - L. Manzon, Aspetti clinici e terapeutici della deglutizione atipica, Dental Cadmos, Anno 1999, N.17. OCCLUSORE Riproduttore meccanico dell’occlusione usato per il montaggio dei modelli a fini diagnostici o esecutivi. Esso consente solo movimenti a cerniera di apertura e chiusura. ODONTOBLASTI Cellule costituenti la dentina. OFF-Set Termine inglese utilizzato in ortodonzia per indicare la realizzazione di un compenso sul filo ortodontico. O.L.P.T. Acronimo di Proiezione Transcraniale Laterale Obliqua. Essa rientra tra le indagini diagnostiche interessanti l’articolazione temporo mandibolare. ONLAY Ricostruzione, realizzata in laboratorio, di una porzione di dente. 105 OPEN - Attivator Dispositivo di scuola olandese ad azione funzionale, costituito da: - ansa palatale, tipo Coffin; - archi vestibolari semplici, superiore ed inferiore; - archi, palatale e linguale, modellati sulle superfici interne degli elementi anteriori; - ed infine, dal corpo in resina che interessa solo le zone posteriori di entrambi i mascellari (da canino a molare). BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1991, N. 3. OPEN - Bite Vedere MORSO Aperto. OPEN - Face Dispositivo funzionale utilizzato per la correzione delle II Classi. L’Open-Face essenzialmente è composto da: - ansa palatale (Tipo Bionator); - arco palatale, a contatto con la superficie interna degli elementi anteriori, completo di anse utili per l’attivazione; - anse buccinatorie, una per ogni arcata; - ed infine, dal corpo in resina che si estende palatalmente, lingualmente ed a livello occlusale. BIBLIOGRAFIA: G. Galuppo, Dispositivi funzionali II e III Classe secondo D. G. Woodside, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1992, N. 4. OPEN Locking Blocco dell’ATM in posizione di apertura della mandibola. (Dispositivi) OPEN System I dispositivi “Open System” sono stati ideati per migliorare il rapporto, troppe volte conflittuale, tra esigenza terapeutica e funzionale. La loro peculiarità risiede nel migliore rispetto della sfera funzionale e nell’invarianza dell’azione correttiva. Questo intento, sempre auspicabile ma difficilmente realizzabile, è stato raggiunto esaminando in primis: - l’anatomia delle arcate; - la lingua e la sua funzione; - l’aspetto progettuale; - la struttura dei dispositivi rimovibili. BIBLIOGRAFIA: U. Comparelli, Atlante Ortodontico, San Benedetto del Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1999 106 O.P.T. Acronimo di Ortopantomografia. Si tratta di una stratigrafia delle arcate dentali e delle strutture ad esse connesse. BIBLIOGRAFIA: S. Oddini Carboni - M. Ronchin - S. Dessì, La radiologia in ortognatodonzia “Dossier” Parte IV, Mondo Ortodontico Ed. Masson, Anno 1991, N.6. (Molla) ORALE Applicata vestibolarmente alle arcate, la sua funzione è quella di guidare il dente verso l’interno della bocca. Essa è modellata in base allo spazio a disposizione ed al tragitto che l’elemento dentario deve effettuare. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, Anno 1993. ORBICOLARE delle labbra Muscolo che permette l’arricciamento e l’avanzamento delle labbra. ORDINE Termine indicante il tipo di pieghe che si possono effettuare sul filo ortodontico. (Attivatori) ORIZZONTALI Attivatori utilizzati in pazienti con crescita ipo-divergente. BIBLIOGRAFIA: M. Biondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato stomatognatico, Milano, Ed. Masson. ORTOBOX Modelli diagnostici la cui realizzazione si presenta relativamente semplice, poiché i passaggi tecnici inerenti sono di gran lunga inferiori rispetto ad altre metodiche. Essi, infatti, sono assemblati in preformati di plastica fabbricati con angoli standards. Si evita così la squadratura, fase peculiare e complessa di questo tipo di lavorazione. I preformati, commercializzati da diverse ditte del settore, sono logicamente bianchi ed abbastanza similari tra loro; le uniche differenze si riscontrano nelle cerniere posteriori: - rimovibili a chiavistello; - fisse a compasso. (Profilo) ORTOGNATICO Rappresenta il profilo normale. I punti di repere (fronte, naso e filtro) si presentano quasi allineati, con una lieve prominenza anteriore. ORTOGNATODONZIA Branca specialistica dell’odontoiatria che si interessa dell’impostazione diagnostica degli obiettivi e del piano di trattamento, nei casi di malposizioni dentali e malformazioni scheletriche riguardanti il complesso orofacciale. 107 ORTOPANTOMOGRAFIA Vedere O.P.T. ORTOTICO (di Jankelson) Apparecchio rimovibile inferiore con rialzi totali impiegato per i disordini neuro - muscolari dell’ATM. Esso si contraddistingue per la particolare forma della superficie occlusale. Quest’ultima, infatti, è ottenuta rispettando scrupolosamente il rapporto tra le cuspidi e le fosse dei denti delle due arcate. BIBLIOGRAFIA: C. Frontali, Doccia totale di riposizionamento mandibolare ortotico in resina acetalica, Rassegna Odontotecnica, N. 29 OSA (Attivatore Aperto Semirigido) Dispositivo miodinamico ad azione funzionale nato da una modifica del Bionator di Balters. L’OSA si caratterizza principalmente per la presenza di materiale elastico sui settori latero-posteriori. BIBLIOGRAFIA: A.Levrini, Nuovi tipi di apparecchi funzionali elastici, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1997, N. 6. O. S. A. S. Acronimo di Obstructive Sleep Apnea Sindrome. (Elasto) OSAMU Monoblocco di materiale altamente elastico interessante entrambe le arcate al quale è possibile applicare la trazione extraorale. Questa sua particolarità rende l’Elasto Osamu davvero singolare perché oltre a fungere da riposizionatore e rifinitore dentale, può essere applicato per risolvere discrepanze scheletriche di Classe II, come un qualsiasi altro attivatore rigido. BIBLIOGRAFIA: R.Hinz, Sistema Elastodontico KFO: Evoluzione del Posizionatore, Ortodonzia tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2-3. (Retainer) OSAMU Dispositivo di contenzione che si contraddistingue per la particolare struttura. Esso, infatti, è composto sia da materiale morbido che da quello rigido. BIBLIOGRAFIA: O. Yoshii-M. Pohl, Indicazioni e possibilità del Retainer Osamu, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1996, N. 1 OSSA Palatine Vedere PROCESSI Palatini OSTEOPATIA Medicina della mobilità fondata dall’americano W. Sutherland. BIBLIOGRAFIA: V. Cozzolino, Cranial Osteopathy, Rivista IAPNOR Ed. Futura, San Benedetto del Tronto (AP), Anno 1996, N. 1. 108 OTTURATORE Presidio clinico applicato in pazienti affetti da palatoschisi. BIBLIOGRAFIA: I. Santiago, Trattamento ortopedico-ortodontico delle palatoschisi, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 60. OVER Bite Analizza la distanza tra i margini incisali dei centrali superiori ed inferiori sul piano sagittale in senso verticale.Valore medio = +/- 2 mm. OVER Jet Analizza la distanza tra i margini incisali dei centrali superiori ed inferiori sul piano sagittale in senso antero - posteriore. Valore medio = +/- 2 mm. (Sistema) PACON Tecnica che prevede il montaggio indiretto degli attacchi linguali attraverso l’uso del parallelometro Pacon. BIBLIOGRAFIA: U. Capurso - A. Veneziani - F. Garino, Tecnica linguale: applicazione del sistema Pacon nel montaggio indiretto degli attacchi senza set-up, Mondo Ortodontico Ed. Masson, Anno 1991, N. 1. P.A.F. Acronimo di Punto di Applicazione della Forza. (Molla a) PAGAIA Molla utilizzata per la vestibolarizzazione di singoli denti. BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano, Anno 1995. (Vite) PAGANI Vedere (Dispositivi attivi con vite a) VENTAGLIO. (Superficie) PALATALE Superficie dei denti superiori che “guardano” l’interno della bocca. (Placca) PALATINA Forata Così come si evince dal nome, questo apparecchio sfrutta come stimolo un foro realizzato a ridosso delle rughe palatine. Per far sì che lo stimolo sia continuo e che quindi la lingua non perda quella curiosità tanto necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico, il dr. Pantaleoni ha inserito nell’acrilico una ghiera di acetato riproducente delle forme ellittiche. Essa partendo dalla papilla retroincisiva si estende posteriormente, sino all’altezza degli ultimi premolari. BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L. Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N. 2. 109 (Arco) PALATINO Solitamente utilizzato come ancoraggio, Questo arco è realizzato con un filo da 0,9 mm. - 1 mm. modellato nella regione palatina dell’arcata dentale superiore. PALATOGLOSSO Muscolo facente parte della lingua, che ne determina il suo sollevamento e la sua trazione posteriore. (Placche per) PALATOSCHISI Vedere OTTURATORE. (Molla a) PALETTO Vedere (Molle) INTERDENTALI. (Gancio a) PALLA I ganci a palla sono sistemi ritentivi complementari, abbinati ad altri ganci più solidi ed efficaci. Il gancio a palla espilca la sua funzione proprio per la presenza, all’estremità del filo, della sfera o pallina che va ad inserirsi nello spazio interdentale dei due denti interessati, a livello del margine gengivale. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. (Supporto) PANTALEONI Apparecchio fisso solidarizzato alle bande molari, utile sia come supporto per altre apparecchiature che per effettuare l’espansione trasversale dell’arcata superiore. Il supporto Pantaleoni è costituito essenzialmente da un filo da 0,9 mm. fornito di una serie di anse modellate sul palato in corrispondenza delle zone delle rughe palatine. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, Anno 1985. PANTOGRAFO Strumento diagnostico utile per rilevare tutti i movimenti dell’articolazione temporo mandibolare. PAPILLA Retroincisiva Vedere RUGHE palatine. PARA - Colpi Protezione in resina morbida utilizzata dagli sportivi per evitare traumi alle strutture dento - alveolari delle due arcate. PARAFUNZIONI Abitudini viziate o tic nervosi che comportano problemi ai movimenti mandibolari e all’occlusione. PARALLELOMETRO Strumento utilizzato per ricercare ed evidenziare le linee di analisi sugli elementi dentari. PARAURTI Labiali Vedere LIP-Bumper. 110 PARODONTITE Patologia infiammatoria a carico del tessuto connettivo che abbraccia la radice dei denti (Parodonto). PARODONTO Tessuto connettivo che abbraccia la radice del dente e da essa si estende fino alla corticale dell’osso alveolare. PATRICK (Autore storico) A Patrick si deve l’ideazione nel 1882 di un arco prefabbricato completo di accessori scorrevoli, utili per correggere diverse malposizioni dentali. (Lampada di) PAYNE Strumento diagnostico utilizzato in terapia miofunzionale per rilevare, con la fluorescina, le zone di contatto della lingua durante l’atto deglutitorio. BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del Tronto, Ed. Futura, Anno 1997. P.E.I. (Piano Elastico Interocclusale). Dispositivo rimovibile inferiore caratterizzato dalla presenza dei piani laterali in metallo aventi funzione armortizzante. BIBLIOGRAFIA: V. Tenti-M. Salvione, Il piano elastico interocclusale (P.E.I.) nel controllo dell’open bite scheletrico e nei problemi dell’ATM. Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 56. PENDULUM di Hilgers Dispositivo fisso ad azione meccanica utilizzato per la distalizzazione dei molari superiori. Il pendulum di Hilgers si compone di un bottone di Nance (da cui partono quattro segmenti in filo con funzione di ancoraggio, per poi terminare nei solchi occlusali dei premolari) fornito di due molle che, andando ad inserirsi nei lingual cleat puntati alle bande molari, permettono la distalizzazione degli stessi. BIBLIOGRAFIA:1) J. Hilgers, The pendulum appliance for Class II non compliance, Journal Clinic Orthodontic, Anno 1992, N. 11. 2) S. Della Vecchia, Modifiche al pendulum di Hilgers, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1999, N.1 PERDITA di Ancoraggio E’ rappresentato dal movimento dei denti utilizzati come ancoraggio. Molte volte tale azione è volutamente ricercata per la correzione della malocclusione. PERFECTOR Dispositivo singolare utilizzato per la rifinitura della cuara ortodontica. Il Perfector, molto simile al posizionatore, si differenzia da esso per l’aggiunta della componente attiva dello Spring Aligner. BIBLIOGRAFIA: A. Viotti, Il Perfector, Ortodonzia Tecnica (Rivista OrTec), N. 2, Anno 2000. 111 PERICORONARITE Eruzione difficile di uno o più elementi. PERMUTA Dentale Indica l’avvicendamento naturale tra la dentizione da latte e quella permanente. PERRY (Autore storico) Ideatore di una placca in vulcanite completa di un arco attivato da una vite, capace di retrudere il gruppo anteriore. (Arco) PESANTE di Base Arco vestibolare realizzato con un filo dolce da 0,4 mm. modellato sui bordi dei premolari e dei canini e solidarizzato, tramite legature, agli attacchi presenti sul gruppo frontale. (Maschera facciale di) PETIT dispositivo extra - orale applicato per la correzione ortopedica delle III Classi. BIBLIOGRAFIA: L. Franchi - J.A. Mc Namara Jr. - I. Tollaro, Modificazioni scheletriche dei mascellari indotte dalla terapia della malocclusione di III Classe con espansione mascellare e maschera facciale, Ortognatodonzia Italiana, (Rivista SIDO), Anno 1998, N. 3. P. F.G. Dispositivo funzionale indicato per la correzione delle III Classi. La PFG, ideata dall’odontotecnico Bartolucci, nasce da una modifica della placca Cervera funzionale ed è costituita da: - piani metallici laterali; - arco vestibolare di retrusione inferiore; - lip-bumper superiore; - bottoni buccinatori; - ed infine, dal supporto sottolinguale dell’arcata inferiore. BIBLIOGRAFIA: E. Bartolucci, La PFG III modifica della placca Cervera funzionale, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 4. (Placca) PIANA SI tratta di una placca superiore con rialzi totali lisci utilizzata in soggetti con patologie a carico dell’articolazione temporomadibolare di natura muscolare. BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996. PIANI Guida Piani in resina realizzati su dispositivi rimovibili atti a guidare o costringere la mandibola in una posizione prefissata. PIANO INCLINATO Inferiore Anteriore di Scivolo Elemento più importante della placca Bassani, il piano si distingue da altri dispositivi 112 simili per la peculiarità delle funzione svolta. La sua costruzione deve avvenire nel pieno rispetto di alcuni parametri, la cui inosservanza pregiudica l’efficacia del manufatto. Pertanto, è indispensabile che esso: - deve permettere lo scivolamento degli incisivi inferiori in senso sagittale e verticale verso l’alto; - in massima retrusione mandibolare, non venga scavalcato dagli incisivi inferiori; - abbia una forma con base ampia dalla metà di un incisivo laterale all’altra; - il suo spessore risulti maggiore alla base e minore alla punta; - la sua lunghezza e la sua forma siano determinate dalla corsa, stabilita dal medico, che la mandibola effettua verso il mascellare superiore. BIBLIOGRAFIA: U.Comparelli, La placca Bassani: una metodica di costruzione individuale del piano inclinato inferiore anteriore di scivolo, La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1993, N. 5. PICCO Pubertario Periodo di massima crescita somatica dell’individuo. L’identificazione di tale periodo assume particolare importanza per l’eventuale applicazione di un apparecchio ortopedico funzionale. PIEGA Termine generico indicante una deformazione eseguita su di un filo. PIEGHE di 1° Ordine Pieghe realizzate sul filo sul piano orizzontale. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). PIEGHE di 2° Ordine Pieghe realizzate sul piano verticale. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). PIEGHE di 3° Ordine Pieghe realizzate torcendo un filo intorno al suo asse. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). (Dente) PILASTRO Dente scelto come ancoraggio per l’applicazione di protesi fisse o rimovibili. PITSCH Apparecchio mobilizzatore intra-orale. (Dispositivi con guide) PIVOT Dispositivi con rialzi occlusali latero posteriori realizzati per provocare un riposizionamento caudale dei condili. 113 PLACCA Ortodontica Sinonimo di dispositivo ortodontico rimovibile. (Apparecchi di) PLANAS Dispositivi ad azione “neuro - occlusale” utilizzati per la risoluzione di gran parte delle malocclusioni dento scheletriche. Negli apparecchi del prof. Pedro Planas non sono previsti ganci di ritenzione proprio per sollecitare l’attività neuro - muscolare del paziente. Elementi peculiari di tali presidi terapeutici sono le piste lateroposteriori opportunamente sagomate rispetto al piano di Camper. Alla struttura base, infatti, è possibile aggiungere accessori, come molle e viti, coadiuvanti l’azione del dispositivo. BIBLIOGRAFIA: M. Tromba, Riabilitazione neuro – occlusale secondo Planas, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1995, N. 5. PLASTICITA’ Attitudine di un materiale a lasciarsi deformare in modo permanente dall’azione di elementi esterni. PLASTOMERI Le materie plastiche o plastomeri si suddividono in termoplastici ed in termoindurenti. Questa distinzione si basa sul loro comportamento a polimerizzazione avvenuta. I termoindurenti, ad esempio, sono materiali irreversibili: una volta induriti se sottoposti a calore si carbonizzano. I termoplastici, invece, sono materiali reversibili poiché con il riscaldamento o con il raffreddamento possono passare entro certi limiti, da uno stato all’altro. P. L. N. M. Acronimo di placca neuro - muscolare. Si tratta di un dispositivo rimovibile superiore con ganci di ritenzione e rialzi laterali realizzati in base all’equilibrio neuro - muscolare del paziente. La P. L. N. M. è applicata in pazienti disfunzionali con problemi all’ATM. BIBLIOGRAFIA: C. De Nuccio - M. Mazzuk - A. Venditti, Studio comparativo tra placca neuro-muscolare e casuale nei disordini temporo mandibolari, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N.4. P. L. V. S. Placca superiore di scuola neuro-muscolare con rialzi laterali e vite di espansione. BIBLIOGRAFIA: S. Leccisotti - F. Biancastro, Espansione mascellare con PLVS: attivazione di crescita mandibolare mono-laterale nelle asimmetrie, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1997, N. 5. PODUS Equilibratore della muscolatura vestibolare costituito da un trifil inguainato. Esso è applicato vestibolarmente alle arcate fin sui fornici. 114 BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Ed. Grasso, Bologna, 1985. (Vite di) POGGIO Vite utilizzata per la vestibolarizzazione di singoli elementi. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). (Indice di) POINT L’Autore sulla base di consolidati dati afferma l’esistenza di un collegamento tra la dimensione trasversale dell’arcata superiore (si fa riferimento ai primi molari ed ai primi premolari, prendendo come punto di repere il centro dei denti) e la somma dei diametri mesio-distali dei quattro incisivi superiori. Egli evidenzia inoltre come la larghezza dell’arcata superiore possa essere rapportata alle seguenti formule: - (11+12+21+22)x100 il tutto diviso 80 (formula relativa alla distanza premolare) - (11+12+21+22)x100 il tutto diviso 64 (formula relativa alla distanza molare). POLIMERIZZAZIONE Reazione chimica in cui i monomeri (molecole di piccole dimensioni) si legano tra loro formando i polimeri (composti organici di notevole peso molecolare). POLIMETACRILATO di Metile Rappresenta la polvere della resina. Esso è un polimero di addizione a struttura lineare con caratteristiche termoplastiche. POLPA Presente nella cavità centrale del dente, è un’unità tissutale terminale. POMICE Polvere di pietra vulcanica leggera che, mescolata con acqua, abrade la superficie del dispositivo rendendolo liscio e privo dei segni lasciati dalle frese. POSIZIONATORE Questo apparecchio, ideato da Kesling nel 1940, è impiegato essenzialmente nella rifinitura della cura ortodontica operando, a seconda dei casi, come strumento di contenzione attiva o passiva. L’impiego del posizionatore, preceduto dal necessario set-up, consente di ottenere movimenti semplici o plurimi in direzione vestibolo-linguale, verticale o mesio-distale. Per ciò che concerne i dati tecnici, questo monoblocco di resina elastica interessante entrambe le arcate dentarie è 115 costruito rispettando alcuni parametri, che sono peraltro modificabili in funzione del fine terapeutico perseguito. ESTENSIONE - fino ai colletti (Ridotto) - 2-3 mm. oltre i colletti (Normale) - 6-8 mm. oltre i colletti (Esteso) SPESSORE - 2 mm. (Sottile) - 3 mm. (Normale) - 4-5 mm. (Spesso) DUREZZA - 50 - 60 Shore A, (Soft) indicato in tutti quei casi dove sono richieste correzioni molto estese; - 65 - 70 Shore A, (Medio) consigliabile per la realizzazione di posizionatori gnatologici con un ottimo grado di elasticità; - 75 - 80 Shore A, (Hard) ideale per posizionatori di contenzione e dove sia richiesto un minimo ingombro dentale, per bruxisti o come paradenti. E’ importante ed opportuno precisare che l’efficacia del dispositivo è strettamente legata ad alcuni fattori, quali: - l’anatomia dentale; - il tipo e la qualità della cura ortodontica effettuata dallo specialista; - la perfetta esecuzione del set - up da parte del tecnico; - le caratteristiche del materiale impiegato per la costruzione del posizionatore. BIBLIOGRAFIA: G. Mayerhofer, Realizzazione di un posizionatore gnatologico, Quintessenza odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1993, N. 7 – 8. POSIZIONATORE Aperto Posizionatore a copertura vestibolare parziale. In questo apparecchio, infatti, le superfici vestibolari degli elementi anteriori sono libere. Il suo utilizzo è indicato per la correzione di beanze anteriori. POSIZIONATORE Pre - Chirurgico Si tratta di una metodica di costruzione del posizionatore nella terapia ortodontica pre - chirurgica del progenismo. BIBLIOGRAFIA:1) A. Minenna - F. Minenna – P. Minenna - A. Curci, Utilizzazione del positioner nella terapia ortodontica pre - chirurgica del progenismo, Doctor Os, Ed. Aries due Anno 1994, N. 5. 2) U. Comparelli, Metodica di costruzione del positioner secondo la tecnica del dottor Per U. Varde e sua applicazione in ortodonzia pre chirurgica, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 53. 116 POSIZIONATORI Occlusali Vedere POSIZIONATORE e (Placche per) BRUXISTI. POSIZIONE di Riposo Posizione della mandibola in presenza di una situazione di equilibrio dei muscoli masticatori. POSIZIONE di Massima Intercuspidazione Dentale Relazione esistente tra i denti delle due arcate in massima intercuspidazione. (Schema di) POSSELT Tale schema rappresenta graficamente i movimenti e le posizioni più importanti assunti dalla mandibola. Esso considera quindi: - la posizione retrusa di contatto; - la posizione di intercuspidazione dentale; - la posizione “testa a testa”; - la posizione protrusa di contatto; - il movimento di chiusura in abituale; - il movimento terminale a cerniera; - la posizione compresa tra la chiusura terminale a “cerniera” e quella posteriore di apertura; - ed infine la massima apertura mandibolare. POST - Rotazione Movimento in senso orario delle ossa basali, mandibolare e/o mascellare. POSTURA Atteggiamento che il corpo assume nell’ambiente che lo circonda. (Dispositivi ortodontici) PRE - Protesici Il fine terapeutico di un dispositivo ortodontico pre - protesico è quello di permettere, così come si evince dal nome, l’applicazione di una futura protesi. L’ortodonzia pre protesica pur entrando a far parte dell’ortodonzia classica, si differenzia da essa per le caratteristiche che la contraddistinguono. Le apparecchiature utilizzate, infatti, sono quasi sempre uniche e nascono di volta in volta dalle intuizioni dell’ortodontista che le richiede e dalla capacità del tecnico che le esegue. BIBLIOGRAFIA: 1) P. Gandini - L. Sbarra - E. Ostinelli, Ortodonzia preprotesica, Ed. Masson, Milano, Anno 1993. 2) F. Francolini, Cenni di ortodontia preprotesica, Il Nuovo Laboratorio Odontotecnico (Rivista ANTLO), Anno 1997, N. 5. PRECONTATTO Contatto occlusale che precede la chiusura vera e propria delle due arcate dentarie. 117 PROCESSI Palatini e OSSA Palatine Parte anteriore e posteriore del palato, essi ricoprono un ruolo fondamentale in quanto conferiscono sostegno al presidio terapeutico. PROFILO Il volto sul piano sagittale. PROGENISMO Termine riferito impiegato per indicare una notevole crescita mandibolare. PROGNAZIA Marcato sviluppo in senso sagittale della mandibola o del mascellare superiore. PROSOPOENTASIA Sindrome facciale interessante i profili rettilinei, la cui caratteristica principale è l’arretramento della porzione mediana della faccia a causa di una retrusione superiore, di una protusione inferiore o di una combinazione delle stesse. PROSOPOECTASIA Sindrome facciale che interessa profili curvilinei. Sono tre le forme che la contraddistinguono: - protusione superiore; - retrusione inferiore; - protusione superiore associata ad una retrusione inferiore. PROTEGGI Denti Vedere Protezione Dento - Mascellare PROTESI Mezzo artificiale che sostituisce un organo del corpo. Le protesi dentarie sono quindi dei manufatti grazie ai quali si ripristina la continuità delle arcate dentarie. PROTESI di Fissaggio Vedere (Placche per)BRUXISTI PROTESI Parziale Protesi rimovibile che riproduce parzialmente l’arcata dentaria. (Placche di) PROTEZIONE Si tratta di dispositivi applicati in pazienti affetti da bruxismo, al fine di proteggere i denti e le strutture connesse PROTEZIONE Dento - Mascellare Dispositivi rimovibili applicati per proteggere le arcate dentali da colpi più o meno violenti. La loro struttura è composta da materiale elastico che, opportunamente sagomato, abbraccia tutti i denti. 118 BIBLIOGRAFIA: W. Andreini, Protezione dento mascellare, Materiali e metodi, Sillabo G.B.M. Italia. PROTRUSIONE Termine indicante una posizione più anteriore, rispetto alla base cranica, degli elementi dentari. (Molla di) PROTRUSIONE Vedere (Molla a) ZETA. PTALINA Vedere MASTICAZIONE. PTERIGOIDEO Laterale E’ uno dei muscoli più importanti dell’apparato oro-facciale. Esso permette l’avanzamento della mandibola. PTERIGOIDEO Medio Muscolo che consente l’elevazione della mandibola. PTIALISMO Disturbo comportamentale caratterizzato dal frequente bisogno di espellere saliva. PUNGILINGUA Si tratta di un costrittore molto usato in passato, oggigiorno senza dubbio improponibile. La sua funzione, similare a quella delle griglie, va ricercata nella presenza delle punte acuminate. Queste ultime, provocando dolore “dovrebbero” eliminare l’abitudine viziata, inducendo una modifica nel comportamento neuro – muscolare errato. BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L. Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N. 2. PUNTATURA Tecnica che sfrutta una quantità di calore elevata concentrata su di una piccola superficie. Essa si rivela utile per applicare diversi accessori alle bande. PUNTI Cefalometrici Vedere CEFALOMETRIA e CLASSIFICAZIONE Scheletrica. PUNTI di Contatto Superfici di contatto, mesiale e distale, presenti tra i denti contigui. QK Acronimo di QuietKnight. Dispositivo pre - confezionato utilizzato per contrastare l’apnea notturna ostruttiva. BIBLIOGRAFIA: A. Caprifoglio - L. Levrini - A. Tagliabue - C. Caprifoglio, Comparazione clinico strumentale di differenti 119 apparecchiature ortodontiche nella terapia dell’apnea notturna, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 2000, N. 3. QUAD - Action (del dottor Wilson) Apparecchio prefabbricato impiegato per l’espansione dell’arcata inferiore. Esso fa parte dei dispositivi ideati dal dottor Wilson, caratterizzati da una estrema versatilità applicativa e da una facile gestione clinica. Come tutti gli apparecchi di Wilson, anche il quad action si solidarizza alle bande molari tramite i lingual -cleat 3D a caricamento verticale. BIBLIOGRAFIA: P. Rametta, Quinto inferiore impattato e Quad - action di Wilson: una soluzione ortodontica semplice ed efficace, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1993, N. 1. QUAD - Elix Apparecchio fisso applicato generalmente all’arcata superiore per la risolvere insufficienze trasversali in pazienti in fase di crescita. Esso è costituito da un filo in lega cromo - cobalto (Tipo Crozat) con diametro di 0,9 mm. caratterizzato dalla presenza di quattro elici (due anteriori e due posteriori) che inducono l’espansione desiderata. L’apparecchio, così confezionato, può essere sia brasato alle bande molari che inserito negli appositi lingual - cleat. BIBLIOGRAFIA: 1) D. D’Alessio - C. Lanteri - F. Lerda, Quad - Elix ad azione ortopedica, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 58. 2) M. Gandolfini, L’espansore rapido ed il quad - elix: due presidi per l’espansione mascellare, Ed. Martina, Bologna. (Arco) QUADRATO Arco “leggero” usato nella tecnica bioprogressiva di Ricketts. QUINTERO (Autore storico) Ideatore di un arco palatino in oro utilizzato per l’espansione trasversale dell’arcata superiore. (Apparecchio funzionale) RA. DI. CA. Si tratta di un dispositivo applicato in pazienti affetti da blocco articolare (ClosedLock). Il RA.DI.CA, ideato da Rampello e Di Paolo, è composto da due placche, superiore ed inferiore, solidarizzate tramite due molle vestibolari e da una cerniera anteriore. BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996. RADIOGRAFIA del Polso Indagine per immagine utile per valutare lo sviluppo scheletrico e stabilire quindi il potenziale di crescita del paziente. 120 RAFE Mediano Il rafe mediano ricopre la sutura palatina. Esso partendo dalle papilla retroincisiva termina ai margini del palato duro. (Vite) RAGNO Dispositivo fisso ideato dai dottori Schellino e Modica che permette la diastasi asimmetrica del mascellare superiore. BIBLIOGRAFIA: L. Levrini – V. Filippi – A. Tagliabue – A. Macchi, Meccanismo d’azione della vite Ragno, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.62. (Splint modulare multifunzionale di) RAMPELLO E’ un apparecchio occlusale applicato per permettere lo sblocco articolatore in pazienti affetti, appunto, da blocco articolare. Esso si caratterizza per l’estrema versatilità in quanto è possibile utilizzarlo (grazie all’inserimento dei vari moduli) come distrattore puro, come riposizionatore e infine, come apparecchio di svincolo. BIBLIOGRAFIA: Gruppo di ricerca SIDO, Terapia del locking, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N. 4. RAMATURA Tecnica simile alla galvanoplastica utile per estrapolare dall’impronta i dettagli anatomici più importanti. RECIDIVA Perdita parziale nel tempo dei risultati ottenuti con il trattamento ortodontico. R. E. F. (Rimodellatore Elastico Funzionale). Dispositivo ad azione funzionale ideato dal professor Zampetti. Il rimodellatore elastico funzionale si contraddistingue per la particolare struttura che, oltre ad essere realizzata in materiale elastico si sviluppa esclusivamente nel vestibolo delle arcate. Essenzialmente il R. E. F. è composto da tre scudi (anteriore e laterali) solidarizzati tramite due fili piatti di spessore pari a 2 mm. per 1 mm. BIBLIOGRAFIA: G. Zampetti, Nuovi sviluppi della terapia funzionale: il rimodellatore elastico funzionale (REF), Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1995, N. 1. (Materiale) REFRATTARIO Materiale che ad alte temperature non fonde e che sopratutto non subisce alcun cambiamento. REGISTRATO Occlusale Vedere MORSO di Costruzione. REGOLATORE GB Accessorio che abbinato alla trazione extra-orale, permette l’allineamento degli incisivi superiori. 121 RELAZIONE Centrica Si riferisce alla relazione esistente tra il cranio e mandibola. Tale rapporto, riguardante in effetti la posizione dei condili nelle cavità glenoidee, non tiene in alcuna considerazione gli elementi dentari. REMINDERS Termine inglese che indica gli apparecchi utilizzati come stimolatori. Essi si pongono in una posizione privilegiata rispetto ai costrittori poiché partecipano attivamente al programma riabilitativo impostato dal terapista miofunzionale. Essendo numerosi come sempre spetta allo specialista scegliere lo stimolatore capace di garantire un risultato confacente alle legittime aspettative del paziente. In base alla specificità è possibile suddividere i reminders in: - stimolatori veri e propri; - elevatori linguali. BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia miofunzionale, San Benedetto del Tronto(AP), Ed. Futura, Anno 1997. RESILIENZA Attitudine di un corpo a resistere alla rottura per urto. RESINA Acetalica Si tratta di un particolare materiale plastico (poliacetalico) impiegato in ambito tecnico. BIBLIOGRAFIA: L. Curioni - R. DeStefanis - M. Testa, Le resine acetaliche: nuovi orizzonti, Rivista Italiana degli Odontotecnici (Dental Press), Anno 1994, N. 4. RESINA Fotopolimerizzabile Materiale mono-componente che polimerizza attraverso mediante processo foto-chimico. BIBLIOGRAFIA: K. Frass, La nuova generazione di resine foto - indurenti adesso anche per placche ortodontiche ed attivatori, Dental Materials, Ed. Elle/bi, Anno 1989, N. 7. RESINE Acriliche Come è noto l’acrilico occupa, tra i materiali dentali un posto di primo piano; esso infatti è adoperato per la realizzazione della maggior parte dei manufatti odontoiatrici: - dalle protesi mobili alle ricostruzioni estetiche di ponti e corone in protesi fissa; - dalle placche ortodontiche ai cucchiai individuali e per finire ai denti prefabbricati. Considerato il diffusissimo impiego e l’ambiente ospitante (il cavo orale), è necessario che tale resina risponda a determinati requisiti: - deve essere anallergica ed impermeabile; - atossica e resistente a sostanze acide o basiche; - non deve presentare fenomeni evidenti d’invecchiamento; 122 - deve essere in grado di sopportare sollecitazioni anche rapide; - deve poter garantire al laboratorio odontotecnico una buona lavorabilità a costi contenuti. Le resine acriliche si ottengono attraverso due tipi di polimerizzazione: - quella a caldo, che avviene con l’apporto di calore e dopo un lungo procedimento di cottura. Essa si presenta molto precisa, dura e molto stabile. Essa è utilizzata per la costruzione di basi per protesi mobili, denti prefabbricati, ricostruzione di corone in protesi fissa e ribasature complete; - quella a freddo che si ottiene con l’aggiunta di un agente, la dimetil – paratoludina, che attiva chimicamente, a temperatura di 40 - 45° a 2 2,5 atmosfere per circa 30 minuti, il perossido presente nella polvere. Il suo grande vantaggio risiede nella semplice e rapida lavorazione, non vincolata all’utilizzo di polimerizzatori e muffole particolari. Le resine polimerizzabili a freddo sono per lo più usate nella realizzazione di portaimpronte individuali, ribasature dirette o indirette, basi in resine per scheletrati e, importante, apparecchi ortodontici. RESINE Naturali Esse sono presenti in natura e derivano dal processo secretivo di diversi vegetali. RESINE Sintetiche Le resine sintetiche sono ottenute mediante processo chimico artificiale, detto di polimerizzazione. La polimerizzazione viene ottenuta attraverso l’apporto di calore o di particolari attivatori che permettono al monomero (liquido) ed al polimero (polvere) di unirsi. REST Porzione della protesi che ne garantisce la stabilità, evitando il suo affondamento nella mucosa. Esso è posizionato sul tavolato occlusale senza interferire con l’antagonista. RESTRAINTS Sono i tradizionali restrittori caratterizzati dalla presenza di barriere meccaniche quali, griglie, avvolgimenti e scudi in resina posti laddove la lingua o elementi esterni come il dito hanno creato o potenzialmente possono creare disformismi. Logicamente, l’efficacia di tali presidi è temporanea, relativa cioè al tempo di applicazione. Tra le diverse tipologie costrittive quelle più conosciute sono: - le griglie; - i pungilingua; - i dispositivi anti - succhiamento. BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L. Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N. 2. 123 RETAINER Vedere (Apparecchio di) CONTENZIONE. RETAINER Linguali Realizzati in acciaio inossidabile trattati a caldo, i retainer linguali sono indicati per la ritenzione degli elementi dell’arcata inferiore. Essendo preformati, sono commercializzati in diverse misure sì da soddisfare il più possibile tutte le eventuali richieste terapeutiche. L’operatore, dopo aver scelto quello adatto in base al diametro più idoneo, prima di procedere alla cementazione deve adattare il retainer ai denti abbracciando al meglio le facce linguali degli incisivi inferiori. Il vantaggio di questo dispositivo risiede nel suo minimo ingombro che, a sua volta, si traduce in una migliore estetica ed in un minor fastidio per il paziente. In casi particolari, quando la morfologia dentale si presenta sfavorevole, per evitare che il retainer possa decementarsi è consigliabile realizzarlo in laboratorio mediante modellazione e successiva fusione in modo che si adatti perfettamente alle superfici da solidarizzare. BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano, Anno 1995. RETRATTORE di Roberts Ideato da G.H.Roberts, questo arco è impiegato per lingualizzare gli incisivi. Nella versione originale è costruito con un filo di 0,5 mm. inserito in due cannule che vengono solidarizzate ai passanti realizzati con un filo avente un diametro pari a 0,6 mm. Dopo aver scaricato palatalmente la resina, l’azione del retratttore è esplicata attraverso l’attivazione dei due occhielli modellati a livello dei canini al di sotto del picco della giuntura gengivale. BIBLIOGRAFIA: 1) W.J.B. Houston, Sinossi di ortodonzia di Walther, Edi.Ermes, Milano, Anno 1988. 2) U. Comparelli, La recidiva: una panoramica de dispositivi ortodontici di contenzione, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 58. RETRAZIONE Movimento delle arcate o dei denti in direzione posteriore, lontano quindi dalla rima orale. (Arco vestibolare di) RETRAZIONE Inferiore Il suo impiego è indicato quando è necessario controllare la posizione dell’arcata inferiore durante l’applicazione del dispositivo ortodontico sul mascellare superiore. Per la sua realizzazione si utilizza un filo con diametro di 0,9 - 1 mm., modellato sia in base alle richieste dell’ortodontista che alla maggiore o minore elasticità a cui l’arco deve essere sottoposto. Solitamente, esso abbraccia le facce vestibolari degli elementi anteriori inferiori, per poi congiungersi con la placca superiore grazie alle due anse “lunghe” realizzate all’altezza dei canini superiori. 124 BIBLIOGRAFIA: A. Silvestri - A.M. Della Grotta - M. Iaquaniello - C. Azzuni, Pseudo III Classi: diagnosi e programmazione terapeutica, Mondo Ortodontico Ed. Masson, Anno 1991, N. 1. (Arco vestibolare di) RETRAZIONE Inferiore con Occhielli E’ una variante dell’arco di retrazione tradizionale consistente nella modellazione di due occhielli al posto delle anse. Tale modifica è utile per aumentare l’elasticità dell’arco. (Attivatore di) RETRAZIONE Vedere A.d.R. RETRO - Inclinazione Inclinazione in senso palatale degli elementi anteriori. (Profilo) RETROGNATICO Profilo caratterizzato da una marcata posteriorizzazione del mento. RETROGNATISMO Termine riferito essenzialmente alle ossa, mandibolare e / o mascellare, che si trovano in una posizione retrusa rispetto all’intero complesso cranio-facciale. RETROGNAZIA Vedere RETROGNATISMO. (Molla) RETROINCISIVA Vedere (Molla a) ZETA. RETRUSIONE Termine indicante una posizione posteriore, rispetto alla norma, delle arcate e delle basi ossee di uno o di entrambi i mascellari. (Arco) RETTANGOLARE Proposto da Angle, l’arco rettangolare è parte integrante del sistema più complesso denominato Edgewise. RIABILITAZIONE Occlusale Azione terapeutica finalizzata a preservare o correggere le superfici occlusali dei denti, in modo da garantire al paziente un’occlusione fisiologica. RIALZI Laterali I rialzi laterali utilizzati spesso in associazione con elementi di espansione, sono impiegati nella risoluzione dei morsi incrociati mono o bi - laterali. Tecnicamente, essi sono realizzati in base alla registrazione effettuata in bocca dall’odontoiatra e la loro estensione interessa le superfici occlusali di tutti gli elementi latero - posteriori. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, Anno 1985. 125 RIALZO Anteriore La funzione principale del rialzo anteriore è quella di modificare la posizione della mandibola. Altri effetti scaturenti dalla sua applicazione possono essere: - il rialzo della dimensione verticale, in seguito all’estrusione dei settori dentali latero - posteriori; - il rilassamento della muscolatura masticatoria; - ed infine, secondo alcuni Autori, l’intrusione degli incisivi inferiori. Tecnicamente il piano rialzato anteriore è realizzato seguendo questi parametri: - deve interessare solo le superfici incisali degli incisivi inferiori; - deve avere una conformazione a mezza luna e parallela al piano masticatorio; - non deve ostacolare più del dovuto la mobilità linguale. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso. Anno 1985. RICERCA Posturale Mandibolare Ricerca delle posizioni assunte dalla mandibola a riposo ed in massima intercuspidazione dentale. (Arco vestibolare di) RICKETTS Impiegato come ritentore nei dispositivi di contenzione, questo arco per la sua particolare forma è ideale nel controllo post - trattamento ortodontico degli elementi anteriori. Per la sua costruzione si usa un filo con diametro di 0,7 - 0,8 mm., che viene sagomato sulle pareti vestibolari degli incisivi formando le due anse sui canini. (Placca di) RICONDIZIONAMENTO Dispositivo rimovibile con rialzi occlusali applicato in presenza di un blocco dell’ATM. Essa è realizzata in base alla registrazione della mandibola in leggera protrusione. BIBLIOGRAFIA: 1) C. Capone - C. Rivieccio, Interceptor secondo Schulte e la placca di Farrar, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 3. 2) A. Licantro, Dispositivi per mioartropatie, Rivista Italiana degli Odontotecnici (Dental Press), Anno 1994, N. 4. (Placca di) RIEQUILIBRIO Posturale Dispositivo rimovibile, completo di rialzi, applicato in ambito kinesiologico. BIBLIOGRAFIA: M. Figlioli, Placche di riequilibrio posturale, Ortodonzia Tecnica (Or Tec), Anno 1998, N. 1. RIFINITURA Procedimento atto a rendere la superficie del presidio terapeutico liscia. Vedere (Placca ortodontica) BASE. 126 RIGIDITA’ Caratteristica riferita a materiale poco deformabile. (Dispositivi di) RILASSAMENTO Dispositivi rimovibili applicati in soggetti con patologie a carico dell’ATM di natura muscolare La funzione delle placche di rilassamento muscolare è svincolare la mandibola in statica e dinamica, al fine di facilitare una funzione della muscolatura interessata. (Archi) RIMOVIBILI Molto simili a quelli saldati, gli archi rimovibili differiscono da essi solo per il sistema di ancoraggio alle bande. Nello specifico, l’apparecchio fisso (necessariamente realizzato con un filo di 0,9 mm.) non sarà brasato o saldato, ma inserito nei lingual cleat puntati alle bande. RINOLALIA Dovuta a perturbazioni delle vie nasali, tale disturbo si evidenzia con un’alterazione del timbro vocale associato a difficoltà nell’articolazione delle parole. (Placche di) RIPOSIZIONAMENTO Anteriore Apparecchiature rimovibili applicate per riposizionare correttamente i condili nelle cavità glenoidee nei casi di dislocamento degli stessi. BIBLIOGRAFIA: Gruppo di ricerca SIDO, L’utilizzo delle placche occlusali nei pazienti affetti da patologia disfunzionale dell’ATM., Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N.4. (Posizione di) RIPOSO Mandibolare Posizione assunta dalla mandibola quando i muscoli masticatori assumono un atteggiamento tonico. RITENZIONE Termine generico indicante la parte terminale del gancio. Essa deve essere posizionata nelle zone di sottosquadro per garantire, appunto, la ritenzione e la stabilità della protesi. (Arco vestibolare) RIVESTITO Arco vestibolare semplice ricoperto vestibolarmente dall’acrilico per ottenere sia il massimo ancoraggio dei suddetti elementi che, come nel caso dello spring - aligner, l’adeguato abbraccio, indispensabile per guidare l’allineamento dei denti interessati. (Placca di) RIVOLI Dispositivo funzionale ideato dall’odontotecnico Mauro Testa applicato per le II e III Classi. Tale apparecchio si caratterizza sia per la struttura ridotta che per la facile gestione clinica. Essenzialmente è composto da uno splint superiore con ganci di ritenzione, arco vestibolare, rialzi in metallo (tipo Cervera), scudi vestibolari e propulsore 127 che, opportunamente confezionato, permette la risoluzione dalla malocclusione. BIBLIOGRAFIA: W. Manuzzi - L. Curioni - R. De Stefanis - M. Testa - E. Ferla, Nuovi ausili terapeutici: placca di Rivoli, Cervera modificato e TLM, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N.2. R. M. N. Acronimo di Risonanza Magnetica Nucleare. (Corpo stimolante di) ROCABADO Il corpo stimolante di Rocabado è costituito da un elastico posizionato all’altezza della papilla retroincisiva e solidarizzato a due gancetti metallici. Esso è applicabile a dispositivi con o senza vite. BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L. Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N. 2. (Sistema di) ROCABADO Vedere F. D. A. (Distrattore di) ROD Distrattore osseo utilizzato per l’allungamento sul piano sagittale della mandibola. Ideato dal dr. Razdolsky, esso è composto da piastrine d’acciaio denominate attacchi ROD (ad inserzione verticale), saldati a capsule fuse sui secondi molari e sui primi premolari inferiori. A questa impalcatura base sono applicate, una per ogni lato dell’arcata, le particolari viti con funzione disgiuntiva. BIBLIOGRAFIA:Y. Razdolsky, Distrazione ossea per l’allungamento mandibolare con un distrattore ad appoggio dentale completamente endorale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 58. (Nastro di) ROGERS Apparecchio extra - orale utilizzato in terapia miofunzionale per l’allenamento della muscolatura labiale. (Occhiello) ROMPIFORZE Accessorio dell’apparecchiatura multibrackets. (Pinza di) ROSE Pinza utilizzata per eseguire il torque ad una sezione di arco senza provocare distorsione nella parte rimanente del filo. (Nitatium Molar) ROTATOR Apparecchio fisso prefabbricato in lega nickel - titanio termico utile per derotare i molari superiori. (Molle di) ROTAZIONE Accessori che, solidarizzati ai brackets, permettono la rotazione di uno o più denti. 128 (Doccia “evolutiva” di) ROZENCWEIG Dispositivo superiore utilizzato in ambito gnatologico in pazienti affetti da disturbi muscolari. BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996 RUGHE Palatine e PAPILLA Retroincisiva Zone anatomiche del mascellare superiore di maggiore interesse, entrambe situate dietro gli incisivi: - le prime sono formazioni fibrose irregolari distribuite in un’area abbastanza estesa (terminano, infatti, all'altezza dei premolari); - la seconda, molto piccola, ha una forma a guisa di cuscinetto. La zona comprendente le rughe palatine, essendo ruvida, stimola notevolmente la lingua anche per la presenza su quest’ultima delle papille gustative, mentre la papilla retroincisiva, essendo composta da numerose strutture nervose, riveste un ruolo fondamentale nel contesto neurologico dell’intera bocca. Oltre a questi fattori, senza dubbio rilevanti, bisogna aggiungere che proprio queste due zone del mascellare sono determinanti nell’azione deglutitoria della lingua e nella formazione dei suoni e delle parole. Per garantire al paziente un dispositivo confacente alle sue legittime aspettative, dunque è assolutamente necessario preservare e salvaguardare opportunamente tali aree. (Ganci di) RUSH Ganci ausiliari a palla. BIBLIOGRAFIA: A. Wichelhaus, Il saltamorso: modifiche e settori di applicazione, Odontoiatria Infantile e Ortodonzia, Quaderno 11, Anno 1993. (Molla a) S Le peculiarità di questa molla sono la struttura molto robusta e la forma a mò di calice. Tali caratteristiche permettono una sua applicazione non solo mirata alla vestibolarizzazione di un singolo dente, bensì di gruppi di tre o quattro denti. BIBLIOGRAFIA: W.J. Tulley - B.S. Cryer, Trattamento ortodontico nell’adulto, Ed, Odonto Stomatologiche Internazionali Saccardin, Bologna, Anno 1970. S.A.E.R. (Sleep Apnea Elastic Reducer). Dispositivo rimovibile nato da una modifica del NAPA ed applicato in pazienti affetti da apnea notturna. BIBLIOGRAFIA: A. Levrini, Dispositivi intraorali nella terapia del russamento cronico e dell’apnea notturna ostruttiva, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1998, N. 1. SAGITTAL Developer Vedere WILLIAMS Jumper. 129 (Dispositivi con vite) SAGITTALE Dispositivi con vite settoriale scheletrata e asta filettata unilaterale. Essa è posizionata a livello dei colletti, a ridosso delle rughe palatine, con il centro in direzione del rafe mediano e perpendicolarmente all’asse dei denti. Durante l’attivazione l’escursione della vite include generalmente i quattro incisivi. (Arrampica lingua di) SALAGNAC E’ un apparecchio rimovibile inferiore utilizzato per guidare la lingua nella giusta posizione sul palato. L’arrampica lingua di Salagnac è composto da: - ganci di ritenzione realizzati sui primi molari; - arco vestibolare semplice; - ed infine, dal corpo in resina che si estende sul pavimento linguale e che prevede, spesso, dei rialzi laterali molto alti. BIBLIOGRAFIA: M. Pardini, I dispositivi di riposturazione linguale, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 2. SALDABILITA’ E’ la predisposizione di due metalli uguali ad unirsi in modo stabile attraverso l’apporto di calore o mediante pressione. (Arco saldato) SPEZZATO Vedere (Molla con) AVVOLGIMENTO. (Gancio di) SAHA Si tratta di un particolare gancio palatale ideato da Saha Bonnet utilizzabile nella costruzione della Busta Linguale di Bonnet. P. Ponti-C. Buraglio, L’ELN del dottor Bonnet: caratteristiche e modalità di costruzione, Ortodonzia Tecnica (Rivista OrTec), N. 3, Anno 2000. (Arco) SALDATO Gli archi saldati fondamentalmente sono costituiti da un filo di acciaio con diametro variabile modellato in base alle indicazioni del professionista e brasato alle bande posizionate sui denti. A questa “impalcatura” è possibile aggiungere accessori, quali molle, corpi in resina ed ulteriori elementi in filo, che permettono di effettuare movimenti mirati o azioni intercettive coadiuvanti la risoluzione della cura ortodontica. SALDATURA Tecnica di laboratorio atta ad unire porzioni metalliche attraverso l’apporto di materiale specifico. (Vedere anche BRASATURA) (Arco) SALISCENDI Vedere (Arco verticale di) GOSHGARIAN. SALTAMORSO Dispositivo ideato da Kingsley nel 1880 utile per ottenere l’avanzamento mandibolare e l’arretramento del settore anteriore superiore. 130 SALTAMORSO di Sander L’attivatore di Sander è impiegato per il trattamento delle II Classi. Esso è composto da due placche con ganci di ritenzione e viti trasversale, realizzate su entrambe le arcate. La particolarità di questo dispositivo è la presenza di un sistema di scorrimento costituito da due aste a decorso dorsale che, partendo dalla vite superiore, scivolano in apposite guide ricavate nello splint inferiore. Tale meccanica, abbinata alla posizione protrusa della mandibola, permette la risoluzione funzionale della retrognazia. BIBLIOGRAFIA: F. G. Sander, Fabbricazione ed applicazione del saltamorso, Sillabo Foresta - Dental. (Doppia placca retrusiva di) SANDER Si tratta di un sistema composto da due placche (complete di accessori specifici), superiore ed inferiore, applicato in pazienti affetti da III Classe scheletrica. BIBLIOGRAFIA: A. Melacini, Il Sander per le III Classi, Ortodonzia Tecnica (Rivista OrTec), N. 1, Anno 2001. (Attivatore verticale a molla di) SANDER Dispositivo polifunzionale che, correttamente applicato, può indurre stimolazione muscolare, distrazione del condilo e rotazione mandibolare in senso antiorario. Tale attivatore è composto da due placche (superiore ed inferiore) con ganci e rialzi in resina, collegate fra di loro attraverso due molle posizionate tra le due arcate nel versante interno latero - posteriore. BIBLIOGRAFIA: 1) C. Frontali - G. Bergami, Attivatore verticale a molla di Sander, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 53. 2) A.Weinreich, L’attivatore a molla. I criteri essenziali per la sua realizzazione, La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1992, N. 11. (Placca di) SARDI Apparecchio meccanico rimovibile superiore impiegato per ottenere movimenti dentali in senso sagittale. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. SCANALATURA Accessori del dispositivo ortodontico utili per il controllo, in senso verticale, degli elementi interessati. (Splint) SCARICA - Tensione Dispositivi rimovibili forniti di rialzi (anteriore, posteriori o totale) applicati per ristabilire, attraverso il posizionamento corretto dei condili, l’equilibrio neuro - muscolare del sistema stomatognatico. (Dispositivi di) SCARICO Vedere (Dispositivi di) RILASSAMENTO. 131 SCHANGE (Autore storico) Precursore dell’uso delle bande nel 1840. (Placca) SCHELETRATA Modulare La placca scheletrata modulare è in grado di limitare al massimo il discomfort per il paziente, aspetto questo fondamentale sia per salvaguardare la funzionalità delle numerose connessioni neuro-muscolari del sistema stomatognatico che, di conseguenza, per garantirsi una fattiva e completa collaborazione da parte del paziente. L’applicazione della placca scheletrata modulare è indicata in fase di contenzione, in ortodonzia intercettiva e come ausilio mioterapeutico finalizzato alla disfunzione del paziente. La particolarità che contraddistingue tale dispositivo è rappresentata dalla possibilità di aggiungere all’apparecchio accessori utili per coadiuvare l’azione della placca. Quelli più richiesti sono senz’altro: - l’arco con griglia, la cui funzione è quella di evitare che la lingua impatta contro gli incisivi; - l’arco con bottone forato, utile come stimolo tattile per correggere la dinamica della lingua; - ed infine, l’arco transpalatino con perlina di Tucat, applicato per conservare, una volta ottenuta, la giusta posizione della lingua durante la deglutizione. La placca scheletrata modulare è composta da: - due elementi di tenuta; - un arco vestibolare semplice brasato al ponte dei ganci; - una barra transpalatina il cui scopo è quello di stabilizzare l’intero dispositivo; - due bracci estensori che sostituiscono l’acrilico nella regione palatale degli elementi anteriori. BIBLIOGRAFIA: U. Comparelli, La placca scheletrata modulare, Bollettino Micerium Informa, Anno 1998, N.1. SCHELETRATI Ortodontici I dispositivi ortodontici scheletrati si pongono in una posizione privilegiata rispetto ai tradizionali dispositivi rimovibili poiché, grazie alla loro struttura, possiedono caratteristiche uniche, quali: - esigua copertura dei tessuti molli e dei denti; - rispetto dell’asse di inserzione, con la distribuzione omogenea del carico occlusale; - spessori minimi e buona ritenzione; - distribuzione ottimale delle forze, con la possibilità di selezionare con assoluta precisione le zone sottoposte ad azione ortodontica, salvaguardando al meglio il parodonto. Tali peculiarità si traducono per il paziente in vantaggi incontestabili: 132 - migliore fonetica; - estetica accettabile; - comfort eccellente; - maggior rispetto del cavo orale. Da tutto ciò deriva che i dispositivi scheletrati siano sopratutti indicati in: - ortodonzia pre - protesica; - soggetti allergici all’acrilico; - pazienti adulti particolarmente attenti all’estetica; - contenzione, specie se di lunga durata. BIBLIOGRAFIA: U. Comparelli - M. Cortellessa - G. Ria - M. Suriano, I dispositivi ortodontici scheletrati, Il Nuovo Laboratorio Odontotecnico (Rivista ANTLO), Anno 1997, N. 10. (Dispositivo) SCHELETRATO Modifica del regolatore di funzione Fr 2. BIBLIOGRAFIA: N. Lambini, Modifiche al regolatore di funzione per il trattamento delle Classi 2° I Divisione disfunzionali, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.50. SCHERMO Anti-lingua Vedere GRIGLIA Linguale. SCHERMO Orale Dispositivo utilizzato in terapia miofunzionale per la correzione di abitudini viziate. BIBLIOGRAFIA: G. Tassan, Dispositivi per la correzione della malposizioni linguali, Rivista Italiana degli Odontotecnica (Dental Press), Anno 1995, N. 9. SCHISI Labiale Vedere LABIO - Schisi. (Gancio di) SCHNEEMANN Nato da una modifica del gancio triangolare la sua costruzione prevede tre fasi conseguenziali: - si realizza il gancio triangolare; - in seguito, con lo stesso filo, si esegue sulla parete vestibolare del dente un’ansa parallela al margine gengivale; - infine, si modella il passante nello spazio interdentale, evitando così interferenze occlusali con l’antagonista. Secondo la filosofia dell’Autore tale gancio permette di fondere in un unico elemento in filo due componenti fondamentali: - la ritenzione attraverso il triangolo; - l’eventuale attivazione, utile per lingualizzare o controllare il dente adiacente, grazie all’ansa che funge da molla. (Doppio gancio di) SCHNEEMANN E’ una variante del gancio di Schneeemann e si realizza con un filo con diametro di 0,7 mm. partendo 133 dalla parte centrale modellata a forma di “V” e posizionata tra i due denti interessati. Le due anse, aventi lo stesso diametro mesio - distale degli elementi, sono sagomate parallelamente alla superficie vestibolare di questi ultimi. (Interceptor di) SCHULTE Dispositivo applicato per il rilassamento muscolare, che si caratterizzato da una struttura molto ridotta. BIBLIOGRAFIA: G. Capone - C. Rivieccio, Interceptor secondo Schulte e la placca di Farrar, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 3. (Attivatore con arco elastico di) SCHWARZ Attivatore costituito da due placche, una superiore e l’altra inferiore, collegate da anse elastiche in filo posizionate distalmente agli ultimi molari. Sull’arcata inferiore è realizzato un arco vestibolare semplice. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, Anno 1993. (Gancio di) SCHWARZ Vedere (Gancio) LANCEOLATO. (Placche di) SCHWARZ Si tratta delle classiche placche di espansione, complete di ganci, arco vestibolare ed altri accessori (viti, molle). BIBLIOGRAFIA: M. Testa - D. Francioli, Realizzazione tecnica della placca di Schwarz, Il Nuovo Laboratorio Odontotecnico (Rivista ANTLO), Anno 1997, N. 5. SCIALORREA Fuoriuscita involontaria della saliva dalla bocca. SCK (Seconde Classi Scheletriche) Dispositivo ad azione funzionale ideato dall’odontotecnico Ciro Pisano. Esso è costituito da uno splint superiore con ali in resina, arco vestibolare semplice, rialzi in resina, vite trasversale e moduli per l’inserzione dello scudo di avanzamento mandibolare. Alla configurazione base è possibile aggiungere sia il lip-bumper che la trazione extra-orale. BIBLIOGRAFIA: C. Pisano, SCK Seconde Classi Scheletriche, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone. SCOLIOSI Curvatura di una porzione della colonna vertebrale valutabile sul piano frontale. (Occlusogramma) SDP Sistema (ideato da Silvia De Pasquale) in grado di analizzare dettagliatamente, attraverso i modelli in gesso, la posizione nello spazio dei denti delle due arcate in massima intercuspidazione. 134 SEATING Lug Supporto buccale. SEBAS Apparecchiatura rimovibile prefabbricata completa di rialzo anteriore e schermo vestibolare. Il Sebas, applicato per discludere il morso, si presenta estremamente versatile in quanto, inserendosi nei tubi vestibolari delle bande può essere gestito autonomamente dal paziente stesso. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, Anno 1985. (Arco) SEGMENTALE Arco con sezione di 4 decimi di millimetro interessante un solo segmento dell’arcata. (Tecnica) SEGMENTALE Tecnica che prevede l’applicazione di attacchi e relative correzioni non su tutta l’arcata, bensì su uno o più settori dentali. (Ortodonzia linguale) SEGMENTATA Metodica (applicata in ortodonzia linguale) davvero molto vasta ed interessante, ideata dal dottor Fontanelle. Essa, molto schematicamente, si traduce nell’utilizzo di “cappucci” modellati sui denti aventi funzione ritentiva, dai quali parte tutto un sistema composto da molle e fili rappresentante la parte attiva del dispositivo. BIBLIOGRAFIA: M. Quercioli - L. Occhialini-D. Pavesi, L’ortodonzia linguale segmentata, Bolletino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 53. SELLA Vedere GRATA. (Protesi) SEMI - Fisiologica Tipo di protesi in cui i carichi masticatori vengono trasferiti sia sui denti pilastro che sulla mucosa presente nelle zone edentule (Es. protesi scheletrata). (Arco vestibolare) SEMPLICE La forma ideale e la natura passiva fanno dell’arco vestibolare semplice l’arco più diffuso nel campo dell’ortodonzia mobile. La sua costruzione si presenta alquanto semplice essendo caratterizzata da tre passaggi fondamentali: - dapprima si modella il filo di diametro pari a 0,7 mm. posizionandolo circa a metà altezza degli incisivi; - in seguito, distalmente ai laterali, si eseguono due pieghe di 90° per poi formare due anse uguali larghe quanto le facce vestibolari dei canini; - infine, si realizzano le ritenzioni modellando i passanti interdentali distali ai canini. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, Anno 1993. 135 (Arco vestibolare) SEMPLICE con Anse Verticali a “M” Variante dell’arco vestibolare semplice che prevede la modellazione, a livello canino, di anse a forma di “M”. Tale modifica può essere utile per lingualizzare o controllare meglio i canini. (Arco vestibolare) SEMPLICE con Molla Singola Saldata Variante dell’arco vestibolare semplice che prevede l’aggiunta, solitamente a livello canino, di una molla a balestra. Tale modifica si rivela utile per lingualizzare i canini. SEPARATORI Accessori utili per ricavare lo spazio, tra denti contigui, per un corretto alloggiamento delle bande. (Tecnica) SEQUENZIALE Tecnica multi - attacchi che si contraddistingue per la sequenzialità del bandaggio. SERIOGRAFIA Si tratta dell’insieme delle radiografie indorali dei singoli denti delle due arcate. BIBLIOGRAFIA: S. Oddini Carboni - M. Ronchin - S. Dessì, La radiologia in ortognatodonzia “Dossier” Parte IV, Mondo Ortodontico Ed. Masson, Anno 1991, N. 6. SERRAMENTO Bruxismo centrico SET-Up Termine inglese che letteralmente significa organizzazione o programmazione. In odontoiatria tale operazione prevede il rimontaggio (simulato) corretto dei denti in occlusione per: - il confezionamento del posizionatore utilizzato a fine cura ortodontica; - la pianificazione del trattamento ortodontico. Per eseguire correttamente il set - up è necessario rispettare parametri e limiti ben precisi. Genericamente il set - up si esegue riposizionando singolarmente ciascun dente, facendo riferimento all’intera arcata, garantendosi così sia l’entità che la qualità dello spostamento. E’ questa l’operazione più delicata; è consigliabile pertanto eseguirla con molta attenzione controllando frequentemente gli elementi interessati non solo in relazione centrica, bensì compiendo con l’articolatore i movimenti di lateralità (destra e sinistra) e di protrusione. Al termine del set - up le cuspidi palatali superiori dovrebbero occludere con i versanti delle cuspidi vestibolari inferiori, mentre le pareti palatali delle cuspidi vestibolari superiori dovrebbero occludere con i versanti vestibolari delle cuspidi linguali. I margini incisali degli inferiori dovrebbero trovarsi in corrispondenza del cingolo palatale degli incisivi superiori e quindi l’overbite e l’over-jet dovrebbero essere di 1 - 2 mm. Nei movimenti di lateralità 136 è il canino superiore il dente guida, di conseguenza esso dovrebbe anticipare il contatto con l’arcata inferiore rispetto agli elementi superiori. BIBLIOGRAFIA: G. B. Garino - U. Capurso - A. Veneziani, Il set - up operativo e diagnostico nel paziente disfunzionale, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1991, N.3. (Dispositivi con viti) SETTORIALI Questo gruppo comprende i dispositivi utili per l’esecuzione di movimenti mirati di uno o più elementi. VESTIBOLARIZZAZIONE Movimento di rifinitura effettuato con una vite (tipo sagittale) micro inserita solitamente in una placca di contenzione al termine della cura ortodontica. La vite, essendo posizionata perpendicolarmente al dente da spostare un po’ al di sotto del colletto, richiede uno spessore di resina piuttosto spesso. La sua escursione interessa, logicamente, solo il dente sottoposto alla correzione. CONTRAZIONE e MESIALIZZAZIONE Si adopera per entrambi i movimenti una vite a trazione, la cui caratteristica principale è senza dubbio la differente struttura che durante l’attivazione, permette di spostare i denti in direzione dello spazio disponibile. Tale azione consente al clinico: - la chiusura di spazi; - la correzione di iper - espansioni, in senso trasversale dei settori lateroposteriori (con l’aggiunta di piani rialzati laterali e o del rialzo anteriore). DISTALIZZAZIONE Le viti in oggetto sono le stesse applicate per ottenere l’espansione in senso sagittale e vestibolare. Fornite in diverse misure, la scelta è subordinata al numero ed alla struttura dei denti malposizionati. La vite è posizionata con la sua parte centrale in corrispondenza della parete mesiale dell’elemento da distalizzare. Durante l’escursione la parte anteriore segue lo spostamento, mentre quella posteriore con funzione ritentiva rimane inglobata nella porzione restante della placca. (Archi) SEZIONALI Segmenti di archi fissati separatamente su gruppi di denti. BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia ortodontica, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano. (Attivatore di) SHEFFIELD Dispositivo funzionale concepito presso l’università di Sheffield, e nato da una modifica del Bionator da cui differisce per la presenza della vite trasversale e dell’arco vestibolare semplice. 137 BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del Nord Europa: alcuni apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1991, N. 6. (Autoposizionatore di) SHORE Dispositivo rimovibile utilizzato in pazienti affetti da problemi articolari. (Durezza) SHORE Per durezza shore s’intende la resistenza alla penetrazione di un corpo di forma conica, di determinate dimensioni e a una pressione definita, su un campione di materiale con una superficie liscia e piana di almeno 30 mm. di diametro ed uno spessore di almeno 6 mm. SHORT Face Faccia Corta. (Posizione di) SCHULLER Modificata Proiezione trans craniale laterale obliqua. SIDE Shift Sinonimo di Bennet immediato. S. I. D. O. Società Italiana di ortodonzia. SIMMETROPREDETERMINATORE Strumento ideato dal professor Muzj che permette di confrontare le due arcate e pianificare i movimenti dentali adatti alla malocclusione. SIMON (Autore storico) Famoso per l’ideazione di una tecnica diagnostico in ambito ortodontico che si avvale di una fase gnatologica e di un sistema fotostatico. SINTOSTASIA (Classificazione di Muzj) Malposizione dei denti anteriori per carenza di spazio. SINTOSTASIA Macrodontica (Classificazione di Muzj) Anomalia caratterizzata da denti malposizionati per carenza di spazio dovuta alla grandezza eccessiva degli stessi. SINTOSTASIA Micrognatica (Classificazione di Muzj) Anomalia caratterizzata da arcate dentali con diametri ridotti, specie nel settore intercanino, e conseguente affollamento dentale. SINTOSTASIA Prometastodontica Bi - Mascellare (Classificazione di Muzj) Anomalia di posizione dei primi molari superiori ed inferiori. 138 SINTOSTASIA Prometastontica Superiore (Classificazione di Muzj) Anomalia di posizione dei primi molari superiori in senso mesiale. SISTEMI Ritentivi Vedere GANCI di Ritenzione. SLEDIN Accessorio dell’apparecchiatura fissa costituito da due cannule (una rotonda e l’altra rettangolare). Può essere utilizzato per la distalizzazione dei premolari. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, Anno 1985. (Arco vestibolare a) SLITTA Arco vestibolare formato da due segmenti in filo che, opportunamente modellati, scivolano su se stessi. SLOT Solco presente sull’attacco ortodontico in cui alloggiare l’arco modellato dallo specialista. SLOT Machine Strumento utilizzato per il posizionamento degli attacchi linguali sui modelli di lavoro. SMALTO Strato esterno della corona dentaria. S.N.C. Acronimo di Sistema Nervoso Centrale. SOTTOSQUADRO Zona localizzata tra l’equatore del dente e la gengiva (Attivatore a doccia di) SOULET-BESOMBES Attivatore ad azione funzionale ortopedica. BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia ortodontica, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano. (Gancio di) SOUTHEND Questo elemento ritentivo è da considerare esclusivo per gli elementi anteriori. Per la sua realizzazione si segue, con un filo da 0,7 mm., la sagoma vestibolare degli incisivi centrali (al di sopra del picco della giuntura gengivale), per poi rientrare nella zona linguale, in cui si modellano le ritenzioni. BIBLIOGRAFIA: W.J.B. Houston, Sinossi di ortodonzia di Walther, Edi.Ermes, Milano, Anno 1988. 139 SPATOLA Linguale Strumento extra - orale utilizzato per favorire l’allineamento di un incisivo linguo - verso in pazienti in fase di crescita. BIBLIOGRAFIA: A. Richardson, Ortodonzia Intercettiva, Ed. Masson, Milano, Anno 1993. (Molla a) SPATOLA La molla a spatola può essere applicata a dispositivi rimovibili superiori o inferiori. La sua azione correttiva è esercitata dalla porzione in filo avente foggia di “spatola”, adagiata sulla parete linguale del dente da vestibolarizzare. SPAZIO dell’ “E” Vedere LEEWAY Space. SPAZIO di Deriva Vedere LEEWAY-Space. SPAZIO Intermascellare Distanza esistente, in posizione di riposo della mandibola, tra quest’ultima e la mascella. SPAZIO Libero Fisiologico Spazio presente occlusalmente, tra le due arcate, quando la mandibola è in posizione di riposo. Mediamente tale spazio può variare dai 2 agli 8 mm.. (Curva occlusale di Von) SPEE Rappresentata da un arco di circonferenza, il suo centro è situato nel centro dell’orbita e passa per la cuspide del canino e le cuspidi disto - vestibolari dei diatorici inferiori. BIBLIOGRAFIA: N. Germane - J.A. Staggers - L. Rubenstein - J.T. Revere, Lunghezza dell’arcata e curva di Spee: un modello matematico, A.J.O. and D.O., Ed. Italiana, Anno 1993, N. 4. SPEED Particolare attacco linguale autolegante. BIBLIOGRAFIA: A. Veneziani - F. Garino, Sistematica Speed nella tecnica linguale, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1998, N. 2. SPERONE Spezzone di filo con diametro variabile opportunamente sagomato sulla parete (mesiale o distale) del dente che, inserito solitamente nelle placche, ha la funzione di preservare uno spazio in attesa dell’eruzione di un elemento o dell’applicazione di una protesi. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, anno 1993. (Molla con) SPERONE Vestibolare Elemento elastico utilizzato per la correzione di denti linguoversi. La parte a contatto con il dente è posizionata vestibolarmente ed ha la forma di un “8” coricato. Da esso si sviluppa il filo inserito nell’acrilico a livello interstiziale. 140 BIBLIOGRAFIA: D. Govoni, Elementi a molla, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 52. SPINGI - Bande Strumento utile per inserire le bande sui denti pilastro. SPLINT Termine generico che indica un dispositivo realizzato in resina acrilica. Nello specifico la sua funzione è quella di solidarizzare rigidamente denti e ossa basali dopo un intervento ortopedico chirurigico. (Molla a) SPORTELLO Accessorio elastico in filo applicabile ad apparecchi rimovibili per indurre vestibolarizzazione di molari e premolari inferiori. BIBLIOGRAFIA: F.V. Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (GE). SPRING - Aligner Si tratta di un dispositivo rimovibile utilizzato come rifinitore; esso è applicato al settore anteriore dell’arcata e si rivela efficace per contrastare la recidiva degli incisivi. E’ un apparecchio realizzato in acrilico e come per il posizionatore la sua azione e strettamente vincolata all’esecuzione del set - up dei denti interessati. BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano, Anno 1995. SPRING - Bite Letteralmente bite a molla, è uno degli accessori della placca Cervera, utile per intrudere gli elementi anteriori. SPRING - Jet Apparecchio fisso facente parte della Family Jet che consente l’espansione in senso trasversale dell’arcata superiore. Esso è composto dal sistema telescopico, elemento peculiare di tali dispositivi, ancorato alle bande. Con lo Spring - Jet è possibile ottenere sia l’espansione dentale con l’applicazione del “monotubo” (un solo sistema telescopico ancorato solitamente alle bande molari), che l’espansione ortopedica del mascellare attraverso l’utilizzo del “bitubo” (rappresentato da due sistemi telescopici opportunamente confezionati alle bande molari e premolari). BIBLIOGRAFIA: A. Carano - P. Leone - E. Rotunno - M. Testa, Lo Spring - Jet, un nuovo dispositivo per l’espansione dell’arcata superiore, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 5. SPRING – Retainer Vedere SPRING - Aligner SQUADRATURA Operazione tecnica intesa a dare una forma appropriata al modello in gesso. 141 SQUALO Apparecchiatura davvero singolare nata una modifica del lip bumper tradizionale lo squalo, realizzato in filo super elastico in titanio inguainato, è modellato sui fornici delle due arcate in modo da non provocare decubiti e lesioni della mucosa. E’ interessante evidenziare che, a differenza di altri presidi analoghi, questo dispositivo non ha bisogno di alcun ancoraggio alle arcate dentali. BIBLIOGRAFIA: E. Ostinelli - R. Calegari - A. Norcini - C. Palerma, Squalo: indagine su una nuova apparecchiatura, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1993, N. 5. (Placche di) STABILIZZAZIONE Apparecchiature rimovibili applicate, per un lasso di tempo molto lungo, per il controllo sia dei risultati ottenuti con la terapia occlusale che dell’attività muscolare. BIBLIOGRAFIA: Gruppo di ricerca SIDO, L’utilizzo delle placche occlusali nei pazienti affetti da patologia disfunzionale dell’ATM, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N. 4. (Gancio di) STAHL Messo a punto da A. Stahl nel 1958, è questo è un gancio a braccio singolo che sfrutta il sottosquadro presente nello spazio interdentale. Per la sua realizzazione si usa un filo in acciaio con diametro di 0,6 - 0,7 mm. La ritenzione è garantita dall’ansa eseguita al di sotto della massima curvatura orizzontale dei denti interessati. Uno dei vantaggi di questo elemento di tenuta è rappresentato dal diametro della spira che, solitamente di 0,5 mm., può variare in base allo spazio disponibile. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N. F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, Anno 1993. (Pinza di) STEINER Strumento utilizzato per applicare il filo di legatura tra l’attacco e l’arco. STEP - Down Termine inglese indicante una piega rivolta verso il basso. STILOGLOSSO Muscolo della lingua che concorre al suo sollevamento e alla sua trazione posteriore. STILOIOIDEO Fa parte dei muscoli sopraioidei. Esso concorre all’elevazione dell’osso ioide. STIMOLATORI di Funzione Linguale Gli stimolatori in genere assurgono ad un ruolo preminente in ambito terapeutico; essi infatti, se utilizzati correttamente ed in abbinamento alla terapia riabilitativa, possono contribuire a rieducare stabilmente i distretti muscolari colpiti da deficit 142 sensomotori. Nello specifico, gli stimolatori orali sono capaci di modificare la postura linguale scorretta grazie alla loro particolare conformazione che, “stuzzicandola” induce la lingua a percorrere e ricercare il corretto percorso e la giusta posizione sul palato. BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - L. Levrini, stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N. 2. STIMOLATORE Occlusale Vedere ATTIVATORE Anteriore Aperto. (Attivatore di) STOCKLI Dispositivo ad azione funzionale che prevede l’applicazione della trazione extra - orale. L’attivatore di Stockli è essenzialmente un monobloco in resina, interessante entrambe le arcate, composto da: - ganci di ritenzione sui primi molari; - molle per torque anteriore degli incisivi; - rialzi in resina, anteriore e o posteriore; - ed infine, i tubi per l’inserimento della trazione extra - orale. Anteriormente, una flangia in resina abbraccia le superfici vestibolari degli incisivi inferiori in modo da stabilizzare ulteriormente l’attivatore. BIBLIOGRAFIA: W. Proffit - H. Fields, Ortodonzia Moderna, Milano, Ed. Masson, Anno 1995. STOMATITE Infiammazione del cavo orale. STOP Occlusali Accessori del dispositivo ortodontico utili per il controllo, in senso verticale, degli elementi interessati. (Tecnica) STRAIGHT - Wire Tecnica multi - brackets nata dalle ricerche di Andrews, che prevede l’applicazione di attacchi pre - programmati con valori di torsione e angolazione ideali. Con tale metodica per ottenere il massimo risultato, è necessario posizionare gli attacchi secondo indicazioni e parametri ben precisi. BIBLIOGRAFIA: G. Gubbini, La tecnica Straight Wire, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 2 – 3. STRIPPING Riduzione dello smalto interprossimale dei diametri mesiodistali dei denti. BIBLIOGRAFIA: N. Citrulli - A. Caprifoglio - D.J. De Franco, Effetti dello stripping interdentale su parodonto e carie: un esame della letteratura, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), N. 3, Anno 1998, N. 3. 143 (Superficie) SUB - Linguale Superficie situata nella zona compresa tra la cresta retro - miloioidea ed il frenulo linguale. Essa si suddivide in due parti, una anteriore e l’altra posteriore. SUGGELLO Posteriore Palatino Comprende l’area dell’incisura pterigo - mascellare destra e sinistra seguendo il decorso delle ossa palatine. In protesi mobile tale superficie è utilizzata per la realizzazione del post dam. SUTURA Palatina Corrisponde alla linea mediana e nasce dall’unione delle ossa palatine e mascellari. (Placca di) SVED Si tratta di una placca di svincolo. BIBLIOGRAFIA: A. Licantro, Dispositivi per mioartropatie, Rivista Italiana degli Odontotecnici (Dental Press), Anno 1994, N. 4. SVILUPPATORE di Arcata Linguale Dispositivo fisso solidarizzato all’arcata tramite gli attacchi a caricamento verticale utilizzati nella tecnica di Wilson. Lo sviluppatore d’arcata linguale è applicato per la vestibolarizzazione dei denti anteriori e la distalizzazione dei molari. (Placche di) SVINCOLO Apparecchiature rimovibili applicate nei casi di disordini muscolari del sistema masticatorio. La loro funzione è interrompere la normale occlusione e rilassare la muscolatura. BIBLIOGRAFIA: Gruppo di ricerca SIDO, L’utilizzo delle placche occlusali nei pazienti affetti da patologia disfunzionale dell’ATM, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1999, N. 4. T. APPLIANCE Dispositivo funzionale applicato per la correzione di discrepanze sagittali, trasversali e verticali di I e II Classe. L’attivatore T è costituito da due apparecchi che abbracciano vestibolarmente e lingualmente le due arcate. I due splint sono uniti tramite due anse ad “U” realizzate posteriormente. A questa configurazione base è possibile aggiungere accessori (come ad esempio i tubi per l’arco extra - orale, le molle per il torque anteriore degli incisivi e la vite di espansione trasversale) coadiuvanti l’azione del dispositivo. BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia de Nord Europa: alcuni apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1991, N. 6. T. A. Acronimo di Tubercolo Articolare. T. A. C. Acronimo di Tomografia Assiale Computerizzata. 144 BIBLIOGRAFIA: S. Bovone, Possibilità diagnostiche della tomografia assiale computerizzata nello studio delle patologie dell’articolazione temporo-mandibolare, Ortognatonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1993, n. 2, TAGLIO Vedere SQUADRATURA. TALBOT (Autore storico) Clinico che nella pubblicazione “Irregularities of the Teeth and treatment” del 1888, fornì una attenta e scrupolosa dimostrazione del meccanismo occlusale. (Molla di) TALBOT Particolare molla prefabbricata che, coadiuvando l’azione della Fan Spring, permette l’espansione asimmetrica dell’arcata dentale superiore. TAMPONI Linguali I tamponi linguali rappresentano il cuore dell’apparecchiatura più complessa di Bass. Secondo la filosofia dell’Autore, la parte in resina del tampone linguale deve estendersi nella regione linguale della mandibola, tra i due premolari, 4 - 5 mm. sotto il margine gengivale. Il tampone così realizzato va ad inserirsi per poi scorrere, nel modulo precedentemente fissato allo splint superiore. E’ cura dell’ortodontista inserire i tamponi linguali nei moduli della placca. Ciò avviene di solito al primo controllo dopo che il paziente ha utilizzato l’apparecchio nudo, senza cioè l’impiego di alcun accessorio. (Attivatore con) TAMPONI A VITE Apparecchiatura ad azione funzionale nata da una modifica del Sistema Ortopedico Funzionale di Bass. L’attivatore con tamponi a vite si rivela utile nella risoluzione della 2° Classe 1° Divisione scheletrica in pazienti in fase di crescita. (Indice di) TANAKA L’indice di Tanaka, simile a quello di Ballard e Wylie, presenta il non trascurabile vantaggio (prendendo come punto di riferimento la tabella di Moyers) di fornire, sia per l’arcata inferiore che per quella superiore, utili indicazioni in merito al diametro mesio-distale dei canini e dei premolari. Tale indice è espresso dalla seguente relazione: - le somme dei diametri mesio - distali dei canini e dei premolari di un lato è uguale alla metà della somma dei diametri mesio-distali degli incisivi inferiori permanenti più il numero fisso 10,5. T.A.R.G. (Tourque Angolation Reference Guide). Strumento utilizzato solitamente nella tecnica linguale per il montaggio dei brackets sul modello. Esso è costituito da una base fissa, una snodabile, l’asta di lettura e il posizionatore per l’applicazione degli attacchi. 145 BIBLIGRAFIA: G. Mostardi - G. Siciliani - S. Terranova, Il laboratorio nella tecnica linguale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 62. T.E.A Acronimo di Trazione Extra - orale Alta. T.E.B. Acronimo di Trazione Extra - orale Bassa. T.E.I. Acronimo di Trazione Extra - orale Invertita. TELERADIOGRAFIA Radiografia laterale del cranio. BIBLIOGRAFIA: S. Oddini Carboni - M. Ronchin - S. Dessì, La radiologia in ortognatodonzia “Dossier” Parte IV, Mondo Ortodontico Ed. Masson, Anno 1991, N. 6. (Vite) TELESCOPICA Microvite utilizzata per lo spostamento di singoli denti. TEMPORALE Si tratta di uno dei muscoli più importanti dell’apparato oro-facciale che permette l’elevazione della mandibola. TEMPRABILITA’ Attitudine di un metallo a modificare la propria durezza se sottoposto prima ad aumento notevole della temperatura e dopo ad un veloce raffreddamento. (Molla a) TENDEUR Concettualmente simile alle molle a grembiule, essa si diversifica da esse poichè costituita da un unico elemento in filo elastico. T. E. N. S. (Transcutaneos Electrical Neural Stimolation) Strumento utilizzato per la stimolazione ed il controllo guidato delle contrazioni muscolari. TENSIONE Superficiale Attitudine dei liquidi ad assumere la minima estensione possibile. TENSORE del Velo Palatino Muscolo appartenente al palato molle, la cui funzione è tendere il palato. T. E. O. (Trazione Extra Orale) Apparecchiatura costituita sia da un arco esterno solidarizzato ad una fascia ad appoggio craniale, che da un arco interno inseribile in appositi alloggi posizionati vestibolarmente all’arcata superiore. 146 T. E. O. F. (Trazione Extra Orale Funzionale) Sistema funzionale modulare ideato dall’odontotecnico Roberto Paludetti che si caratterizza per la presenza dell’arco extra - orale. Elementi peculiari di questo dispositivo sono l’esiguo ingombro e l’estrema versatilità applicativa che si traducono in vantaggi sia per il paziente che per lo specialista. BIBLIOGRAFIA: R. Paludetti, Dispositivi modulari polivalenti, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1995, N. 3. (Apparecchio di) TEPPER Dispositivo rimovibile applicato in pazienti russatori per eliminare o quanto meno ridurre il fenomeno, abbastanza frequente in questi soggetti, dell’apnea notturna. L’apparecchio di Tepper è realizzato sull’arcata superiore e la sua azione è incentrata nel condizionamento della postura linguale. Esso è composto da: - una base in resina, che si estende sulla parte mediana e posteriore del palato; - un arco interno inguainato, che è modellato sulle superfici palatali degli incisivi superiori; - ed infine dal condizionatore linguale, rappresentato da un sottilissimo spessore di resina che, partendo dalla porzione anteriore dell’apparecchio, termina su di un elastico avente funzione armortizzante. BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - L. Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed Masson, Anno 1994, N. 2. TERAPISTA Miofunzionale Figura professionale che si occupa specificatamente dell’impostazione terapeutica relativa: - alla rieducazione dei distretti muscolari dell’apparato oro - facciale; - all’insegnamento di esercizi finalizzati al ripristino di una deglutizione corretta; - all’eliminazione di atteggiamenti viziati, come ad esempio la suzione del dito. BIBLIOGRAFIA: A. Ferrante, Terapia Miofunzionale, San Benedetto del Tronto (AP), Ed. Futura, Anno 1997. TERMINUS E’ un simulatore occlusale (ideato da B. Jankelson) da utilizzarsi in abbinamento alla registrazione in Mjo - Print rilevata con la T. E. N. S. (Dispositivo) TERMOSTAMPATO di Contenzione L’applicazione di questo dispositivo è indicata nella fase di contenzione immediata in pazienti adulti con una dentatura completa. Al contrario, il suo impiego è sconsigliato per lunghi periodi e in presenza di elementi decidui o poco 147 erotti, poiché non essendoci ganci il dispositivo risulterebbe poco stabile. I suoi vantaggi più evidenti sono la rapidità di esecuzione, la trasparenza e il buon controllo vestibolare e linguale degli elementi da contenere. BIBLIOGRAFIA: W.R. Proffit, Ortodonzia Moderna, Ed. Masson, Milano, Anno 1995. (Attivatore di) TEUSCHER Monoblocco di resina acrilica (ideato dal professore svizzero Teuscher) applicato in presenza di II Classi scheletriche. Il Teuscher essenzialmente è composto da: - un corpo in resina che interessa entrambe le arcate, (Tipo Andresen) realizzato come tutti gli attivatori secondo il morso di costruzione; - ansa palatale di Coffin; - molle per il torque degli incisivi superiori; - tubi per l’applicazione della trazione extra - orale; - stop occlusali in filo. A questa configurazione base è possibile aggiungere, secondo le necessità terapeutiche, il lip - bumper inferiore rimovibile. BIBLIOGRAFIA: 1) U. Teuscher, Sillabo SIDO, Anno 1991. 2) F. Fantozzi, L’attivatore di Teuscher, filosofia – progettazione costruzione, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 59. 3) Salento - R. Grassi, Gli attivatori con trazione extra - orale delle scuole svizzere, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1993, N. 5. T. E. V. Acronimo di Trazione Extra - orale Verticale. THERMAL Palatal Expander Dispositivo realizzato in lega nichel titanio termico utilizzato per l’espansione ortopedica del mascellare superiore. TIE - Back Ansa eseguita sull’arco, mesialmente al tubo della banda. TIME - Out Tecnica utilizzata per eliminare l’abitudine viziata relativa al succhiamento del dito. Il time - out consiste essenzialmente in una punizione, alquanto blanda, inflitta al bambino ogniqualvolta quest’ultimo inserisce il dito in bocca. TIP - Back Termine inglese indicante una piega rivolta posteriormente. TIPPING Variazione angolare indotta alla corona del dente. TIRA - Elastico Strumento utilizzato per facilitare l’inserzione degli elastici. 148 (Arco) TIRA - Spingi Arco continuo utilizzato nella tecnica bioprogressiva di Ricketts. BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia ortodontica, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano. (Placca di) TYLAR Apparecchio superiore di contenzione composto da ganci di ritenzione molari ed arco vestibolare semplice. BIBLIOGRAFIA: P. Gandini-M. Mancini-D. Fraticelli-G. Sfondrini, Stabilità e contenzione, Quaderni di odontoiatria infantile a cura di D. Caprifoglio, Ed. Masson, Milano, Anno 1992. TLM Ferula realizzata in resina acetalica, applicata solitamente a fine cura ortodontica. Tale dispositivo può essere utilizzato sia come ritentore passivo che, dopo aver effettuato il set - up, come rifinitore. BIBLIOGRAFIA: W. Manuzzi - L. Curioni - R. De Stefanis - M. Testa - E. Ferla, Nuovi ausili terapeutici: placca di Rivoli, Cervera modificato e TLM, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N. 2. T. M. D. Acronimo di Disordini Temporo Mandibolari. T. M. R. Dispositivo utilizzato a fine cura ortodontica che si contraddistingue per la completa assenza dell’acrilico. La TMR è composta da ganci di Adams, arco vestibolare brasato ai ponti degli Adams, barra palatale di stabilizzazione e appoggi occlusali. BIBLIOGRAFIA: A. Melacini, Contenzione TMR, Il Nuovo Laboratorio Odontotecnico (Rivista ANTLO), Anno 1999, N. 9. TOE - In Piega in direzione linguale. T. O. F. Acronimo di trattamento Ortopedico Funzionale. TOGLI - Bande Strumento utile per decementare e rimuovere le bande dai denti. TOGLI - Brackets Strumento utile per decementare gli attacchi dai denti. TOKEN Economy Tecnica utilizzata per eliminare l’abitudine viziata relativa al succhiamento del dito. La token economy si basa su una sorta di accordo scritto con il bambino che, impegnandosi ad eliminare l’abitudine viziata, riceve i premi concordati nel “contratto”. (Bionator Elastico di) TOKUYAMA Dispositivo funzionale caratterizzato dalla presenza dei piani occlusali elastici. 149 BIBLIOGRAFIA: G. Forni, Il Bionator elastico di “Tokuyama”, Ortodonzia Tecnica (Rivista OrTec), N.3, Anno 2000. TONO Muscolare Stato dei muscoli in contrazione. T. O. P. S. (Tepper Oral Proprioceptive Stimolatur) Vedere (Apparecchio di) TEPPER. (Molle per il) TORQUE Anteriore Esse sono applicate alle apparecchiature ortopediche funzionali, sugli incisivi superiori, in abbinamento alla trazione extra - orale. Tra le sue funzioni, quella più importante è controbilanciare l’effetto dislocante della trazione extra orale. Vedere anche (Molla di controllo del torque anteriore di) BASS. TORRETTA Strumento utilizzato per il confezionamento degli archi. TORUS Palatino Sporgenza sita sul palato duro che sottolinea la sinartrosi delle apofisi palatine del mascellare. (Protesi mobile) TOTALE Protesi rimovibile che riproduce integralmente l’arcata dentaria. TORQUE Variazione di spazio indotta all’apice radicolare. (Molla) TP Particolare accessorio elastico che, abbinato all’arco extra orale, permette la linguo - inclinazione del settore dentale superiore anteriore. (Retrattore di) TRACEY Accessorio utilizzato per la chiusura degli spazi. TRAGITTO di Chiusura Traiettoria del punto interincisivo, dalla posizione di riposo mandibolare a quella di massima intercuspidazione dentale. (Arco) TRANSPALATALE Vedere (Arco verticale di) GOSHGARIAN. (Arco di) TRASFERIMENTO Vedere (Arco) FACCIALE. TRASLAZIONE Vedere (Movimento) CORPOREO. TRASPOSIZIONE Anomalia caratterizzata dall’eruzione di un dente in una sede diversa da quella geneticamente determinata. 150 TRASVERSALE Muscolo della lingua che permette il suo allungamento ed il suo restringimento. (Dispositivi attivi con vite) TRASVERSALE L’elemento attivo in oggetto è una vite ad espansione, disponibile in forme e grandezza variabile, con asta a due guide bi - laterali inglobate nella resina o in un alloggiamento chiuso. Con questo presidio terapeutico è possibile: - espandere simmetricamente in senso trasversale le semi - arcate dentarie; - correggere cross - bite monolaterali (con l’aggiunta alla struttura base dei piani rialzati e del piano di intercuspidazione modellato nel settore opposto alla contrazione). La vite è posizionata tra i primi ed i secondi premolari, perpendicolarmente al piano mediano e preferibilmente in prossimità della volta palatina; la sua escursione include tutti i denti. Nel caso di palati ogivali è consigliabile spostare la vite posteriormente. Nella maggior parte dei casi, infine, l’arco vestibolare non è presente a meno che lo specialista non intenda indurre derotazioni o retrusione degli elementi anteriori. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. (Attivatori) TRASVERSALI Attivatori utilizzati in pazienti, giovanissimi, con contrazione severa del mascellare. BIBLIOGRAFIA: M. Biondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato stomatognatico, Milano, Ed. Masson. TRAUMA Ortodontico Danno causato al parodonto da forze ortodontiche incongrue. (Arco a) TRAZIONE Elastica Arco vestibolare fornito di due uncini, modellati in corrispondenza dei canini, utili per l’applicazione di trazioni elastiche. BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, Anno 1985. TRAZIONE Tipo di forza espressa lontano dal punto di applicazione, come ad esempio quella esercitata da un elastico in trazione. TRAZIONE di 1° Classe Trazione interessante un'unica arcata. 151 TRAZIONE di 2° Classe Trazione elastica inter-mascellare che va dalla porzione anteriore del mascellare superiore alla porzione posteriore della mandibola. TRAZIONE di 3° Classe Trazione elastica inter-mascellare che va dalla porzione posteriore del mascellare superiore alla porzione anteriore della mandibola. (Pinza a) TRE Becchi Pinza molto usata per la realizzazione di archi e ganci di ritenzione. (Gancio) TRIANGOLARE Gancio a braccio singolo in cui la ritenzione è garantita dal triangolo modellato tra i sottosquadri mesiale e distale, al di sotto dell’equatore dei due denti utilizzati come ancoraggio. Per la sua costruzione l’Autore consiglia un filo in acciaio con diametro di 0,7 mm. BIBLIOGRAFIA: E. Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988. TRIANGOLO delle Forze Concetto, enunciato dal professor Garliner, che prende in considerazione: bocca, guance, muscolo orbicolare e lingua. Secondo l’Autore, la normalità delle arcate dentarie è strettamente vincolata all’equilibrio esistente tra l’azione dei muscoli “esterni” (buccinatore, massetere, orbicolare) e quella dei muscoli “interni” (in special modo la lingua). BIBLIOGRAFIA: D. Garliner, Importanza di una corretta deglutizione, Ed. Futura, San Benedetto del Tronto (AP), Anno 1995. TRIANGOLO Diagnostico Ideato dal dottor Tweed, tale triangolo si sviluppa dal piano di Francoforte al piano mandibolare per terminare lungo l’asse degli incisivi centrali inferiori. TRIANGOLO Terapeutico Relativo ad una qualsiasi terapia, esso prende in considerazione il paziente, il genitore ed il terapista come figure fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici. BIBLIOGRAFIA: D. Garliner, Importanza di una corretta deglutizione, Ed. Futura, San Benedetto del Tronto (AP), Anno 1995. (Dispositivi attivi con vite) TRIDIREZIONALE In questo caso l’elemento attivo è composto da due viti congiunte (sagittale e trasversale) che consentono al dispositivo l’espansione contemporanea dei settori anteriore e posteriore. La vite deve essere posizionata con il suo centro in corrispondenza del rafe mediano, tra i primi ed i secondi premolari, ed in 152 maniera tale da agire con i segmenti della placca perpendicolarmente agli elementi dentari. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno1994. TRIFIL Particolare filo ortodontico dotato di una buona memoria elastica, composto da più fili intrecciati. TRIGGER Point Punto doloroso. TRISMA Quadro patologico caratterizzato da un handicap motorio, riguardante i movimenti di apertura e chiusura della bocca. TROMBONE di Clarck Dispositivo fisso solidarizzato all’arcata dentale tramite gli attacchi a caricamento verticale utilizzati nella tecnica di Wilson. Il trombone di Clarck è applicato per la vestibolarizzazione dei denti anteriori e la distalizzazione dei molari. TRONCHESE Distale con trattenuta Strumento ideato per tagliare i fili trattenendo l’estremità distale in modo da evitare tagli e lesioni alla mucosa del paziente. TROTTOLA Apparecchio “mobilizzatore” ad azione passiva. BIBLIOGRAFIA: M. Melegari - M. Balanini, Le protesi maxillo - facciali: gli apparecchi mobilizzatori. 1° Parte, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 2. TUBERCOLI Mentonieri Alquanto rari, sono situati in direzione dei canini e dei premolari. TUBEROSITA’ Linguale E’ presente distalmente alla linea miloioidea ed è di natura ossea. TUBI Convertibili Accessori dell’apparecchiatura fissa che all’occorrenza possono essere trasformati in brackets. TUBI Buccali per Attivatore Essi sono inseriti all’apparecchio rimovibile per permettere l’applicazione della trazione extra - orale. Solitamente si posizionano tra i due premolari, paralleli al tavolato occlusale ed in modo che la loro ritenzione non tocchi o non sia da ostacolo ad elementi in eruzione. 153 TUBI Linguali Supporti che, puntati alle bande, sono utili per l’inserimento degli archi rimovibili. Essi permettono all’ortodontista di disinserire il dispositivo fisso senza essere costretto a decementare le bande dai denti pilastro. TUBI Molari Accessori, solitamente vestibolari, che completano le bande ortodontiche. La loro funzione è quella di permettere l’applicazione di svariate apparecchiature intra o extra - orali. TUBO Protettivo Accessorio utilizzato per ricoprire i fili metallici. (Perla di) TUCAT La perla di Tucat è probabilmente il capostipite degli stimolatori orali. Trattandosi di un sferetta libera di ruotare attorno ad un supporto metallico, essa può essere applicata sia su placche mobili che, come nel caso della barra palatina secondo Petit, su dispositivi fissi. A riguardo è interessante notare come autorevoli clinici, tra cui lo stesso Petit, ritengano indispensabile posizionare la perla in una posizione molto arretrata rispetto alla papilla retroincisiva. Ciò sicuramente è importante per garantirsi sia che la lingua, dopo il trattamento, conservi e non anteriorizzi il punto di repere ricercato, sia per evitare, durante l’applicazione del dispositivo, che la lingua inclini vestibolarmente gli incisivi. BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L. Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N. 2. (Pinza per anse di) TWEED Pinza utile per realizzare anse chiuse con fili quadrati e rettangolari. (Modelli da museo di) TWEED I modelli da museo realizzati secondo la metodica ideata dal dr. Tweed sono considerati a livello mondiale, tra i migliori. La sua squadratura prevede per il modello inferiore: - un’altezza di 3,5 cm. (comprendente l’arcata ed il tavolato occlusale); - un piano base parallelo al piano occlusale (prendendo come riferimento i canini ed i molari); - un piano base posteriore perpendicolare al piano base; - due piani obliqui laterali medi di 55°; - due piani obliqui laterali posteriori di 125°; - una linea intercanina, parallela al piano base. Per il modello riproducente l’arcata superiore, invece: - un’altezza di 3,5 cm. (uguale a quella del modello inferiore); - un piano base, parallelo al piano base inferiore; - un piano base posteriore, realizzato sulla stessa linea di quella del modello inferiore; 154 - due piani obliqui laterali posteriori di 125°; - due piani obliqui laterali medi di 65°; - due piani obliqui laterali anteriori di 25°. L’altezza, in totale, dei due modelli deve essere di 7 cm., dei quali un terzo rappresentato dalle basi ed il resto dalle superfici anatomiche delle arcate alveolo - gengivo- dentarie. BIBLIOGRAFIA: G. Consolmagno, I modelli da museo in ortognatodonzia, Ed Ellebi, Anno 1983, N.5 bis. (Tecnica di) TWEED Tecnica multiattacchi tipo Edgewise che prevede l’uso di attacchi con slot da 0,22x0,28. TWIN Block Dispositivo funzionale ideato dal dottor William Clarck. Il twin block è utilizzato nella correzione delle II Classi scheletriche ed è composto da due apparecchi con rialzi laterali, superiore ed inferiore, denominati dall’Autore “Bite Blocks”. Questi ultimi, realizzati secondo il morso di costruzione, sono forniti di piani che, intersecandosi, favoriscono l’avanzamento della mandibola. BIBLIOGRAFIA: A.Viotti, La tecnica del Twin Block del dottor William Clarck, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1995, N. 1. 2) T. Baccetti-L. Franchi, Efficacia ed epoca ottimale di trattamento con l’apparecchio twin block, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N.66. TWIN Bracket Doppio attacco. TWIST Filo a treccia. (Placca di) TYLAR Si tratta di una placca superiore con arco vestibolare in nylon. BIBLIOGRAFIA: P. Gandini - M. Mancini - D. Fraticelli - G. Sfrondino, Quaderni di Odontoiatria Infantile a cura di D. Caprifoglio, Ed. Masson, Milano, Anno 1992. (Molla ad) “U” Si tratta di una molla sicuramente singolare, poiché il suo corpo elastico è rappresentato da un’ansa a forma di “U”. Essa è utilizzata per la chiusura di diastemi presenti nella zona anteriore dell’arcata dentale. U - BOW Activator Vedere (Attivatore di) KARWETZKY. UGOLA Fa parte dei muscoli del palato molle; essa permette il suo accorciamento. 155 (Apparecchiatura) UNIVERSALE Tecnica multi - attacchi nata dalla fusione di alcuni concetti dell’Edgewise e della Ribbon - Arch, ideata da S. R. Atckinson. UPRIGHTER - Jet Apparecchio fisso facente parte della Family Jet. La sua applicazione, indicata in ortodonzia pre - protesica, permette appunto l’uprighting dei primi molari. La componentistica è del tutto simile a quella utilizzata per il Distal Jet, le differenze sono rappresentate dall’assemblaggio e dal particolare attacco (su cui si ancora il dispositivo) solidarizzato sulla banda del molare da disto-inclinare. BIBLIOGRAFIA: 1) A. Carano - M. Testa, Applicazioni cliniche del Distal Jet, Ed. Rs Italia, Anno 1997. 2) A. Carano - M. Testa, Catalogo Jet Family, Ed. Micerium, Anno 1999. URANOSCHISI Vedere PALATOSCHISI. URTI Termine, poco usato, utilizzato per identificare le zone di carico occlusale realizzati sugli apparecchi funzionali. (Strumento di) UTILITA’ Strumento utilizzato per la cementazione delle bande. (Tecnica di confezionamento) UNIVERSALE Si tratta del procedimento più usato per lo sviluppo dei modelli; esso consiste nel colare il gesso allo stato pastoso, opportunamente miscelato, nell’impronta, fino a colmarla e formare appunto un ammasso di gesso che dopo la squadratura fungerà da zoccolo del modello. Durante la presa, è preferibile non capovolgere il cucchiaio, per ottenere un gesso solido e compatto nelle zone anatomiche di maggiore interesse clinico e tecnico. (Molle per) UPRIGHTING Le molle di uprighting sono utilizzate per spostamenti mesio - distali di singoli denti. Esse possono essere usate con qualsiasi arco, e vengono inserite in modo tale che le forze verticali spingano l’arco dentro e non fuori dallo slot. V - BENDS Si tratta di pieghe di secondo ordine effettuate sull’arco ortodontico. VALER Apparecchio rimovibile prefabbricato, fornito di beat, utilizzato principalmente come supporto per trazioni inter-mascellari. Il Valer, molto simile nella forma ad un lip-bumper, può essere applicato sia all’arcata superiore che a quella inferiore, tramite le cannule vestibolari puntate alle bande. 156 VALLO di Avanzamento Mobile Inferiore Accessorio in filo solidarizzato al dispositivo superiore utile per l’avanzamento graduale della mandibola. (Attivatore di) VAN Beek Dispositivo funzionale utilizzato per la correzione della II Classe 1° Divisione. Essenzialmente è un monobloco, che interessa entrambe le arcate, completo di arco extra-orale. BIBLIOGRAFIA: H. Van Beek, La terapia ortodontica della II Classe Divisione 1 mediante Headgear – Attivatore – Bite Block, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1994, N. 1. (Placca di) VAN Linden Apparecchio rimovibile superiore utilizzato esclusivamente per ottenere l’estrusione di un canino non erotto. La placca di Van Linden è costituita da ganci di ritenzione doppi, sia sui molari che sui premolari, di gancetti (posti vicino al dente da “pilotare”) utili per l’applicazione della trazione con funzione estrusiva. BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del Nord - Europa: alcuni apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1991, N. 6. (Apparecchio di) VAN Ommen Apparecchio “mobilizzatore” ad azione attiva. BIBLIOGRAFIA: M. Melegari - M. Bonanini, Le protesi maxillo - facciali: gli apparecchi mobilizzatori 3° Parte, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 1. (Viti per biomeccanica) VELTRI Sistematica ideata dal dottor Veltri riguardante l’utilizzo di apparecchiature fisse complete di viti capaci di risolvere anomalie del mascellare superiore di carattere ortopedico e o dento-alveolare. BIBLIOGRAFIA: N. Veltri, Espansione del mascellare a 360°, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone N. 63. (Dispositivi attivi con vite a ) VENTAGLIO L’espansione assimetrica dell’arcata dentaria superiore, tramite dispositivo rimovibile, è resa possibile dall’applicazione di una particolare vite denominata “a ventaglio”, ideata dall’italiano Fiorino Pagani. La peculiarità principale di tale vite è rappresentata dalla possibilità di espandere, in modo sostanzialmente diverso, le porzioni anteriore e posteriore dell’arcata superiore, in base al posizionamento della vite stessa. BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994. 157 VENTRE Anteriore del Digastrico Fa parte dei muscoli sopraioidei. La sua funzione è quella di concorrere all’abbassamento della mandibola ed all’elevazione dell’osso ioide. VENTRE Posteriore del Digastrico Fa parte dei muscoli sopraioidei. Esso permette l’elevazione dello ioide. (La rampa di) VERDON La rampa di Verdon a primo acchito sembrerebbe un “restraints” per la presenza della griglia anteriore. Quest’ultima, invece, modellata anatomicamente a ridosso degli incisivi inferiori e più avanti del frenulo linguale, ha la funzione di costringere la lingua ad “arrrampicarsi” sul palato in modo corretto. BIBLIOGRAFIA: G. Tassan, Dispositivi per la correzione della malposizioni linguali, Rivista Italiana degli Odontotecnica (Dental Press), Anno 1995, N. 9. VERTICALE Muscolo della lingua che permette il suo appiattimento e la sua estensione. (Arco) VERTICALE Vedere (Arco verticale di) GOSHGARIAN. (Attivatori) VERTICALI Si tratta di attivatori utilizzati in pazienti con crescita iper - divergente. BIBLIOGRAFIA: M. Biondi, Terapia ortopedica funzionale dell’apparato stomatognatico, Ed. Masson. VERTOCCLUSORE Strumento di laboratorio utile per il fissaggio dei modelli secondo il morso di costruzione rilevato dallo specialista. Il vertocclusore si rivela efficace nella realizzazione di attivatori bimascellari. BIBLIOGRAFIA: Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 51. (Arco) VESTIBOLARE Così come il gancio, anche l’arco vestibolare è parte integrante del dispositivo ortodontico mobile. Esso in base all’applicazione può essere brasato ai ganci o inglobato nella resina; è importante, sempre realizzarlo preservando le parti molli, in special modo i frenuli. L’arco vestibolare, oltre a fungere da supporto ritentivo può essere impiegato: - come elemento con piccoli off-set; - come contenzione a fine cura ortodontica; - per guidare l’allineamento degli incisivi, nel caso di espansione; - come supporto per molle e braccetti. 158 BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso, Anno 1985. (Arco) VESTIBOLARE con Molla a Tendeur Esso è costituito da un supporto di 1mm., modellato al di sopra dei colletti, sul quale è avvolta e successivamente saldata una molla a grembiule di 0,4 mm. Il suo fine terapeutico risiede nella possibilità, attraverso l’attivazione dell’elemento attivo, di lingualizzare gli elementi anteriori. (Arco) VESTIBOLARE con Molle a Grembiule Applicato solitamente alle placche di contenzione, questo arco si inserisce tra quegli accessori in filo utilizzati per la rifinitura della cura ortodontica. Esso è costituito da un supporto (al quale sono saldate le molle) realizzato con un filo con diametro di 0,9 mm. e modellato al di sopra dei colletti degli elementi anteriori. Le parti attive delle molle sono sagomate lungo tutta la superficie vestibolare degli incisivi, in modo da poter esplicare attraverso l’opportuna attivazione, la prevista linguo - inclinazione. (Arco) VESTIBOLARE con Molle a “T” Realizzato con un filo di 0,7 mm., questo particolare arco permette un movimento di torque graduale degli elementi anteriori e in posizione passiva ne impedisce l’inclinazione vestibolare. BIBLIOGRAFIA: W.J.B. Houston, Sinossi di ortodonzia di Walther, EdiErmes, Milano, Anno 1988. (Arco) VESTIBOLARE Spezzato Si tratta di un arco vestibolare semplice separato al centro e completo di due uncini utili per l’applicazione di un elastico. (Superficie) VESTIBOLARE Rappresenta la faccia del dente che si affaccia verso il vestibolo orale della bocca. (Molla) VESTIBOLARE Vedere (Molla a) BANDIERA. (Dispositvi con vite) VESTIBOLARIZZANTE Vedere (Dispositivi con vite) SETTORIALE. VESTIBOLO - Orale Il vestibolo orale si sviluppa a ferro di cavallo ed è delimitato dalle: - arcate gengivo - dentarie (all’interno); - labbra e guance (all’esterno). 159 VETRO Ionometrico Cemento con sottofondo protettivo utilizzato per fissare le bande ortodontiche ai denti. (Placca di) VITALI Vedere A.D.A. VITI Ortodontiche Le viti ortodontiche, nate dalle intuizioni geniali di alcuni Autori, nel corso del tempo hanno subito una serie di modifiche che ne hanno facilitato l’applicazione e accresciuto la funzionalità: basti pensare, infatti alle molteplici forme esistenti in commercio. Il compito di una vite ortodontica consiste nell’effettuare, attraverso il dispositivo rimovibile, una serie di movimenti, quali: - la contrazione e l’espansione; - la mesializzazione e la distalizzazione; - l’inclinazione e la derotazione. E’ opportuno comunque che il professionista consideri l’apparecchio con vite un valido ausilio e non la panacea per ogni problema; con esso, infatti, così come per le molle, non è possibile ottenere movimenti corporei dei denti, ,ma solo d’inclinazione. V. T. O. Suffisso inglese che indica Visualizzazione degli Obiettivi di Trattamento. BIBLIOGRAFIA: R.P. Mc Laughlin - J.C. Bennet, Un’analisi del movimento ortodontico del dente – Il VTO dentale, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 2000, N. 1. VULCANITE E’ stato probabilmente il primo tra i materiali utilizzati per realizzare dispositivi rimovibili. WAFER - Bite E’ una metodica ideata dal Dott. Per U. Varde utile per la costruzione del posizionatore. Essa prevede la rilevazione di due morsi in cera: - uno in relazione centrica con rialzo, necessario per garantire un sufficiente spessore inter - occlusale al posizionatore; - l’altro, in massima intercuspidazione, indispensabile per l’esecuzione del set - up. Tali dati sono trasferiti in articolatore seguendo le seguenti fasi: - montaggio dei due modelli con la cera di rialzo; - in tale posizione si blocca l’astina dell’articolatore; - indurito il gesso e staccato il modello inferiore, si sostituisce il morso di costruzione con la cera di massima intercuspidazione; - infine, rifissati i due modelli, si realizza il wafer - byte. Si sono così trasferite sull’articolatore le registrazioni effettuate in bocca: - con il wafer-byte le arcate sono in massima intercuspidazione; 160 - senza placca intermedia si ha la posizione data dal morso di costruzione. BIBLIOGRAFIA: Per U. Varde, Registrazione del morso in cera per la costruzione del positioner, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1991, N. 1 (Molla di) WARREN Accessorio elastico dell’apparecchiatura multibrackets utilizzato per effettuare il torque. BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia ortodontica, Scienza e Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano. (Arco di) WATKIN Accessorio dell’apparecchiatura multi - bande. BIBLIOGRAFIA: W.J. Tulley-B.S. Cryer, Trattamento ortodontico nell’adulto, Ed, Odonto Stomatologiche Internazionali Saccardin, Bologna, Anno 1970. (Apparecchio di) WATKIN Dispositivo storico multibande in auge negli anni ’40 -’60. BIBLIOGRAFIA: R. Palmieri, L’apparecchio di Watkin, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or Tec), Anno 1997, N. 1. (Scudi labiali di) WEBER Gli scudi labiali di Weber sono parte integrante di apparecchi rimovibili applicati solitamente all’arcata inferiore. Per la loro realizzazione si usano fili in acciaio con diametro di 0,8 mm. che, partendo dalla placca in resina, si affacciano vestibolarmente nello spazio interdentale presente tra premolare e canino. Sulla zona anteriore sono realizzate le ritenzioni meccaniche che fungeranno da sedi per le “olive” in resina. La forma, l’estensione e altri parametri costruttivi degli scudi in resina sono simili a quelli dei lip - bumper tradizionali. BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N.F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica, Milano, Ed. Masson, Anno 1993. (Metodica di) WEINBERG E’ una indagine per immagine. Il suo scopo è quello di valutare la posizione del condilo nella cavità glenoidea sul piano sagittale attraverso proiezione laterale. (Vite di) WEISE Particolare vite applicata ad attivatori separati, indicati per la correzione delle III Classi. BIBLIOGRAFIA: E: Witt - M.E. Gehrke, Progettazione e costruzione degli apparecchi ortodontici, Ed. Piccin, Padova, Anno 1988. WELLS (Autore storico) Nel 1844 il dr. Horace Wells fa uso di un gas esilerante per allievare il dolore durante l’estrazione di un dente. 161 WHITE (Autore storico) Precursore dell’uso delle bande fisse usate come ancoraggio e ideatore di una placca in vulcanite per l’espansione trasversale dell’arcata superiore. (Splint di) WILKINSON Apparecchio rimovibile utilizzato in ambito gnatologico. (Apparecchio di) WILLIAMS Si tratta di un dispositivo inferiore fisso, completo di vite. L’apparecchio di Williams si presenta molto versatile in quanto consente, con le limitazioni del caso, l’espansione dento-alveolare dell’arcata inferiore in senso sagittale e trasversale. BIBLIOGRAFIA:N. Lambini, Note di laboratorio sull’espansione dell’arcata inferiore, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone N. 63. WILLIAM Jumper Dispositivo altamente elastico, molto simile allo Jusper Jumper. BIBLIOGRAFIA: A.G. Crismali - J.W. Freudenthaler - H. Tripolt - H.P. Bantleon, Entità e costanza delle forze inter-mascellari: Jusper Jumper William Jumper e elastici di II Classe, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1998, N. 2. (Arco bimetrico di) WILSON Vedere (Arco) BIMETRICO (Arco linguale di) WILSON E’ uno degli apparecchi ideati dal dr. Wilson. L’arco linguale 3D, prefabbricato in diverse misure, è applicato per l’espansione dell’arcata dentale inferiore. Esso è solidarizzato ai denti tramite gli attacchi a caricamento verticale 3D puntati sulle bande molari. BIBLIOGRAFIA: P. Rametta, L’arco linguale di Wlison. Biomeccanica e indicazioni cliniche, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 3. (Attacco 3D di) WILSON Lingual cleat a caricamento verticale. Esso rappresenta l’elemento di ancoraggio caratterizzante tutti i dispositivi ideati dal dottor Wilson. WING Aletta. Si tratta di un elemento facente parte dell’attacco. WOODSIDE - Lie Attivatore ideato dal professor D. G. Woodside per la correzione delle malocclusioni di III Classi. L’attivatore si compone schematicamente di una parte inferiore con rialzi ed arco vestibolare semplice, collegato allo splint superiore fornito di lip-bumper anteriore ed ansa palatale. Anteriormente, tra le due arcate, non è presente la resina al fine di agevolare la respirazione del paziente. 162 BIBLIOGRAFIA: S. Colli - G. Caluppo, Dispositivi funzionali II e III Classi secondo D. G. Woodside, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1992, N.4. WRAPAROUND Apparecchio di contenzione molto simile ad una ferula. XERORADIOGRAFIA Tecnica radiologica in grado di evidenziare i tessuti duri e molli delle articolazioni. ZEPPATURA Vedere FORMATURA. (Molla a) ZETA con Occhiello E’ una molla a zeta semplice con due o più occhielli utili per aumentarne l’elasticità. (Molla a) ZETA Doppia E’ una variante della molla a zeta semplice. Si realizza con un filo da 0,4 mm. modellato in modo da formare due zeta sovrapposte. (Molla a) ZETA Semplice Elemento in filo impiegato per indurre movimenti in direzione vestibolare di singoli denti. Tale molla è realizzata con un filo da 0,5 mm. modellato a mò di zeta. ZOCCOLATORE Strumento utilizzato per l’assemblaggio dei modelli in ortobox. BIBLIOGRAFIA: Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 51. ZOLFO Lo zolfo è stato uno dei primi materiali utilizzati per la realizzazione di modelli in odontoiatria, si presenta come una fine polvere gialla, con un peso pari a 32,066 ed un peso specifico uguale a 2,03. Lo zolfo reagisce prontamente a elementi attivi come l’idrogeno, il fluoro ed il sodio, ma perché reagisca con una sostanza meno attiva , deve essere fortemente riscaldato. Le sue varietà principali sono lo zolfo rombico e lo zolfo monoclino. ZONE di Carico Termine indicante i settori in resina o metallo degli apparecchi ortodontici, in contatto con il piano occlusale. ZONE di Scarico Termine indicante i settori degli apparecchi ortodontici distanti dai tessuti molli o dai denti. 163 SOMMA RIO Adams Acco Abrasione Abbraccio Analysis Analisi Asymmetry Anchorage Ancoraggio Asimmetria Able Capace Ankyloglossia Atlas Atlante Abrasion Abrasione Anchiloglossia Atmosphere Atmosfera Abrasive Abrasivo Arch Arco Attached gingiva Academy Accademia Arch expansion Gengiva aderente Acid Acido Espansione dell’arcata Atypical swallowing Acid etching Arch form Forma Deglutizione atipica Mordenzatura dell’arcata Author Autore Activator Attivatore Art Arte Available Disponibile Active Attivo Articular capsule Backwards Indietro Adaption Adattamento Capsula articolare Band removal Addresse Destinatario Articular cartilage Rimozione delle bande Adhesive Adesivo Cartilagine articolare Behind Dietro Adolescent Artificial Artificiale Bidimensional Adolescente Association technique Tecnica Airway Vie aeree Associazione bidimensionale Allergic Allergico Assorted Assortito Big Grande APPENDICE 164 Biocompatibility Cephalometric Complicated Biocompatibilità analysis Analisi Complicato Biomechanics cefalometrica Composite Composito Biomeccanica Cephalometric tracing Compressor Bodily movement Tracciato cefalometrica Compressore Movimento corporeo Cephalometrics Condylar cartilage Body Corpo Cefalometria Cartilagine condilare Bond strength Forza di Ceramic brackets Condylar guidance adesione Attacchi in ceramica Guida condilare Bowl Ciotola Ceramic Ceramica Contact point Punto di Bowling Ebollizione Certficate Certificato contatto Brachyfacial Change Cambiamento Container Contenitore Brachifacciale Cheap Economico Cooking Cottura Bruxism Bruxismo Chemistry Chimica Cooperation Buccinator Muscle Clinical orthodontics Collaborazione Muscolo buccinatore Ortodonzia clinica Craftsman Artigiano Button Bottone Colour Colore Cranial base Base Cement Cemento Communication cranica Cephalogram Comunicazione Cranial structures Teleradiografia Competence Strutture craniali Competenza Complete Completo 165 Craniofacial Debonding Dental compensation development Sviluppo Debondaggio degli Compensazione dentale cranio-facciale attacchi Dental enamel Smalto Craniofacial sucking Debonding Rimozione dentale Suzione degli attacchi Dental trauma Trauma Craniomandibular Declaration dentale disorders Disfunzioni Dichiarazione Dentition Dentatura cranio-mandibolari Defect Difetto Dentoalveolar Cross bite Morso Delaire face mask structures Strutture crociato Maschera facciale di dento-alveolari Crowding Del aire Dento-facial Affollamento Demonstration orthopedics Ortopedia Cure Cura Dimostrazione dento-facciale Curve Curva Dental anatomy Dentoskeletal Cylinder Bombola Anatomia dentale defotmities Cylinder Cilindro Dental arch Arcata Malformazioni dento- Date Data dentaria scheletriche Dato Item Dental casts Modelli di Denture Dentiera Day Giorno studio Diagnosis Diagnosi Diagnosis Diagnosi Different Diverso Difficult Difficile 166 Digital radiography Environment Facial profile Profilo Radiografia digitale Ambiente facciale Distalization Error Errore Figure Figura Distalizzazione Esthetic wires Fili Filter Filtro Distance Distanza estetici Finger sucking Document Documento Esthetics Estetica Suzione Drawing Disegno Etiology Eziologia Firm Ditta Dry Asciutto Example Esempio First molar Primo Easy Facile Exercise Esercizio molare Edentulism Exhibition Esposizione Fixed appliance Edentulismo Expansion Espansione Apparecchiatura fissa Edgewise appliance Expert Esperto Fixed retention Apparecchiatura di Extraction Estrazione Conenzione fissa Edgewise Extraction treatment Flame Fiamma Elastodontics Terapia estrattiva Follow up Controllo a Elastodonzia Extraoral appliances distanza Electromyography Trazione extra-orale Forces Forze Elettromiografia Extrusion Estrusione Freeway space Spazio Endodontically Denti Face Faccia libero devitalizzati Facebow Arco facciale Friction Attrito Energy Energia Facial height Altezza Function Funzione Envelope Busta facciale 167 Functional Appliance Growth rotation Impacted canines Apparecchiatura Rotazione di crescita Canini inclusi funzionale Hard Duro Impacted teeth Denti Functional matrix Headache Cefalea inclusi Matrice Funzionale Headgear Trazione Impacted tooth Functional extra-orale Inclusione orthodontics Heat Calore Implant Impianto Ortodonzia funzionale Height Altezza Incisal guidance Guida Functional therapy Herbst appliance incisale Terapia funzionale Apparecchiatura di Incisor Incisivo Genetics Ereditarietà Herbst Included Compreso Glove Guanto Hinge axis Asse Increase Aumento Glue Colla cerniera Indirect bonding Gnathology Gnatologia Hole Buco Bondaggio indiretto Good Buono Hook Gancio Informed consent Grill Griglia Hyoid bone Osso ioide Consenso informato Growth Crescita Hyperdivergence Injury Lesione Growth factors Fattori Iperdivergenza di crescita Hypodontia Agenesia Growth prediction Previsione di crescita 168 Intercanine width Light cured composite Mandibular posture Diametro inter-canino Composito Postura mandibolare Interceptive fotopolimerizzante Mandibular orthodontics Lingual arch Arco prognathism Ortodonzia intercettiva linguale Prognatismo Interdental papilla Lingual orthodontics mandibolare Papilla interdentale Ortodonzia linguale Mandibular Intermaxillary elastics Lip Labbro repositioning Elastici intermascellari Long Lungo Riposizionamento Internal Interno Lower Inferiore mandibolare Interproximal space Magnet Magnete Mandibular shift Spazio interprossimale Malocclusion Scivolamento della Intrusion Intrusione Malocclusione mandibola Jaw position Posizione Mandibilar rotation Masticatory dei mascellari Rotazione mandibolare Dysfunction Kinesiography Mandible Mandibola Disfunzione Kiniesografia Mandibular condyle masticatoria Label Etichetta Condilo mandibolare Maxillary Length Lunghezza Mandibular growth retrognathism Level Livello Crescita mandibolare Retrognazia mascellare Library Biblioteca Mandibular position Posizione mandibolare 169 Mechanical strani Neuromuscolar Open Aperto Deformazione disturbances Disturbi Open bite Morso meccanica neuromuscolari aperto Meeting Incontro Neuromuscular Oral Hits Abitudini Midline Linea mediana function Funzione orali viziate Mixed dentition neuro-muscolare Oral hygiene Igiene Dentatura mista Non extraction orale Molar uprighting treatment Terapia non Oral surgery Chirurgia Raddrizzamento dei estrattiva orale molari Occlusal function Orthodontic alloys Moment Momento Funzione occlusale Leghe ortodontiche Mouth Bocca Occlusal plane Piano Orthodontic appliance Mouth breathing occlusale Apparecchiatura Respirazione orale Occlusal splint Splint ortodontica Multidisciplinary occlusale Orthodontic band treatment Terapie Occlusal therapy Banda ortodontica multi-disciplinare Terapia occlusale Orthodontic bonding Muscular function Occlusals interference Bondaggio ortodontico Funzione muscolare Interferenze occlusali Orthodontic brackets Myofunctional Occlusion Occlusione Attacchi ortodontici therapy Terapia mio- Off – set Compenso sul funzionale filo ortodontico 170 Orthodontic record Palatal suture Sutura Post-surgical Documentazione palatina orthodontics ortodontica Panoramic radiograph Ortodonzia post- Orthodontic tooth Ortopantomografia chirurgia movement Movimento Parafunctional Posture Postura dentale ortodontico activities Parafunzioni Premolars Premolari Orthodontic treatment Periodontal ligament Pre-prosthetic Terapia ortodontica Legamento parodontale orthodontics Orthodontic wires Fili Periodontal surgery Ortodonzia pre- ortodontici Chirurgia parodontale protesica Orthodontics Periodontium Pre-surgical Ortodonzia Parodonto orthodontics Orthognathic surgery Perioral musculature Ortodonzia pre- Chirurgia ortognatica Muscolatura periorale chirurgica Orthopedic treatment Photografy Fotografia Prevention Terapia ortopedica Planning orthodontics Prevenzione Orthopedics Ortopedia Programmazione Primary canines Osseointegration ortodontica Canini decidui Osteointegrazione Porcelain Porcellana Primary teeth Denti Palatal bar Barra Position brackets decidui palatale Posizionamento degli Proprioception attacchi Propriocezione 171 Publischer Editore Root development Skeletal divergency Radiology Radiologia Sviluppo radicolare Divergenza scheletrica Rebonding Rotated teeth Denti Skeletal open bite Ribondaggio ruotati Morso aperto Rehabilitation Sagittal relationships scheletrico Riabilitazione Rapporti sagittali Slide Diapositiva Relapse Recidiva Scales Bilancia Sliding mechanics Reminders Stimolatori Seating lug Supporto Scorrimento Replantation Denti buccale Smooth Liscio reimpiantati Second molar Secondo Space analysis Analisi Repositioning molare dello spazio Disinclusione Segmented arch Arco Speech Discorso Resin Resina segmentato Speech pathology Respiratory function Sharp Affilato Dislalia Funzione respiratoria Shiny Lucido Speech pathology Restraints Costrittori Short Breve Fonazione Retention Contenzione Short face Faccia corta Stability Stabilità Retraction archwire Side Lato Stainless steel brackets Arco di arretramento Skeletal analysis Attacchi in acciaio Riverse lip-bumper Analisi scheletrica Standard Norma Lip-bumper inverso Steel Acciaio Rod Bacchetta Stick Bacchetta 172 Stomatognatic system Thread Filo Tooth Width Diametro Apparato Tipping Variazione dentale stomatognatico angolare indotta alla Torque Variazione di Straight Diritto corona del dente spazio indotto all’apice Straight Wire TMJ sounds Rumori radicolare appliance articolari Trade Commercio Apparecchiatura To build Costruire Transfer tray Straight Wire To check Controllare Mascherina Straight wire Arco Tongue elevator Transverse diritto Arrampicalingua discrepancy Superelastic arch Tongue posture Discrepanza trasversale wires Fili super-elastici Postura linguale Transverse width Supernumerary teeth Tongue thrust Diametro trasversale Denti soprannumerari Deglutizione atipica Treated teeth Denti Surgery Chirurgia Tonque Lingua devitalizzati Switch Interruttore Tool Attrezzo Treatment objectives Temporomandibular Tooth decay Carie Obiettivi del disordes Disfunzioni Tooth transposition trattamento temporo-mandibolari Trasposizione Trigger point Punto Temporomandibular doloroso joint Articolazione Twin Bracket Doppio temporo-mandibolare attacco 173 Twin Gemello Twist Filo a freccia Upper airway Vie aeree superiori Upper Superiore Useless Inutile Vertical deficiency Insufficienza verticale Vertical dimension Dimensione verticale Vertical relationships Rapporti verticali Water – proff Impermeabile Weak Debole Wet Bagnato Whole Intero Wide Largo Work Lavoro 174 175