Essere fratelli in affido

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Essere fratelli in affido
Essere fratelli in affido: affidamento congiunto o disgiunto: operatori al bivio
[2009]-[2014]
Stato ricerca: in corso (elaborazione dei dati)
Gruppo di ricerca: Ondina Greco, Ivana Comelli, Raffaella Iafrate
Abstract
L’indagine, avviata nel 2009, si presenta come uno studio esplorativo relativo al legame fraterno in
20 coppie di fratelli in affido familiare, 10 in affido congiunto e 10 in affido disgiunto.
I minori sono di età scolare (tra i 6 e i 14 anni), collocati in affido presso famiglie accoglienti in
modo congiunto e separato dai propri fratelli naturali, con l’obiettivo di indagare i seguenti
costrutti: la qualità del legame fraterno, lo stato di benessere percepito dal minore e i confini
familiari, verificandone le differenze e/o i punti in comune in base alla tipologia di collocamento.
Sono stati somministrati tre strumenti uno di tipo self-report, un’intervista semi-strutturata costruita
ad hoc, e due di tipo grafico-proiettivo, il Disegno Cinetico della Famiglia (Burns e Kauffman,
1970) e il test “La doppia luna” (Greco, 1999, 2006), nella sua versione individuale e congiunta (per
le coppie di fratelli in affido congiunto) o attribuita (per le coppie di fratelli in affido disgiunto).
Le analisi condotte hanno riguardato sia i singoli minori, così da avere dei risultati relativi a ciascun
sottocampione (fratelli in affido congiunto VS fratelli in affido disgiunto) sia ciascuna coppia di
fratelli, così da mantenere anche una prospettiva diadica.
Dalla ricerca condotta emerge che il legame fraterno risulta essere un elemento di risorsa durante il
periodo dell’affidamento familiare, pur con differenze specifiche in base al tipo di collocamento. Si
ritiene però indispensabile sottolineare l’impossibilità di generalizzare tale risultato data l’esiguità
numerica del campione incontrato. Quello che invece può essere generalizzato è la metodologia di
indagine adottata. Essa in primo luogo mira a dare voce direttamente al minore e al suo mondo; in
secondo luogo, l’utilizzo congiunto di strumenti self-report e grafico-proiettivi permette un’analisi
completa, in grado di cogliere al tempo stesso elementi di contesto e dinamiche profonde dei
minori, fornendo agli operatori un quadro approfondito di ogni singola situazione.