VANCOUVER 2010 20 3 0 46˚
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R 46 LA STAMPA LUNEDÌ 15 FEBBRAIO 2010 VANCOUVER 2010 Snowboard al via, senza mai provare Oggi inizia lo snowboard con le gare di cross e si scende al buio perché nessuno ha provato le piste di Cypress per preservare quel poco di neve che c’è. La prima medaglia se la giocano il francese Vaultier e l’americano Holland. Per l’Italia entra in gara Alberto Schiavon, bronzo agli X Games La prima medaglia Straordinario Pittin: nella combinata nordica bronzo storico PAOLO BRUSORIO INVIATO A WHISTLER Il ragazzo dai lunghi silenzi esplode in un urlo con una forza che nemmeno lui pensava di possedere. L’Italia vince la prima medaglia ai Giochi di Vancouver e se scaccia i fantasmi lo deve a un guerriero di Tolmezzo che in una mattina dai colori indefiniti ci trasforma in un Paese del Grande Nord. Il bronzo di Alessandro Pittin arriva quando in Italia è notte e mentre il grande vecchio del ghiaccio, Armin Zoeggeler, sta cercando di artigliare la medaglia nello slittino. E, soprattutto, arriva in una specialità che in Italia ha un numero irrisorio di praticanti agonisti, 50: la combinata nordica, equilibrio ideale tra la leggerezza di chi vola dal trampolino e la levigata forza muscolare di chi pesta la neve con gli sci da fondo. Eccolo, a medaglia bollente: «Ancora non ci credo, ho tirato fuori tutto quello che avevo. Ho azzeccato la tattica e sono stato premiato. Che cosa cambia nella mia vita? Prima fatemi rendere conto di quello che ho fatto, poi ci penso, ma credo proprio niente». Pittin ha costruito la sua medaglia con un Sesto dopo il salto dal trampolino, ha gestito da veterano la prova di fondo ad handicap salto quasi perfetto, staccando forse un filo prima del dovuto, ma trovando un 6˚ posto che gli ha permesso di partire con un handicap di 45 secondi dal primo (il finnico Ryynaenen), guardare le spalle del numero uno di specialità (Lamy Chappuis, francese in testa alla Coppa del mondo) e tenere dietro i rivali alla sua portata. Quella di Pittin è la prima tappa di un cammino da predestinato, tre volte è stato campione del mondo junior, in lui i tecnici hanno visto il diamante da sgrezzare. Ha cominciato a sei anni, un amico del padre allenatore di fondo è stata la molla per provare, poi tutto è arrivato naturale. Come il silenzio che lo circonda quando si allena da solo nei suoi boschi, un anno di pensieri con un chiodo fisso, portare l’Italia sul podio di Vancouver. «Sto in volo quattro secondi, ma mi sembrano un’eternità» aveva detto dopo il terzo podio della stagione. E ieri quest’eternità l’ha in qualche modo fissata. Uomo di fatica e di sensibilità, uomo per la combinata nordica. E’ complesso l’incastro tra forza e leggerezza; tra il merito affidato ai giudici da una parte e a muscoli e intelligenza tattica dall’altra. Pittin ha fatto un po’ da solo e molto con i suoi allenatori, Chenetti per il fondo e Rodlauer per il salto, l’au- Alessandro Pittin, friulano, qui nella prova del salto I numeri del campioncino di Tolmezzo 20 3 0 46˚ COMPIUTI L’11 FEBBRAIO Alla vigilia delle Olimpiadi NELLA STAGIONE 2009-10 A Ramsau, Schonach e Seefeld: sempre 3˚ OLIMPICHE AZZURRE Nella combinata nordica fino a ieri AI GIOCHI DI TORINO Nel 2006 aveva 16 anni Anni striaco che ha mollato la casa madre per dedicarsi al talento italiano. Pittin l’ha ricambiato con una gara giudiziosa, in mezzo al gruppo fino a metà, quarto al primo passaggio nello stadio, rampa di lancio studiata e poi perfezionata. Terzo al sesto chilometro, gli sci che volano sulla neve di Whistler, l’accarezzano e la blandiscono. Fino a ieri l’Italia in combinata nordica alle Olimpiadi era un quinto posto di Ezio Damolin a Grenoble, nel 1968. Poco meglio in coppa del mondo: Andrea Longo, terzo nel 1997. Ora il soffio azzurro di Pittin scuote la pineta di Whistler, gli americani fanno la gara, lui li guata senza sprecare fiato. Lodwick detta i tempi, il ragazzo di Tolmezzo gonfia i polmoni, l’ultimo strappo è quello che può lanciarlo nell’elite o spezzargli il primo sogno. Non lo sorprendono, Lamy Chappuis fa la voce grossa, è quella del padrone. Manca un chilometro e mezzo, non è il momento di avere paura. Alessandro scuote la testa, caracolla un poco, ma è solo un attimo. Pattina e spinge, spinge e pattina. Escono dal bosco, lui, Lamy, Spillane. E un’ombra, quella di Lodwick. Lo spazio per la rimonta c’è, ma nell’ultima curva la cuffia bianca di Alessandro non perde un metro. L’Italia ai Giochi di Vancouver ha la sua faccia. Uno che si sentiva fortunato ancora prima di ieri per quello che era riuscito a fare. Uno che dice di non invidiare nulla ai ragazzi della sua generazione, quelli che non capiscono perché un tipo di vent’anni debba passare il tempo da solo a macinare chilometri con gli sci o su un’auto due volte alla settimana per andare ad allenarsi in Austria causa mancanza di impianti. Da ieri sera l’avranno compreso anche loro. Alessandro Pittin, 20 anni, il Grande Nord è qui. Podi in Coppa Medaglie Posto UNA SOLA PROVA PER I DISCESISTI (IN TV ALLE 19,30) Dopo il rinvio per pioggia, oggi la libera «al buio» Una «libera» al buio. La gara più importante nella carriera di uno sciatore e la più pericolosa in questo sport si disputerà a Creekside, a tre chilometri da Whistler, senza che gli atleti abbiano potuto metabolizzarla e con una neve più azzardata di una lotteria (in tv alle 19,30 su Sky 206, 207, Raidue e Eurosport). Se non cambiano le condizioni c’è chi teme un altro rinvio, dopo quello di sabato. Il maltempo crea problemi. A Whistler l’ultima discesa di questo livello si disputò nel 1995 e la vinse Ghedina. La località fu inserita per tre volte I Werner Heel, 27 anni nel circuito di Coppa del Mondo ma in tutti i casi la prova fu cancellata e Whistler uscì dal giro se non per le gare di SuperG. Un biglietto da visita preoccupante. La neve è fradicia, la notte scorsa è caduta acqua e ieri il sole ha completato l’opera. Per salvare il salvabile, i responsabili hanno cancellato le prove della libera femminile. Si aspetta il gelo annunciato nella notte a -15. Il freddo potrebbe restituire la compattezza, ma l’unico test è stato completato giovedì. I favoriti così diventano i canadesi che conoscono a memoria il tracciato.