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Warriors of Light
a cura di Rosetta Gozzini
21 Settembre 2013 - 19 Ottobre 2013
ore 18.30 Contemporary Concept
Bologna - Italy
Comunicato Stampa
Dal 21 Settembre al 19 Ottobre 2013 si tiene a Bologna presso la galleria d’arte Contemporary Concept la
mostra “Warriors of Light” a cura di Rosetta Gozzini, con la partecipazione di 13 artisti internazionali: Gian
Luca Beccari, Soyeon Cho, Paolo Consorti, Davide Dormino, Stefania Fabrizi, Raimondo Galeano, Eva
Gerd, Marya Kazoun, Mog, Tessa M. den Uyl, José Molina, Alessandro Palmigiani, Cecilia Paredes.
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Gli alchimisti, con le loro immagini simboliche, intendono “giungere allo spirito attraverso i sensi”. Grazie a
questo motto del rosacrociano Michael Maier, siamo nelle condizioni di considerare sotto una prospettiva del
tutto peculiare l’attività simbolico immaginativa dell’artista. Come i mistici del passato, gli artisti presenti in
questa mostra sono come guerrieri che combattono contro l’oscurità dell’ignoranza e dell’assenza di
rivelazione. L’esito di questa lotta è la conquista di un vessillo, una bandiera luminosa, una luce che sventola
e che questi guerrieri portano a testimonianza della propria vittoria, avendo disvelato a sé e agli altri la
propria interiorità quale scoperta della vera natura della divinità.
Il guerriero della luce percorre i sentieri della conoscenza, in cui contempla la dimensione del sacro salendo
la scala spirituale in cui si succedono le tappe che segnano il divenire della sua sempre maggiore
consapevolezza in vista del raggiungimento dell’armonia interiore. Questa predisposizione riflette il senso
del pensiero gnostico per cui la salvezza dell’anima dipende da una forma di conoscenza superiore,
dall’esperienza personale e illuminata dell’uomo, del mondo e dell’universo. Allora, il mistico, l’artista, il
guerriero della luce estendono al di fuori quello che è loro dentro: come nell’estasi mistica in cui l’uomo si
unisce alla Verità Ultima, coniugando l’esistenza individuale all’intera realtà cosmica.
Gli artisti che partecipano a questa esposizione presentano nelle proprie opere i caratteri distintivi salienti
che ci hanno permesso di immaginare questa mostra e sono:Gian Luca Beccari, Soyeon Cho, Paolo
Consorti, Davide Dormino, Stefania Fabrizi, Raimondo Galeano, Eva Gerd, Marya Kazoun, Mog, Tessa M.
den Uyl, José Molina, Alessandro Palmigiani, Cecilia Paredes.
Le figure mitologiche dell’artista Gian Luca Beccari esprimono la necessità di comprendere la dimensione
dell’umano quale ritroviamo già nell’antichità: ci ricordano il “conosci te stesso” dell’Oracolo di Delfi e la tradizione
orfica in cui i riti avevano uno scopo catartico e purificatore, che è quello che si evince nei suoi video, performance e
istallazioni. Lavorando in particolare sulle Metamorfosi di Ovidio, mutua nel contemporaneo gli archetipi appartenenti
alle tradizioni iniziatiche antiche o alle figure della mitologia greca. Tutto ciò lo fa rielaborando il Racconto in quanto
mutazione e palinsesto della sua lirica e della sua esistenza.
Le opere installative dell’artista Coreana Soyeon Cho sono un dichiarato anelito alla rinascita degli ordinari
oggetti del quotidiano. Forchette di plastica, fiori multicolori artificiali, candidi cotton fioc sono gli elementi
principali che costituiscono le opere dell’artista. Cho dona a loro una nuova vita e con questo costruisce
scenari sostanzialmente inediti, derivanti da una propensione onirica ed armonica dell’esistenza che tende
all’unicità delle cose, nelle quali fa eco il valore di ogni essere vivente fecondatore di bellezza.
Attraverso le seguenti parole dell’artista Paolo Consorti, si apre un significativo spiraglio alla comprensione
della sua opera: “È chiaro che la spinta a salire comprende l’abisso, la deriva”. In modo particolare, con
questo ciclo di lavori, egli mette in risalto l’ispirazione derivata dalla tradizione, l’Inferno dantesco, e il
paesaggio contemporaneo, il mondo dell’Euro e della finanza internazionale. L’esito è al contempo forte ed
evocativo: la bolgia dantesca di corpi nudi immaialiti dall’avidità, cupidigia e avarizia. Tutto ciò è presente,
sebbene questi corpi si trovino come straniati e derealizzati involontariamente, in un intermondo in cui
l’abisso dà la chiave per un’augurale consapevolezza.
Lo scultore Davide Dormino nelle sue opere, ed in modo specifico nell’Origine della Trama, mette in luce la
qualità performativa della materia. La possibilità di disegnare in tre dimensioni. L’opera, per questo, esprime
una contraddittoria leggerezza. La lastra è una cassa toracica che ci fa pensare ad un respiro la cui origine
sembra aver luogo in un radicamento lontano. Ma il filo nella lastra di metallo fa pensare alle chiome di
capelli infissi nella testa come a chiome polmonari e al dolore di questa sutura: nonostante la tensione
astratta del disegno, l’artista non ci esime dal confronto con la fatica della grazia.
I personaggi che popolano le opere pittoriche di Stefania Fabrizi sono abitate da esseri costantemente in
lotta con l’esistenza, alla ricerca perpetua di una verità. L’ombra e la luce sono i territori che segnano il
passo di queste figure. Si scorgono miriadi di guerrieri portatori di luce con spade luminescenti: asceti e
saggi nell’atto del loro meditativo trascendimento. Stefania, con eccelsa maestria pittorica, intercede presso
il duale, conducendoci attraverso l’unica verità, quella che dimora dentro di noi.
La poetica di Raimondo Galeano sgorga dall’interrogativo sul rapporto tra luce, buio e visibilità. Si coglie
una scelta radicale dell’artista nell’abbondono del colore come elemento che conferisce realtà e materia alle
sue rappresentazioni iconiche, e nell’uso, diremmo strutturale, di una tecnica che si avvale di un materiale
fluorescente sensibile, e quindi visibile, in assenza di luce. In questo modo l’artista capovolge la relazione
tra visione luce e percezione, rendendo visibile al buio quel che è invisibile alla luce: come a dire che solo
oscurando si giunge alla chiarezza.
L’artista Danese Eva Gerd è come una fata eterea ed ironica che penetra i segreti della natura. Le sue
visioni microcosmiche dànno vita ad opere segniche minuziose, che rimandano a forme biologiche amorfe.
Nei suoi disegni rappresenta vegetali e insetti dai tratti non riconducibili al reale, caratteristico del suo
linguaggio. Eva si inoltra nella foresta dell’ignoto, restituendo vita attraverso l’arte a scheletri, oggetti di cose
abbandonate come a graziare il limite della natura a inciampo dell’umano.
Marya Kazoun, artista libano-canadese si muove tra necessità compositive di resa immediata come le
performance e le istallazioni. L’artista tesse dalle sue mani di maga creature che poi prendono forma e vita,
esseri che affiorano dalla sua immaginazione. Creature multiformi e multi materiche che alimenta
meticolosamente con rammendi di stoffa, fili, perline e vetro.
Il suo mondo è un mondo sostanzialmente psichico, in cui lo sprone della vita dà corpo ad esseri
formalmente irreali ma che acquistano valenza esistenziale proprio perché nella loro apparente
inconsistenza rimandano ad un sistema di riconoscimento che fa capo al pauroso ricordo dell’abisso della
nostra anima.
L’opera di MOG è per la sua gran parte scultorea. L’artista fa uso di diversi materiali, il tema costante della
sua produzione artistica è la vagina. L’intenzione creativa sembra quella di cogliere in una specifica realtà
corporea, l’insieme dell’identità e della storia femminile nel solcare le proprie opere in modo che, a partire da
un principio personale e sessuale di identificazione, si possa scoprire, nell’individuazione della propria
singolarità, un’ulteriore testimonianza per l’umanità in generale.
Le figure che l’artista Olandese Tessa M. den Uyl incarna nei suoi video non hanno una sola identità, ma si
presentano al tempo stesso come l’uno e il molteplice. In questo modo manifesta quella pluralità che
caratterizza da sempre l’identità dell’uomo. Il soggetto non è isolato protagonista della narrazione, ma si
integra nel contesto organico a cui partecipa, derivando la sua azione dalla forza che il sistema di relazioni in
cui è inserito produce. Così scopriamo che una delle attenzioni poetiche di fondo dell’artista consiste nello
smantellamento dell’ego.
L’artista Madrileno Jose Molina erge la sua ricerca sull’indagine dell’umano e della natura, rappresentando
l’unione tra il visibile e l’invisibile delle “cose”. Le opere presenti in mostra fanno parte della collezione
“Losolvidados”: i soggetti che l’artista ritrae, un tempo combattenti temibili, hanno smarrito la loro autentica
natura, trasfigurandosi in entità costituite da una materia alterata. Il carattere della loro trasformazione
sembra nascondere, e però al contempo mostrare, la testimonianza di una memoria antica, radicata,
ancestrale se si vuole, che riguarda l’intero genere nostro. La tecnica, di grande efficacia espressiva, che
usa Molina, consiste nell’uso del Lapis Carisma e Prismacolor su cartoncino bianco Fabriano.
La poetica che si evince dalle opere di Alessandro Palmigiani è di carattere “realistico visionario". Le
dimensioni che l’artista rappresenta nelle sue opere di composizione fotografica sono luoghi primordiali che
appartengono all’interiorità umana. Palmigiani è un cercatore che brama il vero e lo fa viaggiando in luoghi
atemporali dove si palesano leggi armoniche universali, per le quali si regolano in modo euritmico i rapporti
fra materia, energia e coscienza.
Le composizioni fotografiche dell’artista peruviana Cecilia Paredes scaturiscono da performance che ella
stessa mette in scena, creando una fusione del proprio essere con il paesaggio che plasma. Le opere
installative sono il compimento del suo racconto poetico: la Paredes tesse manti di conchiglie sezionate che
fissa sui muri o sospende creando movimenti ondulatori che rievocano i moti delle onde del mare. Mitili,
crisalidi, ramoscelli, spine e nidi ormai abbandonati sono il materiale con cui l’artista costruisce le sue opere.
Rosetta Gozzini
SCHEDA TECNICA WARRIORS OF LIGHT
TITOLO MOSTRA
WARRIORS OF LIGHT
ARTISTI
GIAN LUCA BECCARI
SOYEON CHO
PAOLO CONSORTI
DAVIDE DORMINO
STEFANIA FABRIZI
RAIMONDO GALEANO
EVA GERD
MARYA KAZOUN
MOG
TESSA M. DEN UYL
JOSÉ MOLINA
ALESSANDRO PALMIGIANI
CECILIA PAREDES
PROGETTO A CURA
Contemporary Concept
CURATORE
Rosetta Gozzini
PERIODO
21 settembre – 19 ottobre 2013
LUOGO
Galleria d’arte contemporanea Contemporary Concept
new space
OPENING MOSTRA
Sabato 21 settembre dalle ore 18.30 alle ore 22.30
Galleria Contemporary Concept
Piazza San Michele, 4/c (Strada Maggiore) Bologna
ORARIO GALLERIA
LUN – VEN 09.30-12.30 ⎪ 15.30-19.00
S A B A T O 09.30-12.30
DOMENICA SOLO SU APPUNTAMENTO
EVENTO INSERITO
Evento organizzato in occasione della
9a Giornata del Contemporaneo
promossa da AMACI
ORGANIZZAZIONE
www.contemporaryconcept.it
CONTEMPORARY CONCEPT [email protected]
TEL. +39 34 08 97 00 97
È possibile richiedere la cartella stampa completa alla mail [email protected]
rivolgersi al +39 340 89 700 97
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