La Grande Guerra in Valsugana di Francesca Poli

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La Grande Guerra in Valsugana di Francesca Poli
Incontro Grande Guerra in Valsugana Orientale
Incontro II – Aspetti militari
Luca Girotto
Il 28 giugno 1914 con l’attentato di Sarajevo, scoppia la I Guerra Mondiale, a causa dei difficili
rapporti tra Austria e Serbia. Gavrilo Princip, uno studente e nazionalista serbo, dopo il fallimento di
un primo tentativo, uccide l’erede al trono d’Austria Francesco Ferdinando e la moglie. L’Austria,
appoggiata dalla Germania, dopo aver inviato un ultimatum alla Serbia, da essa rifiutato, le dichiara
guerra, non consapevole di intraprendere una guerra con la Russia, sua alleata. La Germania chiede
alla Francia di rimanere neutrale all’interno di questo conflitto, ma essa risponde che deciderà se
entrare in guerra schierandosi con la Russia solo se ne ricaverà un profitto. La Francia entra in guerra
contro la Germania alla fine del luglio del 1914. La Germania attacca la Francia dal Belgio per
sorprendere i francesi, ma cosi facendo, provoca l’entrata in guerra dell’Inghilterra.
L’Italia, inizialmente neutrale, entra in guerra il 24 Maggio 1915.
In Austria sono chiamati alle armi gli uomini fra i 21 e i 24 anni, i quali erano già in servizio, fra i 21 e i
32 anni per parte dell’esercito regolare e fra i 33 e i 42per svolgere attività di sorveglianza nella
milizia territoriale.
Gli ufficiali all’epoca dovevano conoscere oltre al tedesco la lingua parlata dalla maggior parte dei
loro soldati (almeno 25%).
Il Trentino entra il guerra nel 1914 a fianco dell’Austria. Questa mobilita in Galizia, regione austriaca
confinante con la Russia, i Kaiserjeger.
Contrariamente ai racconti che venivano fatti dai reduci, la propaganda, tanto quella austriaca,
quanto quella tedesca, descriveva la guerra di trincea come politicamente corretta e come un luogo
in cui i militari trascorrevano una vita serena, tanto da non rimpiangere le loro case. Venivano anche
inviate cartoline raffiguranti i soldati intenti a fare il bagno in piscina, ritratto ben diverso dalle loro
reali condizioni di vita: essi erano costretti a vivere in trincee, fosse nel terreno molto esposte,
pericolose e prive di igiene.
A difesa delle trincee, che distavano circa 5 o 6 kilometri l’una dall’altra, erano posti dei reticolati e
delle mitragliatrici, che, frutto del progresso tecnologico, avevano l’efficacia di un intero battaglione
dell’800. Si differenziavano fra quelle caricabili “a nastro” e quelle “a pacchetti”, ma generalmente
potevano sparare 600 proiettili al minuto ciascuna.
Alla fine del 1914 i reggimenti dei Kaiserjeger erano costituiti da poco più di 1000 uomini, mentre
inizialmente erano più di 7000 ciascuno.
Mentre l’Austria attaccava l’Italia come un cuneo nella Pianura Padana, essa rispondeva attaccando
su un fronte a “s” sul Carso. Così facendo però l’Italia si espose ad un grande rischio: il fronte
occidentale era rimasto pressoché scoperto, così che, se gli austriaci avessero attaccati, avrebbe
perso circa i 4/5 dell’esercito.
Nel 1916 l’Austria richiama all’esercito anche i cinquantenni e nel 1917 addirittura i ragazzi di età
compresa fra i 17 e i 18 anni.
Tra il Maggio e il Giugno del 1915 le truppe italiane riescono a penetrare in Trentino, arrivando in
Valsugana. A questo punto Cadorna dà ordine di conquistare le zone limitrofe al confine. Gli italiani
tuttavia impiegarono tre mesi (fra Maggio e Agosto) per conquistare i 20 kilometri fra Primolano e
Borgo Valsugana, dirigendosi poi verso nord.
Nel frattempo gli austriaci contrattaccano e pongono la linea difensiva sul Lagorai, sul Panarotta ,
fino a Passo Rolle.
Il 06 Giugno 1915 Ospedaletto viene conquistata dall’Italia. Nei mesi di stallo che seguirono l’Austria
completò le fortificazioni sul Lagorai. A queste opere di fortificazione inizialmente parteciparono
anche i civili della Valsugana.
Successivamente gli austriaci si spostarono sopra Roncegno e Telve di Sopra, mentre gli italiani si
muovevano verso il Monte Lefre (l’equivalente del Panarotta per gli austriaci).
Il 15 Agosto l’Italia conquista anche Strigno e Scurelle, mentre le artiglierie italiane bombardano la
valle dal Monte Lefre, soprattutto la conca di Borgo Valsugana. Castelnuvo intanto diventa la sede
del commando che controlla militarmente proprio Borgo Valsugana.
Il “Murazo” di Scurelle diviene trincea italiana a partire all’Agosto 1915, mentre Villa Agnedo diventa
il parco bestiame della 15^ divisione.
La chiesa di Borgo Valsugana mostrava i segni di una cannonata sparata dagli austriaci dal Panarotta.
L’ occupazione italiana di Borgo avvenne il 24 Agosto. Essa fu incruenta poiché la popolazione
conosceva la lingua e il paese era stato progressivamente abbandonato dall’Austria. Era una zona
molto contesa fra Austria e Italia e gli stessi abitanti non sapevano se aderire all’uno o all’altro Stato.
L’Austria si fortifica nelle zone di Musiera, anche se risultava controllata solo da alcuni schutzen
cinquantenni. Gli italiani, guidati da alcuni irredentisti, fra i quali spicca Luigi Battisti, si scontrarono
con ben pochi austriaci. Riuscirono a conquistare Olle e poi penetrarono nella val di Sella per
dominare le valli di Levico.
Nel 1916 si tiene la “Strafexpedition”, cosiddetta dagli italiani (“spedizione punitiva”), mentre per gli
austriaci si trattava semplicemente della “Mai spedition”, cioè spedizione di Maggio. L’Italia riesce a
contrastare alcuni avanposti austriaci come Telve e Roncegno, mentre la linea sopra Torcegno viene
attaccata dagli austrici. Questi si mossero verso Monte Collo e la Valle di Sella. Il primo attacco
tuttavia venne organizzato male così che vi furono circa 800 morti fra gli austriaci. L’offensiva si stalla
e poi si sposta in Val di Sella, dove riescono a penetrare. Successivamente, in circa 4 o 5 giorni
riescono a sorprendere alle spalle le linee avanzate del fondo valle, così che gli italiani sono costretti
ad abbandonare Borgo e Olle.
La linea italiana va ora da Borgo fino al Carlon; l’Austria allora attacca il Civerone dalla Valle di Sella,
da Castelnuovo da nord e dall’Ortigara da sud. L’Italia è così costretta a ritirarsi dalla Valsugana e
facendolo distruggono il ponte sul Ceggio fra Borgo e Telve. Una parte di Borgo viene danneggiata e
gli austriaci occupano Castelnuovo. Alla fine del Maggio del 1916 l’Austria bombarda e conquista il
Civerone, come anche la conca di Borgo.
Dopo la ritirata italiana lo scontro avviene sotto il Monte Calozza e il Civerone. Il 25 Giugno del 1916
gli austriaci vengono sconfitti sul Cafeloto, dove erano stanziate le truppe composte dai ragazzi fra i
16 e i 18 anni.
Le trincee, fortificate dagli austriaci, sono inviolate e in prossimità di esse vengono costruiti dei
cimiteri per i caduti nella battaglia. I ricoveri costruiti dagli austriaci erano nascosti agli italiani.
Il campo di battaglia si estende ora da Borgo a Scurelle, a Strigno e a Ospedaletto. Gli austriaci
attaccano la difesa italiana sul Monte Cima per scardinarla da Samone ad Ospedaletto, mentre
Torcegno viene tenuta come retrovia e i Canai, fra Torcegno e Ronchi, viene adibito a luogo di
riposo.
Il fronte si sposta quindi sul fondo della Valsugana, verso il Costone Ciste e la Val Porchera. Gli
italiani si insediano nelle case di Ospedaletto, tamponandole, Olle viene devastato e la linea
austriaca si sposta lungo l’argine del torrente Maso, sotto il Monte Cismon.
12 Febbraio del 1917 gli italiani assaltano il Cafeloto, dove avviene il contrattacco austriaco, a causa
del quale gli italiani sono costretti a spostarsi sul monte sottostante. Dal 10 al 19 Giugno del 1917,
durante la battaglia dell’Ortigara, gli italiani cercano di sfondare il fronte che era stato conquistato
dall’Austria durante la spedizione punitiva.
Paolo Monelli nel suo “Le scarpe al sole” trasmette con immagini e parole l’inutilità percepita dagli
alpini durante la difesa italiana nel Giugno del 1917.
Nel Settembre del 1917 a Carzano e nelle zone limitrofe viene attenuato il piano di Pivko, il quale
offre all’Italia la possibilità di entrare nel paese, togliendo la corrente elettrica alle linee nemiche e
anestetizzando le sue truppe mussulmane e bosniache.
La linea austriaca scende dall’Ortigara attraverso il Cafeloto lungo il torrente Maso, attraversando
Carzano, Telve e passando per il Civeron. La linea italiana va da Ivano Fracena a Villa Agnedo al
Civeron. l’Italia progetta di sfondare lungo il Maso irrompendo a Carzano verso la Valsugana e
Trento, per dirigersi poi verso Bolzano. Tuttavia il piano non viene attuato: gli austriaci vengono fatti
prigionieri, ma quaranta stanschutzen bloccano l’avanzata italiana a Carzano.
Dal Ciolino l’artiglieria austriaca comincia allora ad attaccare e il battaglione italiano dislocato a
Carzano viene abbandonato e resta isolato dalle altre truppe italiane. Viene sterminato in una sola
notte. Il generale Lalatta aveva organizzato l’azione poi fallita.
Il 24 Ottobre si tiene la battaglia di Caporetto fra Italia e Germania, che riesce ad inserirsi fra la
seconda e la terza armata italiane. Quest’ultima è costretta a ritirarsi con una fuga disorganizzata.
L’Italia pone la propria linea sul Piave.
Alla fine della guerra gli austriaci contano 3 milioni di morti, mentre gli italiani 1 251 000.