barocco rock - Accademia Corale Stefano Tempia

Transcript

barocco rock - Accademia Corale Stefano Tempia
Questi fattori, uniti ad un’enorme passione, gli hanno permesso di collaborare regolarmente, in veste di solista, con
importanti gruppi di musica antica, tra i quali i ‘Sonatori de la
Gioiosa Marca’, ‘La Stravaganza Köln’ e l’ ‘Holland Baroque
Society’. Accanto a questa attività si dedica intensamente
alla musica da camera con l’ensemble ‘Parnassi Musici’ e l’
‘Ensemble Baroque de Limoges’ diretto da Christophe Coin.
Il suo repertorio spazia dal primo barocco all’avanguardia, e
come maestro concertatore ha realizzato sino ad ora due
opere veneziane inedite: ‘La fida Ninfa’ di Antonio Vivaldi
e ‘Le nozze di Dorina’ di Baldassare Galuppi, con la Kammerakademie di Potsdam, di cui è stato direttore artistico
dal 2002 al 2007. Negli ultimi anni, una frequente attività
professionale e una comune visione dell’estetica musicale con
Diego Cantalupi lo ha portato a collaborare con l’ensemble
‘L’Aura Soave’ di Cremona.
L’orchestra barocca L’Aura Soave viene fondata nel 1995 da
Diego Cantalupi nell’ambito dei corsi della Scuola di Paleografia e Filologia Musicale di Cremona, con l’idea di unire e
coordinare le finalità e le conoscenze di alcuni musicisti dotati
di competenze anche in campo musicologico. L’idea di base
dell’ensemble è la convinzione dell’importanza dell’utilizzo
degli strumenti cosiddetti ‘originali’ e della prassi esecutiva
appropriata al repertorio eseguito, senza che questi elementi
siano l’unica finalità della musica, ma esclusivamente un fine
per il recupero della tradizione vocale e strumentale italiana,
essenzialmente basata sul ‘belcanto’ e sull’invenzione esecutiva. Particolare attenzione è data alla riscoperta di opere
inedite del repertorio italiano sia vocale che strumentale, e
alla valorizzazione di autori ingiustamente poco noti, con particolare riguardo all’ambiente italiano, lombardo in generale,
e cremonese in particolare. Dal 2006 l’ensemble ha iniziato
lo studio e l’esecuzione del repertorio orchestrale, grazie ai
numerosi strumentisti specializzati nel repertorio antico che
sono venuti ad abitare a Cremona e nelle immediate vicinanze. Grazie al supporto e alla collaborazione con il Teatro Ponchielli e con il Festival Monteverdi di Cremona, dal 2001 l’Ensemble ha avuto l’opportunità di collaborare e di instaurare
un importante rapporto artistico con importanti personalità
nel campo della musica antica. Tra queste spiccano le numerose produzioni con Emma Kirkby, Sophie Daneman e Nuria
Rial. Negli ultimi anni, infine, una stretta collaborazione con
Sergio Azzolini, nel doppio ruolo di fagottista e concertatore
ha garantito una crescita e una particolare caratterizzazione
dell’ensemble nella sua formazione orchestrale.
Biglietteria e informazioni
Via Giolitti 21/A 10123 Torino
Dal lunedì al venerdì, 9.30 - 14.30
Tel. 0115539358
Fax 0115539330
[email protected]
BAROCCO ROCK
SABATO 28 APRILE ore 21
Esprimete la vostra opinione
su questo concerto collegandovi
al sito www.sistemamusica.it
PROSSIMO CONCERTO
Domenica 3 giugno ore 18 - Anteprima
Lunedì 4 giugno ore 21 - Concerto
CARMEN E CARMINA
Conservatorio “G. Verdi”
Coro dell’Accademia Stefano Tempia
Raffaele Mascolo, direttore
Musiche di Cilluffo, Iki, Orff, Ravel
Murazzi del Po, lato destro,
dopo Giancarlo - Torino
BAROCCO ROCK
Murazzi del Po, lato destro, dopo Giancarlo
Sabato 28 aprile ore 21.00
Sergio Azzolini, fagotto
Nicholas Robinson, violino
Francesco Galligioni, violoncello
Diego Cantalupi, liuto
Orchestra “L’Aura Soave” - Cremona
Diego Cantalupi, direttore artistico
Nicholas Robinson, violino principale
Claudia Combs, Elisa Imbalzano, Silvia Colli,
Gianandrea Guerra, Emanuele Marcante, violini
Gianni Maraldi, Valentina Soncini, viole
Francesco Galligioni, Eva Sola, violoncelli
Nicola Barbieri, violone
Davide Pozzi, organo
Diego Cantalupi, arciliuto e chitarra
Concerto per fagotto ‘Il Capriccioso’, RV 470, in do maggiore
Allegro non molto - Larghetto - Allegro
Concerto per violoncello e fagotto, RV 419, in la minore
Allegro - Andante - Allegro
Concerto per liuto, RV 93, in re maggiore
Allegro - Largo - Allegro
Concerto per fagotto ‘I Demoni’, RV 495, in sol minore
Presto - Largo - Allegro
Concerto per violino ‘Il Piacere’, RV 180, in do maggiore
Allegro - Largo e cantabile - Allegro
Concerto per violino e fagotto, ‘La Notte’, RV 501,
in si bemolle maggiore
Largo, Andante molto - Fantasmi: Presto - Il Sonno: Largo
Sorge l’Aurora: Allegro
Federico Gandin, selezione musicale a precedere e
a seguire il concerto
In caso di maltempo il concerto si terrà presso il Conservatorio
“G. Verdi” di Torino, Piazza Bodoni
AZZOLINI, L’ANATRA E MILES DAVIS
di Orlando Perera
Il fagotto intrigava molto Vivaldi. Ha scritto ben trentanove
concerti per questo strumento, tutti appartenenti al periodo della maturità. I manoscritti autografi delle partiture,
vale la pena di ricordare, sono conservati nei fondi Foà e
Giordano della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, che raccolgono quasi la totalità della musica autografa
lasciata da Vivaldi.
Nessun altro compositore si è tanto dedicato al fagotto,
né allora, né mai. Non bastasse, il Veneziano usa questo
strumento ogni volta che può, nei concerti per archi come
in quelli per vari strumenti; per il basso continuo, com’è
ovvio, ma anche nella ricerca, cui mai rinuncia, di colori inediti. Su di lui questo fiato a doppia ancia, un lungo tubo di
legno figlio della rinascimentale dulciana, dal suono scuro e
morbido, ha esercitato un fascino particolare. Forse, come
osserva Michael Talbot, il Veneziano provava un’istintiva inclinazione per gli strumenti di registro grave, come appunto
il fagotto e il violoncello. Li sentiva affini all’altra faccia, quella malinconica e lunare, della sua anima bizzarra.
In quest’anima il bolzanino, ora mezzo tedesco (vive a Berlino e insegna a Basilea), Sergio Azzolini, massimo interprete
vivente del fagotto barocco, sa discendere come pochi a
esplorarne i labirinti. Da una parte uno spleen implacabile,
come il moto ondoso che sgretola Venezia (Largo di RV
496), i misteri dei canali velati di nebbia, delle paludi (la lunga nota tenuta che apre il secondo movimento di RV 495 I
Demoni). Dall’altra, l’energia furiosa (molto strappato indicava volentieri Vivaldi in partitura) che si sprigiona ovunque
dalle linee di basso. Un barocco-rock, che Azzolini e l’Aura
Soave, gruppo specialistico cremonese, bilanciano con sapienza, senza che il galoppare del ritmo prevalga mai sul
sentimento, sulla malinconia verace dell’animo vivaldiano.
Sempre in partitura, troviamo scritto talvolta Allegro ma
poco: anche quando libera la sua esplosiva energia vitale,
l’ispirazione di Vivaldi pare sempre temperata da un senso
profondo del destino umano. Gioia e tristezza insieme. In
fondo non è molto diverso da ciò che Primo Levi chiama la
felicità imperfetta. Il risultato è di sconcertante modernità,
e il fagotto di Azzolini risuona alle nostre orecchie come il
verso pacioccone di un’anatra, mixato alla tromba lancinante di Miles Davis (Largo di RV 499).
A un tavolo parigino, nel novembre 2010, si festeggiava il
Premio Diapason d’Or, che l’omonima rivista francese ave-
va assegnato quella mattina nella sede di Radio France
al primo disco dei concerti per fagotto edito da Naïve
per Vivaldi Edition (stesso premio per il secondo disco un
anno dopo). Al caffè, qualcuno, - forse proprio chi scrive
- butta lì: «Questa è musica che piacerebbe in discoteca».
«Perché no?» risponde Azzolini, artista impeccabile, ma
altrettanto esuberante, e dotato di uno straordinario talento di affabulatore. Quando racconta i concerti a parole
(lo farà anche stasera) non ha meno fascino di quando li
suona. Il seme era gettato e germoglia qui e ora, dopo
molto lavoro e molti ostacoli per condurre in porto un
esperimento tanto imprevedibile e non privo di rischi.
Alla discoteca, dopo aver consultato esperti del mondo
notturno, abbiamo rinunciato: troppa svagatezza e - in
fondo - noia. Già che c’eravamo, abbiamo così spinto
all’estremo la provocazione e scelto i Murazzi, il cuore
contradditorio della movida torinese. E già che c’eravamo,
abbiamo scelto il momento di massimo afflusso, il sabato
sera. Vivaldi, il fagotto e la gaudente Torino della notte. Noi offriamo la “nostra” notte, tra l’altro, il Concerto
RV 501, così intitolato, con i suoi fantasmi lagunari, che lo
stregone Azzolini evocherà ai piedi degli Piccoli spiriti blu
di Rebecca Horn ai Cappuccini. Una notte, cari eversori
dell’ésprit piccolo-borghese, davvero alternativa. Complimenti per aver deciso di esserci.
Sergio Azzolini nasce a Bolzano nel 1967 e ad undici anni intraprende lo studio del fagotto con Romano Santi, diplomandosi nel conservatorio della sua città. Si perfeziona poi alla
Hochschule für Musik und Theater di Hannover con Klaus
Thunemann, diventando, appena diplomato, docente presso
la Musikhochschule di Stoccarda; nel 1998 prosegue la sua
attività didattica presso la Musik-Akademie di Basilea, dove
tuttora è insegnante di fagotto e di musica da camera. La
sua intensa attività, sia a livello concertistico che discografico,
lo vede presente come solista di importanti orchestre europee e come vincitore di numerosi concorsi internazionali, tra
i quali ‘Praga’, ‘C. M. von Weber’ e ‘ARD di Monaco’. Negli
ultimi anni una ricerca del tutto personale rivolta al suono
ed all’estetica antica lo ha avvicinato alla prassi esecutiva
storica, permettendogli di sviluppare una tecnica originale,
basata non solo sulle copie, ma sugli strumenti antichi ancora
oggi utilizzabili, dei quali possiede un’importante collezione.