l`Istituto di ricerca ARI (Autism Re

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l’Istituto di ricerca ARI (Autism Research Institute, San Diego) attraverso il
Progetto Defeat Autism Nowl (DAN), dal
1995 ha promosso in campo internazionale un approccio medico multidisciplinare;
grazie a detto approccio, è stata dimostrata la natura multifattoriale della
sindrome autistica, che viene sostenuta
dall’incontro di fragilità gnomiche e cause
secondarie, quali l’inquinamento ambientale ed alimentare e l’abuso di antibiotici
uniti ad altri fattori;
alla luce di queste esperienze sono
state individuate diete specialistiche, che
consentono il miglioramento delle condizioni di salute della grande maggioranza
dei casi ed il recupero di un numero
crescente di bambini ad una regolare attività scolastica;
nel nostro Paese, DAN Europe, onlus,
dal 2005, in diretta collaborazione con
ARI ed un Comitato scientifico multidisciplinare, promuove lo sviluppo di servizi
medici in ambito pubblico e privato ed
una informazione aggiornata presso le
istituzioni;
la gravità e l’inefficacia del modello
sanitario e di assistenza scolastica-riabilitativa hanno drammatiche ripercussioni
sull’equilibrio ed il benessere della famiglia, condizionando ogni aspetto della vita
quotidiana;
è difficile il reperimento di alimenti
speciali (privi di glutine, caseina, soia,
zucchero, lieviti, conservanti e coloranti) e
soprattutto di nutrienti e antiossidanti a
dosaggi farmacologici, che le famiglie acquistano sul mercato nord americano;
il bilancio economico è sempre gravoso, comprende viaggi all’estero, visite
specialistiche, esami di laboratorio, alimenti speciali, farmaci, training riabilitativo e varia tra 10 e 40 mila euro/anno –:
quale sia la sua valutazione sull’allarme lanciato da più parti di una vera e
propria « epidemia autistica » che sarebbe
la punta di un iceberg rappresentata dalle
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patologie dello sviluppo e dell’apprendimento che nei paesi industrializzati coinvolgerebbero il 18-20 per cento della popolazione scolastica;
quali siano le iniziative in atto per
innovare l’approccio terapeutico alla patologia autistica, in particolare in relazione
alle esperienze summenzionate che, affiancando alla tradizionale terapia neuropsichiatrica, promuovono un metodo di
cura multidisciplinare che riconosce, tra
l’altro, il ruolo fondamentale della alimentazione;
se non ritenga urgente promuovere
questo percorso terapeutico multidisciplinare, quale risorsa indispensabile per affrontare, in modo adeguato, la complessità
del quadro fisiopatologico, incentivando la
creazione di centri medici e di riabilitazione nonché progetti di ricerca e la
creazione di banche dati;
se non ritenga necessario diffondere
una informazione aggiornata e completa
sull’attuale epidemia autistica e le sue
cause;
se esistano specifiche normative e
risorse per sostenere le famiglie, che affrontano oneri ingenti, sia nella diagnosi e
sia nella terapia che consentirebbe significativi miglioramenti nelle condizioni di
salute nella grande maggioranza dei casi
con un contestuale importante beneficio
per la qualità delle famiglie interessate.
(2-00415) « Delfino, Lucchese, Capitanio
Santolini, Formisano, Mereu ».
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SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza urgente
(ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro dello sviluppo economico, il Ministro della solidarietà sociale, per sapere
– premesso che:
la città di Roma si trova in una
condizione di vera e propria emergenza in
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ordine alla tematica « casa », cosı̀ come più
volte espresso anche dal sindaco;
la società Sara era proprietaria nel
XIII Municipio – in Viale dei Promontori
e in Via Ferdinando Acton – di un complesso immobiliare di 220 appartamenti
totalmente occupati da inquilini;
la stessa ha provveduto il 20 dicembre 2006 a vendere gli immobili alla Società Babcok & Brown Montipò S.r.l.;
gli inquilini si sono costituiti in associazione promo acto per tutelare i propri
diritti;
gli stessi sono interessati all’acquisto
dell’immobile da loro occupato;
il Comune di Roma e il XIII Municipio si sono attivati, dopo l’approvazione
all’unanimità di un ordine del giorno, sia
nei confronti della venditrice Sara –
Gruppo Aci – sia nei confronti della
società acquirente –:
quali iniziative s’intendano adottare
per facilitare l’esercizio del diritto di prelazione sugli immobili da parte degli inquilini occupanti, posto che, ad avviso
degli interpellanti, possono essersi verificate anomalie nella compravendita tra la
Sara, peraltro facente parte del Gruppo
ACI, e l’acquirente Brown;
se non intenda acquisire informazioni dalla società venditrice sulla compravendita citata, e se si possano valutare
iniziative che diano certezza di continuità
alle 220 famiglie evitando cosı̀ disagi
sociali di grave rilevanza che spesso incidono su individui di età ormai avanzata
che ben difficilmente, autonomamente,
sarebbero in grado di individuare soluzioni alternative.
(2-00419) « Buontempo, Germontani, Giorgio Conte, Porcu, Giachetti,
Leo, Moffa, Ascierto, Campa,
Proietti Cosimi, Barbieri, Rositani, Murgia, Amoruso, Menia, Rampelli, Rosso, Mazzocchi, Mancuso, Ulivi, Pedrizzi, Lupi, De Corato, Gasparri, Ciccioli, Frassinetti,
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Salerno, Holzmann, Gamba,
Giulio Conti, Alberto Giorgetti,
Lionello
Cosentino,
Raisi, Perugia, Gibelli, Cota,
Nardi, Lo Monte, D’Elpidio,
Morrone, Pini, Astore, Raiti,
Bonelli, Pedrini, Costantini,
Volpini ».
Interrogazione a risposta in Commissione:
RUGGHIA. — Al Ministro dello sviluppo
economico. — Per sapere – premesso che:
in data 22 febbraio 2007, « Selex
comunication » ha presentato il piano industriale che prevede un’evoluzione che
modifica il peso dei tre settori di attività
considerati strategici, con un ridimensionamento dei settori « militare e spazio » e
« avionica », con una crescita in quello
delle « comunicazioni professionali », cosi
come un maggiore peso del mercato
estero. Al tal fine il piano prevede complessivamente investimenti per 71,9 milioni di euro nel 2007, di 93,8 nel 2008 e
di 70,5 nel 2009;
i principali contratti sono quelli relativi a Tetra Armsat, JSF ed Algeria
(unitamente a Selex Sistemi Integrati che
svolge il ruolo di prime contractor) ed
ordini per 792,2 milioni di euro nel 2007,
905,5 nel 2008 e 1014,6 nel 2009, a cui
corrisponde un EBIT di 18 milioni di euro
come preconsuntivo del 2006, di 23,6 milioni di euro come budget 2007 e di 5
milioni di euro per il 2008, confermando
quindi la situazione fortemente critica dell’azienda;
per quanto riguarda i livelli occupazionali, l’azienda ha annunciato problemi
di collocazione per 770 persone, di cui 170
gestibili con misure di riqualificazione e
ricollocamento all’interno dell’azienda, relativamente a professionalità elevate, secondo un piano in parte già avviato dall’azienda prima della prestazione del
piano. Le rimanenti 600 unità sono considerate esuberi, di cui 52 nelle funzioni di
staff, 33 nella « VDG mercati » e 515 nella
« VDG operations », 350 secondo l’azienda
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sarebbero gestibili con esodi incentivati
(60), mobilità ordinaria (90) e mobilità
lunga (200). Per quanto riguarda i rimanenti 250 esuberi, l’azienda ha confermato
di non essere in grado di individuare una
loro collocazione per il 2007 e 2008,
annunciando contestualmente una possibile ripresa alla fine del 2009. Tali criticità
riguardano in particolare il customer service e linee produttive (meccanica, produzione schede, logistica);
su questa base, il piano conferma
sostanzialmente le missioni e le eccellenze
dei siti di Firenze, Genova, Chieti, L’Aquila
e Catania, mentre ridimensiona fortemente il sito di Cisterna di Latina e
prevede uno spostamento di attività dal
sito di Pomezia con la collocazione dei
reparti di prototipazione e di alcune attività di customer service presso il sito di
Cisterna di Latina e lo spostamento delle
attività relative alle vendite in un nuovo
sito a Roma;
le Segreterie nazionali di Fim-FiomUilm ed il Coordinamento hanno espresso
un giudizio negativo sul piano, che ritengono pesante per l’impatto occupazionale,
mentre dal punto di vista industriale non
ci sono sufficienti elementi di prospettiva
in grado di garantire il rientro dei 250
lavoratori ed un rilancio per l’azienda,
considerando inoltre inaccettabile l’assenza di garanzie sul mantenimento del
sito produttivo di Pomezia nella sua attuale configurazione attraverso la conferma delle missioni produttive esistenti,
che sarebbero stravolte, con il minacciato
trasferimento a Roma Tiburtina delle attività commerciali e di marketing e nello
stabilimento di Latina, di quelle di assistenza e prototipi, complessivamente 170
lavoratori coinvolti, che si aggiungerebbero
ai circa 140 esuberi individuati che dovrebbero lasciare l’azienda nel corso del
2007;
il gruppo Selex Comunications, che
occupa circa 4000 dipendenti sul territorio
nazionale di cui 900 nello stabilimento di
Pomezia, ha come principali committenti,
nel mercato delle telecomunicazioni per la
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difesa e le reti private, il Ministero della
Difesa e degli Interni;
nel ribadire che la difesa delle attività
a più alto contenuto tecnologico e di
innovazione presenti nel territorio di Pomezia, passa non solo dalla salvaguardia
dell’insediamento industriale Selex ma anche attraverso il suo rafforzamento professionale e tecnico con i necessari investimenti –:
quali iniziative intenda assumere per
garantire l’occupazione di tutti i dipendenti considerati in esubero e il mantenimento del sito di Pomezia.
(5-00847)
Interrogazione a risposta scritta:
LOCATELLI, MISIANI e SANGA. — Al
Ministro dello sviluppo economico. — Per
sapere – premesso che:
da notizie di stampa si apprende che
la società MITI (Manifattura italiana tessuti indemagliabili) di Zogno vuole procedere al trasferimento della produzione in
località Urgnano;
la proprietà ha dichiarato che la
chiusura della sede di Zogno avrebbe lo
scopo di reperire liquidità al fine di risanare il gruppo industriale di Leonardo
Polli;
in contemporanea all’annuncio del
trasferimento del polo produttivo di Zogno
la MITI spa ha proceduto alla messa in
Cassa Integrazione, per due giorni la settimana e per otto settimane, di tutti i 250
dipendenti delle due sedi di Zogno e di
Urgnano;
si tratta di una azienda, presente da
oltre mezzo secolo sul territorio della
Valle Brembana, che garantisce una importante occupazione femminile, che verrebbe enormemente penalizzata dal trasferimento in una località che comporta
spostamenti prolungati per raggiungere e
tornare dal lavoro;
tale scelta aziendale determinerebbe,
tra l’altro, un’ulteriore aumento della pendolarizzazione che caratterizza sempre di
più la Valle Brembana;
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non si deve dimenticare il fatto che il
territorio della Valle Brembana sta vivendo in maniera ormai irreversibile una
crisi industriale di grandi dimensioni, con
ricadute sul piano occupazionale e sociale.
Infatti dopo la chiusura dello Stabilimento
della Brembo spa di San Giovanni Bianco,
dopo la crisi della Fir-Alstom di San
Pellegrino Terme che rischia la chiusura
dopo i già pesanti tagli occupazionali degli
scorsi anni, con ancora aperta la vertenza
della MVB di Zogno a rischio fallimento,
ora si apre una nuova crisi –:
se Ministro dello sviluppo economico
è a conoscenza di tale situazione e che
giudizio ne dia;
se intenda assumere iniziative al fine
di scongiurare questa nuova crisi che coinvolge la valle Brembana, tenendo anche
conto delle relative cadute occupazionali e
sociali.
(4-02950)
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TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
CARBONELLA. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
con protocollo d’intesa firmato nell’ottobre del 2004 dai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, della difesa e
dell’economia, si è convenuto di procedere
alla dismissione dal demanio militare al
demanio dello Stato di alcuni aeroporti
militari ad uso promiscuo e, segnatamente,
quelli di Brindisi, Roma Ciampino, Ancona, Napoli, Brescia, Verona, Cagliari,
Comiso, Catania, Rimini, Palermo, Udine,
Capua, Treviso e Vicenza;
la fase di attuazione del protocollo
non risulta ancora concretamente avviata;
l’Agenzia del demanio è intervenuta
nel procedimento in questione, sostenendo
che alcuni dei beni che rientrano nelle
strutture aeroportuali, quali le aree di
parcheggio, gli spazi per il noleggio delle
auto, gli alberghi per l’alloggio dei passeggeri, non potrebbero essere attribuiti alla
gestione dell’ENAC, in quanto non diret-
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tamente strumentali alle attività di traffico
aereo;
tale interpretazione ha introdotto un
ulteriore elemento di difficoltà che ritarda
notevolmente l’attuazione del protocollo
sopra richiamato, le cui conseguenze si
ripercuotono sulla operatività di taluni
aeroporti;
è il caso dell’aeroporto di Brindisi, in
particolare, che risulta fortemente penalizzato rispetto ad altri aeroporti, anche in
relazione ai lavori che interesseranno per
alcuni mesi la struttura, determinando la
chiusura di una delle piste;
per i prossimi due mesi infatti, la
pista principale (1432), resterà chiusa per
lavori che riguardano l’impianto di illuminazione e si prevede che la stessa, a
partire dall’inverno prossimo, per interventi strutturali, assolutamente necessari,
dovrebbe risultare non operativa per l’intero 2008, utilizzando l’altra pista (0523)
che presenta anch’essa limiti molto elevati;
a tal proposito, tenuto conto del quadro su esposto, sarebbe necessario provvedere ad interventi urgenti anche sulla pista
0523, per superare limiti operativi, in assenza dei quali si corre il rischio di dirottare i voli su altri aeroporti –:
se il Ministro, sia a conoscenza di
quanto sopra e quali iniziative intenda
assumere al fine di sbloccare la situazione
di stallo che si è determinata, e dare
effettiva attuazione alle dismissioni previste dal protocollo 2004;
inoltre, se ritenga opportuno intervenire per accelerare i lavori sulle due piste
dell’aeroporto di Brindisi al fine di evitare
gravi disagi all’intero Salento, nella improponibile ipotesi di dover dirottare, voli su
altri aeroporti.
(5-00849)
Interrogazione a risposta scritta:
BALDELLI, CERONI, MERLONI, VANNUCCI, ANDREA RICCI, FORLANI, CICCIOLI e LUSETTI. — Al Ministro dei
trasporti. — Per sapere – premesso che:
il decreto ministeriale del 31 gennaio
2007 sulle « tratte marittime incentivabili