Una crisi con la croce sopra

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Una crisi con la croce sopra
Una crisi con la croce sopra
P
rima ancora di arrivare a Milano la visita
del Papa in provincia qualche effetto lo ha
già avuto. Saranno infatti potenziati i mezzi
pubblici, i passaggi dell’AMSA, i controlli dei
vigili urbani e molto altro ancora. Totale della
spesa: 3,1 milioni di euro, come ha riportato il
Corriere della Sera. Per qualche ragione che
è facile intuire, il democristiano Bruno Tabacci
non ha sollevato allarmi sul rischio di sforare
il Patto di stabilità.
Peccato che questi allarmi siano stati sollevati in ogni occasione nella quale i precari del
Comune, degli asili nido - e l’elenco potrebbe
continuare - hanno avuto l’ardire di rivendicare il diritto all’assunzione e salari dignitosi. Ma
il Comune non è solo in
questo slancio di generosità: la Regione Lombardia, guidata dal ciellino Formigoni, di milioni
di euro ne ha stanziati
2.
Le spese folli ovviamente non riguardano
solo Comune e Regione,
non tenendo conto del
budget impegnato dai
Comuni dell’hinterland coinvolti. I quali, tra
l’altro, avranno il dubbio onore di diventare
per tre giorni una specie di succursale del Vaticano nel Nord Italia: in nessun comune sarà
infatti possibile circolare con la macchina e, a
Bresso, si arriverà all’assurdo di obbligare i
residenti a esibire un pass per entrare e uscire dal comune di loro residenza.
Cosa viene a fare il Papa? Il Papa viene a fare
il suo lavoro: un incontro sulla famiglia e i sacri
valori che la Chiesa difende. Sorvoliamo sul
fatto che, a quanto riportano le cronache, la
Chiesa non avrebbe molto da dire sulla difesa
dei bambini.
Ciò che ci interessa è che nel bel mezzo della
peggiore crisi economica dal 1929 con tutti i suoi tragici risvolti, la Chiesa non trova di
meglio da fare che denunciare il relativismo,
l’omosessualità come patologia mentale, la sacralità della vita dell’embrione, l’inviolabilità
del matrimonio...
Ovviamente il Papa non parlerà dei miliardi di
euro che la Chiesa trattiene allo Stato italiano
grazie all’8 per mille, all’esenzione fiscale dello sterminato patrimonio immobiliare ecclesiastico, allo IOR che ancora oggi non rispetta
nemmeno le (di discutibile efficacia) regole
antiriciclaggio previste per le banche e ai finanziamenti pubblici alle
scuole private cattoliche.
Diventa dunque sempre
più chiaro che la lotta per
il nostro futuro e i nostri
diritti passa per un’istruzione pubblica e laica;
per l’equiparazione legale ed economica delle
unioni civili ai matrimoni;
per l’abrogazione della
Legge 40; per la difesa
del diritto all’aborto e al
divorzio; per l’estensione dei consultori pubblici; per la fine dello scandalo dell’obiezione
di coscienza negli ospedali pubblici; per la fine
di qualunque agevolazione fiscale, legale ed
economica al Vaticano.
Ma perché questo sia possibile non è sufficiente testimoniare o mandare un segnale di
protesta. E’ necessario fare pressioni perché
le organizzazioni dei lavoratori si schierino affianco a chi lotta per diritti civili del nostro
paese per piegare il governo, abrogare queste
leggi, cambiare i rapporti di forza.
Organizzati e lotta!
[email protected]
3394952247