Primarie, il rebus Orsi scuote il Pd

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Primarie, il rebus Orsi scuote il Pd
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IL SECOLO XIX
DOMENICA
18 GENNAIO 2015
savona / provincia
IL CASO DEL SEGGIO DI ALBISOLA, ANNULLATO DAI GARANTI, CONTINUA A TENERE BANCO
Primarie, il rebus Orsi scuote il Pd
Il sindaco valuta l’idea di un ricorso ma dal circolo dem frenano: «È incompatibile con noi»
GIOVANNI VACCARO
ALBISOLASUPERIORE. L’annulla-
mento delle primarie del Pd ad Albisolasitrasformainunatelenovela.Il
sindaco Franco Orsi, ex Pdl ed ora
sostenitore di Raffaella Paita, il cui
voto è stato causa del provvedimento degli organi regionali, ha discusso
con Fulvio Briano, segretario provincialedelpartitodiRenzi,l’ipotesi
di un ricorso. A presentarlo potrebbero essere proprio Orsi e la dozzina
di suoi fedelissimi che avevano votato, dato che il grande pasticcio è nato
a causa delle istruzioni contraddittorie dei vertici del Pd. «Sarebbe bastato dirci che non era opportuno
che andassimo a votare – commenta
Orsi -, non ne avremmo fatto uno
scandalo. Ad Albisola si è fatto tutto
alla luce del sole, eppure ora hanno
legittimamente l’amaro in bocca
400 elettori, di entrambi gli schieramenti, che pensavano di poter esprimerelaloroidea».Intantoilsegretario del circolo di Albisola, Andrea
Toso (cofferatiano), offre un’ulteriore lettura, imputando al gruppo
di Orsi un’incompatibilità
con il voto in
IL SINDACO
quanto avversaCONTESTATO ri anche alle ulti«Bastava me elezioni codirci di non munali: «Si sono
votare, non distinti nella
competizione di
era uno
per esscandalo» giugno
sersi contrapposti alla nostra lista di centrosinistra». Nel dettaglio,
il Collegio di garanzia regionale aveva scritto: “Si ritiene che vadano
esclusi dal voto i dirigenti e gli attivisti riconosciuti di forze politiche e
movimenti che nel corso di tutta la
legislaturaregionaleabbianotenuto
una posizione di contrarietà ad alleanze politiche di centrosinistra, di
cui, alle primarie, si sceglie il candidato alla carica di Presidente della
Regione”, senza però specificare se
la posizione di contrarietà dovesse
essere riferita agli esponenti o alle
forze politiche. Orsi, infatti, non fa
più parte del Pdl e, come sindaco, ha
collaborato con la giunta regionale.
La commissione provinciale aveva
quindi specificato l’autorizzazione
inequivocabile. Dopo il voto è arrivatoil“niet”daGenova:ilvotodiOrsi non poteva essere autorizzato.
Nel frattempo per le strade della
cittadina e sui social network continuanoarisuonarepresediposizione
e commenti, tra chi chiede spiegazioni e chi esprime la propria amarezza. Anche perché l’annullamento
del voto albisolese ha finito per
scontentare quasi tutti, sia i cofferatiani (risultati vincitori nel comune
sia pure per soli sette voti di differenza) sia i paitiani (che hanno vinto
la corsa a livello regionale). E c’è anche chi accusa i vari organismi del
partito di non essere stati in grado di
Elettori in coda per le primarie in un seggio dell’Oltreletimbro dove non si sono verificate irregolarità
decifrarelelorostesseregole.Anche
il segretario albisolese Andrea Toso
è intervenuto sulla questione dell’annullamento: «In merito alla disposizione di annullamento attinente al seggio di Albisola Superiore
– ha spiegato -, bisogna tener conto
che tali provvedimenti sono stati intrapresi, a seguito delle contestazioni svolte dai rappresentanti di lista,
in merito alla partecipazione alle
consultazioni dei componenti di
maggioranza presenti in consiglio
comunale. Tali rappresentanti si sono distinti nella competizione di
giugno per essersi contrapposti alla
nostra lista di centrosinistra e quindisecondolaCommissionedigaranzia rientrano nei casi di incompatibilità di voto. È un peccato per la democrazia partecipativa della nostra
coalizione vedere un risultato annullato.Chesieracontraddistintoin
questi termini: 191 Paita, 198 Cofferatie4Tovo.Ciauguriamocheinfuturotaliepisodinondebbanopiùaccadere».Immediatelereazioni.Ilvicesindaco di Albissola Marina, la
cofferatianaNicolettaNegro,haelogiatoilprovvedimento:«Avetevinto
due volte, siete stati grandi». Sara
BrizzoconsiglierecomunaledellalistaOrsi,invecerecrimina:«Volendo
invalidare 10 voti non avete preso in
considerazione gli alti 390».
IL FORZISTA VITTIMA DI UN PIRATA INFORMATICO SU FACEBOOK: PUBBLICATI VIDEO EROTICI A SUO NOME
MELGRATI, PORNO “A SUA INSAPUTA”
Taggati decine di big del centrodestra. Lui prima denuncia, poi scherza: «Sarà un comunista»
IL CASO
L’ATTACCO
DI UN HACKER
Sono apparsi i filmati
come se li avessi
pubblicati io... Sto
ancora rispondendo a
chi si è indignato
MARIO DE FAZIO
SAVONA. Erotomane a sua insaputa
non lo è di sicuro. E nemmeno moralista. Avrà pure tanti difetti, il capogruppo in Regione di Forza Italia, Marco
Melgrati, ma senz’altro non si scandalizza dinanzi a un film porno. Diverso è
se qualche ignoto “pirata” informatico
decide di tirare un brutto scherzo all’azzurro, come accaduto ieri mattina.
Mentre Melgrati si accingeva a postare
sulpopolaresocialnetworkl’ennesima
invettiva contro la Regione in materia
sanitaria, dal suo profilo sono partiti
quattro video porno pubblicati nella
bacheca del popolare politico alassino.
E non basta immaginarsi la faccia dei
suoiamicivirtualiquandohannovisto,
nel frame (il fermo immagine del video
che funge da copertina) le grazie di una
simpatica dolzella intenta a esercitarsi
in acrobatiche performance con un aitante e prestante giovanotto. Perché in
quel video sono stati taggati - cioè, per
chi fosse all’asciutto di linguaggio in-
NIENTE SCIOPERO NELLA GIORNATA DELLA GIUSTIZIA
Processi simulati
per avvicinare
le scuole al lavoro
della magistratura
Per gli studenti di elementari e medie
previste anche visite guidate al tribunale
MARCO MELGRATI
capogruppo in Regione Forza Italia
quel coinvolgimento scabroso. «Sto
ancora rispondendo alle tante persone
che mi hanno mandato a quel paese commenta Melgrati -. Stavo per pubblicare sul mio profilo di Facebook una
nota relativa al comunicato stampa di
questa mattina sul fatto che è andato
deserto il bando di mobilità per l’assunzione del medico Emodinamista dice Melgrati -. Mi sono apparsi sul
profilo quattro video pornografici, comeseliavessipubblicatiio,“taggando”
un numero altissimo di amici, che hanno cominciato a tempestarmi di messaggi, giustamente indignati. È una
vergogna e uno scandalo che si possa
entrare nei profili personali e invederli
con schifezze di questo tipo. Spero che
non sia un attacco di tipo politico».
Facile strappargli un possibile
“identikit”: «Sospetti? Bah, sarà stato
qualche comunista...». Il consigliere
forzista ha comunque sporto denuncia
al commissariato di Alassio, che ha
inoltrato il caso alla Polizia postale.
Fatta la tara del fastidio causatogli,
Melgrati si lascia pure andare a una
battuta. «Vediamo se trovano chi è stato. Comunque meglio i video porno di
altre cose. Anche se chi vuole è meglio
che se li veda per conto proprio...».
formatico, sono stati coinvolti e citati
nellastessanotizia-alcunepersonalità
pubbliche molto note, quasi tutte di
estrazione forzista o comunque di centrodestra. E così nella tarda mattinata
di ieri i video porno sono stati in qualche modo condivisi da insospettabili:
dall’ex ministro Claudio Scajola all’attuale coordinatore ligure di Forza Italia, Sandro Biasotti, dai consiglieri regionali, dal consigliere e candidato alla
presidenza per la , Edoardo Rixi all’ex
presidente provinciale Angelo Vaccarezza. Un centrodestra finalmente
unito e compatto. Almeno nei tag distribuiti dal pirata che non deve avere
molto in simpatiail centrodestra. Dove
non potè Silvio c’è riuscito un emule di
Rocco.
Un’incursione che ha mandato comunque su tutte le furie Melgrati. Soprattutto perché è stato costretto a rispondereacentinaiadimessaggiinviati da persone sdegnate o infastidite da
GIOVANNI CIOLINA
affliggono il palazzo di giustizia di
savona e che sconsigliano programmi tali da determinare un maggior
afflussodipubbliconellastrutturasi legge in un comunicato diramato
dalla segreteria - comunica che per
aderire, comunque, a tale iniziativa
ha deliberato di organizzare neri
prossimi mesi i percorsi di legalità:
visite guidate al palazzo di giustizia
condotte da magistrati, nel corso
delle quali verranno illustrati i luoghi, i tempi ed i modi della Giustizia».
In sostanza, nell’impossibilità di
aprire le porte del palazzo alla cittadinanza per le ormai note problematiche di sicurezza, l’associazione
magistrati ha preferito rivolgersi
alle nuove generazioni in maniera
molto più diretta, con un contatto
semplice in grado di far capire ai ragazzini cosa succede tutti i giorni Palazzo di giustizia
SAVONA.Nessunagiornatadiscio-
pero e neppure l’organizzazione di
convegni e tavole rotonde. I magistratisavonesihannoperòdecisodi
partecipare alla Giornata per la giustizia in una maniera innovativa.
«La sottosezione dell’Associazione
nazionale magistrati esprime condivisione alle motivazioni ed alle finalità dell’iniziativa deliberata» è il
punto di partenza, ma la sezione savonese - presieduta da Alberto
Princiotta, con Daniela Pischetola
segretaria - ha deciso di rivolgersi
alle scuole elementari e medie del
savonese per istituire i”percorsi
della Legalità” che porteranno gli
studenti a stretto contatto con la
macchina della giustizia e con tutte
le problematiche che ne derivano.
«Attese le note problematiche che
CRISI, ALLARME ENPA
«Moltefamiglie
nonriescono
amantenere
l’amicoa4zampe»
ANDREAS UZZAUTO
SAVONA. Ancheglianimalidome-
stici spesso non arrivano a fine mese. Ormai da alcuni anni la Protezione animali savonese – senza sostegni dall’ente pubblico – sta aiutando in prima persona chi in
questo periodo di crisi non può più
permettersi le cure necessarie al
proprio amico a quattro zampe.
Visite urgenti, sterilizzazioni,
vaccinazioni,acquistodimedicinali: queste le principali richieste di
intervento da parte di precari, disoccupati e famiglie particolarmente bisognose. Richieste sempre più frequenti – corredate da un
documento Isee, ad attestare la
condizione economica dei richiedenti – alle quali l’Enpa tenta di rispondere mettendo in contatto i
singoli proprietari di animali indigenti con alcuni veterinari che cooperano con l’ente – sei a Savona,
due in Valbormida.
«L’associazione si trova in difficoltàeconomichedovuteaimancati contributi della Provincia e di diversi Comuni per la cura della fauna selvatica e dei gatti randagi feriti
o malati, compiti di loro competenza – dice il vicepresidente Gianni
Buzzi – così spesso siamo noi volontari a mettere mano al portafoglio per far fronte alle spese delle
operazioni: i dottori con cui collaboriamo ci praticano uno sconto,
ma non possono lavorare gratis».
L’ultimo caso eclatante è stato
quello dell’assistenza prestata a un
bel gattone rosso, presto ribattezzato dai volontari “Occhio”, investito da un’auto a Pontinvrea e recuperato dal Servizio Veterinario
dell’Asl con un forte trauma alla testa e una brutta ferita vicino all’occhio: operato da un veterinario dell’associazione, è stato poi portato a
Genova in un ambulatorio veterinariospecializzatoinoculisticaper
altre due operazioni di blefaroplastica – cioè alle palpebre – per salvare l’occhio minacciato dall’avanzaredellacicatrice:tuttoquestonel
disinteresse dell’amministrazione
comunale. Per “Occhio” comunque, la storia è stata a lieto fine: infatti è rapidamente guarito e ha già
trovato una famiglia che lo ha definitivamente adottato.
I singoli casi assistiti dall’Enpa
dal2009adoggisonoquasi150.Anche i costi delle assistenze sono lievitati, per un totale di quasi 6 mila
euro:nel2012c’èstatoilpicco,arrivando a quasi 2 mila euro di aiuti in
un solo anno, scesi poi a 950 nel
2013: «Nel 2014 la situazione è peggiorata nuovamente – prosegue
Buzzi – e malgrado il numero di
persone in cerca di aiuto si sia grossomodo stabilizzato, in un anno la
cifra spesa sembra che abbia ormai
valicato la soglia dei mille euro».
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nella cittadella giudiziaria.
Una delle idee ventilate, e già messe
in pratica con successo da alcuni
esponenti della magistratura, è
quella di simulare un processo al
quale gli studenti e le famiglie ne diventino parte attiva al fianco dei vari organi della giustizia: giudici,
pubblici ministeri.
Insomma una mano lanciata verso i
cittadini del futuro per far capire
l’importanza e la difficoltà del lavoro in magistratura.
Saranno comunque gli istituti interessati all’iniziativa a prendere
contatto con le segreterie dei due
magistrati (Princiotta e Pischetola)
telefonando allo 019-83161 per fissare gli appuntamenti e le vere e
proprie lezioni di giustizia sul campo
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cronache
FORZA ITALIA LANCIA IL COSTRUTTORE, LA LEGA CERCA APPOGGI FUORI DAL PARTITO PER IL VICE SEGRETARIO
Rixi-Garaventa, è subito derby
Dopo il caso Cofferati cresce nel centrodestra la “voglia” di un candidato unitario alla Regione
VINCENZO GALIANO
EDOARDO RIXI o Federico Garaventa? Il rampante leghista, politico
di lungo corso, apprezzato anche
fuori dai confini del Carroccio o il costruttore genovese, “benedetto” da
Berlusconi e gradito a una buona fetta della nomenklatura forzista?
Il dilemma su chi possa essere il
migliore candidato in chiave antiPaita alle regionali di maggio, dilania
in queste ore le molte anime del centrodestra. E se, sul fronte opposto, le
primarie vinte da Raffaella Paita
contro Sergio Cofferati rischiano di
costare molto care al Pd, visto lo
strappo del Cinese e la nascita di un
soggetto a sinistra con Sel e civatiani,
anche dall’altra parte della barricata
il pericolo è di arrivare divisi alla meta. Profondamente spaccata appare,
sind’ora,ForzaItaliasottolaLanterna: i giovani sono con Rixi, i seniores
con Garaventa. Fratelli d’Italia non
hannoancorascioltoilnodomaindiscrezionidannoilpartitodellaMeloni dalla parte dei rixiani.
E poi ci sono le liste civiche di area
moderata: quelle che fanno riferimento all’ex Pdl Raffaella Della
Bianca, da una parte, all’ ex senatore
Enrico Musso, al biasottiano Lorenzo Pellerano e all’“azzurro” Luigi
Morgillo, dall’altra, hanno già avviato le manovre di avvicinamento al vice di Salvini.
Ieri, all’indomani dell’ufficializzazionedellacandidaturadiGaraventa
dapartedelcoordinatoreligurediFi,
Sandro Biasotti, è stato un florilegio
di endorsement per l’uno e l’altro dei
possibili sfidanti della “delfina” di
Burlando. Con gli immancabili (e un
po’scontati)appelliall’unitàdelcentrodestra,piovutidapiùparti,masoprattutto dalla componente “laica”
dello schieramento. E mentre continua il silenzio di Biasotti sulla spaccatura interna al partito provocata
dall’investitura ad Arcore di Garaventa, in città sono cominciati i posizionamenti. In molti sono usciti allo
scoperto in occasione della visita, ieri a Genova di Matteo Salvini che, al
Parador di piazza della Vittoria, ha
aperto ufficialmente la campagna
elettorale della Lega con Rixi candidato governatore.
Lalineaèchiara.El’haribaditaSonia Viale, segretaria regionale del
Carroccio, che ha stroncato l’opzione Garaventa: «Non abbiamo tempo
daperdereconesponentidellasocietà civile, che non sanno neppure come funziona un Comune». In prima
fila annuivano, tra gli altri, Matteo
Rosso, consigliere regionale di Fi da
mesi in lotta con Biasotti (e che, si dice, potrebbe addirittura rompere col
partito), l’ex senatore azzurro, Giorgio Bornacin, Tomaso Giaretti, rappresentante dei giovani di Forza Italia, e l’assessore recchese, Gian Luca
Buccilli.
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“BENEDETTO” DA BERLUSCONI
LANCIATO DA SALVINI
IL PUNTO DI VISTA
DELL’IMPRENDITORE
RISPETTO
RECIPROCO
FEDERICO GARAVENTA
EDOARDO RIXI
Il territorio può
essere tutelato più
efficacemente da chi
conosce le leggi
dell’edilizia
Quando eravamo
al 5% non pensavamo
di rompere con gli
alleati perché non
avevamo il candidato
candidato Forza Italia alla Regione
«ORA SERVONO
VOLTI NUOVI»
«Essere costruttore non sarà un handicap»
L’INTERVISTA/1
FEDERICO GARAVENTA, lei è
stato indicato da Berlusconi
come candidato di Forza Italia
alle prossime regionali, ma una
parte del partito locale si è già
dissociata.
«Spero di convincere chi adesso
è perplesso della bontà della mia
candidatura. Sulla quale, comunque,incidonotematichenazionali
in cui non voglio entrare».
È presidente di Ance Genova,
ovvero il massimo rappresentante dei costruttori locali e, a
sua volta, “rampollo” di una dinastia di grandi imprenditori
del mattone: proprio questo
viene considerato un handicap
da più parti.
«Penso, al contrario, che sia un
punto di forza».
Pure un suo collega, Davide
Viziano, “grande elettore” del
centrodestra, ritiene che in Liguria, regione martoriata dal
dissesto idrogeologico, un costruttore non sia proponibile.
«E perché? La sinistra di Burlando, malgrado indichi a parole
comeprioritàassolutalatuteladel
territorio,nellapraticanonhafatto nulla su questo fronte. E questo
perché,nonconoscendoafondola
questione, ha approvato leggi
inefficaci a centrare l’obiettivo.
Un imprenditore, invece, è la persona giusta per affrontare i veri
problemi della regione - disoccupazione, crisi economica, sicurezza del territorio - dato che li vive
sulla propria pelle».
In effetti: la sua azienda è in
liquidazione volontaria.
«Sì, dal maggio 2014. Abbiamo
spostato i nostri interessi a Dubai,
dove c’è grande liquidità e ottime
possibilitàdimercatoperilnostro
know how, le professionalità e i
prodotti made in Italy».
Attività senza dipendenti?
«In questo momento sì: operiamoioeimieiduefratelli.Lacrisici
avevagiàcostrettoaridurreall’osso gli organici: erano rimasti dodici dipendenti, circa la metà, purtroppo, hanno perso il lavoro».
Di fatto lei è in “ballottaggio”
col leghista Rixi come candidato del centrodestra.
«Stimo Rixi, ma in questo momento la gente chiede un profilo
non politico e volti nuovi. E poi
non casco dal cielo: circa l’ipotesi
di una mia candidatura, c’erano
giàstaticontatticonlaLega.Prendo atto che ha cambiato idea».
Le sue priorità per la Liguria.
«Occorre far ripartire subito il
settore edilizio, una delle grandi
industrie di questo Paese».
Come?
«In cambio di uno stop, di una
sospensione dello sviluppo edilizio, si potrebbero varare norme
per incentivare la riqualificazione
dell’esistente. Ad esempio, abolendoledestinazioniurbanistiche
in alcuni ambiti».
V. G.
IL CANDIDATO DI CENTRO DEMOCRATICO TRACCIA UN BILANCIO DELLE PRIMARIE
candidato Lega Nord alla Regione
«MA LA GENTE
STA CON NOI»
«Vedo crescere l’entusiasmo dal basso»
L’INTERVISTA/2
EDOARDO RIXI, come vicesegretario nazionale della Lega
Nord non sente la responsabilità di tenere unito il centrodestra, che invece potrebbe spaccarsipropriosullasuacandidatura?
«Nonhochiestocertoiodiessere candidato: noi della Lega abbiamo solo risposto a un’esigenza e
un entusiasmo che vedo crescere
ogni giorno di più dal basso. Con
un preciso obiettivo: liberare dopo dieci anni la Liguria dalla morsa del burlandismo, di cui Raffaella Paita è figlia diretta».
Entusiasmo attorno alla sua
persona?
«Sì. Non c’è dubbio che la gente
prediliga chi dimostra di essere
quotidianamente vicino a chi vive
e lavora sul territorio. Sono i cittadini che scelgono i candidati. E sono certo che la maggior parte del
centrodestra sta con noi».
Lei è obiettivamente uno dei
politici più presenti: tra i commercianti, nelle fabbriche, nei
quartieri difficili. Ma c’è chi,
soprattutto in Forza Italia, sostienecheperbattereilcentrosinistra sarebbe comunque
preferibile un rappresentante
della società civile.
«Potremmo parlare più spesso
di società “incivile”, quella dei salotti e dei dibattiti inconcludenti,
lontani dai problemi concreti».
Non faccia finta di non capire: l’antagonista interno di cui
parliamo è il costruttore Federico Garaventa.
«Il problema non è Garaventa,
che considero una risorsa, ma chi
dice: “preferiamo perdere piuttosto che vincere con la Lega”».
Già, perché la Lega ormai ha
scelto: il candidato è Rixi.
«Ripeto: non ho fatto nulla per
essere candidato. Me lo ha chiesto
la gente. Ho resistito per mesi, ma
quando ho visto convergere sul
mio nome persone che non avrei
mai immaginato, ben al di fuori
dellaLega,hodecisodiaccettare».
Non è la prima volta: nel 2012
si era candidato a sindaco, e
non finì benissimo.
«Che c’entra? Da allora il mondo è completamente cambiato.
Quelli erano i tempi dello scandaloBelsito,oraèlaLegaatrainareil
centrodestra».
Col rischio, però, di spaccare
l’alleanza.
«Vorrei costruire una grande
coalizione anche con Forza Italia.
Ma quando la Lega era al 5% non
pensava di rompere con gli alleati
perché non aveva il candidato».
Garaventa può rassegnarsi?
«Basta coi nomi calati dall’alto.
E poi tanti di Forza Italia hanno
appoggiato Paita e, magari, adesso
vorrebbero sostenere Garaventa.
Non vorrei che chi pensa di correre, non si accorga di avere le gomme bucate...».
V. G.
L’ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA
Tovo: «Nessuno pensi di aver già vinto»
Messaggio alla Paita: «Pronto a sostenerla, ma no ad alleanze con Ncd»
«IN QUESTE primarie al vetriolo
hanno dominato i veleni. Quanto alla mia esperienza personale, credo
non mi sia stata riconosciuta pari dignità degli altri candidati, un rammarico che mi porterò dietro». Massimiliano Tovo sceglie il giorno del
suo quarantaquattresimo compleanno, per tracciare un bilancio della
suaesperienzadacandidatooutsider
alle primarie per la presidenza della
Liguria. Spumante e focaccia fanno
bella mostra di sè nei locali di via Paglia 68 rosso, a Sestri Ponente. Niente dolci, d’altra parte le primarie
hanno portato soprattutto amarez-
za, in casa Tovo.
«Ho preso l’1,33
per cento - analizza il candidato
di Centro democratico - un risultato deludente, lo riconosco.
Matutt’altroche
inaspettato,
guardando alla
Tovo
mia presenza sui
media, certamente inferiore anche
alla percentuale dei voti che ho ottenuto». Tovo punta il dito contro la
«democrazia del censo». Ovvero:
«chi ha denaro o grandi sponsor alle
spallepuòcorrere,aglialtrièsostanzialmente precluso». Alla fine, una
riflessione sul futuro prossimo.
«Mi sono impegnato a sostenere il
vincitore, e lo farò - spiega - sempre
che a lei interessi il mio sostegno.
Qualora dovesse essere così, però,
dovrà condividere alcuni punti programmatici, e assicurare l’assenza,
in coalizione, di esponenti del centrodestra». A fine bilancio, Tovo si
rivolge anche al Pd, «da amico»:
«Non sottovalutate Genova, perchè
senza Genova non si vincono le regionali».
EX AMMINISTRATORI E SOCIALISTI
ALLA COMMEMORAZIONE DI CRAXI
BETTINO Craxi è scomparso da 15 anni, ma i fedelissimi del partito socialista non
mancano mai di commemorarlo. Tra gli intervenuti, ieri nella piccola chiesa di
San Camillo, davanti a palazzo di giustizia, c’erano gli ex assessori Pasquale Ottonello e Matteo Fusaro e il coordinatore del Nuovo Psi Giuseppe Vittorio Piccini
IL SECOLO XIX
DOMENICA
18 GENNAIO 2015
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L’INTERVENTO
PRIMARIE PD,
DIMENTICATO
IL DISSESTO
IDROGEOLOGICO
RENZO ROSSO
T
ra gli amici di Facebook
ritrovo con affetto parecchi giovani calabresi
che vissero come me
l’esperienza dell’Università della Calabria
degli anni ’70. Giovani di cuore, perché
siamo tutti coetanei che hanno condiviso l’unico esperimento di campus totale
in Italia. I loro commenti sulle primarie
Pd sono increduli o perplessi, ma nessun sberleffo. Sarà perchè rispettano le
mie radici. Sarà per il fascino della Genova di Pertini, sola città che insorse a
cacciare i nazisti prima dell’arrivo degli
alleati. Sarà per l’enfasi che la stampa
nazionale dedica a notizie non proprio
eleganti, come la costante presenza della ‘ndrangheta, né particolarmente esaltanti come le ricorrenti alluvioni; entrambi fenomeni che in Calabria hanno
sperimentato e tuttora sperimentano,
sui quali non si scherza. Nell’archetipo
della catastrofe idro-geologica italiana,
che si è materializzato in Liguria negli
anni ‘10, molti vedrebbero la necessità
di un ineluttabile cambiamento, consapevoli che il punto di non ritorno sia
stato raggiunto e sia indispensabile costruire una nuova visione di territorio,
da cui partire per ridare significato alle
parole “sviluppo” e “progresso”. Sostituendo al concetto di crescita monetaria quelli di miglioramento economico e
armonia sociale.
La risposta dei liguri nelle primarie è
stata numerosa e univoca. 55 mila votanti sono una percentuale bulgara, di
questi tempi. Circa il 4% degli aventi diritto al voto, quasi 10% dei probabili votanti. Le schede dubbie affatto marginali. Pochi mesi fa, in Emilia Romagna,
hanno votato alle primarie 58 mila elettori, meno del 2% dei potenziali e solo il
4,5% di quelli che hanno poi votato. Se lì
si era manifestato in pieno l’effetto Kissinger (il ministro degli Esteri di Nixon
che teorizzò i pregi della bassa affluenza
alle urne al fine di consolidare un regime oligarchico di potere) in Liguria la
democrazia rappresentativa regge meglio. L’assessore Paita ha ricevuto l’investitura da parte di più del 2% dell’elettorato, mentre il Governatore Bonaccini fu indicato da un misero 1% dei
suoi potenziali elettori.
Diverso il significato politico, ma comunque interessante. Gli amici calabresi, che hanno seguito mio tramite le peripezie idro-geologiche liguri, sono stupiti che l’investitura premi l’attuale assessore alle infrastrutture, ambiente e
protezione civile. Un caso singolare, ma
c’è una ragione. Gli elettori di Paita non
vivono sulla luna e hanno ben presente
la profonda crisi che la regione sta vivendo; ma chi ha voluto dare fiducia alla
continuità dell’attuale governo regionale ritiene evidentemente che le cause
della crisi siano soprattutto esterne: lo
schiaffo del mondo globale, il tallone
dell’Europa matrigna e lo scherno dell’Italia distratta. Tutti assieme, d’accordo col clima e con la malefica Genoa
Low, il ciclone bloccato. Costoro non
hanno del tutto torto, visto come gira il
mondo. E vedono nello stile di governo,
consolidatosi in questa regione da anni,
la miglior difesa contro il nemico esterno.
Altri, invece, pensano che si potrebbe
fare di più anche lavorando in casa, a
scala locale, per contrastare la crisi per
cui negli ultimi dieci anni la disoccupazione è andata alle stelle, l’economia reale ristagna senza nemmeno l’ombra di
nuove frontiere, l’entroterra si perde, il
dissesto idrogeologico è diventato il vero brand regionale, il turismo è marginale rispetto alle sue potenzialità, la sanità fa i conti con tagli e buchi di bilancio e il web viene visto più come un fastidio istituzionale che come una
risorsa chiave. Chi la pensa così potrà
segnalare altrimenti la propria convinzione, se troverà nell’urna un’offerta
politica coerente. La vera disgrazia sarebbe dare ancora una volta ragione a
Herr Kissinger.
l’autore è ordinario di Costruzioni
Idrauliche e Marittime e Idrologia
nel Politecnico di Milano