Elia Valori: «Salso deve diventare la capitale dello star bene»

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Elia Valori: «Salso deve diventare la capitale dello star bene»
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GIOVEDÌ 12 MAGGIO 2011
Salsomaggiore
Intervista: Qualche proposta per il rilancio di una città in declino ma dalle grandi risorse
Elia Valori: «Salso
deve diventare
la capitale
dello star bene»
Un sistema termale straordinario che va
difeso e promosso con iniziative nuove
S
ul futuro di Salsomaggiore, a pochi giorni
dal voto, abbiamo sentito il parere di uno
dei suoi cittadini più
illustri, il professor Giancarlo
Elia Valori, cittadino onorario
della città termale, «salsese di
elezione e di cuore», come si definisce, presidente della «Centrale Finanziaria Generale»
Cittadino onorario
«Mi considero
salsese
di elezione
e di cuore»
Professor Valori, quali sono le
tendenze economiche e turistiche di Salsomaggiore oggi, e
come si prevede possano esserlo in futuro?
Salsomaggiore Terme è un sistema termale straordinario,
per qualità delle terapie e struttura dell’ospitalità, che probabilmente deve riformulare il
proprio pacchetto turistico.
Inoltre, occorre ricreare nel
pubblico la curiosità e il senso
del valore delle cure termali, soprattutto di quelle, di straordinaria qualità, che offrono Salsomaggiore Terme e il suo comprensorio della salute. Pubblicità, interventi redazionali, iniziative scientifiche, tutto può
far sì che le terapie termali divengano un must come e più
delle sedute in palestra o delle
permanenze nei “resort” caraibici. Da quanto vedo, c’è stata
una progressiva riduzione di
flussi turistici, soprattutto nei
mesi “buoni” (settembre, soprattutto) unita ad una certa
crisi dell’offerta alberghiera.
Occorrerebbe creare una formula Salso che permetterebbe
una concorrenza tra gli opera-
vità “di massa”, tutti i sistemi
turistici, a cominciare da quelli
termali, dovrebbero proporre
attività mirate, di buon contenuto culturale e, soprattutto,
innovative, per attirare turisti
che poi si integrerebbero nel sistema delle terapie termali. Si
deve venire a Salso anche per
passare le acque, ma soprattutto per stare in un comprensorio
unico e smagliante. Salsomaggiore Terme potrebbe divenire
il riferimento di tutto quel “bacino della salute” che va da Salso, appunto, a Pellegrino Parmense, a Varano de’ Melegari, a
Sant’Andrea Bagni, a Noceto, la
“collina pallaviciniana”e, naturalmente, a Tabiano.
Si va a Salsomaggiore per “passare le acque”, come lei dice.
Ma per quali altri motivi si potrebbe scegliere di stare a Salso
per qualche giorno?
tori turistici non tanto sul prezzo, almeno per il cliente medio,
ma sul rapporto tra questo e i
servizi offerti. Inoltre, non sarebbe improprio creare un “fondo Salso”, finanziato con una
piccola quota degli operatori
turistici, che servisse a organizzare iniziative di qualità, in rapporto con l’amministrazione comunale e la Regione. E’ finita
l’epoca delle sagre e delle atti-
Salsomaggiore Terme è al centro del cuore dell’Italia. E lo dico da appassionato ascoltatore
di Giuseppe Verdi. La qualità
del cibo e dei vini, la costituzione di “vie del gusto” in collaborazione con le principali
guide gastronomiche, il sostegno mirato alle attività agricole
e, soprattutto, sarebbe interessante creare un modello di wellness e di fitness meno legato
alle mitologie anglosassoni e allo sport competitivo. Penso, per
dirne una, allo straordinario
lambrusco, il soufflé dei vini,
che potrebbe ricominciare a
Salsomaggiore una sua nuova
storia di qualità e di fama. Una
Giancarlo Elia Valori Presidente della «Centrale Finanziaria Generale»
nuova formula dello star bene:
questo potrebbe comunicare
Salsomaggiore Terme, con la
simpatia e la cordialità straordinarie del suo popolo. Si potrebbe pensare a creare, a Salso,
una rete di scuole di cucina di
livello internazionale, magari in
relazione al criterio della “salute in tavola”. Salsomaggiore potrebbe proporre iniziative di rilievo, ne ha tutte le potenzialità.
Certo, c’è la rete delle Scuole Alberghiere da potenziare ma, da
vecchio frequentatore di Hotel,
so per esperienza che le scuole
vere sono quelle della vita e del
lavoro. E della voglia di fare di
più e di meglio. C’è poi il grande
capitolo della cultura: ora, con
la crisi del concorso di Miss Italia, Salsomaggiore Terme potrebbe inventarsi come centro
di una nuova offerta cultural-turistica: penso, per esempio, ai tanti “festival” della mente, della scienza, della filosofia,
che hanno avuto un giusto successo e che potrebbero essere il
nuovo marchio di Salsomaggiore, soprattutto nei momenti di
“stanca” del ciclo termale. Iniziative sulla tecnologia,
sull’energia, sulle neuroscienze,
perfino sulla poesia o sul cinema “povero”.
Cos’è vivo e cos’è morto nella
tradizione turistica salsese?
Una cosa non dovrebbe morire
mai: la simpatia straordinaria
del popolo di Salso, il suo sorriso smagliante, la sua elasticità
cordiale e onesta. Su questa naturale turisticità della gente,
una popolazione che ha fornito,
da molti decenni, gran parte
della migliore mano d’opera
per i grandi alberghi della “Versilia da bere” dagli anni ’60 in
poi, e ne è stata uno dei motivi
di successo, da Forte dei Marmi
al Lido di Camaiore, si potrebbe
inserire una serie di nuove scelte. Non pensiamo di affidarci
più, noi salsesi ( io lo sono d’elezione e di cuore) al “miracolo
delle acque”. Quello si ripete,
per grazia di Dio, sempre e comunque. Occorre immaginare
una rete di offerta turistica evoluta e, aggiungo, anche economica. Basta pensare che è sufficiente una aggiunta di stelle
alberghiere e una crescita dei
prezzi per andare meglio. Se
l’ospitalità è un dato popolare,
che lo rimanga. Ma i grandi alberghi, quelli, devono essere al
livello di Biarritz o di Santa
Margherita o ricordare il clima,
irripetibile, di certi Grand Hotel
versiliesi, con la migliore borghesia italiana, le grandi star
internazionali nei locali, e magari intellettuali del rango di
Maccari, Longanesi, Luigi Russo a lavorare nei bar. Ecco, il
turismo è la creazione di un clima, direi addirittura di una favola, alla quale si partecipa anche solo passeggiando, e Salsomaggiore deve trovare questa
formula, e credo che ci riuscirà.
Una hotellerie “materialista”,
tutta legata a tariffe e servizi,
non riuscirà mai ad attrarre il
pubblico “alto” e escluderà il
pubblico a basso reddito. Ciò
che è morto è, appunto, il ciclo
di un turismo dei malati e delle
loro cure. Utilissimo, ci mancherebbe, ma anche i clienti del
Berzieri o di Tabiano, tra le meraviglie liberty e dannunziane
di Galileo Ghini, o nelle colonne
tecnocratiche di Tabiano, vogliono altro, dopo aver subito i
salvifici suffumigi salsoiodici.
Ecco, offrire altro, e con una periodicità razionale, è una sfida
interessante per gli amici salsesi. Inoltre, occorre pensare al
mercato estero.
Come vede l’offerta di Salsomaggiore Terme in rapporto alle altre strutture termali italiane?
Contare tutte le terme presenti
in Italia assomiglia molto ad
enumerare tutte le stelle del cielo, secondo il detto biblico ed
evangelico. Ma ci sono elementi
comuni e forti differenze. Ci sono siti termali che, pur essendo
efficacissimi, hanno puntato fin
dall’inizio su una offerta molto
turistica, più che salutistica, ed
altri, fra i quali potrei annoverare proprio Salsomaggiore,
che hanno giocato tutte le loro
carte, pur con una buona offerta turistica, sulla indiscutibile
efficacia delle loro acque. Le
tradizioni non si cambiano. Ma
penso che sarebbe utile immaginare una lobby termale in Italia, magari capeggiata proprio
dai salsesi, che difende gli interessi generali della categoria.
Occorre passare da un modello
ottocentesco, per il quale il turista è un malato, al criterio op-
posto, quello secondo il quale il
malato è un turista. E, soprattutto, un curioso, da attirare e
gestire per tutto l’arco della sua
permanenza salsese. E, in particolare, sarebbe bello che il sistema del termalismo italiano
riuscisse, sulle indicazioni provenienti da Salsomaggiore Terme, a uscire dal cono d’ombra
provocato sia dallo scientismo
classico, che ha sempre letto le
Terme come un contorno alle
terapie che gli storici della
scienza francesi chiamano à la
Pasteur, dove la malattia è sempre l’invasione di batteri in un
organismo, che dalle ormai innumerevoli pseudo-terapie di
carattere misticheggiante,
orientalistico, paraculturale,
che pure attraggono una grande massa di “credenti”, non vedo come altro chiamarli. Le
Terme, soprattutto a Salsomaggior, sono molto di più e molto
di meglio. Creare questa nuova
coscienza tra i medici, spesso
poco informati sul problema, e
nel grande pubblico, è una sfida
che vale la pena di giocare fino
in fondo.
Cosa fare, da subito, per migliorare l’immagine di Salsomaggiore Terme?
Alcune cose fondamentali: a)
unire i destini imprenditoriali
di Salso con quelli di tutto il suo
comprensorio termale. Non ci
si salva da soli. b) creare una
immagine di assoluta efficacia
scientifica, di incontrovertibile
validità di massa per le terapie
salsesi. Mi viene in mente un
dramma di Ibsen, “il nemico del
popolo” nel quale un medico
termale viene additato, appunto, come nemico delle masse
perché scopre che le acque termali della sua cittadina non
fanno affatto bene. Le Terme
Berzieri devono divenire l’immagine di una formula di salute
indiscussa. c) pensare che oggi
il turismo, anche quello termale, ha altri drivers da quelli che
hanno costituito l’hotellerie italiana negli anni ’60. La gastronomia, le arti, i siti archeologici,
l’artigianato locale, la buona vita, come quella che c’era, secondo Giovanni Ansaldo, durante il
“decennio giolittiano”. Chi si
muove viaggia per una sua personale Egira, vuole andare in
un “luogo santo” di cui si dovrà
ricordare per tutta la vita. Ecco,
il turista, di ogni tipo, è un fenomeno complesso, che va “saturato” con offerte diverse, presenti in differenti modi in ogni
luogo termale o turistico. Infine, lo ripeto, l’apertura forte al
mercato internazionale del termalismo. u
INCONTRO ILLUSTRATA LA FILOSOFIA DEL PROGETTO CHE OSPITERA' LA NUOVA SEDE DELLA SCUOLA SANT'AGOSTINO GESTIONE LO CHIEDONO PINARDI E LA BIACCHI
Family Campus, la famiglia al centro
«Una proposta educativa
può essere efficace
solo se concretizzata
insieme con la famiglia»
Angelica Siclari
II «La
consapevolezza che una
proposta educativa può essere
efficace solo se concretizzata in
collaborazione con la famiglia,
ha suscitato l’idea di realizzare
un luogo che sia spazio di ambiti
per rispondere alle numerose
esigenze creative e ricreative per
i bambini, ma anche per i ragazzi
e gli adulti».
Questa la filosofia del «Family Campus», il complesso che
ospiterà la nuova sede della
scuola paritaria Sant'Agostino.
Il progetto della struttura, che
sorgerà alle porte di Salso all’altezza della curva Micheli, è stato
presentato l’altra sera al Salone
Moresco in un incontro molto
partecipato e che ha visto ospiti
d’eccezione Luca Barilla e Ber-
Incontro Ospiti d’eccezione Luca Barilla e Bernhard Scholtz, presidente Compagnia delle Opere.
nhard Scholtz, presidente Compagnia delle Opere.
In sala anche il presidente
della Provincia Vincenzo Bernazzoli, il presidente dell’Unione parmense degli industriali
Borri, ed esponenti del mondo
imprenditoriale e finanziario.
Ad introdurre gli ospiti gli è
stato Gianpaolo Calanchi, pre-
sidente della cooperativa «In
cammino», ente gestore della
scuola paritaria «Sant'Agostino», che ha ringraziato tutti i
presenti.
Di seguito l’assessore Pigazzani ha portato i saluti del sindaco mentre da parte della preside Elena Romanini, che ha ringraziato Barilla per la sua dispo-
nibilità, è stata illustrata la filosofia del progetto «inteso come luogo di crescita dei ragazzi e
delle loro famiglie insieme».
Barilla ha ricordato come
«una volta interrogandomi su
come siamo insignificanti rispetto all’immensità dell’universo, mi sono chiesto cosa ci rimane per dare un significato alla
nostra vita. La risposta che mi
sono dato è stata attraverso un
contributo nel confronti del
prossimo, i giovani in primis che
devono ricevere un’educazione
che gli permetta di capire che la
vita è preziosa e che va spesa per
il prossimo. E gli strumenti per
favorire questo sono l'insegnamento attraverso la scuola e
l’educazione attraverso la famiglia».
Barilla ha poi parlato del rapporto con la famiglia, con il padre Pietro, «di quello che ha insegnato ai noi figli, di come ci
abbia responsabilizzato alla vita,
all’apertura al dialogo, alla condivisione, a sopportare i difetti e
valorizzare i pregi».
Bernhard Scholtz, ha parlato
del principio di sussidiarietà,
«di come nasca dalla libera iniziativa delle persone».
«La sussidiarietà - ha concluso - non è un sistema di distribuzione ma un riconoscimento
che qualunque bene può nascere
dall’intuizione anche di una singola persona». u
Denuncia Pinardi e la Biacchi chiedono chiarezza sul Baistrocchi.
«Baistrocchi, occorre
più trasparenza»
II «Trasparenza nella gestione del
Baistrocchi». A chiederla i gruppi
consiliari di Provincia e Comune
di Parma di «Altra Politica-Altri
valori». Ieri mattina davanti al
centro termale il consigliere provinciale Massimo Pinardi e il consigliere comunale di Parma Gabriella Biacchi hanno tenuto una
conferenza stampa per rimarcare
quanto prima «la necessità di trasformare il Consorzio Baistrocchi
in fondazione, oppure, come previsto dalla legge, procedere al
commissariamento».
Inoltre hanno esposto una serie
di dubbi sulla gestione da parte del
Cda decaduto nel 2006, come «l'assunzione di un direttore generale
senza procedura concorsuale, la
gestione del personale in violazione degli accordi sindacali, cioè
troppo personalistica». I due consiglieri hanno rilevato come la loro
azione «sia mossa esclusivamente
dalla volontà di portare il Baistrocchi ad una gestione nella quale siano ben chiari gli obbiettivi e i ruoli,
chiedendo che sia promossa una
Commissione d’inchiesta».u