Local Boy In The Photograph

Transcript

Local Boy In The Photograph
arts
club
All’interno:
MI AMI +
Festivals
Muse
The Radio
Dept.
N. 4
16 GIUGNO 2010
ArtsClub Italia
Local Boy
In The
Photograph
La tragedia
di Stuart Cable
1
news
Tornano gli Strokes
Sotto il falso nome di
Venison, gli Strokes sono
tornati a suonare insieme
dal vivo dopo ben quattro
anni. È accaduto a Londra,
al Dingwalls, storico locale
di musica dal vivo all’interno del mercato di Camden
Town. Previste altre esibizioni in alcuni fra i principali
festival europei, ma per ora
non in Italia.
Unknown Pleasures
Peter Hook, ex membro di
Joy Division e New Order,
riporta il capolavoro ‘Unknown Pleasures’ live sui palchi d’Europa. Date italiane
a Novembre: 25 (Magazzini
Generali, Milano), 26 (New
Age, Roncade, TV), 27 (Brancaleone, Roma).
Inside The Smiths
Mike Joyce, batterista
degli Smiths, è in Italia per
promuovere il docu-movie
intitolato ‘Inside The Smiths’,
realizzato insieme al compagno di band, il bassista Andy
Rourke. Date: 23 Giugno a
Firenze (EX3), 25 Giugno a
Milano (Plastic), 26 Giugno a
Ancona (Mole Vanvitelliana).
Al termine di ogni serata, lo
stesso Joyce terrà un DJ Set
indie.
!!! free track
I !!! (Chk Chk Chk) hanno rilasciato una traccia gratuita,
intitolata ‘AM/FM’, disponibile in download sul sito
ufficiale della band (www.
chkchkchk.net), anteprima
del nuovo album ‘Strange
Weather, Isn’t It?’, in uscita il
prossimo 23 Agosto.
No more Supergrass
I Supergrass si sono definitivamente sciolti con un ultimo concerto celebrativo lo
scorso 10 Giugno alla O2 Brixton Academy, al termine di
diciassette anni di carriera.
Fra i primi alfieri del brit pop,
il loro più grande successo è
probabilmente il singolone
‘Alright’, anno 1995.
Il pallone
che era musica
… e tutti gli amici
lasciano i f iori . . .
di Alessandro Re
di Alessandro Gandini
S
e non fossi diventato un cantante
«
sarei stato un calciatore… o un rivoluzionario. Il calcio significa libertà, creatività,
significa dare libero corso alla propria
ispirazione». Eccolo qui il collegamento
tra musica e mondiali FIFA in Sud Africa.
Bob Marley, nato in Giamaica, Caraibi,
popolazione di ex schiavi africani. Il calcio come la musica. Il calcio che segue
l’ispirazione, massima espressione della
libertà. Il calcio di Marley era il calcio del
ventennio ‘60-‘80. Gli anni di Pelè e di Di
Stefano. Gli anni dove il pallone era pallone, non valanga di soldi, pubblicità e
copertine. Gli anni in cui si giocava coi
pantaloncini cortissimi, le maglie pesanti, senza nome né sponsor, gli anni in cui i fuoriclasse
erano “sporchi”, geni danzanti per il campo che prendevano e davano calci, vestendo le maglie
stracciate dagli strattoni. Ora il calcio è illusione. Immagine. È star da brillantina, denti puliti e
soldi. Tanti soldi. Troppi soldi. Un calcio dove se vinci la Champions dopo quarant’anni, la prima
cosa che dici ai microfoni è “non so se resto”, perché prendi poco, Milito. Pochi 4 milioni di euro
per prendere a calci un pallone. Comunque, che mondiali siano. Sud Africa. Finalmente Africa. Se
ne parlerà solo per il mondiale, poi sparirà di nuovo. Ma almeno se ne parlerà. E forse questo ritorno alle origini, alla “terra del sole”, riuscirà a riportare indietro anche il calcio. E a ridarci il pallone
bianco a toppe nere. Il pallone che era di Pelè e di Di Stefano. Il pallone che era musica.
(Paper Street ai Mondiali: http://www.paperstreet.it/new/fest.php?id=12)
Muse @ Stadio Meazza (MI)
S
tuart Cable, membro fondatore degli Stereophonics, eccentrico batterista, intrattenitore televisivo e radiofonico, si è spento a
40 anni esatti, lo scorso 7 Giugno, soffocato dal suo stesso vomito dopo una notte drammaticamente alcolica. Si è trasformato
così nella tragica incarnazione della canzone che li ha resi famosi,
quel ‘Local Boy In The Photograph’ che nell’ormai lontano 1997
fece conoscere la sua band, gli Stereophonics, ai sudditi della Regina e poi al mondo. Una fine tanto ingloriosa quanto gloriosa, sia
detto senza cinismo, lui Stuart morto come Jimi Hendrix, appena
due notti dopo che la sua ex band, quegli Stereophonics da cui è
stato cacciato nel 2003, avevano fatto i profeti in patria nell’autocelebrativo concerto nel nuovo stadio di Cardiff. Sì perché fu la
band a mollarlo, non il contrario: Kelly Jones, l’amico, gli diede il
benservito, stufo delle sue assenze, della sua dipendenza dalla cocaina, della sua vita spericolata. Beffe del destino vile: dopo il gelo,
Kelly e Stuart si erano ritrovati, e pochi giorni prima di morire, rispondendo al messaggio di auguri di compleanno di Jones, Cable
profetizzò: “Non avrei mai pensato di arrivare a quarant’anni”. Cose
che fanno pensare. Passato attraverso una vita di eccessi, narrati
nell’autobiografia ‘Demons and Cocktails’ in cui parla dei suoi anni
da rock star, Stuart era pronto a tornare al suo primo amore, la musica, con la sua nuova band, i Killing for Company, previsti live in
questi giorni al Download Festival 2010. Non ne ha avuto il tempo.
“E tutti gli amici lasciano i fiori, si siedono sulle panchine e parlano di lui, dell’ultima volta in cui l’hanno visto: è il ragazzo del posto nella fotografia”. Si chiamava Stuart Cable. Suonava la batteria.
F
di Giovanni Lucev
8
Giugno 2010. Ore 23: la fiumana di gente esce da
San Siro dopo due ore di un concerto definibile in una
sola parola: spaziale. Sia per le coreografie sul palco, con
una piattaforma che in alcuni brani si libra in aria verso
il pubblico e un’acrobata che pende dal cielo milanese,
sia per i costumi di Matthew Bellamy, costantemente
agghindato di luci. La cosa che salta di più all’occhio (e
all’orecchio), però, è la performance dei tre inglesi, forse poco comunicativi con il pubblico, ma fenomenali
nell’esecuzione. Menzione d’onore per Bellamy, artista a
tutto tondo, chitarrista eccezionale, pianista da conservatorio e voce strepitosa. Un live travolgente, che inizia
con una trentina di manifestanti sul palco con bandiere e uno striscione che recita ‘’We will be victorious’’, un
verso di ‘Uprising’, la prima canzone, un chiaro invito alla
alla rivolta per un brano ‘’against the power’’. Due ore dopo, il finale in crescendo, con ‘Plug In
Baby’ e ‘Knights of Cydonia’ e il pubblico in delirio, che salta e si sgola. Nel mezzo, anche una chicca: la cover di Back in Black degli AC/DC, con Nic Cester dei Jet alla voce.
2
u lui insieme a Kelly Jones (foto a sinistra) e Richard Jones (nessuna parentela
fra i due) a formare i Tragic Love Company
che cambiarono nome successivamente in
Stereophonics (foto a destra), proposto da
Cable, scritta che lesse per caso sul grammofono del padre. Negli Stereophonics
sin dalle origini, dall’ormai lontano 1992
fino al 2003, anno della cacciata quando i
problemi di Stuart iniziarono a non poter
convivere con le sorti di una band ormai
affermata. Il licenziamento fu comunicato
telefonicamente da Kelly Jones, frontman
degli Stereophonics e amico fraterno di
Stuart. Buon batterista, perfetto per il brit
pop e rock in generale, minimale ma di
gusto, senza troppi fronzoli. Mi piace ricordarlo con quella testa di riccioli e il sorriso
in faccia di chi la vita la amava e se l’è goduta, oltre il limite di non ritorno. (n.d.a.)
3
Tre Allegri
MI AMI 2010:
Ragazzi Morti Il Festival della musica
@ MI AMI‘10 bella e dei baci
I Festival
dell’estate 2010
di Alessandro Blangetti
L’
esibizione che probabilmente meglio rappresenta il MI AMI ‘10 è anche quella che ci ha congedato da esso. Stiamo parlando del live dei Tre Allegri
Ragazzi Morti (foto), da anni veri pionieri dell’indie
nostrano, che hanno avuto il difficile compito di
chiudere in bellezza questa riuscita manifestazione. Dopo una buona esibizione dei Perturbazione,
la band di Pordenone si presenta sul palco, munita
delle solite maschere che sono diventate un po’ il
loro simbolo. Davide Toffolo come al solito si introduce al pubblico parlando in uno strano linguaggio
veneto-spagnoleggiante e delizia tutti con brani
dell’ultimo album ma anche con alcuni dei migliori
pezzi del suo repertorio. Canzoni come ‘Il Mondo
Prima’ fanno letteralmente impazzire la platea, e
inoltre certi motivi storici come 15 Anni Già sono
stati rivisti in chiave reggae, in linea coi suoni del
loro ultimo, coraggioso album. Così, dopo il consueto Dj Set post concerto, si chiudono tre giorni
di musica nuova e importante a Milano. Rimaniamo
con i ricordi di un MI AMI che si conferma come uno
dei più interessanti festival della nostra nazione, e
che è riuscito nuovamente a farci innamorare. (a.b.)
Teatro Degli
Orrori
@ MI AMI ‘10
I
l MI AMI è un festival che ormai è diventato una tradizione più che consolidata nell’estate meneghina. Organizzato dai volenterosi ragazzi di
Rockit, è giunto quest’anno alla sua sesta edizione. La location è ancora
una volta quella del circolo magnolia, che ha quindi ospitato per l’occasione, tra il 4 e il 6 giugno di quest’anno, alcuni dei nomi più interessanti
della musica italiana indipendente di ieri, di oggi e di domani. I palchi
sono come al solito due. Il classico Sandro Pertini è calcato dai nomi più
altisonanti della manifestazione come Teatro degli Orrori, Africa Unite e
Tre Allegri Ragazzi Morti. La collinetta di Jack, più piccola ma con una location assai azzeccata, accoglie invece alcuni debuttanti ma anche molti
gruppi già affermati . Tra un palco e l’altro, molti banchetti di piccole case
discografiche indipendenti e di marchi e negozi emergenti. E poi tanta
birra e bella gente.
Le esibizioni più divertenti a cui ho potuto assistere alla Collinetta sono
sicuramente quelle di My Awesome Mixtape ed Ex-Otago. I primi, ormai
per me una certezza live (li avevo già visti ben due volte), confermano la
bontà e la carica dei loro pezzi. Me and The Washing Machine e Diderot
si rivelano ancora particolarmente azzeccate nella loro esecuzione dal
vivo e stupisce poi una cover di All That She Wants degli Ace Of Base,
reinterpretata con il loro originale stile electro-pop. Gli Ex-Otago invece
deliziano con le solite piccole gemme pop, e presentando alcuni pezzi
del loro nuovo album in uscita dimostrano di non aver perso lo smalto e
saperci ancora fare con le melodie. Tra i componenti del gruppo poi, spicca il Pernazza (conosciuto ai più come il coniglio del Chiambretti Night)
che con la sua energia e stravaganza regala ai pezzi una dimensione live
ancora più godibile. Al Pertini la grande sorpresa sono stati gli Amor Fou,
un gruppo che ha nelle melodie struggenti alla Coldplay e nelle liriche
alla Francesco Bianconi i principali punti di forza.
(Leggi Alessandro sul suo blog http://thecoolnesssurfer.blogspot.com)
I
l nome più di spicco della prima, calda, giornata
del MI AMI è stato sicuramente quello del Teatro
degli Orrori. Il gruppo in questione, reduce da due
dischi particolarmente azzeccati in quanto amati sia
da pubblico che da critica, raduna un grandissimo
numero di persone in attesa spasmodica intorno
al palco Pertini. La band parte subito forte, con la
canzone che dà il nome al loro secondo album, A
Sangue Freddo, molto energica e con un testo intelligente che tratta dell’eroe nigeriano Ken Saro Wiwa.
Purtroppo l’esibizione è tarpata da una pessima
acustica, soprattutto per chi si trova proprio sotto il
palco. La band ha però i pezzi e il carisma dalla sua e,
complice anche la cornice, questo primo giorno do
MI AMI riesce tutto sommato a soddisfare. (a.b.)
4
di Nicholas David Altea
Estate coincide imprescindibilmente con
Festival e a chi di musica se ne nutre giornalmente in vari modi ecco un po’ di ottime
opportunità da sfruttare in Italia:
So ‘90s
>> Lustando 2010 – Rock in Lu, dal 18 al 20
Giugno ore 21,00, Lu Monferrato (AL). Headliner: Africa Unite, Teatro degli Orrori, Linea
77. Prezzo: 1 gg. 10 €/ 3 gg. 25 €.
Stereophonics
“W
ord Gets Around” (1997) - Tredici anni fa esordirono con “Word Gets
Around”: questo trio gallese (ora sono
in quattro) lo si conosce molto bene.
Gli Stereophonics sono fortemente
caratterizzati dal brit pop ma riescono a
spiccare su altre band anche grazie alla
splendida voce piacevolmente sporca,
che aggiunge una forte componente
rock anni ’70 ben sostenuta dalle chitarre molto presenti. ‘A Thousand Trees’
viaggia abbastanza e la ritmica delle
parole e tutto l’andamento della canzone trascina al primo ascolto. ‘Local Boy
In The Photograph’ tradisce le aspettative, non pare triste come invece si rivela
il reale significato del testo, che tratta di
un ragazzo che Kelly Jones conosceva
ucciso da un treno in corsa. E la voce
melanconica di Kelly amplifica tutto il
ricordo di questa foto nelle parole “And
all the friends lay down their flowers /
Sit on the banks and drink for hours/
Talk of the way they saw him last /Local
boy in the photograph, today / He’s
gone away”.
L’andamento rallenta con ‘Traffic’ ma
l’intensità è alta, il tiro risale con ‘Not Up
To You’. Anche ‘Same Size Feet’ farebbe
pensare un altro pezzo più tranquillo,
ma il riff di chitarra è fantastico nella
sua semplicità da alzare il livello del
pezzo ad apici da pochi raggiunti, tanto
che i ben più osannati Oasis ne hanno
fatto chiaro riferimento cinque anni
dopo riprendendo questo riff quasi fedelmente, per utilizzarlo in ‘The Hindu
Times’. La vena della vita da pub e del
piacere lo si canta in ‘The Last Of The
Big Time Drinkers’ con tastiere annesse
a rendere nel miglior modo l’atmosfera
conviviale. Album dove tutti i pezzi
scorrono bene e trasudano situazioni e
intenti altrettanto veri. Reali. (n.d.a.)
>> British Invasion Club Festival 2010 Chiusura delle stagione della British Invasion. 19 Giugno ore 15,00, San Donato Milanese (MI). Bands: Remington, Likely Lads,
The Tigers of Mompracen, Daisy Chains e
molte altre. Free Entry.
>>Trouble Festival 2010, organizzato dal
sito di musica Troublezine: 19 Giugno ore
14,00, Campo del Rugby, Monza. Bands: The
Futureheads, Orange, Hacienda e molte altre. Prezzo: 10 € con tessera socio.
>>Heineken Jammin’ Festival, dal 3 al 6 Luglio, Parco San Giuliano, Venezia. Headliner:
Aerosmith, Green Day, Black Eyed Peas, Pearl Jam. Prezzo: 1 gg. 50 €/ 3 gg. 130 €/ 4 gg.
160 €.
>> Traffic Festival, dal 14 al 17 Luglio, Piazza Castello e Reggia di Venaria (TO). Headliner: Charlotte Gainsbourg, Paul Weller, Klaxons. Free Entry.
>> Italia Wave 2010, dal 21 al 25 Luglio, Livorno. Headliner: Groove Armada, OK Go,
Editors, Underworld, Faithless. Prezzo: 1 gg. Dai 12 ai 25 €/ 4 gg. 60 €
>> I Days 2010, 2 e il 4 Settembre, Arena Parco Nord, Bologna. Headliner: Arcade Fire,
Blink 182. Prezzo: 1° gg. 36 €/ 2° gg. 40 €.
The Radio Dept.
“Clinging To A Scheme”
I
l terzetto svedese di Lund arriva al terzo album dopo quattro anni dal convincente
a tratti “Pet Grief” del 2004. Sgorga indie-pop con arpeggi di chitarra in entrata piacevolmente aggrappati alla voce velata in ‘Domestic Scene’, poi ti ritrovi esattamente fra il Maggio e il Giugno scandinavo quando ‘Heaven’s On Fire’, perfetto pezzo pop
accompagnato da fiati, spensierato e pieno di buoni propositi, freme di piacere. Time
Around’ s’incupisce di atmosfere più shoegaze rispetto all’inizio e ‘Video Dept.’ potrebpotrebbe far pensare ad una deformazione più allegra e
più elettronica dei Cure del periodo “funny”. Non mancano
appunto scenari pop a cavallo fra ’80-’90 di quell’Inghilterra più sognante e più dolce, un po’ twee, quasi disinteressata a ciò che la circonda, ma non superficiale. ‘David’ è il
riassunto delle sensazioni che quest’album provoca punto d’incontro tra i precedenti lavori. ‘You Stopped Making
Sense’ ti accompagna alla fine come un caldo arrivederci
d’inizio estate. Rassicuranti. (n.d.a.)
5
Quelle che l’Heineken
Storia di donne da Festival
Il paradosso
della celebrità
di Marlene Barrett
tratto da Cultural Studies Italia (culturalstudiesitalia.wordpress.com)
H
Intervista:
Last Day
Before Holiday
di Lucio Laugelli
S
iete tornati recentemente dal vostro tour in Russia,
com’è andata? Per un musicista quali sono le differenze
con l’Italia?
“Penso che sia stata l’esperienza più bella della nostra vita,
abbiamo suonato 10 date in 11 giorni, ci hanno trattato da
vere star. Speriamo di ritornarci presto con il prossimo tour.”
Start Living Your Life, il vostro primo album, uscito da pochissimo con Wynona Records, contiene 11 canzoni molto
incisive e orecchiabili: c’è una tematica generale che le accomuna, un filo che lega tutto il vostro lavoro?
“Start Living Your Life è il frutto di diversi anni di duro lavoro, siamo molto legati all’album. Sicuramente uno dei temi
più importanti nasce dal titolo stesso della canzone che dà
il nome all’album: capita spesso che molta gente critichi il
lavoro svolto da una band o le decisioni prese e si tende a
parlare del gruppo stesso in modo negativo, Start Living Your
Life vuole essere un invito a smetterla di parlare male e di criticare le scelte altrui e di iniziare a vivere la propria vita.”
Spesso si sente parlare di Roma e Milano come le due capitali della musica, mentre in realtà esiste invece una grossa
qualità musicale che si sviluppa dalle province: cosa consi-
ai 19 anni. Hai 19 anni e ti sei catapultata fuori dal tuo studentato perché Polly passa a prenderti. Indossi una lunga gonna zingaresca, che urla al mondo quanto il primo anno da universitaria
a Bologna abbia cambiato il tuo look. È estate, è giugno, è caldo
ma non ancora quel caldo da scorticarsi vivi. Polly guida un maggiolone d’epoca blu metallizzato decappottabile. Sali a bordo e il
bolide sgangherato, ma inesplicabilmente stiloso, parte alla volta di via Irnerio per raccattare anche la Fra e poi procedere verso
Imola, destinazione: Heineken Jammin’ Festival. Mentre viaggiate
e il vento si accanisce sulla tua già opinabile capigliatura, pensi
che ci sono poche cose fighe come andare al Jammin’ Festival,
senza biglietti, mentre il sole tramonta su qualche statale che
si snoda per l’Emilia, con un maggiolone decappottabile sgangherato, 2 amiche e 19 anni all’anagrafe. Arrivate, intenzionate
ad entrare gratis. In serata, suonano gli Oasis. Circumcamminate
l’autodromo, guadate un fiumiciattolo (e nel mentre tu subisci un
attacco di panico che ti blocca esattamente a metà del guado,
perché hai l’agilità di un tricheco sui roller blade e l’audacia di una
testuggine sotto morfina) ed, infine, riuscite a infiltrarvi.
Ci siete. Siete dentro. Procedete verso il palco, pare che poco prima abbiano suonato i Negramaro (n.d.r.), ora ci sono i Velvet Revolver e a breve suoneranno i fratelli Gallagher. Arrivate sotto al
palco e siete circondate da una manica di inglesi, come da tradizione, ubriachi persi. E poi, l’atteso momento: sul palco gli Oasis.
Morning Glory. All’autodromo di Imola è scesa la notte. Pensi che
ti senti al posto giusto al momento giusto, finché un armadio
inglese alle tue spalle non ti fa una doccia di Heineken. Per farsi
perdonare, l’inglese in delirio etilico ti prende in braccio, così vedi
meglio il palco. Tu ridi. E nell’aria le note di Don’t Look Back In Anger. La performance dura 45 minuti. Pochi ma non importa, perché mentre il maggiolone sgangherato torna a Bologna, voi siete
perfette, esattamente dove dovreste essere, a vivere esattamente
ciò che dovreste vivere.
(Leggi Marlene sul suo blog www.marlenebarrett.blogspot.com)
gliate a chi invece comincia a suonare solo ora ed è alla prime
armi?
“Conosciamo molti gruppi di Milano, Roma e soprattutto Torino,
ma anche gruppi di province più piccole, noi pensiamo che se si
crede in quello che si fa e se c’è passione non c’è nessun limite e
tutti possono arrivare a togliersi delle piccole soddisfazioni.”
Quali sono i programmi per l’estate dei Last Day Before Holiday?
Durante quest’estate faremo molte apparizioni live per promuovere il disco appena uscito in Italia, dopodiché ci concentreremo,
con molta calma, sulla stesura di pezzi nuovi: visto che il nostro
è un genere estivo e allegro vogliamo sfruttare al meglio questo
periodo.
(Visita il myspace del gruppo:
http://www.myspace.com/lastdaybeforeholiday)
6
N
el 1968, Andy Warhol predisse che nel futuro tutti avrebbero avuto
quindici minuti di celebrità. Non ci è voluto molto perché questo fosse una
realtà: gli anni ’80 sono stati il ‘decennio di plastica’, con cantanti e starlette
da un successo e via. Si è parlato, soprattutto in musica, di new romantic:
trionfo dell’effimero, ritorno del dandy. Oggi non è poi molto diverso: si
pensi alle celebrità da reality show, famose per una stagione e poi, salvo
rare eccezioni, buttate nel dimenticatoio – luogo certamente peggiore
dell’anonimato della common people (per dirla coi Pulp).
Colpisce in questo senso la storia di Laura Antonelli. Che fu bella e brava,
non certo meteora, e che ora è povera e dimenticata: forse, Laura, non abbastanza cinica per vivere (sopravvivere) in un mondo come quello dello
showbiz che facilmente fa sentire superati, che di colpo fa invecchiare,
mangia e assimila senza lasciar nulla nel piatto. Storia, questa, di cui colpisce la dignità di una donna triste. Storia di solitudine e abbandono che la
fama non riesce a compensare, e che forse, per una volta, è finita meglio di
altre. Il paradosso dell’essere una celebrità: uno status tanto invidiato da chi
non lo possiede, quanto opprimente per qualcuno. Al punto da fuggirne.
in uscita playlist concerti
14 Giugno, Oasis: Time Flies, The Singles
Collection
Stereophonics, Local Boy In The
Photograph
15 Giugno, Tom Petty & The Heartbreakers: Mojo
!!!, AM / FM
18 Giugno, The Futureheads: The Chaos
21 Giugno, Kele Okereke: The Boxer
28 Giugno, Kula Shaker: Pilgrim’s Progress
28 Giugno, Scissor Sisters: Night Work
Bombay Bicycle Club, Ivy and
Gold
The National, Bloodbuzz Ohio
The Drums, Let’s Go Surfin’
Muse, Neutron Star Collision
(Love Is Forever)
Scissor Sisters, Fire With Fire
The Radio Dept., David
The Divine Comedy, At The
Indie Disco
credits
ArtsClub Italia è un allegato quindicinale alla Rivista Paper Street.
Da un’ idea di Alessandro Gandini. Scrivici a [email protected].
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ArtsClub Italia, Indie is cool.
16 Giugno, Temper Trap @ Alcatraz,
Milano
18-20 Giugno, Lustando, Lu Monferrato (AL) with Africa Unite, Teatro degli
Orrori, Linea 77
19 Giugno, British Invasion Club Festival, San Donato Milanese (MI)
19 Giugno, Trouble Festival @ Stadio
Del Rugby, Monza with The Futureheads, Orange, Hacienda
19 Giugno, Babyshambles @ Ferrara
Sotto Le Stelle
21 Giugno, Rod Stewart @ Arena di
Verona
24 Giugno, LCD Soundsystem @ Bands
Apart, Ferrara
25 Giugno, Juliette Lewis @ Villa Serra
Breakout, Genova
25 Giugno, Milano Brucia vs Kiss This @
Arci Magnolia, Segrate (MI)
staff
Coordinamento: Alessandro Gandini.
Grafica: Francesca Avian.
Hanno collaborato:
Nicholas David Altea, Marlene Barrett,
Alessandro Blangetti, Giacomo Lamborizio,
Lucio Laugelli, Giovanni Lucev,
Alessandro Re.
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