l`autostop (elegia russa) - Cinemambiente 2007

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l`autostop (elegia russa) - Cinemambiente 2007
L’AUTOSTOP
(ELEGIA RUSSA)
Hitch-hiking (Russian
Elegy)
Italia/Italy 1990, 35mm, col, 52’
Regia/Director
Nikita Mikhalkov
Sceneggiatura/Screenplay
Nikita Mikhalkov, Roustan Ibraghimbekov
Fotografia/Photography
Franco Di Giacomo
Montaggio/Editing
Enzo Meniconi
Musica/Music
Edouard Artemiev
Interpreti/Cast
Vladimir Gostiouchin, Nina Rouslanova,
Massimo Venturiello, Giorgio Biavati
Produttore/Producer
Roberto Gavioli, Nikita Mikhalkov
Dopo aver attraversato l’Europa con una
FIAT Tempra fiammante, un ex-pilota
solitario e fin troppo sicuro di sé, arriva in
Russia. Caricata un’autostoppista incinta
che ha perso l’autobus, viene inseguito
dal marito, un motociclista che ha appena
vinto un premio grazie alla sua abilità sulle
due ruote. La donna partorirà prima di
arrivare in ospedale tra il gelo della neve
notturna e gli alberi di una foresta, grazie
all’aiuto dei due uomini e alla duttilità della
Tempra, capace di trasformarsi in una vera
e propria «macchina per donne incinte».
Mikhalkov sa muoversi all’interno di un
film su commissione inserendone il programmatico didascalismo in una struttura
drammaturgica perfettamente coerente
con uno degli elementi centrali della sua
poetica: il rapporto tra l’uomo e i grandi
spazi della “madre Russia”.
Il viaggio della Tempra si trasforma in una
discesa verso il rimosso della vita del protagonista; man mano che si aggiungono i
chilometri le coordinate spazio-temporali
si trasformano in coinvolgimento emozionale. Mentre la suspence determinata dalla
“situazione di urgenza” in cui gli eroi di
Mikhalkov si trovano ad agire – la necessità
di affrontare un parto in mezzo alla steppa
innevata – viene risolta in immagini di
grande intensità figurativa.
A self-assured and lone former racing car
driver, having crossed all Europe on a brand
new FIAT Tempra, arrives to Russia. He picks
up a pregnant hitch-hiker who has lost her
bus, but he is chased by her husband, a biker
who has just won a prize for his driving skill.
The woman will give birth before getting to
the hospital in a chilling night in the midst
of woods, helped by the two men and by
the Tempra flexibility, a perfect “car for pregnant women”.
Mikhalkov well knows how to act in a
made-to-order movie putting the programmed didacticism inside a drama pattern fully consistent with his own poetics
foundations: the relationship between man
and “Mother Russia” wide spaces.
The journey of Tempra turns into a descend
toward the repressed content of the main
character’s life; gradually, while the kilometres are rising, the space-time coordinates
change into emotional involvement. At the
same time the suspense, coming from the
“emergency state” where the two Mikhalkov’s heroes are forced to act (facing up
a delivery amidst the snowy steppe), is
worked out with images of great figurative
intensity.
Figlio del poeta Sergei Mikhalkov e della
scrittrice Natalya Konchalovskaya, Nikita
Mikhalkov nasce a Mosca nel 1945. Esordisce giovanissimo come attore, e ottiene il
suo primo grande successo interpretando
la parte del protagonista in una commedia
brillante del georgiano Georgi Danelija, Ia
sagaju pa Moski (Io passeggio per Mosca)
nel 1963. Prima di passare alla regia, lo
troviamo ancora, tra l’altro, in film come
L’armata a cavallo di Miklos Jancso (1967),
Dvorijanskoije gniezdo del fratello Andreij
Konchalovsky (1969), La tenda rossa di
Michail Kalatozov (1971). Nel 1973 gira il
primo lungometraggio Svoj sredi chuzhikh,
chuzhoj sredi svoikh (Amico tra i nemici,
nemico tra gli amici), un’originale rilettura
A son of the poet Sergei Mikhalkov and
the writer Natalya Konchalovskaya, Nikita
Mikhalkov was born in Mosca in 1945. Very
young, he makes his début as actor, and
gets his first great success in the leading role
in a comedy by the Georgian writer Georgi
Danelija, Ia sagaju pa Moski (Io passeggio per Mosca) in 1963. Before turning
to filmmaking we find him in L’armata a
cavallo by Miklos Jancso (1967), Dvorijanskoije gniezdo by his brother Andreij
Konchalovsky (1969), La tenda rossa by
Michail Kalatozov (1971). In 1973 he makes
his first film Svoj sredi chuzhikh, chuzhoj
sredi svoikh(At Home Among Strangers,
A Stranger At Home), a creative version
of the civil war between “reds” and “whites”,
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RETROSPETTIVA
della guerra civile tra i “rossi” e i “bianchi”
in chiave western. I due film successivi gli
garantiscono un’immediata notorietà internazionale: Raba liubvj (Schiava d’amore,
1976), magistralmente interpretato da
Yelena Soloveij nel panni di un’attrice del
cinema muto innamorata di un regista
che clandestinamente aiuta la rivoluzione
bolscevica; e il cechoviano ritratto della
borghesia russa al crepuscolo dell’Ottocento di Neokonchennaya pyesa dlya
mekhanichesgoko (Partitura incompiuta
per pianola meccanica, 1977). Un certo
crepuscolarismo cechoviano contraddistingue anche Pyat vecherov (Cinque serate,
1979), dove Mikhalkov mette a punto una
struttura che ritroveremo nelle opere
successive, la capacità cioè di intrecciare
le vite quotidiane sullo sfondo di grandi
eventi storici. Nello stesso anno dirige una
magistrale trasposizione di uno dei grandi
classici della letteratura russa: Oblomov di
Ivan Goncarov, cui seguono: Rodnja (1981),
Bez svideteleij (Senza testimoni, 1983) e soprattutto Oci Ciornie (1987) girato in Italia
e interpretato da Silvana Mangano e Marcello Mastroianni. Nel 1991 vince il Leone
d’Oro a Venezia con Urga, dove costruisce
una vera e propria drammaturgia del paesaggio per ambientare l’incontro tra un camionista russo, arenatosi per caso in mezzo
alle steppe siberiane e un pastore mongolo che non ha mai conosciuto altre culture.
Nel 1994, l’Oscar premia Utomlyonne
solntsem (Il sole ingannatore), ambientato
ai tempi delle “purghe staliniane” del 1936,
dove Mikhalkov, che tiene per sé la parte
del protagonista, alterna sapientemente
l’idillio alla tragedia. L’ultima sua opera è Sibirskij tsiryulnik (Il barbiere di Siberia, 1999),
ambientato durante il regno dello zar
Alessandro III, con Richard Harris nei panni
di un imprenditore americano che tenta di
vendere una macchina a vapore in grado
di tagliare gli alberi nella selvaggia Siberia,
mentre la sua assistente, Julia Ormond si
innamora di un cadetto russo, deportato in
Siberia per le sue idee politiche.
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RETROSPETTIVA
read like a western. The two following movies give him a prompt international fame:
Raba liubvj (Slave of Love,1976), masterly
interpreted by Yelena Soloveij in the role
of an actress of the silent films in love with
a director who covertly helps the Bolshevik
revolution; and the Cechovian portray of
the Russian fin de siècle middle class in
Neokonchennaya pyesa dlya mekhanichesgoko (Unfinished Piece for Player
Piano, 1977). Some hints of “crepuscolare”
and Cechovian can also be seen in Pyat
vecherov (Five Evenings, 1979), where
Mikhalkov sets a structure we will find in the
following works, that is, the ability to intertwine daily lives in the background of great
historical events. In the same year he directs
a magnificent version of one of the greatest masterpiece of the Russian literature,
Oblomov by Ivan Gonçarov(A Few Days in
the Life of I.I. Oblomov) , and then Rodnja
(1981), Bez svideteleij (Without Witnesses,
1983) and, above all, Oci Ciornie (Dark
Eyes, 1987), shot in Italy and interpreted
by Silvana Mangano and Marcello Mastroianni. In 1991 he wins the Golden Lion Award
at Venice Festival with Urga( Urga: Territory
of Love, a.k.a. Close to Eden) where he constructs a real landscape drama to set the
meeting between a Russian truck driver,
stranded by sheer accident in the centre of
Siberian steppe and a Mongolian shepherd
completely unacquainted with any other
culture. In 1994 the Academy awards Utomlyonne solntsem (Burnt by the Sun), set
in 1936 during the Stalinist purges, where
Mikhalkov, who plays the leading role,
masterly alternate idyll and tragedy. His last
film is Sibirskij tsiryulnik (Barber of Siberia,
1999), set during the reign of tsar Alexander
III, with Richard Harris playing the American
tycoon trying to sell a steam engine to cut
down wild Siberian woods, while his assistant, Julia Ormond is falling in love with
a Russian cadet deported to Siberia for his
political ideas.

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