Verso nuovo polo latte
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Verso nuovo polo latte
M E R CAT I E F I NA N Z A Martedì 24 Febbraio 2015 Ancora da definire il concambio. Il titolo vola in borsa a +8,98% CONTI 2014 Verso nuovo polo latte Prada, crescita frenata Progetto integrazione fra Torino e Firenze C entrale del latte di Torino presenterà uno schema di progetto non vincolante di integrazione industriale con Centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno. L’ o p e r a z i o n e p r e v e d e la fusione di Centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno con Centrale del latte di Torino & c., sulla base di un concambio da definire congiuntamente. Centrale del latte di Torino cambierà ragione sociale in Centrale del latte d’Italia e rimarrà quotata sul segmento Star di Borsa italiana. Contestualmente Centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno sarà conferita in una nuova entità che manterrà la sede legale e lo stabilimento produttivo a Firenze e dispone di cinque stabilimenti in Piemonte, Toscana, Liguria e Veneto, un fatturato di circa 200 mln e significative quote di mercato nei territori presidiati. L’operazione proposta da Clt mira a tutelare e valorizzare i siti produttivi e la fi liera agroalimentare del Mugello, attraverso il mantenimento delle forniture da parte degli agricoltori locali. L’aggregazione prevede inoltre di conservare l’autonomia legale, societaria e gestionale della Centrale del latte di Firen- ze e del marchio «Mukki», la continuità del management esistente e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali. Infine, attraverso l’integrazione, verrebbero garantite sinergie commerciali e industriali, grazie Innogest e Digital magics insieme per le start up Innogest sgr, principale fondo di venture capital in Italia, e Digital magics hanno stretto un accordo di partnership strategica per realizzare co-investimenti in startup innovative. Innogest sgr amplia così le collaborazioni nel mondo dell’innovazione in Italia e all’estero. Innogest sgr valuterà le proposte di Digital magics nell’ambito di startup, progetti di ricerca, brevetti e innovazioni digitali, che offrano contenuti e servizi a elevato potenziale di crescita e valore tecnologico. Il focus sarà sul cloud computing e sul made in Italy: food, fashion e design. Il fondo d’investimento deciderà se supportare i progetti selezionati co-investendo con Digital magics e potrà a sua volta presentare nuove iniziative all’incubatore. Innogest sgr diventa anche membro del Digital magics angel network, gli oltre 100 investitori privati, industriali e finanziari che collaborano con Digital magics in selezione, mentorship e co-finanziamento delle migliori idee di business. © Riproduzione riservata all’ampliamento delle zone di distribuzione dei prodotti, all’aumento del potere contrattuale con clienti e fornitori e alla possibilità di espansione dell’esportazione verso la Cina, dove entrambe le realtà sono già presenti. In una conferenza stampa a Firenze, il presidente di Cl Torino, Luigi Luzzati, e l’a.d., Riccardo Pozzoli, ha spiegato che viene proposta «la fusione e non un aumento di capitale perché così il processo deliberativo è più semplice». «Le Centrali del latte di Torino e Firenze», ha spiegato Pozzoli, «hanno una storia molto simile. Il nostro progetto consentirebbe agli attuali azionisti di Firenze di avere azioni di una società quotata, ma sul territorio non cambierebbe niente». Il titolo, quotato al segmento Star di piazza Affari, ha chiuso ieri in forte rialzo a 4,17 euro, +8,98%, ma lontano dai massimi giornata, oltre +13%. © Riproduzione riservata Il consigliere delegato Carlo Messina Impegni già assicurati per 480 mln Intesa, 36 mld Cresce presenza per investimenti Sace in Egitto I ntesa Sanpaolo metterà a disposizione, nel 2015, «36 miliardi di euro di credito a medio-lungo termine in Italia per sostenere gli investimenti». Lo ha annunciato il consigliere delegato, Carlo Messina, nel corso della presentazione del rapporto annuale sui distretti. Inoltre, Intesa Sanpaolo chiederà, in occasione delle aste Tltro della Bce nel 2015, «10 miliardi di euro». La Ca’ de Sass, secondo il top manager, non avrebbe ancora deciso «se partecipare alla prima asta». In tal caso, «chiederemmo da 4 a 10 mld». Nel corso del 2014 Intesa Sanpaolo ha preso dalla Bce 12,5 mld, già interamente erogati. Messina ha anche ricordato che la maggioranza del capitale di Intesa Sanpaolo «è oggi nelle mani di grandi investitori esteri». L’attuale quota in loro mani è del 53%. Messina ha infine confermato che il private banking «è, al momento, l’area su cui vediamo possibilità di crescita più interessanti». Per quanto riguarda la crescita organica, ha proseguito il numero uno della Ca’ de Sass, «la stiamo attuando aprendo filiali di private banking all’estero, dove inizieremo con Londra». Sul fronte delle possibili acquisizioni, ha detto ancora Messina, «Coutts poteva rappresentare il marchio che ci serviva, ma purtroppo da parte loro non c’è stata disponibilità a vendere». © Riproduzione riservata S ace prende parte alla missione promossa dai ministeri dello sviluppo economico e degli esteri in Egitto, in vista del Business forum di Sharm El Sheik, per sostenere la penetrazione delle imprese In forte crescita l’utile di Banca Fideuram Banca Fideuram, specializzata nella consulenza finanziaria e nella gestione del risparmio del gruppo Intesa Sanpaolo, ha chiuso il 2014 con un utile netto consolidato di 401,9 mln, +28,4%. Le masse amministrate sono state di 90,2 mld euro (+7,8%), il risparmio gestito di 73,3 mld (81,3% delle masse totali) +10,8%, soprattutto per effetto dell’andamento delle assicurazioni vita (+4 mld) e delle gestioni patrimoniali (+2,5 mld). L’attività commerciale ha registrato una raccolta netta di 2,5 mld, in linea con lo scorso anno (+1,9%), con la componente di risparmio gestito pari a 3,8 mld. Le commissioni nette sono state di 789 mln (+16,6%). Il margine di interesse, 120,6 mln di euro, è sceso dell’8,4%. Le spese di funzionamento, 307,3 mln euro, sono aumentate del 5,4%, principalmente a causa della crescita delle spese del personale. Il Cost/Income ratio è statol del 32,8%, in miglioramento dal 36,3% del 2013. I coefficienti patrimoniali consolidati, calcolati in base alle nuove regole di Basilea 3, si sono confermati al di sopra dei livelli minimi richiesti dalla normativa. Il Common Equity Tier 1, calcolato secondo i criteri transitori per il 2014, è stato del 19,2%. © Riproduzione riservata italiane in uno dei mercati più strategici per l’Italia nell’area del Mediterraneo. In Egitto, Sace è infatti operativa per sostenere export e investimenti delle imprese italiane: conta su un portafoglio di impegni assicurati di circa 480 mln, concentrati nei settori energia, petrolchimico e tecnologie industriali e sta lavorando a nuovi progetti per oltre 1 miliardo. L’Italia è il quarto fornitore dell’Egitto, con un export di 2,8 mld nel 2013 e conta sulla presenza stabile di oltre 130 imprese italiane nel paese. La partnership trova terreno fertile nel recupero dell’ultimo anno, segnato da una sostanziale ripresa dei consumi e degli investimenti. Secondo le stime di Sace, se si riuscisse a cogliere a pieno questo trend, l’export verso l’Egitto potrebbe raggiungere i 4 mld entro il 2019. Sace ha rinnovato di recente l’impegno con il paese, firmando un memorandum con il ministero dell’industria egiziano. Ha inoltre costituito un desk dedicato al Medio Oriente e Nord Africa, la seconda area di esposizione nel portafoglio Sace con 4,8 mld, pari all’11% dell’esposizione totale. © Riproduzione riservata 41 I dati preliminari di vendita del gruppo Prada, quotato all’Hong Kong stock exchange, per l’esercizio chiuso al 31 gennaio, sono stati di 3,5 miliardi, in lieve calo rispetto allo stesso periodo del 2013 (-1%). Il canale wholesale ha realizzato 532 mln, -4%, contro i 2.981 mln della rete retail, in linea con il 2013. Secondo l’a.d., Patrizio Bertelli, lo scenario geopolitico e valutario nel quale abbiamo operato è stato per tutto il 2014 più incerto e più complesso di quanto si potesse prevedere. «Questa situazione, che ha comportato una temporanea pausa nel percorso di sviluppo del gruppo, non ha tuttavia mutato i nostri obiettivi di crescita di medio-lungo termine, che continueremo a perseguire adattando strategia e struttura organizzativa a un contesto globale in continua evoluzione. Abbiamo oggi una presenza retail equilibrata e globale, che ci ha consentito di sviluppare una relazione diretta con la nostra clientela e che contribuisce ogni giorno a diffondere l’immagine dei nostri brand nel mondo. Il piano di medio termine del gruppo continua con mirati investimenti industriali, di marketing e di retail, necessari per garantire una solida crescita futura, ponendo sempre estrema attenzione ai costi, al fine di preservare i margini e consentire adeguati ritorni sugli investimenti». I risultati completi il 26 marzo. © Riproduzione riservata Oggi firma per Ansaldo È in dirittura d’arrivo la firma dell’accordo tra Finmeccanica e la giapponese Hitachi per la vendita di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts. L’offerta vincolante sarebbe di 1,8 mld di euro. Il via libera da parte del cda dovrebbe avvenire oggi. Ieri Banca Akros ha alzato il target price del titolo Finmeccanica a 13 euro da 10,5, segnalando che la cessione degli asset nel settore dei trasporti rappresenta il driver maggiore per il titolo. Il giudizio buy è rimasto invariato. Il flusso di cassa e le somme che l’azienda incasserà saranno usati per ridurre il debito a breve.