Cibo scarso per vivere meglio
Transcript
Cibo scarso per vivere meglio
STILI DI VITA La restrizione calorica Cibo scarso per vivere meglio Da oltre vent’anni si studiano gli effetti di una riduzione importante delle calorie sulla salute dell’uomo e degli altri animali: in tutti i casi si nota una diminuzione delle malattie come il cancro e, forse, anche un allungamento della vita media a cura di CRISTINA FERRARIO on è certo l’elisir di lunga vita, ma la restrizione calorica è senza dubbio il più potente strumento a nostra disposizione per invecchiare in buona salute e probabilmente anche per vivere più a lungo”. Studi recenti che h a n n o a v u t o larga eco anche sui giornali sembrerebbero smentire l’utilità di un regime alimentare basato sulla riduzione delle calorie introdotte con il cibo al fine di aumentare la durata media della vita, limitando (si fa per dire) il beneficio alla diminuzione generica delle malattie. Malgrado queste novità, Pier Giuseppe N “ Pelicci, direttore del Dipartimento di oncologia sperimentale dell’Istituto europeo di oncologia di Milano, rimane convinto della fondatezza della teoria che ha contribuito a dimostrare con le sue ricerche. La riduzione, in base a dati raccolti in decenni di studi su modelli sperimentali, ha infatti effetti positivi sulla salute e porta a una diminuzione sia del numero sia della gravità delle malattie tipiche dell’invecchiamento come diabete, malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative (per esempio l’Alzheimer) e, non ultimi, i tumori. “Il dato che colpisce” aggiunge Pelicci “è che ridurre di molto le calorie funziona sempre. Tutti i dati ottenuti dai ricercatori sono ri- Mangiare meno significa vivere più sani se non più a lungo 10 | FONDAMENTALE | GENNAIO 2013 producibili, cioè possono essere ottenuti nuovamente se si ripete l’esperimento e questo dimostra che si tratta di un effetto molto potente”. EFFETTI DIFFUSI I benefici della restrizione calorica valgono per tutti gli organismi: dal verme alle scimmie, passando per il topo e per molte altre specie animali. Ciò significa che coinvolge meccanismi molecolari ben conservati nel corso dell’evoluzione e, quindi, fondamentali per la vita. E il fatto che i vantaggi di questa riduzione si riscontrino praticamente nel 99 per cento degli organismi viventi ci induce a ipotizzare che simili benefici si possano ottenere anche nell’uomo, sebbene al momento non esistano dati ufficiali a riguardo. “Negli anni sono stati fatti molti passi avanti nella comprensione dei meccani- smi genetici e molecolari regolati dalla riduzione delle calorie e oggi sappiamo che le parole magiche per riassumere l’effetto della restrizione calorica sono insulina e mTOR” spiega Pelicci. Si tratta di due molecole che interagiscono tra loro e con altre proteine implicate in un processo molecolare complesso e fondamentale per l’invecchiamento delle cellule e dell’organismo. “Oggi molti dei tasselli di questo puzzle sono stati identificati e posizionati al posto giusto. Sappiamo, per esempio, che modificando in modo mirato i geni di questo processo molecolare possiamo ottenere gli stessi effetti che si ottengono riducendo le calorie ingerite”. Si tratta, quindi, di una grande opportunità per la creazione di farmaci intelligenti che possano, in un certo senso, mimare l’effetto di un taglio drastico del cibo, In questo articolo: alimentazione restrizione calorica vita media così drastico da essere spesso improponibile. I dati finora disponibili sugli effetti della restrizione calorica sono stati ottenuti sempre in laboratorio e in condizioni molto controllate. “Non è certo semplice studiare questi effetti direttamente sull’uomo dal momento che le variabili in gioco sono moltissime e si tratta di sottoporre le persone a una dieta difficile da seguire” spiega Pelicci. Qualcosa però si sta muovendo. Negli Stati Uniti è in corso il primo studio sull’uomo e i risultati preliminari fanno ben sperare: dopo sei mesi di dieta draconiana sono stati osservati effetti benefici sulla salute cardiovascolare e il miglioramento di molti parametri considerati importanti marcatori dell’invecchiamento. FUNZIONA DAVVERO? Un articolo comparso di recente sulla prestigiosa rivista scientifica Nature e firmato dai ricercatori statunitensi del NIA (National Institute on Aging, Istituto nazionale per lo studio dell’invecchiamento) riporta i risultati di uno studio durato più di 20 anni, affermando che la restrizione calorica non porta a un allungamento della vita, se confrontata con un’alimentazione normale. Il dato è apparso subito molto importante perché il modello sperimentale utilizzato in questo studio è particolarmente vicino all’uomo. Bisogna dunque rivedere tutte le convinzioni e i dati precedentemente raccolti sulla restrizione calorica? “Il nuovo dato è di certo interessante” chiarisce Pelicci “ma, personalmente, non ritengo possa sminuire l’importanza di una strategia che resta fondamentale per invecchiare in salute”. In precedenza un altro studio, condotto sullo stesso modello sperimentale, aveva dato risultati opposti, forse a causa di differenze nel disegno sperimentale che possono giustificare un risultato per certi versi inaspettato, di cui hanno molto parlato anche i quotidiani generalisti. “In ogni caso nel nuovo studio si manifestano gli effetti positivi della restrizione calorica sulle malattie tipiche dell’invecchiamento, anche quando la vita non si allunga”. In sostanza, semmai questa scoperta fosse confermata, ridurre di molto la quantità di cibo ingerito non permette di vivere di più, ma sicuramente meglio, senza gravi malattie. Il numero di tumori, solo per fare un esempio, è risultato più basso nel gruppo che ha ridotto l’assunzione di calorie. “La nostra missione è portare il cancro a zero, non certo vivere in eterno” conclude Pelicci parlando anche a nome di tanti ricercatori che ogni giorno lo affiancano nella battaglia contro il cancro. “I processi molecolari regolati dalla restrizione calorica ci offrono tante opportunità in questo senso. E se poi guadagniamo anche qualche anno di vita in buona salute, tanto meglio per noi”. Difficile da studiare per i molti fattori in gioco IL NUMERO DI CALORIE DEVE ESSERE DRASTICAMENTE RIDOTTO QUANTO È RISTRETTA ecnicamente, con l’espressione restrizione calorica si intende una riduzione molto drastica del numero di calorie assunte attraverso la dieta, ma senza arrivare alla soglia della malnutrizione. In altri termini, iniziare un regime di restrizione calorica significa – almeno nei mammiferi come l’uomo – ridurre le calorie del 30 per cento circa rispetto a quelle che si assumerebbero in una situazione ideale nella quale è possibile mangiare a piacere, senza nessun tipo di limitazione. “Questi numeri variano nei diversi organismi e comunque rappresentano un taglio piuttosto drastico e difficile da mettere in pratica nella vita di tutti i giorni” chiarisce Pier Giuseppe Pelicci. T L’EVOLUZIONE CI HA DOTATI DI UN SISTEMA DI CONTROLLO AMBIENTALE IL DNA SENTE IL CIBO rocurarsi il cibo è un’impresa piuttosto semplice nella nostra società: al massimo dobbiamo affrontare una lunga fila alla cassa del supermercato, ma non dobbiamo certo fare i conti con prede che scappano o condizioni climatiche sfavorevoli che ne riducono la disponibilità. Un tempo la situazione era molto diversa anche per l’uomo e tutti gli organismi hanno sviluppato sistemi per riuscire a sopravvivere non solo nei periodi di abbondanza, ma anche quando il cibo scarseggia. “A livello molecolare esistono meccanismi che sentono il cibo” spiega Pelicci. “In base alla quantità di nutrimento presente decidono come procedere dal punto di vista metabolico: se il cibo è abbondante si possono compiere moltissime attività e anche mettere da parte qualche riserva, mentre se il cibo è poco la vita in un certo senso si congela e molte azioni vengono rimandate a tempi migliori”. Proprio questi meccanismi sono alla base degli effetti della restrizione calorica. P