28/03/2012 Materiale era certificato

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28/03/2012 Materiale era certificato
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L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 28 MARZO 2012
Città
A
Bandera: quell’antenna
non è pericolosa
L’assessore all’Ambiente tranquillizza i
residenti del quartiere Conca Fiorita:
«Voltaggio e distanze, limiti rispettati»
A pagina 25
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www.ecodibergamo.it/cronaca/section/
a
Al parcheggio
della Fara
ora franano
anche i conti
I lavori per realizzare il maxi silo di Città
Alta, all’ex parco faunistico sono fermi dal
dicembre 2008. Intanto i costi lievitano
Revisione del progetto e garanzie sulla sicurezza
fanno salire la spesa prevista da 12 a 15 milioni
E i soci provano a rilevare le quote della Locatelli
EMANUELE FALCHETTI
a Assieme al parcheggio,
all’ex faunistico, ha ceduto anche
il conto economico. Non di
schianto come la famosa frana
del dicembre 2008, ma comunque abbastanza da complicare
ulteriormente la vita a questo
travagliatissimo cantiere. Il maxi
silo per Città Alta costerà infatti
3 milioni di euro in più: 15 rispetto ai 12 previsti inizialmente.
Il maggiore esborso è legato
alla revisione del progetto e alla
necessità di garantire la massima
sicurezza dal punto di vista statico. E se sul piano tecnico tutto è
stato risolto con la famosa berlinese, su quello finanziario si sta
cercando ancora la quadra. «Essendo un project financing – precisa l’assessore alla Mobilità
Gianfranco Ceci – gli extracosti
non peseranno sul Comune, si
tratta però di rivedere la convenzione con la Bergamo Parcheggi
(l’associazione temporanea di
imprese che si è fatta carico dell’opera, ndr). Con ogni probabilità per ridistribuire i maggiori
oneri e ritrovare l’equilibrio tra
tariffe e indici di occupazione dei
posti auto, bisognerà intervenire sulla durata del contratto che
attualmente è di 29 anni. L’in-
tenzione è di sbloccare il tutto
entro poche settimane».
Non si tratterebbe nemmeno
della prima volta. Una rinegoziazione degli accordi c’era già stata
e risale al dicembre 2007, quando la convenzione venne cambiata dopo uno stallo che durava
da oltre due anni. Ne uscì un’intesa che vedeva il Comune cavarsela con un esborso di un milione di euro – al posto del milione
Gli altri soci della
cordata preoccupati
dalle recenti
vicende giudiziarie
e 700 mila inizialmente previsti
– più una compensazione legata
da un lato alla concessione di 50
posti auto (su un totale di 460) in
diritto di superficie per 99 anni e
dall’altro alla gestione dei 202
stalli sulle Mura affidati dal 2004
alla Bergamo parcheggi, incassi
compresi. Ora, invece si punta
tutto sui tempi, mentre il resto
dovrebbe restare invariato. «Sul
piano tecnico – ribadisce l’assessore ai Lavori pubblici – il pro-
getto è a posto, mancano solo alcuni dettagli, ma per quanto ci riguarda il cantiere potrebbe riaprire anche domani: la palla è
nelle mani dell’Ati». Che evidentemente deve però far tornare i
conti. E non solo dal punto di vista economico. Le recenti vicende giudiziarie sembrerebbero infatti aver convinto i suoi soci (il
32 per cento della spa è nelle mani di Atb Mobilità, mentre la parte restante è suddivisa su diverse realtà private) a rilevare le
quote appartenenti all’impresa
Locatelli. «Una cautela per evitare ulteriori intoppi», lasciano
trapelare da Palafrizzoni. Proprio la società di Grumello, nell’occhio del ciclone per le inchieste in capo a Pierluca Locatelli,
ha attirato l’attenzione dei magistrati anche per la terra di riporto con cui all’inizio del 2009 aveva arginato la frana all’ex parco
faunistico. Le tracce di idrocarburi, cromo e arsenico individuate non superano i limiti di legge,
ma vista la delicatezza del contesto e i vincoli ferrei che gravano
sulla zona, la magistratura intende andare a fondo. Un’altra incognita che pesa sul maxi silo di
Città Alta. ■
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a
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a Quasi un milione e
mezzo di euro. Tanto hanno fruttato negli ultimi sette anni, le 202
aree di sosta sulle Mura ottenute dalla Bergamo parcheggi per
finanziare una parte del silo sotto l’ex parco faunistico. I numeri
parlano chiaro: all’incirca 200
mila euro ogni dodici mesi. E lo
scenario, anche se legittimo, è un
po’ surreale: da un lato la società
che incassa, dall’altro l’opera ferma al palo. Col rischio che ci rimanga ancora per un bel po’.
Gli extracosti legati alla nuova
versione del progetto – 3 milioni
di euro per finanziare la versione
rivista dopo la frana del 2008 –,
al di là delle rassicurazioni che arrivano da Palafrizzoni, non sembrano aiutare granché. Il risultato potrebbe essere così un’ulteriore attesa col protrarsi di questo strano anticipo sul finanziamento. L’ultima versione della
convenzione, prevede infatti che
la concessionaria «restituisca» i
202 posti a rotazione lungo le
Mura, in cambio di altrettante
aree di sosta in altre zone della
città, una solo volta terminati i lavori. Equilibrismi indispensabili a far quadrare i conti. Resta
però un dato di fatto e cioè che,
tra una cosa e l’altra, a questo parcheggio si sta lavorando ormai da
La catena sul cancello del cantiere
un decennio. La prima convenzione venne infatti approvata in
Consiglio comunale nel maggio
del 2004, proprio agli sgoccioli
del mandato di Cesare Veneziani. Durante la giunta Bruni, il primo stop legato agli extracosti tra
la progettazione preliminare e
quella esecutiva. Oltre due anni
di trattative e nel febbraio del
2008 ecco il nuovo accordo.
A quel punto non restava che
partire col cantiere. Cosa che,
puntualmente, è avvenuta con
una serie di ulteriori intoppi che
ne hanno però allungato i tempi
a dismisura: prima le proteste dei
residenti e quindi tra la fine del
2008 e l’inizio del 2009 la «famosa» frana, quella che ha bloccato
i lavori fino a oggi. ■
E. Fa.
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L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 28 MARZO 2012
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Orio, le quote fanno gola
al fondo di Gamberale
Via libera alla riforma
del trasporto pubblico
Orio: F2i, il fondo guidato da Gamberale,
è interessato alle quote degli enti bergamaschi. Offre 30 milioni per pacchetto
A pagina 27
Approvata la riforma del trasporto pubblico: Bergamo fa da capofila. L’obiettivo
regionale è un milione di passeggeri
A pagina 31
a
Moro, l’indagine
di Palafrizzoni
che gli salva il posto
Presunte tangenti, ecco il documento che ha consentito
all’assessore al Personale di conservare la carica
STEFANO SERPELLINI
a «Le informazioni raccolte presso i dirigenti dell’assessorato ai Lavori pubblici, il
responsabile dell’Avvocatura
comunale e la dirigente degli
Uffici finanziari hanno evidenziato la totale regolarità della
procedura e l’assenza di qualsiasi interferenza di terzi».
È grazie a queste poche righe
che Marcello Moro ha potuto
salvare la sua carica di assessore al Personale del Comune di
Bergamo. Parole che riassumono l’esito dell’indagine interna
voluta dal sindaco Franco Tentorio e che suonano come l’anticipo dell’«assoluzione» politica decisa, all’unanimità, dalla
Giunta mercoledì scorso, quando è stata riconfermata la fiducia al politico finito nel mirino
dei giudici.
L’appalto nel mirino dei pm
Stanno in fondo a una paginetta, al decimo e ultimo punto della serie di passaggi con cui viene
illustrato l’iter della vicenda sfociata nella transazione tra Palafrizzoni e la Baldassini-Tognozzi, la ditta fiorentina che aveva
ceduto in subappalto alla Locatelli spa i lavori di ristrutturazione di Sant’Agostino. È l’appalto per il quale Moro risulta
indagato per concorso in corruzione. La Procura di Bergamo,
dopo aver ascoltato Pierluca Locatelli, gli contesta una tangente da 50 mila euro che avrebbe
intascato dall’imprenditore di
Grumello per sbloccare la pratica, congelata da un contenzioso legale, e dar corso al paga-
a
Treviolo, cromo a scuola
«Il materiale era certificato»
a Le analisi dell’Arpa
hanno rilevato un livello di cromo ben oltre la soglia consentita
dalla legge, ma le certificazioni
allegate a quella partita di materiale, oggi incriminata, dicevano
che tutto era in ordine. È sempre
più tinta di giallo la vicenda riguardante il cantiere per la realizzazione del nuovo campus
scolastico di Treviolo, quinto filone d’inchiesta (in ordine di
tempo) che vede al centro l’impresa Locatelli di Grumello del
Monte.
Il pm Carmen Pugliese ha disposto il sequestro dell’area dopo che l’Arpa di Brescia ha rilevato tracce di cromo (anche nella
forma esavalente) in alcuni campioni prelevati in corrispondenza del marciapiede Sud (l’ultimo
realizzato in ordine di tempo, a
fine estate 2011). Quel materiale
sarebbe quantificato in circa 45
tonnellate (corrispondenti a un
paio di camion) di scorie di fonderia, che se opportunamente
trattate e certificate possono essere utilizzate come materiale di
riempimento. Le analisi hanno
rilevato un livello di cromo totale pari a 75 microgrammi per litro, contro una soglia massima di
50 consentita dalla legge. «Ma
anche quella partita di materiale, così come tutte le alte giunte
in cantiere, avevano certificazione allegata che ne comprovava le
regolarità. Altrimenti non sarebbe stata fatta entrare», osserva il
direttore dei lavori del campus
scolastico, l’architetto Flavio Todeschini. Proprio a garanzia della buona qualità del materiale
che giungeva con i camion della
Locatelli nel futuro campus scolastico di via Papa Giovanni, il
Comune di Treviolo e la direzione dei lavori fecero eseguire ulteriori analisi, non accontentandosi della sola certificazione del-
la ditta. Furono i collaudatori,
nell’estate 2011, a incaricare un
laboratorio esterno. I test avevano dato esito confortante: il livello del cromo totale era 5 microgrammi, un decimo della soglia.
È nel materiale giunto dopo, a fine estate, che l’Arpa ha riscontrato livelli fuori limite.
Domani in Tribunale è fissata
l’udienza di riesame, chiesta dai
legali degli indagati (lo stesso direttore dei lavori, l’ex amministratore unico della Locatelli,
Andrea Fusco, e quello dell’impresa committente, la Ced Srl,
Francesco Fiorini). L’obiettivo
dei difensori è ripetere le analisi,
in contraddittorio, avvalendosi
di consulenti di parte. ■
V. A.
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Marcello Moro
mento.
Il documento è una relazione
interna che lo stesso primo cittadino ha illustrato nel corso
dell’ultima seduta di Giunta, ripercorrendo le tappe della controversia giudiziaria con l’azienda toscana, prima di concludere per la regolarità della procedura e l’assenza di pressioni da
parte di Moro. Il punto 10 è la
conferma che a Palafrizzoni è
andata in scena un’inchiesta interna. Pare sia stato Tentorio in
persona a «interrogare» i dirigenti che potevano aver subìto
il pressing dell’assessore al Personale. Tutti hanno risposto in
maniera negativa, scagionando
il politico.
Le contestazioni a Moro
Una delle ipotesi che circola tra
i magistrati è infatti quella secondo cui Moro avrebbe spinto
perché la faccenda della transazione arrivasse con una certa
celerità in Giunta e fosse così
dato corso al pagamento della
somma (869.033,08 euro) che la
Baldassini-Tognozzi reclamava
nei confronti del Comune. In
questo modo, stando alle accu-
se, l’assessore avrebbe potuto
incassare la ricompensa di Locatelli: 50 mila euro. Sul piatto
ce ne sarebbero stati, secondo
quanto ha dichiarato ai pm l’imprenditore, altri 50 mila, rimasti promessa perché poi ci fu un
intoppo. Quale? Per l’accusa,
forse al momento del presunto
accordo, il politico e l’impresario non sapevano che la Baldassini-Tognozzi aveva già ceduto
gran parte del credito
(813.867,61 euro) alla Unicredit
Factoring. E che, quindi, i soldi
stanziati dal Comune sarebbero potuti giungere alla subappaltatrice Locatelli spa solo in
minima parte (48.165,47 euro).
Via libera alla transazione
Una volta arrivata all’attenzione di Giunta e consiglio comunale, la transazione aveva viaggiato senza alcun intralcio. «La
proposta transattiva è stata
avanzata dal dirigente dell’avvocatura avv. Gritti e controfirmata dal sindaco alla Giunta del 14
ottobre 2009, che l’ha approvata all’unanimità», si legge nella
relazione interna (punto 7).
La soluzione è talmente conveniente che pure tutti i 36 presenti al consiglio comunale del
14 dicembre 2009 votano a favore. L’assessore ai Lavori pubblici Alessio Saltarelli, spiega infatti che la cifra concordata è comunque inferiore a quella più
favorevole al Comune stabilita
dal Ctu nel contenzioso legale.
Il 12 aprile 2010 Palafrizzoni
provvede a liquidare la somma
a Unicredit Factoring. ■
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