Per Fumum - Diadema Cosmetici
Transcript
Per Fumum - Diadema Cosmetici
PER FUMUM MITO, STORIA CULTURA E IMPIEGO DELLE PIANTE AROMATICHE L’idea di sperimentare e condividere l’emozionante esperienza olfattiva e sensoriale con le diverse discipline umanistiche nasce dal fortunoso incontro tra i docenti universitari Giuseppe Squillace, Marco Mazzeo e Vincenzo Bochicchio, i quali, uniti insieme da un forte interesse verso il mondo delle essenze aromatiche, dei profumi e del fenomeno del linguaggio che ad essi si ricollega, hanno sviluppato il progetto di una conferenza intitolata Per Fumum, sostenuta in due giornate, martedì 10 e mercoledì 11 gennaio 2017, presso l’University Club all’Università della Calabria. Per la prima giornata ha fatto da cerimoniere il professor Marco Mazzeo che aprendo il seminario con l’augurio e la presentazione generale dell’evento ha spiegato del perché gli odori siano parte integrante – e spesso inconsapevole – della vita quotidiana di ogni uomo e di come nel corso del tempo è cambiata la percezione e la sensibilità verso i profumi. Ha affrontato quindi sin da subito il tema dell’uso costante delle essenze tra gli amanti e nei rituali d’amore, che affondano le radici nelle più antiche testimonianze mitologiche e letterarie, portate in esame dai versi classici della relazione sui “Profumi nella poesia elegiaca latina” esposta dal Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Raffaele Perrelli; allo stesso modo la relazione “Comunicare con gli dèi: profumi e aromi sacrificali” della professoressa Emanuele Giordano ha indirizzato il dibattito sulla cognizione sensoriale e sacra che le erbe bruciate sulle are e gli oli cosparsi sui defunti rappresentano tanto per le popolazioni antiche quanto per quelle odierne; seguita poi da una analisi mirata sulle fonti antiche che dimostravano la doppia valenza delle erbe aromastiche, tanto in campo medico quanto nella profumeria, grazie alla relazione “Tra medicina e profumeria antica: Apollonio Mys” del professor Giuseppe Squillace. Ma il tema si presta molto bene anche ad un’indagine diretta sul campo che evidenzia come negli insediamenti dell’antica Magna Grecia vi fossero molteplici scambi culturali e rituali tra i Greci e le altre popolazioni indigene, basato su una interazione reciproca di uso delle essenze aromatiche, come testimoniano i reperti archeologici descritti nella relazione “La ricezione della cultura aromatica nelle necropoli enotrie di Francavilla Marittima e Amendolara” del dottorando Luciano Altomare; mentre grazie alla relazione dell’archeologa Cinzia Murolo, “L’anfora argentea di Baratti: piante ed essenze tra miti e riti” è stato possibile evidenziare il gusto estetico e la bravura degli artigiani romani nel realizzare i contenitori per profumi per le aristocrazie dell’Impero. Inoltre alla base dell’uso degli aromi e della lavorazione dei fiori vige una forte problematica socio-linguistica, descritta dalla relazione del professor Felice Cimatti “Il mito dell’indicibile olfattivo: odori e parole” nella quale si è manifestata tutta la difficoltà di espressione in termini idonei a descrivere gli odori, le essenze e le emozioni scaturite dal mondo dei profumi, sin dai tempi più antichi fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui si tende ancora a coinvolgere i sensi nella percezione olfattiva. Nel pomeriggio il tema sui profumi è stato oggetto di un’analisi medica incentrata sulla morfologia e sulla natura chimico-fisica del sistema olfattivo umano e animale, in cui la relazione della dottoressa Livia D’Angelo, “Il profumo nell’evoluzione. Meccanismi neurodinamici del sistema olfattivo” ha chiarito i metodi della percezione attraverso gli impulsi dei ricetrasmettitori che mandano le informazioni “olfattive” all’apparato nervoso. Infatti è proprio il cervello ad essere ampliamente coinvolto nell’interpretazione degli odori e degli aromi, creando dei modelli psichici ed etici intramontabili in cui la società si rispecchia e in cui dimostra il suo tempo, come espresso nella relazione del professor Vincenzo Bochicchio “Quando il mondo smette di profumare. Modelli di interpretazione psicofisiologica e loro implicazioni cliniche”. Anche se a riguardo un’ulteriore intervento è stato affrontato dal professor Marco Mazzeo che nel riprendere il tema “sull’indicibile olfattivo” ha fatto luce su come 1 sia complesso anzitutto riuscire ad “ascoltare” il mondo che ci circonda per cui diventa difficile tentare di spiegare con parole adeguate la sensibilità del percepire, pur usufruendo di teorie filosofiche e psicologiche. Molto chiara è stata infatti la spiegazione suggerita dalla relazione del professor Fulvio Librandi “Profumo di pulito. L’odore e i modelli culturali”, con la quale sono stati dimostrati degli esempi concreti e quotidiani di come spesso nella società moderna ci siano canoni sfissati da una ignota origine e dinamiche articolate nell’interiorizzare una data esperienza, pur olfattiva che sia. Nella seconda giornata di studio sui profumi, la buona volontà ha preso il sopravvento sulle avverse condizioni climatiche e il secondo incontro del convegno - “L’uso degli aromi e la creazione di profumi nella società contemporanea: la voce degli esperti nel settore e le prospettive occupazionali” - non ha deluso le aspettative. Protagonisti della mattinata sono stati i profumieri Pier Luigi Salvi (Titolare di Diadema Cosmetici, Isole del Tirreno, Piombino), Giovanni Sammarco (Sammarco Profumi, Zurigo), Roberto Dario (Profumiere, Treviso), Elena Cobez (Esperta di Aromaterapia olistica, Milano). Eterogenee personalità e veri professionisti del mestiere ognuno di loro ha raccontato la propria forma mentis facendo emergere un medesimo pensiero: spesso non si nasce, ma si diventa profumiere, purché animati da fervida passione e da sincera solerzia. Informazione, formazione e competenza sono quasi l’ABC di questa sensazionale ars, ma l’input principale deve nascere da una ricerca sensoriale e non solo processistica. Sarebbe opportuno avvicinarsi agli aromi con interesse genuino; mantenere un interesse umanistico e non solo tecnico-scientifico; far emergere la propria natura seguendo quel concetto che Jung definì di “individuazione”. Il convegno si è quindi concluso con una seduta di aromaterapia (la “dimensione di ascolto delle materie prime aromatiche”) e di inebrianti sensazioni positive regalateci, senza alcuna riserva, dagli esperti profumieri. Il tutto è stato sapientemente coordinato da un gruppo di studenti variegato, espressione delle diverse discipline umanistiche esposte dai relatori stessi durante le due giornate di studio, che hanno visto dunque coinvolgere nel mondo dei profumi vari aspetti, da quello storico e letterario, a quello archeologico, da quello filosofico a quello medico, a quello antropologico e psicologico, fino a toccare le nuove frontiere della profumeria moderna e del misterioso mondo dell’aromaterapia sensoriale, in un quadro che si prospetta di grande apertura culturale e in rapida evoluzione tecnica, con l’auspicio che chiunque, in qualsiasi angolo del mondo e in qualsivoglia età storica faccia tesoro di quella sottile sensibilità data all’uomo da madre natura, che si configura come la capacità di percepire ed emozionarsi ai profumi della vita. Alessia MAINELLI Maria Stella PRINCIPE 2