Articolo di revisione - Health Professionals Magazine
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Health Professionals Magazine HPM 2013; 1(0):31-36 Articolo di Revisione Tubercolosi & Fumo di Tabacco: Gestione delproblema paziente pediatrico conma disabilità in Radiologia immunitario non solo Come approcciarsi a un bambino con disabilità in ambito radiologico Tuberculosis & tobacco smoke: Management of pediatric patients but withnot disabilities in Radiology immune problem only How to approach a child with disabilities in radiology 1 Paola Pironti Marilù Macaluso, 2 Carmelo Parisi, 1 Teresa Calandra, 1 Michele Lanzetta 1 U.O. di Pneumotisiologia Territoriale, AUSL di Bologna Istituto di Radiologia, Degli Studi di Palermo Società ItalianaUniversità di Tabaccologia, SITAB 2 ISMETT UPMC, Italy Riassunto Adottare il comportamento più idoneo nella gestione di un paziente pediatrico con disabilità è una problematica, sia dal punto di vista umano che da un punto di vista prettamente tecnico, che un operatore sanitario come il Tecnico di Radiologia Medica può trovarsi spesso ad affrontare. Nonostante il tema della disabilità sia un argomento molto attuale e importante al giorno d’oggi e nonostante sia una tematica trattata con interesse da anni in svariati ambiti, fra cui anche quello medico e sanitario, è difficile rintracciare importanti studi riguardanti l’approccio al paziente pediatrico e disabile in ambito radiologico, infatti è difficile trovare fonti all’interno di una letteratura ben definita che descrivano il comportamento corretto che il tecnico di radiologia dovrebbe adottare in una situazione così difficile come dover approcciarsi a un paziente pediatrico, già di per sé difficoltoso da gestire nell’esecuzione degli esami, e che ha anche una condizione di disabilità che possono rendergli difficili i rapporti umani, il contatto col mondo esterno e l’esecuzione di procedure ben prestabilite e che, come in Radiologia, devono essere inesorabilmente eseguite secondo precisi criteri. Il punto della discussione è proprio riuscire a garantire la possibilità al TSRM di eseguire le indagini nella maniera più corretta e sicura nella tutela del paziente per ottenere esami che corrispondano ai criteri di correttezza così come deve essere per tutti gli altri pazienti. Il bambino con disabilità infatti deve avere spesso contatti col mondo sanitario a causa delle sue condizioni di salute, perciò è importante garantire a lui la serenità necessaria ad affrontare questo mondo nel modo migliore, soprattutto per garantire la sua collaborazione, cosa che faciliterebbe senza dubbio la pratica radiologica per il TSRM, garantendo così la possibilità di ottenere indagini tecnicamente corrette e quanto più possibilmente perfette, e quindi la produzione di diagnosi più precise, costituendo un ulteriore indiscutibile vantaggio per il piccolo paziente; si tratta perciò di una catena che, attraverso ogni suo anello, cioè in ogni passaggio, aumenta la possibilità di benessere psico-fisico per il bambino disabile e allo stesso tempo garantisce al TSRM la possibilità di eseguire gli esami radiologici nelle condizioni più favorevoli. L’incidenza e la portata delle patologie disabilitanti sono state notevolmente incrementate dal notevole aumento di sopravvivenza in condizioni che in tempi precedenti erano considerate letali; tutto ciò ha richiesto maggiore attenzione nella gestione di queste problematiche secondo i bisogni dei bambini e delle loro famiglie, divenuti obiettivi prioritari di rilevanza nazionale secondo la legge n.279 del 2001, considerando quanto negli ultimi decenni si sia preso atto della portata di queste patologie disabilitanti, talvolta anche rare (queste ultime identificate dal punto di vista epidemiologico come condizioni che colpiscono 1 persona su 2000)(1). Parole chiave: bambino, disabilità, radiologia Copyright © Società Editrice Universo (SEU) 32 Health Professionals Magazine 12, 4, 2010 Abstract Radiological approach to the disabled child Adopt the most appropriate behavior in the management of a pediatric patient with a disability is an issue, both from the human point of view than from a purely technical point of view, that a health care professional such as Radiology Technician can often be found to deal with. Although the issue of disability is a very timely and important topic nowadays and although it is an issue dealt with interest for years in a variety of areas, including also the medical and health care, it is difficult to trace important studies on the approach to the patient children and disabled in radiology, it is difficult to find sources within a well-defined literature that describe the correct behavior that the technologist should be taken in such a difficult situation as having to approach a pediatric patient, already difficult to manage the execution of tests, and it also has a disabling condition that can make it difficult human relationships and contact with the outside world and performing procedures well established and that, as in radiology, must surely be carried out according to precise criteria. The point of this discussion is just being able to provide the opportunity to the technologist performing the investigations in the most correct and secure in the protection of the patient for tests that meet the criteria of fairness as it should be for all other patients. In fact, children with disabilities must often have contacts with the medical world because of his health, so it is important to guarantee him the necessary serenity to face this world in the best way, especially to ensure his cooperation, which would facilitate undoubtedly radiological practice for the TSRM, thus ensuring the possibility of obtaining investigations technically correct and possibly the more perfect, and thus the production of more precise diagnosis, constituting a further unquestionable advantage for the small patient, so this is a chain that, through each his ring, that is, in each step, increases the possibility of psychophysical wellbeing for the disabled child and at the same time guarantees to TSRM the possibility of performing the radiological examinations in more favorable conditions. The incidence and extent of disabling diseases have been greatly increased by the significant increase in survival in conditions which in earlier times were considered life-threatening, all of which required greater attention to the management of these issues according to the needs of children and their families have become priorities of national importance under the law 279 of 2001, Whereas in recent decades has recognized the scope of these disabling diseases, and sometimes rare (the latter identified by the epidemiological point of view as a condition affecting 1 in 2000(1) Key words: child, intellectual disability, radiology Introduzione Lavorare in ambito sanitario significa, al di là di quelle che sono le competenze tecniche e pratiche individuali dell’operatore, essere consapevole che la professionalità comprende la capacità clinica di accogliere le richieste e le esigenze dei malati e dei loro familiari. Infatti l’assistenza in ambito ospedaliero espande sempre di più la certezza che l’operato del professionista sanitario, compreso quello del Tecnico Sanitario di Radiologia Medica, non consiste solamente nell’erogare servizi e prestazioni sanitarie, ma include anche la capacità di una certa sensibilità nell’approccio al malato ed alla sua presa in carico che modifica il concetto di accoglienza al malato, esaltandone l’importanza(2). Questi aspetti si rivelano ancora più rilevanti in ambito pediatrico ed in tema di disabilità, quando il paziente è un bambino con condizione genetica disabilitante ad elevata complessità assistenziale, per cui la malattia e l’eventuale ospedalizzazione comportano ancora di più un profondo sconvolgimento delle proprie abitudini di vita. Quest’approccio molto particolareggiato nei confronti del paziente pediatrico con disabilità richiede talvolta una formazione specifica ed un alto livello di conoscenze e competenze, anche nell’ambito del Dipartimento Radiologico, che fornisce servizi a una vasta gamma di pazienti con diverse esigenze. Al di là del progredire delle nuove tecnologie che contribuiscono allo sviluppo di nuove metodiche diagnostico-terapeutiche, nell’approccio al paziente la coscienza professionale invita a cercare di contribuire per migliorare in maniera esponenziale la professionalità, proponendo soluzioni innovative che possono nascere dall’esperienza. È perciò necessario che il progetto assistenziale sviluppato dai diversi operatori sanitari, fra cui anche il TSRM, sia sostenibile dal bambino e dalla famiglia, e che vengano sviluppate strategie assistenziali e di gestione dell’emergenza calibrate sul bambino e sulla famiglia. Quindi la gestione del paziente pediatrico con disabilità ha come requisito fondamentale l’attenzione all’accoglienza e all’approccio sistematico al bambino e alla famiglia per garantire la diagnosi-cura in maniera congrua a quelle che sono le necessità del paziente, legate alla coesistenza delle problematiche mediche con gli aspetti psico-sociali che ne derivano, che si vengono a configurare come ulteriore motivo di accrescimento dell’attenzione alla cura del paziente e al modo di relazionarsi a esso, considerando che i pazienti pediatrici e in condizioni di disabilità sono più vulnerabili e Approccio radiologico al bambino disabile 33 necessitano di un approccio comportamentale nella progettazione e nella messa in atto degli interventi che sia strutturato su misura per porre l’attenzione anche sulle difficoltà associate. La comunicazione è un fattore chiave per la vita di tutti i giorni di queste persone, ma richiede speciali requisiti per limitare i disagi e rendere più agevole la partecipazione alla vita quotidiana; le malattie disabilitanti ad elevata complessità rappresentano una sfida e una opportunità nel campo della Radiologia Pediatrica per ridefinire nuovi orizzonti e nuovi scopi nella pratica clinica e nelle politiche di salute infantile. Scopo L’obiettivo è, quindi, quello di migliorare l’approccio del bambino rispetto al mondo medico-clinico, visto e considerato che il paziente pediatrico disabile necessita di prestazioni specialistiche dedicate il cui accesso deve essere facilitato da un processo continuamente in atto di comprensione e umanizzazione grazie all’apertura multisettoriale della scienza sanitaria(3). Accogliere il piccolo disabile in Radiologia, o più genericamente un paziente pediatrico, in maniera idonea, significa accogliere i bisogni e le esigenze da loro maggiormente avvertiti in maniera adeguata, professionale, dare prioritaria importanza alla comunicazione, permettendo a quei bisogni così fortemente espressi dalle famiglie di avere una risposta. Per veicolare realmente un migliore approccio ai bambini con disabilità e alle loro famiglie bisogna promuovere un corretto approccio degli operatori sanitari alla relazione con le famiglie e i bambini stessi, accrescendo la consapevolezza delle famiglie e offrendo al bambino con disabilità una risposta adeguata ai suoi bisogni speciali(4). Fig. 1 - Sala Diagnostica del Reparto di Radiologia dell’ Ospedale dei Bambini G. Di Cristina di Palermo. Fig. 1 - Room Diagnostics Department of Radiology of the 'Children's Hospital G. Christina of Palermo possono agevolare l’accoglienza per il paziente disabile e quindi portarlo delicatamente alla collaborazione sono spazi giochi per bambini, pieni di box di giocattoli, pupazzi, dvd di cartoni animati, murales raffiguranti immagini infantili a loro familiari (Fig. 1), quindi uno spazio lontano dalle affollatissime e rumorose sale d’attesa che non fanno altro che aumentare la tensione del bambino legata all’ansia di doversi sottoporre a procedure mediche quali quelle radiologiche, visto che il bambino ha bisogno di spazi che prediligano il silenzio, perché si possa rassicurare e rasserenare, essendo le apparecchiature più imponenti quasi “mostruose” per il bambino. Lo stesso vale per le sale diagnostiche che devono essere adatte al bambino per stimolarlo positivamente (Fig. 2). Garantendogli un ambiente Materiali e metodi Il bambino che deve sottoporsi a indagini radiologiche ha particolari necessità, specialmente se disabile, per cui sono spesso necessari sistemi che possano calmare i bambini spaventati, che stanno per sottoporsi a procedure radiologiche; il supporto morale, l’empatia e le attività ludiche aprono le porte per la collaborazione che è di fondamentale importanza per rendere più agevole ed efficace la pratica clinica, e nello specifico quella radiologica. Inoltre nell’approccio psicologico al bambino va considerato che esso è diversificato a seconda dell’età ed del grado di disabilità, quindi del diverso stadio di sviluppo cognitivo del paziente. Sistemi che Fig. 2 - Sala Diagnostica del Reparto di Radiologia dell’ Ospedale dei Bambini G. Di Cristina di Palermo. Fig. 2 - Room Diagnostics Department of Radiology of the 'Children's Hospital G. Christina of Palermo 34 di lavoro “familiare” e una comunicazione che infonda fiducia e sicurezza in lui, nella sua famiglia, e nel personale preposto all’esame, si arginano i rischi e si limitano gli errori, garantendo la collaborazione del piccolo anche nei casi in cui è richiesta l’immobilità, cioè sempre in radiologia. Le modalità di approccio in sala diagnostica costituiscono un altro fondamentale metodo nell’accoglienza del bambino disabile perché è necessario stabilire un contatto col piccolo paziente, ad esempio attraverso l’empatia, cioè mettendosi nei suoi panni per capire cosa lo preoccupa. Nell’approccio al paziente pediatrico in sala diagnostica è importante che il TSRM non tralasci dei passaggi fondamentali per accogliere e rassicurare il bambino, fra cui i più importanti sono: avvicinarsi al bambino lentamente mettendosi alla sua altezza, presentarsi e chiedere nome ed età, lasciando il bambino vicino al genitore fino al momento d’inizio dell’esecuzione dell’esame radiologico(5). Fondamentale è anche approcciarsi al bambino tramite un linguaggio semplice e comprensibile, spiegando al bambino tutto quello che succederà e ogni azione prima di eseguirla e perché viene fatta, e permettere al bambino di tenere accanto a sé oggetti che lo rassicurano come i suoi giochi. È importante responsabilizzare il piccolo paziente, facendogli capire che la sua collaborazione è fondamentale e che non proverà alcun dolore durante l’esecuzione delle indagini radiologiche, usare un tono di voce calmo ma autorevole e chiamarlo per nome e mostrarsi tranquilli e sorridenti: tutto questo serve a costruire un rapporto di fiducia con il bambino, anche se in genere l’approccio varia in base alla fascia d’età in cui si colloca il paziente(6). Altro aspetto metodico che non è possibile tralasciare consiste nella spiegazione dell’esame al bambino con disabilità e al genitore, perché l’esame radiologico deve essere preceduto da adeguate spiegazioni delle procedure al bambino e ai genitori per migliorare la collaborazione del piccolo paziente, evitando così la ripetizione delle indagini e la somministrazione di ulteriori dosi di radiazioni, perciò nel lavoro del TSRM va tenuto conto del tempo necessario per questi preliminari; inoltre i bambini sono molto sensibili all’apprensione e al timore dei loro genitori, e questo influenza la loro collaborazione e la loro disponibilità al sottoporsi agli esami diagnostici. I genitori, o i parenti in genere, rappresentano dei collaboratori importanti per il successo della procedura, infatti i dati anamnestici vengono riferiti dai genitori, inoltre essi conoscono le modalità di superamento di particolari atteggiamenti del paziente che potrebbero disturbare Health Professionals Magazine 12, 4, 2010 l’esecuzione delle indagini. L’obiettivo del TSRM sarà quello di guadagnare la fiducia dei genitori e del bambino con un atteggiamento professionale, dimostrandosi collaborativo, disposto ad ascoltare e competente, mantenendo il suo ruolo di operatore sanitario dimostrando di riuscire a gestire questa particolare situazione assistenziale senza difficoltà(7). Risultati Il risultato di questa analisi multidisciplinare dell’approccio al paziente pediatrico disabile consiste nella consapevolezza che il vantaggio di un’assistenza coordinata è oggettivabile in termini di crescita culturale, in termini di soddisfazione dei familiari e anche in termini economici; la spesa di un’assistenza coordinata è compensata dal notevole risparmio che il servizio sanitario ha in termini di riduzione dei costi legati alle complicanze e allo sperpero di risorse. Prestare assistenza al paziente pediatrico disabile apre una dimensione professionale molto più difficile del prendersi cura, perché è incentrata sull’assumere la relazione con il paziente in una dimensione antropologica, condizione necessaria alla presa in carico e alle sue complesse applicazioni terapeutiche, per una reale promozione della qualità della vita che necessita di una sempre maggiore partecipazione del paziente e della sua famiglia all’intero percorso clinico(2). I pazienti pediatrici e disabili necessitano di prestazioni specialistiche dedicate che non possono prescindere da considerazioni che riguardano la tutela nell’attuazione dell’assistenza, e il fatto che si trovino nella condizione di bisogno di ricevere dei servizi le pone in una situazione per cui dipendono dai valori e dagli atteggiamenti degli operatori sanitari che gli stanno attorno prestando loro assistenza. La disabilità dovrebbe spingere a un riavvicinamento, empatico ma non solo, fra professionista sanitario, paziente e familiari, per adattarsi a un problema dell’uomo in maniera umana, appropriata e corretta, che spinge all’approfondimento della conoscenza dell’assistito. L’aggiornamento e il coinvolgimento di tutte le figure professionali che lavorano nell’ambito della sanità,compreso il TSRM, e hanno a che fare con le disabilità, è di fondamentale importanza per risvegliare l’interesse culturale riguardo un argomento dalle enormi complessità tanto organizzative quanto concettuali, in un ambito in cui ricerca scientifica e prassi diagnostico-terapeutica non sono solo due aree differenti ma due aspetti che possono interagire fra loro positivamente. 35 Approccio radiologico al bambino disabile Discussione Negli ultimi anni abbiamo assistito a progressi nella diagnosi, nel trattamento e nei modelli dei servizi per le persone in condizioni di disabilità, che sono divenute più visibili nella comunità, aspetti questi di fondamentale interesse per i professionisti che si occupano di assistenza e che provvedono ai bisogni di queste persone in questo campo(3). Le caratteristiche dell’approccio presuppongono l’approfondimento di conoscenze e competenze sullo sviluppo fisico, psico-motorio, cognitivo e sociale del bambino, così come la condivisione di protocolli prestabiliti e predefiniti, a cui si affiancano specifiche attitudini comunicative, tenuto conto che il TSRM nello svolgimento della sua professione, prestando assistenza a un paziente pediatrico, si trova a frapporsi come interfaccia tra il bambino, i genitori e la struttura ospedaliera. Tutto questo implica da parte dell’operatore la conoscenza di specifiche tecniche di comunicazione per porsi al bambino e ai familiari secondo modalità ottimali(8). Il paziente pediatrico, specie se disabile, rende necessaria l’evoluzione di processi predefiniti utili per accoglierlo salvaguardandone l’integrità psicologica rispetto all’ambiente circostante, per cui bisogna accoppiare alla cultura medica una profonda cultura umanistica. Infatti l’ambiente medico degli adulti è visto come un mondo ostile dal bambino, che ha ancora una personalità in via di sviluppo e non definita, rendendo fondamentale l’esigenza di mutare gli atteggiamenti sanitari in modo che questi comprendano, nel loro sviluppo, una enorme attenzione ai bisogni dell’individuo nella sua totalità. Questo è il motivo per cui nelle strutture ospedaliere, soprattutto in ambito pediatrico, è necessaria un’umanizzazione che allontani il concetto di ospedale quale luogo asettico di diagnosi e terapia. È l’immaginario che può contribuire al processo di umanizzazione nelle strutture sanitarie, sotto forma, ad esempio, di arti visive: esse possono infatti rivelarsi un eventuale tubo di scarico per la tensione del malato costituendo il punto di rottura del circolo di ansia e tensione che la degenza crea, con l’intento di creare un’armonia che aiuti il paziente a vivere serenamente la malattia e la degenza, creando altresì una “deospedalizzazione” dei piccoli degenti(9). Conclusioni Nella gestione del bambino disabile (ad esempio con glaucoma, disturbi cognitivi, au- tismo, sordità, fibrosi cistica, patologie neuromuscolari, deformità vertebrale neurogena) a livello assistenziale sono coinvolti non solo i medici che si occupano di lui quotidianamente, ma anche i genitori e gli operatori sanitari, come il TSRM, figura essenziale e imprescindibile per l’esecuzione di indagini radiologiche, spesso fondamentali per il trattamento di questi piccoli pazienti; inoltre i genitori talvolta aiutano a fermare l’attenzione su aspetti spesso non considerati dagli addetti ai lavori. Ci sono vari aspetti di pari importanza che catturano l’interesse riguardo questa tematica che interessa bambini con malattie anche rare, che hanno un ruolo fondamentale nell’opera di sensibilizzazione e nella concreta risoluzione dei molti e complessi problemi legati al tema della disabilità(10). Uno di questi potrebbe essere la possibilità di creare mezzi, strumenti e figure professionali che possano garantire un’assistenza adeguata per i bambini disabili, che non tralasci la considerazione delle difficoltà, anche tecniche, legate alle deospedalizzazione, e che focalizzi la sua attenzione su aspetti fondamentali come il superamento del particolare, visto e considerato che le famiglie dei bambini con disabilità hanno spesso esigenze personali comprensibili ma non sempre identiche o di pari importanza, poiché il particolare spesso si riferisce alla considerazione della minorità del proprio bambino in quanto disabile. Infine, non si può sottovalutare l’importanza della necessità dell’ascolto per tutti i soggetti interessati all’assistenza del bambino disabile, per far si che la condivisione aiuti gli operatori sanitari come il TSRM ad avvicinarsi al bambino, ragionando efficacemente sulle effettive necessità del bambino disabile grazie a un ascolto attento e corretto che elimini dalla mente pericolose preoccupazioni, facilitando la collaborazione del bambino e dei genitori nell’esecuzione dell’indagine diagnostica(11). Bibliografia 1. Zampino G, Selicorni A. Pediatria della Disabilità. Prospettive in pediatria 2010, 40 (159-160), pp. 89-101. 2. Di Sauro R, Caria V. Bambini Ospedalizzati, Associazionismo ospedaliero e oncologia pediatrica, 2010. 3. Bouras N, Holt G, Day K, Dosen A, Scapicchio P, Cabras P. 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