Scheda di approfondimento

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NOTE IN DO LENTI
Installazione di Raffaella Formenti
Loggia Vecchia, Piazza dei Signori, Verona
in collaborazione con Isolo 17 Gallery
8-17 ottobre 2016
8 ottobre inaugurazione, ore 18:00
“Il Flauto magico, l’opera che più facilmente viene proposta anche ad un pubblico di bambini, quasi fosse fola per
folle, narrando d’amore cela ben altre arcane alchimie, e il dichiarato autore del libretto non è l’autore del libretto,
e la Regina della Notte non è Regina, così come nella Loggia Vecchia torri di scatole non saranno torri di scatole, le
cromie e l’affastellarsi di note di colore in esuberante divagazione, quasi in gorgheggio, non saranno semplice carta
piegata al dire o al raffigurare, ma prenderanno forma nello sguardo di chi ne farà esperienza visiva d’ascolto. Il
pensiero scorre oltre il rigo e sul colore, accentando ciò che si è disposti ad ascoltare, leggere, vedere. Un respiro
senza risposta certa. Un invito a mettere in gioco il proprio sguardo come protagonista saggio e riflessivo.
Note in DO lenti: quando il DO minore raccoglie le tonalità dell’affanno da PIL in cerca di soluzioni. In scena archi
privi di frecce. Metafore. Crome e cromìe a smarginare, vecchie e nuove domande nella penombra della Loggia
Vecchia, accanto a chi ha tomba. Scaligera.
Con Mozart il rigo rompe le righe della committenza, il pensiero illuminista scardina i confini della sottomissione al
potere di Principi e porporati, ma a fine vita lui sarà ossa sparse in fossa comune e ricchi delle sue opere i posteri.
Nota dolente sempre attuale, nel fragore forzato del fare PIL, in cui a stento appaiono musica e arte in appunto a
margine, come nulla contasse in vita questo sperimentato lievito di condivisione della ricchezza nelle differenze, alla
ricerca di una felicità che si sgretola invece in consumi e ossa.
Musica e arte, allora come ora, prendono vigore e nutrimento dalle strade, dalle feste popolari, dall’opera buffa,
dalle nenie domestiche, dai cori sacri di differenti credo e dal rigore nel misurarsi con quanti prima di lui, di noi,
hanno fatto dell’arte palestra esperienziale del pensiero e del vivere, pur se in carsici fiumi d’intenti non sempre
palesi ad un fruitore distratto o incolto.
Mozart respira e diffonde, con finta ingenua follia sopra le righe, una nuova libertà individuale contro il peso della
sudditanza. E tra le sue note si trovano in commistione note di Corali luterane e Kyrie cattolici, in bocca ad
armigeri senza armi.
Pazienza, saggezza, risolutezza, per giungere fino al regno di Sarastro. Giungervi è vedere le cose con il proprio
sguardo.
Nel confrontare linguaggi cerco l’attitudine insita nell’operare, non la singola narrazione a cui fare ennesima
postilla. Sotto la Loggia non ci sarà la scenografia di un’opera di Mozart, ma un’installazione che prende forma così
come le note nascono a inseguimento di un libretto, o le parole dalle note stesse. L’arte dialoga ingrata al Tempo e,
in questo caso, protetta dalla grata che, come il velo della Regina della Notte, celerà risposte preconfezionate al
pubblico assuefatto d’immagini. Anche il Principe per Vedere si fa Uomo”.
L’attitudine con cui lavora l’artista è legata al concetto di DERIVA. Navigare nella realtà come si fosse all’interno di
un cervello elettronico, con molle scattanti in libertà: costante nel suo lavoro è il riferimento al web, da cui attinge
le terminologie e ne fa parodie cartacee, ridisegnando con ironia l’aspetto più fragile e umano nelle sue invasive
installazioni. Alcune sue opere (tra cui la “Torre Informatica” del ’92) fanno parte della collezione del Museo MART
di Rovereto ed esposte in occasione di mostre sull’Archivio Nuova Scrittura, tra cui le recenti “La Parola nell’Arte”
al MART e “Libri Taglienti Esplosivi e Luminosi” al Museion di Bolzano.