Comunicato Kemet
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Comunicato Kemet
PETIZIONE KEMET Siamo al dunque. La situazione Kemet è arrivata a un punto di rottura e non solo per il numero di dipendenti che la ditta ha ora a suo carico, o per i nuovi esuberi richiesti, o per le nuove turnazioni che verrebbero imporre, ma per l’intero quadro di riferimento mutato tra la campagna elettorale ed oggi. La grande illusione che la crisi fosse finalmente alle nostre spalle è ormai evidentemente svanita. L’Italia, purtroppo, è un paese che non consente alle imprese non di primaria grandezza di rimanere in vita, costringendo chi desidera avere ancora qualche chance sul mercato globale ad andare a produrre in paesi dove il carico ed i costi per le imprese sono decisamente inferiori. Qui, nella nostra Sasso Marconi, ci si è adoperati in ogni modo possibile e immaginabile per far sì che una realtà produttiva così importante potesse restare sul territorio. La Minoranza Consiliare di allora, dopo una lunga e impegnativa petizione ed attività sul territorio, riuscì, non senza fatica, a portare a Sasso Marconi un Vice-Ministro affinché sbloccasse i fondi per la cassa integrazione richiesta dall’azienda; il Comune, da parte sua, per rendere più appetibile tutta l’operazione, cambiò la destinazione urbanistica dell’area di San Lorenzo, rendendola edificabile. Ora, tra la cessione del ramo d’azienda meccanico, la necessità di ulteriore riduzione di personale e i nuovi sacrifici richiesti a chi rimarrà, quello della Kemet pare piuttosto un piano concertato per andare al classico stillicidio per sfinire i Sindacati, le Istituzioni ed i Lavoratori, in modo da smontare l’azienda poco alla volta ed andarsene alla chetichella. Pensiamo che questa sia la situazione che ogni lavoratore della Kemet sta purtroppo sospettando. Ebbene, noi di UN’ALTRA SASSO non vogliamo accettarla ed arrenderci. E come noi, vorremmo che anche il Consiglio Comunale, il Sindaco ed il paese non la accettasse e non si arrendesse. Non avendo altri strumenti, non possiamo fare altro che chiedere a gran voce di tornare a cambiare la destinazione urbanistica dell’area di San Lorenzo in quanto la Kemet non ha onorato gli accordi e le promesse fatte ai lavoratori e al paese. Oggi appare purtroppo evidente che i vertici aziendali avevano da sempre l’idea di andare via dal nostro territorio, purtroppo trovando facile sponda in un sistema di potere molto omologato alle posizioni aziendali e che ha sempre accettato riduzioni di personale non facendo mai leggere ai Consiglieri che ne hanno fatto più volte richiesta in sede istituzionale, i piani industriali e gli accordi sottoscritti. Cosa nascondevano? Su questo punto ci sono responsabilità politiche gravi che si allacciano alla situazione che oggi si prospetta: nel giro di 700 giorni potrebbero non essere più sul territorio né la Kemet né la Manz. Accettare infatti questa ulteriore riduzione vuole anche dire rendere non più competitivo, dal punto di vista dei costi fissi e degli ammortamenti, lo stabilimento visti anche i così pochi dipendenti rimasti a Pontecchio. Ciononostante l’elemento maggiormente in rilievo della situazione di disarmo della Kemet è costituito dal fatto che l’ultima volta che se ne parlò in Consiglio Comunale, la proprietà dell’azienda aveva espressamente affermato che avrebbe assunto tenta/trentacinque ingegneri del reparto ricerche/sviluppo di cui ad oggi non solo non ve ne è traccia, ma neppure c’è più nessuno che domandi alla dirigenza di renderne conto. Noi invitiamo TUTTI i cittadini, le forze politiche, i Sindacati e i Lavoratori a firmare la nostra petizione per chiedere un intervento diretto da parte del Ministero del Lavoro sulla questione e per ricordare agli amici americani della Kemet che gli impegni e la parola data vanno rispettati e che non pensino di riempirsi le tasche sulla pelle del paese e dei nostri cittadini, perché questo noi non lo permetteremo! Questa raccolta firme è aperta a tutti coloro che hanno a cuore la sorte del nostro sistema produttivo e di tanti operai e impiegati che rischiano di trovarsi, dall’oggi al domani, senza più un lavoro. Nonostante le INNUMEREVOLI promesse fatte e l’accordo sancito fra Comune, sindacati, azienda e Ministero del Lavoro, la Kemet ha recentemente annunciato ulteriori esuberi e modifiche all’orario di lavoro che non sono più accettabili, venendo così DEFINITIVAMENTE meno a quell’accordo. Le firme raccolte saranno quindi consegnate al Sindaco e al Ministero del Lavoro affinché ricordino all’azienda le concessioni che gli sono state elargite (e che, senza il rispetto dell’accordo, DEVONO essergli tolte) e ai responsabili della Kemet per ricordare loro gli impegni assunti nei confronti della nostra comunità e nei confronti di tutti coloro che devono il proprio sostentamento al lavoro in azienda. Le firme saranno raccolte nei banchetti cittadini, al mercato del paese e di fronte alla fabbrica. 1