programme cinema europeo def

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programme cinema europeo def
E’ lecito, utile e possibile, oggi, parlare di cinema europeo?
Esiste, fra le varie cinematografie nazionali, un’identità
comune, un tratto distintivo, una sensibilità diffusa che
possano essere assunti come possibili denominatori comuni?
Difficile dirlo.
La nozione di identità è già di per sé sufficientemente
insidiosa e sfuggente (liquida, direbbe qualcuno). Applicata al
cinema, rischia di essere una forzatura. Eppure.
Eppure, negli ultimi anni i film di produzione europea
sembrano davvero possedere un’anima sovranazionale, un habitat
immaginativo e un paesaggio socio-antropologico comune.
Soprattutto, sembrano animati dal medesimo desiderio condiviso:
quello che il cinema non sia più soltanto uno “specchio”
del mondo, ma un dispositivo capace di interrogarrlo, il
mondo, e di farne emergere le contraddizioni, le ferite non
cicatrizzate, i sogni infranti, le occasioni perdute.
L’identità europea, probabilmente, è una chimera. Non c’è. Non
c’è ancora, o forse non c’è più. E tuttavia il cinema pensato,
prodotto e consumato nel “vecchio continente” sembra - a volte
- andare alla ricerca del suo fantasma: la maggior parte dei
film europei non viaggia sulle ali della fantascienza, non
insegue la pirotecnia dell’effetto speciale, non si inebria di
sinestesie plurisensoriali, ma lavora piuttosto sui confini del
visibile per cercare di esplorare la dimensione interiore delle
coscienze e i paesaggi dell’anima. Anche i film inseriti nella
rassegna “Alla scoperta del nuovo cinema eurropeo”, promossa
dagli Istituti Europei di Cultura a Milano, vanno quasi tutti
nella medesima direzione: ci ricordano che l’identità ha lo
statuto ontologico di un progetto, più che di un postulato;
e che ha più a che fare con il voler essere che con l’essere
stati, più con il dove si va che con il da dove si viene. In
questo senso sono tutti film contemporanei: non perché prodotti
nell’ultimo biennio, ma perché capaci di farci stare dentro un
transito che, in un modo o nell’altro, ci tocca, ci punge e ci
riguarda.
presenta
alla scoperta
del nuovo
cinema europeo
una selezione dalla rassegna
del Nuovo Cinema Europeo di Genova
19 - 22 aprile 2006
l’espace de projection
corso magenta 63, milano
Gianni Canova
Programma
ingresso libero
con il patrocinio di
Commissione Europea
Rappresentanza a Milano
aprile
m.19
19.00
“Ricordare Anna”
di Walo Deuber (Svizzera)
e il sostegno di
versione originale sottotitolata in inglese
21.00
“Ryna”
di Ruxandra Zenide (Svizzera/Romania)
versione originale sottotitolata in francese/inglese
g.20
19.00
si ringrazia
“Netto”
di Robert Thalheim (Germania)
versione originale sottotitolata in inglese
21.00
“Je ne suis pas là pour être aimé”
di Stéphane Brizé (Francia)
versione originale
v.21
19.00
“Silentium”
di Wolfgang Murnberger (Austria)
versione originale sottotitolata in italiano/inglese
21.00
“Crash Test Dummies”
di Jörg Kalt (Austria)
versione originale sottotitolata in italiano/inglese
s. 22
15.30 “Backstage”
di Emmanuelle Bercot (Francia)
versione originale
17.30
“Weltverbesserungsmaßnahmen”
di Jörg Hintzer e Jakob Hüfner (Germania)
versione originale sottotitolata in inglese
Informazioni
le centre culturel français de Milan, c.so Magenta 63, Milano
tel. 024859191
www.lecentreculturelfrancaisdemilan.it
Forum Austriaco, Piazza del liberty, 8, Milano
tel.02 783741-522632
www.austriacult.milano.it
Goethe Institut Mailand, via San Paolo 10, Milano
tel.02 7769171
www.goethe.de/milano
Istituto Svizzero di Roma - Centro culturale di Milano
via Vecchio Politecnico 3, Milano
tel. 02 76016118
www.istitutosvizzero.it
mercoledì 19 aprile
venerdì 21 aprile
“Ricordare Anna”
“Silentium”
Viktor Looser ripercorre dieci anni del
proprio passato. Non riesce a superare
la morte della figlia Anna e dei suoi due
bambini. In gravi condizioni di salute,
Viktor Looser decide di dare ancora uno
sguardo al passato e si reca nel luogo
a cui sua figlia era molto legata: la
Sicilia. Nei dialoghi con Anna morta,
che nel corso della ricerca gli si riavvicina magicamente,
l’immagine degli amori e dei dolori della figlia inizia a
ricomporsi. Scopre così l’origine del suo grande amore per
Salvo.
Il genero del presidente del Festival di Salisburgo è morto.
Dicono che sia suicidio. Per la chiesa è una fortunata
coincidenza, perché il defunto suscitava l’interesse con
racconti scandalosi della propria gioventù in seminario. Il
protagonista Brenner incontra la vedova che lo corteggia e
gli chiede, dietro cospicuo compenso, di trovare le prove
per dimostrare che il marito è stato ucciso. Un giallo
dietro le quinte di un convento e del Festival di Salisburgo
sulla base della sceneggiatura del rinomato autore
austriaco Wolf Haas e la collaborazione del regista Wolfgang
Murnberger e dell’attore Josef Hader.
di Walo Deuber
2005, 96’ (Svizzera)- v.o. sottotitolata in inglese
con Mathias Gnädinger, Bibiana Beglau, Pippo Pollina
Walo Deuber (1947, Friburgo) è giornalista, autore e sceneggiatore
di lungometraggi. Insegna drammaturgia alla School of Art&Design di
Lucerna ed è visiting professor alla California State University Long
Beach.
Filmografia: Der schwarze Tanner (1984), Videopoly (1985),
Klassezämekunft (1988), Spuren verschwinden (1998).
“Ryna”
di Ruxandra Zenide
2005, 93’ (Svizzera/Romania), v.o. sottotitolata in francese/inglese
con Dorotheea Petre, Matthieu Rozé
Ryna, ragazza di sedici anni nata in una famiglia povera
in Romania, è educata come un maschio da suo padre, che
voleva un figlio. Attraverso la storia di una ragazza in
cerca della propria identità, Ryna racconta il crollo di un
mondo dittatoriale fatto di oppressione sociale e rievoca il
totalitarismo nascosto sotto una falsa maschera di libertà.
Ruxandra Zenide (1975, Bucarest) di origine svizzera ha studiato alla
FAMU di Praga e alla New York University.
Filmografia: Shoot me (1999), The Hole (1999), The Waiting Room (2001),
Dust (2002), Green Oaks (2003)
giovedì 20 aprile
di Wolfgang Murnberger
2004, 110’(Austria), v.o. sottotitolata in italiano/inglese
con Josef Hader, Maria Köstliner, Udo Samel
Wolfgang Murnberger, nato nel 1960, studia a Vienna presso il
rinomato Seminario Max Reinhardt, nella classe di Axel Corti.
Regista cinematografico dal 1990. I suoi film sono stati premiati a
Rotterdam, Tokio ed al Festival “Viennale”.
“Crash test dummies”
di Jörg Kalt
2005, 93’ (Austria), v.o. sottotitolata in italiano/inglese
con Maria Popistasu, Bogdan Dumitrache, Simon Schwarz,
Kathrin Resetarits, Barbara Albert
Una coppia romena arriva senza soldi
a Vienna. Le loro vie si separono,
incrociandosi con quelle dei Viennesi
per poi ritrovarsi di nuovo. Un film
sulle coincidenze non controllabili e
gli incidenti controllabili, sul dolore
della comicità, sull’amore e sul nucleo
tragico della vita. Il film è stato premiato al Festival
“Diagonale” 2005 di Graz e al Festival de Cine 2005 di
Siviglia.
Jörg Kalt, nato nel 1967 a Suresnes nei dintorni di Parigi, studia
dal 1994 al 2001 presso l’Accademia Cinematografica di Vienna, nella
classe di Peter Patzak. Prima fiction nel 2002: “Verso il futuro
attraverso la notte”.
giovedì 20 aprile
sabato 22 aprile
“Netto”
di Robert Thalheim
2005, 87’ (Germania), v.o. sottotitolata in inglese
con Milan Peschel, Sebastian Butz, Christina Grosse
Dopo molti anni il quindicenne Sebastian
bussa alla porta di suo padre Marcel.
Sua madre, incinta, vuole trasferirsi con
lui dal suo nuovo compagno nella parte
ovest di Berlino. Sebastian si rifugia
nell’appartamento diroccato del padre,
disoccupato, fan della musica country e in
cerca senza successo di un posto. Sebastian
aiuta il padre a redigere una richiesta di lavoro di successo
e i due diventano un team amichevole. La relazione particolare
tra padre e figlio deve però superare una nuova prova: Sebastian
presenta al padre Nora.
Robert Thalheim (1974, Berlino) è assistente di regia presso il Berliner
Ensemble dal 1997-98. Dal 1999, è curatore della pubblicazione culturale
“Plotki”. Dal 2000 studia regia presso la HFF “Konrad Wolf” PotsdamBabelsberg e nel 2003 realizza la sceneggiature e la regia di “Wild
Boys” presso il Maxim Gorki Theater Berlin. Borsista della Fondazione
Heinrich-Böll.
“Je ne suis pas là pour être aimé”
di Stéphane Brizé
2004, 93’ (Francia), versione originale
con Patrick Chesnais, Anne Consigny, Georges Wilson
50 anni, ufficiale giudiziario dal cuore e
dal sorriso stanchi, Jean-Claude Delsart
ha abbandonata già da tempo l’idea che la
vita possa ancora riservargli delle belle
sorprese. Un matrimonio finito male, un
figlio distante e un padre inacidito hanno
contribuito alla sua malanconia. Fino al
giorno in cui spinge la porta di un corso
di tango...
Stéphane Brizé è regista, sceneggiatore e attore. Gira alcuni
cortometraggi che ricevono numerosi premi e anche la clip per la
canzone de Peter Kroener. Il suo primo lungometraggio “Le bleu des
villes” (1999) ottiene il premio alla “ Quinzaine des rèalisateurs”
per la migliore sceneggiatura.
“Backstage”
di Emmanuelle Bercot
2005, 115’ (Francia), versione originale
con Emmanuelle Seigner, Isild le Besco, Noémie Lvovsky
Lucie, 17 anni, è una adolescente normale
ma con un’ammirazione sfrenata per una
celebre cantante, Lauren Waks, artista
segreta e inaccessibile. I muri della
sua camera sono tapezzate dalle foto
del suo idolo. Circostanze impreviste le
consentiranno di introdursi nell’intimità
della cantante. Si immerge così con innocenza in una
relazione passionale con la star dei suoi sogni.
Emmanuelle Bercot studia danza e teatro prima di entrare alla
Femis. Gira diversi cortometraggi tra cui “Les vacances” (premio
della giuria 1997 a Cannes). Seguono “La puce” nel 1999, “La classe
de neige”, primo lungometraggio e “Clément” presentato a Cannes
nel 2001. In “Backstage”, presentato alla Mostra di Venezia 2005,
prosegue la sua esplorazione del malessere adolescenziale.
“Weltverbesserungsmaßnahmen”
(Misure per migliorare il mondo)
di Jörge Hintzer e Jakob Hüfner
2005, 88’ (Germania), v.o. sottotitolata in inglese
con Thomas Schmieder, Rüdiger Klink, Max Mauff
Una “cassa malattia attiva” dove gli assicurati si curano
da soli per risparmiare i costi. Una nuova valuta, che scade
in poche settimana e invita a spendere subito. Disoccupati
che trovano una nuova occupazione in qualità di “fratelli in
prestito”. L’ufficio all’aria aperta che finalmente pone fine
all’attività sedentaria. Utilizzare le persone come fonte
autarchica di energia... “Abbiamo bisogno di più pazzi che
si fidano ad inseguire un’idea, anche quando appare del tutto
insensata” affermano i registi Jörn Hintzer e Jakob Hüfner.
Jörge Hintzer (1966) è allievo modello della Kunstakademie Münster
e ha ricevito numerosi premi che documentano un’attività artistica
di successo.
Jakob Hüfner (1971) ha realizzato parecchi cortometraggi
e ha lavorato in qualità di attore in alcune produzioni premiate.
“Weltverbesserungsmaßnahmen” è il suo primo lungometraggio.