conquiste - CISL Scuola Ravenna
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Fisascat, Filcams e Uiltucs stigmatizzano la dichiarata indisponibilità datoriale a trattare sui contenuti della piattaforma sindacale unitaria, in particolare su appalti, terziarizzazioni e mansionario; ed esprimono parere negativo sul testo proposto dall’azienda che contempla il ridimensionamento delle agibilità sindacali per le rappresentanze Rsa-Rsu, la possibilità di derogare al contratto nazionale ed alla normativa di riferimento e di stipula- Zara Italia, interrotte le trattative per il nuovo integrativo aziendale re accordi individuali sugli orari di lavoro. Previste inoltre limitazioni delle agevolazioni dei turni per le lavoratrici madri che utilizzano il congedo parentale facoltativo oltre a puntare alla obbligatorietà del lavoro festivo, trasformando la volontarietà del lavoratore in “prassi aziendale sulla richiesta di disponibilità” senza alcuna regolamentazione contrattuale di riferimento. Per il segretario naziona- le Fisascat Rosetta Raso “è gravissimo l’atteggiamento della direzione aziendale che antepone gli interessi economici ai diritti, peraltro già acquisiti, dei lavoratori. Valuteremo al termine delle assemblee dei lavoratori del 26 e 27 luglio le iniziative di mobilitazione da avviare a settembre per legittimare la contrattazione integrativa in una delle aziende che nonostante la crisi continua a regi- strare risultati economici positivi”. Anche il sindacato internazionale del commercio Uni Global osserva con attenzione gli sviluppi della vertenza di Zara Italia strettamente collegata al programma di attività in corso, che prevede per fine settembre lo svolgimento della prima riunione dei sindacati mondiali del commercio finalizzata a definire formalmente la piattaforma per la stesura di un accordo globale che miri a garantire parametri minimi di tutele per tutti i lavoratori delle multinazionali del Gruppo Inditex di cui anche il Gruppo Zara fa parte. ALCOA. Dal Tavolo al Mise nessuna certezza per i lavoratori Ideal Standard Raggiunto un accordo che salva i 400 lavoratori di Orcenigo. Sindacati: un grande risultato Giùlamaschera Bazzaro a pagina 7 SocialRoom Quella protesta non “getterà la spugna” D a Portovesme in nave fino al centro di Roma. Un’altra dura giornata di protesta e presidio per i lavoratori Alcoa di Portovesme. Anche se la trattativa non si sblocca la parola d’ordine è “non gettare la spugna”. Su twitter il racconto della forza dei lavoratori. Martano a pagina 5 Volkswagen: nasce il primo comitatato aziendale made in Usa. Una vittoria dell’Uaw. Ma ora i repubblicani chiedono al governatore del Tennessee di non concedere fondi pubblici all’azienda in caso di effettivo ingresso del sindacato Masucci a pagina 3 Nascelanuova Mirafiori N asce la nuova Mirafiori e un altro pezzo dello storico stabilimento dell’auto a Torino diventa globale. “La vera, unica e definitiva inaugurazione di Mirafiori ci sarà solo quando il primo prototipo del suv Levante scorrerà sulla nuova linea. Questo è certamente un bel giorno, ma non è ancora il nostro giorno”. Così il segretario Fim Torino - Canavese, Claudio Chiarle, commenta la cerimonia di inaugurazione di Officina 82, il nuovo quartiere direzionale di Fiat - Chrysler, avvenuta ieri nell'ex meccanica 2, un’area dismessa da oltre 20 anni. Zagaria a pagina 5 Benvenuti a pagina 8 Alitalia o Alihad purché migliori la gestione. La compagnia italiana non ha alternative alla vendita agli Emirati perchè non può continuare ad accumulare perdite Alitalia, decide il referendum Uil e autonomi sulle barricate S i aprono le urne, ma tra i sindacati di Alitalia il conflitto si fa - se possibile - ancora più acceso. Sotto l’incalzare degli eventi - leggi: l’assemblea dei soci che venerdì scriverà la parola fine sull’intera vicenda, approvando o bocciando l’accordo con Etihad - le sigle che hanno firmato il contratto nazionale e l’intesa sulla riduzione del costo del lavoro hanno convocato il referendum tra i lavoratori. C’è tempo fino a venerdì mattina alle 8, appena un’ora prima della riunione degli azionisti, perché con una vittoria del sì venga scongiurato il fallimento delle nozze con la compagnia araba, eventualità che aprirebbe le porte ad un altro fallimento, probabilmente definitivo: quello di Alitalia. Fadda a pagina 4 D’Onofrio a pagina 7 Inas-Tor Vergata Sinergia sulle malattie professionali I eri a Roma Inas e Università “Tor Vergata” hanno firmato un protocollo per combattere le malattie professionali. “L’obiettivo - ha spiegato Antonino Sorgi, presidente del patronato - è migliorare la conoscenza del fenomeno e le possibilità di sostenere chi lavora con servizi sempre più specializzati”. Dell’Unto a pagina 6 Camere Petriccioli (Cisl): il fisco locale Commercio, inasprisce la protesta fa centro effetti della crisi N o ai tagli lineari, sì a una vera riforma. A chiederlo sono i mille lavoratori del sistema della Camere di Commercio scesi in piazza a Roma per protestare contro il taglio del 50% del diritto camerale a carico delle imprese. Una mobilitazione forte che ha ottenuto l’impegno dei gruppi parlamentari a rivedere la norma contestata. Storti a pagina 2 I talia spaccata in due sulla pressione fiscale: secondo lo Svimez i territori più ricchi riducono i tributi, mentre i più poveri li aumentano. Commenta il segretario confederale Cisl Petriccioli: “Il peso del fisco locale incide pesantemente sul potere d’acquisto di lavoratori e pensionati, contribuendo ad inasprire gli effetti della crisi”. Lenzi a pagina 2 2 GIOVEDÌ 24 LUGLIO 2014 presidio Cgil Cisl Uil queCig in deroga Nuovo sta mattina in Piazza Monteciper sollecitare il governo al Oggi a Roma torio rifinanziamento degli ammortizzasociali in deroga. L'iniziativa, che si terrà dalle ore 9 alle ore 14 nuovo presidio tori come il sit-in che ha interessato scorso le regioni del nord Cgil Cisl Uil. martedì Italia (Piemonte, Lombardia, LiguVeneto, Friuli Venezia Giulia, Coinvolte regioni ria, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Romagna, Toscana, Mardel Centro, del Sud Emilia che, Umbria), riguarderà oggi le reregioni del centro, del sud e e delle Isole stanti delle isole (Lazio, Abruzzo, Campa- nia, Puglia, Calabria, Basilicata, Molise, Sicilia, Sardegna). Alle 10.30 sono previsti gli interventi dei tre Segretari Generali, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti. Intanto nuovo stop al Jobs Act. La riunione della commissione Lavoro al Senato, prevista per ieri pomeriggio è stata sconvocata. Il ddl delega sul lavoro rimane fermo alla valutazione degli emendamenti. In particolare c’è il nodo dell'art.4 del ddl che tocca l'art.18 e i contratti a tutele crescenti. Una nuova convocazione non è ancora stata programmata; ma il rischio è che di Jobs act si possa tornare a parlarne dopo la pausa estiva. E inaugurando a Milano la Brebemi il premier Renzi ha affermato: “Noi siamo europei in tutto: non è pensabile che le regole del mercato del lavoro per gli imprenditori italiani siano diverse da quelle dei loro colleghi europei. Dobbiamo andare alle stesse regole che hanno i tedeschi e che ci mettano in condizione di investire a partire dalla formazione professionale”. Camere di Commercio, ieri grande manifestazione dei lavoratori a Roma: no ai tagli, sì a una vera riforma del sistema SipregadirimettereinordineleCamere N attualità Volpato (Cisl Fp): dopo la mobilitazione dai gruppi parlamentari impegno a modificare la norma o ai tagli lineari, sì a una vera riforma. A chiederlo sono i mille lavoratori delle Camere di Commercio, di Unioncamere, delle Unioni regionali e delle aziende speciali di tutta Italia che ieri a Roma hanno partecipato alla manifestazione nazionale indetta dai sindacati del pubblico impiego per chiedere al Governo di abrogare la norma (contenuta ne decreto Pa) che dimezza di fatto il diritto camerale a carico delle imprese. L’iniziativa, che prosegue il percorso di mobilitazione già avviato nei territori, vede le federazioni di categoria parti attive a difesa di un sistema nevralgico per le imprese e per le economie locali composto da più di 100 Camere di Commercio e sostenuto dalla professionalità di oltre 10mila lavoratori, considerati anche quelli dell'indotto. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl non si limitano a portare in piazza la protesta per fermare il rischio di smantellamento delle Camere. Le tre sigle inviano ancora una volta al Parlamento e al Governo un messaggio forte: serve una riforma vera, fatta insieme ai lavoratori, che renda più forte e meno costoso il sistema di sostegno alle imprese e allo sviluppo. Le proposte di riforma dei sindacati indicano una forte discontinuità rispetto alla linea avanzata dal governo e limitata alla sola rimodulazione delle fonti di finanziamento: riordino delle funzioni, razionalizzazione e integrazione della presenza sul territorio, riorganizzazione del sistema delle aziende speciali, eliminazione di duplicazioni e sovrapposizioni, garanzia dei servizi alle imprese e dei livelli occupazionali. “Alla manifestazione di Roma - evidenzia il segretario generale aggiunto della Cisl Fp, Daniela Volpato - hanno parteci- conquiste del lavoro L a nuova cassa del Mezzogiorno si chiama.... tasse! Sembra che il nostro Paese non riesca mai a liberarsi dalle zavorre che ne frenano la crescita: ieri, a darci l’ennesima notizia della irragionevolezza del peso fiscale, è stato lo Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, con il Rapporto ”Le entrate tributarie dei comuni italiani dal 2007 al 2012: crisi economica, federalismo e Mezzogiorno”. Nel 2012 ogni cittadino veneto ha versato al Comune 532 euro annue, un campano più di 550 euro. E’ la fotografia di un’Italia dove i territori del nord, più ricchi, stanno provando a ridurre i tributi mentre quelli del Meridione, più poveri, li aumentano. Stiamo parlando di tasse comunali cioè di quelle gabelle che si vanno a sommare alla tassazione nazionale - pato oltre mille lavoratori, una forte rappresentanza dei 10mila di tutto il sistema camerale. Il decreto del governo che vuole tagliare il 50% del diritto camerale, mette a rischio più di 3mila posti di lavoro”. Alla manifestazione hanno partecipato anche rappresentanti delle Istituzioni, membri del Parlamento e Presidenti delle Commissioni parlamentari, ai quali sono state esposte, in dettaglio, le ragioni della protesta. Al termine della manifestazione una delegazione sindacale delle tre sigle è stata ricevuta alla Camera dai Presidenti dei gruppi parlamentari di Pd, Sel e Lega Nord. I sindacati di categoria hanno rimarcato con forza l’impegno a percorrere ogni strada per cambiare i provvedimenti del governo (a partire dal decreto sulla Pa e dal ddl annunciato) e chiedere una riorganizzazione del sistema camerale con meno livelli, meno spese inutili e più “valorizzazione delle competenze che servono allo sviluppo del Paese”. E dopo la mobilitazione portata avanti da giorni, cominciano ad arrivare i primi risultati. La grande manifestazione di Roma e tutte quelle fatte nei giorni passati, spiega a proposito Volpato, “hanno ottenuto l’effetto di un confronto con il gruppo Pd e di un impegno dei Democratici ma anche di altri gruppi parlamentari a modificare la norma introducendo almeno per ora una gradualità nel tempo e un minor taglio”. “Siamo contro il taglio lineare - conclude la sindacalista - perché metterebbe in discussione il sistema camerale, che è un sistema che funziona, che fa rete e che serve al territorio, alle imprese e ai cittadini”. Ilaria Storti Comuni: rapporto Svimez sul fisco In Italia le tasse sono alte per tutti Ma al Sud si paga più che al Nord già altissima, soprattutto sui redditi da lavoro ed a quella regionale e che si inseriscono in un contesto di crisi per i bilanci municipali, con 180 comuni a rischio default. ”L’Italia - spiega il Rapporto Svimez - è spaccata in due dall’andamento della pressione fiscale. Nel 2012 al crescere del PIL, per ogni 1.000 euro pro capite in più, nei comuni del nord il prelievo si riduceva di 28 euro e 30 centesimi mentre al sud aumentava di 15 euro e 50 centesimi. Questo perché al Nord in presenza di una maggiore ricchezza diffusa si possono abbassare le aliquote e ridurre il peso del fisco”. In poche parole: se un Paese è ricco e cresce, può permettersi di abbassare le tasse, se è in recessione le deve aumentare. Ecco allora che l’indagine Svimez diventa un memento per la politica: o l’Italia tornerà a produrre o saranno più tasse per tutti. Che detto in un Paese che ha, da anni, un peso di tributi qausi insostenibile per i cittadini e lavoratori onesti, suona come un paradosso. Volendo sfruculiare le tasse comunali, anche al Nord - dove secondo il Rapporto Svimez sono in calo - beh, sommandole tutte, nazionali, regiona- li e (appunto) comunali, sono comunque troppe. "Lo studio dello Svimez sottolinea Maurizio Petriccioli, segretario confederale della Cisl - dice innanzitutto che il carico del fisco locale sui cittadini è abnorme ed in continua crescita come dimostrano anche i dati di gettito complessivo del Mef: dal 2007 al 2013 infatti, abbiamo pagato 3,3 miliardi di euro in più di addizionale regionale, 1,6 miliardi in più di addizionale comunale e 10,4 miliardi in più di Ici/Imu per un totale di 15,3 miliardi di euro aggiuntivi sborsati. Il peso del fisco locale incide pesante- mente sul potere d’acquisto di lavoratori e pensionati- continua Petriccioli- contribuendo ad inasprire gli effetti della crisi. I dati dello Svimez dimostrano, una volta di più, che il federalismo così come è stato realizzato, ha determinato solo un incremento di tassazione senza ridurre – anzi, amplificando – le differenze tra territori e senza migliorare la qualità dei servizi. I trasferimenti perequativi, previsti dalla delega sul federalismo sono una delle leve da impiegare per riequilibrare la distanza tra territori, ma accanto a questi è necessario accelerare sull’introduzione dei costi standard e del nuovo schema di bilancio". Senza riforme, serie ed eque, per abbassar le tasse a chi le paga sino all’ultimo euro, dunque, non si andrà da nessuna parte. Tenendo anche conto di una situazione che presenta forti differenze regionali. In assoluto nel 2012, per fare alcuni esempi, la pressione fiscale più alta si è avuta nei comuni liguri e campani, con un valore pari al 3,3%, seguiti dai pugliesi, 3,1%, dai calabresi, 3%, dai lucani, 2,9%, dagli abruzzesi, 2,7%. Le entrate tributarie comunali, poi, si sono concentrate essenzialmente su Addizionale Irpef, ICI/IMU e tassa sui rifiuti. Perché, come aveva anticipato Totò, ”è la somma che fa il totale”. Ed in Italia, il totale delle tasse da pagare per i lavoratori onesti, è davvero esagerato. Adda passà ’a nuttata. Massimiliano Lenzi 3 GIOVEDÌ 24 LUGLIO 2014 oltre 125 milioni le Onu: Sono ragazze e le donne viche, secondo l'Onu, 125 milioni venti hanno subito mutilazioni nei 29 Paesi dell' Africa e del Medio Oriendi donne in genitali te dove questa pratica è ed esistono Africa e M.o. prevalente dati per registrare il fenoSe l'attuale trend vittime di meno. dovesse continuare, è l'allanciato di recente mutilazioni larme dalle Nazioni Unite, circa di bambine in genitali 86tuttomilioni il mondo rischiano di subire qualche forma di infibulazione da qui al 2030. Un fenomeno difficile da arrestare, nonostante gli sforzi internazionali. Ed è di ieri la notizia del decreto emanato dall' autoproclamato “Califfo” Abu Bakr al Baghdadi, che impone che tutte le donne dello Stato islamico controllato dall'Isis, che si estende da Aleppo in Siria a Mosul in Iraq, debbano subire l'infibulazione. via libera formaLituania Ultimo le per l'ingresso della nell'Eurozona dal nell’euro Lituania primo gennaio 2015. Sarà 19/o paese ad aver adotl'euro. La decisione fidal primo iltato nale, è stata adottata dal Affari Generali, gennaio Consiglio presieduto da Sandro GoIl tasso di cambio per2015, dopo zi.manente è stato fissato a 3,45280 Litas lituani per via libera un euro. “L'ingresso della nella famiglia dell' Consiglio Lituania euro è un evento cruciale Vittoria del sindacato americano Uaw. Ma il governatore del Tennessee promette battaglia global Volkswagen,nasce ilprimocomitatato aziendalemadeinUsa L e consultazioni per la creazione di un sindacato all'interno della fabbrica della Volkswagen di Chattanooga, nel sud degli Stati Uniti, erano state condotte nello scorso mese di febbraio e avevano decretato un brusco stop alle ambizioni dell'Uaw. Con un margine risicatissimo, i lavoratori aveva- no infatti optato per lasciare fuori il sindacato dalla fabbrica. Un verdetto aspramente contestato dai sindacati che avevano denunciato le forti ingerenze dei politici repubblicani. L'Uaw non si è però arresa e, a fronte di un consistente consenso fra i dipendenti e del nulla osta della casa madre, ha annunciato la creazio- ne di una rappresentanza sindacale che intende prendere a modello proprio i comitati aziendali tedeschi: la Local 42. Una mossa a sorpresa da parte dell'Uaw che giudica la sindacalizzazione dello stabilimento della Volkswagen essenziale anche per innescare un effetto domino nelle fabbriche degli altri pro- Germania, la sfida dei contratti d’opera conquiste del lavoro L a diffusione dei contratti d'opera rappresenta da anni, come il lavoro interinale, è una spina nel fianco dei sindacati e dei consigli di fabbrica. Come ha dichiarato Annelie Buntenbach, membro del direttivo del Dgb, in un suo recente intervento, il vasto impiego dei contratti d'opera, rappresenta la sfida del futuro per i sindacati. In pratica l'assegnazione dei contratti d'opera rientra, nella prassi aziendale, nel settore delle acquisizioni e non in quello del personale e in questo ambito i consigli aziendali dei lavoratori non hanno potere decisionale. Il Dgb ha pertanto deciso di affrontare il problema dal punto di vista giuridico. Le scorse settimane alla Fondazione sindacale Boeckler, un gruppo di esperti e giuristi ha analizzato la strategia legale per poter contenere il fenomeno. In particolare Christiane Brors, docente dell'Università di Oldenburg e Peter Schueren dell'Università di Muenster hanno elaborato una serie di proposte per contenere l'abuso di questi contratti da parte dei datori di lavoro. La prima regola riguarda un limite alla durata dell' impiego. In base a una direttiva europea, le impre- se possono utilizzare tale strumenti solo temporaneamente in fasi di maggiore bisogno di flessibilità, ma non vengono precisati i limiti temporali. A giudizio dei sindacati occorre pertanto una legge che fissi i termini. La proposta prevede di regola sei mesi, che potrebbero essere prolungati a 18 mesi solo in caso di comprovata necessità. In secondo luogo, anche la retribuzione dei lavoratori interinali e impiegati in contratti d'opera potrà essere inferiore a quella prevista per gli altri dipendenti dell' impresa solo nei primi nove mesi di attività. La terza proposta prevede un'inversione del carico di duttori stranieri che hanno deciso di investire, non a caso, nel sud degli Stati Uniti, area tradizionalmente ostile al lavoro organizzato. La battaglia dell'Uaw era formalmente iniziata nello scorso mese di febbraio. A seguito di una consultazione informale dall'esito positivo, gli operai di Chattanooga erano stati chiamati ufficialmente al voto per decidere sulla sindacalizzazione della fabbrica. Una mossa che aveva letteralmente scatenato le forze conservatrici dello Stato repubblicano del Tennessee impegnate in una campagna di pressione su azienda e lavoratori fino al punto di minacciare il ritiro degli incentivi promessi per lo sviluppo del sito produttivo. Le accuse di ingerenza dell'Uaw erano state inizialmente contestate, ma una recente inchiesta di News Channel 5 ha svelato come l'amministrazione repubblicana avesse effettivamente esercitato pressioni per evitare la sindacalizzazione della fabbrica mettendo sul tavolo 300 milioni di dollari di incentivi. L'esito delle consultazioni, con 712 lavoratori contrari alla sindacalizzazione e 626 favorevoli, sarebbe stato dunque irregolare, secondo l'Uaw che aveva immediatamente optato per un ricorso al National Labor Relations Board. Di fronte alle previste lungaggini di tale procedimento, la denuncia prova. In futuro non dovrà più essere a carico del lavoratore l'obbligo di dimostrare che la sua attività è autonoma solo in apparenza, ma dovrà essere il datore di lavoro a dimostrare la piena legalità del contratto. Per gli esperti, come per i sindacati è chiaro tuttavia che le nuove regole potranno funzionare solo a condizione di un maggiore potere di controllo da parte dei consigli aziendali. Occorrerà estendere la cogestione e garantire un diritto di informazione completa e trasparente ai rappresentanti dei lavoratori. Il ruolo dei consigli in futuro sarà pertanto quello di contribuire a una regolamentazione del lavoro atipico, ma anche quello di garantire unità di trattamento all'interno della stessa impresa. L'Unione Europea nel per il paese e di grande importanza per l'eurozona nel suo complesso” ha detto Gozi, sottolinenando che “nel momento in cui nei nostri paesi c'è chi vuole uscire dall'euro”, l'ingresso della Lituania (che arriva dopo quelli di Slovacchia nel 2009, Estonia nel 2011 e Lettonia all' inizio del 2014) è “la dimostrazione della continua attrattività del progetto della moneta unica ”. era stata però ritirata nell'aprile scorso. Un cambiamento di strategia, dunque, basata sul consenso del 47% dei lavoratori. Nell'annunciare la nascita della Local 42, l'Uaw ha sottolineato come la nuova rappresentanza dei lavoratori avrà come modello proprio i comitati aziendali tedeschi: “Abbiamo intavolato una lunga trattativa con la Volkswagen – si legge nel comunicato dell'Uaw – e abbiamo ottenuto il loro consenso; siamo sicuri che la compagnia riconoscerà la Local 42 come la rappresentanza dei lavoratori che ne fanno parte”. Il sindacato intende ora iniziare a lavorare a fianco dell' azienda per assicurare un futuro prospero per la fabbrica di Chattanooga. L'ottenimento degli incentivi per lo sviluppo dello stabilimento è una delle priorità dichiarate dall'Uaw che ha, al contempo, annunciato di voler mettere a disposizione il proprio expertise per la formazione continua dei lavoratori. Un percorso che la Volkswagen non intende ostacolare in virtù delle esperienze positive con i comitati aziendali e in considerazione del fatto che la fabbrica di Chattanooga è l'unica, fra tutti i siti produttivi della compagnia nel mondo, a non avere una rappresentanza formale dei lavoratori. Il vero ostacolo allo sviluppo della Local 42 e della fabbrica di Chattanooga rimane allora la componente conservatrice attiva nel Tennessee che ha già cominciato ad affilare le proprie armi chiedendo al governatore repubblicano Bill Haslam di non concedere fondi pubblici all' azienda nel caso di effettiva sindacalizzazione. In ballo ci sono dunque i finanziamenti pubblici che avranno a loro volta un impatto sulle strategie produttive della Volkswagen. La casa tedesca dovrà infatti prendere presto una decisione riguardo la produzione di una nuova linea di Suv. Se la scelta cadrà sulla fabbrica di Chattanooga potrebbero essere creati oltre 1.300 nuovi posti di lavoro. 2008 aveva emesso una direttiva in materia di lavoro interinale che aveva comportato modifiche sui regolamenti in Germania che sono entrate in vigore nel dicembre 2011. Dalla riforma, non è più consentito di occupare posti di lavoro nell'impresa, con lavoratori interinali impiegati a tempo indeterminato e in casi non previsti. Le imprese, tuttavia, sono sempre riuscite a trovare scappatoie per poter evadere i limiti imposti dalla legge. Soprattutto dallo scorso anno, da quando l'Ig Metall è riuscita a ottenere importanti risultati in materia di miglioramenti retributivi per i lavoratori interinali, si nota la crescente tendenza delle aziende a far ricorso ai cosiddetti contratti d' opera. Per realizzare le riforme i sindacati tedeschi conta- Manlio Masucci no sul sostegno degli esponenti politici. Il Ministero Federale delle Finanze ha deciso già da tempo di rafforzare le misure contro il lavoro nero e atipico che, secondo le stime degli esperti comporterebbe perdite di tasse e oneri sociali per lo Stato di diversi miliardi di euro. Il Ministero, oltre all'evasione, considera illegale anche il mancato rispetto del salario minimo, il cosiddetto “lavoro autonomo apparente” e altre forme di lavoro atipico. Il leader del Dgb, Reiner Hoffmann, ha tenuto a precisare che il danno del lavoro nero si ripercuote non solo sullo Stato, ma su tutti i contribuenti e i lavoratori sfruttati e confrontati con retribuzioni dumping: “Le conseguenze sono fatali per l'intera società”. Andreina Bonanni 4 GIOVEDÌ 24 LUGLIO 2014 dibattito conquiste del lavoro S embra che ormai vendere, non i prodotti delle imprese industriali italiane, ma le imprese stesse sia l’esito cui volge l’evoluzione del sistema produttivo italiano. Così, sotto i colpi della crisi e dell’insipiente gestione della politica industriale si sgretola progressivamente e inesorabilmente quel che resta della struttura produttiva del paese. L’insipiente gestione si compone di due ingredienti: l’assenza di strategie di politica industriale e la presenza di criteri non propriamente di competenza economica ma di affiliazioni clientelari nella girandola di nomine che riguardano le aziende a partecipazione pubblica, sia statale che locale. Le vendite, peraltro, non sono tutte uguali, ma si possono dividere in tre categorie. Ci sono le vendite dei vecchi proprietari che, stanchi delle difficoltà di portare avanti l’attività nelle difficoltà dell’attuale contesto economico-politico, preferiscono percepire i frutti della loro quota residua e più comodamente sedere nel consiglio di amministrazione; ci sono le vendite decise dal governo per reperire risorse finanziarie, e infine ci sono le vendite delle aziende per le quali vendere costituisce l’unica alternativa rispetto alla chiusura totale dell’attività. A questa terza categoria appartiene il caso dell’Alitalia. Questa come è noto, non può essere venduta per intero, perché in base al regolamento comunitario del 2008, se “l’effettivo controllo” della compagnia non restasse a cittadini dell’Unione essa perderebbe la qualifica di “vettore comunitario” e subirebbe restrizioni per i voli in Europa. Perciò la cessione del 49% non può essere superata. Ciò soddisfa il requisito in maniera formale, ma è ipotizzabile, anche se difficile da provare, che il sostanziale potere decisionale passi interamente di mano. Questa è una delle ragioni per cui il caso è sotto osservazione da parte degli organi dell’Unione; l’altra ragione riguarda il profilo della concorrenza: in effetti Etihad possiede già il 29% di Air Berlin e il 33,3% di Darwin (che infastidiscono Lufthansa), più il 49% di Airserbia e il 3% di Air Lingus. Alitalia non ha al momento alternative alla vendita perché non può continuare ad operare accumulando perdite. Teniamo presente che dal 2008 (anno in cui fu consegnata priva di debiti alla balda cordata italiana) fino all’anno scorso ha accumulato un passivo di circa 1.500 milioni e ha chiuso il 2013 con circa 570 milioni di perdite. Quali le ragioni? Incapacità di adottare strategie industriali vincenti (per esempio, concentrazione sui voli a corto raggio e sottodimensionamento dei voli a lungo raggio: Alitalia occupa l’ottava posizione al mondo per La vendita comporterà sacrifici per i lavoratori, spese per lo Stato e nuovi oneri per gli utenti AlitaliaoAlihad purchémigliorigestione di Sebastiano Fadda * numero di posti passeggero, ma la 36˚ posizione per posti-kilometro); insufficienza di capitali per l’acquisto di aeromobili per collegamenti a lungo raggio, inefficienze gestionali (tra cui eccedenze di personale dovute a scriteriate politiche di assunzione del passato, scarso controllo dei costi di gestione, basse professionalità e correttezza nei rapporti coi passeggeri, etc). Il fatto che l’alternativa alla vendita sia la chiusura dell’attività pone la compagnia in una obiettiva situazione di debolezza nelle trattative con Etihad, anche se questa condizione è bilanciata dal vivo interesse di Etihad per i vantaggi che conseguirebbero all’acquisto. Infatti, Etihad acquisterebbe l’accesso alla liberalizzazione del traffico aereo tra Europa, Stati Uniti e Canada in quanto Alitalia è titolare dei diritti “Open Skies”; Etihad usufruirebbe del già grande mercato di riferimento per voli di corto raggio di Alitalia; nascerebbe la possibilità per Etihad di operare su due grandi “hubs”: quello di Abu Dhabi e quello di Fiumicino, quest’ultimo peraltro caratterizza- to come “hub and spoke”, cioè dotato di connessioni tra lungo e corto raggio. D’altro lato però anche Alitalia, nella nuova compagnia Alihad, usufruirebbe dei vantaggi del potenziamento dei voli a lungo raggio verso occidente e entrerebbe nei collegamenti con l’oriente dai quali è oggi praticamente assente: attualmente serve solo due punti del mercato asiatico: Tokyo Narita e Osaka Kansai ed è al 36˚ posto per numero di posti passeggero nei collegamenti con l’Asia (10mila posti a settimana contro i 100mila di Lufthansa). In queste condizioni si svolgono le trattative che vedono delle pesanti (anche se plausibili richieste) di Etihad. In primo luogo l’azzeramento delle esposizioni bancarie. Attualmente i soci Intesa San Paolo e Unicredit sono esposti rispettivamente per 280 e 140 milioni e i non soci Monte dei Paschi e Banca Popolare di Sondrio per circa 90 milioni l’uno. Sembra che la soluzione possa essere trovata in un accordo con le banche che veda la cancellazione di 1/3 e la conversione in azioni dei rimanenti 2/3 dell’esposizione complessiva. In secondo luogo la riduzione del personale. La nuova compagnia dovrà avere circa 10mila dipendenti, cioè circa la metà dei dipendenti della vecchia Alitalia del 2007. Ciò comporta una eccedenza quantificata in circa 2600 unità di personale, per queste si profila (ma ancora non è certo) un accordo per circa 980 in mobilità per 4 anni con l’80% dello stipendio, e per il resto il ricorso a contratti di solidarietà per gli assistenti di volo e ad assunzioni in altre strutture per gli altri dipendenti. Infine Etihad chiede al governo di ridimensionare le concessioni per i voli low cost dagli aeroporti italiani in modo da ridurre la concorrenza (e, si può immaginare, essere più liberi nell’aumentare le tariffe per i voli a corto raggio). Come si vede, sono richieste pesanti, alcune delle quali ricadono, oltre che sul personale dipendente, direttamente sui cittadini: così è per le tariffe, ma così è anche per gli ammortizzatori sociali, il cui costo (forse aiutato dal finanziamento proveniente da un aumento delle tasse aeroportuali) si aggiunge a quelli finora sopportati per i dipendenti già in cassa integrazione o mobilità (circa un miliardo), per il finanziamento del fondo per il trasporto aereo (circa un altro miliardo) e per la proroga dei vecchi ammortizzatori. In conclusione: i guai della cattiva gestione delle imprese pubbliche e della assenza di buone politiche industriali si ripercuotono non soltanto nella contrazione della base produttiva del paese, ma anche nella creazione di oneri finanziari che sottraggono risorse per gli investimenti pubblici finalizzati allo sviluppo. Inoltre, le conseguenze sul mercato del lavoro sono disastrose, non soltanto per la contrazione dell’occupazione e del Pil, ma anche per l’effetto che l’aumento dei tassi di disoccupazione comporta sui labour standards, sui livelli salariali, sulla disuguaglianza dei redditi e sulla coesione sociale. E’ necessario un grande impegno, una concreta e profonda applicazione e il ricorso alle migliori competenze per elaborare politiche organiche e immediate in grado di frenare e possibilmente invertire questa rotta, che ormai vede giorno dopo giorno inte- ressare diversi settori e diverse aree del paese. Una volta salvato il salvabile, che va salvato, con riferimento al caso Alihad, sotto il profilo del mercato del lavoro e delle relazioni industriali bisognerebbe che sindacati e governo avessero almeno la forza di introdurre nelle trattative tre aspetti: la definizione di buoni contratti di categoria per il personale dipendente, una attenta considerazione dei fattori imputabili alla riduzione del costo del lavoro, una qualche forma di “partecipazione “ dei rappresentanti dei lavoratori alle decisioni aziendali come avviene nei principali paesi avanzati. Infine sarebbe invece auspicabile che Etihad esigesse (visto che noi non siamo in grado di provvedere da soli) il possesso di adeguati requisiti di competenza e onestà nei componenti italiani del consiglio di amministrazione. A meno che Etihad non assuma completamente “l’effettivo controllo” della Società: in tal caso quest’ultimo requisito potrebbe essere irrilevante. * Professore ordinario di Economia Politica Facoltà di Economia Università Roma Tre GIOVEDÌ 24 LUGLIO 2014 complica la gestione delVertenzaMicron. Sil’accordo sugli esuberi Micron. Delle 170 assunzioni FimLombardia:”Si in carico a Stm, previste dalrischiano di saltarne superil’emergenza, l’intesa, 17, poiché altrettanti lavoranon hanno aderito e alla Stmproceda tori richiesta del sindacato di proa 17 nuove offerte conleassunzioni cedere l’azienda ha opposto un rifiu“Stm sostiene che non vi è promessee to.corrispondenza tra i profili ma è inaccettaintervengailGoverno” professionali bile una lettura formalistica TERRITORIO & IMPRESE R oma (nostro servizio). Sono partiti dalla Sardegna martedì sera per arrivare ieri mattina sotto il Ministero dello Sviluppo Economico dove era in corso l’ennesimo incontro sulla vertenza Alcoa. In duecento tra lavoratori diretti e dell’indotto hanno presidiato e manifestato il loro disappunto rispetto al mancato intervento del Governo e alle lentezze burocratiche. “Sono circa due anni e mezzo che andiamo avanti a sentire solo promesse - dice un lavoratore - ma nulla è stato fatto finora per dare una prospettiva seria sia per il futuro produttivo dell’azienda sia per l’occupazione”. A rischio, tra diretto e indotto, ci sono circa un migliaio di posti di lavoro. Ai dipendenti diretti di Alcoa la cassa integrazione scade a dicembre, mentre i 400 operai dell’indotto non hanno nemmeno questa copertura e molti sono già stati licenziati dalle ditte di appalto, come Giorgio Cicilloni, 52 anni sposato con figli, da 24 anni operaio impiegato presso la ditta S.B. che si occupava di movimentazione: “Mi hanno licenziato a marzo di quest’anno - ammette Giorgio - e con me tanti altri, perchè non c’è certezza sul futuro produttivo dello stabilimento e le ditte di appalto non hanno più lavoro”. Ora Giorgio prende il sussidio di disoccupazione, fino a marzo del 2015. E poi? Si chiede. “Stanno distruggendo un territorio e impoverendo anche il conquiste del lavoro T degli impegni assunti, quando è in gioco il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. Noi riteniamo, tra l'altro, che vi siano le condizioni di corrispondenza professionale tra le 17 nuove offerte e le 47 posizioni professionali ancora in esubero - afferma Nicola Alberta, segretario generale Fim Cisl Lombardia e coordinatore nazionale Fim per Micron -. Facciamo appello al governo al ministero dello Svi- luppo ad intervenire nei confronti di Stm, nella quale tra l’altro il ministero della Finanze ha una partecipazione di controllo, affinché si proceda con tutte le assunzioni e si concorra così a dare in tempi rapidi soluzioni positive ai problemi occupazionali”. E ancora. “Solo così - aggiunge - sarà possibile proseguire in modo proficuo la gestione ulteriore dell’accordo, anche con il supporto delle Regioni, in partico- lare attraverso le ricollocazioni del personale in cigs da ricercare presso aziende terze”. La Fim Cisl sollecita, dunque, una rapida soluzione della vicenda. “È necessario uscire dall’emergenza occupazionale per concentrarsi sui piani industriali - conclude Alberta - e per dare finalmente sviluppo ad aziende importanti del settore della microelettronica, che rappresentano realtà fondamentali per nostro Paese”. VERTENZA ALCOA. Ieri ancora un incontro al Mise con presidio dei lavoratori GlencoreoKlesch: dovegiralaruota? tessuto economico - dice - altre possibilità di ricollocazione per ora non ce ne sono. Dove finiremo?”. “Non vogliamo la cassa integrazione e l’assistenzialismo a vita - rincara la dose Massimo Cara, delegato Rsu Fsm Cisl Alcoa -, noi chiediamo un posto di lavoro certo che garantisca orino (nostro servizio). “La vera, unica e definitiva inaugurazione di Mirafiori ci sarà solo quando il primo prototipo del suv Levante scorrerà sulla nuova linea. Questo è certamente un bel giorno, ma non è ancora il nostro giorno”. Così il segretario Fim Torino - Canavese, Claudio Chiarle, commenta la cerimonia di inaugurazione di Officina 82, il nuovo quartiere direzionale di Fiat - Chrysler, avvenuta ieri nell'ex meccanica 2, un’area dismessa da oltre 20 anni, alla presenza del presidente e dell’amministratore di Fiat, John Elkann e Sergio Marchionne e del sindaco della città Piero Fassino. “Oggi - ha detto Elkann - inizia ufficialmente la seconda vita di Mirafiori. Questa scelta conferma l’impegno per Torino di Fiat e Chrysler”. L’ex magazzino ricambi, abbandonato da decenni, è stato completamente trasformato, diventando un quartiere direzionale di vitale importanza per reddito a noi e alle nostre famiglie”. L’incontro di ieri al Mise è servito per fare il punto sulla possibile cessione dello stabilimento di alluminio di Portovesme. Due le società in pista: Glencore e Klesch, interessate ad acquisire il sito a patto che il costo dell’energia sia forte- mente abbattuto e il prezzo mantenuto almeno per i prossimi dieci anni. Rispetto a questo punto il viceministro allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, ha assicurato che è possibile garantire per Alcoa un costo dell’energia ridotto per sette anni, oltre ad un contratto bilaterale con Enel per la riduzione del prezzo dell’energia indicizzato al costo delle materie prime. Se lo stabilimento fosse rilevato da Glencore sarebbe inoltre applicabile un contratto di sviluppo per il supporto finanziario di ulteriori investimenti. “Con Glencore il confronto è in corso di approfondimento sulla pluralità degli strumenti che assicurino un costo dell’energia che garantisca la competitività dello stabilimento - commenta a caldo Marco Bentivogli a conclusione del vertice al Mise -. La trattativa è in una fase delicata e nei prossimi giorni si tenterà di gettare le basi per costruire un memorandum understanding che garantisca da un lato le condizioni di offerta e dall’altro una lettera d’intenti da parte di Glencore che avvii il negoziato con Alcoa e l’ipotesi di contratto bilaterale per l’erogazione dell’energia”. Quanto a Klesch, non ha ancora inviato il piano finanziario per la gestione richiesto dal Mise 15 giorni fa. “Con Klesch invece il negoziato è in una fase di totale stallo continua Bentivogli -, ad oggi avrebbe dovuto presentare un piano finanziario con le disponibilità sul capitale circolante contenuto nel piano e la lettera d’incarico a Pechiney per la validazione del restarting dello stabilimento, ma nulla di tutto ciò è pervenuto”. Il sindacato inoltre ha chiesto ad Alcoa di prorogare la tenuta della manutenzione degli impianti (in scadenza il 31 luglio) affinchè non si deteriorino andando a pregiudicarne l’operatività. Il confronto sull’evoluzione del negoziato proseguirà il 29 luglio sempre al ministero dello Sviluppo Economico. Sara Martano Torino. Inaugurato in un’area dismessa da vent’anni il nuovo quartiere direzionale di Fiat - Chrysler LarinascitadiMirafiori, eccoOfficina82 il nuovo gruppo globale. Qui ci lavorano più di 1.500 le persone provenienti in parte dal centro di corso Ferrucci. “L'obiettivo ha sottolineato Marchionne era e resta quello di mantenere tutte queste attività a Torino pur di fronte alle alternative che esistono per una azienda globale come la Fiat di oggi. Officina 82 è la sede direzionale di tutte le attività amministrative, informatiche, di Accounting, di Internal audit e di sicurezza per Fiat Chrysler Automobiles e per Cnh Industrial in Europa. Le due forze rappresentano quindi l’insieme di Fiat e di Chrysler, due aziende con identità diverse ma unite dalle stesse ambizioni e dagli stessi valori”. Incalzato dai giornalisti, l’ad di Fca, ha parlato anche dei nuovi investimenti e della produzione del suv Levante a Mirafiori. “Lo stabilimento di Mirafiori ha dichiarato Marchionne - lo stiamo attrezzando. Occorre stare molto attenti a non affollare però il mercato con prodotti nuovi. Si tratta di gestire il ritmo di produzione dei diversi stabilimenti. La Ghibli Maserati, che ha ancora una serie di ordini e che andrà avanti per mesi, sta entrando adesso in America e bisogna curare i clienti perché rischiamo di non gestirli”. La Fim per bocca del segretario nazionale, Ferdinando Uliano, si aspetta però che il primo agosto - giorno in cui è convocata l’assemblea per approvare il progetto di fusione di Fiat Chrysler Automobiles, decretando così la fine, dopo 115 anni di storia, del marchio Fiat - che “Elkann e Marchionne comunichino, oltre all' operazione di fusione, anche la partenze dell’investimento sulle linee di Mirafiori per il suv Levante”. Secondo Uliano si tratta di “Un atto indispensabile per rispettare quanto ufficializzato davanti agli investitori e alle organizzazioni sindacali il 6 maggio a Detroit”. Nel confermare che i dati del secondo trimestre, attesi al Cda del prossimo 30 luglio, sono in linea con le attese, l’ad di Fca ha annunciato che la quotazione di Fiat Chrysler Automobiles a Wall Street avverrà nelle prime due settimane di ottobre. E scherzando, sempre con i giornalisti sulle voci, circolate nei giorni corsi, di una possibile fusione con i tedeschi dalla Volkswagen, Marchionne ha liquidato il caso con una battuta: “Si sono lasciati trascinare dall’entusiasmo della vittoria sul Brasile. Ma vincere la Coppa è una cosa...”. Il resto alla nostra immaginazione. Rocco Zagaria 6 GIOVEDÌ 24 LUGLIO 2014 siglato l’accordo sulla gestioContrattazione Èstato ne della campagna di trasformaziodel pomodoro per il 2014 tra Fai Cisettoriale nesl, Flai Cgil e Uila Uil della Campania e l’Anicav (l’Associazione di Federaliintegrata. Intesa mentare degli imprenditori del Conservegetale). “Sin dal 2010 - dichiain Campania viero ra Claudio Risso, segretario nazionale del settore - insiesulla campagna FaimeCislalleresponsabile tre regioni del sud maggiorinteressate: Campania, Puglia e di trasformazione mente Basilicata, abbiamo promosso la realizcon il convergente impegno del pomodoro zazione, delle istituzioni, delle organizzazioni dei produttori e dei lavoratori, di un po- cronache C hianciano (nostro servizio). Ad ottobre si svolgerà il Congresso straordinario che sancirà la nascita di FaiFilca, il nuovo sindacato dell’agricoltura e dell’edilizia. A deciderlo i Consigli generali unitari delle due categorie, riuniti a Chianciano Terme, in provincia di Siena. In tre giorni di lavoro, davanti ad oltre 300 delegati delle due categorie giunti da tutta Italia (protagonisti di ben 42 interventi), sono stati ribaditi i tanti punti di contatto tra Fai e Filca, e si è provveduto a disegnare l’iter dei prossimi mesi che porterà alla costituzione di FaiFilca, una delle più grandi operazioni di riorganizzazione “verticale” in casa Cisl. Inoltre il “parlamentino” di Fai e Filca ha approvato all’unanimità lo Statuto ed il Regolamento di attuazione della nuova categoria. “La fusione tra Fai e Filca promette molto di buono - ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, intervenendo ai lavori ed avviene in uno dei momenti più topici della storia sindacale, sociale e democratica. La nascita di FaiFilca è una svolta di fondamentale importanza non solo in casa Cisl ma anche nel mondo del lavoro, perché consentirà la costituzione di una rete ancora più fitta, grazie all’impegno dei quadri, degli Rsa e degli Rsu”. Bonanni ha poi fatto un passaggio su uno dei punti in comune più importanti tra le due categorie: “Una realtà così forte darà maggiore impulso alla bilateralità, cresciuta in questi anni nonostante conquiste del lavoro R lo distrettuale del pomodoro da industria del centro e sud d’Italia che si è concretizzato nei primi mesi del 2014. Il distretto rappresenta un’importante strumento per una filiera agroalimentare di qualità conciliando produzione e buona occupazione”. E ancora. “L’intesa raggiunta - prosegue Risso - rappresenta un risultato concreto ottenuto con tenacia e passione a testimonianza della nostra convinzione che dare vita ad un sistema di contrattazione settoriale integrato nel territorio, sia la strada maestra per conferire alle parti sociali ed alle associazioni settoriali un nuovo protagonismo”. La prossima tappa prevede la firma di un protocollo nell’ambito dell’attività del Tavolo di Comparto Merceologico Conserviero Pomodoro, costituito da Aicav, Aiipa e Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil nazionali. ”Il protocollo - conclude Risso - è finalizzato a promuovere la qualità del lavoro e dei processi produttivi, con particolare attenzione al rispetto dei contratti nazionali e focalizzando l’attenzione soprattutto sul fenomeno del caporalato”. Traguardi. A Chianciano le due categorie hanno sigillato il percorso di unificazione FaieFilca,ilfuturoèinsieme SemprepiùCisltrailavoratori numerosi attacchi, che in qualche caso ne hanno indebolito la spinta propulsiva iniziale. FaiFilca saprà certamente ridare slancio e ruolo al sistema bilaterale, così importante per il mondo del lavoro”. E non solo. “I numeri - ha detto il segretario generale della Filca, Domenico Pesenti, nel corso della sua re- oma (nostro servizio). Nel 2013 sono state denunciate circa 51.900 malattie professionali, 5.500 in più rispetto al 2012, con un aumento di poco più del 47% dal 2009. Le cifre presentate recentemente dall’Inail ritraggono in maniera inequivocabile l’enorme bisogno di tutela che i lavoratori hanno quando si parla di patologie di origine lavorativa. Per questo ieri mattina, a Roma, l’Inas e l’Università “Tor Vergata” hanno firmato un protocollo dedicato. “L’obiettivo - ha spiegato Antonino Sorgi, presidente del patronato - è migliorare la conoscenza del fenomeno e le possibilità di sostenere chi lavora con servizi sempre più specializzati, creando una rete tra noi ed il settore sanitario, che può essere di grande aiuto”. lazione - dicono che grazie ai quasi 500mila associati daremo vita ad una delle Federazioni più forti in Cisl, in Italia e in Europa. Dobbiamo sfruttare al meglio questa occasione unica ed irripetibile per disegnare un nuovo futuro nella rappresentanza e nella tutela dei nostri associati. Far crescere un sindacato più forte, più vicino ai lavoratori, maggiormente presente nelle fabbriche, nei cantieri, nei campi e sul territorio è il nostro obiettivo. Riformare il sindacato è la risposta alla politica che ci vuole cancellare, e serve a contrastare la disgregazione individualista imperante in questi decenni. Se si vuole co- struire democrazia diffusa bisogna dare forza ai corpi intermedi e rappresentativi delle forze sociali; il confronto, la contrattazione, il dialogo sociale e la concertazione sono strumenti importanti di partecipazione se accompagnati da assunzione di responsabilità delle parti”. Augusto Cianfoni, segretario ge- Sicurezza. Più tutele grazie ad un protocollo. Sorgi (Inas): ”Nasce una rete importante” SinergiaInaseTorVergata controlemalattieprofessionali La collaborazione si svilupperà con il dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, interessato ad approfondire la conoscenza delle patologie causate dal lavoro. Il professor Leonardo Palombi, che ne è il direttore, ha sottolineato che la sinergia con l’Inas è uno strumento importante per fare luce sulla “zona grigia che c’è tra i fattori di rischio e le malattie professionali. Una zona che deve essere posta al centro di azioni di prevenzione”. L’intesa rappresenta una risor- sa importante nell’ambito dei servizi gratuiti di consulenza e assistenza, in tema di tutela contro i danni da lavoro, che il patronato offre ai cittadini. Grazie al protocollo, questi ultimi potranno infatti sfruttare le competenze messe a disposizione dell’equipe dell’università romana per valutazioni e approfondimenti diagnostici necessari a riscontrare eventuali malattie professionali. Il supporto scientifico fornito da Tor Vergata costituirà un autorevole parere per sostenere i diritti dei lavoratori, sia nella richiesta di riconoscimento del nesso di causa - effetto tra patologia e professione, sia in caso di ricorsi amministrativi o giudiziari condotti dall’Inas contro le decisioni dell’Inail. Per il professor Andrea Magrini, titolare della cattedra di Medicina del Lavoro a Tor Vergata, un altro importante obiettivo di questa collaborazione sarà la sensibilizzazione dei molti, troppi, lavoratori nerale della Fai, nella sua relazione aveva sottolineato il ruolo di fondamentale importanza che la nuova Federazione giocherà nella Confederazione: “Sono certo che FaiFilca potrà diventare il valore aggiunto per tutta la Cisl, una organizzazione sindacale tesa a vincere la sfida della produttività e dell’efficienza partecipando alla sua riforma organizzativa, consapevole che mettersi al ‘servizio’ degli iscritti debba diventare il ‘privilegio degli iscritti’ rispetto a coloro che non lo sono. Tutto ciò che facciamo - ha detto Cianfoni - vuole avere come soggetto protagonista l’uomo, e nella nostra esperienza l’associato con i suoi diritti di tutela e di partecipazione. Il nostro orizzonte è lottare per lo sviluppo perché significa battersi, come disse Federico Caffè, per l’allargamento degli spazi e di libertà delle persone. Realizzare una saldatura tra la persona ed il collettivo - ha concluso il segretario generale della Fai - sarà il compito che dovremo assolvere, dando così un contributo importante affinché la buona politica si affermi su quella degenerata”. Vanni Petrelli che non denunciano la propria malattia professionale per paura di ritorsioni o di perdere il posto. L’intesa - siglata dal rettore dell’Università, il professor Giuseppe Novelli - ha anche un positivo riscontro in prospettiva: l’istituto di Medicina del Lavoro, in base alla segnalazione di particolari casistiche da parte dell’Inas, condurrà ricerche su malattie “emergenti”, come quelle dovute a elettromagnetismo o ad altre specifiche esposizioni morbigene, per le quali la scienza medica non ha ancora confermato la possibile origine lavorativa. In questo modo, dunque, i firmatari dell’accordo sosterranno lo sviluppo di riscontri scientifici e - di conseguenza di nuovi spazi di tutela per la salute dei lavoratori. Monia Noeyalin Dell’Unto 7 GIOVEDÌ 24 LUGLIO 2014 Catania, Fim e Cisl promuovono i contratti di sviluppo R icominciare ad investire a Catania attraverso i contratti di sviluppo di Invitalia annunciati da Palazzo Chigi è una buona notizia che mette le basi per consolidare e accrescere il lavoro e l'occupazione. Lo dicono Piero Nicastro, se- gretario generale Fim Catania, e Saro Pappalardo, segretario territoriale Cisl Catania. ˘Si tratta di 93,4 milioni di euro per il territorio etneo di cui circa 53 di agevolazioni statali: 29 per Stmicroelectronics e 24 per il complesso turistico La Perla Jonica. “È una buona notizia per il futuro di Stm e per l'indotto che ne deriva nel territorio catanese – afferma Nicastro – ed è questa la strada che bisogna perseguire per poter risollevare le sorti dell'industria metalmeccanica a Catania rilanciando, come sta facendo Stm, la sfida sulla competitività e l'efficienza produttiva, investendo in- genti risorse che insieme alle risorse comunitarie permetteranno la riconversione delle aree produttive e di aumentare la produzione a 8 pollici dei semiconduttori”. Il programma di investimenti prevede il potenziamento della capacita` produttiva dell’impianto di Catania (produzione di dispositivi a semiconduttore su substrati di silicio da 200mm) con un programma di Ricerca e Sviluppo, realizzato in collaborazione con il Cnr-Imm. Investimenti per 45 milioni di euro circa, di cui circa 5 milioni in ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Agevolazioni per 29 milioni di euro circa, di cui 13 mln di euro a fondo perduto e 16 mln di euro circa di finanziamento agevolato Secondo Pappalardo, ”la programmazione di un investimento in Stm, unitamente a quello della Perla Jonica dove si prevedono 240 nuovi posti di lavoro, è importante per il territorio. Tali risorse rappresentano un passo in avanti fondamentale per valorizzare le eccellenze presenti nel territorio etneo, per la salvaguardia occupazionale, ma soprattutto per le nuove opportunità di lavoro che da tutto questo scaturiranno”. Al voto. La Uilt si tira fuori. Domani l’assemblea dei soci conquiste del lavoro vertenze Alitalia, ultimaparola alreferendum S i aprono le urne, ma tra i sindacati di Alitalia il conflitto si fa - se possibile - ancora più acceso. Sotto l’incalzare degli eventi - leggi: l’assemblea dei soci che venerdì scriverà la parola fine sull’intera vicenda, approvando o bocciando l’accordo con Etihad - le sigle che hanno firmato il contratto nazionale e l’intesa sulla riduzione del costo del lavoro hanno convocato il referendum tra i lavoratori. C’è tempo fino a venerdì mattina alle 8, appena un’ora prima della riunione degli azionisti, perché con una vittoria del sì venga scongiurato il fallimento delle nozze con la compagnia araba, eventualità che aprirebbe le porte ad un altro fallimento, probabilmente definitivo: quello di Alitalia. Che il rischio di portare i libri in tribunale sia concreto lo ha fatto capire, ancorché in modo implicito, l’ad Gabriele Del Torchio, che in una lettera firmata con il presidente della compagnia Roberto Colaninno e inviata il giorno avanti ai dipendenti non ha nascosto la difficoltà del momento: l’accordo con Alitalia “è un punto di svolta perchè ci apre le porte sul futuro ma - ha ammonito Del Torchio - è anche un punto di ritorno: non ci sono dilazioni possibili, non ci sono altre strade, non c'è più tempo”. Logico quindi che, di fronte alle resistenze della Uilt e delle associazioni professionali, inflessibili nel respingere tanto il contratto quanto l’accordo sul costo del lavoro, Fit Filt e Ugl Trasporti abbiano deciso di accelerare sul referendum: ”A questo punto è indispensabile fare chiarezza e l'unico modo per farlo prima dell'assemblea dei soci del 25 luglio - sostiene il fronte del sì - è lasciar esprimere attraverso un referendum tutti i lavoratori del gruppo Alitalia”. Paradossalmente, a questo punto è la Uilt, che lo aveva invocato per prima al fine di sanare il vulnus di rappresentatività che a suo dire vizia gli accordi - in termini più chiari: per contarsi, o più probabilmente per mettere pressione agli altri sindacati con lo spauracchio della conta - a non volerlo più il referendum. Così l’iniziativa di Fit Filt e Ugl viene immediatamente rubricata alla voce ”farsa”, una consultazione allestita sotto il peso del diktat aziendale cui rispondere con una serie di assemblee da tenersi nel fine settimana e con un controreferendum in programma dal 28 luglio al primo agosto. Cioè quando i giochi saranno già fatti. Ma in fondo anche l’ennesima capriola non fa che confermare la logica di fondo con cui una parte del mondo sindacale ha affrontato l’ultimo tornante del cammino di Alitalia nel post privatizzazione. Quella descritta da Raffaele Bonanni in una lettera pubblicata ieri dal Sole24Ore: ”È sacrosanto difendere tutti i posti di lavoro e trovare gli strumenti più adeguati per garantire questo diritto costituzionale. Ma di fronte ad investimenti importanti e cospicui, un sindacato responsabile non può alzare continuamente l'asticella sul contratto di lavoro, sfidando le altre associazioni per ragioni corporative, per difendere interessi professionali o di bottega”. Per il segretario generale della Cisl ”la vicenda Alitalia-Ethiad sta mettendo a nudo ancora una volta tutte le contraddizioni ed i ritardi culturali del sindacalismo italiano di fronte al cambiamento del nostro sistema economico”. Il problema principale, sostiene Bonanni, è di prospettiva: ”Oggi più che mai il sindacato è ad un bivio della propria storia: o sa accettare la sfida della economia globalizzata, oppure il paese si priverà dell'apporto prezioso anche di uno degli ultimi soggetti che in altre congiunture gravi ha garantito stabilità al sistema economico e sociale”. C.D’O. IdealStandard Accordo salva400posti F umata bianca dal ministero del Lavoro, dove, fino a notte inoltrata, si è giocata una partita determinante nella vicenda dell’Ideal Standard di Orcenico, in provincia di Pordenone. Dopo il brusco ed inaspettato arresto della trattativa i giorni scorsi, con lo spostamento della vertenza nella sede romana di via Veneto, sindacati e lavoratori segnano un punto importante. Quello, cioè, di ottenere - anche grazie l'intermediazione governativa e del sottosegretario Teresa Bellanova - il riconoscimento della cassa integrazione in deroga da qui fino alla fine dell’anno. Un passo fondamentale - e perlatro già a suo tempo garantito anche dal Mise nell’ultimo accordo sottoscritto con l’azienda, e poi disatteso da quest’ultima - perchè condizione primaria per avviare un processo di workers buyout, già delineato per il rilancio dello stabilimento friulano. La strada dell’autoimprenditorialità, salvo che non emergano nel frattempo altre manifestazioni di interesse, sembra, infatti, ad oggi quella più percorribile, tanto che i giorni scorsi a Pordenone è stata ufficialmente costituita la cooperativa Ceramiche Ideal Scala su iniziativa di un gruppo di diciotto dipendenti del sito di Orcenico, cui se ne potrebbero aggiungere molti altri. Dopo undici ore filate di trattativa si è, dunque, arrivati ad una intesa quasi insperata e declinata in tre documenti differenti. Il primo, che sancisce la cassa in deroga dal primo giugno scorso e fino al prossimo 31 ottobre salvo la possibilità di estenderla al 31 dicembre, grazie all’inserimento di Ideal Standard della short list delle aziende beneficiarie della cig e sempre che venga approvato il decreto sugli ammortizzatori sociali. Il secondo documento, invece, prevede l’accordo sulla mobilità su base volontaria, immaginando tre scaglioni di buonauscita, ovvero 30mila euro per chi deciderà di lasciare l’azienda entro il mese di agosto, 20mila per i lavoratori che aderiranno alla proposta entra settembre ed, infine, 10mila per quanti si licenzieranno entro il mese successivo. Parallelamente azienda e sindacati affidano ad un terzo documento i rispettivi impegni, che si concentrano soprattutto sulle modalità per favorire il rilancio del sito produttivo di Orcenico attraverso la neo costituita cooperativa IdealScala. Sulla linea degli accordi sottoscritti a maggio scorso e relativi ad eventuali agevolazioni su capannoni, volumi, impianti e marchi, Ideal Standard non solo si riserva di valutare quali macchinari trasferire a Trichiana e Roccasecca, ma anche di decidere entro la data fissata di metà ottobre cosa ne sarà del ramo Bathing& Wellness, oggi attivo a Orcenico. “È stata una trattativa lunga e complessa spiega Franco Rizzo per la Femca Cisl Fvg - che avremmo potuto chiudere anche prima. Quella di martedì rimane una tappa importante che però non esaurisce il percorso che è quello di lavorare con maggior tranquillità al futuro di questo stabilimento e dei suoi lavoratori, garantendo la continuità produttiva del sito e salvaguardando al massimo il patrimonio ricchissimo di professionalità e competenze”. Ma non solo. “Adesso - aggiunge - occorre fare in modo che il territorio nel suo complesso creda sull’opportunità di rilancio del sito attraverso la Cooperativa, che costituisce una sperimentazione unica in Friuli Venezia Giulia, e che non può fallire”. Soddisfazione, infine, dalla regione Friuli Venezia Giulia, con la presidente Debora Serracchiani e l’assessore al lavoro Loredana Panariti, giunte in serata al tavolo romano. “Abbiamo ottenuto un risultato commenta la reggente del Lavoro - che da un lato mette in sicurezza operaie e operai e dall’altro non abbandona alla desertificazione l’area di Orcenico. Credo vada messo in evidenza lo sforzo istituzionale di stabilire, pur in una situazione di crisi generale, delle regole di coerenza che hanno permesso di discutere in modo anche aspro, ma di giungere a una soluzione concordata”. Mariateresa Bazzaro 8 Social Room GIOVEDÌ 24 LUGLIO 2014 a cura di Andrea Benvenuti Alcoa, “qui nessuno getterà la spugna” Siglato l’accordo per lo stabilimento Ideal Standard di Orcenigo che salva i 399 posti. tchimici, tweet “Ideal standard: sindacati accordo sofferto ma positivo”. Gianfranco Goria “Alcoa si confronti con RSU su condizioni mantenimento manutenzione smelter” Marco Bentivogli Gugli Gambardella “Ci auguriamo che, se Klesch non chiude, la salvezza potrà arrivare da Glencore” “Tramonta Klesh, interviene un produttore d'energia e si apre trattativa con Globale” Oriana Putzolu Gianni Venturi “Dall’incontro al Ministero non si sono trovate però le novità che si attendevano” “Guarda le foto della manifestazione e del presidio sul nostro canale di Flickr” Fabrizio Paventi Fim Cisl Stampa tweet “ Per Ideal Standard la tpolitica ha fatto poco e poteva fare poco. La volontà sembra quella di chiudere”. Fabio Blaseotto tweet “L'accordo su Ideal tStandard salva 399 posti di lavoro e il M5S intanto fa le barricatucce in parlamentuccio”. Giorgio Faso t399tweet “Ideal Standard. Evitati licenziamenti. C’è più sviluppo? Per adesso, ci sono mesi di Cig”. Albe Annicchiarico tweet “L'incrocio dei... diti ha tportato bene”. Giacomo Lagona social “Vertenza difficile ma la trattativa continua e non getteremo la spugna” conquiste del lavoro Start Up Luiss Enlabs, scelte le magnifiche 6 per il programma di accelerazione A l via il nuovo programma di accelerazione di Luiss Enlabs: sono sei le startup selezionate che potranno beneficiare del sostegno, economico e non solo, dell’incubatore, che aprirà loro le porte del mercato. Il team di analisti e advisor di Luiss Enlabs ha selezionato le sei fortunate all’interno di una lista di oltre 130 startup, provenienti da tutto il mondo, che hanno proposto i loro progetti per partecipare al programma dell’incubatore romano. “Tiassisto24”, “Filo”, “Tutored”, “Instaure”, “Makeit Land” e “Slapped”: sono questi i nomi delle sei imprese innovative, focalizzate soprattutto su applicazioni e piattaforme web, che parteciperanno al progetto di Luiss Enlabs. I team selezionati avranno la possibilità di seguire un programma di accelerazione delle durata di 5 mesi e di lavorare proprio nello spazio offerto dall’incubatore, all’interno della Stazione Termini di Roma. In particolare, il percorso prevede corsi di formazione, affiancamento di advisor, oltre che assistenza e incontri con possibili investitori. In favore di ognuna delle sei startup verrà erogato un investimento di ben 60mila euro, di cui metà in servizi e l’altra metà in contanti, a fronte di quote di capitale, attualmente sottoposto alla valutazione di LVenture Group. Questo percorso si chiuderà in bellezza a gennaio con l’Investor Day: tutte le startup presenteranno i loro progetti davanti ad un ampio gruppo di investitori, al fine di ottenere generosi finanziamenti. Secondo Luigi Capello , fondatore di Luiss Enlabs e di LVenture Group, questo “è il segno che il nostro Paese è diventato un posto interessante per aprire una impresa innovativa”. Se così fosse, saremmo sulla strada giusta per riuscire a sostenere e valorizzare al meglio le nostre imprese, senza costringerle a cercare successo altrove. Giulia Capaldi