Scarica Anteprima
Transcript
Scarica Anteprima
Sciascia-Vita e opere La vita, il pensiero, la poetica, le opere di Leonardo Sciascia Copyright ABCtribe.com 1. La personalità 1.1 Gli studi: il periodo nisseno 1.2 Le prime opere: poesie e saggi 1.3 I racconti e i personaggi positivi 1.3.1 Gli zii di Sicilia 1.4 A Caltanissetta: i romanzi 3.10 A ciascuno il suo 3.10.1 La trama 3.10.2 I personaggi 3.10.3 Lo spazio e il tempo 3.10.4 Il film 3.11 La corda pazza 3.12 Atti relativi alla morte di Copyright ABCtribe.com 1 1.5 Il ritorno al saggio 1.6 La commedia 1.7 Il ritorno al romanzo 1.8 A Palermo 1.8.1 Le piccole case editrici 1.9 La pensione 1.10 Il ritorno al genere poliziesco 1.11 L'incarico politico 1.12 I contatti con la cultura francese 1.13 L'inchiesta sulla strage di via Fani 1.14 Gli ultimi anni di vita 1.15 La morte 2. Amici di Leonardo Sciascia 3. Le opere 3.1 Le favole della dittatura 3.2 La Sicilia, il suo cuore 3.3 Pirandello e il pirandellismo 3.4 Gli zii di Sicilia 3.5 Il giorno della civetta 3.5.1 La trama 3.5.2 I personaggi 3.5.3 Il capitano interroga don Mariano 3.6 Il consiglio d’Egitto 3.6.1 Il film 3.7 Morte dell’inquisitore 3.8 L’Onorevole 3.8.1 Lo spettacolo 3.8.2 L’onorevole di Camilleri 3.8.3 Sciascia deluso dal PCI 3.9 Feste religiose in Sicilia Raymond Roussel 3.13 Il contesto 3.14 Il mare colore del vino 3.15 Todo modo 3.15.1 La trama 3.15.2 Il film 3.16 La scomparsa di Maiorana 3.16.1 La trama 3.17 Candido, ovvero un sogno fatto in Sicilia 3.17.1 La trama 3.18 L’affaire Moro 3.19 Nero su nero 3.20 Dalle parti degli infedeli 3.20.1 La trama 3.21 Il teatro della memoria 3.22 La sentenza memorabile 3.23 Conversazioni in una stanza chiusa 3.24 Cruciverba 3.25 Cronachette 3.26 Per un ritratto dello scrittore da giovane 3.27 La strega e il capitano 3.27.1 La trama 3.28 1912 più 1 3.29 Porte aperte 3.29.1 Il film 3.30 Il cavaliere e la morte 3.30.1 La trama 3.31 Ore di Spagna 3.32 Alfabeto pirandelliano 3.33 Una storia semplice 3.33.1 La trama 3.33.2 I personaggi 3.34 Fatti diversi di storia letteraria e civile 3.35 A futura memoria 3.36 Occhio di capra 1. La personalità Leonardo Sciascia nasce a Racalmuto nel 1921, in provincia di Agrigento (allora chiamata Girgenti) da una famiglia piccolo borghese. Primo di tre fratelli, è figlio di un impiegato, Pasquale Sciascia, e da una casalinga, Genoveffa Artorelli. La madre proviene da una famiglia di artigiani mentre il padre è impiegato presso una delle miniere di zolfo locali e la storia dello scrittore ha le sue radici nella zolfara dove hanno lavorato il nonno e il padre. 1.1 Gli studi: il periodo nisseno Copyright ABCtribe.com 2 A sette anni Sciascia inizia la scuola elementare a Racalmuto e ben presto si dimostra intenso lettore. Nel 1935 si trasferisce con la famiglia a Caltanissetta dove si iscrive all'Istituto Magistrale "IX Maggio" nel quale insegna Vitaliano Brancati, che diventerà il suo modello e che lo guida nella lettura degli autori francesi, mentre l'incontro con un giovane insegnante, Giuseppe Granata (che fu in seguito senatore comunista), gli fa conoscere gli illuministi e la letteratura americana. Nel capoluogo nisseno trascorrerà gli anni più indimenticabili della sua vita, come lui stesso confessa nella sua autobiografia, fatti delle prime esperienze e delle prime scoperte della vita oltre ad imprimersi la sua formazione culturale. Richiamato alla visita di leva viene considerato per due volte non idoneo, ma alla terza viene finalmente accettato e assegnato ai servizi sedentari. Nel 1941 prende il diploma magistrale e nello stesso anno si impiega al Consorzio Agrario, occupandosi dell'ammasso del grano a Racalmuto, dove rimane fino al 1948. Ebbe così modo di avere un rapporto intenso con la piccola realtà contadina. Nel 1944 si unisce in matrimonio con Maria Andronico, maestra nella scuola elementare di Racalmuto. Da lei Sciascia avrà le sue due figlie, Laura e Anna Maria. Il suicidio del fratello Giuseppe, avvenuto nel 1948, sconvolge Sciascia lasciandogli un profondo segno nell'animo. Nel 1949 inizia ad insegnare nella scuola elementare di Racalmuto. Insegnò nella scuola elementare tra il 1949 e il 1957, passando poi ad altri incarichi statali, che mantenne fino al 1970. Nel frattempo si era avviata la sua intensa attività culturale, con la pubblicazione di romanzi e saggi con la collaborazione a riviste e case editrici. 1.2 Le prime opere: poesie e saggi Nel 1950 pubblica le Favole della dittatura, che Pier Paolo Pasolini nota e recensisce. Il libro comprende ventisette brevi testi poetici. Nel 1952, esce la raccolta di poesie La Sicilia, il suo cuore, che viene illustrata con disegni dello scultore catanese Emilio Greco. Nel 1953 vince il Premio Pirandello, assegnatogli dalla Regione Siciliana per il suo saggio Pirandello e il pirandellismo. Copyright ABCtribe.com 3 Inizia nel 1954 a collaborare a riviste antologiche dedicate alla letteratura e agli studi etnologici, assumendo l'incarico di direttore di «Galleria» e de I quaderni di Galleria edite dall'omonimo Salvatore Sciascia di Caltanissetta. Nel 1954 Italo Calvino scrive, riferendosi a un'opera di Sciascia: « Ti accludo uno scritto d'un maestro elementare di Racalmuto (Agrigento) che mi sembra molto impressionante» (Lettera di Italo Calvino a Alberto Carocci, 8 ottobre 1954) Nel 1956 pubblica Le parrocchie di Regalpetra, una sintesi autobiografica dell'esperienza vissuta come maestro nelle scuole elementari del suo paese. Nello stesso anno viene distaccato in un ufficio scolastico di Caltanissetta. 1.3 I racconti e i personaggi positivi Le sue prime opere narrative e teatrali, negli anni Cinquanta-Sessanta rivelano un accanito impegno di conoscenza della realtà siciliana e più largamente italiana, una polemica contro le sue storture e arretratezze. Ma l’indagine di Sciascia era lontana dalle soluzioni del Neorealismo: all’intento mimetico e documentario e al pietismo sentimentale lo scrittore sostituiva un lucido rigore razionale, che aveva le radici in quell’Illuminismo settecentesco da lui profondamente ammirato. La sua attività letteraria era sostenuta da una generosa fiducia nella possibilità di riformare il sistema con gli strumenti della ragione. Questa fiducia si proiettava in personaggi positivi, portatori dei valori della razionalità, della giustizia, della libertà, come il capitano Bellodi de Il giorno della civetta, l’avvocato di Blasi del Consiglio d’Egitto, il professor Laurana di A ciascuno il suo, impegnati in un’ostinata ricerca della verità. Ma proprio il rigore conoscitivo dell’indagine ha portato progressivamente Sciascia a un cupo pessimismo, che ha dato origine a forme di scrittura ironiche, disincantate, spesso amaramente e corrosivamente sarcastiche. 1.3.1 Gli zii di Sicilia Nell'anno scolastico 1957-1958 viene assegnato al Ministero della Pubblica Istruzione a Roma e in autunno pubblica i tre racconti che vanno sotto il titolo Gli zii di Sicilia. La breve raccolta si apre con la La zia d'America, un tentativo di dissacrare il mito dello "Zio Sam", visto come dispensatore di doni e libertà. Il secondo racconto è intitolato La morte di Stalin, nel quale, ancora una volta, il personaggio è un mito, quello del comunismo che viene incarnato, agli occhi del siciliano Calogero Schirò, da Stalin. Il terzo racconto, Il quarantotto, è ambientato nel periodo del Risorgimento (precisamente tra il 1848 e il 1860) e tratta del tema dell'unificazione Copyright ABCtribe.com 4 del Regno d'Italia vista attraverso gli occhi di un siciliano. Nel racconto l'autore vuole mettere in evidenza l'indifferenza ed il cinismo della classe dominante affrontando un tema già trattato da Federico De Roberto ne I Viceré (1894) e da Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo. Alla raccolta si aggiunge, nel 1960, un quarto racconto, L'antimonio, che ebbe favorevole consenso della critica ed al quale Pasolini dedicherà un articolo sulla rivista Officina. In esso si narra la storia di un minatore che, scampato ad uno scoppio di grisou (chiamato dagli zolfatari antimonio), parte come volontario per la guerra d'Abissinia ed, in seguito, per la guerra civile in Spagna. 1.4 A Caltanissetta: i romanzi Sciascia rimane a Roma un anno e al suo ritorno si stabilisce con la famiglia a Caltanissetta, assumendo un impiego in un ufficio del Patronato scolastico. L’opera che gli dette notorietà fu, nel 1961, Il giorno della civetta, con cui portava all’attenzione dell’opinione pubblica il problema della mafia, spesso trascurato o minimizzato dall’informazione e dagli organi stessi del potere. Ne Il giorno della civetta lo scrittore indica nel giallo il genere di riferimento delle sue opere. Al romanzo si ispira il film omonimo del regista Damiano Damiani, uscito nel 1968. Gli anni '60 vedranno la luce alcuni dei romanzi più sentiti dallo stesso autore, dedicati alle ricerche storiche sulla cultura siciliana. Nel 1963 pubblica Il consiglio d'Egitto, ambientato in una Palermo del '700 dove vive e agisce un abile falsario, l'abate Giuseppe Vella, che "inventa" un antico codice arabo che dovrebbe togliere ogni legittimità ai privilegi e ai poteri dei baroni siciliani a favore del Viceré Caracciolo. 1.5 Il ritorno al saggio Nel 1964 pubblica il breve saggio o racconto, come dice lo stesso Sciascia nella prefazione alla ristampa del 1967, Morte dell'Inquisitore, ambientato nel '600, che prende spunto dalla figura dell'eretico siciliano Fra Diego La Matina, vittima del Tribunale dell'Inquisizione, che uccide Juan Lopez De Cisneros, inquisitore nel Regno di Sicilia. La Compagnia del Teatro Stabile di Catania, diretta da Turi Ferro, mette in scena Il giorno della civetta, con la riduzione teatrale di Giancarlo Sbragia. Risale al 1965 il saggio Feste religiose Copyright ABCtribe.com 5 in Sicilia, che fa da cornice alla presentazione ad una raccolta fotografica ad opera di Ferdinando Scianna, fotografo di Bagheria, dove torna l'accostamento della Sicilia alla Spagna, soprattutto per quanto riguarda il valore e l'importanza, in ambedue le società, della superstizione religiosa e del mito. 1.6 La commedia Sempre nel 1965 esce la sua commedia L'onorevole che è una impietosa denuncia delle complicità tra governo e mafia. 1.7 Il ritorno al romanzo Nel 1966 ritorna con un romanzo, A ciascuno il suo, che riprende le modalità del "giallo" già utilizzate ne Il giorno della civetta. La vicenda narrata è quella di un professore di liceo, Paolo Laurana, che inizia per curiosità personale le indagini sulla morte del farmacista del paese e dell'amico dottore, ma che si scontra con il silenzio di tutti i paesani, silenzio dovuto alla paura ed alla corruzione. Come commento alla tenacia nelle indagini del professore e alla sua tragica fine, l'explicit del libro si risolve in una frase lapidaria: « "Era un cretino." disse don Luigi » Dal romanzo, il regista Elio Petri trae, nel 1967, il film omonimo. 1.8 A Palermo Nel 1967 si trasferisce a Palermo per seguire negli studi le figlie e per scrivere. Esce intanto per l'editore Mursia una antologia Narratori di Sicilia, curata da Sciascia in collaborazione con Salvatore Guglielmino. Nel 1969 inizia la sua collaborazione con il Corriere della Sera e pubblica "Recitazione della controversia liparitana dedicata ad A.D.", che racconta, attraverso una rappresentazione teatrale, la controversia per la vendita di una partita di ceci per la quale il vescovado di Lipari non vuole pagare la tassa (siamo all'inizio del '700). Il vescovo aveva scomunicato i gabellieri, ma il re, mediante l'appello per abuso, aveva annullato la scomunica. La storia, apparentemente banale, in realtà denuncia i rapporti tra Stato-guida dell'ex Urss e gli 6WDWLVDWHOOLWL/HLQL]LDOL$'LGHQWLILFDQR$OH[DQGHU'XEþHNFKHIXSURWDJRQLVWDQHOGHOOD3ULPDYHUDGL Praga. 1.8.1 Le piccole case editrici Un fenomeno interessante di questi anni, che Copyright ABCtribe.com 6 testimonia la vitalità della cultura italiana nonostante i molti fattori avversi che ostacolano la diffusione del libro, è il sorgere di una miriade di piccole case editrici dalle iniziative coraggiose, che hanno saputo scoprire e valorizzare autori o filoni letterari del passato raffinati ma dimenticati, o trascurati dall’editoria maggiore, oppure ancora proporre interessanti autori nuovi. Tra le tante ricordiamo almeno la Sellerio di Palermo, nata nel 1969, con la collaborazione di Leonardo Sciascia. Si tratta di un’editoria fatta con passione e intelligenza, che si trova sempre sul filo della sopravvivenza per problemi di finanziamento e di distribuzione. Spesso queste piccole case editrici, pur conservando il loro “marchio”, sono costrette ad appoggiarsi alla rete distributiva delle maggiori, o sono a volte di fatto inglobate da esse. Anche nel settore editoriale si manifesta la tendenza alla concentrazione, tipica dell’industria moderna: per reggere alla sfida tecnologica e per resistere sul mercato le varie case sono costrette ad associarsi o a fondersi. 1.9 La pensione Negli anni Settanta e Ottanta la sua figura di intellettuale impegnato nella battaglia civile assunse sempre maggior peso nella vita nazionale. Intensa è stata anche la produzione saggistica, in cui Sciascia ha profuso la lucida intelligenza “illuministica”: i saggi letterari di La corda pazza (1970), l’inchiesta storica La morte dell’inquisitore (1967), il pamphlet politico L’affaire Moro (1979), dedicato ai misteri connessi con il rapimento e l’uccisione dell’esponente politico democristiano da parte delle Brigate Rosse, la serie di brevi opere dedicate alla ricostruzione di casi di cronaca misteriosi, recenti o lontani. Nel 1970 Sciascia va in pensione e pubblica la raccolta di saggi La corda pazza, nella quale l'autore chiarisce la propria idea di "sicilitudine" e dimostra una rara sensibilità artistica espressa per mezzo di sottili capacità saggistiche. Quest'opera riporta, già dal titolo, a Luigi Pirandello che nel suo libro Berretto a sonagli sostiene che ognuno di noi ha in testa "come tre corde d'orologio, quella "seria", quella "civile", quella "pazza"". Sciascia vuole indagare sulla "corda pazza" che, a suo parere, coglie le contraddizioni e le ambiguità ma anche la forza razionalizzante di quella Sicilia che è tanto oggetto dei suoi studi. Copyright ABCtribe.com 7 1.10 Il ritorno al genere poliziesco Il 1971 è l'anno de Il contesto, con il quale l'autore ritorna al genere poliziesco. La vicenda si svolge intorno all'ispettore Rogas che deve risolvere una complicata vicenda che origina da un errore di giustizia e una serie di omicidi di giudici. Benché il romanzo sia ambientato in un paese immaginario, il lettore riconosce senza sforzo l'Italia contemporanea. Il libro desta molte polemiche, più politiche che estetiche, alle quali Sciascia non vuole partecipare, ritirando così la candidatura del romanzo al premio Campiello. Nel Contesto (1971), basato sulla struttura del “giallo”, spesso prediletta dallo scrittore, un ispettore di polizia, in un paese immaginario che ha tutte le caratteristiche dell’Italia, indagando su una serie di misteriosi assassinii di giudici scopre un complotto contro lo Stato, ma viene ucciso dai servizi segreti. Un accordo sotterraneo tra il governo e il partito rivoluzionario all’opposizione impedisce che si faccia luce sull’oscuro intrigo e che si comprometta un delicato equilibrio di potere. Nelle forme dell’apologo, si riflette nel romanzo la realtà dell’Italia negli anni della strategia della tensione, di cui Sciascia sa cogliere con straordinaria acutezza il torbido groviglio. Dal romanzo venne ispirato il film di Francesco Rosi, uscito nel 1976 ed intitolato Cadaveri eccellenti. Con gli Atti relativi alla morte di Raymond Roussel del 1971, si comprende che in Sciascia la propensione ad includere la denuncia sociale nella narrazione di episodi veri di cronaca nera si fa sempre più forte. Così sarà ne I pugnalatori del 1976 e ne L'affaire Moro del 1978. Nel 1973 pubblica Il mare colore del vino e scrive la prefazione ad un'edizione della Storia della colonna infame di Alessandro Manzoni. Nel 1974 pubblica la prefazione ad una ristampa dei Dialoghi dello scrittore greco Luciano di Samosata dal titolo Luciano e le fedi. Il tema della diagnosi impietosa del sistema politico italiano è ripresa in Todo mondo (1974):in un isolato 8 albergo di lusso si riuniscono i più influenti notabili di un partito cattolico, che, sotto il pretesto degli esercizi spirituali, hanno modo di tessere tutti i loro intrighi politici ed affaristici, che si propongono come fine una lucrosa spartizione del potere; però il raduno è funestato da una serie di misteriosi delitti che colpiscono ad uno ad uno i più importanti esponenti del partito, senza che si riesca a scoprire il colpevole. Anche qui, attraverso un’anatomia del potere democristiano, Sciascia dà un quadro radicalmente negativo della situazione italiana di quegli anni. La violazione del codice del “giallo”, cioè la mancata rivelazione finale dell’assassino, denuncia l’amaro pessimismo dello scrittore, la sua consapevolezza dell’impossibilità di un affermarsi della ragione e della verità. Quindi Todo modo è un libro che parla "di cattolici che fanno politica" e che viene stroncato dalle gerarchie ecclesiastiche. Il racconto, di genere poliziesco, è ambientato in un eremo/albergo dove si effettuano esercizi spirituali. In questo luogo, durante il ritiro annuale di un gruppo di "potenti", tra i quali cardinali, uomini politici e industriali, si verifica una serie di inquietanti delitti. Anche da questo romanzo verrà tratto un film dallo stesso titolo diretto dal regista Elio Petri nel 1976. 1.11 L'incarico politico Alle elezioni comunali di Palermo nel giugno 1975 lo scrittore si candida come indipendente nelle liste del PCI e viene eletto con un forte numero di preferenze come consigliere al comune di Palermo, ma si dimise per dissensi col partito. Avvicinatosi ai radicali, fu deputato dal 1979 al 1983. Nello stesso anno pubblica La scomparsa di Majorana, una indagine sulla scomparsa del fisico Ettore Majorana avvenuta negli anni '30. Nel 1976 esce una ristampa delle commedie L'onorevole e Recitazione della controversia liparitana con l'aggiunta de I mafiosi. Nello stesso anno pubblica l'indagine I pugnalatori, un libro inchiesta su una vicenda avvenuta a Palermo nel 1862 che vide uccise a pugnalate 13 persone. All'inizio del 1977 Sciascia si dimette dalla carica di consigliere del PCI. La sua contrarietà al compromesso storico e il rifiuto per certe forme di estremismo lo portano infatti a scontri molto duri con la dirigenza del Partito comunista. Successivamente sarà parlamentare Copyright ABCtribe.com 9 nazionale ed europeo per il Partito Radicale. Pubblica in quell'anno Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia, dove è chiaro il riferimento al Candido di Voltaire. In quest’opera Sciascia affronta il nodo problematico dei suoi rapporti con il Partito Comunista e descrive la volontà di vivere e di essere felice di un giovane, in contrasto con l’ottusità repressiva del sistema sociale. In questi anni la sua attività intellettuale e civile si indirizzò soprattutto contro le leggi speciali antiterrorismo, in nome della legalità democratica e dei principi garantisti. Non cessava intanto di insistere sul pericolo della mafia, sull’oscura rete di collusioni che legava al potere politico, e con le sue posizioni suscitò aspre polemiche. 1.12 I contatti con la cultura francese In questi anni aumenta i suoi viaggi a Parigi e si intensificano i contatti con la cultura francese e nel 1978 pubblica L'affaire Moro sul sequestro e il processo nella cosiddetta "prigione del popolo" ad Aldo Moro organizzato dalle Brigate Rosse. 1.13 L'inchiesta sulla strage di via Fani Nel 1979 accetta la proposta dei Radicali e si candida sia al Parlamento europeo sia alla Camera. Eletto in entrambe le sedi istituzionali opta per Montecitorio, dove rimarrà fino al 1983 occupandosi quasi esclusivamente dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani e sul sequestro e l'assassinio di Aldo Moro. Esce in quell'anno Nero su Nero, una raccolta di commenti ai fatti relativi al decennio precedente, La Sicilia come metafora, un'intervista a Marcelle Padovani e Dalle parti degli infedeli, lettere di persecuzione politica inviate negli anni '50 dalle alte gerarchie ecclesiastiche al vescovo Patti, con il quale inaugura la collana della casa editrice Sellerio intitolata La memoria che festeggia nel 1985 la centesima pubblicazione con le sue Cronachette. Nel 1980 pubblica Il volto sulla maschera e la traduzione di un'opera di Anatole France, Il procuratore della Giudea. Nel 1981 pubblica Il teatro della memoria e, in collaborazione con Davide Lajolo, Conversazioni in una stanza chiusa. Nel 1982 esce Kermesse e La sentenza memorabile, nel 1983 Cruciverba, una raccolta di suoi scritti già pubblicati su riviste, giornali e prefazioni a libri. Pubblica nel 1984 Stendhal e la Sicilia, un saggio per commemorare la nascita dello scrittore francese. 1.14 Gli ultimi anni di vita Gli ultimi anni di vita dello scrittore sono segnati dalla malattia che lo costringe a frequenti trasferimenti a Copyright ABCtribe.com 10 Milano per curarsi ma egli continua, sia pure con fatica, la sua attività di scrittore. Nel 1985 pubblica Cronachette e Occhio di capra, una raccolta di modi di dire e proverbi siciliani, e nel 1986 La strega e il capitano, un saggio per commemorare la nascita di Alessandro Manzoni. Alla struttura del “giallo” si rifanno ancora le ultime prove narrative dell’autore, Porte aperte (1987), che ha al centro il problema della pena di morte, e Una storia semplice (1989), che riprende il discorso sulla mafia e sulla sua infiltrazione negli apparati dello Stato. Carichi di tristi motivi autobiografici sono i brevi romanzi gialli Porte aperte del 1987, Il cavaliere e la morte del 1988 e Una storia semplice, che uscirà in libreria il giorno stesso della sua morte. Nel 1986 Sciascia scrive a Bettino Craxi, comunicandogli di aver votato per il PSI nelle elezioni regionali siciliane di quell'anno ed invitando il leader socialista a favorire il ricambio della classe dirigente siciliana del partito. Nel 1987 cura una mostra molto suggestiva, all'interno della Mole Antonelliana a Torino, dal titolo Ignoto a me stesso (aprile-giugno). Erano esposte quasi 200 rare fotografie scelte da Leonardo Sciascia e concesse in originale da importanti istituzioni di tutto il mondo. Si tratta di ritratti di scrittori famosi, dai primi dagherrotipi ai giorni nostri, da Edgar Allan Poe a Rabindranath Tagore a Gorkij a Jorge Luis Borges. Il catalogo viene stampato da Bompiani e oltre il saggio di Sciascia Il ritratto fotografico come entelechia contiene 163 ritratti e altrettante citazioni dei relativi scrittori. La chiave della mostra è forse la citazione di Antoine de Saint-Exupéry: «Non bisogna imparare a scrivere ma a vedere. Scrivere è una conseguenza». Dopo la pubblicazione dell'articolo I professionisti dell'antimafia, apparso sul Corriere della Sera il 10 gennaio 1987, Sciascia subisce attacchi da molte personalità della cultura italiana a causa delle accuse rivolte al pool di magistrati dell'antimafia palermitana: a suo dire, alcuni di essi si sarebbero macchiati di carrierismo, utilizzando la sacrosanta battaglia per la rinascita morale della Sicilia come titolo di merito all'interno del sistema correntizio delle promozioni in magistratura. A causa di questo, Sciascia viene isolato da più parti eccezion fatta per i Radicali ed i Socialisti. Solo di recente è stata proposta una rivalutazione dell'intervento sciasciano al quale hanno aderito Leoluca Orlando (favorevole), allora sindaco di Palermo, e Nando Dalla Chiesa (contrario), fra gli altri. Pochi mesi prima di morire scrive Alfabeto pirandelliano, A futura memoria (se la memoria ha un futuro), che verrà pubblicato postumo, e Fatti diversi di storia letteraria e civile edito da Sellerio. 1.15 La morte Leonardo Sciascia muore a Palermo il 20 novembre 1989 e chiede i funerali in Chiesa. Con lui nella sua bara si volle portare un crocifisso d'argento. Al funerale viene ricordato da numerose parole di stima, fra cui quelle del grande amico Gesualdo Bufalino. È sepolto a Racalmuto, suo paese natale, all'ingresso del cimitero. Sulla lapide bianca una sola frase: « Ce ne ricorderemo di questo pianeta ». Il senso di una frase simile su una tomba per la verità appare già molto chiaro e ben poco "laico e agnostico". Su un manoscritto, conservato dalla famiglia, Sciascia scrive: 11 « Ho deciso di farmi scrivere sulla tomba qualcosa di meno personale e di più ameno, e precisamente questa frase di Villiers de l'Isle-Adam: "Ce ne ricorderemo, di questo pianeta". E così partecipo alla scommessa di Pascal e avverto che una certa attenzione questa terra, questa vita, la meritano ». 2. Amici di Leonardo Sciascia Fondata il 26 giugno 1993 a Milano, nella sede storica presso la Biblioteca Comunale, Palazzo Sormani, l'associazione degli Amici di Leonardo Sciascia si propone di incoraggiare la lettura e la ricerca in merito al pensiero e all'opera dello scrittore. È attualmente presieduta (2008) da Salvatore Silvano Nigro, docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa. L'associazione è priva di scopi di lucro e si autofinanzia con i contributi dei soci e di terzi. Tra le attività più importanti dell'Associazione vi sono la realizzazione dei Quaderni Leonardo Sciascia, rivista annuale che ospita scritti monografici o di rassegna, atti di convegni, contributi originali, studi, ricerche, riflessioni, dibattiti sui diversi aspetti dell'opera di Sciascia. La collana Porte aperte, che alterna testi di autori particolarmente amati da Sciascia a saggi critici sulla sua opera; le cartelle annuali di Omaggio a Sciascia, contenenti un'incisione a tiratura limitata e un breve testo letterario. Il Premio internazionale e biennale Leonardo Sciascia Amateur d'Estampes per ricordare la passione di Leonardo Sciascia per l'incisione originale d'arte, il servizio Internet del Leonardo Sciascia Web che offre, tra l'altro, l'opportunità di consultare La memoria di carta, la bibliografia più completa ad oggi realizzata (ed in costante aggiornamento) sulle opere dello scrittore; Seminari di studio e incontri pubblici per avvicinare soprattutto i giovani all'opera di Sciascia. È in preparazione per la conclusione dell'anno sciasciano (20 novembre 2008-20 novembre 2009) la pubblicazione dell'Enciclopedia di Leonardo Sciascia. Il 30 ottobre 2008 è stato lanciato ufficialmente a Firenze un manifesto per ricordare Leonardo Sciascia dal titolo Ce ne ricorderemo di questo maestro che è stato firmato da decine di uomini di cultura in varie parti del mondo: il Nobel 2006 per la letteratura, Orhan Pamuk, il direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, Salvatore Settis, scrittori come Andrea Camilleri, Dacia Maraini, Mario Andrea Rigoni e Vincenzo Consolo, filosofi come Fernando Savater e Massimo Piattelli-Palmarini, il senatore ed ex-presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga, uomini politici come Marco Pannella ed Emanuele Macaluso, l'editore Elvira Sellerio, pittori come Piero Guccione e Bruno Caruso, ecc. Copyright ABCtribe.com 12