Boycott Nike

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Boycott Nike
COCS - COORDINAMENTO CAMBIA LO SPONSOR
aggiornamento al 12 Dicembre 2002
BOYCOTT NIKE
www.romanordestsocialforum.org/cocs/home.htm
COS’E’ LA NIKE ?
NIKE CORPORATION
1 BOWERMAN DRIVE
BEAVERTON, OREGON 97005
U.S.A.
FATTURATO: 9,5 MILIARDI DI DOLLARI/ANNO (dato del 2001)
SPONSORIZZAZIONI
E
PUBBLICITA’:
1,9
MILIARDI
DOLLARI/ANNO
DI
La Nike, con sede centrale nell'Oregon, USA, è l’azienda leader nel mercato
mondiale dell’abbigliamento e delle scarpe sportive. Nata negli anni '60, ha
assunto il suo attuale nome nel 1985.
Ha lanciato il mito dell’atleta testimonial del valore di milioni di dollari, ad
esempio:
il campione di basket Michael Jordan (20 milioni di dollari),
il campione di tennis Andrew Agassi (100 milioni di dollari per 10 anni),
il campione di golf Tiger Woods (20 milioni di dollari).
E’ fra le prime dopo Levi’s a darsi un codice di condotta (1992). E’ fra i
fondatori nel 1999 della Fair Labour Association e partecipa al progetto per
l’eliminazione del lavoro minorile in Pakistan (Atlanta agreement).
La produzione della Nike è principalmente collocata nel sud-est asiatico.
Fino allo scorso anno la parte del leone la faceva l’Indonesia con le 6 fabbriche
di Tangerang e Serang.
Da quando in Indonesia è finita la dittatura di Suharto, hanno fortunatamente
cominciato ad innalzarsi gli standard sociali, dai salari minimi ai diritti
sindacali, e di conseguenza anche i costi per la Nike, che ha perciò deciso di
spostare massicciamente la sua produzione soprattutto in Vietnam e in Cina,
paesi nei quali iscriversi ad un sindacato indipendente può ancora comportare
l’arresto o l’internamento in campi di lavoro forzato.
Sono presenti fabbriche anche in America Latina, ad es. in Salvador o in
Messico, dove nei prossimi anni l’applicazione del Plan Puebla Panamà creerà
le condizioni per un maggiore sfruttamento della manodopera indigena e per
più lauti guadagni per la Nike e le altre multinazionali.
COSA COMBINA LA NIKE ?
1.
LA NIKE PRATICA IL DUMPING SOCIALE !
Cio significa che sposta la produzione nei paesi in cui la legislazione, la
situazione economico-politica e la complicità dei governi consentono di ridurre
al minimo le garanzie dei lavoratori e di abbassare quindi il costo della
manodopera.
Secondo il rapporto “Non siamo macchine” (Marzo 2002) nelle fabbriche
indonesiane:
• manca la liberta’ sindacale: anche se la costituzione di sindacati
indipendenti viene adesso tollerata, l'imprigionamento di Ngadinah Binti
Abu Mawardi della fabbrica di Panarub (Adidas) e il tentato omicidio di
Rakhmat Suryadi della fabbrica di Nikomas Gemilang (Nike ed Adidas)
sconsiglia agli operai di intraprendere attività sindacale per il timore di
ritorsioni. In caso di licenziamenti i primi ad essere cacciati sono i
sindacalisti, che possono essere puniti anche con il congedo forzato a
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2.
tempo indeterminato. Il largo ricorso al contratto di lavoro a tempo determinato impedisce la
sindacalizzazione.
i salari non sono sufficienti per sopravvivere: I lavoratori delle fabbriche indonesiane di Nike
e Adidas vivono ben al di sotto della soglia di povertà e guadagnano di media 56$ al mese, cioè
meno di 2$ al giorno. Nonostante gli aumenti fissati dal governo per far fronte ai rincari dei beni
di prima necessità provocati dalla crisi economica e dall’inflazione, il salario minimo legale è
largamente insufficiente. Lo straordinario non è una libera scelta, ma una necessità. I lavoratori
sono costretti a prendere soldi in prestito per sopravvivere. Chi ha figli è costretto a separarsene,
a mandarli presso parenti nei villaggi per poterli rivedere solo tre o quattro volte all’anno.
non viene rispettata la dignita’ dei lavoratori ne’ garantita la loro sicurezza sul lavoro:
se da un lato diminuiscono leggermente le pressioni psicologiche e le molestie sessuali, dall'altro
il trattamento riservato agli operai non garantisce ancora il rispetto della loro dignità (insulti,
grida e l'assurda pratica della verifica in fabbrica del ciclo mestruale delle operaie) e della loro
salute (inalazione di vapori tossici e troppi incidenti sul lavoro con mutilazioni alle mani nella
fabbrica di Nikomas Gemilang).
laddove c’e’ una dittatura o un regime oppressivo c’e’ anche la nike: attualmente oltre la
metà dell'intera produzione di scarpe Nike proviene da paesi dove costituire sindacati democratici
può comportare l'arresto o l'internamento in campi di lavoro forzato. Durante la dittatura di
Suharto, il 38% delle scarpe sportive di Nike proveniva dall’Indonesia.
Al termine della dittatura vengono innalzati i salari minimi e introdotti i diritti sindacali. Non
conviene più produrre in Indonesia e Nike sposta la sua produzione in Vietnam, dove i salari
minimi sono più bassi e costituire sindacati può comportare l’arresto o l’internamento in campi di
lavoro forzato.
LA NIKE PROVOCA IL LICENZIAMENTO IN TRONCO DI 7.000 PERSONE!
In questi giorni Nike sta togliendo definitivamente le commesse al suo fornitore indonesiano
monomarca PT Doson. Questo comporterà il licenziamento in tronco di 7 mila persone. A nulla
sono valse le pressioni esercitate dai consumatori a livello internazionale, le proteste e gli appelli
dei dipendenti stessi. Nike rifiuta inoltre di pagare ai lavoratori le indennità di legge che il titolare
della fabbrica non e' in grado di corrispondere.
3.
LA NIKE, QUANDO RESPINGE LE ACCUSE, VIENE CONDANNATA PER PUBBLICITA’
INGANNEVOLE E FALSE INFORMAZIONI!
Il 2 Maggio 2002 la Corte Suprema della California ha dato via libera alla causa contro la Nike
intentata nel 1998 dalla ONG Global Exchange, nella quale la multinazionale era accusata di
mentire sulle condizioni di lavoro nei suoi stabilimenti, dopo che numerosi rapporti avevano
documentato violazioni sui salari, orari di lavoro, sicurezza e dignità della persona, diritti
sindacali.
4.
LA NIKE ADOTTA UN SISTEMA DI COMMERCIALIZZAZIONE IRRESPONSABILE!
La Nike spende circa 180 milioni di $, quando sarebbe sufficiente l’1% di questo bilancio per
migliorare le condizioni di 15.000 lavoratori indonesiani. Si è calcolato che la sola
sponsorizzazione di Tiger Woods basterebbe per pagare il lavoro di 40 mila lavoratori cinesi.
APPROFONDIMENTI E RIFERIMENTI
sito della rete internazionale che promuove la
campagna Abiti Puliti
www.lilliputmilano.org/lab/consumocritico.htm sito italiano della campagna Abiti Puliti
l - CampagnaAbitiPuliti
www.globalexchange.org
organizzazione internazionale per la tutela dei
diritti umani
www.oxfam.org
organizzazione internazionale per la lotta contro
la povertà e le ingiustizie
www.cleanclothes.org
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