Una società che ha bisogno di più figli
Transcript
Una società che ha bisogno di più figli
Una società che ha bisogno di più figli - Repubblica.it » Ricerca Page 1 of 2 ARCHIVIO LA REPUBBLICA DAL 1984 Una società che ha bisogno di più figli Repubblica — 05 novembre 2007 pagina 28 sezione: AFFARI FINANZA Nu piezz e' core, si dice dei figli. Già, ma l' altro piezz? Perché l' impressione è che non ce ne sia più, che il cuore lo impegnino tutto. L' emozione della nascita, le goffaggini degli inizi, le paure e le indecisioni rispetto alle prime febbricole e ai pianti notturni apparentemente incoercibili, e poi le fiabe: una specie di gioco che illumina il mondo reale di fronte al bambino, che soddisfa il bisogno di intimità fra lui e i genitori, con un ritmo, un lessico, una trama sempre uguale che gli danno sicurezza come se lo rassicurassero che almeno nel suo mondo tutto è al posto giusto. Questo della lettura di fronte al lettino, una delle attività più faticose a fine giornata ma parimenti una delle più indispensabili, oltre a restare uno dei ricordi più vividi negli anni successivi, ha almeno a quanto assicurano i pediatri di tutto il mondo un effetto positivo sullo sviluppo del linguaggio, sul futuro apprendimento della lettura, sulla comprensione di un testo scritto all' ingresso della scuola. Il bambino, mentre si diverte ad ascoltare storie, acquisisce abilità essenziali per i suoi anni successivi: studia con molta attenzione le storie che lo affascinano, comincia a distinguere per conto suo alcune parole e impara a riconoscerle, insegna a se stesso a leggere. Quando inizierà a leggere da solo la familiarità acquisita con i libri e la lettura ridurrà lo scontro con parole sconosciute e la fatica necessaria per impadronirsi del significato letterale di un testo, consentendo il coinvolgimento emotivo che può scaturire da una felice esperienza di lettura. La condivisione della lettura di libri aiuta la creazione di un linguaggio comune tra genitori e bambino e facilita la costruzione di un intenso rapporto affettivo. «Se volete che vostro figlio sia intelligente, raccontategli delle fiabe; se volete che sia molto intelligente, raccontategliene di più», diceva Albert Einstein. E Walt Disney, pur di convincere i genitori a portarli a vedere al cinema le sue, di fiabe, era sempre molto attento a inserirvi due chiavi di lettura, una spettacolare per i più piccini, e una più profonda per gli adulti. Una linea che la casa segue dal primo lungometraggio Biancaneve (classe 1935) all' ultimo Ratatouille. Crescono i figli, cambiano i problemi (molti dicono che crescono anch' essi con i figli) ma resta immutata l' attenzione dei genitori, il desiderio profondissimo di fare qualcosa per farli felici e in generale di vederli felici, di saperli impegnati in attività gratificanti, di fare qualcosa oltre che per loro anche con loro, ma nel frattempo progressivamente di tenersi per quanto possibile in disparte per non opprimerli con una presenza che può diventare controproducente (bisogna ricordare il termine reso celebre da PadoaSchioppa?) Del resto proprio in questa dicotomia fra la tentazione e il sottile egoismo nel tenerli "bamboccioni" (l' abbiamo alla fine ricordato) e l' aiutarli invece a diventare indipendenti, ruota un puntochiave non tanto della pedagogia quanto dell' economia e della vita associata di un paese. Spiega Tito Boeri, che con l' altro economista anch' egli bocconiano Vincenzo Galasso ha appena pubblicato "Contro i giovani Come l' Italia sta tradendo le nuove generazioni" (editore Mondadori): «L' Italia, proprio perché culturalmente è caratterizzata da un forte familismo e da un irrefrenabile desiderio di protettività, rischia paradossalmente di non dare spazio ai figli. Mi spiego: tutti siamo molto attenti ai nostri, di figli, ma di fatto spesso compiamo scelte che vanno contro la generalità di quelli che hanno l' età appunto dei nostri figli. Pensiamo alle battaglie contro l' innalzamento dell' età pensionabile, o anche semplicemente alla creazione del debito pubblico. Tutte operazioni che si ritorceranno contro le future generazioni». Il problema, spiega ancora Boeri, è connesso anche con il basso tasso di natalità del nostro paese, che progressivamente consegna sempre più potere alle generazioni più anziane proprio perché ci sono pochi giovani che li sostituiscono. «Un paese a bassa natalità è un paese che s' impoverisce, perché se non ci sono giovani nelle posizioni dirigenziali e l' elettore medio diventa sempre più anziano, chi prenderà decisioni coraggiose che vanno nella direzione dell' innovazione, dell' intraprendenza, delle nuove http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/11/05/una-societa-che... 18/03/2009 Una società che ha bisogno di più figli - Repubblica.it » Ricerca Page 2 of 2 tecnologie?» La prima cosa che deve fare uno stato per difendere i suoi giovani è ovviamente migliorare l' istruzione, scolastica e universitaria. La Finanziaria in discussione cerca di fare qualcosa in questa direzione, in particolare stanziando 550 milioni di euro per "rendere più efficiente il sistema universitario italiano". L' erogazione di queste risorse però è subordinata all' adozione di un piano concordato dalla conferenza dei rettori entro gennaio 2008, che stabilisca i criteri per i meccanismi di incentivazione delle università (ovvero premi alle università più efficienti), il contenimento dei costi del personale a favore della ricerca e della didattica, le modalità per favorire il riequilibrio finanziario delle università più indebitate. Per restare alla Finanziaria, in diversi altri punti si parla dei giovani: dalla previsione cui si accennava prima della detrazione di 1.000 euro per chi ha fra i 20 e i 30 anni e va a vivere in affitto pur avendo un reddito inferiore ai 15mila euro (o di 500 euro se si guadagnano 1530mila euro), fino alla conferma dell' Agenzia per lo sport creata l' anno scorso, con in più la promessa di ulteriori contributi pubblici per organizzare eventi sportivi di rilevanza nazionale. Sono piccoli interventi, ma che comunque a qualcosa serviranno, se non altro a rincuorare un po' chi i figli li ha e ne intravvede con incerti contorni il difficile futuro. E non abbandona la speranza che questo futuro i figli riescano a costruirselo con le loro mani. e.occ. La url di questa pagina è http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/11/05/una-societache-ha-bisogno-di-piu.html Abbonati a Repubblica a questo indirizzo http://www.servizioclienti.repubblica.it/index.php?page=abbonamenti_page http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/11/05/una-societa-che... 18/03/2009