Agroalimentare - Movimento Difesa del Cittadino

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Agroalimentare - Movimento Difesa del Cittadino
LA CONTRAFFAZIONE
AGROALIMENTARE
VADEMECUM PER IL CONSUMATORE
Conoscere il problema per affrontarlo meglio
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Progetto IO SONO ORIGINALE
finanziato da
Ministero dello Sviluppo Economico
Direzione Generale per la lotta alla contraffazione
Ufficio Italiano Brevetti e Marchi
realizzato dalle Associazioni dei Consumatori del CNCU
con la collaborazione di Federalimentare e Coldiretti
vademecum a cura di Movimento Difesa del Cittadino
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INDICE
COS’È LA CONTRAFFAZIONE
04
COME DIFENDERSI
04
LE BUONE REGOLE
05
LA CONTRAFFAZIONE NEL SETTORE AGROALIMENTARE
E IL FENOMENO DELL’ITALIAN SOUNDING ALL’ESTERO
06
COSA RIENTRA NELLA CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE?
LE DUE TIPOLOGIE DEL FENOMENO
08
I PRINCIPALI CASI DI CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE
09
LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO
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(PACCHETTO QUALITÀ-SANZIONI E TUTELE-TRACCIABILITÀ DEGLI ALIMENTI
REGOLAMENTO COMUNITARIO SULL’ETICHETTATURA -ORIGINE DELLE CARNI)
I DANNI PROVOCATI
DALLA CONTRAFFAZIONE
VADEMECUM:
COME EVITARE LA CONTRAFFAZIONE
COSA FARE DI FRONTE AL CONTRAFFATTO
A CHI RIVOLGERSI PER TUTELARSI
SCHEDE DELLE ETICHETTATURE DI 12 PRODOTTI AGROALIMENTARI:
COSA È UTILE CONTROLLARE IN ETICHETTA
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COS’È LA CONTRAFFAZIONE
Con il termine “contraffare” si intende la riproduzione di un bene in maniera tale che venga
scambiato per l’originale ovvero produrre, importare, vendere o impiegare prodotti o servizi
coperti da proprietà intellettuale. La contraffazione è un fenomeno antichissimo che riguarda molti settori merceologici. La commercializzazione di prodotti contraffatti incide sulla
sicurezza e la salute dei consumatori ma anche sull’economia del Paese poiché l’imitazione
fraudolenta di un prodotto può anche provocare deviazioni del traffico commerciale e fenomeni di concorrenza sleale (producendo gravissimo danno allo sviluppo della ricerca e alla
capacità di innovazione).
COME DIFENDERSI
La vendita di merce contraffatta avviene attraverso differenti canali di distribuzione, nei
quali la contraffazione non è sempre evidente. Spesso può compiersi attraverso mercati
esterni alla distribuzione regolare, come le bancarelle o le spiagge, oppure tramite
internet ed, infine, all’interno di negozi appartenenti alla distribuzione regolare. Questo
vademecum fornisce pratici consigli per difendersi dal pericolo di acquistare inconsapevolmente merce contraffatta.
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LE BUONE REGOLE
LA CONTRAFFAZIONE NON È SEMPRE EVIDENTE.
PER EVITARE DI ACQUISTARE INCONSAPEVOLMENTE MERCE CONTRAFFATTA
È TUTTAVIA IMPORTANTE SEGUIRE ALCUNE SEMPLICI REGOLE DI BASE:
controllare sempre le etichette dei prodotti acquistati (l’etichetta è la loro “carta
d’identità”) e diffidare di quelli con scritte poco chiare o privi delle indicazioni d’origine
(laddove obbligatorie) e del “marchio CE” o dei marchi DOP/IGP/BIO per i prodotti
a denominazione; le etichette più corrette sono quelle che garantiscono la migliore
conoscenza del prodotto: trasparenza del marchio, processo produttivo, luogo di produzione
e caratteristiche;
acquistare solo prodotti in confezioni e con imballaggi integri, con il nome del
produttore, assicurandosi della loro provenienza e di eventuali marchi di qualità o
certificazione;
valutare il giusto rapporto qualità/prezzo: un prezzo troppo basso può essere invitante
ma potrebbe essere anche indice di scarsa qualità; può sembrare un’occasione e invece
si compra un prodotto che non dura, e si deteriora molto prima dell’originale;
prestare cautela per le vendite effettuate “porta a porta”: se non si ricevono notizie
precise sull’identità e sui recapiti (telefono, domicilio ecc.) del venditore, è possibile che
si tratti di prodotti contraffatti;
porre attenzione all’acquisto di prodotti proposti su internet o da programmi televisivi,
soprattutto nei casi in cui non sia prevista la possibilità di prendere visione della merce
prima dell’acquisto e restituirla una volta ricevuta.
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LA CONTRAFFAZIONE NEL SETTORE
AGROALIMENTARE E IL FENOMENO
DELL’ITALIAN SOUNDING ALL’ESTERO
I NUMERI DELLA CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE
Nel 2013 i Carabinieri per la Tutela della Salute hanno effettuato sequestri per un valore di
oltre 440 milioni di euro ed elevato sanzioni per oltre 17 milioni di euro1. A questi sequestri si aggiungono quelli dell’Agenzia delle Dogane (nel 2012 circa 4 milioni di euro il valore
delle operazioni2) alle frontiere e di tutti gli istituti preposti al controllo della filiera agroalimentare. E ancora: nel corso del 2013 i Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari hanno
operato controlli su “3.121 aziende agroalimentari, sequestri su 9,5 mila tonnellate di prodotti
ed oltre 3 milioni di etichette/packaging iIlegali” 3.
Si tratta di prodotti adulterati, sofisticati, falsi e contraffatti. Molte volte dietro questo
business del taroccato si nasconde la criminalità organizzata: secondo il 2° Rapporto “Agromafie” sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Coldiretti/Eurispes il volume d’affari
complessivo dell’agromafia sale a circa 14 miliardi di euro nel 2013, con un aumento
record del 12% rispetto ai due anni precedenti.
L’ITALIAN SOUNDING
Spostandosi all’estero esistono forme imitative del prodotto italiano – non sempre di natura
fraudolenta né necessariamente pericolose per la salute – che possono trarre in inganno il
consumatore finale e che comunque incidono sulle potenzialità di export delle imprese italiane. Questo fenomeno è generalmente noto come Italian Sounding, espressione che fa
riferimento all’imitazione di un prodotto/denominazione/marchio attraverso un richiamo
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Fonte: Ministero della Salute, Vigilanza e controllo degli alimenti in Italia, Anno 2013.
Fonte: Movimento Difesa del Cittadino e Legambiente, Italia a Tavola 2013.
Fonte: Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 e Federazione associazioni consumatori europee, Rapporto “Sicurezza
Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile”, 2014, cit.
nel nome e/o nella grafica alla presunta italianità che non trova fondamento nel prodotto
stesso.
L’Italian Sounding – che a differenza della contraffazione propriamente detta è difficilmente
sanzionabile legalmente proprio perché nei vari mercati in cui viene attuato, si adottano
comportamenti consentiti e non contrari alla legge – spesso si avvale dell’esperienza e delle
conoscenze produttive portate dagli emigranti italiani. Il fenomeno è infatti maggiormente
diffuso proprio nei Paesi che hanno rappresentato le tradizionali mete storiche di migrazione
e dove le comunità italiane sono più radicate. La presenza di prodotti imitativi costituisce
una delle principali cause della ridotta incidenza dell’export italiano sul fatturato perché
consente ad alcune aziende locali di avere un vantaggio competitivo che non meritano, producendo a prezzi più bassi ma collocando il prodotto su fasce superiori di prezzo grazie al
richiamo all’italianità.
A titolo esemplificativo, la più comune fattispecie del fenomeno ha riguardato, all’inizio delle
emigrazioni, l’impianto di aziende con le stesse produzioni realizzate in Italia da parte degli
espatriati nei nuovi Paesi; poi, nel corso del tempo, sono stati creati nuovi prodotti con marchi
che richiamano nomi italiani. In molti casi, i discendenti di emigrati italiani hanno semplicemente usato (o tuttora usano) il loro cognome italiano come un marchio per i prodotti che,
di fatto, non hanno più alcuna relazione con quelli originali.
Nella Relazione sulla contraffazione nel settore agroalimentare della Commissione parla-
mentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione si legge che a livello mondiale, si
stima che il giro d’affari dell’Italian Sounding superi i 60 miliardi di euro l’anno (164 milioni
di euro al giorno), cifra di oltre 2 volte superiore rispetto all’attuale valore delle esportazioni
italiane di prodotti agroalimentari (26 miliardi di euro nel 2013).
Secondo la Relazione, Nord America ed Europa, rappresentano “la culla” dell’Italian Sounding:
nel continente nord americano si sviluppano complessivamente 24 miliardi di euro di fatturato,
in confronto a un export di prodotti alimentari autentici pari a circa 3 miliardi di euro.
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In generale, l’attività di contraffazione dei prodotti alimentari, unitamente al fenomeno dell’Italian Sounding evidenzia un giro d’affari stimato estremamente rilevante:
•
mondo: circa 60 miliardi di euro (poco meno della metà del fatturato dei prodotti originali
e più di due volte l’export italiano);
•
europa: ben 22 miliardi di euro (contro un export di 13 miliardi di euro per i prodotti
originali) 4.
COSA RIENTRA NELLA
CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE?
LE DUE TIPOLOGIE DEL FENOMENO
Contraffare un prodotto alimentare significa: spacciare per originale (ad esempio una Dop)
o di qualità superiore un prodotto che possiede in realtà caratteristiche diverse, solitamente
di minore qualità se non nocive e/o illecite.
La contraffazione alimentare può essere di due tipi
1.
Falsificazione, adulterazione o sofisticazione dell’alimento.
Si tratta della creazione di un alimento composto da sostanze diverse per qualità o
quantità da quelle che normalmente concorrono a formarlo o modificato attraverso la
sostituzione, la sottrazione, l’addizione di elementi che normalmente lo compongono.
L’art. 5 della legge 283/1962 (Disciplina igienica della produzione e della vendita delle
sostanze alimentari) vieta di impiegare nella preparazione o distribuire per il consumo
sostanze alimentari mescolate a sostanze di qualità inferiore o comunque trattate in
modo da variarne la composizione naturale: sono vietate adulterazioni e variazioni
compositive degli alimenti.
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CNAC, “Priorità in materia di lotta alla contraffazione” Novembre 2011, cit.; Direzione Generale per la lotta alla
Contraffazione – UIBM, Ministero Sviluppo Economico, Rapporto IPERICO 2014:
La lotta alla Contraffazione in Italia nel settore Agroalimentare 2009-2012.
2.
Falsificazione del marchio o dell’indicazione di provenienza geografica o della
denominazione di origine.
Si tratta dell’apposizione di un dato falso sull’alimento o sulla sua confezione, ovvero
dell’abusiva riproduzione del brevetto secondo il quale l’alimento stesso è prodotto.
Questo tipo di contraffazione risulta maggiormente diffuso all’estero e spesso collegato
al fenomeno imitativo dell’Italian Sounding.
I PRINCIPALI CASI DI
CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE
I prodotti più contraffatti sono paradossalmente i prodotti più rappresentativi della qualità
della produzione agroalimentare italiana, ingrato riconoscimento delle eccellenze produttive
del nostro Paese che, però, testimonia anche l’alto livello di business intorno al falso cibo.
I prodotti maggiormente “violati” ed oggetto di contraffazione risultano5:
Vini:
•
ottenuti dalla fermentazione di zuccheri di natura diversa da quelli dell’uva (pratica
vietata in Italia ma ammessa in altri paesi dell’UE);
•
•
•
•
•
•
•
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aggiunta di coloranti;
aggiunta di alcol metilico (metanolo) per aumentarne la gradazione;
aggiunta di conservanti antiossidanti illegali come acido borico e acido salicilico;
aggiunta di aromatizzanti;
aggiunta di antigelo (glicole dietilenico) per aumentarne la morbidezza ed il corpo;
qualità inferiore a quella dichiarata in etichetta;
eccesso di anidride solforosa o gradazione alcolica inferiore a quella prevista.
Fonte: Comando Carabinieri per la tutela della salute - Pubblicazione “Le frodi alimentari”, 2011;
Direzione Generale per la lotta alla Contraffazione – UIBM, Ministero Sviluppo Economica Rapporto IPERICO 2014:
La lotta alla Contraffazione in Italia nel settore Agroalimentare 2009-2012.
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Oli:
•
•
•
olio extravergine contenente oli raffinati, sia di oliva che di semi;
oli con tenori analitici non rispondenti ai requisiti previsti dai regolamenti comunitari;
oli di semi variamente colorati che possono venire spacciati per oli di oliva.
Miele:
•
•
•
aggiunta di zuccheri di altra origine;
vendita di un miele di una origine botanica diversa da quella dichiarata;
vendita di mieli extracomunitari per mieli italiani.
Formaggi:
•
aggiunta di grassi, soprattutto margarina, per ottenere la quantità lipidica richiesta da
quel particolare formaggio che si vuole ottenere;
•
•
aggiunta di fecola o di farina di patate o di amidi per aumentarne il peso;
aggiunta di pectine e gomme viniliche ai formaggi molli per conferire maggiore compattezza;
•
aggiunta di formaldeide ai formaggi duri a scopo disinfettante per mascherare difetti di
lavorazione dovuti all’utilizzo di latte scadente;
•
vendita di formaggi di provenienza diversa, e magari estera, come tipici o a Denominazione
di Origine Protetta DOP;
•
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•
•
formaggi pecorini contenenti percentuali più o meno elevate di latte vaccino;
formaggi ottenuti con latte in polvere ricostituito (consentito in altri Paesi);
attribuzione della designazione di formaggio Doc a formaggi comuni;
aggiunta di sostanze coloranti o minerali.
Mozzarella:
•
•
impiego di “caseine industriali magre” o di “latte in polvere ad uso zootecnico”;
nelle mozzarelle a denominazione di origine tipica o protetta o garantita vengono impiegate cagliate di origine estera (cagliate lettoni, ungheresi, polacche o di altri Paesi UE);
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mozzarelle di bufala contenenti percentuali più o meno elevate di latte vaccino.
Latte:
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annacquamento;
tenore di grasso differente rispetto a quello dichiarato in etichetta;
aggiunta di acqua ossigenata per ridurre una carica batterica elevata;
commercializzazione di latte per neonati contenente proteine di soia geneticamente
modificata;
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•
trattamenti di risanamento non consentiti;
utilizzo di latte inacidito neutralizzato con l’aggiunta di alcali;
latte fresco ottenuto da latti precedentemente pastorizzati;
utilizzo di latte in polvere ricostituito (con latte in polvere per uso zootecnico);
latte pastorizzato più volte;
utilizzo improprio di diciture come “naturale”, “bio”, “eco”, evocanti il metodo di produzione
biologico in prodotti invece del tutto convenzionali.
I PRINCIPALI CASI DI ITALIAN SOUNDING
Alla contraffazione vera e propria si aggiungono i tanti casi di Italian Sounding. Tra questi,
nel primo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia di Eurispes/Coldiretti alcuni vengono
individuati, ad esempio:
imitazioni di Parmigiano Reggiano o Grana Padano venduti legalmente come Parmesan
(USA), Parmesanito (Argentina), Parmesao (Brasile) o Parma (Spagna) ;
imitazione dell’Aceto Balsamico di Modena IGP;
la pasta viene imitata nel mondo con i seguenti nomi: spaghetti napoletana, pasta
milanesa, tagliatelle e capellini milaneza prodotti in Portogallo, linguine Ronzoni, risotto
tuscan ed altri ancora;
Pompeian Olive Oil è il nome di un olio prodotto nel Maryland;
Cambozola tedesco ricorda il Gorgonzola milanese;
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condimenti di salsa: pomodori pelati ‘grown domestically in the Usa’ o i pomodorini
di collina cinesi e la salsa Bolognese dall’Australia;
il caffè Trieste Italian Roast Espresso prodotto in California con confezione tricolore.
Il Rapporto Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile, a cura di Adiconsum,
del Centro Studi Consumi 2.0 e della Federazione associazioni consumatori europee in un
paragrafo dal titolo La contraffazione: il Made in Italy e l’Italian
talian sounding ripercorre casi
eclatanti. Il Rapporto ricorda la prima condanna penale per falso Made in Italy contro il
concentrato di pomodoro cinese ricostituito con acqua e commercializzato come tale o i
folcloristici wine e cheese kit (pacchetti “fai da te”, venduti online, per riprodurre a casa vini
blasonati e formaggi tipici italiani).
Nel Rapporto sono presenti proposte a contrasto dei fenomeni di contraffazione e dell’Italian Sounding. In particolare, viene proposto di agire “sulla leva normativa, sugli accor-
di internazionali per la tutela della correttezza nei rapporti commerciali, sull’informazione
del consumatore, sulla certificazione, sulla repressione operata dalle forze dell’ordine sul
mercato reale quanto su quello “virtuale” esercitato via Internet”. Il Rapporto segnala come
interessanti anche iniziative quali “Italcheck, basata sulla certificazione offerta da Agroqua-
lità (società per la certificazione della qualità nell’agroalimentare, ndr): tramite il QR code
(Quick Response Code, il codice bidimensionale contente informazioni decodificate dagli
smartphone,ndr) riportato sul prodotto il consumatore dotato di smartphone viene messo
in grado di verificare in tempo reale, da qualsiasi parte del mondo e nella sua lingua, la
vantata italianità del prodotto e la tracciabilità della filiera”.
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LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO
IL PACCHETTO QUALITÀ
Il 3 gennaio 2013 è entrato in vigore il regolamento (UE) 1151/2012 sui regimi di qualità dei
prodotti agricoli e alimentari, il cd “Pacchetto Qualità”. Si tratta di una riforma del sistema
delle qualità agroalimentari europee con procedure di registrazione più celeri, nuovi regimi
di qualità e meccanismi di protezione.
Nel regolamento troviamo le seguenti definizioni:
denominazione di origine: identifica un prodotto originario di un luogo, regione o di un Paese
determinati, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico e ai suoi intrinseci fattori naturali e umani; e le
cui fasi di produzione si svolgono nella zona geografica delimitata;
indicazione geografica: identifica un prodotto originario di un determinato luogo, regione
o Paese alla cui origine geografica sono essenzialmente attribuibili una data qualità, la
reputazione o altre caratteristiche e la cui produzione si svolge per almeno una delle sue
fasi nella zona geografica delimitata;
specialità tradizionale garantita: identifica un prodotto o un alimento ottenuto con un
metodo di produzione, trasformazione o una composizione che corrispondono a una pratica
tradizionale per tale prodotto o alimento o ottenuto da materie prime o ingredienti utilizzati
tradizionalmente. Affinché un nome sia registrato come specialità tradizionale garantita,
esso deve: essere stato utilizzato tradizionalmente in riferimento al prodotto specifico; o
designare il carattere tradizionale o la specificità del prodotto.
Secondo il Rapporto 2014 sulle produzioni agroalimentari italiane DOP, IGP e STG della Fondazione Qualivita e Ismea, l’Italia rimane leader mondiale del comparto per numero di
produzioni certificate, con 269 prodotti iscritti nel registro Ue, di cui 161 DOP, 106 IGP, 2 STG (dati
30.11.2014). Un volume prodotto pari a 1,27 milioni di tonnellate, di cui oltre un terzo esportato per
un valore pari a circa 2,4 miliardi di euro con un aumento del 5%; un fatturato alla produzione di
6,6 miliardi di euro e al consumo di circa 13 miliardi di euro (anno produzione 2013).
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ALCUNE TRA LE PRINCIPALI NOVITÀ DEL “PACCHETTO QUALITÀ”:
l’istituzione di un regime sulle indicazioni facoltative di qualità, tra cui la denominazione
prodotto di montagna;
un sistema di tutela tra cui l’introduzione della protezione ex officio, ovvero il principio
che gli Stati membri sono tenuti ad adottare le misure necessarie alla tutela delle indicazioni geografiche designando le Autorità responsabili di adottare le misure di protezione. Quindi non è più necessaria una denuncia di parte affinché si attivi il processo
di protezione su un prodotto riconosciuto a livello comunitario6.
Sanzioni e tutele
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Già il d.lgs. 297/2004 prevedeva sanzioni amministrative pecuniarie per condotte di contraffazione e di usurpazione di DOP o di IGP regolarmente registrate, di uso di indicazioni
false o ingannevoli sulla provenienza, origine, natura e qualità essenziali dei prodotti alimentari, per i produttori: la sanzione amministrativa pecuniaria prevista era di 50.000 euro.
La successiva legge 99/2009, all’art. 15 ha apportato modifiche agli articoli 473, 474, 517
del CP e ha introdotto i nuovi articoli 474-bis, 474-ter, 474-quater, 517-ter, 517-quater e 517quinquies: nello specifico il nuovo art. 517-quater prevede l’introduzione del delitto di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari,
punito con la reclusione fino a 2 anni e con la multa fino a 20.000 euro.
La legge vieta di adulterare o corrompere acque o sostanze destinate all’alimentazione rendendole pericolose per la salute pubblica e di contraffare, in modo pericoloso per la salute
pubblica, sostanze alimentari destinate al commercio. Tale delitto è previsto dall’art. 440 CP
ed è punito con: la reclusione da tre a dieci anni;
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Fonte: Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Scheda Pacchetto Qualità, www.politicheagricole.it
e le seguenti pene accessorie:
•
la pubblicazione della sentenza di condanna su uno o più quotidiani a diffusione nazionale;
•
l’interdizione da cinque a dieci anni dalla professione, industria, commercio o mestiere
nel cui ambito è stato commesso il delitto, vale a dire il divieto di esercitare tale professione, industria, attività commerciale, mestiere.
Tali condotte (adulterazione o corruzione di sostanze) vengono punite come contraffazione
alimentare a danno della salute pubblica, se commesse prima che gli alimenti vengano
distribuiti per il consumo; mentre una volta entrati in commercio scattano in aggiunta anche
le incriminazioni per reati contro la persona, quali lesioni personali e omicidio.
Visto che per “alimenti” si intendono sostanze direttamente commestibili, o atte a diventare
tali mediante i processi di preparazione (cottura, stagionatura, messa a conserva, ecc.), sono
sostanze destinate all’alimentazione anche gli animali da allevamento destinati al consumo
alimentare, una volta macellati.
È vietato inoltre detenere per il commercio, porre in commercio, distribuire per il commercio tali alimenti contraffatti in modo pericoloso per la salute pubblica: si tratta di un reato
previsto dall’art. 442 CP, che viene punito con:
•
la reclusione da tre a dieci anni se si tratta di alimenti destinati al commercio;
nonché con le seguenti pene accessorie:
•
la pubblicazione della sentenza di condanna su uno o più quotidiani a diffusione nazionale;
•
l’interdizione da cinque a dieci anni dalla professione, industria, commercio o mestiere
nel cui ambito è stato commesso il delitto.
In casi di particolare gravità possono anche essere imposte:
•
la chiusura dello stabilimento o dell’esercizio;
•
e la revoca della licenza.
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LA TRACCIABILITÀ DEGLI ALIMENTI
La tracciabilità degli alimenti nasce come uno strumento di sicurezza alimentare.
Tracciare significa descrivere il percorso di una materia prima o di un lotto di produzione
attraverso i passaggi da un’entità commerciale a un’altra, all’interno della filiera produttiva.
In sostanza, parallelamente al flusso di merci avviene un flusso di informazioni che vengono
registrate e conservate a ogni passaggio.
Il regolamento (CE) 178/2002 introduce infatti la cosiddetta “procedura di rintracciabilità”,
definendola come “la possibilità di ricostruire e seguire il percorso di un alimento, di un man-
gime, di un animale destinato alla produzione alimentare o di una sostanza destinata o atta
ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime attraverso tutte le fasi della produzione,
della trasformazione e della distribuzione”.
Ciascun passaggio di mano da un operatore della filiera ad un altro deve vedere la registrazione degli alimenti o essere accompagnato dalla registrazione dei prodotti in ingresso,
consentendo all’azienda che commercializza il prodotto finito di poter risalire alle materie
prime di origine.
L’azienda che commercializza il prodotto finale è obbligata inoltre a “creare” dei codici distintivi
per ciascun lotto di produzione che viene immesso sul mercato, contenenti informazioni
sulla data di produzione e sugli ingredienti utilizzati; inoltre, l’assegnazione di ciascun lotto ai
distributori finali (ad esempio i supermercati) viene registrata.
Dal 1° gennaio 2006, con l’entrata in vigore del “Pacchetto Igiene”, l’obbligo della rintracciabilità è stato esteso a tutti i prodotti agroalimentari. I requisiti minimi per l’applicazione della
rintracciabilità da parte degli operatori del settore alimentare sono specificati nell’Accordo
del 28 luglio 2005 tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome (“Linee Guida ai fini della
rintracciabilità degli alimenti e dei mangimi per fini di sanità pubblica”). Con il regolamento
di esecuzione (UE) 931/2011 - in vigore da luglio 2012 – la Commissione ha fissato dei requisiti
specifici in materia di rintracciabilità riguardo agli alimenti di origine animale.
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Nel maggio 2013 la Commissione Europea ha adottato la proposta di riforma del Pacchetto
Igiene “Smarter Rules for Safer Foods”. Secondo l’esecutivo UE “Il pacchetto normativo
risponde alla necessità di semplificare la legislazione e adottare norme più intelligenti che
permettano di ridurre gli oneri amministrativi per gli operatori come pure la complessità
della regolamentazione vigente”. In particolare, si prevedono novità in merito ai controlli
ufficiali, alla sanità animale e delle piante e regole più semplici per la commercializzazione
delle sementi e di altro materiale riproduttivo vegetale.
La Commissione UE prevede che il pacchetto normativo entrerà in vigore nel 2016.
IL REGOLAMENTO COMUNITARIO SULL’ETICHETTATURA
Un’importante novità in materia di etichette alimentari è stata introdotta con la pubblicazione - sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 22 novembre 2011 - del regolamento
(UE) 1169/2011 sulle informazioni alimentari ai consumatori, che introduce l’obbligo di
indicare le informazioni nutrizionali fondamentali e di impatto sulla salute (obbligatorie a
partire dal 13 dicembre 2016), impone l’evidenziazione della presenza di allergeni, prevede il divieto di indicazioni fuorvianti e una dimensione minima dei caratteri per rendere
le etichette più facilmente leggibili. Viene inoltre esteso l’obbligo di indicare in etichetta
l’origine delle carni suine, ovine, caprine e del pollame, siano esse fresche, refrigerate o
congelate. Il regolamento si applica a tutti i prodotti destinati e somministrati al consumatore
finale ma non ai prodotti preimballati nei punti vendita.
Il regolamento, prevedendo un percorso a tappe, affida alla Commissione Europea il compito
di verificare i costi e l’opportunità di estendere l’indicazione obbligatoria del Paese di origine
o del luogo di provenienza per le carni utilizzate come ingrediente (2 anni), per le tipologie di
carne per cui ancora non è obbligatorio indicare il Paese di origine e per il latte e derivati del
latte e altre categorie di prodotti alimentari.
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Si sintetizzano di seguito alcune delle principali novità introdotte dal regolamento, da tenere
presente durante l’acquisto dei prodotti:
•
la dichiarazione nutrizionale obbligatoria, il contenuto energetico e le percentuali
di grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, dovranno essere indicate insieme e nel medesimo campo visivo sull’imballaggio, e se del caso, in una tabella
comprensibile. Tutte le informazioni dovranno essere espresse per 100 g o per 100 ml e
potranno, inoltre, essere espresse anche per porzione. Tra i prodotti esentati ci sarà il vino.
•
l’evidenziazione della presenza di allergeni: le sostanze allergeniche saranno evidenziate (con colori diversi o indicate in grassetto) nella lista degli ingredienti per consentire al consumatore di individuarle più facilmente. Le informazioni sugli allergeni
dovranno essere fornite anche per i cibi non imballati, ad esempio quelli somministrati
nei ristoranti o nelle mense.
•
il divieto alle indicazioni fuorvianti sulle confezioni: i consumatori non devono essere
fuorviati dalla presentazione degli imballaggi alimentari, riguardo all’aspetto, alla
descrizione e alla presentazione grafica, che saranno resi più comprensibili. Riguardo
all’imitazione dei cibi, è stato previsto che gli alimenti simili ad altri, ma prodotti con
ingredienti diversi, dovranno essere facilmente identificabili. Il pesce che sembra
costituito da un unico pezzo, ma che in realtà è ottenuto dalla combinazione di più parti
di pesce, attuata mediante altri ingredienti, tra cui additivi ed enzimi alimentari, dovrà
essere indicato come “pesce ricomposto”.
•
una dimensione minima per rendere leggibili le etichette: salve le disposizioni sul
metrologico, le diciture obbligatorie sulle etichette dovranno avere caratteri tipografici
minimi non inferiori a 1,2 mm (prendendo come riferimento la “x” minuscola), oppure
0,9 mm se le confezioni presentano una superficie inferiore a 80 cm2. Se la superficie
della confezione è inferiore a 10 cm2, l’etichetta potrà riportare solo le informazioni
principali (denominazione di vendita, allergeni, peso netto, termine minimo di conservazione, ecc.) disposte nella posizione più favorevole.
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•
la scadenza degli alimenti: la data di scadenza dovrà essere presente anche sui
prodotti confezionati singolarmente, ma facenti parte di un imballaggio multiplo.
•
origine: l’indicazione del Paese d’origine o del luogo di provenienza è obbligatoria nel
caso in cui l’omissione di tale indicazione possa indurre in errore il consumatore. Si sottolinea che per “origine” si intende il luogo dove il prodotto ha subito l’ultima trasformazione sostanziale e per “provenienza” qualunque luogo indicato come quello da cui
proviene l’alimento, ma che non è il Paese d’origine. Con l’applicazione dell’art. 26 (Paese
d’origine o luogo di provenienza) l’”Italian Sounding” di origine europea dovrebbe
essere arginato dell’obbligo di indicazione dell’origine, per i casi in cui le informazioni
(anche visive) che accompagnano l’alimento potrebbero indurre in errore il consumatore
riguardo all’effettiva provenienza del prodotto.
Le norme sono entrate in vigore dal 13 dicembre 2014, mentre per la dichiarazione nutrizionale obbligatoria dal 13 dicembre 2016. L’indicazione dell’origine e per le carni di specie
suina, ovina, caprina e di volatili fresche o congelate è divenuta obbligatoria a partire dal 1°
aprile 2015.
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LE INFORMAZIONI OBBLIGATORIE SECONDO IL NUOVO REGOLAMENTO (UE) 1169/2011
• denominazione dell’alimento;
“carne ricomposta” e “pesce ricomposto” sono due tra le nuove indicazioni specifiche che
accompagnano la denominazione. Indicano prodotti che possono sembrare costituiti da un
unico pezzo ma che in realtà sono frutto dell’unione di diverse parti attuata grazie ad altri
ingredienti tra cui additivi ed enzimi alimentari;
• elenco degli ingredienti;
tante le novità nella lista degli ingredienti. Tra le principali: tutti gli ingredienti presenti sotto
forma di nanomateriali ingegnerizzati sono indicati con la dicitura “nano”; per gli oli e grassi
vegetali si indica l’origine dell’olio stesso (olio di semi di arachide, olio di palma, ecc...);
• qualsiasi ingrediente o coadiuvante tecnologico elencato che provochi allergie o intolleranze;
nella lista degli ingredienti gli allergeni sono enfatizzati con caratteri distinti per colore, forma, ecc...;
• quantità di taluni ingredienti o categorie di ingredienti;
l’indicazione della quantità di un ingrediente o di una categoria di ingredienti utilizzati nella
fabbricazione o nelle preparazione di un alimento è richiesta in una serie di casi, ad esempio
quando l’ingrediente figura nella denominazione dell’alimento o è generalmente associato
a tale denominazione dal consumatore;
• quantità netta dell’alimento;
• termine minimo di conservazione o data di scadenza;
• condizioni particolari di conservazione e/o le condizioni d’impiego;
• nome o la ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare;
l’operatore del settore alimentare responsabile delle informazioni sugli alimenti è l’operatore
con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto o, se tale operatore
non è stabilito nell’Unione, l’importatore nel mercato dell’Unione;
• Paese d’origine o il luogo di provenienza;
obbligatori nel caso in cui l’omissione possa indurre in errore il consumatore in merito al
Paese d’origine o al luogo di provenienza reali dell’alimento;
• istruzioni per l’uso, per i casi in cui la loro omissione renderebbe difficile un uso
adeguato dell’alimento;
• per le bevande che contengono più di 1,2 % di alcol in volume, il titolo alcolometrico
volumico effettivo;
• dichiarazione nutrizionale;
(in applicazione dal 13 dicembre 2016).ORIGINE DELLE CARNI
20
ORIGINI DELLE CARNI
A seguito del regolamento (CE) n. 1337/2013 dal 1° aprile 2015 si applicano
le novità per quanto riguarda l’indicazione del paese di origine o del luogo
di provenienza delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della
specie suina, ovina, caprina e di volatili.
In particolare, se le carni sono state ottenute da animali nati, allevati e macellati in un unico
Stato membro o Paese terzo è consentita l’indicazione “Origine: (nome dello Stato membro o
del Paese terzo)”. In caso contrario è necessario distinguere il luogo di allevamento da quello di macellazione, indicando il nome dello Stato membro o del Paese terzo in cui l’animale
è stato allevato e macellato (“Allevato in: ...”; “Macellato in:...”). Si tratta di indicazioni che
seguono criteri diversi in base alla specie di animale:
•
suini: nel caso in cui l’animale abbattuto sia di età superiore a 6 mesi, il nome dello
Stato membro o del Paese terzo in cui si è svolto l’ultimo periodo di allevamento di
almeno 4 mesi; nel caso in cui l’animale abbattuto sia di età inferiore a 6 mesi e con un
peso a vivo di almeno 80 kg, il luogo in cui si è svolto l’allevamento dopo che l’animale
ha raggiunto i 30 kg; nel caso in cui l’animale abbattuto sia di età inferiore a 6 mesi e
con un peso a vivo inferiore a 80 kg, il nome dello Stato membro o del Paese terzo in cui
ha avuto luogo l’intero periodo di allevamento;
•
ovini e caprini: il nome dello Stato membro o del Paese terzo in cui si è svolto l’ultimo
periodo di allevamento di almeno 6 mesi, o, nel caso in cui l’animale abbattuto sia di età
inferiore a 6 mesi, il luogo in cui ha avuto luogo l’intero periodo di allevamento;
•
volatili: il nome dello Stato membro o del Paese terzo in cui si è svolto l’ultimo periodo
di allevamento di almeno un mese, o, nel caso in cui l’animale abbattuto sia di età
inferiore a un mese, il luogo in cui si è realizzato l’intero periodo di allevamento dopo
che l’animale è stato immesso all’ingrasso.
Qualora il periodo di allevamento previsto non sia stato raggiunto in nessuno degli Stati
membri né dei Paesi terzi in cui l’animale è stato allevato, l’indicazione è sostituita da
“Allevato in: vari Stati membri dell’UE” o, nel caso in cui le carni o gli animali siano stati
importati nell’Unione, da “Allevati in: vari Paesi extra UE” o ”Allevati in: vari paesi dell’UE
e Paesi extra UE”.
21
I DANNI PROVOCATI
DALLA CONTRAFFAZIONE
noc
ivo
La contraffazione alimentare genera danni economici al consumatore, alle imprese, allo
Stato, ma anche alla salute pubblica, dal momento che possono essere distribuiti alimenti
che contengono sostanze nocive.
Infatti, nel caso di frode sull’origine e la provenienza di un alimento, quest’ultimo può non
essere necessariamente tossico, mentre in caso di frode sulle qualità dell’alimento e di
contraffazione delle sostanze che concorrono a formarlo, i consumatori si trovano davanti a
sostanze potenzialmente nocive.
Il prodotto alimentare è contraffatto se:
•
•
•
è realizzato senza rispettare standard di sicurezza, qualità ed efficacia;
utilizza ingredienti corretti, ma di provenienza ignota;
taluni ingredienti importanti possono essere assenti, o possono essere sostituiti con
ingredienti meno costosi.
Il prodotto alimentare contraffatto può essere gravemente nocivo per la salute.
Di particolare rilevanza è il danno di immagine che si ripercuote sui diversi operatori e
ambiti della produzione agroalimentare di qualità, dai consumatori ai produttori. Il danno in
questione “si realizza attraverso la probabile delusione delle attese di qualità e di specificità
del gusto che i consumatori proveranno. L’acquisto di un prodotto di cattiva qualità avrà in
molti casi l’effetto di scoraggiare l’acquisto anche dei prodotti alimentari e dei vini “originali” 7.
La distribuzione dei prodotti contraffatti avviene per lo più attraverso due canali: il circuito
clandestino ed il circuito commerciale abituale.
Circuito clandestino: si organizza, per definizione, al di fuori del mercato regolare,
o non autorizzato.
7
Fonte: Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 e Federazione associazioni consumatori europee, Rapporto “Sicurezza
Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile”, 2014, cit.
22
Circuito commerciale: si tratta del mercato di canali di vendita dei prodotti originali,
dove spesso i prodotti falsi contraffatti vengono posti accanto a quelli genuini. In questo
canale i rischi per i consumatori sono maggiori, in quanto proprio il fatto che si tratta di
canali ufficiali di vendita rappresenta per questi ultimi un indice di affidabilità sull’originalità del prodotto.
Sicurezza alimentare e ambiente sono due realtà strettamente correlate, in quanto è
dalla natura che derivano le materie prime della filiera agroalimentare. Danni ambientali,
quali sversamenti di rifiuti tossici, inquinamento delle risorse idriche, hanno diretto effetto
sul livello di sicurezza del cibo. Ma è vero anche il contrario. Pensiamo alla vendita proibita
di prodotti ittici sotto misura, oppure all’impiego di sostanze chimiche vietate e inquinanti in
agricoltura. Questi sono alcuni dei danni che attività illegali nel settore alimentare possono
apportare all’ambiente.
23
VADEMECUM
Come evitare la contraffazione
•
•
•
•
conoscere e leggere attentamente le etichette;
prestare attenzione alla provenienza;
fare attenzione al rapporto qualità/prezzo;
essere cauti negli acquisti fuori dai locali commerciali, verificando che il venditore
sia autorizzato e sempre identificabile in modo trasparente;
•
se acquistiamo un prodotto Dop, Igp, Stg o biologico controllare che sia sempre
presente il logo europeo di riferimento;
•
collaborare con gli organismi competenti sul controllo per segnalare anomalie.
COSA FARE
DI FRONTE AL CONTRAFFATTO
Il primo passo verso una tutela del cittadino dalla contraffazione di tutti i prodotti è una
chiara conoscenza dei propri diritti e poteri. “La politica europea per i consumatori fa grande
affidamento sul concetto di “consumer empowerment” come strumento elettivo di protezione dei loro diritti e interessi legittimi”, si legge nel Rapporto Sicurezza Agroalimentare:
motore di sviluppo sostenibile8. Quali sono i poteri che fanno capo al cittadino? “Il potere
di scelta nell’acquisto degli alimenti, il potere di segnalare prodotti e pratiche non conformi
alla legge, il potere di citare in giudizio il produttore o venditore che gli cagioni un danno o lo
faccia oggetto di una frode“.
8
Fonte: Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 e Federazione associazioni consumatori europee.
24
E’ dalla consapevolezza di questi poteri e dalla conoscenza dei prodotti e del mercato che
partono le strategie di autotutela per il consumatore. Ad esempio, è importante sapere
come un prezzo troppo basso per un prodotto possa essere un campanello di allarme per
il consumatore. “Se un prodotto si trova sullo scaffale abitualmente in vendita ad un prezzo
molto inferiore al costo medio di produzione per la sua categoria - si legge nel già citato
Rapporto Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile - probabilmente si tratta
di un prodotto scadente, quando non di un prodotto addirittura illegale (contraffatto,
adulterato, sofisticato). A prescindere dai costi di pubblicità, distribuzione, packaging ed
altri costi comprimibili, sui cui è possibile realizzare un certo risparmio per mantenere un
prezzo di vendita competitivo, vi è una soglia sotto la quale il prezzo di vendita non copre le
spese di produzione e distribuzione in condizioni normali, con materie prime, procedure di
lavorazione, impianti e personale “a norma”.
Se si acquista un prodotto sospetto, ad esempio con una etichetta evidentemente falsificata
oppure confezioni con rigonfiamenti e con presenza all’interno di indicatori di marcescenza
(ad esempio muffa), la prima cosa da fare è non consumarlo.
Infine, è necessario contattare subito le autorità sanitarie (vedi recapiti Asl, NAF e NAS a
pagg 27-28) competenti e non gettare la confezione del prodotto ai fini della identificazione del lotto e quindi alla possibilità per le istituzioni a procedere a delle azioni di richiamo o
di ritiro del prodotto.
25
A CHI RIVOLGERSI PER TUTELARSI
Nel caso in cui l’acquirente abbia il ragionevole dubbio di aver inconsapevolmente acquistato
un prodotto falso, potrà segnalare il fatto alle Autorità o chiedere quali siano le caratteristiche
di un prodotto originale e ricevere indicazioni su come comportarsi di fronte a un prodotto
contraffatto.
La segnalazione potrà essere effettuata ai seguenti soggetti:
Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione-UIBM
Ministero dello Sviluppo Economico
> CALL CENTER
+39 06 4705 5800
+39 06 4705 5750
Dal lunedì al venerdì, dalle 9,00 alle 17,00
[email protected]
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E’ necessario abilitare JavaScript per vederlo.
> LINEA DIRETTA ANTICONTRAFFAZIONE
+39 06 4705 3800
+39 06 4705 3539
Dal lunedì al venerdì, dalle 9,00 alle 17,00
[email protected]
> SALA PUBBLICO
Dal lunedì al venerdì, dalle 9,30 alle 13,30.
Per appuntamenti pomeridiani contattare il Call Center.
>
Per maggiori informazioni consultare il WEB ai seguenti indirizzi:
www.mise.gov.it
www.uibm.gov.it
26
Agenzie delle Dogane
> PROGETTO F.A.L.S.T.A.F.F.
Elaborato ed avviato a partire dal 2004, il progetto FALSTAFF mira a promuovere la circolazione di merci originali, conformi per qualità e per sicurezza, al fine di assicurare la
libera concorrenza del mercato. Il team del progetto FALSTAFF può essere contattato al
seguente indirizzo:
[email protected]
Comando Carabinieri per la Tutela della Salute - (N.A.S.)
Nuclei Antisofisticazioni e Sanità (presso il Ministero della Salute)
Caratteristica fondamentale del reparto è la dipendenza funzionale dal Ministro della Salute in
virtù della quale i militari appartenenti al reparto hanno - per decreto - i poteri degli Ispettori
Sanitari; poteri che ne legittimano l’operato in tutti quei luoghi ove vi è produzione, somministrazione, deposito o vendita di prodotti destinati all’alimentazione umana.
>
N.A.S. sul territorio:
Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Milano Italia settentrionale:
+39 06 59944 319
Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma Italia centrale:
+39 06 59947 111
Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli Italia meridionale:
+39 06 59944 340
Per conoscere i Comandi distribuiti sul territorio italiano visitare il seguente link:
www.carabinieri.it/cittadino/tutela/salute/organizzazione-e-compiti/n-a-s-sul-territorio
27
Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari - (N.A.C.)
Nuclei Antifrodi Carabinieri (presso il Mipaaf)
E’ il Reparto specializzato dell’Arma deputato al contrasto della “criminalità in agricoltura”,
in ogni sua forma nel settore agricolo e alimentare, a tutela sia degli operatori economici
sia dei consumatori.
Il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari pone a disposizione del cittadino
personale specializzato in grado di soddisfare le richieste di settore al numero verde:
800 020320, in funzione 24 su 24.
Corpo Forestale dello Stato - (N.A.F.) Nucleo Agroalimentare e Forestale
(presso il Mipaaf)
Le attività di indagine e controllo sono coordinate a livello centrale dalla Divisione
2^dell’Ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato con il Nucleo Agroalimentare
e Forestale (N.A.F.), una struttura centrale altamente specializzata nel contrasto alla
criminalità in ambito agroalimentare e alla contraffazione dei prodotti di qualità.
Email di contatto:
[email protected]
Dipartimenti di Prevenzione delle A.S.L.
In relazione alle attività ispettive del S.S.N., i Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione ed
i Servizi Veterinari dei Dipartimenti di Prevenzione delle A.S.L. svolgono attività ispettiva sui
diversi operatori lungo la filiera agroalimentare dai produttori primari, al dettaglio ai trasporti.
Il cittadino può rivolgersi presso gli Uffici competenti della propria A.S.L. territoriale.
Guardia di Finanza
>
Progetto S.I.A.C.
Il Sistema Informativo Anti-Contraffazione (S.I.A.C.) è una progettualità co-finanziata dalla
28
Commissione Europea ed affidata dal Ministero dell’Interno alla Guardia di Finanza, a
conferma del ruolo di centralità del Corpo nello specifico comparto operativo.
L’iniziativa ha preso le mosse dalla maturata consapevolezza che per fronteggiare un
fenomeno illecito multidimensionale e trasversale come quello della contraffazione è
necessario “fare sistema” fra tutte le componenti istituzionali e gli attori impegnati nella
lotta all’ “industria del falso”. Partendo da questo presupposto, il progetto è stato realizzato
come una piattaforma telematica plurifunzionale composta da diversi applicativi che assolvono
le funzioni di:
•
•
informazione per i consumatori;
cooperazione tra gli attori istituzionali e, in particolare, tra le Forze di Polizia e tra queste
e le Polizie Municipali;
•
collaborazione tra le componenti istituzionali e le aziende.
Il sito web del Sistema Informativo Anti Contraffazione è curato dal personale del Nucleo
Speciale Tutela Mercati, alle dipendenze del Comando Reparti Speciali della Guardia di Finanza.
È possibile contattare la redazione del S.I.A.C. all’indirizzo:
080 5882221
[email protected]
Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità
e repressione frodi (presso il Mipaaf)
Il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei
prodotti agroalimentari ha competenze in materia di:
•
prevenzione e repressione delle infrazioni nella preparazione e nel commercio dei
prodotti agroalimentari e dei mezzi tecnici di produzione per il settore primario;
•
vigilanza sulle produzioni di qualità registrata che discendono da normativa comunitaria
e nazionale;
•
programmi di controllo per contrastare l’irregolare commercializzazione dei prodotti
agroalimentari introdotti da Stati membri o Paesi terzi e i fenomeni fraudolenti che
generano situazioni di concorrenza sleale tra gli operatori a supporto degli interventi a
sostegno delle produzioni colpite da crisi di mercato.
•
Contatti: Segreteria
06 46656610
[email protected]
29
ALLEGATO
SCHEDE DELLE ETICHETTATURE DEI
PRODOTTI AGROALIMENTARI
COSA È UTILE CONTROLLARE IN ETICHETTA
Sulla base di quanto citato in precedenza sulla normativa vigente (regolamento (UE)
1169/2011), questa sezione sintetizza le principali caratteristiche delle etichette di alcuni
prodotti agroalimentari di consumo “abituale”. Le specifiche riportate seguono l’attuale
applicazione della normativa vigente, in attesa che gli ulteriori effetti della norma siano resi
applicativi da recepimenti nazionali e da atti di esecuzione europei.
12 schede dedicate al singolo prodotto, riportano informazioni utili ai consumatori durante
l’acquisto, da controllare sull’etichetta delle confezioni, quali indicazioni obbligatorie,
specifiche sulle denominazioni degli alimenti, certificazioni e indicazioni geografiche.
•
Bevande spiritose (a base di spirito)
•
Prodotto biologico
•
Carni suine
•
Cioccolato
•
Conserve
•
Dolci
•
Formaggi
•
Pane
•
Pasta
•
Salumi
•
Succhi di frutta
30
Nome dell’alimento
Valore nutrizionale
Valore energetico
Carboidrati
Proteine
Grassi
Fibre alimentari
kcal
g
g
g
g
70.6
10.4
2.7
2.1
2
%
3.5
2.1
0.5
0.9
8
Prodotto a:
Località
Data di scadenza
BEVANDE SPIRITOSE
(A BASE DI SPIRITO)
Le bevande spiritose rappresentano prodotti di eccellenza del panorama agroalimentare
italiano e fanno parte di una cultura incentrata sulla qualità e sul consumo responsabile.
Per definizione, hanno caratteristiche organolettiche particolari e un titolo alcolometrico
minimo di 15% vol.; le bevande spiritose sono prodotte sia direttamente mediante distillazione, macerazione o aggiunta di aromi, sia mediante miscelazione di una bevanda spiritosa
con un’altra bevanda, con alcol etilico di origine agricola o con taluni distillati. La normativa
di riferimento per le bevande spiritose è il regolamento (CE) n. 110/2008 che contiene
una classificazione per categoria (rum, acquavite, vodka, ecc.) e per Indicazione geografica
(Grappa, Brandy italiano, Cognac, ecc.). Le bevande spiritose sono soggette all’accisa sull’alcol etilico ai sensi del Testo Unico accise. Per poter essere commercializzate in bottiglia
devono essere munite di apposito contrassegno fiscale.
Denominazione di vendita
Le bevande spiritose possono essere commercializzate se rientranti in una delle 46 categorie di cui all’allegato II del regolamento (CE) 110/2008. I prodotti che non soddisfano le
specifiche di una delle suddette categorie, vengono commercializzati con la generica
denominazione “bevanda spiritosa”. Le denominazioni di vendita possono essere completate
o sostituite da una indicazione geografica, purché ciò non induca in errore i consumatori.
Etichettatura e presentazione
Le bevande spiritose sono soggette alle norme generali in materia di presentazione ed
etichettatura dei prodotti alimentari. Tuttavia esistono specifiche norme di etichettatura e
di presentazione.
Indicazioni obbligatorie oltre alle specifiche previsioni del regolamento (CE) 110/2008 e
fino all’entrata in vigore del regolamento (UE) n. 1169/2011:
31
•
•
•
•
denominazione di vendita;
titolo alcolometrico volumico espresso in % vol. qualora sia superiore a 1,2% vol.
volume nominale;
nome o ragione sociale o marchio depositato e la sede o del fabbricante o del confezionatore o di un venditore stabilito nell’UE;
•
sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento (al momento della redazione
indicazione facoltativa);
•
sostanze allergizzanti, intese come ingrediente utilizzato. Sono specificatamente escluse
dall’obbligo nel caso delle bevande spiritose: i cereali contenti glutine, il siero di latte, la
frutta a guscio, qualora siano utilizzati per la produzione del distillato o dell’alcole di
origine agricola;
•
•
dicitura per identificare il lotto di produzione e che ne consenta la rintracciabilità;
luogo di origine o di provenienza, nel caso in cui l’omissione possa indurre in errore
l’acquirente circa l’origine o la provenienza del prodotto;
•
ai sensi del regolamento (UE) 1169/2011 l’elenco degli ingredienti o la dichiarazione
nutrizionale obbligatoria, non sono obbligatorie per le bevande con contenuto alcolico
superiore all’1,2 % in volume.
La durata di invecchiamento o l’età può essere precisata soltanto se l’invecchiamento è
avvenuto sotto un controllo fiscale o equivalente. Con il regolamento (CE) 178/2002 viene
predisposto un sistema generale per la rintracciabilità degli alimenti e per poter procedere,
se necessario, a ritiri mirati e precisi o fornire informazioni ai consumatori o ai funzionari
responsabili dei controlli.
Indicazioni geografiche
L’indicazione geografica identifica una bevanda spiritosa come originaria del territorio di un
Paese, di una regione o di una località di detto territorio, quando una determinata qualità,
rinomanza o altra caratteristica della bevanda spiritosa sia essenzialmente attribuibile alla
sua origine geografica. Le indicazioni geografiche italiane più rinomate sono la Grappa e il
Brandy italiano.
32
•
“Grappa”: denominazione esclusivamente riservata all’acquavite di vinaccia ottenuta
da materie prime ricavate da uve prodotte e vinificate in Italia, distillata in impianti
ubicati sul territorio nazionale. L’ imbottigliamento obbligatorio sarà previsto a partire
dal 1° gennaio 2015 (DM. 19 giugno 2014). Il termine “Grappa” può essere completato
dal riferimento dal nome di un vitigno, ai nomi di non più di due vitigni, al nome di un
vino DOC, DOCG o IGT, al metodo di distillazione, continuo o discontinuo, e al tipo di
alambicco. E’ consentito l’uso dei termini, “vecchia” o “invecchiata” per la grappa sottoposta ad invecchiamento almeno 12 mesi oppure l’uso dei termini “riserva” o “stravecchia” per la grappa invecchiata almeno 18 mesi, entrambe sotto vigilanza fiscale.
•
“Brandy italiano”: denominazione riservata al brandy ottenuto in Italia dalla distillazione
di vino proveniente da uve coltivate e vinificate nel territorio nazionale. Per poter essere
immesso in consumo il “Brandy italiano” deve avere un titolo alcolometrico non inferiore
a 38% in volume e deve maturare, in regime di sorveglianza fiscale, per almeno 12 mesi
in botti di legno di quercia o 6 se la capienza delle botti non è superiore a 1.000 litri.
PRODOTTO BIOLOGICO
Definizione di prodotto biologico
Tutti i prodotti che rispettano le norme previste dai regolamenti (CE) 834/07 e (CE)
889/08. La produzione biologica può essere definita “un sistema globale di gestione
dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori
pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali,
l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione
confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e
procedimenti naturali”, come si legge nello stesso regolamento (CE) 834/07.
33
Etichetta dei prodotti biologici
Riporta la cosiddetta “Euro-leaf”, il logo europeo che si deve apporre ai prodotti confezionati
ed etichettati. Solo quei prodotti con una percentuale prodotto di origine agricola bio di
almeno il 95% possono dotarsi di questa etichetta. Accanto al logo si trova il codice
dell’organismo di controllo autorizzato dal Mi.P.A.A.F e un’indicazione del luogo in cui sono
state coltivate le materie prime agricole di cui il prodotto è composto (Agricoltura Ue;
Agricoltura non Ue, Agricoltura Ue/non Ue).
CARNI SUINE
A partire dal 1° aprile 2015 nuove norme di indicazione dell’origine in etichetta sono previste per le carni suine.
Indicazioni obbligatorie:
•
•
•
•
•
denominazione commerciale come la specie, categoria e taglio;
lotto;
data di scadenza;
modalità di conservazione;
ragione sociale e sede dello stabilimento (quest’ultima al momento della redazione
indicazione facoltativa);
•
marchio sanitario identificativo dello stabilimento di selezione e confezionamento.
CIOCCOLATO
I principali riferimenti normativi per l’etichettatura del cioccolato sono: direttiva (CE)
2000/36, recepita in Italia con d.lgs. 178/2003 e le regole generali di etichettatura fissate
dal d.lgs. 109/92 ora aggiornato con il regolamento (UE) 1169/2011.
Indicazioni:
•
denominazione legale di vendita che indica l’esatta tipologia di
cioccolato che si sta acquistando (cioccolato, cioccolato al latte,
cioccolato bianco, gianduia, pralina, ecc.);
•
34
termine “superiore” è una delle espressioni relative a criteri di qualità (ve ne sono altre
quali ad esempio: fine, finissimo, extra, ecc.) che possono essere utilizzate quando il
contenuto degli ingredienti principali è aumentato rispetto alla ricetta base;
•
per alcuni tipi di cioccolato l’espressione “cacao ...% minimo” indica il tenore di sostanza
secca di cacao;
•
lista degli ingredienti che indica i componenti del prodotto elencati in ordine ponderale
decrescente;
•
nome o ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare responsabile
delle informazioni di etichettatura;
•
•
modalità di conservazione più idonee al prodotto;
termine minimo di conservazione, ovvero la data fino alla quale il prodotto conserva le
sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione;
•
peso.
CONSERVE
Indicazioni obbligatorie:
•
•
•
•
•
•
denominazione commerciale;
lotto;
lista degli ingredienti;
termine minimo di conservazione;
modalità di conservazione se necessarie;
ragione sociale e sede dello stabilimento (quest’ultima al momento della redazione
indicazione facoltativa).
Denominazioni di vendita:
•
•
•
“Confettura”: preparato di almeno il 35% di frutta in generale;
“Confettura extra”: preparato di almeno il 45% di frutta in generale;
“Marmellata”: preparato ottenuto dagli agrumi con una percentuale minima di frutta
del 20%;
•
“Gelatina”: prodotto a base di succo di frutta e/o estratto acquoso con almeno il 35%
dello stesso;
•
“Tonno” oppure “conserva di tonno”: solo per il tonno in scatola. Deve essere integrata
35
dall’indicazione del mezzo di copertura utilizzato (es. “all’olio di oliva” , “al naturale”,
“all’olio vegetale”). La denominazione può riportare anche un riferimento alla presentazione commerciale del prodotto (es. intero, pezzi) alle condizioni previste dal regolamento (CEE) 1536/92.
NOTE
Nel caso di sottoaceti e sottoli è bene ricordare che l’acqua, la salamoia e l’aceto sono
considerati liquido di governo, ovvero liquido accessorio ai soli fini della conservazione del
prodotto. La quantità dovrà essere quindi espressa in etichetta relativamente al valore totale
e alla quantità del prodotto sgocciolato. L’olio di oliva non è considerato liquido di governo, ma
facoltativamente si può indicare la doppia quantità.
DOLCI
Indicazioni obbligatorie:
•
•
•
denominazione legale di vendita o una descrizione del prodotto;
lista degli ingredienti in ordine ponderale decrescente;
nome o ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare responsabile
delle informazioni di etichettatura;
•
•
•
menzione facoltativa che indica le modalità di conservazione più idonee al prodotto;
termine minimo di conservazione;
peso.
NOTE
I principali riferimenti normativi per l’etichettatura dei dolci sono: il decreto 22/07/2005
Ministeri Attività Produttive e Politiche Agricole e Forestali - che disciplina la produzione
e la vendita di taluni prodotti dolciari da forno: panettoni, pandori, colombe, savoiardi, amaretti e amaretti morbidi - e le regole generali di etichettatura fissate dal d.lgs. 109/92 ora
aggiornato con il regolamento (UE) 1169/2011.
36
I prodotti venduti direttamente nei laboratori possono essere commercializzati senza etichetta, purché sul banco di vendita sia presente un cartello che indichi la denominazione
di vendita e la lista degli ingredienti. Tali indicazioni possono essere legittimamente fornite
anche attraverso un registro dei singoli prodotti esposto nel punto vendita e disponibile
alla consultazione da parte dei clienti.
FORMAGGI
Esistono moltissime tipologie di formaggi e altrettante denominazioni secondo la classificazione in base alla consistenza della pasta, alla percentuale di grasso presente, alla materia
prima e alla stagionatura.
Indicazioni obbligatorie:
•
•
•
•
•
•
denominazione di vendita;
lotto;
nome e sede del responsabile della commercializzazione;
marchio sanitario;
data di scadenza o termine minimo di conservazione ;
quantità.
NOTE
I formaggi freschi a pasta filata possono essere posti in vendita solo se appositamente preconfezionati all’origine, a meno che non vengano venduti direttamente presso il caseificio.
PANE
Denominazione di vendita (legge 580/67)
•
“Pane” : prodotto ottenuto dalla cottura totale o parziale di una pasta convenientemente lievitata, preparata con sfarinati di grano, acqua e lievito, con o senza aggiunta
di sale comune. La legge definisce la denominazione anche in base alle caratteristiche
della farina impiegata, ad esempio “pane di tipo 00”, “pane di tipo 0”, “pane semolato”,
ecc... A queste diciture si può aggiungere la denominazione commerciale.
37
NOTE
Il pane speciale deve essere posto in vendita con diciture che indichino l’ingrediente aggiunto.
Nel caso che più ingredienti siano stati aggiunti, le diciture devono indicare questi in ordine
decrescente di quantità presente riferita a peso. E’ vietata la vendita di pane speciale con la
generica denominazione di pane condito, ingrassato o migliorato.
Il pane venduto sfuso e fresco è esentato dall’obbligo dell’indicazione del termine minimo di conservazione, perché si considera venga consumato entro le 24 ore successive alla fabbricazione.
PASTA
Denominazioni di vendita (d.P.R.187/2001):
•
“Pasta di semola di grano duro” e “Pasta di semolato di grano duro”: prodotti ottenuti
dalla trafilazione, laminazione e conseguente essiccamento di impasti preparati rispettivamente ed esclusivamente con semola di grano duro ed acqua oppure con semolato
di grano duro ed acqua;
•
“Pasta di semola integrale di grano duro”: prodotto ottenuto dalla trafilazione, laminazione e conseguente essiccamento di impasto preparato esclusivamente con semola
integrale di grano duro ed acqua;
•
“Pasta all’uovo”: prodotto ottenuto esclusivamente con semola e almeno quattro uova
intere di gallina, prive di guscio, per un peso complessivo non inferiore a 200 g di uovo
per ogni kg di semola. Le uova possono essere sostituite da una corrispondente quantità
di ovoprodotto liquido fabbricato esclusivamente con uova intere di gallina.
NOTE
Quelle elencate sono le “denominazioni di vendita”, sempre obbligatorie in etichetta. Le denominazioni commerciali, con cui invece si suole definire la pasta (come fusilli, spaghetti,
tagliatelle, ecc..) sono facoltative.
Sulle confezioni di pasta si trova il termine minimo di conservazione mentre per le paste
fresche, sia vendute sfuse che confezionate, è necessario un termine più perentorio, ovvero
la data di scadenza.
38
SALUMI
I salumi sono prodotti a base di carne, spesso insaccati in budelli naturali o artificiali.
Indicazioni obbligatorie:
•
•
•
denominazione di vendita;
nome, ragione sociale e indirizzo dell’operatore del settore alimentare;
elenco degli ingredienti, in ordine decrescente in base alla presenza
ponderale dell’ingrediente nei prodotti;
•
•
•
•
termine minimo di conservazione o data di scadenza;
marchio sanitario identificativo dello stabilimento di selezione e confezionamento;
lotto;
modalità di conservazione.
NOTE
Solo per i salumi DOP esiste l’obbligo di origine della materia prima da una zona ben definita
nei disciplinari di produzione.
SUCCHI E NETTARI DI FRUTTA
Per i succhi e i nettari di frutta è bene conoscere le differenze fra le varie denominazioni:
•
“Succo di frutta”: il prodotto, ottenuto dalla parte commestibile della frutta sana e
matura, fresca o conservata con il freddo, appartenente ad una o più specie e avente il
colore, l’aroma e il gusto caratteristici dei succhi di frutta da cui proviene;
•
“Succo di frutta da concentrato”: prodotto ottenuto restituendo al succo di frutta
concentrato l’acqua estratta dal succo al momento della concentrazione nonchè, se del
caso, gli aromi, la polpa e le cellule specie persi nel processo di concentrazione del succo
in questione;
•
“Nettare di frutta”: si ottiene aggiungendo acqua al succo o alla purea di frutta , anche
concentrati . E’ facoltativo aggiungere zuccheri o miele agli stessi prodotti fino a un
massimo del 20% del peso totale . Il nettare di frutta deve avere un tenore minimo di
succo e/o purea , che va dal 25 al 50% . Il tenore effettivo di succo e/o purea deve
39
figurare nell’etichettatura dei nettari di frutta con l’indicazione “ frutta.. % minimo”;
•
•
“Succo e polpa di frutta “: nettari di frutta ottenuti esclusivamente da purea di frutta;
dicitura “ a base di succo/i concentrato/i“: accompagna la denominazione di vendita
di succhi e nettari ottenuti da concentrati;
•
dicitura “ da concentrato”: ugualmente consentita per i suddetti prodotti, che possono
contenere anche purea di frutta;
•
dicitura “parzialmente a base di succo concentrato “ o “parzialmente da concentrato”:
nel caso di miscele di prodotti ottenuti utilizzando parzialmente prodotti da concentrato;
•
la denominazione di vendita è costituita dall’indicazione della frutta utilizzata, in
ordine decrescente di volume dei succhi o delle puree di frutta, come riportata nell’elenco degli ingredienti: quando il prodotto è fabbricato con due o più specie di frutta
(eccezione per il limone e la limetta);
•
dicitura “più specie di frutta”: se le specie di frutta utilizzate sono tre o più l’indicazione
della frutta utilizzata può essere così sostituita o da un’indicazione simile o da quella
relativa al numero delle specie utilizzate.
VINO
Il vino è uno dei prodotti più rappresentativi della tradizionale qualità italiana e il comparto
ha una grande rilevanza nell’economia agroalimentare. Si tratta di un prodotto molto
complesso così come lo sono le etichette, ricche di informazioni e differenziate in base
alle diverse denominazioni.
Indicazioni obbligatorie:
•
•
•
•
•
•
•
•
40
denominazione di vendita;
identificazione dell’imbottigliatore o del produttore e venditore nel caso di vini spumanti;
importatore nel caso dei vini importati;
tenore zuccherino , nel caso di vini spumanti;
volume nominale;
provenienza;
titolo alcolometrico;
lotto;
•
•
presenza di sostanze allergizzanti;
modalità di conservazione.
Modalità di indicazione della provenienza obbligatoria (regolamento (CE) 607/2009):
•
vini senza Denominazione di Origine Protetta o indicazione geografica protetta: “vino
di (...)” oppure “prodotto in (...)”, oppure “prodotto di (...)”, o con termini equivalenti completati dal nome dello Stato membro o del Paese terzo nel cui territorio le uve sono
state vendemmiate e vinificate;
•
miscele di vini originarie di diversi Stati: “vino della Comunità europea” o termini
equivalenti, oppure “miscela di vini di diversi Paesi della Comunità europea”;
•
vini ottenuti da una miscela di vini originari di più Paesi terzi: “miscela di vini di diversi
Paesi non appartenenti alla Comunità europea” o “miscela di vini di ...” completati dai
nomi dei Paesi terzi;
•
vini vinificati in uno Stato membro a partire da uve vendemmiate in un altro Stato
membro: “vino della Comunità europea” o termini equivalenti, oppure “vino ottenuto
in (...) da uve vendemmiate in ...”, completato dal nome degli Stati membri in causa;
•
vini vinificati in un Paese terzo con uve vendemmiate in un altro paese terzo: “vino
ottenuto in (...) da uve vendemmiate in (...)”, con il nome dei Paesi terzi di cui trattasi;
•
vini spumanti senza denominazioni di origine: “vino di (...)” oppure “prodotto in (...)”,
oppure “prodotto di (...)”, oppure “sekt di (...)”, o con termini equivalenti completati dal
nome dello Stato membro o del Paese terzo nel cui territorio le uve sono state vendemmiate e vinificate. Si possono utilizzare anche i termini “prodotto in (...)”;
•
vini a Denominazione di Origine Protetta o a Indicazione Geografica Protetta: “vino
di (...)” oppure “prodotto in (...)”, oppure “prodotto di (...)”, o con termini equivalenti,
completata dal nome dello Stato membro o del Paese terzo nel cui territorio le uve sono
state vendemmiate e vinificate;
•
vini a Denominazioni di Origine Protette o le Indicazioni Geografiche Protette
transfrontalieri: solo il nome di uno o più Stati membri o Paesi terzi.
41
42
•
storage method.
Mandatory method for indicating provenance (Commission Regulation (EC) 607/2009):
•
for non-PDO or PGI wines, the indication is done with the words ‘wine of (...)’, ‘produced
in (...)’, or ‘product of (...)’, or expressed in equivalent terms, supplemented by the name
of the Member State or third country where the grapes are harvested and turned into
wine in that territory;
•
blends of wine from different States: “wine from the European Community” or
equivalent term, or “blend of wines from several countries in the European Community; “
•
wines obtained from a blend of wines from more than one third country: “blend of
wines from several non-European Community countries” or “blend of wines from ...”
supplemented by the names of the third countries;
•
wines produced in a Member State from grapes harvested in another Member State
‘European Community wine’, or expressed in equivalent terms, or ‘ wine obtained in (...)
from grapes harvested in (...)’, supplemented by the names of the Member States
concerned;
•
wines made in a third country from grapes harvested in another third country:
‘wine obtained in (...) from grapes harvested in (...)’ citing the names of the third countries in question;
•
sparkling wines without name of origin: ‘wine of (...)’, ‘produced in (...)’, ‘product of
(...)’or ‘sekt of (...)’, or expressed in equivalent terms supplemented by the name of the
Member State or third country name where the grapes are harvested and turned into
wine in that territory. The wording “”produced in (...)” may also be used;
•
wines with Protected Designation of Origin or Protected Geographical Indication:
‘wine of (...)’, ‘produced in (...)’ or product of (...)’, or expressed in equivalent terms,
supplemented by the name of the Member State or third country name where the
grapes are harvested and turned into wine in that territory;
•
transborder Protected Designation of Origin or Protected Geographical Indication:
only the name of one or more Member State(s) or third country(ies) shall be mentioned.
41
•
•
must be indicated on the fruit drink label with the indication “minimum... % fruit”;
“Fruit juice and pulp:“ fruit drinks obtained exclusively from fruit purée;
the wording “from juice/concentrate”: accompanies the sales name of juices and
drinks obtained from concentrates;
•
the wording “from concentrate” is also allowed for the aforementioned products,
that may also contain fruit purée;
•
the wording “partially from concentrated juice” or “partially from concentrate:”
In the case of blends of products obtained partially utilizing products from concentrate
•
the sales name is composed by the indication of the fruit utilized, in descending
order of the predominance of the juices or fruit purées, as indicated in the list of
ingredients: if the product is made with one or 2 types of fruit (except for lemon and
lime);
•
the wording “several kinds of fruit”: if the types of fruit utilized are 3 or more, the
indication of the fruit utilized may be replaced by this wording, by a similar indication
or by that of the number of types utilized.
WINE
Wine is one of the most representative products of Italian traditional quality and the sector
plays an important role in the agri-food economy. It is a very complex product as are the
labels, rich in information and differentiated on the basis of the different names.
Mandatory indications
•
•
•
•
•
•
•
•
•
sales name;
identification of the bottler or producer and vendor in case of sparkling wines;
importer in the case of imported wines;
sugar content, in the case of sparkling wines;
nominal volume;
provenance;
alcoholic strength;
lot;
presence of allergens;
40
SALAMI
Salamis are meat-based products, often packaged in natural or artificial casings.
Mandatory indications
•
•
•
sales name;
name , company name and address of the food sector operator;
list of ingredients, in the descending order of predominance of the ingredients in the
products;
•
•
•
•
date of minimum durability or use by date;
identification mark of the selection and packaging plant;
lot;
storage method.
NOTE
Indication of the origin of the raw material from a well-defined area in the production
guidelines is mandatory only for PDO salami.
FRUIT JUICES AND DRINKS
For fruit juices and drinks, one should know the differences between the various names:
•
“Fruit juice:” the product, obtained from the edible part of healthy and ripe fruit,
fresh or chilled, belonging to one or more types with the color, aroma and taste
characteristic of juices from the fruit from which it comes;
•
“Fruit juice from concentrate”: a product obtained by reconstituting the concentrated
fruit juice with the water extracted at the time of its concentration as well as, if it is the
case, the flavouring, pulp and cell types lost in the concentration process of the juice in
question;
•
“Fruit drink”: obtained by adding water to fruit juice or purée, even concentrated.
The addition of sugar or honey to these products up to a maximum of 20% of the
total weight is optional. The fruit drink must have a minimum amount of juice and/
or purée, that ranges from 25 to 50%. The effective amount of juice and/or purée
39
NOTE
Special bread must be placed on the market with the wording that indicates the added
ingredient. If more than one ingredient has been added, the wording must indicate this in
a descending order of predominance based on the quantity in proportion to total weight.
The sale of special bread with the generic name of seasoned, fattened or improved bread
is prohibited.
Fresh bread sold in bulk is exempt from the obligation to indicate the date of minimum durability because it is assumed that it will be consumed within 24 hours following baking.
PASTA
Sales name (Presidential Decree 187/2001)
•
“Durum wheat semolina pasta” e “Durum granular wheat pasta”:
products obtained from the extrusion, rolling and subsequent drying of the dough prepared respectively and exclusively with: durum wheat semolina and water or with durum
granular wheat and water;
•
“Whole durum wheat pasta”: product obtained from the extrusion, rolling and subsequent drying of the dough prepared exclusively with whole durum wheat semolina and
water;
•
“Egg pasta:” product made exclusively with semolina and at least 4 whole chicken
eggs, without the shell, for a total weight not less than 200 g of egg per kilogram of
semolina. The eggs may be replaced with an equivalent amount of liquid egg product
made exclusively with whole chicken eggs.
NOTE
Those listed are the “sales names,” always mandatory on the label. The commercial names
with which pasta is usually defined (such as fusilli, spaghetti, tagliatelle, etc.) are optional;
On the packages of pasta, there is the date of minimum durability while for fresh pasta, both
sold in bulk and packaged, a more specific date is required, the use by date.
38
of the individual products affixed in the sales outlet and available for consultation by
customers.
CHEESE
There are many types of cheese and just as many names according to the classification
based on the texture, percentage of fat, raw material and aging. The mandatory information
includes.
Mandatory indications
•
•
•
•
•
•
sales name;
lot;
name and location of the company responsible for sales;
identification mark of the production and packaging plant;
use by date and date of minimum durability;
quantity.
NOTE
Fresh cheese made with the “pasta filata” method may be sold only if specially prepackaged
at the origin, unless they are sold directly at the cheese factory.
BREAD
Sales name (law 580/67)
•
“Bread:” a product obtained from the total or partial cooking of an appropriately raised
dough, prepared with grain flour, water and yeast, with or without the addition of table
salt. The law defines the name also on the basis of the type of flour utilized,
zed, for example
“Type 00 bread,” “Type 0 bread,” “semolato bread”, etc. The commercial name may be
added to this wording.
37
also make reference to the commercial presentation of the product (e.g. entire, in
pieces) at the conditions established by Council Regulation (EEC) no. 1536/92.
NOTE
For pickled foodstuffs and foodstuffs preserved in oil, one should remember that water,
brine and vinegar are considered preserving liquids, that is the ancillary liquid only for the
purpose of preserving the product. The quantity must therefore be expressed on the label
relative to the total value and to the quantity of the drained product. Olive oil is not considered
a preserving liquid, but it is optional to indicate the double quantity.
SWEETS
Mandatory indications:
•
•
•
the legal sales name or a description of the product;
the list of ingredients in descending order of predominance;
name or company name and the address of the food sector operator responsible for the
labeling information;
•
•
•
the optional indication of the most suitable storage method for the product;
the date of minimum durability;
the weight.
NOTE
The main records guidelines for the labeling of sweets are: Decree 22/07/2005 Ministries of Economic Development and agricultural, food and forestry policies - that regulate the production and sale of certain baked sweets: panettoni, pandori, colombe, savoiardi,
amaretti and amaretti morbidi - and the general labeling rules established by Legislative
Decree 109/92 now updated with Regulation (EU) 1169/2011.
The products sold directly in the shops where the goods are made may be sold without label
as long as there is a sign on the sales counter indicating the sales name and the list of
ingredients. These indications may be legitimately provided also through a register
36
•
fine, extra fine, extra, etc.) that may be utilized when the content of the main ingredients
is higher than the basic recipe;
for some types of chocolate, the expression “minimum cocoa ...%” indicates the amount
of dry cocoa matter;
•
the list of ingredients that indicates the components of the product listed in a descending order of predominance;
•
name or company name and address of the food sector operator responsible for the
labeling information;
•
•
the most suitable means for storing the product;
the term date of minimum durability, that is the date until which the product maintains
its specific properties at adequate storage conditions;
•
the weight.
PRESERVED FOODSTUFFS
Mandatory indications
•
•
•
•
•
•
sales name;
lot;
list of ingredients;
date of minimum durability;
storage methods is necessary;
storage methods is necessary;
Sales name
•
•
•
“Jam”: prepared with at least 35% fruit in general;
“Extra jam”: prepared with at least 45% fruit in general;
“Marmalade”: a preparation obtained from citrus fruits with a 20% minimum
percentage of fruit;
•
“Jelly”: a product made from fruit juice and/or aqueous extract with at least 35% of
the same;
•
“Tuna or “canned tuna”: only for canned tuna. It must be integrated by the indication of
the packing medium utilized (e.g. “olive oil,” “water,” “vegetable oil”). The name may
35
Organic product label
recognized by the label with the so-called “Euro-leaf,” the European logo that must be affixed to packaged and labeled products. Only those products with at least 95% of the
product with an organic agricultural origin may carry this label. Alongside the logo, there
is the code of the control body authorized by the Italian Ministry of agricultural, food and forestry
policies- and the indication of the place in which the agricultural raw materials of which the product is composed were grown (EU Agriculture; non-EU agriculture, EU/non-EU agriculture).
SWINE MEATS
As of 1 April 2015, new regulations on the indication of origin on labels shall be required for
swine products.
Mandatory indications:
•
•
•
•
•
•
sales names such as species, category and cut;
lot;
date of minimum durability;
method of storage;
company name and location of the production plant;
dentification mark of the selection and packaging plant.
CHOCOLATE
The main regulatory guidelines for the label of chocolate are the following: Directive (EC)
2000/36, transposed in Italy with Legislative Decree 12/6/2003, no. 178 and the general
labeling rules established by Legislative Decree 109/92 now updated with the Regulation
(EU) 1169/2011.
Indications
•
the legal sales name that indicates the exact type of chocolate
that the consumer is buying (chocolate, milk chocolate, white
chocolate, gianduja, praline, etc.);
•
the term “superior” is an expression relative to quality criteria (there are others such as:
34
•
“Grappa”: a name reserved exclusively for the grape marc spirit made from raw
materials obtained from grapes produced and vintaged in Italy, distilled in distilleries
located in the country. The mandatory bottling shall be required as of 1 January 2015
(Ministerial Decree 19 June 2014). The term “Grappa” may be completed by the
reference to the name of a varietal, the names of not more than two varietals, the
name of a PDO, GPDO or TGI, the distillation method, continuous or discontinuous and
the type of still. The use of the terms “old” or “aged” is allowed for grappa that has been
aged for at least 12 months or the use of the terms “reserve” or “stravecchia” for grappa
that has been aged at least 18 months, both under fiscal supervision.
•
“Italian brandy”: a name reserved for brandy obtained in Italy from the distillation of
wine coming from grapes grown and vintaged in the country. To be placed in the market
for consumption, “Italian brandy” must have an alcohol strength no lower than 38% by
volume and must age, under fiscal supervision, for at least 12 months in oak casks or 6
months if the capacity of the casks does not exceed 1000 litres.
ORGANIC PRODUCT
Definition of organic product:
All products that meet the standards established by Council Regulations (EC) 834/07 and
889/08. Organic production may be defined as “an overall system of farm management and
food production that combines best environmental practices, a high level of biodiversity, the
preservation of natural resources, the application of high animal welfare standards and a
production method in line with the preference of certain consumers for products produced
using natural substances and processes,” as is stated in Regulation CE) 834/07.
33
•
•
•
•
sales name;
alcoholic strength expressed in % vol. whenever it is greater than 1.2% vol.;
nominal volume;
name or company name or registered brand and the headquarters of the manufacturer
or packager or vendor established in the EU ;
•
location of the production or packaging plant (at the writing of this report, indication was
optional);
•
allergens, understood as an ingredient utilized. These are specifically excluded from the
obligation in case of spirit drinks: grains containing gluten, whey, nuts, whenever used
for the production of the distillate or alcohol of agricultural origin;
•
•
wording for identifying the production lot that allows its traceability;
place of origin or provenance, in the case in which the omission may mislead the consumer regarding the origin or provenance of the product;
•
ursuant to Regulation 1169/2011, the list of ingredients or mandatory nutritional
declaration are not mandatory for drinks with an alcohol content greater than 1.2% by
volume.
The duration of the aging or age may be specified only if the aging has been done under
fiscal control or equivalent. Regulation (CE) no. 178/2002 lays down a general system for
the traceability of foodstuffs and in order to proceed with, if necessary, targeted, precise
recalls or provide information to consumers or officials in charge of monitoring.
Geographical indications
The geographical indication identifies a spirit drink as originating in an area or region of a
country or a location inside said territory, when a determined quality, reputation or other
characteristic of the spirit drink is essentially attributable to its geographical origin. The
most famous Italian geographical indications are Grappa and Italian brandy.
32
SPIRIT DRINKS
(SPIRIT BASED)
Spirit drinks are products of excellence in the Italian agri-food panorama and are part of
the culture centered around quality and responsible consumption. By definition, they have
special organoleptic characteristics and a minimum of 15% alcohol strength by volume.
Spirit drinks are produced both directly through distillation, maceration or the addition of
flavourings, and through the blending of a spirit drink with another drink, ethyl alcohol of
agricultural origin and/or distillates of agricultural origin, and/or spirit drinks. The regulatory guideline for spirit drinks is Regulation (CE) no. 110/2008 that contains a classification
by category (Grappa, Italian brandy, Cognac, etc.). Spirit drinks are subject to excise duties
on ethyl alcohol pursuant to the Unified Law on excise duties. In order to be sold in bottles,
they must have the special tax stamp affixed.
Sales name
Spirit drinks may be sold if they are listed in one of the 46 categories in Annex II to Regulation (CE) 110/2008. The products that do not meet the specifications of one of the aforementioned categories are sold with the generic name “spirit drink.” The sales names may
be supplemented or replaced by a geographical indication as long as they do not mislead
consumers.
Labeling and presentation
Spirit drinks are subject to general regulations on the presentation and labeling of foodstuffs.
However, the regulation provides for specific labeling and presentation rules.
Mandatory indications (in addition to the specific provisions in regulation (EU) no.
1169/2011:
31
ADDENDUM
AGRIFOOD PRODUCTS LABELING
DATA SHEETS
WHAT YOU SHOULD CHECK ON THE LABEL
Based on the aforementioned information regarding regulations in force (regulation [EU]
1169/2011), this section summarizes the main characteristics of labels on several agri-food
products regularly consumed. The indicated specifications follow the current application
of legislation in force, while awaiting that further effects of the regulations are rendered
effective by national transpositions and European implementing laws.
12 data sheets dedicated to individual products, indicate information useful for consumers
during the purchase, to be checked on the packaging label, such as mandatory indications,
specifications on the names of the foods, certifications and geographical indications.
Fruit juices
•
Salami
•
Pasta
•
Bread
•
Cheese
•
Sweets
•
Preserved foodstuffs
•
Chocolate
•
Swine meats
•
Organic product
•
Spirit drinks (spirit based)
•
Nutritional Value
Energy Value
Carbohydrates
Protein
Fats
Fiber
Food name
kcal
g
g
g
g
70.6
10.4
2.7
2.1
2
%
3.5
2.1
0.5
0.9
8
Made in:
Locality
Best Before
The initiative was launched based on the acquired awareness that in order to tackle the multidimensional and transversal illicit phenomena and such as counterfeiting and fraud, it was
necessary to “create a system” among the institutional components and players working in
the fight against the “fraudulent product industry.” Starting from this premise, the project
was created as a multifunctional telematics platform comprising several applications that
perform the following functions:
•
•
information for consumers;
collaboration between institutional players and, in particular the police forces, and
among these, Municipal Police Forces;
•
collaboration between the institutional components and companies.
The Sistema Informativo Anti Contraffazione/Anti-Fraud Information System website is
administered by the staff of the Nucleo Speciale Tutela Mercati/ Special Market Protection
Squad, under the command of the Special Division Command of the Guardia di Finanza.
You can contact the S.I.A.C. staff at the address:
+39 080 5882221
[email protected] or call the number
Central Inspector Department the protection of quality and suppression of
fraud (at the Mipaaf)
The Central Inspector Department for the protection of quality and suppression of fraud in
agrifood products has jurisdiction in matters relating to the following:
•
prevention and suppression of violations in the preparation and sale of agri-food
products and production means for the primary sector;
•
oversight of registered quality production that derive from community and national
legislation;
•
monitoring programs to fight the illegal sale of agri-food products brought in by
Member States or third-party countries and fraud that generates unfair competition
between operators and support and assistance in operations supporting production
hit by market crises.
•
Contacts:
+39 0646656610
[email protected]
29
in every aspect in the agricultural and food sectors, for the protection of both business
operators and consumers
The Carabinieri Agricultural and Food Policies Unit places specialized personnel at the
disposal of consumers for help in all matters relating to the sector at the toll-free number:
800 020320 in operation 24 hours a day.
Corpo Forestale dello Stato/State Forestry Service - (N.A.F.)
Agri-food and Forest Squad (at the Mipaaf)
Investigative and control operations are coordinated at the central level by the 2nd Division of
the Inspector General of the Corpo forestale dello Stato with the Agri-food and Forest Squad
(N.A.F.), a highly specialized central unit active in the fight against crime in the agri-food field
and the counterfeiting of quality products.
Contact email:
[email protected]
Local Health Authority Prevention Departments
Regarding the inspection operations of the National Health Service, the Food Hygiene
and Nutrition Departments and the Veterinary Departments of the Local Health Authority
prevention Departments conduct inspections of diverse operators along the agri-food production chain from primary producers to retailers to transport. Consumers may contact the
competent Offices at their local Health Authority.
Guardia di Finanza
>
S.I.A.C. Project
The Sistema Informativo Anti-Contraffazione/Anti-Fraud Information System (S.I.A.C.) is a
project co-funded by the European Commission and assigned to the Guardia di Finanza by
the Ministry of the Interior, in confirmation of the central role played by the Corps in the
specific operating sector.
28
Customs Agencies
> F.A.L.S.T.A.F.F. PROJECT
Created and launched in 2004, project FALSTAFF aims at promoting the circulation of
genuine goods, conforming in quality and safety, in order to ensure free-market
competition. The project FALSTAFF team can be contacted at the following address:
[email protected]
Carabinieri Health Protection Unit - (N.A.S.)
Anti-contamination and Health Squads (at the Ministry of Health)
The fundamental characteristic of the unit is its role within the Ministry of Health in which
the military personnel have the power - by decree -to act as Health Inspectors; powers that
legitimize its operations in all those places where there is the production, serving, storage or
sale of products destined for human consumption.
>
N.A.S. throughout the country:
Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Milano Northern Italy:
+39 06 59944 319
Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma Central Italy:
+39 06 59947 111
Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli Southern Italy
+39 06 59944 340
TTo find the closest unit to you, visit the following link:
www.carabinieri.it/cittadino/tutela/salute/organizzazione-e-compiti/n-a-s-sul-territorio
Carabinieri Agricultural and Food Policies Unit - (N.A.C.)
Carabinieri Antifraud Squad (at the Mipaaf)
This is a specialized unit within the Carabinieri with the task of fighting “crime in agriculture,”
27
WHO TO CONTACT
TO PROTECT YOUSELF
If a buyer has reasonable doubt that he/she has unknowingly purchased a counterfeit product, he/she can report the fact to the authorities or ask what the characteristics of the
genuine product are and receive indications on how to conduct himself/herself after having
purchased a counterfeit product.
Reports can also made to the following:
Directorate General for the Fight against Counterfeiting - I.P.T.O.
Ministry of Economic Development
> CALL CENTER
+39 06 4705 5800
+39 06 4705 5750
From Monday to Friday from 9:00 to 17:00
[email protected]
> ANTI-COUNTERFEITING
+39 06 4705 3800
+39 06 4705 3539
From Monday to Friday from 9:00 to 17:00
[email protected]
> INFORMATION CENTRE
From Monday to Friday from 9:30 to 13:30.
For afternoon appointments, contact the Call Center.
>
For more information, consult the WEB at the following addresses:
www.mise.gov.it
www.uibm.gov.it
26
The awareness of these powers and the knowledge of products and the market are the
starting point for self protection strategies for consumers. For example, it is important to
know how too low a price for product should be a cause for alarm for the consumer. “If
a product on the store shelf has a price much lower than the average production cost for
this category - states the aforementioned report Agrifood Security: a driving force behind
sustainable development’ - it is probably a poor quality product, or even an illegal product (counterfeited, adulterated, contaminated). Regardless of advertising, distribution,
packaging and other costs that a company can cut to keep a competitive sales price, there
is a threshold below which the sales price does not cover production and distribution costs
under normal conditions, with raw materials, manufacturing processes, plants and personnel “up to standards.”
If you purchase a suspicious product, for example with a clearly falsified label or bloated
packages or with signs of decay (for example, mold), the first thing to do is not to eat it.
Lastly, you must immediately contact the competent health authorities (see contact
information Asl, Naf e Nas to pagg 27-28), and not throw the packaged product away in
order to allow identification of the lot and therefore making it possible for authorities to
proceed with recall or product withdrawal actions.
25
GUIDELINES
How to avoid counterfeit goods
•
•
•
•
understand and carefully read the labels;
pay attention to the provenance;
pay attention to the quality/price ratio;
use caution in door-to-door, online and street vendor purchases. It is important
that the vendor is always identified in a transparent manner;
•
if you purchase a PDO, PGI, TSG or organic product, you should always check that
the European reference logo is on the product;
•
work together with the competent control bodies by reporting anomalies;
WHAT TO DO
IN CASE OF COUNTERFEIT GOODS
The first step towards protecting consumers from the counterfeiting of all products is the
clear understanding of their rights and powers. European policy for consumers relies stron-
gly on the concept of consumer empowerment “as an elective tool for protecting their
legitimate rights and interests, states the report Agrifood Security: a driving force behind
sustainable development 8. What powers do consumers have? “ The power to choose the
food they buy, the power to report products and practices that violate the law, the power to
sue the producer or seller that causes damage or commits fraud against them.“
8
Source: prepared by Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 and the Federation of European consumer associations.
24
Clandestine circuit: this is organized, by definition, outside the regular market, or
unauthorized.
Sales circuit: this is the sales market channel of genuine products, where counterfeit
products are sold alongside genuine ones. In this channel, the risk for consumers is
greater because it is precisely the fact that the official sales channels are trusted to sell
genuine products.
Food safety and environment are 2 strictly correlated aspects because the raw materials
of the agri-food production chain are taken from the environment. Environmental damage,
such as the leakage of toxic waste and pollution of water resources, have a direct effect
on the level of food safety. But the opposite is also true. Think about the banned sale of
undersized fish products or the use of forbidden and polluting chemical substances in agriculture. This is some of the damage that illegal activity in the food sector may wreak upon
the environment.
23
DAMAGE CAUSED BY
COUNTERFEITING
noc
ive
Food fraud generates economic damage to consumers, businesses, the State, but also to
public health since foods containing harmful substances may be placed on the market.
In fact, in case of fraud regarding the origin are provenance of a foodstuff, the latter may not
necessarily be toxic while in the case of fraud regarding the quality of the foodstuff and the
counterfeiting of substances used to produce it, consumers may find themselves faced with
potentially harmful substances.
The foodstuff has been counterfeited if:
•
•
•
it has been made without compliance with safety, quality and efficacy standards;
it may utilize correct ingredients but from unknown provenance;
some important ingredients may be missing or may have been replaced with less
expensive ones.
The counterfeit foodstuff may be seriously harmful to your health.
Damage to reputation is particularly significant as regards different quality operators and
fields of agrifood production, from consumers to producers. The damage in question “occurs
due to the likely failure of the product to meet quality and taste expectations of consumers.
Buying a poor quality product will in many cases discourage the consumer from also buying
genuine” foods and wines”. 7
The distribution of counterfeit products occurs mainly through 2 channels: the clandestine
circuit and the usual sales circuit.
7
Source: Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 and Federation of European consumer associations Report
“Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile/Agri-food Safety: a driving force behind sustainable
development”, 2014, cit.
22
ORIGIN OF MEATS
Subsequent to Regulation (CE) no. 1337/2013 as of 1 April 2015, the new
provisions began as regards the indication of the country of origin or place
of provenance of fresh, chilled or frozen swine, sheep, goat and poultry
meats.
In particular, if the meat has been obtained from animals born, reared and slaughtered in a
single Member State or third country, the indication reads “Origin: (Member State or third
country name)”.
Otherwise, it is necessary to distinguish the place where it was reared from that where it
was slaughtered, as follows (“Reared in: ...”; “Slaughtered in:...”). These indications follow
different criteria based on the animal species:
•
swine: in case the animal slaughtered is older than 6 months, the Member State
or third country in which the last rearing period of at least 4 months took place; in
the case the animal slaughtered is younger than 6 months and with a live weight of
at least 80 kg, the place in which the rearing took place after the animal reached
30 kg; in case the animal slaughtered is younger than 6 months with a live weight
less than 80 kg, the Member State or third country name in which the entire rearing
period took place;
•
sheep and goats: the Member State or third country in which the last rearing period
of at least 6 months took place or, in case the animal is slaughtered younger than 6
months, the Member State or third country in which the whole rearing period took place;
•
poultry: the Member State or third country in which the last rearing period of at least
one month took place or, in case the animal is slaughtered younger than one month,
the Member State or third country in which the whole rearing period after the animal
was placed for fattening took place.
Where the rearing period referred to in point (a) is not attained in any of the Members States
or third countries where the animal was reared, the indication referred to in point (a) shall
be replaced by ‘Reared in: several Member States of the EU’ or, where the meat or the
animals have been imported into the Union, by ‘Reared in: several non-EU countries’ or
‘Reared in: several EU and non-EU countries.’
21
MANDATORY INFORMATION IN ACCORDANCE WITH THE NEW REGULATION (EU) 1169/2011
• name of the food;
“formed meat”and “formed fish”are two of the new specific indications that accompany the
name. The indicate products which may give the impression they are made of a whole piece
of meat or fish but are actually consists of different pieces that are combined together by
other ingredients including food additives and food enzymes
• list of ingredients;
there are many new aspects in the list of ingredients. The main ones include the following:
all ingredients in the form of engineered nano materials must be indicated with the wording
“nano;” for vegetable oils and fats, the origin of the oil itself must be indicated (peanut oil,
palm oil, etc.);
• any ingredient or processing aid listed that causes allergies or intolerances;
in the list of ingredients, allergens are emphasized with fonts distinguished by color, shape, etc;
• the quantity of certain ingredients or ingredient categories;
the indication of the quantity of an ingredient or category of ingredients utilized in the making
or preparation of a food is required in a number of cases, for example when the ingredient is
included in the name of the food or generally associated to said name by the consumer;
• net quantity of the food;
• the date of minimum durability or use by date;
• any special stores conditions and/or conditions of use;
• name or company name and address of the food business operator;
the food business operator responsible for the food information is the operator with whose
name or business name the product is marketed or, if said operator is not established
in the Union, the importer in the Union market;
• country of origin or place of provenance;
mandatory in the event in which the omission may mislead the consumer regarding the
actual country of origin or place of provenance of the food;
• instructions for use where it would be difficult to make appropriate use of the food
in the absence of such instructions;
• with respect to beverages that contain more than 1.2% of alcohol by volume , the actual
alcoholic strength by volume;
• nutrition declaration;
in effect as of 13 December 2016.
•
origin: The indication of the country of origin or place of providence is mandatory in
the case in which the omission of said indication may mislead the consumer. We
emphasize that “origin” intends the place where the product underwent the final
substantial transformation and “provenance” as any place indicated such as that from
which the foodstuff comes, but is not the country of origin. With the application of
art. 26 (Country of origin or place of provenance) “Italian Sounding of European
origin should be stamped for those cases in which information (also visual) that ac
companied the foodstuff could lead the consumer into error as regards the effective
provenance of the product”.
The regulations has started on 13 December 2014, while for the mandatory nutritional declaration the date is 13 December 2016. The indication of the origin and for swine, ovine,
goat and fresh or frozen poultry meat shall become effective starting on 1 April 2015.
19
The new aspects introduced include the following:
•
the mandatory nutrition declaration, energy content and percentages of fat,
saturated fat, carbohydrate, sugar, protein and salt must be indicated together and
in the same visual field on the packaging, if appropriate, in an easy-to-read chart. All
the information must be expressed per 100 g or per 100 mL and may, in addition, be
expressed per portion. Wine will be among the exempt products.
•
highlighting the presence of allergens: the new regulation establishes different ways
for indicating the allergenic substances that must be highlighted (in different colors or in
bold print) in the list of ingredients to allow the consumer to more easily identify them
in the foodstuffs. The new rules also establish that the information on allergens must be
provided for non-prepacked foods, for example those sold in by mass caterers.
•
the prohibition of misleading indications on packages: consumers must not be
misled by the presentation of food packaging, regarding appearance, description and
graphic layout, that must be made more easily understood. Regarding food imitation, it
has been established that food similar to others, but produced with different ingredients,
must be easily identifiable. Fish that seems to be a single piece but is actually obtained
from the combination of several fish parts, obtained through the use of other ingredients
among which additives and food enzymes, must be indicated as “formed fish.”
•
a minimum size for making labels legible: without prejudice to the metrology, the
mandatory wording on labels must have minimum font sizes no less than 1.2 mm (taking
as reference the lowercase “x”), or 0.9 mm if the packages have a surface area of less
than 80 cm2. If the package surface area is less than 10 cm2, the package may indicate
only the main information (sales name, allergens, net weight, date of minimum
durability, etc.) placed in the most favorable position.
•
date of minimum durability for foodstuffs: the use by or best before date must also
be on individually packaged products even if they are part of a multiple package.
18
In May 2013, the European Commission adopted the proposal for the reform of the Health
Package “Smarter Rules for Safer Foods.” According to the EU executive “the regulatory
package responds to the need to simplify legislation and adopt smarter rules that make it
possible to reduce administrative costs for operators as well as simplifying the regulatory
environment.” In particular, new aspects regarding official inspections, animal and plant
health and simpler rules for placing seeds and other vegetable reproductive material on the
market have been established.
The EU Commission foresees that the regulatory package will take effect in 2016.
THE COMMUNITY REGULATION ON LABELING
Important new aspects on food labeling were introduced with the publication of Regulation
(EU) 1169/2011 on the provision of food information to consumers in the Official Gazette of
the European Union on 22 November 2011. Said regulation introduced the obligation to indicate basic nutrition information and impact on health (mandatory as of 13 December 2016),
requiring the highlighting of any allergens, establishes the prohibition of any misleading
indications and a minimum font size to make the labels easier to read. Furthermore, the
obligation to indicate the origin of foodstuffs on labels was extended to swine, sheep,
goat, and poultry meat, whether they are fresh, chilled or frozen. The regulation applies to
all products intended for use and administered to the final consumer but not to prepackaged
products in the sales outlet.
The Regulation, having established transitional stages, assigns the European Commission
the task of verifying the costs and appropriateness of extending the mandatory indication
of the country of origin or place of provenance for meat utilized as an ingredient (2 years),
the type of meat for which it is still not mandatory to indicate the country of origin and milk
and milk byproducts and other categories of foodstuffs.
17
TRACEABILITY OF FOODSTUFFS
The traceability of foodstuffs was established as a tool for food safety.
To trace signifies the description of the path of a raw material or production lot through
the passage from one business entity to another, within the production chain. Essentially,
parallel to the flow of goods, there is a flow of information that is recorded and stored at
every passage.
Reg. (EC) 178/2002 lays down the so-called “traceability procedure,” defining it as the “pos-
sibility of reconstructing and following the path of a foodstuff, feed or animal intended for
food production or a substance intended for or capable of becoming part of a foodstuff or
feed through all the production, transformation and distribution steps.”
Each passage from the hand of one operator in the production chain to another requires the
registration of the foodstuff or it must be accompanied by the registration of the incoming
products, allowing the company that places the finished product on the market to be able to
go back to the origin of the raw materials.
The company that places the final product on the market is obliged also to “create” distinctive codes for each production lot that is placed on the market, containing information on
the production date and ingredients used; moreover, the delivery of each lot to the final
distributors (for example, supermarkets) shall be registered.
From 1 January 2006, with the entry into force of the “Health Package,” the obligation of
traceability was extended to all food sector operators. The minimum requirements for the
application of traceability by food sector operators were specified in the Agreement on 28
July 2005 between the Government, Regions and Autonomous Provinces (“Guidelines for
the purpose of tracing foodstuffs and feed for the purpose of public health”). With Implementing Regulation (EU) 931/2011 - in effect since July 2012 – the Commission set the
specific requirements on the matter of traceability as regards food of animal origin.
16
and the following ancillary punishment:
interdiction for a period from 5 to 10 years from the profession, industry, trade or job in
•
publication of the guilty sentence in one or more nationally distributed newspapers;
•
the sphere in which the crime was committed, that is to say the prohibition of exercising
said profession, industry, trade activity, job.
Said conduct (adulteration or corrupting of substances) is punished as food fraud to the
detriment of public health, if committed prior to the food products being distributed for
consumption; while once the products have been made available for sale, charges for crimes
against the person, such as personal injury and homicide, shall apply.
Since “foodstuffs” are intended as directly edible substances, or capable of becoming such
through preparation processes (cooking, curing, canning, etc.), farm animals intended for
consumption, once slaughtered, become substances for food consumption.
It is also prohibited to hold for sale, place on the market, distribute for sale said foodstuffs
counterfeited in such a way as to be dangerous for the public health: this is a crime established
by Art. 442 PC, that is punished with:
•
3 to 10 years in prison if the foodstuffs are intended for sale;
as well as the following ancillary punishment:
linterdiction for a period from 5 to 10 years from the profession, industry, trade or job in
•
publication of the guilty sentence in one or more nationally distributed newspapers;
•
which sphere the crime was committed.
and in especially serious cases, the following may also be imposed:
and revocation of the license.
•
the closure of the manufacturing plant or business;
•
!
15
HERE ARE SOME OF THE MAIN NEW ASPECTS OF THE “QUALITY PACKAGE:”
the establishment of a scheme on the optional indication of quality, among which the
designation as mountain product;
a protection system among which provide for ex officio protection, or the principle
that Member States have clear obligation to take the appropriate measures to prevent
or stop the unlawful use of GIs, designating the Authorities that are responsible for
taking these steps in accordance with procedures determined by each individual
Member States. Therefore, it is no longer necessary for a complaint to be filed for the
protection process to be implemented for a product recognized at the community6 level
level.
Fines and safeguards
€
Legislative Decree 297/2004 already established pecuniary administrative sanctions for
counterfeiting and usurpation of properly registered PDO or PGI, utilization of false or misleading indications regarding provenance, origin, nature and essential qualities of foodstuffs.
For manufacturers: the pecuniary administrative sanction was set at 50,000 euros.
The subsequent law 99/2009, at Art. 15 made changes to articles 473, 474, 517 of the Penal
Code and introduced the new articles 474-bis, 474-ter, 474-quater, 517-ter, 517-quater and
517- quinquies: specifically, the new art. 517-quater provided for the introduction of the
crime of counterfeiting of geographical indications or designation of origin of agri-food
products, punished with up to 2 years in prison and a fine up to 20,000 euros.
The law prohibits the adulteration or corrupting of water or substances to be used in food
products making them dangerous for public health and counterfeiting, in a way that is dangerous for public health, foodstuffs intended for sale. Said crime is established in Art. 440
PC and is punished with: 3 to 10 years in prison;
6
Source: Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Quality Package Datasheet, www.politicheagricole.it
14
REGULATORY REFERENCES
THE QUALITY PACKAGE
On 3 January 2013, regulation (EU) 1151/2012 on quality schemes for agricultural products and foodstuffs, the so-called “Quality Package”, entered into force. This was the
reform of the European agri-food quality system with faster registration procedures, new
quality schemes and protection mechanisms.
The following definitions are found in the Regulation:
designation of origin: identifies a product originating in a specific place, region or country,
whose quality or characteristics are essentially or exclusively due to a particular geographical
environment with its inherent natural and human factors; the production steps of which all
take place in the defined geographical area;
geographical indication: identifies a product originating in a specific place, region or country, whose given quality, reputation or other characteristic is essentially attributable to its
geographical origin and at least one of the production steps of which take place in the
defined geographical area;
traditional specialities guaranteed: identifies a product or foodstuffs obtained from a
mode of production, processing or composition corresponding to traditional practice for
that product or foodstuff, or is produced from raw materials or ingredients that are those
traditionally used. For a name to be registered as a traditional speciality guaranteed, it shall
have been traditionally used to refer to the specific product; or identify the traditional
character or specific character of the product.
According to the 2014 report on Italian PDO, PGI, TSG agri-food production prepared by the
Fondazione Qualivita and Ismea, Italy remains the global leader in the field for the number of certified products, with 269 products listed in the EU registered, of which 161 PDO,
106 PGI and two TSG (data as at 30.11.2014). Total production amounts to 1.27 million tons, of
which more than one third exported for a value of circa €2.4 billion, up 5%; €6.6 billion in
turnover at production and circa €13 billion in turnover at retail (2013 production).
13
sauce condiments, worthy of note are peeled tomatoes ‘grown domestically in the
Usa,’ the Chinese hillside little tomatoes and Bolognese sauce in Australia;
Trieste Italian roast espresso coffee is produced in California in a package with the
colors of the Italian flag.
The report Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile/Agrifood safety: a
driving force behind sustainable development,” prepared by Adiconsum, the Centro Studi
Consumi 2.0 and the Federation of European consumer associations in a section named
Fraud: Made in Italy and Italian sounding lists egregious cases. The Report mentions the
first criminal conviction for fake Made in Italy products against a Chinese tomato paste
reconstituted with water or folkloristic wine and cheese kits (do-it-yourself kits, sold online,
to reproduce famous wines and typical Italian cheeses at home).
The Report puts forward proposals to fight fraud and Italian Sounding. In particular, it
proposes to “use regulations, international agreements for the protection of correctness
in trade relations, consumer information, certification, repression carried out by police forces in the real market as well as the virtual one on the Internet.” The Report also indicates
interesting initiatives such as “Italcheck, based on certification offered by Agroqualità (a
company for quality certification in the agri-food industry, editor’s note): through the
Quick Response Code (the two-dimensional code containing information that can be read
by smart phones, editor’s note) indicated on the product, the consumer with phone can
verify in real time, in any part of the world and in his own language, whether the product is
truly Italian and the traceability of the production chain”.
12
Milk:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
watering down;
fat content different than that declared on the label;
addition of hydrogen peroxide to reduce high bacterial content;
marketing of milk for newborns containing genetically modified soy protein;
rehabilitation treatments not permitted;
use of soured milk neutralized with the addition of alkalis;
fresh milk obtained from previously pasteurized milk;
use of reconstituted powdered milk (with powdered milk for zootechnical use);
milk that has been pasteurized more than once;
improper use of wording such as “natural,” “organic” or “eco” that infers organic production
methods in products for products that are entirely conventional.
THE MAIN CASES OF ITALIAN SOUNDING
In addition to true counterfeiting, there are many examples of Italian Sounding. The first
Report on agri-food crimes in Italy/Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia prepared by
Eurispes Coldiretti identifies several, for example:
Imitations of Parmigiano Reggiano or Grana Padano sold legally as Parmesan (USA),
Parmesanito (Argentina), Parmesao (Brazil) or Parma (Spain);
imitation of Balsamic Vinegar of Modena PGI;
pasta is imitated in the world with the following names: spaghetti napoletana, pasta
milanesa, tagliatelle and capellini milaneza produced in Portugal, Ronzoni linguine,
risotto tuscan and many others;
Pompeian olive oil is the name of an oil produced in Maryland;
German Cambozola calls to mind Milanese Gorgonzola;
11
•
•
•
excess sulfur dioxide or alcohol level lower than that required.
extra-virgin oil containing refined oils, both olive and seed oils;
oils with analytical values that do not meet requirements established by community
regulations;
•
seed oils variously colored that may be sold as olive oil.
Honey:
•
•
•
addition of sugars of other origin;
sale of honey with a botanical origin different than the one declared;
sale of non-European community honey as Italian honey.
Cheese:
•
addition of fat, especially margarine, to obtain the quantity of lipids required by that
particular cheese that the manufacturer wants to obtain;
•
•
•
addition of potato starch or flour to increase the weight;
addition of pectin and vinyl gum to soft cheeses to give them greater compactness;
addition of formaldehyde to hard cheeses as a disinfectant to mask manufacturing
defects due to the use of poor quality milk;
•
sale of cheeses with different provenance, perhaps foreign, as typical or Protected
Designation of Origin PDO;
•
•
•
•
sheep cheese containing more or less high percentages of cow’s milk;
cheese obtained with reconstituted powdered milk (permitted in some countries);
attributing the name of PDO cheese to common cheeses;
addition of coloring or mineral substances.
Mozzarella:
•
•
use of “low-fat industrial casein” or “powdered milk for zootechnical use;”
in mozzarella with typical, protected or guaranteed name of origin curds of foreign
origin are used (Lithuanian, Hungarian, Polish curds or from other EU countries);
•
buffalo-milk mozzarella containing varying percentages of cow’s milk.
10
2.
Falsification of the brand or indication of the geographical origin or name of origin.
This is the affixing of false data on a food product or its package, or the illegal reproduction
of a patented product according to which the food product itself is produced.
This type of food fraud is more widespread abroad and is often related to the phenomenon
ofItalian Sounding.
THE MAIN CASES
OF FOOD FRAUD
The most counterfeited product are paradoxically the products that are the most representative of Italian agri-food production quality, a thankless acknowledgment of the production
excellence of our country which, however, also testifies to the high level of business around
imitation food products.
The most “abused” products and targeted by counterfeiters are the following5:
Wines:
•
obtained from the fermentation of sugars other than those from grapes (procedure
prohibited in Italy but allowed in other EU countries);
•
•
•
•
addition of coloring;
addition of methyl alcohol (methanol) to increase alcohol content;
addition of illegal antioxidant rising preservatives such as boric and salicylic acids;
addition of flavorings;
Oils:
•
•
5
addition of antifreeze (diethylene glycol) smoothness and body;
quality inferior than that stated on the label;
Source: Carabinieri Health Protection Unit - Publication “Food fraud”, 2011; Directorate General for the fight against
Counterfeiting – UIBM, Ministry of Economic Development, Report IPERICO 2014: The fight against counterfeiting
in Italy in the agri-food sector 2009-2012.
9
that is extremely high:
•
Globally: approximately €60 billion (a little less than half of the turnover of genuine
products and more than twice the amount of Italian exports);
•
Europe: €22 billion (compared to €13 billion in exports of genuine products)4.
WHAT DOES FOOD FRAUD
INCLUDE?
THE 2 TYPES OF THE PHENOMENON
Counterfeiting a food product means passing off a product which in reality has different
characteristics, usually of lower quality or even harmful and/or illicit as genuine (a PDO) or
as having superior quality.
There are 2 types of food counterfeiting
1.
Falsification or adulteration of the food product.
This is the creation of a food product with ingredients that are different in quality or
quantity than those normally used to create it or modified through the substitution,
subtraction, addition of elements that normally compose it.
Art. 5 Law 283/1962 (Health regulations regarding the production and sale of food
stuffs) prohibits the use of foodstuffs mixed with others of inferior quality or in any way
treated in order to change the natural composition in the preparation or distribution
for consumption: adulteration and variation of the components of the foodstuffs are
prohibited.
4
CNAC, Priorities in the fight against counterfeiting” n 2011, cit.; Directorate General for the fight against
Counterfeiting – UIBM, Ministry of Economic Development, Report IPERICO 2014: The fight against Counterfeiting
in Italy in the Agri-food sector 2009-2012.
8
L’Italian Sounding – unlike true counterfeiting - is difficult to sanction criminally because
in the various markets in which it is used, manufacturers act within legal bounds - often
availing themselves of the experience and production know how of Italian immigrants. In
fact, the phenomenon is more widespread in countries in which large numbers of Italian
immigrants settled and where they are more deeply rooted. The presence of imitation
products is one of the main causes of the reduction of Italian exports as a percentage
of turnover because it allows local companies to obtain a competitive advantage that they
do not deserve, producing at lower costs but placing the product in the upper price range
thanks to the Italian sounding name.
For example, the most common type of this phenomenon has been, at the start of emigration,
the setting up of companies with the same production done in Italy by expatriates in the
new countries. Subsequently, over time, new products have been created with brands that
sound like Italian names. In many cases, the descendents of Italian émigrés have simply
used (or still use) their Italian last name as a brand for products which, in fact, no longer have
any relation to the original ones.
The Relazione sulla contraffazione nel settore agroalimentare della Commissione parlamen-
tare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione/Report on fraud in the agrifood sector by
the Parliamentary investigative committee on counterfeiting phenomena states that at the
global level it is estimated that the turnover for Italian Sounding exceeds 60 billion euros
per year (164 million euros per day), a figure that is more than 2 times the current value of
Italian agri-food product exports (26 billion euros in 2013).
According to the Report, North America and Europe are “hotbeds” of Italian Sounding: in
North America, overall turnover stands at 24 billion euros compared to circa 3 billion euros
for genuine food product exports.
The counterfeiting of food products, together with Italian Sounding has an estimated turnover
7
COUNTERFEITING IN THE AGRIFOOD
SECTOR AND THE PHENOMENON OF
ITALIAN SOUNDING ABROAD
FOOD FRAUD NUMBERS
In 2013, the Carabinieri’s Health Protection Unit confiscated goods worth more than 440
millon euros and issued more than 17 million euros in fines1. To these confiscated
products, one must also add those seized by Customs (in 2012 approximately 4 million euros2)
at the borders and by all the agencies in charge of monitoring the agrifood chain. And further still: in 2013, the Carabinieri’s Agri-Food Policy Unit inspected “3.121 agrifood compagnie
and seized 9.5 tonnes of products and more than 3 million labels/illegal packaging”
packaging”. 3
These were adulterated, fake and counterfeit products. Very often organized crime is behind
this fraudulent business: according to the “2° Agromafias” report prepared by Coldiretti/
Eurispes, the agromafias’ total sales volume reached circa 14 billion euros in 2013, with a
record 12% increase compared to the previous 2 years.
ITALIAN SOUNDING
On the foreign side, there are imitations of Italian products - not always fraudulent nor
necessarily dangerous for your health - that may fool the final consumer and at any rate
negatively affect the export potential of Italian companies. This phenomenon is generally
known as Italian Sounding, an expression that refers to the imitation of a product/name/
brand using an Italian sounding name and/or graphics that lead the consumer to believe the
product is Italian whereas the product itself is not.
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Source: Ministry of Health, Oversight and control of foodstuffs in Italy, 2013.
Source: Movimento Difesa del Cittadino and Legambiente, Italia a Tavola 2013.
Source: Adiconsum, Centro Studi Consumi 2.0 and Federation of European consumer associations Report
“Sicurezza Agroalimentare: motore di sviluppo sostenibile/Agri-food Safety: a driving force behind sustainable
development”, 2014, cit.
6
GOOD RULES
COUNTERFEITING IS NOT ALWAYS CLEAR.
TO AVOID UNKNOWINGLY PURCHASING COUNTERFEIT
GOODS ONE MUST ABOVE ALL FOLLOW SEVERAL SIMPLE BASIC RULES:
always carefully read the labels of purchased products (their label is their “identity
card”) and be wary of those with unclear writing or without indication of where they
were manufactured (where mandatory) and the “CE brand” or PDO/PGI/ORG brands
for products with geographical indications; the most correct labels are those that
guarantee the highest degree of product information: brand transparency, production process, production location and characteristics;
purchase only products in integral packages or packaging, with the producer’s name,
making sure where they come from and any quality brands or certification;
evaluate the correct quality/price ratio too low of a price may be enticing but it could
also indicate poor quality; it may seem like a good deal but rather you;
use caution in purchases from door-to-door vendors: if they do not provide you with
their exact name and contact information, their products may well be counterfeit;
use caution in purchases outside of stores, verifying that the seller is always identifiable
in a transparent manner.
5
WHAT IS COUNTERFEITING
The word “counterfeiting” signifies the reproduction of a good in such a manner that it is
mistaken for the genuine product, or manufacturing, importing, selling or using products or
services protected by intellectual property rights. Counterfeiting is an ancient phenomenon
that affects many merchandise sectors. The sale of counterfeit products affects the safety
and health of consumers but also has effects on a country’s economy because the fraudulent imitation of a product may also cause the deviation of trade and the phenomenon
of unfair competition (cause serious damage to the research development and innovation
capacity).
HOW TO PROTECT YOURSELF
The sale of counterfeit goods is done through different distribution channels in which the
counterfeiting is not always clear. It often occurs through markets outside the regular
distribution chain such as street stands or beach vendors or through the Internet and
even in stores belonging to the regular distribution chain. This handbook provides practical advice for defending yourself from the danger of unknowingly purchasing counterfeit
goods.
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4
CONTENTS
09
MAIN CASES OF FOOD FRAUD
08
WHAT DOES FOOD FRAUD INCLUDE?
THE 2 TYPES OF THE PHENOMENON
06
COUNTERFEITING IN THE AGRIFOOD SECTOR
AND THE PHENOMENON OF ITALIAN SOUNDING ABROAD
05
GOOD RULES
04
HOW TO PROTECT YOURSELF
04
WHAT IS COUNTERFEITING
REGULATORY REFERENCES
12
(PACKAGE QUALITY - FINES AND SAFEGUARDS - FOOD TRACEABILITY
EU REGULATIONS ON LABELING - ORIGIN OF MEATS)
DAMAGE CAUSED BY COUNTERFEITING
GUIDELINES:
HOW TO AVOID COUNTERFEIT GOODS
WHAT TO DO IN CASE OF COUNTERFEIT GOODS
WHO TO CONTACT TO PROTECT YOURSELF
LABELLING CHART FOR 12 AGRIFOOD PRODUCTS
WHAT TO CHECK ON THE LABEL
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24
24
26
30
30
IO SONO ORIGINALE Project
with funding from the Ministry of Economic Development
Directorate General for the Fight against Counterfeiting
Italian Patent and Trademark Office
produced by the Consumer Associations of CNCU
in collaboration with Federalimentare and Coldiretti
guidelines edited by the Movimento Difesa del Cittadino
COUNTERFEITING
IN AGRIFOOD
CONSUMER GUIDELINES
Know the problem to deal with it better