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__Venerdì 7 ottobre 2016__
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allarme invasione
CASBAH La gente ipotizza: «È uno sfregio o un
avvertimento». E racconta degli appartementi occupati di
notte dagli arabi. Di negozi italiani ne sono rimasti solo 4
Nel quartiere islamico rubano la Madonna
Sparisce una statuetta in una via di Milano vicino a San Siro. Si sospetta che il ladro sia un musulmano
perché la zona è piena di immigrati e le donne (anche le poche italiane) camminano con gli occhi bassi
:::
::: segue dalla prima
SIMONA BERTUZZI
(...) «ce l’hanno rubata», «un
avvertimento», «uno sfregio»,
«o forse solo uno sgarbo odioso». È accaduto nella via Abbiati 4, famigerata strada della periferia islamica milanese, a ridosso di San Siro e della zona bene di Milano. Di là
le villette,l’ippodromo e la pace ovattata dei quartieri residenziali, con le mura di cinta
invalicabilie l’opulenza dicerti villoni anni ottanta. Di qui
la casbah, quella vera, le donne velate, le macellerie islamiche, la puzza di spezia e di cipolla che si appiccica ai vestiti, e l’arabo, una litania lenta e
soffusa, che rimbalza e ti opprime tra le bancarelle del
mercato. Ma non eravamo a
Milano? Forse un giorno,
adesso più. Esci per strada e ti
accoglie un reticolo di cemento costellato di enormi casermoni popolari.
Via Preneste. Via Tracia.
Via Paravia. Per voi che leggete nulla, per chi è di Milano
un rimasuglio ormai sbiadito
di una città onesta e operosa
che si fiaccava di lavoro e poi
tornava nelle sue case povere
e scialbe, che lo stipendio era
fatto e la dignità salva. Diquella Milano è rimasto niente
qui. Basta un giro per accorgersene.Nelpiazzale Selinunte gli uomini, tutti arabi, fanno crocchio e sobillano, stretti tra panchine di cemento e
fazzoletti di verde. Un occhio
alle mogli schiacciate sotto veli opprimenti e un occhio a te
che passi e sei italiana e devi
abbassare lo sguardo, perché
sono loro che comandano.
La conta della serva è un
gioco al massacro: 4 negozi
italiani sono rimasti, il farmacista, il supermercato a basso
costo,l’indomabile ferramenta e il bar Milano straordinario vessillo di italianità. Tutti
Umiliatie offesi
Lasciateci
almeno
la nostra anima
::: segue dalla prima
VITTORIO FELTRI
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(...) in incentivo ad attaccarli. Ovvio, chi non reagisce
alle provocazioni invita i
propri persecutori a non
demordere e a intensificare violenze e prevaricazioni. Cosicché a forza di chinare il capo gli italiani sitrovano adesso a dover subire
ogni sorta di umiliazioni. E
velocemente siamo arrivati al punto di farci portare
via anche una Madonna. Il
che è come uno sputo in
faccia, cioè un gesto di disprezzo intollerabile. Se andiamo avanti diquesto passo arriveremo presto a togliere tutte le immaginireligiose, di cui il Paese è zeppo, allo scopo di tenere
buoni i signori islamici che
ospitiamo a migliaia malgrado ci detestino in modo
aperto. Il furto della Vergine di per sé non sarebbe
una tragedia, se non fosse
finalizzato a intimidirci e a
costringerci a rinunciare alle nostre tradizioni millenarie a cui, giusto o sbagliato
che sia, teniamo molto per
ragioni che non siamo tenuti ad argomentare.
Personalmente non sono devoto, ma solo all’idea
che qualcuno voglia impedire ai miei connazionali
credenti di circondarsi di
Madonne e crocefissi mi
saltano i nervi e, poco cristianamente, per citare
una famigerata battuta nazista,sono preso daldesiderio di mettere mano alla
fondina.Cosa che per adesso non ho fatto,ma che presto, dato il clima, qualcuno
farà. Va bene l’accoglienza,
va benissimo il multiculturalismo, ma che gente a cui
diamo un tetto e da vivere
si spinga a cancellare i tratti
visibili della nostra identità
culturale e spirituale è troppo.
Non lo sopportiamo e invochiamo l’intervento severo dello Stato affinché tuteli il nostro diritto ad essere
ciò che siamo. Non ci interessa la settantina di verginiche attendono in paradiso i musulmani, ci basta vivere come ci pare su questa terra e ci accontentiamo di una moglie e, al massimo, aspiriamo come Berlusconi a qualche zoccola
di contorno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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La Madonnina in via Abbiati 4, vicino a San Siro, prima e dopo il furto
gli altri hanno fatto fagotto e
se ne sono andati. Solo le madonnine dentro i palazzi avevano resistito. Fino a ieri. Scusi, la via Abbiati? «In fondo a
destra, ma occhio ad andarci
sola». E non capisci l’avvertimento finché non ci sei dentro. Parabole che sporgono
da terrazzini sgretolati, terrazzini che si appiccano a muri
spenti e fatiscenti come fossero i pezzi di un lego. E le saracinesche, anche quelle, sempre abbassate, sempre sbilenche, sempre luride. Non c’è
nessuno a guardarti, ma hai
gli occhi di tutti addosso.
Storia vecchia quella di
questa via di periferia. Trent’anni fa c’erano gli italiani.
Poi sono arrivati gli arabi e
hanno iniziato ad occupare
palazzi, qualcuno regolarmente, molti altri da abusivi.
::: MATTEO MION
■■■ Le toghe meneghine non han-
no dubbi: meglio tutelare l’uso dello
chador che la libertà d’impresa. Discriminare un’azienda si può, il velo
islamico no! Esilarante la causa intentata da una lavoratrice araba contro
un’agenzia di selezione del personale rea di aver pubblicato un annuncio dal seguente tenore: «Cerchiamo
per 2 giorni hostess per volantinaggio in fiera con piede 37, lingua inglese, taglia 40, bella presenza, altezza
minima 165, compenso 70 euro a
giornata». M.S. presenta la propria
candidatura con mail, allegando una
foto , e la responsabile della società
incaricata di selezionare il personale
simacchia di razzismo con la seguente mail di risposta:«Ciao mi piacerebbe fartilavorare perché sei molto carina, ma sei disponibile a togliere lo
chador?». S. replica di no e la società
Le custodi sono arrivate al
punto di dover far la conta la
mattina,come sifa con gli studenti. Presenti, assenti e nuovi ingressi. «Io ne ho 20», «io
dieci», «in via Paravia c’è tutta
una scala». Peggio del peggio.
Ma allora perché ci state?
«Perché siamo abituate». «Basta poco sai? Abbassi lo sguardo e gli fai capire che sei donna ma non sei te che comandi». Un po’ di sana sottomissione e alla fine «ti raccontano pure delle cinque mogli
che vorrebbero sposarsi». Come fosse normale. Come fossimo noi gli strani. Ma non
avete paura? Che vuoi che
sia. In mezzo ci sono le notti
folli delle occupazioni abusive, quando stai sotto le coperte e senti i rumori dei chiavistelli. Quando le scale scalpitano e le porte vengono forza-
te. Che alla mattina non hai
scelta, «suoni dal nuovo abusivo e gli chiedi il nome giusto
per portargli la posta l’indomani». E le caselle postali anche quelle, vedi, «non fanno
più la fatica di cambiare l’etichetta, tracciano una linea
sul vecchio nome e segnano
il loro, e quasi sempre è un
Mohamed».
La Madonnina era in quel
cortiletto di San Siro e portava pace e quiete aipochi italiani rimasti. Le vecchiette ci andavano a pregare, i ragazzini
cigiravano attorno o cifacevano la conta sotto. Ce ne sono
tante in questi cortili di periferia.Ma allora perché portarsele via? «Per sfregio», «per avvertimento», dice una signora che abita nella palazzina.
L’altro giorno - non era San
Siro ma un condominio a ri-
Prove di sottomissione in tribunale
Non l’assumono perché porta il velo
E i giudici condannano l’azienda
respinge la candidatura.
Scelte di libero mercato? Non sia
mai. La danneggiata (si fa per dire)
propose causa di risarcimento danni
innanzi al Tribunale di Lodi, che sentenziò: «La condotta della società
non può essere definita indirettamente discriminatoria in quanto l’esclusione della ricorrente dalla selezione trova legittima richiesta del selezionatore di presentare al cliente
candidate aventi caratteristiche di
immagine non compatibili con la richiesta di indossare un copricapo
qualunque fosse». Non paga, l’eroina islamica presentò ricorso alla Corte d’Appello di Milano lamentando
la restrizione della propria libertà
contrattuale e il fatto di aver subìto
uno svantaggio religiosamente connotato. E il Collegio d’Appello ha accolto le istanze di M.S.: «La condotta
tesa ad escludere l’appellante dalla
selezione ha certamente arrecato a
M.S. una significativa lesione di un
diritto legalmente tutelato alla parità
di trattamento nell’accesso al lavoro
nonostante il credo religioso, attesa
la violazione di un diritto primario
che incide in modo rilevante
sull’identità personale e sui modi di
esplicazione di tale personalità». I
giudici hanno condannato l’agenzia
al pagamento di euro 500 per risarcimento del danno esistenziale.
Bel precedente: a molti nullafacenti verrà la tentazione di darsi al Corano e iniziare a setacciare gli annunci
dosso di una moschea abusiva - hanno lasciato un piccione sgozzato sul davanzale.
«Ci portano via le case, le madonne, finirà che ci prendono l’anima». Forse l’anima
no. Ma la lingua, quella sì. In
un appartamento di via Abbiati, caso strano al civico 4, ci
hanno messo la scuola araba
e c’è un’elementare in via Paravia dove i bimbiparlano tutti arabo e le maestrine italiane si mettono le mani nei capelli. E allora la Chiesa? Non
è un baluardo quello? Forse,
ma ha tradotto tutti i cartelli
in arabo in nome dell’integrazione. E se chiedi che fastidio
desse quella madonnina, alzano gli occhi al cielo. Sono
rimaste solo le madonnine signori. Ma stiamo attenti o le
porteranno via tutte.
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«cerco lavoro». Basterà presentarsi
imbacuccati in turbanti per avere la
certezza di essere o assunti o discriminati. Meglio la seconda ipotesi,
perché M.S. ha percepito 500 euro
per non far nulla, mentre ne avrebbe
incassati 140 lavorando due giorni.
Non parliamo poi dei rozzi criteri di
reciprocità per cui in terra musulmana una volantinatrice occidentale in
minigonna rischierebbe di venire
sgozzata. Per i magistrati meneghini
il Corano prevale sull’art. 41 della Costituzione che recita: «La Repubblica
italiana riconosce la libertà dell’iniziativa economica». La Carta è costretta
a inginocchiarsi verso la Mecca sul
tappetino della sentenza milanese.
L’autolesionismo giurisprudenziale
castra Italia, Costituzione e imprese.
Maometto è un nuovo diritto fondamentale ultra legem: Allah Akbar!