Francesco e Bartholomeos, un abbraccio senza sorprese?

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Francesco e Bartholomeos, un abbraccio senza sorprese?
il fatto, il commento
Francesco e Bartholomeos,
un abbraccio senza sorprese?
S
Daniel Attinger
Pastore della Chiesa
riformata di Neuchâtel
(Svizzera), nel 1968 è
entrato a far parte
della Comunità
monastica
di Bose (Bi).
Studia la Sacra
Scrittura e si
interessa di dialogo
ecumenico. Dopo una
lunga esperienza a
Gerusalemme è tornato
a vivere a Bose.
i parla molto della
prossima visita del Papa in Terra Santa (2426 maggio, cfr p. 34) e ci
si interroga sulla sua portata ecumenica. Quali speranze
una simile visita - e un simile
visitatore - possono far sorgere
sul piano ecumenico? Vorrei
anzitutto ricordare una regola
fondamentale che sembra spesso dimenticata: in ecumenismo
vi sono sempre almeno due
partner (e solitamente anche di
più) e non uno solo – fosse pure il Santo Padre, che d’altronde
preferisce il titolo di Vescovo
di Roma, che presuppone l’esistenza di altri Vescovi per altre
sedi. Dovremmo quindi interrogarci piuttosto sul significato
dell’incontro a Gerusalemme di
Francesco, Papa della Chiesa
cattolica, con Bartholomeos,
Patriarca ecumenico ortodosso
di Costantinopoli.
Un secondo aspetto è importante: per la teologia cattolica,
il Papa è il capo visibile della
Chiesa e quindi anche di ogni
singolo Vescovo e Patriarca
cattolico; non è così per la teo­
logia ortodossa: un Patriarca
ortodosso non ha altro capo
che il Cristo; in compenso agisce sempre collegialmente con
il proprio sinodo. Ciò significa
che il Patriarca di Costantinopoli, nonostante il titolo di
«ecumenico», non può venire a
Gerusalemme e compiervi qualche gesto senza il consenso del
Patriarca ortodosso di Gerusalemme, Theophilos III. È lui, per
gli ortodossi, che accoglie i due
visitatori, ma questi è totalmente dimenticato, tanto dai giornalisti, quanto, probabilmente,
dalla maggior parte dei teologi e dei curiali cattolici.
Di fatto non c’è traccia del suo nome nel programma
della visita disponibile sul sito della Santa Sede. Eppure
è lui, insieme al Patriarca armeno e al Custode francescano di Terra Santa, che accoglierà i due visitatori
nella Basilica dell’Anastasis (Santo Sepolcro), dove si
farà memoria, come proposto da Bartholomeos fin da
quando ha invitato Francesco, del cinquantesimo anniversario del primo e unico incontro simile avvenuto nel
secondo millennio: quello tra Paolo VI e Athenagoras I
nel gennaio 1964.
Vi saranno poi altri incontri tra i due leader delle rispettive Chiese: uno alla Delegazione apostolica, in cui verrà
firmata una dichiarazione comune; l’altro nella residenza secondaria del Patriarca ortodosso di Gerusalemme,
l’indomani (ambedue solo di mezz’ora); e, infine, la cena
Cosa possono sperare le Chiese dall’incontro?
Forse il riscaldarsi delle relazioni. Poca cosa,
a meno che... Francesco e Bartholomeos sono
capaci di suscitare sorpresa. Quale? Non si sa,
ma è questa che aspetto e spero
al Patriarcato latino, dopo l’incontro all’Anastasis, al
quale parteciperanno «i Patriarchi e i Vescovi», nonché
«il seguito papale». È evidente il poco peso accordato
al Patriarca ortodosso locale. E dunque, poiché tutto è
pensato in una logica «romana», c’è poco da aspettarsi
sul piano ecumenico. Tutto è già prestabilito, calibrato e
programmato, così da evitare ogni sorpresa.
È importante, infine, un terzo elemento: il cristianesimo è nato in Terra d’Israele e ogni Chiesa trova in Gerusalemme la sua Chiesa madre, ma la realtà ecclesiale
della Terra Santa non corrisponde – sarei tentato di
dire «per niente» – alla teologia: qui la «Chiesa madre»
esiste solo in «Chiese figlie» che dipendono tutte da altre Chiese più «autorevoli», più «potenti» o, banalmente,
più ricche (a Roma, in Grecia, altrove nel Medio Oriente, in Gran Bretagna, ecc.). Che cosa possono sperare
allora le Chiese di Gerusalemme da questo incontro?
Forse il riscaldarsi delle relazioni, già non cattive fra di
loro e fra i cristiani. Poca cosa dunque, a meno che...
Sì, i due che s’incontreranno sono
Francesco e Bartholomeos: ora, sia
l’uno sia l’altro sono persone imprevedibili capaci di suscitare la sorpresa. Quale? Non si sa, ma è questa che
aspetto e spero.