copertina maggio

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copertina maggio
IN ACQUARIO
VIMAX MAGAZINE MAGGIO
128
2012
di Maria Luisa Mancini
MARIMO, SIMBOLO D’AMORE
È un’alga che non fa danni: la Cladophora aegagropila. Conosciamola meglio
SOPRATTUTTO in acqua dolce le alghe, si sa, non godono delle simpatie degli acquariofili: le considerano il
più delle volte infestanti e indesiderabili sia dal punto di
vista biologico, sia da quello estetico. C’è però una
gradita eccezione, rappresentata da una cugina stretta delle alghe più odiate, le verdi filamentose, che ben
si presta ad abbellire il fondo dell’acquario, fornendo al
contempo un prezioso apporto in termini di ossigenazione e di supporto/rifugio per gamberetti e avannotti:
è la Cladophora aegagropila.
Tra le alghe verdi (Clorofite), Cladophora (genere-tipo
della famiglia Cladophoraceae) è in assoluto uno dei
generi più ricchi di specie: se ne conoscono finora
almeno 400, sia nelle acque dolci, sia in quelle salate.
Non c’è quindi da stupirsi che questi pur semplici organismi vegetali siano molto variabili nella forma delle
cellule o nelle modalità di ramificazione dei talli, costituendo da sempre un problema per i botanici sistematici.
UN’ALGA, TANTI NOMI… La graziosa “alga a palla” è conosciuta da sempre, tanto da figurare tra le prime specie descritte e
classificate da Linneo nel suo Systema Naturae (1753). L’illustre
naturalista la chiamò Conferva aegagropila (il secondo è un termine latino appropriatamente scelto da Linneo, in quanto veniva
usato per indicare le palle di pelo che le capre accumulano nel
proprio stomaco leccandosi il pelame, un po' come si osserva
anche nei gatti), nome con cui fu nota per circa novant'anni,
quando fu collocata da Kützing nel genere Aegagropila, con il
nome di A. linnaei in onore di chi per primo l’aveva descritta. Lo
stesso autore, però, alcuni anni dopo declassò Aegagropila a un
semplice sottogenere di Cladophora, un genere di alghe verdi già
allora molto popolato. La definitiva denominazione di Cladophora aegagropila si deve a Ravenhorst, ma non è finita qui: una decina di anni fa, infatti, alcuni ricercatori, basandosi su studi genetici, hanno proposto la riabilitazione di Aegagropila linnaei… Da
Linneo a oggi, si possono contare almeno una quarantina di nomi
diversi per la nostra alga.
DAL GIAPPONE CON DEVOZIONE. Originaria delle acque dolci e debolmente salmastre dell’Estremo Oriente, Cladophora aegagropila viene considerata in Giappone uno dei simboli dell’amore, in particolare dall’antico popolo degli Ainu,
che celebra gli elementi naturali propri della cultura Shintoista con preghiere e riti sulle rive del piccolo lago vulcanico
Akan, situato a circa 400 m di altitudine, che con una superficie di 13 km2 e una profondità massima di 45 m, è uno
dei biotopi più caratteristici di Cladophora aegagropila, che preferisce acque eutrofiche (ricche di sostanze organiche), basiche (pH superiore a 7) e sufficientemente limpide.
Sull’isola di Hokkaido, la più settentrionale dell’arcipelago giapponese, ogni anno in autunno si celebra una festa in
onore di quest’alga, il “Marimo Festival” (marimo è il termine giapponese con cui è nota C. aegagropila, e si riferisce
alla sua tipica forma tondeggiante). Tanta notorietà l’ha però resa un ambito souvenir, esponendola alle razzie dei turisti: la raccolta indiscriminata, assieme
all’inquinamento urbano e industriale, ha
portato la nostra “pallina” vicino all’estinzione in un recente passato. Per fortuna,
l’intervento del governo giapponese e
l’interesse della popolazione locale
hanno invertito questa tendenza.
I caratteristici agglomerati tondeggianti
non sono per la verità appannaggio
esclusivo di questa specie, potendo essere prodotti anche da forme affini come
la congenere C. minima. In C. aegagropila, però, i singoli talli che li compongono sono più lunghi (anche 3 cm) e le
sfere talvolta davvero voluminose, raggiungendo una ventina di centimetri di
diametro. Questa forma sembra essere il
risultato, oltre che di una particolare crescita dei filamenti del tallo, anche di particolari sollecitazioni idrodinamiche: infatti,
GESTIRE E COMMERCIALIZZARE QUEST’ALGA IN NEGOZIO È DAVVERO SEMPLICE!
benché i talli formino dei densi ciuffi a