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Il libro, la lettura, l’età MARISA PISANI Il titolo propone un percorso molto interessante e vasto su un tema sempre attuale, che coinvolge contemporaneamente chi legge e chi scrive, chi sa leggere e chi sa scrivere, chi vuol leggere e non può o non sempre trova quanto lo soddisfi. Qui non s’intende dare giudizi, ma osservare la realtà nelle esigenze, nelle offerte, nelle proposte e nelle risposte. Tutto può essere oggetto di lettura. Sappiamo quanto interesse susciti fin dalla prima infanzia una bella pagina a figure colorate di animali, di numeri, di lettere dell’alfabeto, di oggetti comuni, di paesaggi che da adulti scopriremo superando lo stupore infantile con ben più profondo stupore. È una lettura fatta di scoperta, di meraviglia, di scelta istintiva, dove la distinzione degli opposti (bello-brutto, simpatico-antipatico, mi piace-non mi piace) denuncia il gusto, un giudizio senza incertezze, immediato, quasi irrazionale. Domani quel tipo di lettura sarà un’analisi dettagliata e critica di opere d’arte d’ogni tempo, comunicata verbalmente a chi le osserva con noi e poi forse anche annotata su una pagina di diario per meglio ricordare. Tra i due momenti, l’infanzia e l’età matura, nella vita umana corre tutta una serie di interessi ben precisi e definiti, necessariamente predisposti nell’età scolare, poi liberi e dinamici, come lo sono la nostra mente e la nostra fantasia. Dopo l’impatto con le favole, le leggende, i miti, si offre a chi studia una ricchezza di argomenti non trascurabile, se si vuole preparare una base solida di cultura avviata a scelte personali. Il libro è il supporto indispensabile e la maniera inesauribile della conoscenza, senza togliere nulla all’immediatezza della comunicazione dei media. Ci si chiede come si legge studiando, come per diletto. Prevale la fretta? È sufficiente sintetizzare i contenuti richiesti per un’interrogazione trascu- rando i particolari ritenuti non necessari? Si saltano pagine di descrizione in un romanzo impegnativo quale ostacolo alla conclusione? Se quello è il metodo, si perde sempre qualcosa: non si arricchisce il proprio vocabolario, si trascura una sfumatura di pensiero essenziale alla sua comprensione, non si approfondisce il significato delle parole. La migliore lettura invita a evitare la superficialità, ad analizzare e interpretare, a superare ingannevoli imbonimenti. Con l’esperienza e la maturità gli stessi contenuti saranno visti sotto un’altra luce. Quindi è molto utile leggere, ma occorre saper leggere. La lettura personale è silenziosa, piacevole, meditativa. La lettura per il pubblico presuppone l’ascolto attento, interessato, e può convincere e soddisfare ancor più se accompagnata e sostenuta da chiarezza di voce e partecipazione al testo di chi la offre. Ricordiamo le meravigliose letture dantesche di Sermonti e di Benigni, mentre altre si sono realizzate a Milano al Teatro di Verdura con la nota attrice Monica Guerritore. Milano offre anche la poesia italiana contemporanea: “Cosa sta scrivendo il fuoco” dall’opera di Davide Rondoni (Corriere della Sera, 22.5.06). Sono commemorazioni, presentazioni di progetti e di impegni politici, omelie, a cui non manca il successo di audizione. Non tutti possono partecipare, ma non si vuole escludere nessuno, anche da un minimo di conoscenze, aiutando soggetti in particolari situazioni di vita. Per esempio, per i dislessici è sorta una nuova collana di libri espressamente pensati per loro, nata dall’esperienza diretta di Cristina Ceola, insegnante di sostegno e direttrice della collana stessa (Corriere della Sera 3 e 6 giugno 06, pag. 37, “Un libro per guarire. Dalla dislessia”, articolo di Giulia Ziino). Sappiamo quanto si fa per i non vedenti e per gli anziani, al fine di supplire con supporti auditivi 67 alle loro limitazioni e costruire o ricostruire la fiducia del vivere. Negli ospedali per rimuovere la sofferenza di bambini, colpiti da mali anche gravi, si alternano alle cure necessari momenti ricreativi e qualche impegno scolastico con i mezzi che la psicologia ritiene efficaci all’applicazione mentale e adatti alle varie età. Protagonista di questa chiacchierata è sempre il libro, che interessa per il suo contenuto e per la sua veste editoriale. Gli argomenti spaziano dalla letteratura alla storia, dalla scienza alla tecnica, dalla filosofia alla medicina, dalla saggistica al romanzo, ecc. I bei volumi ordinatamente esposti lungo i corridoi di una grande libreria sono lì, in attesa dell’acquirente, che arriva già sicuro della sua scelta, ma anche il più sprovveduto e distratto può essere sorpreso dalla presenza di un autore, fino al momento sconosciuto, e trovarlo allettante nella presentazione sintetica di copertina. Oggi anche i supermercati offrono un aiuto all’acquisto, favorendo il cliente casalingo, che ha fretta e può trovare per l’infanzia, per l’adolescenza e oltre quanto da tempo desidera. L’editoria è molto ricca, offre il classico, le novità, la revisione e non si ferma soltanto a considerare l’età anagrafica dei possibili e probabili lettori, anzi propone argomenti a parità coi tempi e con le loro problematiche che sembrano “nihil novi sub sole” ma denunciano con la ricerca e l’approfondimento il mutare della società e dei suoi valori. Così, superati contenuti e forme, alcuni testi sono scomparsi. Qualche esempio personale: Esiste ancora “Il canzoniere della nonna” di Neera, con illustrazioni a matita di Aldo Mazza, gioiello artistico e tipografico, lire 3,50 (gli anni Venti del secolo scorso)? È una ricchezza di semplicità di vita, di insegnamento senza pedanteria, di un umorismo da cui traspare lo sguardo convincente dell’autrice; oppure “Ciò che una donna a quarant’anni deve sapere”. Ne avevo quindici. Troppo presto. La guerra l’ha distrutto, forse ha pensato che avrei trovato altre risorse in materia, sempre che non volesse portar via anche me (Milano, 1939). Alcune novità: 68 per i giovanissimi il mercato offre i vari Spider Man, i libri dell’orrore, della violenza, del mistero. - Nuove collezioni sull’amicizia, Le Winx, pagine di diario romanzo a puntate. Moderne signorinette, amiche confidenti insegnano, sperimentano delusioni e felicità. - Altra collezione sono i classici della letteratura Disney, i cui titoli si rifanno a opere del passato molto note, riviste di Paperino e Topolino, ispirati a sentimenti positivi e associati a cose piacevoli, mentre rivivono l’anelito dei vari eroi (Corriere della Sera, 28/5/06). - C’è chi propone una controstoria della filosofia, che cancella idealisti e credenti ed esalta gli edonisti (Michel Onfray) (Corriere della Sera 29/5/06, articolo di Armando Torno). Ci si può aggiornare e lo si deve, a vantaggio della propria cultura personale, finché si riesce, con la convinzione che la maggior utilità in questa laboriosa fatica è l’allenamento mentale nello stimolo di rivedere se stessi. E ciò non solo nella terza o quarta età. Ogni libro è un gioco di parole. Non so se influisca sia positivamente sia negativamente più la parola scritta di quella udita (scripta manent, verba volant) con tutte le sue sfumature intenzionali. In essa sta il dono dell’esclusività e la forza della conseguente responsabilità. È la voce unica e inconfondibile dell’uomo.