POMPEI: L`ARCHEOLOGIA A TAVOLA Gustum, primae mensae e

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POMPEI: L`ARCHEOLOGIA A TAVOLA Gustum, primae mensae e
POMPEI: L’ARCHEOLOGIA A TAVOLA
Fino a Natale la Coldiretti propone, in collaborazione con la Soprintendenza Pompei, un viaggio alle
origini del gusto italico con Eat’story. Dalla Fullonica di Stephanus al Thermopolio di Vetutio Placido.
Gustum, primae mensae e secundae mensae sulle tavole dei pompeiani prima che il Vesuvio distruggesse la
città nel 79 d.C. Li racconta per i prossimi due mesi – fino a Natale – Eat’story - da noi il cibo ha una storia.
Si tratta di un viaggio a ritroso nel tempo, alle radici della nostra alimentazione quotidiana, per
riscoprire la vera identità enogastronomica italica. Lo propone la
Coldiretti con una mostra dedicata alla tavola dell’epoca,
allestita nel cuore della metropoli partenopea. Per la prima
volta nell’area archeologica di Pompei arriva il cibo degli
antichi romani per far conoscere ai visitatori di tutto il mondo il
legame che unisce la storia dell’Italia al proprio patrimonio
alimentare. Un’opportunità unica per il nostro Paese, dove cultura
Locandina dell’iniziativa
e cibo sono le principali leve di attrazione turistica, strategiche per il rilancio dell’economia e
dell’occupazione nel mezzogiorno e non solo. Ogni martedì e sabato, negli orari di apertura degli scavi
(9,00-15,30), presso la Casina dell’Aquila gli agricoltori di Campagna Amica faranno conoscere ai visitatori
i cibi e i prodotti locali già presenti nell’antica Pompei. La Casina dell’Aquila, dopo essere stata utilizzata
nell’800 dal soprintendente e poi, nel 900, dai dipendenti degli scavi, è stata ricostruita nel 1983 per essere
utilizzata come galleria, ed è qui che sono stati esposti per la prima volta fuori del Louvre, gli argenti della
Villa di Boscoreale. L’iniziativa prevede un percorso dedicato all’interno degli scavi in alcune domus e
edifici che presentano connessioni con il cibo, l’alimentazione, l’agricoltura, la natura e le sue
rappresentazioni in epoca romana: la Fullonica di Stephanus con il riallestimento di strumenti originali di
cucina, il Thermopolio di Vetutio Placido, situato nella famosa via dell’Abbondanza, con il Larario del
padrone, affiancato dai Lari, la Casa del Frutteto e la Palestra Grande con
l’esposizione di reperti organici. I thermopolia erano una sorta di
snack bar, dove si vendevano bevande e cibi caldi, da cui il nome per
derivazione dalla lingua greca. A Pompei erano molto diffusi tanto che se
ne contano ben 89. L’esposizione è corredata anche da un’accurata
descrizione degli usi e consumi alimentari dell’epoca. L’iniziativa è stata
realizzata dalla Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti in
collaborazione con la Soprintendenza Pompei e il Grande Progetto
Un thermopolium, fast food dell’epoca
Pompei, nato da un’azione di governo volta a rafforzare la tutela dell’area archeologica, con un programma
straordinario d’interventi conservativi, di prevenzione, manutenzione e restauro, finanziati con fondi Fesr.
Entro la fine di dicembre sono previsti 3 milioni di visitatori. Del resto, ricostruire la storia di Pompei
attraverso i reperti organici rinvenuti integri – come ha detto il ministro Franceschini all’inaugurazione – è
una vera emozione. Un’iniziativa che consentirà a tutti i visitatori degli scavi di poter conoscere i prodotti
della nostra terra che già in epoca romana erano coltivati e consumati. Info: 081 8575 347. (B.C.)
20 novembre 2016
Immagini
Locandina dell’iniziativa – Fonte: Soprintendenza Pompei
Un thermopolium, fast food dell’epoca – Fonte: Soprintendenza Pompei