Class - Riva Lofts

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Class - Riva Lofts
Il giardino di Riva
Lofts Florence con la piscina
a disposizione degli ospiti.
Rivestita in spessa arenaria
bianca, è situata a un livello
superiore rispetto agli edifici.
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OCCHIELLO
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LESSICO
CONTEMPORANEO
Nell’800 era un opificio alle porte di Firenze. Poi ha ospitato laboratori artigianali.
Fino a che l’architetto Claudio Nardi ne ha trasformato gli spazi in abitazione privata ma
anche in luminosi monolocali, meta di soggiorno preferita dai creativi di passaggio
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• F O TO
DI TIZIA NA A R ICI
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Una veduta dei saloni
degli studio, la parte
dell’edificio che viene
affittata. Il tavolo in
palissandro, sul fondo,
e il divano in pelle,
in primo piano,
sono stati disegnati
dal proprietario.
Le poltroncine in velluto
sono vintage anni 60.
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A sinistra, uno scorcio
dello spazio comune degli
studio e uno schermo a
scomparsa. Qui a destra,
la scala di accesso al
salone privato. In basso,
l’ingresso agli studio: oltre
la parete vetrata c’è una
sala riunioni. Il pavimento
è in cemento industriale
e le tende sono in seta.
Sul tavolino, con piano in
zinco e base ottocentesca,
la lampada Taccia di Flos.
L
a prima cosa che colpisce, entrando in questo luogo, è il silenzio e l’esclusione del mondo esterno. Il piccolo complesso,
composto da corpi di fabbrica collegati fra loro, si affaccia tramite un
giardino dalla forma regolare sulla
riva sinistra dell’Arno, di fronte allo
storico Parco delle Cascine. Ciò che
lo contraddistingue è proprio l’ubicazione privilegiata, mezz’ora a piedi da Ponte Vecchio, da Santa Maria Novella e dalla Fortezza da Basso.
Le origini del complesso risalgono a
inizi Ottocento, come borgo di campagna di prima periferia, trasformato subito dopo in opificio e divenuto
poi sede di più laboratori artigianali, a conferma della natura di questa
parte di riva del fiume.
L’edificio, ristrutturato dall’architetto Claudio Nardi, è oggi adibito in
parte a residenza privata della figlia
Alice, in parte a dimora per ospiti,
secondo il modello degli studio francesi. Al Riva Lofts Florence (questo
il nome scelto), è infatti possibile affittare uno degli otto appartamenti, diversi per superficie, che va da
35 a 100 metri quadri, e per allesti-
mento, perfetti per una fino a quattro persone. I prezzi variano da 210
euro a 550 euro per appartamento
per notte, colazione degli occupanti
compresa. Tutta la struttura ha quel
sapore e quel fascino che solamente
la sovrapposizione di stili e di epoche diverse, unitamente a un mix
di materiali e tecniche costruttive
uniche, sa dare.
Senza dimenticare l’ubicazione, l’Oltrarno, oggi come un tempo zona
ricca di quelle botteghe artigiane
che hanno reso Firenze, culla del Rinascimento, città unica al mondo. E
proprio in diverse parti della struttura, ma soprattutto nelle volumetrie,
è leggibile l’appartenenza alla cultura tipica delle botteghe dei maestri
della città. Negli anni 90, Claudio
Nardi, proprietario, lo ristruttura destinandolo da subito a sede del suo
studio di progettazione. Il complesso, come appare oggi, rappresen-
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ta perfettamente quello che è il suo
stile. Per l’architetto, le cui radici affondano nel razionalismo italiano e
nella cultura mediterranea, l’approccio al progetto è ugualmente interessante che si tratti di architettura
su grande scala, di uno spazio domestico o commerciale, di un’area
espositiva o di un oggetto di design.
Una forte attenzione all’innovazione
tecnologica nei materiali e nelle tecniche costruttive sono da sempre sue
Sopra, un disimpegno con
alle pareti una fotografia
di Luisa Raffaelli (www.
luisaraffaelli.it) e la scala
di accesso all’abitazione
di Alice Nardi. A destra,
il salottino di uno degli
studio, affacciato sull’Arno.
In primo piano, due
poltroncine anni 50.
Nell’altra pagina, in alto,
due vedute degli spazi
comuni a disposizione
degli ospiti: a sinistra,
la credenza-bar è stata
caratteristiche. Più di qualsiasi altro è
la luce l’elemento che cerca, e che
traspare, primario, attraverso l’utilizzo di materiali sensibili e di sensibili
combinazioni di superfici, di volumi,
di pieni e di vuoti in reciproca relazione. Tutte specificità visibili in questa ristrutturazione che nasce come
anello di congiunzione fra tradizione
e modernità, avendo come regola di
partenza e priorità assoluta la voglia
di recupero e di restauro.
Quello che emerge è un lessico contemporaneo che non ha intaccato le
matrici storiche. Pavimenti e finiture
sono tutti in materiali naturali, quercia sbiancata tinta di nero, pietra arenaria, cemento industriale e, in qualche caso, resina; per le pareti, totale
è l’utilizzo di grassello di calce.
In fase progettuale di ristrutturazione
è stato fondamentale lo studio della
luce, non solo quella naturale ma anche quella artificiale, pensata e poi
applicata agli spazi e ai tagli architettonici quasi in modo teatrale. Il ruolo
della luce e dei tagli delle aperture è
sicuramente stato studiato anche per
dare spazio alla vista che si gode da
questo posto, che dalla riva dell’Arno
arriva fino alla cupola del Brunelleschi. Questi squarci su una delle città
più belle del mondo più che finestre
sono pareti di luce, quelle di grandis-
ricavata da un bancone
da lavoro francese dei
primi del ’900; le sedie
sono anni 70 e i tavolini
Tolix disegnati da Xavier
Pauchard nel 1938; a
destra, poltrone e tavolino
anni 50 e una tela di
Gianni Cacciarini.
In basso, a destra, il living
privato con un trittico di
tavolini anni 70 e poltrone
in pelle bianca; a sinistra,
il bagno con lavabo in
marmo bianco di Carrara.
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Sopra, in uno degli
studio, il letto a
baldacchino e il divano
rivestito in velluto
rigato sono realizzati su
disegno del proprietario,
l’architetto Claudio Nardi.
In alto, a destra, un
ritratto della figlia, Alice
Nardi, che abita una
porzione del complesso.
A destra, i tavolini in
ferro battuto disposti in
giardino sono adibiti alla
colazione all’aperto.
sime dimensioni dotate di chiusure
in acciaio inox, quelle più piccole,
in legno laccato. L’architetto, rispettando il principio di dare spazio a
epoche diverse senza omologarsi a
uno stile unico, ha scelto per gli arredi pezzi di modernariato, più che
di antiquariato, tra rigattieri e mercatini. Esternamente, racconta Nardi, l’intento è stato quello di lasciare il giardino com’era un tempo, ma
facendo sì che murature in pietra a
vista e intonaci in calce diventassero
sottolineature e punteggiature che
accarezzano il paesaggio senza ferirlo. Segue lo stesso principio l’inserimento della piscina, lineare e regolare, con un rivestimento realizzato
in pietra arenaria bianca, in contrasto con la geometria delle pedane in
teak poste intorno. Nella parte non
privata ma destinata alla ricezione è
evidente il messaggio che il progettista ha voluto dare all’ospite, il perfetto connubio tra l’essere a casa e
l’essere altrove ma accolto con standard qualitativi altissimi, dalla cucina alla linea beauty realizzata appositamente per Riva Lofts, senza
dimenticare tutto ciò che la tecnologia moderna può fornire in viaggio.
tRiva Lofts Florence, telefono
055/7130272, www.rivalofts.com
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