La Gerusalemme fumettistica di Guy Delisle

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La Gerusalemme fumettistica di Guy Delisle
Shalom.it
La Gerusalemme fumettistica di Guy Delisle
Contributed by NICOLA ZECCHINI
Monday, 14 May 2012
Last Updated Monday, 14 May 2012
È dedicata alla capitale dello Stato ebraico l’ultimo lavoro del celebre autore di graphic novel
Un giorno, uno dei più autorevoli rappresentanti del fumetto contemporaneo, il canadese Guy Delisle, decide di andare a
Gerusalemme con i suoi figli e la sua compagna (che lavora per Medici senza Frontiere), e finisce per rimanere un anno
nella Città Santa. Il risultato è un graphic novel, Cronache di Gerusalemme, vincitore del premio per la migliore opera al
festival di Angoulême.
Iniziando a leggere, passeggiamo in una città lontana anni luce dalle descrizioni stereotipate che ogni giorno ci piovono
addosso dai media: con uno spirito smaccatamente autobiografico, dopo i tre volumi dedicati al sud est asiatico,
"Shenzhen" (2000), "Pyon-gyang" (2003) e "Cronache Birmane" (2007), Delisle ci accompagna attraverso checkpoint,
perquisizioni surreali, ma anche a spasso per la città con carrozzine, alla ricerca di parchi giochi e di supermercati o di tate
che raramente parlano la sua lingua. La famiglia Delisle vive a Gerusalemme Est, a Beit Hanina, in un villaggio arabo
annesso nel 1967 dopo la Guerra dei Sei Giorni: qui il vero protagonista sembra essere il muro, una barriera di
separazione che incombe come un ospite indesiderato in ogni scenario in cui Guy si sposta, e attira il protagonistaautore che si ferma spesso, nel suo peregrinare, a disegnarlo, viene allontanato maldestramente da qualche giovane
soldato israeliano di turno. Lo stile delle tavole è quello distintivo di Delisle: atmosfere e personaggi sono ritratti in modo
semplice attraverso un uso del colore molto limitato e di brevi tratti che delineano il Muro del Pianto, la Spianata delle
Moschee, il Monte degli Ulivi, i quartieri ortodossi, ma anche la guerra o la semplice vita di tutti i giorni, attraverso il filtro
leggero dell'ironia e dell'umorismo. C'è la Gerusalemme est palestinese o araba, popolata dai militari, delimitata dal
deserto e butterata dalle discariche a cielo aperto e c'è la Gerusalemme ebraica, con gli splendidi bar e i parchi giochi.
Ma quello che emerge è una città-mondo in cui tra conflitti e violenze riesce a sopravvivere, dal punto di vista umano, solo
chi lavora per la pace.
NICOLA ZECCHINI
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