allegato - Liceo Classico Dettori

Transcript

allegato - Liceo Classico Dettori
Sull’altipiano con Emilio
da Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu,
Il cavaliere dei rossomori di Giuseppe Fiori,
Emilio Lussu di Camillo Bellieni,
e dai testi di Joyce Lussu
RIDUZIONE DRAMMATURGICA
CORRADO GAI
ROSSANA COPEZ
MARTA PROIETTI ORZELLA
Con
Tino Petilli
Carlo Bigolin
Marta Proietti Orzella
Video e fonica
Alessandro Aresu
Regia
Marta Proietti Orzella
“Sull’altipiano con Emilio” è il risultato di un adattamento da testi di Emilio Lussu,
Giuseppe Fiori, Camillo Bellieni, Joyce Lussu a più mani: la stessa Marta Proietti
Orzella, Rossana Copez e il grande scenografo scomparso Corrado Gai. Lo spettacolo
nasce nel 2005 in occasione del trentennale della morte di Emilio Lussu e dal suo
primo debutto a Armungia, si è replicato con successo nei comuni e nelle scuole
medie e superiori dell’Isola (nell’ambito del “Progetto La lezione di Lussu a scuola”).
Ora, in occasione del centenario della Grande Guerra, è ripreso e riproposto.
Tre voci, tre attori. Nessuna identificazione fisica nei personaggi. “Perché di Lussu
conta l’idea, non la faccia. Lussu è simbolo ripetibile in ognuno di noi. E’ in chi crede in
qualcosa, con gambali o con jeans”. Rivivere “quel clima”, quella guerra “che sembrava
una romantica avventura”, di cui musiche, suoni e immagini nel video sottolineano la
crudeltà.
Perché mettere in scena Lussu? Non solo per la ricorrenza del centenario della Grande
Guerra. Emilio Lussu può essere indicato come una delle più prestigiose, significative e
importanti espressioni della storia, della cultura e dell’identità della Sardegna. Politico
illuminato, strenuo e appassionato difensore del popolo sardo, figura centrale e emblematica
della storia della Sardegna.
Un anno sull’altipiano è un libro di memorie sul primo conflitto mondiale. Lussu è un giovane
intellettuale posto di fronte a gravi responsabilità di comando in una situazione estrema. Egli
mette in atto una riflessione autobiografica e fornisce un contributo importante ed anomalo
alla riflessione collettiva sulla guerra del 1915-1918, quella guerra “che sembrava una
romantica avventura”.
Tre voci, tre attori. Emilio Lussu, il generale e due soldati semplici. Nessuna identificazione
fisica nei personaggi. “Perché di Lussu conta l’idea, non la faccia. Lussu è simbolo ripetibile. E’
in chi crede in qualcosa, con gambali o con jeans”. Solo rivivere “quel clima”, di cui musiche e
video sottolineano la crudeltà. Le sensazioni provate da chi era sottoposto a un prolungato
bombardamento: “Tutto il terreno tremava sotto i nostri piedi. Un terremoto sconvolgeva la
montagna”. Episodi spesso tragici e talvolta grotteschi attraverso i quali la guerra viene
rivelata nella sua dura realtà di “fango e cognac”.
Lussu sperimenta molti dei limiti e degli orrori della guerra. Egli è così testimone delle
assurdità e delle ingiustizie di una vicenda in cui i soldati continuano a essere trattati come
sudditi piuttosto che come cittadini in armi. E’ una povera, dolorosa e dolorante umanità quella
con la quale ci scontriamo, una umanità di servi rassegnati e di indomabili ribelli, di nobili e
semplici creature incapaci di far male o di disobbedire a chi comanda. “Non siamo stati buoni
neppure ad ammazzare il comandante della divisione. Siamo dei disgraziati non siamo buoni a
niente”. Un anno sull’altipiano è un anno di vita al fronte che, attraverso queste pagine, si è
costretti a vivere con Emilio, con i suoi compagni, con i suoi soldati. Tutto si anima attorno a
noi, di quel lontano ma non irreale né fantastico teatro d guerra. Un anno di continui assalti a
trincee inespugnabili, di battaglie assurde volute da comandanti imbevuti di retorica
patriottica e di vanità. Perché combattere? Per la vittoria? Ma che cos’è la vittoria? Domanda
senza risposte. E il nemico? “Gli austriaci: uomini e soldati come noi, fatti come noi”.
I combattenti della guerra 15-18 tornano carichi di gloria dai lontani confini d’Italia. Aprono
gli occhi sulla loro terra abbandonata, sfruttata, umiliata dal sistema politico nazionale.
Capiscono che restando inquadrati in un nuovo moderno partito politico sardo avrebbero
potuto finalmente combattere la lunga guerra politica per la loro Sardegna. Alfiere di questi
combattimenti fu Emilio Lussu. “Torrai a sa guerra antiga. Contra su famini. Su famini non
conosciri armistizio”. Ma il messaggio è positivo nelle parole del Primo soldato: “Immoi è
un’atra cosa: no seusu prusu a solusu. Tottus deus imparaus. Ci dari fattu comprendi su
capitanu”. Questo è l’insegnamento del capitano Lussu. Valoroso combattente e uomo onesto.
E’ stato per la Sardegna il mito dell’autonomia dell’Isola e del suo riscatto economico e sociale,
combattente per l’ideale di giustizia e di libertà. Tutta la sua vita lo testimonia. E dai suoi libri
e dal suo esempio possiamo trarre insegnamento per non essere travolti da questa società
fondata sull’egoismo.
Marta Proietti Orzella