Lo sviluppo di un bambino nei primi anni di vita può essere

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Lo sviluppo di un bambino nei primi anni di vita può essere
ICF a scuola: applicazioni operative per la diagnosi funzionale educativa
IL PROCESSO DI CRESCITA
DALL’INFANZIA ALL’ADOLESCENZA
Lo sviluppo di un bambino/ragazzo può essere osservato secondo diversi aspetti
della maturazione: neuromotorio, sensoriale, cognitivo e relazionale. Esso, in genere,
segue modalità fisse nella comparsa dei vari schemi di comportamento (i cosiddetti
patterns), i quali si manifestano e si consolidano in un preciso momento del ciclo di
sviluppo. La comparsa dei vari comportamenti va messa in rapporto con lo stadio di
sviluppo maturativo del soggetto, che può variare nel tempo.
Gli schemi precisi dello sviluppo psicomotorio degli individui sono descritti nelle
cosiddette scale di sviluppo, (Gesell, Brunet-Lezine, Griffiths) che sono degli schemi
artificiali e descrittivi, utili a scopo didattico, da utilizzare sempre con la mediazione delle
competenze acquisite con l'esperienza e l'osservazione. Infatti, nonostante siano
descrivibili tappe di sviluppo con tempi e ritmi abbastanza costanti, che permettono di
parlare di percorso di crescita fisiologico, occorre sempre ricordare che ogni soggetto ha
ritmi di sviluppo differenti, mai del tutto simili a quelli degli altri coetanei.
Al di là delle scale di sviluppo, si possono individuare alcune macro-aree della
crescita, rispetto alle quali si possono indicare alcuni processi evolutivi e competenze:
-
cognitiva
-
linguistica
-
sociale
-
emotiva
-
morale
-
motoria
Ci soffermiamo brevemente su di esse, presentando anche due modelli di sviluppo che non
rientrano negli schemi precedenti: il modello di Erikson e quello psicanalitico.
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SVILUPPO COGNITIVO
J. PIAGET
Stadio preoperatorio (2 – 6 anni)
attività rappresentativa – gioco simbolico – linguaggio verbale
evocazione di una realtà non percepita in quel momento, ma conosciuta in
precedenza
egocentrismo intellettuale
spiegazioni sul mondo: finalismo – animismo – artificialismo
pensiero prelogico intuitivo
soluzione di problemi pratici attraverso rappresentazione di immagini relative a
percezioni e movimenti (primato della percezione)
acquisizione dei concetti di identità qualitativa e di funzione
3. Periodo operatorio concreto (7 – 12 anni)
pensiero logico
pensiero reversibile
nozioni di conservazione
operazioni di classificazione (collezioni figurali – collezioni non figurali)
operazioni di seriazione
operazioni di numerazione
operazioni infralogiche (relazioni spazio – temporali e parte – tutto)
bisogno di supporti concreti, materiali
4. Stadio operatorio formale (adolescenza)
pensiero ipotetico – deduttivo
capacità di operare su un piano astratto, verbale
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SVILUPPO DEL LINGUAGGIO
0 – 3 MESI:
comunicazione con il pianto o con il sorriso
suoni gutturali, se contento
smette di piangere se la mamma gli parla
reagisce a rumori improvvisi (modifica il comportamento)
3 – 6 MESI:
pre-lallazione ( trilli, gorgheggi, vocalizzi )
reagisce ai rumori forti
viene attratto dal suono del campanello o dal telefono
può imitare alcuni versi
6 – 9 MESI:
lallazione (ma-ma, pa-pa )
volge la testa verso un suono o se chiamato per nome
9 – 12 MESI:
inizia la comunicazione intenzionale
(già dai sei mesi il bambino capisce molto bene quando lo si
rimprovera e gli si dice di no )
si gira se qualcuno lo chiama
lallazione consonantica variata ( sembra che conversi )
parecchie vocali e consonanti
tentativi di imitazione di vocaboli prodotti dall’interlocutore
prime parole di senso compiuto
12 – 18 MESI:
prime parole riferite ad un oggetto
inizia la parola-frase
18 – 24 MESI:
usa 10-20 parole, nomina un oggetto semplice (palla)
associa 2-3 parole in frasi
nomina e indica una immagine
iniziano le prime domande ( dove?, cosa? )
ritrova un oggetto anche se non lo vede (la parola diventa
simbolo )
2 – 3 ANNI:
iniziano le frasi nucleari con competenza
utilizza i pronomi personali ( io, me )
il vocabolario si arricchisce
3 ANNI:
usa la struttura grammaticale dell’adulto
(singolare, plurale, maschile, femminile, articolo, avverbi, ecc…)
DOPO I 3 ANNI:
si arricchiscono le strutture lessicali e morfosintattiche
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Tra i tre e i quattro anni:

sa raccontare una storia;

sa usare frasi più complesse che possono contenere quattro-cinque parole;

ha un vocabolario di circa 1000 parole;

denomina almeno un colore;

comprende il significato di parole come: "ieri", "estate", "pranzo", "questa sera",
"grande/piccolo";

inizia ad obbedire a richieste del tipo: "Metti il libro sul tavolo";

conosce il suo nome, il nome della strada in cui vive e qualche semplice filastrocca;
Tra i quattro e i cinque anni:

dice frasi contenenti quattro-cinque parole;

usa correttamente il passato remoto per riferirsi a situazioni già avvenute;

ha un vocabolario di circa 1500 parole;

conosce i colori rosso, blu, giallo e verde;

riconosce il triangolo, il cerchio e il quadrato;

comprende il significato di parole come "prossimo", "mezzogiorno" o di espressioni
come "durante la mattina";

usa in maniera appropriata l'espressione "Io spero che …..";

pone molte domande del tipo "Chi è ?" o "Perché ?";
Tra i cinque e i sei anni:

può formare frasi con cinque-sei parole;

ha un vocabolario di circa 2000 parole;

definisce gli oggetti in base al loro uso (per esempio, mangi con la forchetta) e
conosce il materiale di cui sono fatti molti di essi;

conosce le ralazioni spaziali del tipo "in alto", "dietro", "lontano" e "vicino";

conosce il proprio indirizzo;
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
riconosce alcune monete;

conosce gli opposti più comuni (per esempio, picccolo/grande);

capisce il concetto di somiglianza e di differenza;

conta fino a dieci oggetti;

fa domande per avere informazioni;

sa distinguere la sua mano destra da quella sinistra;

sa usare frasi complesse e sa mettere insieme più frasi per formare un discorso di
senso compiuto; riesce a dare un senso temporale a ciò che dice (per esempio,
andiamo a giocare dopo aver fatto i compiti);
Usi del linguaggio
A 3 anni i bambini non sono in grado di conversare su temi non inerenti all’azione in corso,
mentre a 5 anni compaiono dialoghi su eventi passati o progetti futuri.
A 4 anni emerge la capacità di adattare il proprio linguaggio al contesto e all’interlocutore
Con l’aumentare dell’età del bambino le madri utilizzano il linguaggio per scambiare
informazioni e conoscenze, controllando anche le conoscenze acquisite dal bambino,
introducendo scambi conversazionali a 3 turni
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SVILUPPO SOCIALE
Età prescolare (3-6 anni)
Arricchimento delle abilità sociali dovuto alle maggiori occasioni di contatto con coetanei e
adulti esterni alla famiglia.
Gioco sociale
L’attività non letterale (priva di finalità pratica) in cui l’assimilazione prevale su
accomodamento.
giochi di esercizio (in cui si acquisiscono abilità che serviranno poi per i giochi con
regole tipici della fanciullezza)
gioco parallelo (forma intermedia tra il gioco solitario e il gioco sociale tipica dell'età
prescolare) si svolge alla presenza di altri bambini, replica delle azioni ma non
complementarietà
gioco sociodrammatico (dai 3 anni)
Comportamento prosociale: facilmente osservabile tra i 3 e i 5 anni in contesti
naturali; già a 2-3 anni è presente la tendenza all'aiuto e al conforto
Gestione del conflitto: i tentativi di negoziare soluzioni accettabili sul piano
interpersonale possono diventare l'occasione per il manifestarsi di condotte aggressive
fisiche o verbali. La tendenza a reagire aggressivamente che si stabilisce in età evolutiva
diviene una componente stabile della personalità.
Relazioni di gruppo: l’approccio etologico rivela che già nel gruppo in età prescolare
esistono strutture stabili, una gerarchia di dominanza, scambi affiliativi ed altruistici
Fanciullezza (6-11 anni)
Conoscenze microsociali: sviluppo delle capacità di role-taking e di percepire,
comprendere e valutare gli altri, individuando le cause del loro comportamento.
Conoscenze macrosociali: comprensione di alcuni aspetti del funzionamento della
società in senso lato (fenomeni economici, nozioni politiche)
Sviluppo del concetto di sé
Rapporti con gli adulti: mantenimento del principio di reciprocità complementare con
l'accettazione dell'autorità unilaterale dell'adulto (che viene ora però attribuita a
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caratteristiche personali che la rendono meno arbitraria) e fruendo dei vantaggi connessi
(cura, protezione,…)
Rapporto con i coetanei: caratterizzato dalla reciprocità simmetrica o diretta che
prevede un contributo paritetico di entrambe le parti e il mantenimento dell'ordine e
dell'accordo attraverso la cooperazione.
Amicizia: cambiamento delle aspettative sulla figura dell'amico che ora è scelto sulla base
di una corrispondenza di personalità, gusti e stili relazionali. La stabilità del rapporto
fornisce supporto emotivo. Le conversazioni riguardano la pianificazione dei giochi, la
soluzione dei conflitti, gli altri (pettegolezzo), ma raramente parlano di sé.
Preadolescenza e adolescenza
Pubertà: cambiamenti rapidi e massicci che talora avvengono in modo disorganico e si
riflettono sull'immagine di sé (difficoltà a riconoscersi nel proprio corpo) e sul rapporto con
gli altri (l'ambiente circostante comincia a chiedergli comportamenti adulti).
Sviluppo dell'identità personale: deriva dall'integrazione coerente dei vari modelli ed è
il presupposto per l'assunzione di responsabilità ed autonomia
Rapporto con i genitori: le modificazioni preadolescenziali coincidono con una fase
difficile del ciclo di vita dei genitori. Le divergenze concernono le responsabilità e
l'autonomia e sono più accentuate nella fase iniziale della pubertà (mediamente 12 anni
per f e 13 anni per m); maggiore somiglianza di valori e atteggiamenti con genitori
piuttosto che con amici.
Rapporti di gruppo e amicizia: il gruppo (organizzato o informale) è luogo insostituibile
di confronto ed elaborazione dell'identità corrispondendo dapprima il bisogno di affiliazione
e poi quello di appartenenza; la composizione del gruppo comprende sia maschi sia
femmine, consentendo di sperimentare il rapporto con l'altro sesso in un contesto
protetto. Le relazioni diadiche di amicizia sono tra individui dello stesso sesso e si
caratterizzano per reciprocità, intimità ed autorivelazione.
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SVILUPPO EMOTIVO
Ambivalenza: è vissuta precocemente, ma a livello cognitivo viene riconosciuta solo
verso i 10 anni
3-4 anni: riconoscimento dei sentimenti negativi e positivi
3-6 anni: emozioni diverse non possono essere contemporanee o in rapida
successione
6-10 anni: emozioni diverse vengono vissute ed espresse in successione cronologica
10 anni: si possono provare contemporaneamente emozioni contrastanti
Capacità di modificare o influenzare l'espressione emotiva:
2-3 anni: capacità di esprimere un'emozione non provata (es.: gioco)
dai 6 anni capacità di distinguere tra il sentimento che si prova e quello che è più
opportuno manifestare.
Si tratta di acquisizioni importanti perché permettono di distinguere mondo esterno /
mondo interno e quanto di esso viene colto all'esterno e dipendono sia dal livello di
maturazione cognitiva sia dallo sviluppo del sé e dell'affettività
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SVILUPPO MORALE
Piaget
Forme di moralità
realismo morale
fino a 8 anni
morale eteronoma
non considerazione di intenzioni e contesto (responsabilità oggettiva)
bugie cattive perché comportano punizioni e sono più gravi quanto più
sono discrepanti rispetto alla realtà
relativismo morale
dopo gli 8 anni
morale autonoma
principi modificabili perché fondati sul consenso reciproco
considerazione di contesto e intenzioni (responsabilità soggettiva)
bugia è grave perché danneggia fiducia reciproca
Nozione di giustizia
Necessaria per il passaggio dalla morale eteronoma a quella autonoma
giustizia retributiva (fino a 7-8 anni)
proporzionalità meriti/vantaggi, trasgressioni/punizioni
idea di sanzione espiatoria
morale dell'obbedienza
giustizia distributiva (fino 11-12 anni)
esigenza di uguaglianza
rispetto di alcuni principi
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egualitarismo semplicistico
dopo gli 11-12 anni
equità (considera situazioni e contesti)
reciprocità
Kohlberg
1. Livello preconvenzionale (prima dei 9-10 anni)
prospettiva egocentrica in cui la valutazione è legata al rischio della punizione e
all'obbedienza all'autorità
stadio 1: orientamento premio-punizione
no differenze nei punti di vista
valutazione del comportamento in base a conseguenze fisiche
stadio 2: orientamento individualistico e strumentale
riconoscimento di bisogni e interessi diversi
parità, reciprocità, tornaconto
2. Livello convenzionale (dai 13-14 ai 20 anni)
rispetto di norme socialmente approvate
stadio 3: orientamento del bravo ragazzo
rispetto delle norme per rispondere ad aspettative della comunità di
cui si condividono i valori
consapevolezza dei sentimenti comuni
capacità di anticipare idee/ sentimenti altrui
stadio 4: orientamento al mantenimento dell'ordine sociale
relazioni individuali nel contesto di un sistema le cui regole non vanno
infrante
impegno morale connesso con il ruolo nella società
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SVILUPPO MOTORIO
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IL MODELLO DI SVILUPPO DI ERIKSON
Il modello di Erikson illustra un soggetto in via di sviluppo inserito in una società che a
sua svolta è in costante mutamento. Man mano che l’individuo si evolve, la società avanza
nuove richieste nei suoi confronti, richieste alle quali l’Io deve cercare di adattarsi. Ogni
nuova richiesta provoca una crisi emotiva e una soluzione positiva di tale crisi porta allo
sviluppo di una nuova virtù o forza vitale. Tale sviluppo non avviene in modo casuale, ma
in base ad un ordine definito. Erikson individua una serie di compiti o crisi:
Età
0-1
Stadio
Neonati
Crisi
FIDUCIA
FONDAMENTALE
Nuova virtù
potenziale
Speranza
Manifestazioni
sociali
Religione e fede
Volontà
Legge e ordine
VS
SFIDUCIA
1-6
6-10
Prima
infanzia
Età del gioco
AUTONOMIA
VS
VERGOGNA E DUBBIO
SPIRITO
DI INIZIATIVA
VS SENSO DI COLPA
10-14
Età scolare
INDUSTRIOSITÀ
VS
Fermezza
di Economia
propositi
Competenza
Tecnologia
SENSO DI INFERIORITÀ
14-20
Adolescenza
IDENTITÀ
VS
Fedeltà
Ideologia
DISPERISIONE
1. FIDUCIA
FONDAMENTALE VS SFIDUCIA:
bambino comincia a fidarsi o meno degli altri e
di se stesso.
2. AUTONOMIA VS VERGOGNA
E DUBBIO:
maggiore autonomia perché si possono muovere
da soli, ma se sbagliano sviluppano un senso di inadeguatezza che porta al
dubbio.
3. INIZIATIVA
VS SENSO DI COLPA:
i bambini in questa fase cominciano ad immaginarsi
da grandi. Con l’evolversi della coscienza si sviluppa anche il potenziale senso di
colpa del bambino che, non solo prova vergogna, ma ha anche paura di essere
scoperto.
4. INDUSTRIOSITÀ
VS SENSO DI INFERIORITÀ:
io sono ciò che apprendo. In questa fase al
bambino viene trasmessa idealmente l’industriosità, il rischio è che questa si
sviluppi invece in senso di inadeguatezza ed inferiorità.
5. IDENTITÀ
VS DISPERISIONE:
durante l’adolescenza si cerca di individuare un nuovo
senso di continuità e di identità. Il pericolo in questa fase è la dispersione
dell’identità o la confusione e l’incertezza su ciò che si è e che cosa si diventerà.
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TEORIA PSICANALITICA
Sviluppo pulsionale
Lo sviluppo del bambino attraversa vari stadi durante i quali una parte specifica del suo
corpo riveste una posizione di primo piano come zona erogena
1. Fase orale: (nascita - fine del secondo anno)
il piacere è legato all'esperienza alimentare, al succhiare e ai riflessi
collegati
fase sadico – orale, metà del primo anno: con la comparsa dei denti il
piacere è associato al mordere e alla masticazione
la bocca è il principale organo di esplorazione del mondo e da questa
trae grande piacere
2. Fase anale: (fine secondo – terzo anno)
il piacere si lega all'espulsione / ritenzione (fase sadico - anale) delle
feci.
i contenuti del proprio corpo e la possibilità di dominarli sono uno
degli aspetti centrali della relazione con il mondo, perché sono le
prime cose su cui può contrastare il volere dell'adulto.
tollerare l'ambivalenza.
trovare negli adulti contenimento dei suoi sentimenti di rabbia e
ostilità.
3. Fase fallica: ( 3-5 anni).
interesse per i genitali.
comportamento esibizionistico.
confronto che porta all'evidenziazione della differenza tra i sessi.
Lo sviluppo di sessualità ed identità di genere procede ora in modo
differenziato per maschi e femmine
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4. Complesso edipico
5. Fase di latenza: (età scolare)
consolidamento identità di genere.
periodo molto attivo dal punto di vista sociale e intellettuale.
relazioni con i pari: omosessualità, carattere di identificazione (gruppo
come transizione famiglia / mondo esterno).
gioco: più realistico, incentrato sull'organizzazione, sulle regole e sulle
abilità intellettuali e motorie.
comparsa dell'umorismo.
romanzo familiare
6. Adolescenza: ritornano in primo piano gli impulsi sessuali.
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