Case Study Daniele Barraco

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Case Study Daniele Barraco
PG2401PT Case Study
Italy
fotografo ritrattista
Daniele Barraco
Da qualche tempo mi affido al BenQ PG2401PT sia per scattare in tethering
che per la post-produzione delle immagini, un ottimo monitor che mi
permette di vedere realmente quello che c’è o che manca, in termini di
colori e texture, nelle mie fotografie.
-- Daniele Barraco
Daniele Barraco Biography
Daniele Barraco ( aka DB ) è specializzato in fotografia di ritratto, celebrities e entertainment. E' cresciuto
come musicista girando l'Europa in tour con la sua band dall'età di diciassette anni. Si considera un moderno
classicista. Nutre una forte passione per le persone, i loro visi e le loro storie. Ritrae i soggetti con un deciso
impatto visivo e un senso classico per la composizione creando immagini moderne, coinvolgenti ed iconiche
sia in campo pubblicitario che editoriale.
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PG2401PT Case Study
Il mio percorso fotografo nasce in concomitanza con l’introduzione della tecnologia digitale nelle attrezzature fotografiche. Prima
di allora per me la fotografia era un processo misterioso, imprevedibile e quindi molto complesso. È facile dedurre che mai come
ora la fotografia sia un'alchimia fra arte e scienza, e per averne il controllo, è necessario che entrambe regnino in perfetto
equilibrio.
Con l'avvento del digitale tutti noi abbiamo potuto lavorare su tempi di apprendimento molto più rapidi, commettere errori e
rimediare immediatamente senza dover attendere tempi di sviluppo della pellicola, tutto questo grazie ad un supporto digitale che
trasforma la luce catturata dall'obiettivo in numeri e li traduce di nuovo in immagine attraverso un display digitale.
È altrettanto facile capire che a questo punto il ruolo della fotocamera in se è importante ma di pari passo lo è anche lo strumento
immediatamente successivo, mi riferisco in particolare al monitor utilizzato in fase di post-produzione. Se il monitor e la sua
accuratezza non fossero degli elementi chiave nel processo di sviluppo la post-produzione non potrebbe esistere o di sicuro non
si farebbe attraverso un computer.
Dal mio punto di vista, nel mio workflow, il monitor
riveste la stessa importanza della fotocamera o meglio,
penso al monitor come ad un'estensione naturale
della macchina fotografica ed è per questo motivo che
pretendo il massimo della qualità e della accuratezza
proprio come lo pretendo dalla fotocamera.
Il 90% del mio lavoro è legato al ritratto, dalla
copertina
di
un
magazine
ad
una
campagna
pubblicitaria, passando dalla copertina di un album
discografico fino a un ritratto corporate di un
manager d’azienda. In questi anni ho avuto l'onore e il
piacere di lavorare al fianco di star internazionali e vere icone mondiali come Iggy Pop, Christopher Walken, Tom Jones ma anche
grandissimi artisti italiani come Pierfrancesco Favino, e Francesco De Gregori.
Proprio con Francesco, recentemente, ho avuto l'opportunità di realizzare un progetto fotografico in occasione del concerto
organizzato all'Arena di Verona per il quarantennale dell'album “Rimmel” di De Gregori, un concerto con tantissimi ospiti tra cui
Luciano Ligabue, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Caparezza, Elisa, Malika Ayane e molti altri, duetti e nuove interpretazioni di
brani storici del cantautore romano.
Per l'organizzazione e la realizzazione del progetto, dal nome “Rimmel Portfolio”, ci sono voluti circa sei mesi, tempo necessario
soprattutto per progettare e costruire completamente il set fotografico da utilizzare all’interno di un arcovolo dell’Arena.
In questa occasione ho ritenuto fondamentale scattare in
tethering, direttamente su computer, permettendo agli artisti e
ai loro rispettivi manager di poter vedere in tempo reale le
immagini appena scattate direttamente sul monitor BenQ
PG2401PT che avevo precedentemente e accuratamente
calibrato. La prima impressione di tutti è stata ad effetto “wow!”,
le immagini risultavano con un’ottima tridimensionalità ed
un’accuratezza di colore impressionante, a quel punto la strada
era tutta in discesa!
Questo tipo di precisione e qualità in fase di scatto mi ha
permesso di intervenire immediatamente sul campo per
modificare la qualità, la quantità e l’angolazione della luce in modo che i soggetti rendessero al meglio ed ha conseguentemente
limitato il mio lavoro in post-produzione dato che gli scatti erano praticamente già quasi perfetti così.
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Uso lo scatto in tethering nel 90% dei mie lavori, per praticità ma
soprattutto per permettere ai miei soggetti e clienti di vedere in
anteprima gli scatti andando incontro alle loro particolari esigenze.
Da qualche tempo mi affido al BenQ PG2401PT sia per quel tipo di
utilizzo che per la post-produzione e la finalizzazione delle immagini, un
ottimo monitor che mi permette di vedere realmente quello che c’è o
che manca, in termini di colori e texture, nelle mie fotografie.
Ci sono tre principali caratteristiche che cerco in un monitor di qualità:
la prima è la calibrazione hardware, la seconda è l’ampiezza dello spazio
colore Adobe RGB riproducibile e l’ultima, non meno importante, è la presenza della palpebra antiriflesso.
Parlando di calibrazione hardware, un processo necessario e fondamentale
per ottimizzare al massimo la resa di un monitor, posso dire che non ho
avuto particolari problemi. Il monitor esce di fabbrica già con una buona resa
ma non abbastanza per soddisfare le esigenze di un professionista
ossessionato dal colore come me. In tal caso ho utilizzato il mio calibratore
hardware X-rite per poter creare un profilo colore ICC ad hoc fra il mio
computer e il PG2401PT, inutile dire che in poco più di venti minuti di attesa
ho ottenuto un monitor perfetto sotto tutti i punti di vista e che poteva
finalmente riprodurre il 99% dello spazio colore Adobe RGB.
Un’altra caratteristica fondamentale di questo monitor BenQ è la presenza di una palpebra antiriflesso, inclusa nella confezione
standard, che ci permette di agevolare il lavoro al monitor evitando che la luce esterna possa filtrare o interferire con riflessi
fastidiosi sullo schermo. Per me la palpebra è necessaria perché, utilizzando il monitor in location e studi dove non posso
prevedere i riflessi e la luce naturale presente, con questo accorgimento riesco ad “isolare” lo schermo evitando riflessi e flares in
qualunque situazione e contesto io incontri.
Il PG2401PT è stato concepito e progettato, a mio avviso, anche per la portabilità, in meno di un minuto riesco a smontare il
supporto che sostiene il pannello e a sistemare tutto nella borsa pronto per il prossimo lavoro.
In più, questo BenQ è stato costruito con un hub da due porte USB3.0 e un lettore di schede SD tutte sul lato sinistro del monitor,
comode e facilmente accessibili.
Come se non bastasse il monitor è dotato di tutti i principali collegamenti video esistenti: D-Sub, DVI, HDMI, Display Port e mini
Display Port e di tutti i rispettivi cavi inclusi nella confezione.
Sono parecchi anni che lavoro nella fotografia a livello professionale e lo standard adottato nella maggior parte dei casi parlando
di monitor è da sempre Eizo. Non conoscevo BenQ, azienda che solo negli ultimi anni si è dedicata al settore professionale, quel
che posso dire senza alcun dubbio è che dopo parecchi anni di Eizo, sul BenQ non ho avvertito nessuna differenza, una volta
calibrato il monitor PG2401PT non ho percepito nessuna sensazione differente dall’Eizo che possiedo, massima accuratezza e
precisione su tutto il pannello IPS e di conseguenza su tutta l’immagine.
La differenza principale tra Eizo e BenQ è il prezzo, a netto favore di quest’ultimo, per un rapporto qualità prezzo imbattibile.
In questo investimento, a mio parere, è necessario fare un piccolo sforzo in più per acquistare un calibratore per poter portare il
monitor alla sua modalità ottimale di lavoro e mi sento di consigliare il meglio, ovvero l’i1 di X-rite, strumento che anch’io utilizzo
con soddisfazione da anni sia per profilare il monitor che per profilare le carte che utilizzo per le mie stampe fine art.
Il BenQ PG2401PT è un monitor che consiglio a chiunque, dal fotoamatore in cerca di uno strumento di alto livello al
professionista esigente che non vuole scendere a compromessi, è uno strumento fondamentale che vi aiuterà a lavorare con
serenità e assoluta accuratezza, provare per credere!
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PG2401PT Case Study
Rimmel Portfolio:
http://www.danielebarraco.com/PERSONAL/RIMMEL-PORTFOLIO/1/caption
PG2401PT
Color management monitor
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24.1” IPS panel with 10 bit color depth
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99% Adobe RGB/ 93% DCI P3
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14-bit 3D LUT with average Delta E ≦2
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Hardware calibration
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Palette Master calibration software
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Brightness uniformity function
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Accurate color with G7, UGRA and FOGRA certification
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Shading hood
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