Acqua Marsiglia due appuntamenti
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Acqua Marsiglia due appuntamenti
La settimana scorsa, a Marsiglia, si sono tenuti due appuntamenti rilevanti per quanto riguarda la riflessione e l’iniziativa sul tema dell’acqua. Il primo è stato il World Water Forum, assemblea internazionale che vede impegnate le più grandi aziende del settore e i governi della gran parte dei Paesi del mondo, mentre il secondo, costruito in contrasto al WWF e promosso dal movimento internazionale per l’acqua, molte ONG e organizzazioni sindacali ( a partire dal sindacato internazionale dei servizi pubblici PSI), si è strutturato come Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua. Il World Water Forum di Marsiglia, che ha fatto seguito al precedente di Istanbul, tenutosi nel 2009, si è svolto in una linea di continuità con l’elaborazione guidata dai grandi soggetti multinazionali che da sempre sono i reali promotori di questo tipo di appuntamenti, confermando un approccio per cui l’acqua è un bisogno e che il non solo il servizio idrico può ben avvalersi del ruolo dei soggetti privati, ma che la stessa risorsa acqua può essere trattata come bene commerciale e sottoposta ad una logica di finanziarizzazione. Peraltro,e questo è un punto di un certo interesse, va rimarcato che quest’edizione del WWF è stata molto sotto tono, sia per la partecipazione decisamente inferiore alle aspettative, sia per un più marcato disimpegno dei governi sia nella presenza che nella discussione sul documento finale. Lo stesso Sarkozy, che era previsto tenesse l’inaugurazione ufficiale, non si è fatto vedere durante i lavori, mentre, per stare a noi, pure il ministro Clini ha preferito disertare l’appuntamento. Questo profilo basso ha fatto sì che non si sia sviluppata una grande discussione sulle conclusioni formali del WWF, che gli stessi governi ( in particolare sudamericani più alcuni europei, per un totale di 25) che erano stati protagonisti a Istanbul per affermare l’dea che l’acqua è diritto umano universale si sono sostanzialmente defilati e hanno preferito non ritenersi impegnati in quest’appuntamento. Per converso, i lavori del Forum Alternativo sono stati decisamente ricchi e impegnati. Non solo per la partecipazione ( più di 2000 presenti registrati, oltre 50 tra conferenze e workshop) che si è poi riverberata nella riuscita manifestazione conclusiva per le strade di Marsiglia sabato 17 pomeriggio, ma soprattutto per i risultati in termini di impegno e iniziativa futura. In particolare, tre punti vanno sottolineati: il primo è che anche solo il suo svolgimento ha contribuito alla “delegittimazione” del WWF, rilanciando la richiesta che un reale Forum internazionale dell’acqua possa svolgersi in futuro solo sotto l’egida dell’ONU. Il secondo è relativo alla decisione di ufficializzare la nascita della Rete europea per l’acqua bene comune, che aveva già mosso i suoi primi passi a partire dall’assemblea del dicembre scorso convocata dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. La Rete europea vuole essere il luogo in cui si riconoscono tutti i soggetti che nel continente si battono perché l’ acqua sia considerata bene comune e il servizio idrico sottratto alle logiche di commercializzazione, in modo tale da condividere e coordinare le iniziative al riguardo. In questo senso, si è arrivati alla definizione di una “ Carta “, su cui partirà il processo di adesione formale dei soggetti interessati, basata su quattro principi fondamentali, e cioè che l’acqua non è una merce, ma bene comune e diritto umano universale, che va superata l’idea del “full cost recovery” nel finanziamento del servizio idrico, che sia garantito a tutti l’accesso al quantitativo minimo vitale e che va considerata fondamentale la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori anche alla gestione del servizio idrico. Infine, durante i lavori del Forum alternativo, è stata presentata, all’interno di un percorso che si collega idealmente con la nascita della Rete europea, la decisione da parte di EPSU ( Sindacato europeo dei servizi pubblici) di utilizzare lo strumento dell’ICE ( Iniziativa dei Cittadini Europei) per sollecitare un’iniziativa legislativa europea per affermare che l’acqua è diritto umano universale e che va sottratta alle logiche di mercato e commerciali, ivi compresi i trattati internazionali. L’ICE è un nuovo strumento che deriva dal Trattato UE e che è possibile attivare dal 1° aprile 2012. Essa consiste nel raccogliere 1 milione di firme in almeno 7 Paesi europei nell’arco di tempo di un anno: su questa base, la Commissione Europea deve rispondere ai proponenti e illustrare le eventuali azioni che intende intraprendere, compresa la possibilità di proporre un atto legislativo da presentare al Parlamento e/o al Consiglio europeo. Tale iniziativa vuole costituire un momento forte di mobilitazione sociale da parte di tutto il sindacato europeo dei servizi pubblici, aperta e costruita con il concorso di altri soggetti della società civile, dai movimenti alle ONG e alle Associazioni ( il Forum italiano dei movimenti per l’acqua ha già sostanzialmente espresso condivisione e sostegno per tale scelta) e si prefigge di fermare le scelte di privatizzazione e finanziarizzazione del servizio idrico che sono procedute in Europa in questi anni e che, peraltro, hanno già visto significative iniziative di contrasto, come sono state la ripubblicizzazione del servizio idrico a Parigi e le vittorie referendarie in Italia e a Berlino.